RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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IL
GAZZETTINO |
Roma
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BRESCIA
OGGI |
Silenzio,
commozione e riflessione ieri in piazza Loggia, dove l’Associazione familiari
e vittime della strada - in occasione della Giornata europea - ha voluto
ricordare con una manifestazione intensa e commovente chi ha pagato con
la vita l’incoscienza, le distrazioni e le fatalità legate alla
viabilità. 163 croci di legno (tante quanti i morti sulle strade
della nostra provincia nel 2004), due carcasse d’auto e il rottame di
una Vespa completano, insieme alle numerose fotografie delle vittime,
uno scenario di sicuro impatto.
Il bilancio è quello di una vera e propria guerra: sulle strade italiane, ogni anno, muoiono circa 8.000 persone, alle quali si aggiungono 20 mila disabili gravi e circa 300 mila feriti. Il 2005 sembra essersi mantenuto finora nella media con 127 vittime bresciane (tra gennaio e ottobre), per lo più giovani (56) tra i 16 e i 35 anni. Lo sterile computo delle cifre e delle statistiche non riesce comunque a rendere l’idea del dolore delle centinaia di famiglie che stanno dietro a ogni incidente, colpite per caso da un inspiegabile gioco del destino. L’atmosfera della piazza sembra contagiare anche gli operatori dell’informazione presenti: giornalisti e cameraman, che spesso vengono tacciati di sciacallaggio mediatico, non sembrano reggere il confronto con il dolore autentico, finendo per commuoversi inevitabilmente per le storie che (ahi loro!) sono costretti a riportare. Ogni croce è accompagnata da foto, nomi, cognomi, età: volti sorridenti che rendono ancora più difficile accettare un fatto compiuto e darsi spiegazioni che, anche a distanza di tempo, sembrano insufficienti: «Riflessione - recita uno dei numerosi epitaffi appesi alle croci -: è meglio perdere un attimo della nostra vita che la nostra vita in un attimo». Frase fatta, sentita forse troppe volte, ma che per i membri dell’associazione presieduta da Roberto Merli ha invece un valore particolare: «Bisogna far comprendere alla gente, soprattutto ai giovani - dice -, l’importanza della vita propria e degli altri, perchè quando muore una persona in un modo così tragico, con lei se ne va un’intera famiglia». Così è per le persone presenti ieri in piazza Loggia: gli occhi lucidi e gli sguardi di sfuggita rivelano, anche se solo parzialmente, il lento trascorrere di una vita stravolta all’improvviso, con la quale è difficile trovare nuovamente un rapporto sereno. «Lo Stato è assente». La sensazione diffusa tra i partecipanti è che le istituzioni tutelino maggiormente chi è causa di incidenti, più che le vittime e i loro familiari: «Quando capita un incidente, molte famiglie scoprono una realtà diversa da quella che dovrebbe essere la "giustizia dovuta" - commenta Merli -. Con il patteggiamento e il rito abbreviato, chi è causa di incidenti anche mortali vede decurtate la propria pena di un terzo. Non siamo certo per il carcere, ma - conclude - vorremmo che le sanzioni fossero più severe, e che soprattutto si procedesse al ritiro delle patenti, cosa che spesso non accade». Impossibile - secondo molti - pretendere dallo Stato un aiuto psicologico: il danno è quantificato monetariamente, ma non sembrano essere queste le priorità delle famiglie colpite: «L’unico segnale della presenza delle istituzioni - commenta amaramente la signora Severina Benedetti, madre di una delle vittime - è stato quando i carabinieri sono venuti ad avvisarmi della morte di mio figlio». Per il resto, sembra esserci un muro di indifferenza e, in alcuni casi, una sorprendente mancanza di tatto: «Un giudice è arrivato a dirmi di non preoccuparmi, perché ci avrebbe pensato l’assicurazione a lenire il mio dolore - continua la signora Benedetti -. Io voglio giustizia - conclude -, non so cosa farmene dei soldi». Eliso Marzani di Chiari ha perso a luglio la figlia Clara, 5 anni: un’auto l’ha investita durante un sorpasso azzardato ad alta velocità, mentre passeggiava lungo una strada secondaria della campagna clarense. «Non è stato preso alcun provvedimento nei confronti della persona che ha investito mia figlia - racconta visibilmente commosso -, ma ho anche notato un’assoluta mancanza di umanità da parte delle forze dell’ordine. Mi sono sentito dire addirittura che disgrazie come la mia capitano tutti i giorni, e che togliere la patente a una persona significa rovinarle la vita». Il compito dell’Associazione familiari e vittime della strada, oltre