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Rassegna stampa alcol e guida del 4 novembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


 

IL MESSAGGERO (Umbria)

 

”Notte sicura” con il bus del Comune

 

Ragazzi accompagnati e ripresi gratis dalle principali discoteche 

 

di LUCIANA BARBETTI

 


FOLIGNO - «Mamma stai tranquilla, tanto in discoteca ci vado con l’autobus del Comune». Saranno frasi come questa, d’ora in poi, a far dormire sonni più tranquilli alle mamme e ai papà di Foligno, senza pensare alla strada, all’alcol, alle droghe e a tutto il campionario dei pericoli legati al divertimento notturno. I loro figli, da sabato 12 novembre, potranno contare su un servizio di trasporto pubblico, per giunta gratuito, che li traghetterà fino ai locali notturni del perugino e poi, alle prime luci dell’alba, li riporterà a casa.
L’iniziativa, presentata ieri, è stata messa in piedi dal Comune di Foligno dopo che alcuni giovani avevano esplicitamente richiesto un servizio di trasporto verso i luoghi del divertimento. Risponde a un’esigenza di maggiore sicurezza sulle strade, ma punta anche a far diventare lo stesso veicolo di trasporto collettivo un luogo di aggregazione. L’esperienza folignate è unica nel suo genere, poiché nelle altre città l’iniziativa del trasporto serale viene solitamente presa dai gestori delle discoteche, non dalle istituzioni. Per questo il Comune ha deciso di “sfruttarla” anche in un altro modo.
«Durante il tragitto i ragazzi incontreranno anche gli operatori delle Unità Educative di Strada che illustreranno loro le dinamiche dei comportamenti a rischio in materia di assunzione di alcolici e di droghe – ha spiegato l’assessore alle Politiche Giovanili Joseph Flagiello - sarà un modo per dar voce a bisogni ed esigenze che diversamente non entrerebbero in contatto con gli operatori».
L’autobus partirà ogni sabato sera dal parcheggio del Plateatico, intorno alle 23.30, e tornerà indietro verso le 3 del mattino. Farà tappa in tutti i disco-bar e nelle discoteche più frequentate dai ragazzi, da Rivotorto di Assisi fino a Deruta e Balanzano. «Il costo del servizio, a carico del Comune, per ogni serata, dovrebbe oscillare tra i 200 e i 280 euro – ha spiegato Giampiero Fusaro, assessore ai Trasporti – abbiamo chiesto il preventivo a due società di trasporti locali, ora stiamo verificando le offerte». Ai ragazzi potrebbe, però, essere richiesta una forma di compartecipazione economica. «Forse chiederemo di pagare un prezzo simbolico per il biglietto, stiamo pensando a un euro, ma potrebbe trattarsi solo di cinquanta centesimi – ha spiegato Flagiello – l’obiettivo è evitare che si creino ingorghi sull’autobus, che magari partano in venti e al ritorno vogliano salire in sessanta».

GAZZETTA DI ROVIGO

Club degli alcolisti in trattamento Riunione per premiare la sobrietà

 

 

 

 

LOREO - (G.Fr.) Si è svolto a Loreo l’annuale interclub delle famiglie in trattamento. La riunione era organizzata dalla pubblica amministrazione, dall’Acat del Basso Polesine e dall’ Ulss 19. Discorsi di saluto sono stati tenuti dal presidente dell’Acat bassopolesana, Guglielmo Marangon, dall’assessore regionale alle Pari opportunità, Isi Coppola, e dal sindaco di Loreo, Bartolomeo Amidei, che ha tenuto a puntualizzare come l’uso e la dipendenza da alcool o droga rappresenti un comportamento che mortifica il valore e le risorse delle persone. Il parroco di Loreo, Giovanni Lodo, ha rimarcato il contributo notevole dell’Acat quale risorsa ulteriore per l’ascolto e l’aiuto alle persone in difficoltà. La presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 19, Marina Bovolenta, ha messo in evidenza invece come gli interclub rappresentino momenti per riflettere sui comportamenti dannosi alla salute e come ci si debba impegnare sulla costruzione di una cultura più solidale. Il direttore del dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 19, Andrea Finessi, ha poi esposto i dati sull’evoluzione del problema alcool, evidenziando come attualmente il bere alcolici rappresenti un mezzo per facilitare le relazioni sociali. Assieme all’alcool anche l’uso di droga appare sempre più diffuso, mentre è posta poca attenzione ai danni complessivi che ne conseguono, sottovalutando che l’alcool incide al 50 per cento sugli ottomila morti l’anno per incidenti stradali, è la prima causa di morte per gli uomini sotto i 40 anni e che in Italia l’età in cui si inizia a bere è tra le più basse d’Europa, 11 o 12 anni. Il tema della giornata, "Il club degli alcolisti in trattamento promotori di pace, libertà e bellezza", è stato invece sviluppato da Annarosa Pettenò dell’Acat di Mogliano Veneto, per la quale la libertà dalla dipendenza rappresenta il raggiungimento della pace con se stessi: «Una pace che si vive nel cambiamento che avviene in ognuno di noi e assieme agli altri». La giornata si è conclusa con le "premiazioni di sobrietà" in un clima di commozione e di condivisione, tramite la consegna di alcune targhe.

