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Articoli 14/07/2004

da "Il Centauro" n.87 - Incidenti sul lavoro: per i lavoratori le strade più pericolose delle fabbriche.

Incidenti sul lavoro:
per i lavoratori le strade più
pericolose delle fabbriche.

All’interno delle iniziative del 7 aprile, giornata dedicata dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), alla sensibilizzazione sul problema degli incidenti stradali, Sicurstrada ha organizzato con il Cipes Piemonte ed il Consiglio Regionale Unipol del Piemonte il convegno nazionale “Gli incidenti stradali sul e per il lavoro, non sono una fatalità”, che si è tenuto a Torino presso l’Atahotel Concord.
Nel giorno in cui si è voluto porre l’attenzione sul milione di persone che ogni anno nel mondo muoiono nel mondo per incidente stradale, Sicurstrada, CIPES e Consiglio Regionale Unipol (che riunisce le Organizzazioni CGIL, CISL, UIL, Legacoop, CNA, CIA e Confesercenti) ha voluto evidenziare quella parte di incidenti su strada che avvengono durante l’orario di lavoro sui mezzi utilizzati e nel percorso casa-lavoro-casa. Può sembrare un settore marginale ma gli ultimi dati INAIL disponibili, riferiti al 2002 ed indennizzati a maggio 2003, evidenziano come a fronte di un numero complessivo di infortuni sul lavoro nel 2002 di 991.800, che hanno provocato 1415 morti, gli infortuni avvenuti alla guida o a bordo di un mezzo hanno provocato ben 623 vittime. A questi vanno aggiunti i 59.318 casi di infortuni avvenuti “in itinere” (percorso casa-lavoro-casa) con 313 vittime.
Proprio la tipologia degli infortuni “in itinere” è in forte crescita, siamo passati dai 21.665 casi del 1998 ai 39.375 casi del 2001 e le vittime sono passate da 97 del 1998, alle 127 del 2000, alle 170 del 2001. Le anticipazioni INAIL sul 2002 ci dicono che gli infortuni in itinere sono in ulteriore forte crescita +30% a fronte di una diminuzione generalizzata degli infortuni sul lavoro -3,1%.