a fornire il necessario supporto psicologico, diventa automaticamente quello di sensibilizzare classe politica, giovani e società civile sui tragici effetti di una guida dissennata, in modo da prevenire comportamenti scorretti: «Educazione stradale a partire dalle scuole e sanzioni maggiori, per garantire il rispetto delle regole - commenta Merli -. In Inghilterra i morti sulle strade sono circa 3 mila all’anno, contro i nostri 8 mila. Il sistema inglese, oltre a educare, punisce severamente chi infrange il codice stradale». Un anno è il periodo di ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza in Inghilterra, contro i tre mesi previsti dal nostro codice, che nonostante alcuni passi avanti, sembra essere ancora arretrato: «La patente a punti ha portato qualche miglioramento - conclude Merli -, ma occorrono una maggiore vigilanza e sanzioni più severe per chi, per esempio, guida con il telefonino in mano». |
IL
GIORNALE DI VICENZA |
Parola
d’ordine: farsi conoscere. È questo il primo e significativo
cambio di rotta avanzato ieri pomeriggio, a fronte di una sala gremita
riunita nelle stanze parrocchiali dei Ferrovieri per il quinto anniversario
del gruppo del quartiere, dai responsabili veneti della rete alcolisti
anonimi a Vicenza. Un cambio di rotta, che se da un lato non viene meno
ai dettami di rigoroso anominato dei frequentanti ai 34 gruppi di "auto
aiuto" sparsi su tutto il territorio vicentino, dall’altro
apre le porte ad una nuova fase di sviluppo nel recupero dall’acol,
specie giovanile, in città. |
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Dopo
il successo delle edizioni precedenti, prosegue l’impegno della Provincia
di Varese per la prevenzione degli incidenti stradali che coinvolgono
i giovani alla guida dei ciclomotori. Oggi l’Assessore alla Viabilità
e Trasporti Carlo Baroni, l’Assessore al Lavoro, Formazione Professionale
e Istruzione, Andrea Pellicini, e l’Assessore alla Sicurezza Giuseppe
De Bernardi Martignoni, hanno presentato l’edizione 2005/2006 del progetto
"Ruote Sicure" e rinnovato, suggellandola, una stretta collaborazione
con il Centro Servizi Amministrativi di Varese (ex Provveditorato agli
Studi), rappresentato dal dott. Lupacchino e dott. Bussetti, oltre che
con il Dipartimento Trasporti Terrestri del Ministero dei Trasporti,
rappresentato dal direttore, ing. Nucera. |
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Abuso
di alcol, velocità sopra il limite di oltre 40 chilometri all’ora,
violazioni dei limiti imposti ai neopatentati e fuga all’alt della polizia.
Sono 55 gli automobilisti che la notte scorsa hanno perso la patente a seguito dei controlli che la polizia stradale di Bergamo e Treviglio ha organizzato con la collaborazione di tre gruppi di polizia locale e della polizia provinciale. I posti di blocco sono stati organizzati a Bergamo sull’asse interurbano, a Mozzanica sulla statale 11, a Casirate d’Adda lungo la statale 472 e sulla Rivoltana nel tratto fra Arzago e Rivolta d’Adda. Il caso più curioso è quello di un ragazzo di 28 anni che alle 0,50 non s’è fermato all’alt della polstrada sull’asse interurbano: andava - secondo il telelaser - a 126 all’ora, 70 chilometri oltre il limite. Presa la targa, gli agenti hanno mandato una pattuglia a casa del giovane: i genitori sono stati svegliati e hanno chiamato il figlio; quando il giovane è arrivato a casa gli è stata ritirata la patente e il caso è stato segnalato alla Prefettura. Anche i controlli della notte scorsa hanno messo in luce che l’abuso di alcol continua a restare una piaga fra gli automobilisti, soprattutto durante il week-end: ben 18 le persone che hanno perso la patente per questo motivo. Così come non sembra calare il numero di chi guida col piede pesante: 29 persone avevano superato il limite di oltre 40 all’ora. Le altre violazioni al codice hanno fatto il resto, portando il totale delle patenti «volate via» in una notte a 55. |
Forse
l’alcool ha fatto perdere il controllo ad un polacco che ha cozzato
contro l’auto della giovane |
Ancora
sangue sulle strade della città. Questa volta però il responsabile
della morte di una giovane madre in un tragico incidente è saltato
subito fuori: l’alcool. Sarebbe infatti il notevole tasso che aveva
nel sangue, superiore ad un primo controllo a quello consentito dalla
legge, tra le cause che hanno fatto perdere ad un cittadino polacco il
controllo del suo fuoristrada, che è andato a cozzare contro l’auto
sulla quale viaggiava la ragazza. Inutile ogni tentativo da parte dei
sanitari di strapparla alla morte.
