Codice della strada e ordine pubblico
Diffondendo il messaggio da una discoteca tramite un’emittente radio, Tizio incita ripetutamente e pubblicamente tutti quelli che lo ascoltano a violare il codice della strada (non mettere le cinture di sicurezza, bere, correre in auto per arrivare prima). Viene condannato per il reato previsto dall’art. 415 codice penale (istigazione a disobbedire alle leggi di ordine pubblico) e la questione finisce in Cassazione, in quanto Tizio sostiene di avere soltanto scherzato, che il mancato rispetto dei limiti di velocità o dell’obbligo di indossare le cinture riguarda fatti non costituenti reato ma illeciti amministrativi, e che manca la prova concreta della ricezione degli slogan via radio da parte di una generalità di soggetti.
da Il Centauro n. 154