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Rassegna stampa alcol e guida del 18 novembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


KATAWEB NEWS

Roma, 18 novembre 2005 

ISTAT: AUMENTA CONSUMO ALCOLICI FUORI PASTO (+4,9%) (*)

 

Aumenta in Italia il consumo di alcolici fuori pasto, passando dal 20,9% del 2000 al 25,8% registrato nel 2003. Tale abitudine e’ piu’ diffusa tra gli uomini (il 38% rispetto al 14,3% delle donne) e in particolare tra i giovani (circa il 47% degli uomini tra i 20 e i 34 anni). Lo dice l’Istat, a proposito di stili di vita e condizioni di salute, dati riferiti al 2003. L’abitudine a bere alcolici fuori pasto e’ piu’ diffusa nel Nord (il 37% nel Nord-est e il 30,2% nel Nord-ovest) e nei comuni piu’ piccoli (il 31,7% nei comuni fino a 2mila abitanti). Il 71,5% di chi beve fuori pasto lo fa occasionalmente (meno di una volta a settimana). Il 30,9% delle persone di 14 anni o oltre beve almeno qualche volta l’anno aperitivi alcolici; il 29,7% preferisce amari e il 25,8% consuma liquori. Anche questo tipo di bevande e’ sensibilmente piu’ diffuso tra gli uomini: hanno l’abitudine di consumare amari il 44,6% degli uomini contro il 15,7% delle donne; mentre i valori relativi al consumo di aperitivi alcolici e liquori sono rispettivamente il 43,8% e il 38,9% per gli uomini contro il 18,9% e il 13,5% per le donne. Una quota minoritaria della popolazione (470 mila persone di 14 anni e piu’) consuma aperitivi alcolici, amari o liquori ogni giorno. (AGI)

 

(*) Nota: nonostante l’aumento del consumo di alcolici fuori tasto il consumo complessivo di alcol è in costante calo.

Se si considera l’enorme e assillante promozione, soprattutto al vino, c’è da stupirsi di come non si beva di più.

Ci si chiede spesso cosa induca le persone a bere, sarebbe altrettanto interessante chiedersi perché la maggior parte non beve.

Culturalmente siamo così abituati a considerare la sobrietà come una rinuncia che il piacere del non bere non viene mai considerato.

YAHOO NOTIZIE

Più di 2 milioni di morti per tumore ogni anno potrebbero essere evitate 

A cura de Il Pensiero Scientifico Editore

 

Dei 7 milioni di decessi per tumore nel mondo avvenuti in un anno, 2,43 milioni sono causati da 9 fattori di rischio potenzialmente modificabili: lo rivela uno studio pubblicato dalla prestigiosa rivista Lancet.

 

Numerosi studi precedenti hanno quantificato gli effetti dei fattori di rischio sull’incidenza e sulla mortalità dei tumori: ma molto spesso si trattava di studi ristretti ad un unico fattore di rischio, o ad un unico tipo di tumore, o a una specifica popolazione di pazienti. I ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston guidati da Majid Ezzati hanno quantificato la mortalità globale e regionale per tumore attribuibile a 9 precisi fattori di rischio, utilizzando metodi comparativi. I dati sono stati dedotti dalle pubblicazioni scientifiche e da fonti governative.

 

Sovrappeso e obesità, scarso consumo di frutta e verdura, inattività fisica, fumo, alcol, sesso non sicuro, inquinamento atmosferico, fumo di legna da ardere e iniezioni contaminate causano tutti insieme oltre il 35 per cento dei tumori nel mondo. Fumo, alcol e scarso consumo di frutta e verdura sono i principali fattori di rischio per morte da tumore nei Paesi in via di sviluppo, mentre fumo, alcol, sovrappeso e obesità sono i principali fattori di rischio nei Paesi industrializzati.

 

Spiega Ezzati: “La prevenzione primaria mediante cambiamenti dello stile di vita e interventi ambientali rimane la strada principale per ridurre il peso dei decessi da tumore nel mondo. La riduzione dei fattori di rischio comportamentali e ambientali che si otterrebbe rendendo effettiva questa strategia di prevenzione permetterebbe di evitare una enorme quantità di decessi per tumore”.

 

Fonte: Ezzati M, Vander Hoorn S, Lopez AD et al. Causes of cancer in the world: comparative risk assessment of nine behavioural and environmental risk factors. The Lancet 2005; 366:1784-93. DOI:10.1016/S0140-6736(05)67725-2.

