RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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BASILICANET.IT |
ROMA,
14 nov - L’Europa ricca e’ causa del suo male: i cattivi stili di
vita incidono infatti sulla spesa totale in misura abnorme, il 66,3%
secondo il rapporto 2005 sulla salute in Europa dell’Oms. Piu’ in
particolare, i fattori di rischio sono il fumo, l’alcol, l’ipertensione,
l’ipercolesterolemia, il sovrappeso, la scarsa assunzione di frutta
e verdura e il ridotto esercizio fisico, nell’insieme responsabili
dei due terzi dei costi sanitari, calcola l’organizzazione mondiale
della Sanita’. In termini di Daly (Disability-adjusted life-year,
l’indicatore che combina l’impatto complessivo sulla salute generale
di malattie, disabilita’ e mortalita’), riferisce il sito Epicentro
del Centro Nazionale per la Prevenzione e Sorveglianza (Cneps), le
cause principali dei costi sanitari nell’Oms Europa sono le malattie
non trasmissibili (77% del totale), incidenti e avvelenamenti (14%)
e le malattie infettive (9%). Inoltre, poverta’ e inaccessibilita’
ai servizi creano un ulteriore aumento dei costi in alcuni dei Paesi
membri dell’Europa orientale. Il 34% dei costi sanitari sono dovuti
a sette principali condizioni: le cardiopatie ischemiche, le malattie
psichiatriche (depressione, disturbi bipolari), le malattie cerebrovascolari,
l’abuso di alcol, le malattie respiratorie croniche, il cancro del
polmone e i problemi legati al traffico. L’attenzione delle istituzioni
sanitarie, secondo l’Oms, deve essere concentrata nel ridurre proprio
i fattori di rischio per prevenire gran parte delle malattie. Per
il resto rimane confermata la situazione che vede culle sempre piu’
vuote e sempre piu’ anziani. Si riducono la fertilita’ e i casi di
morte prematura. Dal 1990, l’aspettativa generale di vita e’ cresciuta
da 73,1 a 74 anni. Dal momento che nascono sempre meno bambini e che
la popolazione dei Paesi membri diventa sempre piu’ anziana, e’ necessario
attuare interventi adeguati non solo per ridurre l’incidenza delle
malattie infantili, ma anche per migliorarne la resistenza allo stress
e quindi la capacita’ di mantenersi in buona salute il piu’ a lungo
possibile. Il tasso di mortalita’ infantile nell’Oms Europa e’ di
102 ogni 100.000 e le cause di malattia e di mortalita’ piu’ frequenti
nei Paesi orientali sono le malattie respiratorie e le infezioni,
che invece hanno un’incidenza molto inferiore nei Paesi occidentali
(il che si traduce in un miglioramento dello stato di salute generale).
Infine, le malformazioni congenite sono una causa primaria di morte
sia fra i Paesi occidentali (11 casi su 100.000), sia fra quelli orientali
(18 su 100.000 nel gruppo B e 27 su 100.000 nel gruppo C). La poverta’,
e di conseguenza lo scarso sviluppo socioeconomico, e’ la principale
minaccia per la salute infantile. Precaria salute neonatale, ridotto
accesso alle cure, scarse condizioni igieniche, ma anche comportamenti
a rischio (dieta non equilibrata, inattivita’ fisica, abuso di fumo,
alcol e droghe in eta’ precoce) sono tutti fattori socioeconomici
che mettono a repentaglio la salute dei bambini di alcuni Paesi. BR. |
L’ADIGE |
PERGINE
– Sono da poco diventati sedici i club Acat (Associazione Club alcolisti
in trattamento) dell´Alta Valsugana che si sono ritrovati per il
19° interclub ieri mattina al Risto 3 di Costa di Vigalzano: crescono
di uno ogni anno dal 2000. Un dato confortante, perché da una parte
manifesta la solidarietà e il desiderio di cambiamento.