Il tavolo della presidenza
Oltre il 90% dei casi si sono verificati alla guida e a bordo di mezzi e riguardano per il 53% il settore terziario ed il commercio, seguito dall’industria ed in particolare le costruzioni. La sanità è il comparto dove predomina l’infortunio al femminile (75% del totale).
In Regione su 138 infortuni mortali nel 2002, di questi 37 sono avvenuti alla guida o a bordo di veicoli, 33 sono stati gli infortuni mortali “in itinere” (in aumento esponenziale, erano stati 8 nel 2000).
Nel suo intervento introduttivo Sandro Vedovi, Segretario Generale Sicurstrada ha evidenziato come il 50% delle vittime sul lavoro, muore non all’interno della fabbrica, del cantiere, dell’impresa, ma sulla strada. Un danno enorme, che si ripercuote pesantemente sia a livello sociale sia sulle aziende sotto il profilo della perdita di professionalità maturate, di produzione, di giornate lavorative, di maggiori oneri previdenziali ed assistenziali.
Un fenomeno che passa sotto silenzio e che nel forte impegno attuato da imprenditori e sindacati nel ridurre il numero complessivo degli infortuni sul lavoro, trova uno spazio di attenzione minore.
Sante Bajardi, Presidente CIPES, nella sua relazione “Promozione della salute e incidentalità” ha posto l’attenzione sul problema dell’incidenza dell’incidentalità, non solo stradale, sulla società.
Le circa 8.000 vittime della strada, le altrettante vittime di infortuni domestici le 1.400 vittime di infortuni sul lavoro, sono numeri drammatici, su cui si dovrebbe incidere di più. Non sempre le Istituzioni sono pronte a cogliere il problema ed a mettere in campo tutte le azioni necessarie. La sanità, con la prima giornata mondiale dell’OMS dedicata alla sicurezza stradale ha capito l’importanza di agire. Gli incidenti ci costano il 2% del PIL (prodotto interno lordo), una somma enorme che se risparmiata potrebbe essere destinata a tante altre attività e servizi per i cittadini. Nerina Dirindin della Facoltà di Economia e Commercio Università di Torino, nella sua relazione ha affrontato il costo che la collettività paga a causa degli incidenti stradali. Questi si aggirano sui 500 euro per ogni italiano, con una spesa complessiva di oltre 30 miliardi di euro. Contrariamente a quanto si pensa non sono le spese sanitarie quelle che incidono di più ma la perdita della produttività economica e domestica, che secondo uno studio USA pesa per l’80%, il 4% dei costi sono a carico delle assicurazioni, il 2% della sanità, con l’aggiunta di 1% per i costi del soccorso d’emergenza, il 10% sono costi legali.
Una veduta del pubblico in sala
Alla luce di questi dati emerge che la prevenzione primaria è efficace nel ridurre il carico di sofferenza e i costi della malattia.
È molto più costo-efficace di quella effettuata attraverso interventi sanitari. Alfredo Trapuzzano, Dirigente Superiore Polizia Stradale Piemonte e Valle D’Aosta e Massimo Cupellari, Delegato ASAPS (Associazione Amici Sostenitori Polizia Stradale), hanno analizzato i risultati della patente a punti nella Regione Piemonte, rispetto ai dati della Polizia Stradale. Gli effetti si sono visti in quanto rispetto al 2002 sono diminuiti nel 2003 sia gli incidenti mortali, sia le vittime, rispettivamente 62 e 71, rispetto ai 102 incidenti e 106 morti. Anche il primo trimestre del 2004, evidenzia un segno positivo con una riduzione dalle 55 vittime dello stesso periodo 2003, a 30. Velocità (43%) e distrazione (21%) sono le cause principali d’incidente.
Per continuare a ridurre il numero dei sinistri l’impegno della polizia è quello, innanzitutto, di assicurare e mantenere controlli sistematici e costanti della circolazione stradale, con la presenza sulla strada delle pattuglie per prevenire quei comportamenti diretti alla violazione delle norme del Codice della Strada e contestualmente rassicura tutti gli altri utenti della strada. Fondamentale è però un altro aspetto, quello di investire sulla responsabilizzazione degli utenti della strada. E’ necessario che si diffonda la pratica di comportamenti corretti alla guida, il rispetto di tutte le categorie di utenti, a partire da quelli più deboli, in generale la civiltà e il buon senso, risorse in grado di limitare il numero di vittime più di qualsiasi misura repressiva o tardivamente punitiva. Il convegno è stato introdotto da Michele Sabatino, Presidente del Consiglio Regionale Unipol ed ha visto l’intervento di Mercedes Bresso, Presidente Provincia di Torino, di Gian Carlo Laratore, Assessore Regionale alla Polizia Urbana e Gian Luigi Bonino, Assessore Comunale Polizia Urbana di Torino Nel corso dell’iniziativa è stata presentata la campagna informativa nei luoghi di lavoro sulla sicurezza stradale “Viaggiare sicuri per voi stessi e per gli altri” predisposta da Sicurstrada, ASAPS (Associazione Amici e Sostenitori Polizia Stradale) e ANVU (Associazione Professionale Polizia Locale e Municipale d’Italia) e sostenuta da Unipol Assicurazioni. La campagna, a messaggio multiplo, pone al centro una serie di quadri accompagnati da altrettanti slogan su cui riflettere (Clack, il suono della sicurezza, Non fare la testa di casco, indossalo!, L’unico pieno che non ti fa andare lontano, La velocità frantuma ogni limite, e non solo quello…, Occhio a chi pedala, Nessun pedone merita il tuo scacco), e si pone l’obiettivo di mettere a fuoco le abitudini e i comportamenti scorretti da evitare, che rendono le nostre strade pericolose e mortali, temi classici come l’uso di cinture e casco, la riduzione della velocità e dell’assunzione di sostanze alcoliche, e temi più specifici come il rispetto degli anziani pedoni e ciclisti (utenti deboli) sulle strade ed il rispetto delle Forze dell’ordine che sulla strada operano per la sicurezza di tutti.

Mercoledì, 14 Luglio 2004
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