LA PROVINCIA DI SONDRIO

Ai primi di dicembre partirà un ciclo di incontri con i medici di base curato dall’Acat Alcol e malattie: conoscerli può aiutare

Informare in modo chiaro ed efficace per diffondere la consapevolezza dei pericoli per la salute legati al consumo di alcol e aiutare tutti, soprattutto i giovani, ad evitare comportamenti a rischio. E’ uno degli obiettivi dell’azione dell’Acat, l’Associazione dei club degli alcolisti in trattamento, che anche in provincia di Sondrio promuove – a fianco dell’attività di sostegno alle persone che lottano contro l’alcolismo e alle loro famiglie – progetti di sensibilizzazione e prevenzione dell’abuso di alcol. Ai primi di dicembre partirà un ciclo di incontri con i medici di base per approfondire il tema delle malattie alcol-correlate, nei loro diversi aspetti, ma per i prossimi mesi l’associazione sta preparando anche una serie di conferenze rivolte a tutta la popolazione. Un’attività fondamentale per la prevenzione, sottolineano dall’associazione citando una relazione del professor Pierpaolo Vescovi, del Centro di algologia dell’Università di Parma: «E’ necessario che ognuno abbia le idee chiare attorno al “bere” – si legge nell’intervento di Vescovi – e assuma una posizione chiara rispetto all’uso delle bevande alcoliche. Questo vale soprattutto per i giovani, perché essendo la cultura alcolica radicata nella nostra società è indispensabile un cambiamento culturale in un breve periodo di tempo. Per indurre uno stile di vita nuovo è indispensabile una corretta informazione e un’incisiva azione educativa». «E un vero esame preventivo deve essere rivolto alla vera fascia di rischio dei bevitori moderati - continua l’intervento del prof. Vescovi -, ben sapendo che questo gruppo rappresenta un modello di comportamento largamente sostenuto dalla società ed accettato dalla classe medica. Ma l’alcol è una sostanza tossica, psicoattiva che sviluppa tolleranza e dipendenza e non può quindi essere scientificamente accettata la distinzione fra uso e abuso». Temi che saranno al centro delle conferenze dei prossimi mesi per iniziativa dell’associazione: nel frattempo, chi volesse saperne di più sulle attività dell’Acat può contattare i referenti dei vari club dislocati sul territorio di Valtellina e Valchiavenna. L’associazione è infatti decisamente presente e copre capillarmente tutta la provincia attraverso i suoi dieci centri: Chiavenna (335.8025567), Verceia, Gordona (0343.49365), Morbegno (0342.210057), Traona (0342.652272), Tirano (340.340599) e i quattro di Sondrio (telefono 328.7555256, 0342.210319, 349.1309160, 0342.217281).

LA PROVINCIA DI CREMONA

Rivolta. Vincitori di un concorso sulla sicurezza promosso dalla Provincia
Premio per tre studenti

 

RIVOLTA — Ci sono anche tre alunni della scuola media ‘Birago‘ tra i cinquanta studenti della provincia di Cremona che domani saranno premiati a Cà de’ Somenzi quali vincitori del concorso ‘Una vignetta per la sicurezza’, promosso dalla polizia locale di Cremona nell’ambito del Salone dello Studente 2005. Sono Pierluigi Bettera, Lorenzo Serra e Nicolò Scheggia, tutti della terza A. «I ragazzi delle tre classi terze della Birago -ha spiegato Nico De Sanctis, insegnante di educazione artistica, che ha coordinato il lavoro- hanno partecipato al concorso con un elaborato sulla sicurezza stradale che consisteva in un disegno unico o in un fumetto». Pierluigi Bettera ha optato per un fumetto, rappresentando il cowboy Lucky Luke che ricorda all’indiano che lo ha appena superato che per una simile manovra occorre mettere la freccia. Nicolò Scheggia ha invece rappresentato una situazione per fermarsi ai semafori rossi: protagonisti un uomo che dice di odiare chi transita con il rosso mentre dietro di lui passa un altro uomo, con in mano una bottiglia di vino rosso. Lorenzo Serra ha scelto come soggetto del suo lavoro una lumaca che, osservando un cartello che limita la velocità ai 50 chilometri l’ora, esclama: «Magari ci riuscissi!»