Dall´altra, però, evidenzia la consistenza del fenomeno alcolismo: sempre più persone entrano nella dipendenza da alcolici ad una età che si sta drammaticamente abbassando. «Ultimamente è in crescita il numero delle donne, anche giovani, che si rivolgono ai Club – dice Teresa Moltrer, operatrice del centro di alcologia del distretto sanitario Alta Valsugana – si abbassa l´età e cambia anche il tipo di persona che si rivolge a noi. Mi preoccupa questo avvicinarsi delle donne all´alcol». Più di 100 persone attualmente sono in trattamento presso i club. L´interclub è da anni una occasione per proporre una tematica su cui riflettere insieme: ieri il tema era l´armonia. «L´armonia è collaborazione, dare dopo aver ricevuto – ha esordito Pio Franchini uno dei “servitori” del club – significa entrare nel club per ritrovare la sintonia con se stessi, con la propria famiglia. Vuol dire ritrovare la voglia di svegliarsi la mattina per andare a lavorare: ritornare a vivere». I servitori sono una figura essenziale del gruppo di auto mutuo aiuto che si crea nei club, come ha sottolineato il presidente Acat Giuseppe Morelli, il cui mandato finisce quest´anno. Servitori possono diventare persone uscite dal dramma o anche familiari, o uomini e donne particolarmente sensibili al problema. Il cammino non è semplice: le ricadute sono dietro l´angolo, ma come ha messo in rilievo la testimonianza di una giovane donna: «Non bisogna essere ambigui: l´essenziale è la sincerità e l´accoglienza che si trova nel gruppo dopo ogni errore». La mattinata è stata dedicata appunto alle testimonianze, alcune anche forti, toccanti. «Guidavo l´auto ubriaco – ha raccontato un uomo di mezza età – quando lo facevo con mia moglie e i tre figli piccoli correvo come un matto. Loro avevano paura. Ma più mi chiedevano di andare piano più io spingevo sull´acceleratore. Non so chi ci abbia salvato da un incidente mortale. Ero intrattabile con tutti. Oggi sono tornato ad essere me stesso. Grazie al club» . Solo a Pergine ci sono sei club che hanno nomi di speranza: Aurora, Salvezza, Buona volontà, Amico, Gioia di vivere, Duemilauno. Quello appena nato deve essere ancora battezzato. In genere sono composti da un minimo di sette famiglie, ma possono arrivare anche a venti. Nel pomeriggio ci sono state le premiazioni per coloro che hanno raggiunto dei traguardi nel loro cammino di sobrietà, non solo riferita all´alcol ma anche allo stile di vita. Resta da interrogarsi su quali strade in Alta Valsugana si debbano percorrere per la prevenzione e ipotizzare una inversione di tendenza: di questo e altro si discuterà nel convegno «Alcol e comunità: da un problema di sicurezza alla promozione della salute», a Riva il 18 novembre. |
CORRIERE
ADRIATICO |
Proprio
nei giorni scorsi al congresso nazionale della società italiana
di alcologia, l’istituto superiore di sanità ha lanciato il suo
allarme: in Italia sta aumentando pericolosamente la diffusione dell’alcol,
ed in special modo nelle fasce più giovani. I dati diffusi dall’Istituto
superiore di sanità segnalano che l’Italia ha in Europa il record
dell’iniziazione all’uso di alcol: ragazzi di 11 e 12 anni rispetto
alla media europea che è di 14 anni. |
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ROMA
- Un morto su due è un ragazzo e sono più di ottocento
ogni anno. Sono le vittime del fine-settimana, quelle delle stragi del
venerdì e del sabato sera sulle strade. Le statistiche dell’Istat
e dell’Aci hanno persino individuato le ore e il giorno in cui
si muore di più: dalle 22 alle sei del mattino; il sabato notte
ha il primato con 166 croci nel 2004. |
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E’
una sfida, una gara di abilità: come quelle che hanno già
fatto, o che hanno visto disputare da altri ragazzi della loro età.
«Un fenomeno diffuso», dicono i carabinieri, «spesso
sfidano anche noi e non si fermano all’alt». La prova questa
sera per i tre amici è di lanciare l’auto a tutta velocità
sul rettilineo di via Pietro Frattini, al Portuense, e poi arrivati alla
fine del percorso, prima di curvare a sinistra, sfiorare il muretto che
si trova di fronte, con un testacoda all’ultimo momento. Ma questa
volta Marco Federico Ancona, 16 anni, e i suoi amici Francesco S. e Matteo
C. di 17, stanno correndo incontro alla morte. Il muretto non lo sfiorano,
lo prendono in pieno: è Francesco che guida, la macchina é
di Marco, ha rubato le chiavi alla madre e ha preso l’Opel di nascosto.
Marco è morto, Francesco è in coma, Matteo ha una prognosi
di trenta giorni.