 

CORRIERE ADRIATICO

 

Al Palazzo del Turismo il congresso nazionale sulle nuove emergenze sanitarie
Gruppo Focus, la sfida alle dipendenze

 

 

 

SENIGALLIA - Il Palazzo del Turismo di Senigallia ospiterà oggi, il terzo Congresso nazionale del Gruppo Focus, organismo che può contare oggi su numerosi centri pubblici e alcuni privati, e che rappresenta con i “Gruppi dei 12 passi” un partenariato ormai indispensabile per chi vuole affrontare seriamente i problemi delle dipendenze. Questo incontro, intitolato appunto I gruppi di mutuo aiuto dei 12 passi per le dipendenze e le nuove emergenze sanitarie, è stato organizzato dal Centro Ricerca Assistenza Alcologica della Casa di cura Villa Silvia di Senigallia con il patrocinio di Regione Marche, Università di Ancona, Comune di Senigallia e S.I.A.
I lavori inizieranno alle ore 8,45 e si svilupperanno per l’intera giornata, durante la quale sono in programma interventi di numerosi qualificati relatori. La presentazione iniziale sarà affidata al presidente del convegno, il dottor Vincenzo Aliotta, mentre è previsto un saluto da parte del vescovo di Senigallia monsignor Giuseppe Orlandoni, del presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca, del sindaco di Senigallia Luana Angeloni e dei rappresentanti delle varie associazioni scientifiche presenti.
Cinque le sessioni di lavoro in programma: Etica e sanità (ore 9,45); Il mondo clinico e i 12 passi: esperienze internazionali a confronto (ore 11); In viaggio tra le associazioni dei 12 passi (ore 14); Esperienze dei professionisti (ore 15); I 12 passi e le emergenze sanitarie, focus sulla collaborazione tra professionisti e associazioni (ore 16,30). Il convegno costituisce un’occasione importante per conoscere in maniera dettagliata e diretta il mondo delle tossicodipendenze, da quelle da alcol a quelle da droghe, fino a giungere a quelle di carattere psicologico ed emotivo. Ciò parallelamente all’azione dei gruppi di auto-aiuto che agiscono in accordo con le strutture mediche.

 

 

IL MESSAGGERO

 

In 2.500 si presentano ogni anno alla Asl Rm E per riottenere la patente sospesa o ritirata: soltanto il 4 % è “irrecuperabile” 

 

Droga e alcol, la dipendenza al volante 

 

Nel 2004 i fermati in stato di ebbrezza hanno superato quelli sotto effetto di stupefacenti 

 

di FABIO ROSSI

 


 

 