TGCOM

 Minori poveri, Italia prima in Ue

Ci sono 1,7 milioni di minore indigente

 

L’Italia detiene il record negativo in Europa per povertà infantile, con 1,7 milioni di minori indigenti nel paese, pari al 16,6% di tutta la giovane popolazione italiana. Il dato emerge nel "Rapporto Nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza" di Eurispes e Telefono Azzurro. Una povertà che cresce in modo esponenziale: negli ultimi 10 anni, del 2,6%.

Altra nota dolente del rapporto, i casi di scomparsa di minori, attualmente 600. Sessantasette solo nei primi 4 mesi del 2005. Cifre preoccupanti anche quelle relative alla prostituzione minorile, che riguarderebbe il 5% delle circa 13mila persone coinvolte, e all’accattonaggio infantile, che coinvolgerebbe almeno 50mila bimbi fra i 2 e i 12 anni. Tra le emergenze, infine, quella del consumo di alcol, al primo posto tra le sostanze stupefacenti usate tra i 15 e i 19 anni, e il bullismo. Più del 20% dei minori subisce minacce da coetanei o ragazzi più grandi

IL GAZZETTINO (Vicenza)

L’INDAGINE

Ai maschi la scuola piace poco, le femmine sono più stressate

 

(M.C.)L’indagine veneta condotta dalla Regione di concerto con la Direzione scolastica regionale, evidenzia chiaramente la diversità tra i comportamenti dei maschi e delle femmine. Gli oltre seimila questionari somministrati sono divisi in quattro aree tematiche: Scuola (stress, ore di studio, bullismo, ecc), Risorse individuali sociali (percezione di sé, dei pari, del quartiere, della famiglia), Comportamenti legali alla salute (fumo, alcool, socialità), Stato di salute e benessere (percezione della salute, sintomi psicofisici, soddisfazione). «Indipendentemente dall’età - spiega Massimo Santinello, docente di Psicologia di Comunità all’Università di Padova - ai ragazzi la scuola piace meno che alle ragazze, anche se le femmine sono più stressate, ma anche più soddisfatte. I ragazzi sembrano sicuri di sé, mentre le ragazze appaiono più fragili ed insicure. Gli amici rappresentano per entrambi una risorsa importante ed i genitori una risorsa in declino. Un approccio precoce ad alcool e fumo è tipico dei maschi, ma crescendo imparano le differenze sull’uso di queste sostanze. (*) L’approccio alla socialità non presenta differenze di genere rilevanti. In adolescenza i ragazzi sentono di stare fisicamente bene, ma sono sempre meno appagati dalla loro vita. Nelle ragazze l’insoddisfazione è accompagnata dall’aumento di sintomi di malessere».

 

(*) Nota: essendo l’alcol ed il fumo sostanze che possono indurre dipendenza, non tutti ne faranno un uso moderato. Accettare, o peggio ancora favorire, come nel caso del vino, l’uso moderato significa accettare (e favorire) che una parte delle persone abbia problemi con l’alcol.

CORRIERE ARDIATICO

In dotazione ai vigili urbani
Un etilometro contro le stragi

 

FALCONARA - Molto presto la Polizia Municipale avrà in dotazione un etilometro professionale ed alcuni etilometri tascabili. “In considerazione del fenomeno sempre crescente di quella piaga sociale che è l’alcoolismo, sia tra i giovani che tra gli adulti, dell’aumento delle statistiche sull’incidentalità stradale causata da guida in stato di ebbrezza e delle conseguenze di comportamenti a rischio – spiegano in Comune – il Comando di Polizia Municipale, è deciso ad intervenire in tal senso attraverso azioni specifiche”. Le misurazioni con l’etilometro verranno effettuate presso discoteche o all’interno dei locali di divertimento disponibili ad accogliere questa iniziativa di sensibilizzazione, per verificare il tasso alcolico presente nel sangue in modo naturale e non invasivo, e di conseguenza la propria idoneità o meno alla guida. Inoltre, verranno effettuati controlli veicolari in orari particolarmente critici al fine di prevenire le “stragi del sabato sera” e contemporaneamente sarà diffuso materiale informativo sul tema alcool e guida, in particolare nelle scuole dove il Comando sta portando avanti con successo da anni un’avviatissima campagna di educazione stradale e diffusione dei cosiddetti etilometri tascabili che , senza pregiudicare l’integrità fisica, forniscono l’immediata valutazione del tasso alcoolico. “Il Comando di Polizia Municipale – informa una nota – continua dunque a muoversi lungo il versante della sicurezza con l’obiettivo di estendere sempre più la rete di monitoraggio sul territorio a salvaguardia della sicurezza dei cittadini. Alla polizia municipale inoltre, per decisione della giunta, verranno assegnati quattro nuovi autoveicoli, cioè due due Fiat Punto bipower e due due Fiat Idea a trazione diesel. I quattro autoveicoli, il cui uso si rende necessario per venire incontro alle esigenze della cittadinanza e per espletare i compiti istituzionali previsti dalle normative vigenti, saranno acquistati, previo ricorso alla gara d’appalto tra i vari fornitori specializzati del settore, entro la fine del 2005.