I tre giovani, secondo una prima ricostruzione degli agenti della municipale, venerdì notte hanno sfiorato i 100 chilometri all’ora. «Partecipare a una gara di abilità, la sfida al limite, è per i giovani quasi sempre solo un passatempo», dice il maggiore dei carabinieri Luigi Grasso, alla guida del Nucleo radiomobile, «dietro questo fenomeno non c’è un’organizzazione come succede per le corse clandestine, ci troviamo di fronte a qualcosa di profondamente diverso. Niente scommesse e soldi in gioco, sfrecciare con lo scooter o con la macchina sono esibizioni di bravura che nascono spesso in modo estemporaneo». Giovani tra i 16 e i 23 anni che si divertono a correre sulle strade meno frequentate. Lì dove in teoria è meno pericoloso sfrecciare facendo acrobazie notturne alla guida di auto, moto o motorini. Le piste preferite sono la Palmiro Togliatti, il Portuense, la Casilina, la Prenestina, «stradoni che di notte sono poco trafficati, e dove quindi è più facile esibirsi». Corrono su macchine di grossa cilindrata, ma anche sugli scooter che hanno quasi sempre il motore truccato, «a loro basta anche poter spingere il mezzo a percorrere 20 chilometri in più all’ora», spiega il maggiore Grasso, «procurarsi e montare una marmitta diversa è facilissimo. Spesso non c’è neanche bisogno del meccanico di fiducia, si acquista il pezzo pure su internet e poi si modifica il motore, per le auto si usano le ruote più larghe e si lavora anche sui telai. Lavoretti facili da eseguire anche da soli, basta capirne di motori. Nell’ultimo mese abbiamo controllato decine di giovani che guidavano in modo spericolato, e il dato più evidente, ed anche più preoccupante che viene fuori dai controlli, è che la maggior parte di loro guidano in stato di ebbrezza. Quasi nessuno supera indenne la prova dell’etilometro». «Ricorrere alla prevenzione è fondamentale, la presenza delle nostre pattuglie soprattutto sulle strade ritenute a rischio è costante, usiamo sempre i lampeggianti per renderci visibili perché questo è sicuramente un deterrente. E poi ci sono gli autovelox, apperecchi che certamente inducono il guidatore a moderare la velocità». Acrobati sulle quattro ruote che sfidano la morte per gioco. «Una prova di abilità non è necessariamente programmata», dice il capo del radiomobile, «l’idea può nascere tra amici in una sera qualsiasi, meglio se è il fine settimana, all’uscita dal cinema o dalla pizzeria. Si prende la macchina o la moto e si raggiungono gli stradoni dove ci si può esibire e provare la potenza del motore. Sfidano il pericolo, e non solo. A volte la sfida è anche con le forze dell’ordine. E’ successo più volte che ci siamo ritrovati a dovere rincorrere un’auto o una moto perché il guidatore non si è fermato all’alt. In questi casi si pensa di avere a che fare con qualcuno che ha rubato il mezzo, o comunque ha qualcosa da nascondere. E invece poi ci si ritrova a raggiungere e a fermare un giovane che ha solo voluto sfidare le regole e la legalità» . |
IL
MESSAGGERO |
Lo
scorso 30 ottobre avrebbero ucciso a furia di percosse un loro connazionale
in Piazza San Giovanni della Salle, vicino piazza Irnerio. Ieri i Carabinieri
del Nucleo Operativo di via in Selci, a conclusione di una intensa attività
investigativa, hanno fermato due polacchi per omicidio volontario.
Il corpo senza vita della vittima, Dlugosz Sebastian, venne ritrovato la mattina del 30 ottobre scorso: era stato colpito a morte, probabilmente da un corpo contundente, nelle vicinanze di un supermercato dove l’uomo aveva trovato riparo. Le indagini, coordinate dal pm capitolino Emanuele Di Salvo, si sono immediatamente indirizzate su due polacchi, amici del defunto, che condividevano con lui il riparo. Per ricostruire le fasi dell’omicidio, i militari della prima Sezione del Nucleo Operativo hanno ascoltato tutti coloro che gravitavano in quella zona e che potevano fornire informazioni utili, tra questi ovviamente anche altri senza tetto che conoscevano e avevano visto, negli ultimi giorni, Dlugosz Sebastian ancora in vita. Ai carabinieri però i due fermati, L.M. di 35 anni, e K.H., di 39 anni, avevano dato una ricostruzione dei fatti «lacunosa e talvolta fantasiosa» asserendo di non poter essere precisi poichè consumatori di sostanze alcooliche. In particolare avevano detto di aver trascorso i due giorni antecedenti al ritrovamento del cadavere in un parco della capitale dormendo e bevendo vino insieme a due donne. Le indagini hanno permesso di accertare che Sebastian circa un mese prima di essere ucciso era stato picchiato da un suo connazionale nello stesso luogo dove venne trovato morto. |
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Botte,
sempre botte. Ogni volta che si ubriaca, picchia la moglie. Che alla terza
querela vede piombare i carabinieri in casa e scortare il marito in caserma,
dove l’operaio di Veroli viene denunciato per maltrattamenti in famiglia.
