RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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VIRGILIO.IT |
Roma,
20 nov. (Apcom) - "Non morite come me". Con questo messaggio
George Best ha voluto che venisse pubblicata sul tabloid domenicale
News of the World una sua foto sul letto dell’ospedale in cui è
ricoverato da quasi due mesi per una serie di emorragie dovute all’abuso
di alcool. Il messaggio dell’ex stella del Manchester United, le cui
condizioni restano gravissime, è stato affidato all’ex compagno
di squadra Phil Hughes. "Spero che la mia condizione serva ad
avvertire gli altri", ha detto Best al suo amico. |
CORRIERE
ADRIATICO |
FABRIANO
- Prosegue l’attività delle forze dell’ordine finalizzata
alla prevenzione di fenomeni negativi, spesso legati all’alcolismo
o, quanto meno, a quella che è ormai diventata un’abitudine
per molti giovani che, soprattutto nei fine settimana, abusano di birra,
liquori e quant’altro, diventando poi anche aggressivi, fino a provocare
episodi spiacevoli. E controlli a tappeto sono stai portati avanti pure
in questi giorni, in modo particolare nel centro storico e nelle vicinanze
di bar o esercizi pubblici simili. Carabinieri e polizia non abbassano
la guardia di fronte a un fenomeno che in città e nelle realtà
limitrofe si sta espandendo sempre di più. Le forze dell’ordine,
per altro anche di recente, sono dovute intervenire spesso per sedare
risse causate proprio dall’abuso di sostanze alcoliche.
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IL
MESSAGGERO |
PARIGI
- Un pieno di Bordeaux o di Saint Emilion doc: la sosta dal benzinaio
potrebbe diventare presto un affare da sommelier. Depressi dal costante
calo di consumo di vino a tavola, afflitti da un surplus di produzione
che ormai intasa le cantine, i francesi stanno seriamente pensando di
trasformare i loro migliori rossi e bianchi in volgare ma redditizia
benzina. «E’ la prova della verità - ha detto qualche tempo
fa Xavier Carreau, presidente della Federazione dei grandi vini di Bordeaux
- Siamo pronti a portare i nostri stock alla distillazione per tentare
di far risalire i prezzi». Nei laboratori, i ricercatori assecondano.
«Abbiamo cominciato a studiare la fattibilità di un eco-carburante
composto da alcol di vino» conferma Eric Bontemps, direttore di
ricerca al prestigioso ICV, l’Istituto cooperativo del Vino. Non si
è tirato indietro il senatore socialista Roland Courteau, potente
difensore dell’industria del vino, che ha di recente convinto il ministro
dell’agricoltura francese Dominique Busserau a creare una «commissione
di studio» sulla «diversificazione dell’industria del vino».
«Usare il surplus di vino come biocarburante mi sembra un’ottima
idea» ha dichiarato Courteau, precisando che svariati paesi vicini
e concorrenti stanno già portando avanti ricerche in questa direzione.
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PERGINE
– L´Alta Valsugana è seconda solo al distretto di
Fiemme e Fassa per numero di patenti ritirate in percentuale sul totale
della popolazione: 2,65% su 48342 residenti nel 2004 (Fiemme e Fassa
sono al 4,35% su 28266 abitanti). La media provinciale è del
2,13%. I dati sono stati forniti al convegno organizzato dai vari coordinamenti
“Alcol e guida” promossi dall´Azienda Sanitaria venerdì
pomeriggio a Riva del Garda. A Pergine Innocenzo Cignini è responsabile
del centro di alcologia del distretto sanitario. Gli abbiamo domandato
di spiegarci questo dato. «La percentuale si riferisce alle prime
visite al centro di alcologia a persone cui è stata ritirata
la patente per guida in stato di ebbrezza: in totale sono state 128
le prime visite e 132 i controlli successivi. Noi scriviamo una relazione
che deve essere valutata dalla commissione patenti che deve decidere
se restituire il documento di guida». Servono queste visite per
indurre le persone ad un cambiamento? «Nella maggioranza dei casi
sì, anche se accade di rivedere persone trovate positive all´alcol
test dalle forze dell´ordine per la seconda volta . In questo
caso di solito proponiamo un percorso presso uno dei gruppi di auto
mutuo aiuto dell´ACAT (*)». Il centro poi svolge tre incontri
formativi all´anno sul problema alcol indirizzati a persone a
cui è stata ritirata la patente. Il 23% del persone invitate
si presenta agli incontri. |
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Lui,
Hyka Perparim, trent´anni anni cittadino albanese, residente in
città in vicolo Tintori, è finito in manette ed è
stato rinchiuso nella casa circondariale cittadina, a disposizione del
magistrato, con l´accusa di lesioni gravi.