MARINA MINELLI

IL MESSAGGERO

Un cameriere ha tentato di calmare gli animi ed è stato picchiato A terra, un tappeto di vetri infranti 

di LUCA LIPPERA


Non era sabato e neppure venerdì. Non c’era la folla ormai consueta e il selciato non era disseminato di bottiglie di birra vuote. Ma Campo de’ Fiori, a dispetto di tutto e di tutti, è riuscita a vivere un’altra serata delle sue. Un gruppo di giovani italiani e uno di giovani americani, nella notte tra mercoledì e ieri, si sono affrontati, inseguiti e picchiati intorno alla statua di Giordano Bruno in una maxi-rissa da saloon . Questioni di donne, pare. I carabinieri sono arrivati in forze. Nove persone sono state denunciate. Una è finita in ospedale al Santo Spirito.
La scazzottata è cominciata, dopo un breve scambio di insulti, intorno alle due e mezzo del mattino. Secondo la ricostruzione degli uomini del Nucleo Radiomobile dell’Arma, da un gruppo di sei italiani, tutti tra i venti e i trent’anni, quasi tutti studenti universitari, è partito «un pesante apprezzamento» verso due ragazze americane che passeggiavano con tre amici. Il tasso alcolico, da una parte e dell’altra, doveva essere alto. Tanto che dalle parole, nel giro di qualche secondo, si è subito passati ai fatti.
«Calci, pugni, se le davano in ogni modo ha raccontato un testimone ai carabinieri Urlavano come ossessi. Per acchiapparsi, si prendevano per le camicie e per i maglioni. Erano tutti “strappati”. Sembravano impazziti». La Sala Operativa del “112” ha cominciato a ricevere decine di telefonate. I residenti della zona, che ogni fine settimana sono messi a dura prova, con centinaia di giovani che affollano Campo de’ Fiori, fino all’alba, hanno il dente avvelenato. «Correte “imploravano” gli abitanti hanno ricominciato pure stasera».
Il cameriere di uno dei locali ha cercato di calmare gli animi e le ha prese pure lui. Quando i carabinieri sono arrivati, i contendenti cominciavano a dividersi, qualcuno a terra, altri con il sangue dal naso, uno (italiano) con una grossa ferita alla testa. «Il fatto di non averli sorpresi in flagranza spiegano gli uomini dell’Arma ci ha impedito di far scattare gli arresti. Ci siamo dovuti limitare a denunciarli tutti per rissa aggravata».
Il ferito più grave è stato messo su un’ambulanza e portato al Pronto Soccorso del Santo Spirito. Il giovane ha detto di essere stato colpito da uno degli americani. I carabinieri stanno cercando di capire esattamente da chi, perché contro di lui potrebbe scattare una seconda denuncia, questa volta per lesioni personali. I tre statunitensi, due californiani e un newyorchese, 20, 21 e 23 anni, sono anche loro studenti universitari e stanno seguendo in Italia un corso di specializzazione in una scuola ad alto livello.
«Quando li abbiamo portati in caserma aggiungono i militari del Nucleo Radiomobile è emerso con chiarezza che si trattava di persone con un certo livello di istruzione. Hanno ammesso, gli uni e gli altri, di aver bevuto più di un bicchiere e che questo, forse, aveva contribuito a far degenerare la discussione». Il giovane ferito è stato ricoverato nel reparto Osservazione del Santo Spirito. «La verità dice il gestore di uno dei locali sulla piazza è che non c’è molto da fare. Risse come questa possono capitare ovunque. Il posto è bello, alla gente piace, i giovani ne vanno pazzi. Capisco chi si lamenta. Ma, in tutti questi episodi, c’è qualcosa di imponderabile e trovare un rimedio diventa molto, molto difficile».