Ad avvertire i militari la figlia dodicenne della coppia, che dopo aver
fatto il 112 scappa di casa per evitare di essere picchiata dal patrigno.
Alla moglie, invece, va peggio: il marito, ubriaco e sdraiato sul letto
matrimoniale, dà in escandescenza e le rompe l’abat-jour in
testa, mandandola in ospedale. La donna scappa saltando dalla finestra
alta due metri, ma viene raggiunta e trascinata sulla ghiaia del cortile
di casa per i capelli.
L’ultima lite è scoppiata ieri poco prima delle 2. In piena notte, un operaio di Veroli di 33 anni torna a casa ubriaco e, secondo la ricostruzione dei carabinieri del capitano Ciro Piscopo, si sdraia sul letto insieme alla moglie. Le sue condizioni fisiche alterate gli fanno fare richieste ritenute insostenibili dalla consorte. Cosicché, dopo molta insistenza, perde la pazienza e picchia la donna con schiaffi e pugni sul viso. Poi afferra l’abat-jour del comodino e colpisce la moglie alla testa, provocandole una lacerazione. La donna grida, accorre la figlia di 12 anni (avuta da un precedente marito) che, spaventata, alza il telefono e chiede l’intervento degli uomini del maresciallo Giovanni Franzese. Poi fugge di casa. Intervengono anche i militari del nucleo radiomobile ed operativo di Alatri. La donna, intanto, per sfuggire al marito, salta nuda dalla finestra della camera da letto, ma viene raggiunta dal marito in mutande e trascinata per i capelli lungo il viale di casa. Ieri mattina, la moglie sporge querela contro l’operaio, la terza in poco tempo. |
IL
TEMPO |
di
SUSANNA NOVELLI BILANCIO tutto al positivo per il primo weekend di sorveglianza
speciale a Campo de’ Fiori. Nessun pallone, nessun lancio di bottiglie
e tifo da stadio a distrubare la lunga notte di Campo de’ Fiori.
Il piano del prefetto Serra, deciso venerdì scorso dal comitato
per l’ordine e la sicurezza, ha funzionato. E così, decine e decine
di giovani e giovanissimi si sono ritrovati sabato notte nella piazza
più «rock» della capitale. C’era chi suonava la chitarra
sotto la statua di Giordano Bruno, chi passeggiava corteggiando i vicini,
chi beveva nei bar affollatissimi della piazza. Ai lati, come ali protettive,
mezzi e uomini di polizia, carabinieri, vigili urbani. Diversi gli agenti
in borghese che guardano, girano, controllano. A parte qualche ragazza
decisamente «alticcia», la prima notte di sorveglianza speciale
è trascorsa tranquilla. Sembra lontano il tempo in cui a un certo
punto della notte si dava vita al micidiale gioco soprannominato «violence»,
eppure è trascorsa una sola settimana da quando il sabato di Campo
de’ Fiori si concluse all’alba con un arresto e tre poliziotti feriti.
Un gioco, «violence», che già in estate aveva costretto
a misure straordinarie, come un maggiore controllo da parte delle forze
dell’ordine attraverso un presidio massiccio e ben visibile e la chiusura
fissata alle 2 del mattino per i locali di Campo de’ Fiori, anche
ieri notte rispettata al cronometro. Nel clima giocoso e un po’ allegrotto,
dovuto a birre e vino, sempre consumati in quantità industriali,
gli uomini delle forze dell’ordine aspettavano l’ora critica. «Dobbiamo
aspettare le due», dicono. È quello il momento della verità.