Lei, la sua giovane convivente, dopo essere stata ricoverata in ospedale e sottoposta ad accertamenti, ancora venerdì sera è stata portata in sala operatoria ed ha subito un delicato intervento chirurgico ad un occhio. La donna non versa in gravi condizioni, ma quello che più preoccupa è la prognosi, per ora riservata, relativa al pieno recupero della vista. Si è concluso così, in maniera movimentata e drammatica, l´ennesimo episodio di ordinaria violenza dell´albanese nei confronti della sua compagna, che ha alle spalle un divorzio. Un pestaggio bestiale avvenuto in pieno centro città, nella frequentata piazza Nazario Sauro, venerdì sera poco dopo l´imbrunire. Alcuni passanti hanno notato un uomo picchiare con una furia inaudita una donna, colpendola selvaggiamente con ripetuti pugni e schiaffi in pieno viso. Subito hanno segnalato telefonicamente l´episodio al centralino del commissariato cittadino. Sul posto sono arrivate in pochi attimi due pantere della Volante della polizia di stato. Mentre veniva richiesto l´intervento di una autoambulanza di Trentino Emergenza, gli agenti faticavano non poco ad avere ragione dell´energumeno, reso ancora più irascibile e violento dagli effetti dell´alcol. Gli uomini del 118 hanno soccorso la donna, che aveva il volto sanguinante e tumefatto, e l´hanno accompagnata al pronto soccorso per le prime cure. Qui i sanitari si sono subito resi conto della gravità delle ferite riportate ad un occhio ed hanno chiesto la consulenza specialistica di un oculista che ha ritenuto indifferibile un intervento chirurgico nel tentativo di salvare l´occhio colpito con violenza dai colpi sferrati dal convivente. Nel frattempo Hyka Perparim veniva trasferito al commissariato di pubblica sicurezza e poco dopo entrava in carcere con una grave accusa sulle spalle. Gli agenti, che hanno sentito anche l´ex marito della donna, residente in Vallarsa, nel corso di successive indagini hanno accertato che non è la prima volta che l´albanese, specie quando è in preda ai fumi dell´alcol, picchia e maltratta la convivente che, fino all´episodio dell´altra sera, ha sempre subito le violenze dentro casa senza ribellarsi e denunciare l´uomo. Fino al pestaggio pubblico dell´altra sera. |
L’ARENA
di Verona |
Cocaina,
ecstasy e anfetamine; ma anche eroina e cannabinoidi: Raffaele Ceravolo,
direttore del dipartimento delle dipendenze dell’Ulss 22, conferma
la situazione critica della zona del Garda, in particolare di Peschiera
e basso lago, in termini di uso di sostanze stupefacenti e in un’età
sempre più bassa.