IL MESSAGGERO

«Le notti trasgressive? Lasciamo che i giovani facciano i giovani» 

 

«Non bisogna meravigliarsi più di tanto di quello che succede. Prima la gente si ritrovava intorno a un tavolo in via Veneto ed era contenta così. Ora ha bisogno di andare in giro e fare chiasso. Sono cambiati i tempi, è cambiato tutto...». Quella che conosce Pietro Garinei, 86 anni, autore, regista, fondatore e anima del Teatro Sistina, è un’altra Campo de’ Fiori: niente risse, niente notti “selvagge”, soltanto un mercato e la statua di un filosofo, Giordano Bruno, che domina la scena. «Se devo essere sincero racconta ci andavo poco anche da giovane. Però, è vero, tempo fa scelsi la piazza come sfondo nel musical ”Se il tempo fosse un gambero”. Una storia ambientata nel 1925, in un mondo completamente diverso. In quella Campo de’ Fiori c’erano soltanto venditori di verdura e persone che passeggiavano senza dare in escandescenze. La sera non c’era tutta questa ansia di fare festa. La vita della zona si limitava al mercato mattutino».
Adesso no. Campo de’ Fiori, cresciuta intorno alla statua di Giordano Bruno, messo al rogo nella piazza il 17 febbraio del 1600 per mano della Santa Inquisizione, vive soprattutto di notte: centinaia di giovani da tutta Roma e anche dall’estero, grandi bevute e, con il tasso alcolico che aumenta al passar delle ore, le risse sempre più frequenti. C’è anche “vaiolance”, un gioco che, secondo le continue denunce dei residenti, è tutto un programma: gruppi di ragazzi corrono dietro a un pallone da una parte all’altra della piazza, anche sui tavoli dei bar, fin dentro i locali, in una specie di crescendo di eccitazione. Ma Garinei invita a non fare drammi. «È vero ripete quella di allora era un’altra Campo de’ Fiori. Ma in fondo, ora, cosa succede? Ci sono dei giovani che hanno voglia di divertirsi. Lasciamoli essere giovani e lasciamo che si divertano. È la cosa più sensata».
L. Lip.

IL MESSAGGERO

Lobefaro: «Via le bottiglie» Serra: «Misura eccessiva» 

Da una parte un appello a “stringere i freni”, dall’altra un invito alla ragione. L’ennesima rissa a Campo de’ Fiori provoca, per una volta, reazioni diametralmente opposte. Giuseppe Lobefaro, presidente del I Municipio, ha chiesto ieri al Prefetto di Roma, Achille Serra, di «vietare subito la vendita di bevande alcoliche in bottiglia» intorno alla piazza. Lobefaro è convinto, evidentemente, che un provvedimento del genere riesca a ridurre la temperatura di un “vulcano” sempre pronto all’eruzione. Ma Serra, che ha una lunghissima esperienza nei gradi più alti della Polizia, nell’occasione specifica non condivide. «Questa volta osserva c’è stata una banalissima rissa come ne accadono ogni notte in tutte le città del mondo. Non possiamo metterci a vietare tutto soltanto perché qualcuno ha detto qualcosa alla ragazza di un altro e ne è venuta fuori una colluttazione. Non avrebbe senso e sarebbe una misura spropositata». (*)
Lobefaro, a sostegno della sua proposta, rammenta in un comunicato il contenuto dell’ultimo incontro avuto in Prefettura, a Palazzo Valentini, sulla questione Campo de’ Fiori. «La riunione si è tenuta venerdì scorso ricorda il presidente del I Municipio (Centro Storico) Si era deciso che se le intemperanze fossero continuate, sarebbe stata nuovamente emanata l’ordinanza che vieta le bottiglie di vetro. Si dia seguito, quindi, a quella volontà. Ormai chiaro che non basta solo rafforzare la presenza delle forze dell’ordine, cosa che sta avvenendo puntualmente, in una piazza dove si manifesta un disagio giovanile che ripropone le stesse logiche delle bande da stadio».
Ma il Prefetto invita alla calma. «Qualche sera dice al Portuense c’è stata una rissa in tutto analoga a quella di cui stiamo parlando. Non mi pare che ci sia spinti a chiedere divieti e provvedimenti. Se a Campo de’ Fiori ci saranno altri episodi legati alle “intemperanze” che da tempo si ripetono nel fine settimana, allora daremo corso all’ordinanza. Farlo ora sarebbe sproporzionato rispetto a quello che è successo».
L. Lip.

