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Rassegna stampa alcol e guida del 25 novembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


 

IL GAZZETTINO (Treviso)

 

Arcade, un convegno sui giovani e l’alcol

 

Arcade

 

(m.m.) "I giovani ed i loro rapporti con alcool e droghe" è il tema dell’incontro, in programma questa sera alle 20,30 all’Auditorium delle Scuole medie di Arcade, promosso dal Gruppo sportivo Young team Arcade con il patrocinio del comune.

 

E per affrontare un argomento di grande attualità e molto sentito ci saranno come relatori Germano Zanusso, coordinatore del Dipartimento per le dipendenze patologiche e responsabile del SerT di Treviso e Oderzo dell’Uls 9; Giancarlo Bigolin, medico di base di Arcade; Don Antonio Viale, presidente del Ceis di Treviso; Don Diego Semenzin, parroco di Arcade, quindi la partecipazione del Sindaco di Arcade, Emanuela Pol e degli Assessori provinciali Speranzon, Busolin e Gazzabin.

 

Il tema riguarderà soprattutto il problema di droga e alcool nella fascia giovanile come sottolinea Alessandro Baldo, responsabile alle attività culturali del comune di Arcade, un vuole essere un momento per riflettere sul problema e coinvolgere i genitori su come tutelare al meglio i propri figli e le giovani generazioni.

 

Un problema, quello della tossicodipendenza, come sottolinea il parroco Don Diego, che negli ultimi tempi si è sempre più diffuso tanto da provare quasi un senso di impotenza davanti a un fatto inevitabile e ineluttabile, tanto da sembrare senza rimedi.

 

IL GAZZETTINO (Venezia)

 

PORTOGRUARO L’ordinanza del sindaco ne vieta anche la vendita negli esercizi in prossimità dell’impianto sportivo

 

Niente alcolici per i tifosi allo stadio

 

Il divieto varrà in occasione di tutti gli incontri casalinghi. Intanto domenica c’è il derby con il Venezia

 

Portogruaro. Sicurezza allo stadio, anche il sindaco di Portogruaro bandisce gli alcolici. Con un’ordinanza emessa ieri, il primo cittadino Antonio Bertoncello, ha vietato, in occasione degli incontri di calcio della locale squadra "Portogruaro-Summaga" che milita in C2, non solo l’introduzione di alcolici nello Stadio comunale "Pier Giovanni Mecchia" ma addirittura la vendita di questi negli esercizi pubblici collocati in prossimità della struttura. L’ordinanza scaturisce sicuramente dalla volontà di contrastare il grave fenomeno della violenza negli stadi ma in particolare dalla necessità di prevenire atti vandalici che si potrebbero verificare domenica 27 in occasione del big match tra Portosummaga e Venezia, giornata conclusiva della tradizionale Fiera di Sant’Andrea, uno degli appuntamenti fieristici più seguiti del Veneto Orientale.

 

"È fatto tassativo divieto a chiunque - si legge nel documento - di introdurre bevande alcoliche nello stadio, sia per uso personale, che con l’intento di distribuirle agli spettatori, anche se a titolo gratuito. La società concessionaria dell’impianto sportivo avrà cura di far ispezionare accuratamente l’impianto, prima dell’inizio di ogni manifestazione, per rimuovere eventuali bottiglie di vetro, lattine o altri rifiuti". Un elenco di esercizi pubblici, limitrofi alla struttura sportiva, che dovranno esporre al pubblico un cartello con l’indicazione del divieto, non potranno inoltre somministrare o vendere per asporto bevande di qualunque contenuto alcolico (birra compresa). Qualsiasi altra bevanda dovrà essere servita in bicchieri e non in bottiglie, lattine o altri simili contenitori. Le bottiglie in plastica potranno essere vendute solo se aperte e prive del relativo tappo di chiusura. Il divieto verrà applicato a decorrere da un’ora antecedente l’inizio della manifestazione sportiva fino ad un’ora dopo la conclusione, in qualunque giorno della settimana, feriale o festivo, e in qualunque orario, pomeridiano o serale, la gara stessa si svolga. Nell’ordinanza infine si richiama il "divieto di vendita di alcolici da parte di operatori di commercio al dettaglio su area pubblica" e il "divieto di vendita di alcolici da parte dei titolari di esercizi di vendita al dettaglio".