«Nel triennio 1996-1998 dalla Prefettura ci sono stati segnalati 546 casi, di cui 260 solo dal lago; una tendenza che continua a trovare conferma», dice Ceravolo. «L’uso della cocaina si sta diffondendo a macchia d’olio: costa poco e non dà dipendenza fisica, come invece l’eroina, per cui non si pensa ai danni che fa. L’eroina resta come piattaforma, ma prima o poi tornerà ad essere usata per sedare gli effetti eccitanti di cocaina, ecstasy e anfetamine assunti per il desiderio di adeguarsi ai ritmi della vita o alle regole di appartenenza al gruppo». L’età media in cui si inizia far uso di droghe è oggi quella della scuola media inferiore. «Il vero nucleo di passaggio resta, però, quello tra medie e superiori. Si inizia per mancanza di autostima e di modelli di riferimento alternativi: in fin dei conti i genitori spesso prendono pillole per superare il dolore o altri stati debilitanti. E in generale manca la conoscenza tra genitori e figli». Alle droghe si associa spesso l’alcool e anche in questo caso la giovane età dei consumatori potrebbe influire sul dato regionale: da un punto di vista complessivo, il Veneto presenta un incremento, rispetto alla media nazionale, di persone assistite per alcooldipendenza; in questo contesto, proprio l’Ulss di Bussolengo si colloca al secondo posto, dopo Treviso, per l’assistenza a persone che abusano di birra. «La commistione di stupefacenti e alcol richiede una risposta articolata; cerchiamo di fornirla attraverso il dipartimento e i suoi servizi: dalla rete alcologica alla consulenza ai genitori che chiedono consiglio e, ovviamente, con la presa in carico dei tossicodipendenti». E sul fronte dell’informazione l’Ulss 22 ha scelto di giocare la carta del sorriso. «Nelle scuole e nelle aziende che hanno aderito, abbiamo messo manifesti che veicolano il messaggio attraverso situazioni e slogan comici; abbiamo distribuito anche tremila schede per conoscere reazioni e commenti di chi li legge; l’obiettivo è riuscire ad essere sempre più efficaci nella sensibilizzazione a questo problema». (g.b.). |
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Al
volante alticci. Il venerdì sera è quello che prelude al
weekend, per chi il sabato e la domenica è libero. E spesso l’idea
di non andare a lavorare il giorno dopo fa rompere le regole anche a chi
solitamente le ha. Ecco perché la polizia stradale di Verona l’altra
notte ha organizzato una serie di controlli: per evitare che gente ubriaca
si mettesse poi al volante, mettendo in pericolo la propria vita, ma anche
quella degli altri con comportamenti poco corretti.
Il servizio, cui ha partecipato anche comandante Daniele Giocondi, si è svolto lungo l’asse «caldo» della strada regionale 11, tra i comuni di Bussolengo e Peschiera. La polstrada di Verona Sud è stata invece impegnata nei pressi del casello autostradale di Desenzano, che resta una delle cittadine del lago più gettonate nei fine settimana. La polizia stradale è stata affiancata da un’ambulanza della Croce Rossa che ha fornito un valido supporto per l’accertamento della guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Sono stati impegnate sette pattuglie dotate di ufficio mobile, telelaser, etilometro e pronto intervento per gli incidenti stradali. Sono stati controllati con etilometro 40 conducenti e sono state ritirate 15 patenti per guida in stato d’ebbrezza alcolica. Gli agenti hanno inoltre contestato violazioni legate all’eccesso di velocità e al mancato uso delle cinture di sicurezza. Il tasso etilico di chi era al volante è andato da un minimo di 0.57 di alcol nel sangue a un massimo di 1.85. Eppure da sempre la polizia stradale raccomanda di non mettersi al volante se si è bevuto. Gli stessi gestori di discoteche avevano aderito l’iniziativa di offrire l’ingresso a chi nel gruppo avrebbe evitato di bere la sera per poi guidare l’auto verso il rientro. Consigli che spesso vengono disattesi, non rendendosi conto che alle volte anche se si ha l’impressione di essere sobri si hanno i riflessi rallentati, le reazioni non pronte, così come la non consapevolezza del pericolo. Il comandante Giocondi, alla polstrada veronese da alcuni mesi, punta molto sui risultati ottenuti con questo genere di controlli e infatti nel corso dell’intera nottata non si è registrato alcun incidente lungo l’intera arteria sottoposta a vigilanza per cui i servizi verranno messi in atto regolarmente, ma non a scadenza fissa proprio per evitare che possano essere elusi nelle varie arterie che attraversano la nostra provincia. |
IL
MESSAGGERO |
QUESTA
di oggi è la storia di un sacrificio, di un sacrificio lungo, silenzioso
e, come spesso accade, non riconosciuto. A scrivermi è Ilda, oggi
45enne, residente in una città del centro Italia, sposata ormai
da quasi 25 anni con Roberto, oggi 53enne, rappresentante di commercio.