 

(*) Nota: è chiaro che una misura di pubblica sicurezza non va presa sull’onda dell’emozione di un singolo evento, ma se consideriamo gli alcolici un rischio, la cui caratteristica è proprio la perdita di controllo, accettarlo significa accettare anche conseguenze peggiori.

Al ristoratore dell’articolo successivo, ad esempio, è andata peggio.

CORRIERE ROMAGNA

 Ha massacrato mio marito

 

RIMINI - Per Tommaso Vara, 72 anni, la vita si è fermata nel tardo pomeriggio dello scorso 16 luglio, quando un energumeno, ubriaco, lo ha ridotto in fin di vita a pugni, calci per poi sbattendogli il capo contro il marciapiede. Ristoratore “colpevole” di aver invitato l’aggressore ad alzarsi da tavola perché non gli avrebbe servito più birra. Quel giorno è calata per sempre anche la saracinesca sulla “Gastronomia del buongustaio” rosticceria di via Lucio Lando che gestiva con la moglie Angela Giambistone e una dipendente, le due donne che a fatica riuscirono a strapparlo dalla furia del 38enne lodigiano Lorenzo Boselli. Ieri la consorte del 72enne costretto da quando è uscito dalla Neurochirurgia del Bufalini a vivere a letto o su una sedia a rotelle, assistito 24 ore su 24, è stata chiamata a riconoscere ufficialmente davanti al Gip Giacomo Gasparini quel mostro che ha ridotto in fin di vita il marito. Lorenzo Boselli - tutt’ora detenuto - è stato riconosciuto in un confronto all’americana in mezzo ad altri quattro “sospetti”. La signora, anch’essa parte lesa - fu lei ad invitarlo ad andarsene, venendo colpita per prima riportando 7 giorni di prognosi - non ha avuto alcuna esitazione nel puntargli addosso l’indici accusatore. la palla è quindi passata al giudice Giacomo Gasparini che ha conferito al dottor Giovanni Olivieri il compito di redigere una perizia da depositare entro il 19 dicembre prossimo. Tra i quesiti anche quello che potrebbe ulteriormente aggravare la posizione dell’imputato: deve dire se le lesioni riportate da Vara sono state procurate con modalità compatibili alla contestazione del tentato omicidio. Boselli, al momento, deve rispondere di lesioni volontarie gravissime. Quesiti importanti per gli avvocati di parte civile, Umberto De Gregorio e Andrea Mandolesi, alle prese con un imputato che, nonostante l’acclarata condizione della vittima, non ha ancora mostrato la benché minima volontà di voler risarcire il danno, anche simbolicamente.

CORRIERE ROMAGNA

Agente di scorta morto a Imola Via al processo

 

Forlì - Prime udienze a Imola per il processo a carico del 46enne che il 24 maggio 2003 uccise investendolo con un furgone, l’agente della Polizia stradale di Forlì Pierluigi Giovagnoli, 47 anni, che in moto stava scortando il Giro delle Pesche Nettarine per la tappa nella vallata del Santerno. I consulenti di parte al processo per quella tragica fine, per la quale un imolese di 46 anni è ora imputato per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza sono sfilati mercoledì in aula a Imola nella sezione distaccata di Tribunale. Il tasso alcolico nelle sue vene fu infatti allora quantificato dalle apposite analisi in oltre 300 milligrammi per litro contro lo 0,5 consentito dal codice della strada.La dinamica dell’incidente è stata ricostruita dunque con più precisione in aula mercoledì mattina davanti al giudice Sandro Pecorella. La moto dell’agente al momento dell’impatto si era spostato al centro della carreggiata per compiere le sue manovre di segnalazione, incrociando così il Daily che viaggiava in senso di marcia opposto. Il transito ai veicoli era infatti interdetto dalle apposite ordinanze prefettizie che imponevano il blocco del traffico per il passaggio dell’annuale gara ciclistica. Altri testimoni verranno sentiti nella prossima udienza del 30 novembre, mentre la sentenza è attesa per il 14 dicembre prossimo.