 

"L’ordinanza, condivisibile, risponde alle misure introdotte dal decreto legge per la sicurezza sugli stadi", ha detto Francesco Mio, presidente della società "Portogruaro-Summaga".

 

Teresa Infanti

 

IL MESSAGGERO

 

IL PROCESSO PER LA MORTE DELLA TEDESCA 

 

«Era una ragazza tranquilla, Vera. E non beveva mai» 

 

La testimonianza dei genitori e quei graffi sul volto di Nabil: «Nostra figlia era calma ma sapeva difendersi in situazioni spiacevoli» 

 

In scena le ultime ore di Vera Heinzl. Sono papà Reinhard e mamma Irene a raccontare chi era quella ragazza tedesca annegata nel Tevere nell’agosto dello scorso anno.
Ma in aula, a rispondere alle domande del pm Gloria Attanasio, davanti ai giudici della quarta sezione, c’è anche Teresa Hiltz. Nabil Benyhaya, il giovane marocchino accusato di aver fatto ubriacare Vera per poi approfittarne sessualmente, di averle ceduto hascisc e di averla sequestrata, ascolta chi era quella ventenne incontrata una sera d’estate a piazza di Spagna.
«Sono sicuro. Quei graffi sul volto dell’imputato deve averli fatti Vera per difendersi», dice Reinhard Heinzl.
«Vera era calma e non violenta, ma aveva anche un carattere deciso. Sapeva difendersi e reagire quando non accettava una situazione», continua il papà. E anche Teresa, l’amica che la sera del 19 agosto 2004 lasciò Vera in discoteca con Nabil, ha ripetuto quanto dichiarato al pm Attanasio durante l’istruttoria. «Quella sera Nabil non aveva i graffi che ho visto sul suo viso il giorno successivo, quando ero disperata per la scomparsa di Vera e la cercavo a piazza di Spagna». Teresa, che subito dopo quell’incontro ha chiamato la polizia facendo arrestare l’imputato, ha ricostruito ancora una volta quei due giorni in Italia. Ha descritto ogni dettaglio di quel maledetto 19 agosto. Confermando anche che quella sera Nabil offrì dell’hascisc a Vera. L’imputato, difeso dall’avvocato domenico Naccari, ha sempre sostenuto di avere lasciato Vera a piazza Navona intorno alle 4 del mattino e di essersi fatto quei graffi su uno scoglio, a Ostia.
«I nostri rapporti con Vera erano meravigliosi - ha raccontato mamma Irene - Mi ha sempre parlato di tutto, era molto aperta e sincera. Non l’ho mai vista ubriaca, so che una volta ha provato uno spinello, non le era piaciuto. Sono molto orgogliosa di una figlia che ha avuto il coraggio di dire questo ai suoi genitori».
Val.Err.

 

VARESENEWS

 

Busto Arsizio

 

"Notte alcoolica" per S. A., 49 anni, ennesimo caso di guida in stato di ebbrezza; prima causa un incidente a Samarate, poi lo fermano a Busto
Causa un incidente, gli ritirano la patente, lo ritrovano ancora in giro

 

 

 

Continua la piaga degli ubriachi al volante. Questa notte, intorno all’una, la Volante della Polizia di Busto Arsizio ha fermato in zona via per Lonate S. A., 49 anni, alla guida della sua Ford Fiesta in evidente stato di ebbrezza. All’uomo è stato riscontrato al test dell’etilometro un tasso alcoolico di 1,56 (contro il limite di legge di 0,50); gli agenti sono stati successivamente informati che poche ore prima S. A. aveva già causato un incidente a Samarate e che in tale occasione gli era stata ritirata la patente. Da qui la denuncia e una serie di verbali contro l’uomo.