Ho detto una storia di sacrificio e ho usato una parola fra le meno frequenti
nel linguaggio di oggi. Eppure Ilda, quando scelse di essere accanto a
Roberto, non intuiva davvero che si sarebbe avviata lungo una strada di
sacrificio e di sofferenza. Mi è arrivata questa e-mail: «Lei,
Signor Costanzo, da qualche anno la domenica mattina su “Il Messaggero”
(è il mio giornale, sono romana anche se vivo in un’altra regione)
racconta storie che parlano d’amore, dell’amore classico, di quello che
viene riconosciuto come Amore. In realtà esistono altri amori,
anche quelli che non comportano carezze, affettuosità, baci, abbracci
e sesso ma lacrime, sacrificio e dedizione. Dopo pochi anni che eravamo
sposati Roberto ed io, mi accorsi che mio marito aveva una inclinazione
al bere. Provai a domandarmi quale fosse il motivo che lo aveva lentamente
spinto verso l’alcol ma onestamente non ne trovai. Il lavoro andava bene,
i nostri rapporti pure e il figlio di 4 anni ci dava soddisfazioni e divertimento.
Ne parlai con Roberto, lui minimizzò ed io pensai di non essere
ossessiva ma di stare con gli occhi aperti. Purtroppo è sempre
così: chi beve, come chi coltiva altre trasgressioni, è
portato a negare, a nascondersi e, via via che prova un senso di vergogna
per quello che sta facendo e che in realtà non dovrebbe fare, si
sottrae agli amici e alla famiglia sempre più frequentemente. Si
nasconde, insomma, come faceva Roberto. Signor Costanzo, mi creda: sono
trascorsi otto anni e di questi gli ultimi tre sono stati terribili. Non
esito a dire che ho vissuto ininterrottamente umiliazioni, mortificazioni,
migliaia di bugie. Per non dire del lavoro continuamente perso in quanto
via via le ditte, per le quali Roberto era rappresentante di commercio,
disdicevano i contratti per la sua inaffidabilità. Non ci volle
tempo perché si ritrovasse senza lavoro. Di nostro figlio prese
ad occuparsi sua madre ed io con qualche difficoltà trovai un lavoretto
come commessa in un grande magazzino. Non rappresentava il massimo dei
miei desideri, non pensavo di fare quel lavoro ma lo ritenni una grazia
perché ci consentiva di vivere. Mi hanno raccontato che gli alcolisti
hanno una crisi più forte delle altre ed infatti Roberto andò
in coma diabetico, venne trasportato, ormai a rischio di vita, in ospedale
e si salvò per l’intuizione e la tempestività dei medici
del Pronto Soccorso. Quando si riprese, mio marito fece l’ennesimo giuramento
che tutto sarebbe tornato come prima e lui non avrebbe più bevuto
ma questa volta, incredibile, era vero. Infatti prese a frequentare una
associazione di Alcolisti Anonimi in città. Non finirò mai
di ringraziare i componenti del gruppo per come hanno dimostrato di aiutare
realmente Roberto». |
CORRIERE
ADRIATICO |
FANO
- Una festa un po’ troppo chiassosa che si è risolta con l’arresto
per il padrone di casa. E’ quello che è avvenuto nella notte
tra venerdì e sabato, in una via traversa tra Corso Matteotti e
Piazza Amiani, in pieno centro storico.