IL SECOLO XIX

In autostrada a fari spenti

Stava rientrando a casa alle 4 del mattino. Ritirata la patente e sequestrata l’auto
Giovane di Monterosso fermato dalla polizia stradale: era ubriaco

 

Proprio come cantava trent’anni fa Lucio Battisti: «guidare a fare spenti nella notte....». E per rendere ancora più emozionante la cosa perché non scegliere un’autostrada? No, il ventitreenne di Monterosso fermato la notte scorsa da una pattuglia della polizia stradale di Brugnato, non cercava di sfidare la morte era semplicemente stanco, forse un po’ assonnato e certamente ubriaco.
Ore tre e mezzo di giovedì la pattuglia della polizia stradale di Brugnato sta percorrendo l’autostrada in direzione Genova quando tra il casello di Brugnato e quello di Carrodano, sulla corsia nord, si trova davanti una Skoda che sta procedendo a luci spente. Superato il primo momento di imbarazzo la pantera della polizia accende il lampeggiante, sfanala alla vettura, l’affianca e con la paletta fuori dal finestrino il poliziotto intima al conducente della Skoda di fermarsi nella prima piazzola.
Poche centinaia di metri più in là gli agenti identificano il proprietario della Skoda: è un ventitreenne di Monterosso che sta facendo ritorno a casa. Ai poliziotti basta guardarlo e sentirgli pronunciare poche parole per capire che il ragazzo ha bevuto e neppure poco. Così mentre comincia la contestazione per la guida a fari spenti viene effettuata la prima prova per accertare il tasso di alcol nel sangue dell’automobilista fermato. Poi, passata una mezz’ora, la successiva verifica non ha lasciato margini di dubbio: il ragazzo aveva nel sangue un tasso alcolico di tre volte superiore al massimo consentito: uno e 63 con lo 0,50 tollerato. E così per il ventenne monterossino sono scattate multa, sequestro della patente e dell’auto e denuncia penale. R.Bon.

L’ARENA

Ubriaco al volante aggredisce i medici
Un automobilista prima prende a pugni e calci i sanitari, poi i carabinieri

 

I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile nel corso del servizio di perlustrazione, hanno tratto in arresto Beniamino Mezzavilla, nato a Tripoli, Libia, 47 anni, residente a Verona, in via Verdi, responsabile di resistenza a pubblico ufficiale e ubriachezza. Mezzavilla ha perduto il controllo della sua auto in via Argone, all’incrocio con via Rovereto, andando a collidere, dopo aver divelto un palo della segnaletica stradale, contro il muro di recinzione di abitazione. Immediatamente soccorso da personale medico del 118, anziché calmarsi e lasciarsi medicare, ha inveito contro il personale medico tanto da costringere i sanitari a richiedere l’intervento di carabinieri che giunti sul posto, sono stati aggrediti con pugni e calci venendo successivamente immobilizzato e quindi tratto in arresto. L’arrestato, nella mattinata di ieri, giudicato con rito direttissimo, è stato condannato dal tribunale di Verona a quattro mesi di reclusione con il beneficio della sospensione condizionale della pena. (…)

IL MATTINO

Donna suicida, Eurostar fermo 4 ore

 

«Esco, devo fare delle comprare», ha detto ai familiari Giuseppina Grieco, 46 anni. Poi ha attraversato il ponte ferroviario che collega San Cipriano d’Aversa con Casapesenna, è scesa per una stradina ripida e si è sdraiata sui binari della stazione di Albanova in attesa del primo treno. L’impatto è avvenuto alle 16.20 con l’Eurostar Milano-Napoli: il corpo è stato tranciato in due e trascinato per decine di metri. Impossibile per il macchinista frenare in tempo. La linea ferroviaria è rimasta bloccata per quattro ore. Sottoposta due anni fa a un delicato intervento chirurgico, la donna, sposata e tre figli, aveva cominciato a soffrire di disturbi che l’avevano portata nel tunnel dell’alcolismo. 

TELEREGGIO

Subito a processo

 

Processo a tempo di record per Said Tadaummant, il marocchino di 23 anni che il 25 ottobre scorso alla guida della sua auto si schiantò a Villa Sesso contro una cancellata, provocando la morte di tre connazionali che viaggiavano insieme a lui e il ferimento di una quarta persona.
Martedì prossimo il giovane comparirà di fronte al giudice. Il pm Luca Guerzoni ha chiesto infatti il procedimento per direttissima, senza passare per l’udienza preliminare. Lunga la scia di accuse nei suoi confronti: omicidio colposo plurimo, guida in stato di ebbrezza, eccesso di velocità, omissione di soccorso, falsità in scrittura privata e false generalità.
Il giovane, clandestino e senza patente, si trova agli arresti domiciliari. Il 1° novembre era stato anche aggredito nella sua abitazione da alcune persone.

L GAZZETTINO (Padova)

"La frequenza della disfuzione ...