 

GIORNALE DI BRESCIA

Ospitaletto, tunisino aggredisce carabiniere

ARRESTATO NORDAFRICANO VIOLENTO

 

 

 

OSPITALETTO - Alterato - perché sotto l’effetto di alcol - e violento. Tanto da racimolare, nel giro di pochi minuti, accuse di violenza, resistenza e danneggiamento, tali da giustificare l’arresto. Un tunisino di 27 anni è infatti stato arrestato, l’altra notte, alla periferia di Ospitaletto dopo aver aggredito un carabiniere ed aver danneggiato l’auto dell’Arma. Erano le 4 quando un equipaggio della stazione di Ospitaletto ha bloccato, lungo la Padana superiore, alle porte del paese, uno scooter su cui viaggiava un immigrato nordafricano visibilmente alticcio. Durante il controllo è ben presto emerso che lo scooter era privo di qualsiasi documento, tanto da spingere i militari a sequestrarlo. Ma lo straniero ha iniziato a dare in escandescenza, prendendo a testate la vetrata di una banca a pochi passi. I carabinieri sono comunque riusciti a tranquillizzarlo almeno fin quando il carro attrezzi con il motorino sotto sequestro si è allontanato dalla ex statale. A quel punto l’uomo ha reagito violentemente, trascinando fuori dall’auto uno dei due carabinieri e spintonandolo violentemente a terra, per poi prendere a calci la pattuglia, danneggiando una portiera. A fatica i militari sono riusciti ad immobilizzarlo, prima di trasportarlo in caserma dove all’alba è stato arrestato. Rinchiuso a Canton Mombello, dovrà rispondere di quella rosa d’accuse. (bon)

 

 

 

LA PROVINCIA DI CREMONA

 

«Guidava ubriaco» Accusato ex ufficiale

 

Oggi è manager di una multinazionale, prima indossava la divisa da tenente colonnello dell’Esercito. Milanese, 55 anni, come tutti i milanesi, il fine settimana lo passa fuori città. Il 12 marzo scorso, il manager era diretto a Mantova dai suoi familiari. Alle 23.50 lo hanno fermato i carabinieri al rondò di Sospiro. Un normale controllo, sfociato in due contestazioni: guida in stato di ebbrezza, rifiuto di sottoporsi al test dell’etilometro. Via la macchima via la patente. Il manager ha dovuto dormire in albergo a Cremona. Ieri il Gip, Marco Cucchetto, ha trasmesso gli atti alla Procura perché si esplori meglio sull’«alito fortemente vinoso» frase scritta sul verbale dei carabinieri, ma intanto ha archiviato l’altra contestazione. Il manager (lo difende l’avvocato Mario Tacchinardi) in passato ha avuto la Tbc. Non si era rifiutato di soffiare nel tubo, anzi, ci aveva provato almeno otto volte. (f.mo)

 

QUOTIDIANO.NET

 

 SPORT IN LUTTO

 

Addio George Best, genio e sregolatezza
Si è spento all’età di 59 anni George Best, l’ex stella del calcio inglese. Ha pagato per gli stravizi che ne avevavo minato gravemente la salute. Nel 2002 aveva subito il trapianto del fegato

 