E così è stato. Qualche minuto prima i locali hanno iniziato
a sostituire i bicchieri di vetro con quelli in plastica, a spegnere le
luci, a riversare le sedie sui tavoli. Lentamente i ragazzi, quasi tutti
con il casco in mano, si avviano verso corso Vittorio. C’è chi
resta in piazza, ma è solo per sentire il suono della chitarra
che, a dispetto della chiusura dei locali, continua a intrattenere i teen
agers della capitale. |
IL
MESSAGGERO |
Protesta
dopo l’aggressione
Il Sulpm, sindacato unitario lavoratori polizia municipale, chiede l’intervento della prefettura di Roma, minacciando lo stato di agitazione, affinché venga risolto il problema del mancato armamento dei lavoratori della polizia municipale dotati della qualifica di pubblica sicurezza, soprattutto a seguito dell’ultima aggressione avvenuta ai danni di un vigile urbano al quale, mentre rilevava un incidente stradale, è stato reciso un tendine da un guidatore ubriaco. |
ADN
KRONOS |
Roma,
14 nov. - Aveva passato la serata a bere nei locali notturni di Ostia
e, alle 4.30 circa, ubriaco e senza patente, era salito a bordo di una
Smart ed era partito a forte velocita’, investendo e uccidendo Guido Broggi,
48enne della provincia di Siena. Dopo l’incidente aveva abbandonato l’autovettura
ed era scappato confondendosi con altri giovani che uscivano dalle discoteche
per poi ritornare a casa chiedendo un passaggio. Dopo un’intensa attivita’
di indagine i Carabinieri del Nucleo Operativo di via In Selci di Roma,
hanno arrestato per omicidio colposo e omissione di soccorso un pregiudicato
romano di 25 anni, A.S., sottoposto ora alla misura degli arresti domiciliari.
I fatti risalgono allo scorso 9 luglio, quando alle ore 4.30 circa, sul litorale di Ostia Guido Broggi venne travolto da una Smart mentre si accingeva ad attraversare, sulle strisce pedonali, la strada per andare a gettare i rifiuti. Il malcapitato svolgeva piccoli lavori saltuari e da poco tempo si occupava della pulizia e sorveglianza, nelle ore notturne, delle attrezzature di uno stabilimento balneare da eventuali furti o danneggiamenti. Il pirata della strada, dopo l’incidente, scappo’ a forte velocita’ confondendosi tra le numerose auto di giovani che frequentavano i locali notturni del litorale. |
MANTOVA.COM |
Le
pattuglie della Polizia Stradale di Mantova ed Ostiglia, in questo fine
settimana, hanno concentrato l’attenzione soprattutto sul controllo della
velocità, utilizzando gli autovelox ed i telelaser in loro dotazione.
Operando sulla maggior parte delle più importanti strade della provincia,
sono state accertate 78 violazioni per superamento dei limiti di velocità,
di cui un buon numero rilevate con telelaser e contestate nell’immediatezza
su strada, e che hanno comportato, fra l’altro, il ritiro di quattro patenti
nei confronti di altrettanti conducenti che superavano di oltre 40 km/h
i limiti di velocità imposti. Cinque sono state, invece, le patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza, con il valore più alto, pari a 2,15 g/l rilevato alle 2.30 di domenica, a Porta Cerese, nei confronti di un 56enne di San Benedetto Po che viaggiava a bordo della sua BMWCinque sono state, invece, le patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza, con il valore più alto, pari a 2,15 g/l rilevato alle 2.30 di domenica, a Porta Cerese, nei confronti di un 56enne di San Benedetto Po che viaggiava a bordo della sua BMW. Sono stati rilevati, inoltre, cinque incidenti stradali, tre dei quali con feriti lievi e gli altri con soli danni ai veicoli. Tutti i conducenti coinvolti, come avviene da mesi, sono stati sottoposti a prova con etilometro e due di essi sono risultati in stato di ebbrezza (è stata loro ritirata la patente che verrà sospesa da 1 a 3 mesi, verranno decurtati 10 punti e saranno denunciati al Tribunale). Il valore più alto di questi ultimi due, pari a 1,15 g/l, è stato riscontrato nei confronti di una ragazza di 22 anni di Mantova che mentre tornava a casa, alle 5.30 di sabato mattina, per un probabile colpo di sonno ha perso il controllo della propria Y10 danneggiando due veicoli in sosta in corso Vittorio Emanuele. Nel complesso durante il week-end sono state accertate 109 infrazioni. |
MANTOVA.COM |
E’
finita nel carcere di Via Poma la domenica sera di Abderraim Abid, un
marocchino di 21 anni. Il giovane era in compagnia del padre e della convivente
brasiliana al Bar Liberty di San Giorgio poco dopo la mezzanotte. Qualche
bicchiere di troppo e gli animi si infiammavano tanto che scoppiava una
violenta lite tra i due fidanzati. Mentre il titolare del bar chiedeva
aiuto al 113, la situazione degenerava e la ragazza veniva malmenata ripetutamente.