"La frequenza della disfuzione erettile nei fumatori è più elevata del 20/30% rispetto a chi non accende la sigaretta. La nicotina si concentra nel liquido seminale e interferisce con i meccanismi di mobilità degli spermatozoi: alla lunga questo effetto negativo può dare ipofertilità, cioè ridotta capacità fertilizzante. L’abuso di alcol invece provoca un calo nel desiderio e nell’attività sessuale, oltre ad una ridotta produzione di testosterone". Lo evidenzia il professor Carlo Foresta, direttore del Centro di crioconservazione dei gameti che, insieme con l’assessore provinciale con delega al sociale e alla cultura Massimo Giorgetti, in collaborazione con l’Università, l’Azienda ospedaliera e l’Usl 16, manda al varo il "Progetto andrologico", un programma di informazione e prevenzione che coinvolgerà, nell’arco dei prossimi due anni, cinquemila studenti di scuola superiore. L’iniziativa prevede l’attuazione di screening gratuiti su base volontaria, riservati ai diciottenni frequentanti la quinta superiore degli istituti di città e provincia. A partire da gennaio uno staff di professionisti si recherà nelle scuole: per non lasciare i teen-agers orfani di quella che per la stragrande maggioranza di loro costituiva l’iniziale, timido ma strutturato avvicinamento alla conoscenza del proprio corpo (la visita di leva abolita insieme alla naja) ai giovani uomini sarà offerta la possibilità di effettuare un check-up e di aprire, grazie all’aiuto specialistico, un dialogo sulla sessualità. L’attenzione sarà puntata sulla profilassi e la cura delle disfunzioni dell’apparato genitale maschile, la sessualità di coppia, la diagnosi e la cura dell’infertilità dell’uomo partendo da un chiaro assunto: l’assenza di un’educazione specifica e l’abolizione dei celebri "tre giorni" mettono i futuri uomini in balia di crescere senza un’adeguata tutela della propria salute sessuale e riproduttiva. «Sulla base delle conoscenze in letteratura - spiega Foresta - ci aspettiamo di riscontrare anomalie del sistema riproduttivo in un ragazzo su tre, soprattutto casi di varicocele ma anche di ipotrofia testicolare e criptorchidismo».

F.Capp.

IL MATTINO (Salerno)

SVENTATO FURTO IN UN’ABITAZIONE

Ladro ubriaco si addormenta sul sofà

 

SIMONA CHIARIELLO Cava de’ Tirreni. Nota la porta aperta e crede che in casa ci siano i ladri, ma quando entra in salotto scopre il presunto ladro, un trentenne di origini russe, appisolato sul divano mentre sua moglie ignara dorme nella stanza da letto. È accaduto in un appartamento del centralissimo Corso Umberto I. Secondo la ricostruzione fornita dalla polizia di stato, l’uomo era in preda ai fiumi dell’alcool. Fermato dagli agenti, diretti dal vicequestore Sebastiano Coppola, il giovane extracomunitario è stato denunciato all’autorità giudiziaria per violazione di domicilio. È venuta a cadere, invece, l’accusa di tentato furto per la mancanza di elementi tali che potessero comprovare l’ipotesi del furto. La strana vicenda è accaduta nelle notti scorse in un antico civico del centro storico. A quanto si apprende dagli ambienti del commissariato, l’uomo era in stato di ebbrezza. Forse la ricerca di un tetto sotto cui dormire o l’intenzione di mettere a segno un colpo ha spinto il giovane all’interno del palazzo di Corso Umberto I. Caso ha voluto che la porta di ingresso di un appartamento fosse solo socchiusa. L’uomo ha approfittato della dimenticanza per intrufolarsi in casa. Dopo un primo giro di ispezione si è accomodato sul divano. È passato solo qualche attimo ed è caduto in ”letargo”. L’insolito siparietto si è consumato mentre la proprietaria era a letto, nella stanza accanto. A scoprire l’intruso è stato il marito, che una volta rientrato a casa ha visto uno sconosciuto dormire sul suo divano. L’uomo ha subito chiamato la polizia. Gli agenti sono intervenuti immediatamente. Hanno fermato il giovane russo, evitando che lo stesso potesse lasciarsi andare a reazioni spropositate. Accompagnato in commissariato è stato sottoposto agli accertamenti di rito. Il giovane è stato denunciato all’autorità giudiziaria.

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Sabato, 19 Novembre 2005

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