Londra, 25 novembre 2005 - George Best ha perso la partita della vita. L’ex fuoriclasse nordirlandese si è spento oggi all’età di 59 anni nella clinica Cromwell, a Londra, dopo una lunga agonia.
Genio e sregolatezza, ha pagato per gli stravizi che ne avevano minato gravemente la salute e avevano reso necessario nel 2002 il trapianto di fegato. George Best appartiene alla categoria dei fuoriclasse,e probabilmente sarebbero stato ancora più grande se non avesse scelto l’eccesso come sua filosofia di vita. Nasce in un povero quartiere di Belfast (Irlanda del Nord) il 22 maggio 1946 e si dedica al calcio fin da bambino. Di corporatgura esile, è difficile intravvedere in lui uno dei più ammirati assi degli anni ’60.
La svolta, a 15 anni. In una partita che vede come avversari ragazzi di tre anni più grandi di lui segna due gol e impressiona gli osservatori del Manchester United. Best arriva così alla corte di Matt Busby, allenatore, manager nonchè proprietario dei «reds». George, arrivato da Belfast in traghetto insieme ad un coetaneo e suo futuro compagno di squadra, resiste un solo giorno. Molto provato a causa della giovanissima età, ha nostalgia di casa, riprende il traghetto per Belfast, dove viene raggiunto dallo stesso Busby, il quale, con grande comprensione, ma anche con grande abilità, lo convince a tornare a Manchester per provare di nuovo.
Il Manchester, nelle cui file militano Bobby Charlton e Denis Law, di lì a poco trionferà in tutta Europa. George debutta nel campionato inglese all’età di diciassette anni contro il West Bromwich. Nel 1966 partecipa alla storica vittoria nei quarti di finale di Coppa Campioni, contro il Benfica di Eusebio: dei cinque gol del Manchester United, due portano la sua firma.
Nel 1965 e nel 1967 vince il campionato inglese. Il 29 maggio 1968 di nuovo contro il Benfica, gioca la finale di Coppa Campioni e conquista Wembley: sigla una doppietta e contribuisce al risultato finale di 4-1.
La fama di Best è quella di un’ icona pop’: verrà soprannominato il ’quinto Beatles, lungo il corso di tutti gli anni ’60, anni nei quali i giovani amano soprattutto esibirsi con stravaganti tipi di acconciature e muoversi all’interno del sistema con atteggiamenti anticonformisti. George Best in campo è uno straordinario prim’attore, un assoluto domatore della folla, e sembra in grado di vincere le partite da solo.
In quegli anni probabilmente solo Pelè gli è superiore, anche se quest’ultimo nel 1966 dichiarerà: ’George Best è il più grande giocatore del Mondo. Il fuoriclasse nordirlandese raggiunge l’apice del successo e della notorietà vincendo il Pallone d’Oro alla fine del 1968, suo anno d’oro, nonchè anno simbolico per tutto il mondo, caratterizzato dalle note rivolte studentesche e da una scena musicale ribollente. Poi, comincia la sua parabola discendente.
Inizia un periodo di dedizione alle sue passioni ’alternativè: l’alcol, le donne (tra le sue numerose compagne vi sono due Miss Universo ), il denaro e gli eccessi in genere. Dopo 13 anni di militanza calcistica, dopo l’ennesimo allenamento saltato, dopo l’ennesima furibonda lite con l’allenatore di turno, George Best lascia il Manchester United nel gennaio del 1974. L’ultima volta che George Best vede l’Old Trafford è costretto suo malgrado ad osservarlo dalla panchina. A fine partita imbocca gli spogliatoi, sconsolato, smarrito, piangente, ombra di se stesso e dei suoi eccessi. Varcata quella soglia George Best non sarebbe più tornato indietro.
A 28 anni lascia l’inghilterra, approdando al ’soccer’ nordamericano, con l’intenzione di esplorare i nuovi orizzonti calcistici dei multimilionari USA. Di lui si ricorda la storica impresa in cui segnò sei gol in un solo match, contro il Northampton (FA Cup). Dopo Miss Mondo, colossali bevute di birra, migliaia di sterline sparse in un letto, ricoveri, periodi di smarrimento, addirittura la prigione (nel 1984, per offesa a pubblico ufficiale e stato di ubriachezza mentre era alla guida) ed una successiva rinascita, questa volta come commentatore d’eccezione per un popolare canale sportivo in Inghilterra, nel 2002 all’età di 56 anni, Best subisce un trapianto di fegato poichè l’alcol aveva ridotto le funzioni del suo organo al 20 per cento.
All’inizio del mese scorso George Best viene ricoverato presso la clinica londinese Cromwell: le sue condizioni sono stabili ma costantemente critiche.
All’inizio di novembre l’ex calciatore chiede al suo agente e amico di ritrarre in alcuni scatti fotografici la sua pessima condizione: Best con questa richiesta vuole dare un messaggio chiaro e forte ai giovani, come monito sui pericoli dell’alcol. Un autorevole giornalista sportivo inglese scrive: ’Ci sono due modi per ricordare George Best: il primo vi causerà rabbia, rimorso, dolore per non aver visto questo immenso giocatore esprimere tutto il suo formidabile ed inarrivabile talento; la seconda vi porterà gioia, un’incredibile stato di estasi e la privilegiata opportunità di aver potuto ammirare uno dei più grandi artisti sportivi mai apparsi sul pianeta’.