Un esercito di 2.500 persone che cerca la riabilitazione alla guida, dopo aver rappresentato un serio rischio per la sicurezza stradale. Sono in tanti quelli che, ogni anno, vengono beccati al volante sotto effetto di droga e stupefacenti e, quindi, si presentano alla visita medica obbligatoria per tentare di riottenere la patente. Un compito che, nella Capitale, spetta al Dipartimento interaziendale di Medicina legale dell’Asl Roma E, diretto da Maurizio Ferraresi.
Nel 2004, per la prima volta, a Roma c’è stato il sorpasso dei casi di sospensione della patente per alco (1.300) su quelli per droga (1.200), dopo anni in cui era stato l’uso di stupefacenti a farla da padrone tra i casi rilevati sulle strade da vigili urbani e forze dell’ordine. Ma, fanno notare alla polizia stradale, questa novità potrebbe essere stata causata anche dalle nuove regole più restrittive sull’assunzione di alcolici prima di mettersi alla guida e dai nuovi mezzi messi a disposizione dalla tecnologia per rilevare gli eccessi.
L’accertamento, in questo caso, si effettua mediante l’analisi dell’aria alveolare espirata. «Qualora la concentrazione alcolemica corrisponda o superi 0,8 grammi per litro –si legge nell’articolo 186 del Codice della strada - il soggetto viene ritenuto in stato di ebbrezza. (*) Tale valore dovrà risultare da due misurazioni indipendenti a distanza di cinque minuti». Per la droga (articolo 187) è invece previsto che quando «il conducente non sia lucido» le forze i polizia possano «accompagnarlo nelle strutture atte a prelevare e analizzare i campioni biologici».
«Con le nuove leggi la pratica di riabilitazione di chi ha subito la sospensione o il ritiro della patente passa esclusivamente per le competenze di prefettura e Asl - spiega Giorgio Resta, segretario nazionale delle autoscuole aderenti all’Unasca - Sono queste due strutture a dover stabilire quali persone possono riottenere la licenza di guida e con quali limitazioni». I medici, con i loro esami (urine, sangue, analisi dei capelli), hanno il compito di stabilire se ci sia una vera dipendenza da alcolici o da sostanze stupefacenti o se si tratti di un uso sporadico. Nel primo caso, va seguito l’evolversi della situazione, appurando se la persona coinvolta si sta sottoponendo a seri programmi di recupero e disintossicazione.
La percentuale di “irrecuperabili” è di solito molto bassa. Al dipartimento interaziendale dell’Asl Roma E non supera il 4 per cento delle persone che si sottopongono ai controlli. «Di solito bastano 20 giorni di attesa per essere visitati - spiega il direttore Ferraresi - nonostante ci sia un volume molto alto di pratiche che ricadono sul nostro istituto, che è l’unico che ha queste competenze a Roma: ogni anno eseguiamo 10-12 mila visite per patenti, comprese quelle speciali per portatori di handicap di vario tipo, oltre a tutta una serie di accertamenti per le pratiche di riconoscimento dell’invalidità civile».
Referti alla mano, tocca poi al prefetto stabilire le modalità per riottenere la patente. «Di solito vengono concesse con una validità inferiore al normale, per garantire un monitoraggio medico costante - sottolineano all’Unasca - Al massimo due anni, che scendono fino a sei mesi nei casi di tossicodipendenze».

 

 

 

(*) Nota: è un errore. Il tasso di alcolemia per il quale si incorre nelle sanzioni di è 0.5 o superiore.

 

IL MESSAGGERO (Pesaro)

 

«Aprite gli occhi sul dramma della droga»

 

Il ragazzo deceduto per overdose ad Ancona si era rivolto due settimane fa all’Associazione volontari pesarese

 

Testimonianza dall’Avap: «Riccardo voleva entrare in comunità, l’ho rivisto sui giornali»

 

di ELISABETTA ROSSI

 

 

 