Un giovane inglese di 21 anni che vive e lavora a Fano aveva deciso di animare la serata del venerdì invitando alcuni amici nella propria casa, per una festa all’insegna di birra e musica. Peccato che i festeggiamenti si siano protratti fino a tarda notte svegliando tutto il vicinato. Intorno alle 3 di notte i residenti, stanchi della musica troppo alta, hanno deciso di chiedere l’intervento della polizia. Intanto uno di loro, un fanese di 30 anni, è sceso in strada per protestare direttamente con il padrone di casa. Il ragazzo si è presentato un po’ “alticcio” e fuori di sé aggredendo il malcapitato: ne è venuta fuori una colluttazione. E i due agenti della volante accorsi hanno fatto appena in tempo ad arrivare per evitare che la lite degenerasse in una vera e propria rissa. Infatti, il ventunenne inglese, in preda ai fumi dell’alcol, stava fronteggiando il ragazzo fanese, la cui sola colpa era stata quella di protestare per il troppo rumore. Gli agenti del commissariato di Fano hanno tentato di calmare il giovane, che al contrario ha dato in escandescenza inveendo contro gli uomini della polizia e aggredendoli fisicamente. Il ventunenne è stato così arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. I poveri agenti, nello scontro, hanno riportato diverse escoriazioni che si sono fatti medicare al pronto soccorso del Santa Croce. Per loro una prognosi di alcuni giorni. L’accaduto solleva ancora una volta il problema delle notti inquiete a Fano, caratterizzate da schiamazzi, episodi di teppismo e di microcriminalità, che sembrano aver subito un’impennata negli ultimi tempi. Per garantire la sicurezza notturna le forze dell’ordine sono chiamate a controlli più capillari sul territorio, specialmente nelle zone considerate più a rischio, nel tentativo di prevenire e reprimere eventuali reati. Proprio qualche notte fa gli uomini del commissariato di polizia avevano perlustrando di notte i quartieri di Sant’Orso, Vallato e San Lazzaro arrestando un clandestino sospettato di voler mettere a segno furti. |
IL
MATTINO (Benevento) |
Per
mesi ha violentato la moglie, legandola con una corda al termosifone di
casa e picchiandola brutalmente sotto gli occhi dei due figli minorenni.
Sulla vicenda la procura della repubblica di Avellino ha avviato un’inchiesta
che ha portato alla luce una storia drammatica, verificatosi a Parolise.
L’uomo, F. I., operaio di 52 anni, è stato denunciato per violenza
carnale, maltrattamenti in famiglia, percosse, lesioni e sequestro di
persona. Testimoni dell’agghiacciante storia i due figli minorenni della
coppia, di 16 e 17 anni, che hanno raccontato agli inquirenti ogni particolare.
Una vicenda torbida che è durata diversi mesi, e che ha visto la
donna al centro di morbose e violente attenzioni da parte del marito.
La signora veniva spesso e volentieri legata al collo con una corda e
lasciata per ore per terra accanto al termosifone. Con frequenza l’uomo,
in preda a veri e propri raptus, la malmenava fino a rendere neccessarie
le cure dei sanitari del pronto soccorso Moscati di Avellino. I medici
del nosocomio avellinese le hanno riscontrato lesioni e contusioni in
varie parti del corpo. L’hanno dimessa sempre con prognosi di almeno
venti giorni. Nella dettagliata denuncia si fa riferimento anche a diverse
occasioni in cui il marito, pur sapendo che la donna era astemia, la costringeva
ad ingerire grandi quantità di alcool e farmaci, per violentarla.
Una storia drammatica che, attraverso le meticolose indagini dell’ispettore
Claudio Nazzaro, ora può dirsi conclusa. La donna ed i figli, dopo
diversi tentativi, sono riusciti a scappare dalla casa di campagna di
Parolise e si sono rifuggiati in una località segreta, ponendo
fine all’incubo. La drammatica storia ore è al vaglio della magistratura,
che nelle prossime settimane potrebbe adottare dei provvedimenti giudiziari
nei confronti di F.I...
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