La vittima si chiamava Anna Grazia Di Pietro, 35 anni, residente a Pagliare di Sassa. Il tragico incidente stradale si è verificato intorno alle 15.30 nel tratto stradale che collega l’Aquila con Sassa, proprio al bivio per Pagliare. Per ragioni che sono ancora in via di accertamento da parte degli agenti della Polizia stradale, il fuoristrada Opel modello ”Frontera”, guidato da C.M., 34 anni, da poco in Italia e residente a Sassa, forse anche per la velocità sostenuta nell’affrontare una curva è uscito fuori strada ed è piombato contro la Fiat ”Uno” guidata dalla donna, prima di ribaltarsi e bloccarsi. A seguito del violento urto con il grosso mezzo, la donna ha riportato gravi lesioni ed è rimasta incastrata tra le lamiere contorte della sua auto. Per liberarla, infatti, i Vigili del fuoco, hanno dovuto lavorare a lungo, ma le condizioni della donna sono apparse subito disperate. Le due ore trascorse al Pronto soccorso, dove i sanitari hanno fatto di tutto per salvarla, non sono servite a strapparla alla morte. Incolume, invece, il cittadino polacco, con regolare permesso di soggiorno, che se l’è cavata con pochi graffi. La salma della giovane madre, poi, è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria che potrebbe disporre dell’autopsia prima di concedere il nullaosta per i funerali. La giovane lascia un figlio di 10 anni. |
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CESENA
- Gli automobilisti che vogliono opporsi al ritiro della patente possono
farlo davanti al giudice di pace. E’ una sentenza della corte di
Cassazione a ribadirlo, un’indicazione che chiarisce la situazione
a livello nazionale e che deriva da una “disputa” tutta cesenate
tra un automobilista, il giudice di pace e il giudice del tribunale, tutti
di Cesena. “La competenza del giudice di pace per le sanzioni in
materia di circolazione stradale è di natura funzionale, e come
tale non è limitata alle sole sanzioni pecuniarie, ma è
estesa anche alle sanzioni di natura diversa, tra le quali rientra la
sanzione accessoria del ritiro della patente”. Questo il concetto
ribadito dalla Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14932 del 14 luglio
2005, richiamando il principio espresso dalle Sezioni Unite con la sentenza
n. 3332/2004.Tutto era nato dall’opposizione di un automobilista
contro l’ordinanza ingiunzione con cui gli era stata sospesa per
sessanta giorni la patente di guida per aver guidato in stato di ebbrezza.
L’opposizione era stata presentata al giudice di pace di Cesena.
Lo stesso giudice, con sentenza del marzo del 2004, aveva dichiarato la
propria incompetenza per materia “per essere la guida in stato di
ebbrezza stata attribuita alla cognizione del tribunale, in base alla
legge 1.8.2003, n. 214”.A quel punto all’automobilista non era
rimasta altra strada che presentare il ricorso al tribunale di Cesena.
Il giudice cesenate, a quel punto, poco convinto evidentemente della dichiarazione
di incompetenza pronunciata dal giudice di pace, aveva chiesto regolamento
di competenza di ufficio, sospendendo il procedimento in corso. A quel
punto la questione su quale tra le due autorità giudiziarie dovesse
pronunciarsi sull’opposizione dell’automobilista per quella
sospensione di patente, finiva davanti alla Cassazione. In questa sede
è stato stabilito che quando vi siano casi di questo genere, sia
il giudice di pace competente per la decisione. Queste le motivazioni:
“Il proposto regolamento appare fondato, atteso per un verso che
la competenza del giudice di pace per violazione alle norme sulla circolazione
stradale risulta essere stata ripristinata, in forza dell’art. 98 del
DPR 30.12.1999, n 507, e, per altro verso, che trattasi di competenza
funzionale, non limitata alle sanzioni di carattere pecuniario, ma estesa
anche alle sanzioni di natura diversa, fra cui deve ritenersi compresa
quella accessoria del ritiro della patente (cfr. Cass. SS. UU. 19.2.2004,
n 3332). Detta competenza funzionale del giudice di pace risulta successivamente
confermata con il primo comma septies dell’art. 4 della legge 1.8.2003,
n. 214, che ha introdotto l’art. 204 bis del DPR n. 285 del 1992, secondo
cui l’opposizione all’ordinanza ingiunzione debba essere presentata
al Giudice di pace. Pertanto il proposto regolamento deve essere accolto,
con declaratoria della competenza del Giudice di pace di Cesena, con assegnazione
dei termini di legge per la prosecuzione della causa”.
