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Articoli 14/07/2004

Riduciamo i rischi: al volante in piena forma fisica

Riduciamo i rischi: al volante
in piena forma fisica

di Antonia Liaci*

Gli incidenti sono all’ordine del giorno nell’uso dei mezzi di trasporto, ed i dati statistici evidenziano che il trasporto su strada è purtroppo il più pericoloso e quello gravato dal maggior numero di incidenti mortali.
Da recenti analisi del fenomeno è emerso che gli errori umani sono la prima causa degli incidenti stradali; seguono, ma in percentuale notevolmente inferiore, le caratteristiche del veicolo e le condizioni del traffico e delle strade.
I fattori di rischio legati all’uomo sono correlati all’età, all’abilità ed ai comportamenti di guida, ed alle condizioni psico-fisiche: è bene, perciò, mettendosi al volante, osservare tutte quelle precauzioni che consentono di viaggiare in buona forma fisica, riducendo i rischi.

Le temperature elevate che accompagnano i lunghi spostamenti in auto nel periodo estivo possono provocare vertigini, mal di testa, astenia e sonnolenza per abbassamento della pressione arteriosa. Per evitare tutto questo è importante bere molto, reintegrando, così, i liquidi persi con la sudorazione, ed effettuare frequenti soste all’ombra. Se si utilizza il climatizzatore, è opportuno non abbassare la temperatura nell’abitacolo di più di 3-5 gradi rispetto alla temperatura esterna, per evitare l’insorgenza di dolori articolari e muscolari, dolori addominali con episodi dissenterici, mal di gola e sindromi da raffreddamento, causati dagli sbalzi termici.

Nell’affrontare un viaggio, è di fondamentale importanza non sopravvalutare mai la propria resistenza fisica; circa il 20% degli incidenti hanno come causa o concausa la sonnolenza, che può determinare veri e propri “colpi di sonno”, distrazioni e calo dei riflessi.
È necessario dormire almeno sei ore prima di mettersi alla guida, e porre estrema attenzione ai segni premonitori di stanchezza e sonnolenza, quali l’abbassamento frequente delle palpebre, frequenti sbadigli, bruciore agli occhi, accentuata distraibilità. Microsonni della durata di alcuni secondi consentono all’autovettura di percorrere diverse decine di metri senza alcun controllo. Le ore più pericolose sono quelle notturne e del primissimo mattino, quando l’orologio biologico è naturalmente predisposto al sonno, e le prime ore del pomeriggio. Gesti abituali, quali aprire il finestrino per prendere aria, aumentare il volume della radio, bere un caffè, muoversi un pò, non sono efficaci a ridurre il rischio. L’unico vero rimedio è fermarsi a dormire per almeno 15-20 minuti. I pasti abbondanti e l’assunzione di alcolici sono assolutamente da evitare, in particolare nell’affrontare un viaggio impegnativo. È opportuno fare pasti leggeri, evitando fritti e grassi, che richiedono una lunga digestione. Si consiglia una buona colazione con latte e caffè, biscotti o fette biscottate, pane, marmellata e succhi di frutta; a pranzo sono da preferire i carboidrati (pasta, riso) alle proteine, ma va bene anche solo un secondo piatto di pesce o di carne bianca, con un contorno, magari di verdure, e poco pane; può seguire un piccolo spuntino a metà pomeriggio, con biscotti o crackers, un caffè o un gelato. È importante bere molta acqua, per reidratare l’organismo con sali minerali; si può consumare anche caffè o tè, purchè in modica quantità, per non scatenare tachicardia, sudorazione, acidità gastrica.
L’alcool deprime, invece, il sistema nervoso, rallentando le risposte; riduce i riflessi, aumentando notevolmente i margini di errore nel percepire le distanze, nei tempi di frenata, nelle manovre; la capacità di guida risulta compromessa già ad una concentrazione nel sangue pari allo 0,5 ‰ (50 mg di alcool per decilitro di sangue). Bisogna fare attenzione anche all’assunzione di medicinali che possono rallentare i riflessi o causare sonnolenza, quali ansiolitici tranquillanti, antistaminici e anticinetosici, comunemente utilizzati contro le allergie o il mal d’auto, alcuni antinfiammatori, miorilassanti ed antispastici.
Il rischio legato al loro uso viene spesso sottovalutato, ma si è calcolato, ad esempio, che chi assume ansiolitici corre un rischio di incidenti stradali 5 volte maggiore rispetto a chi non li assume, e l’effetto è potenziato dal consumo di alcolici. L’uso di molti farmaci antidepressivi, antipsicotici, anticonvulsivanti, di insulina e ipoglicemizzanti è spesso incompatibile con la conduzione dei veicoli, e deve essere attentamente valutato nell’accertamento dell’idoneità alla guida. Gli antipertensivi, soprattutto all’inizio della terapia, possono causare improvvisa ipotensione, con vertigini e perdita di coscienza.
È noto, poi, che l’assunzione di droghe altera la percezione sensoriale della realtà, inducendo stati depressivi e allucinatori, e mettendo in serio pericolo guidatori e passeggeri. Le conseguenze di un incidente stradale possono irreparabilmente modificare la vita di una singola persona o di una famiglia; è, perciò, importante comprendere, prima che accada, la gravità di quello che potrebbe succedere solo per una disattenzione o un’imprudenza.
Considerarsi dei “superman” e sopravvalutare le proprie capacità ed energie a volte può costare la vita; ritardare un viaggio di qualche ora o cedere il volante a chi è in condizioni psico-fisiche migliori delle nostre può far conservare il sorriso sul volto di chi è intorno a noi.

* Medico Capo della Polizia di Stato
Ufficio Sanitario - Questura di Ragusa


di Antonia Liaci

da "Il Centauro" n.87
Mercoledì, 14 Luglio 2004
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