WINENEWS

ORA E’ POSSIBILE QUANTIFICARE E DESCRIVERE LE EMOZIONI CHE DÀ UN VINO, GRAZIE AD UN NUOVO METODO DEL CENTRO STUDI ASSAGGIATORI (*)

 

 

 

Il vino è fonte di emozioni, ma non finora non si era mai riusciti a descriverle scientificamente. Ora si può, grazie a un nuovo metodo del Centro Studi Assaggiatori (www.assaggiatori.com) che ha appena testato Merlot e Cabernet di diversi Paesi. Per descrivere le emozioni che un vino può dare a chi lo beve, il Centro Studi Assaggiatori punta su una nuova tecnica: il BST analogico-affettivo. Manuela Violoni, responsabile dello sviluppo, spiega di cosa si tratta: «E’ un test soggettivo che coglie l’impatto che ogni vino ha sull’emotività e sull’immaginazione degli assaggiatori. E’ strutturato secondo un metodo semiotico e di programmazione neurolinguistica e consente di misurare alcuni elementi chiave dell’interpretazione che i soggetti danno del vino. Questo a partire dall’impatto emotivo dell’aroma, dalla caratterizzazione dei valori attribuiti dal vino stesso e dal suo inserimento in un possibile contesto di acquisto o di consumo». Questo metodo è frutto dell’esperienza accumulata in 15 anni di ricerca e didattica sviluppati dal Centro Studi Assaggiatori, la più grande unità di ricerca sull’analisi sensoriale in Italia. E’ stato recentemente applicato con successo a tre Merlot-Cabernet frutto di condizioni climatiche, viticolture e tradizioni enologiche diverse: un Bordeaux Aoc (scuola francese), un Valcalepio rosso riserva Doc (emblematico del taglio bordolese in Italia) e un vino di Merlot e Cabernet-Sauvignon (rappresentante delle nuove culture enologiche).
Il test ha dato risposte interessanti. «Il Bordeaux è uno dei vini forse più studiati dal punto di vista sensoriale, soprattutto aromatico: risulta perciò sorprendente osservare che emotivamente il suo aroma risulta tra i meno evocativi» afferma Luigi Odello, presidente del Centro Studi Assaggiatori. «Infatti è stato valutato nel test tra i più buoni, i più ricchi e i più aristocratici. Inoltre è stato definito dagli assaggiatori come delicato e femminile, rispetto agli altri più forti e maschili. Ma le immagini evocate dal Bordeuax negli assaggiatori indicano che la sua capacità di coinvolgere emotivamente è minore rispetto al cileno e al Valcalepio. Quest’ultimo ha una caratterizzazione dai contorni più smussati e più equilibrata e viene definito come abbastanza forte e maschile. Molto interessante quanto emerge dal cileno, che ha un profilo nettamente più particolare. Infatti ha un odore molto evocativo e nel gruppo testato è tra quelli meno tranquillizzanti e più capaci di innervosire. Mediamente piace, ma è considerato piuttosto povero: dal carattere abbastanza allegro, è anche tra i meno sensuali. E’ per questo non è assolutamente visto come un vino da enoteca o da ristorante. Inoltre, andando a vedere le occasioni di consumo più adatte, è significativo notare come i giudici lo indichino come decisamente meno salutare degli altri».
I risultati di questa sperimentazione saranno presentati il 26 novembre alla tavola rotonda del Concorso Internazionale “Emozioni dal Mondo: Merlot e Cabernet insieme”. Verranno inoltre ripresi in un servizio sul trimestrale “L’Assaggio”, l’unica rivista in Italia dedicata completamente all’analisi sensoriale.

 

 

 

(*) Nota: quantificare le emozioni è un’impresa difficile ed in parte contraddittoria.

 

Tuttavia, se ce ne fosse data l’opportunità, sarebbe interessante confrontare le sottili emozioni del bere con le grandi sofferenze causate dagli alcolici e vedere da che parte pende la bilancia.

 

 

REDATTORE SOCIALE

 

COMUNICAZIONE - Famiglie distrutte, giovani vite spezzate: le tantissime vittime da ’’alcol passivo’’. Di questa emergenza parla Giovanni Anversa nella puntata di domenica prossima

 

 

 

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Venerdì, 25 Novembre 2005
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