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TGCOM |
Per
la sorte di George Best saranno decisive le prossime 24 ore. Lo ha rivelato
il medico che ha in cura l’ex campione del Manchester United. Il dottor
Roger Williams ha spiegato di essere "profondamente deluso"
per la mancanza di miglioramento nelle condizioni del paziente nel corso
di questo fine settimana: "Niente è peggiorato - ha detto
- ma credo che le prossime 24 ore saranno critiche". Best da sabato
è attaccato a un respiratore. |
SESTO
POTERE |
(Sesto
Potere) - Brisighella - 21 novembre 2005 - I vini della collina Brisighellese:
una vera e propria manna per la salute e per il buon vivere. È
infatti scientificamente provato che il vino rosso, assunto in dosi moderate
(due o tre bicchieri al giorno) può prevenire l’insorgenza di malattie
cardiocircolatorie come l’infarto, l’aterosclerosi, l’ischemia, ecc. Ciò
è dovuto alla presenza, nel vino rosso, di notevoli quantità
di biofenoli, sostanze antiossidanti in grado di contrastare gli effetti
nocivi dell’aumento nell’organismo dei radicali liberi che sono concause
delle suddette malattie.
I risultati di una recente ricerca su alcuni vini rossi commercializzati dalla C.A.B. ’Terra di Brisighella’, hanno mostrato che le proprietà salutistiche di questi vini di ’nicchia’ (attività antiossidante, contenuto totale di biofenoli) sono significativamente superiori alla media di 10 vini rossi selezionati da altre Regioni italiane e a quella di 34 vini rossi di qualità prodotti nel Sud della Francia. Quindi si può ben dire che bevendo un buon bicchiere di rosso di Brisighella assaporiamo da una parte gli aromi e i sapori della Romagna e dall’altra diamo un contributo alla salute di cuore e arterie. La ricerca (opera di R. Cervellati e A. Malavolta, Facoltà di Farmacia, Università di Bologna) è stata pubblicata sul fascicolo di ottobre della rivista Natural 1, mensile di informazione scientifica, di fitoterapia, alimentazione naturale e cosmetica. |
L’ARENA |
Prezzi
delle uve in ribasso del 30-40%, vendemmia con cali del 30% in quantità
rispetto all’anno scorso e costi di produzione in aumento del 20%, sono
i fattori critici per i viticoltori veronesi in questa annata 2005. Vittorio
Beghini, il pastore che ha offerto l’agnellino nella Cattedrale di Isola
della Scala, coltiva a Cavaion pochi ettari a vigneto, producendo Bardolino
che vende nella sua azienda agricola ai privati; parla dei problemi del
settore: «I prezzi sono decisamente in calo», riferisce, «anche
se la qualità di quest’anno è ottima. Quindi scende per
noi la redditività. Anche il Bardolino, come gli altri vini veronesi,
risente della concorrenza dei vini stranieri».
«Australia, Cile e California si sono inseriti nel mercato mondiale con costi fissi decisamente inferiori a quelli italiani ed europei», aggiunge Carlo Tessari, il nuovo direttore dell’agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura (Avepa). Inoltre nei Paesi concorrenti la legislazione non è restrittiva come in Italia. Per non parlare delle dimensioni d’impresa, decisamente superiori a quelle delle nostre piccole aziende. Quello del vino è comunque il comparto che, prima di altri, ha iniziato a percorrere la strada delle aggregazioni, delle fusioni anche tra cantine. Eppure, tra gli addetti ai lavori, c’è chi dice che la crisi del vino deve ancora arrivare. Per il rappresentante dei giovani della Coldiretti, Alberto Mantovanelli, «quello che serve oggi in agricoltura è una forte capacità imprenditoriale, quindi è necessario puntare sulla formazione dei giovani». (l.z.). |
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