Gli agenti arrivati poco dopo cercavano di riportare la calma, ma il giovane
marocchino iniziava a sferrare calci all’impazzata: prima all’auto
della volante, poi ad uno degli agenti, procurandogli una contusione.
Finalmente “domato”, il giovane è stato arrestato per
resistenza e danneggiamento e condotto in carcere. Denunciato anche il
padre.
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BRESCIA
OGGI |
Se
proprio non si può rinunciare a un bicchiere di vino e a un superlacolico,
ma non si vuole nemmeno mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella
degli altri, è possibile controllare da soli il tasso alcolemico
raggiunto. In Internet è possibile acquistare etilometri tascabili, piccoli aggeggi a pile, che si portano ovunque, che consentono di controllare la concentranzione di alcol prima di mettersi in auto. Le offerte sono tante e i prezzi variano tra i 22 euro e i 66. I modelli offerti in Rete misurano la concentrazione di alcol nell’alito. È sufficiente quindi soffiare nel proprio apparecchio per qualche secondo per capire in che condizioni ci si trova. Se l’apparecchio segnala che il limite di 0,5 imposto dalla legge è superato l’automobilista deve aspettare prima di mettersi al volante. In sostanza bisogna aspettare di essere più lucidi, che l’effetto dell’alcol svanisca. Per aiutare l’organismo a riprendersi può essere utile anche bere molta acqua. Lasciando passare del tempo, se necessario anche un paio d’ore, è possibile effettuare successivamente un ulteriore controllo «fai da te» e se il risultato lo consente, mettersi in movimento. In sostanza un auto controllo può permettere di viaggiare in sicurezza, evitando di prendere dei rischi inutili. Il tasso alcolemico può anche essere calcolato con una formula scientifica, nota come metodo di Widamrk (anche quella si può trovare in Rete). Il tasso alcolemico è il rapporto tra l’alcol ingerito (espresso in grammi) e il peso corporeo espresso in chili e moltiplicato per R (cioè a stomaco vuoto 0,68 per il vino, 0,72 per i superalcolici e 1,18 a stomaco pieno), il tutto moltiplicato per cento. Nel caso delle donne al risultato si deve aggiungere un più 30 per cento. Non un calcolo semplicissimo, insomma. Tanto più che non è semplice nemmeno quantificare - in grammi - quello che si può bere in una serata. L’ideale se si deve guidare sarebbe di evitare le bevande alcoliche, ma anche un controllo «fai da te» con l’etilometro può essere utile. È comunque un segnale di consapevolezza, un passo avanti rispetto a chi, senza alcun problema per sè e gli altri, sceglie di guidare ubriaco. (*) w.p. (*) Nota: gli etilometri tascabili non danno sufficienti garanzie di affidabilità del risultato, in genere sono alquanto imprecisi. Fatto salvo che è opportuno non bere prima di guidare, gli etilometri monouso sono più affidabili. |
LA
REPUBBLICA |
MINNEAPOLIS
(Usa) - Eddie Guerrero, uno dei protagonisti più conosciuti e amati
dagli appassionati del wrestling mondiale, è stato trovato morto
in una stanza d’albergo a Minneapolis. Lo ha annunciato il sito ufficiale
della Wwe (World wrestling entertainment). Per il momento sono sconosciute
le cause del decesso. Guerrero, 38 anni, messicano, l’anno scorso campione Wwe, avrebbe dovuto partecipare in serata al "Wwe Supershow". Figlio del wrestler messicano Gory Guerrero, il campione lascia moglie e tre figlie. Guerrero era atteso in Italia per un nuovo spettacolo della Wwe: la prima tappa prevista era Roma, il 15, e poi a seguire Milano, Bolzano, Ancona e Livorno. Dopo una carriera sfolgorante nel wrestling, negli ultimi anni aveva sviluppato problemi di alcolismo e di tossicodipendenza. Nel 2001 la federazione gli aveva consigliato di ricoverarsi in un centro di riabilitazione per abuso di alcol e droga, dopo che lui si era presentato in uno stato indecoroso ad uno spettacolo televisivo della WWF. Sembrava essersi ripreso, ma in seguito era stato arrestato per guida in stato di ebbrezza. Nel grande spettacolo del wrestling, Guerrero aveva ricoperto il ruolo del "buono" soprattutto contro l’odiato John Bradshaw Layfield. Ultimamente combatteva spesso contro Rey Misteryo negli incontri dello Smackdown Superstars. |
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