«E’ venuto al centro 15 giorni fa, con tutta la famiglia, i genitori e le due sorelle. Era venuto a chiedere di poter entrare in comunità. E’ stata l’ultima volta che l’ho incontrato. Poi purtroppo l’ho rivisto sui giornali». Paola Uguccioni, la responsabile dell’Avap (Associazione volontariato antidroga pesarese) racconta così, con poche parole e molta amarezza, il suo ultimo incontro con Riccardo Corsi, il 33enne di Pergola, morto per overdose martedì mattina in una stanza dell’albergo “Dorico” di fronte alla stazione di Ancona. Il giovane, i cui funerali saranno celebrati oggi alle 15 nel Duomo di Pergola, era caduto nella spirale della droga più di dieci anni fa. Un tunnel da cui Riccardo aveva più volte provato a riemergere. Attraverso le comunità di recupero, nelle quali era entrato e uscito per ben due volte. Due tentativi, purtroppo falliti, ai quali si aggiungeva la trafila di colloqui e incontri con esperti, medici, con chiunque potesse avere una qualche soluzione al suo problema. E sul suo cammino, l’incontro con l’Avap, una delle associazioni più attive sul nostro territorio, è stato quasi inevitabile. Paola conosceva Riccardo da tempo. Conosceva il suo desiderio di chiudere con quelle sostanze che lo stavano avvelenando, ma anche la sua debolezza e i suoi continui cedimenti di fronte al richiamo della droga. E nel suo ultimo viaggio della speranza da Pergola al centro di Borgo Santa Maria, quello di quindici giorni fa, in compagnia dei genitori Marisa e Mario e delle due sorelle maggiori, Cristina e Giuseppina, «Riccardo – racconta la Uguccioni – era tornato a chiedere aiuto. Convinto di volerci provare». Ma Paola non è stata l’ultima persona del centro ad aver visto il giovane. Quindici giorni fa, Stefania, 23 anni, e il suo ragazzo, due dei tanti giovani del gruppo dell’Avap, avevano conosciuto Riccardo durante uno degli incontri dell’associazione. E aver letto sui giornali della sua fine, di come si siano irrimediabilmente chiuse le sue speranze, ha spinto Stefania a scrivere una lettera. Un atto di denuncia contro la “malainformazione” su una piaga sempre più dilagante, verso la quale molti continuano a chiudere gli occhi: “Oggi siamo qua, impotenti davanti all’ennesima vita stroncata da un’overdose e rimaniamo paralizzati alla notizia della scomparsa di Riccardo. Un fatto che è riuscito a farci commuovere e forse a farci riflettere – è la premessa di Stefania, a cui segue un fiume in piena di interrogativi - Ma quanto dura questa riflessione? Riusciamo a renderci conto che domani su qualsiasi quotidiano, potrebbe esserci il nome di nostro figlio, del nostro vicino di casa o di nostro nipote, che c’ha fatto sorridere quando l’abbiamo “beccato” una sera al rientro a casa che barcollava un po’, dicendoci che aveva bevuto solo una birra in più? Quanti altri articoli dovremmo ancora leggere prima di renderci conto che quella birra in realtà nasconde tanto altro dietro? Abbiamo letto di Calissano e il commento è stato: “si sapeva che il mondo dello spettacolo era uno schifo”. Cocaina. Abbiamo letto di Lapo. Il commento? “Si sa che dove ci sono molti soldi, c’è anche la droga”. Cocaina. Abbiamo letto di Manolo, di Riccardo e di chi altro ancora? Cosa diciamo ora che non c’è spettacolo, nè tantomeno soldi? Eroina. Ma quanto tempo ancora faremo distinzioni fra cocaina, eroina, ecstasy? Quanto altro tempo ancora cercheremo di non vedere il disagio dei giovani? Perchè si tratta di non voler vedere e non di una nostra ignoranza sulle droghe e i suoi effetti. Tante domande alle quali non si vuol rispondere: forse perchè sappiamo di trovare quella che ci farebbe paura? Pensiamo sempre che certe cose accadono solo agli altri, ma vi siete accorti che noi siamo “gli altri” di fronte agli occhi degli altri?”

 

IL MESSAGGERO (Abruzzo)

 

Accoltellato dopo la festa alla fortezza, ricercati dai carabinieri alcuni giovani

 

 

 

CIVITELLA - Uno ”scherzetto” davvero di cattivo gusto che è costato un ricovero in ospedale ed una prognosi di 15 giorni ad uno studente 18enne di Miano, F.N. E’ accaduto tutto la notte di Halloween, verso le 3,30, all’uscita dalla festa in maschera alla fortezza di Civitella. Finito il divertimento, il gruppo di Miano stava tornando al parcheggio quando, dopo aver incrociato un altro gruppo di coetanei, è iniziata una futile discussione. Il tutto, infatti, sarebbe nato da un bastone portato via dalla fortezza, di quelli usati per continuare a far ardere il falò, sfilato di mano da uno dei giovani del gruppo incrociato lungo la strada per il parcheggio. Uno strattone e poi una tremenda fitta al basso ventre. F.N. non si è reso conto di nulla, così come continua a ripetere ai carabinieri, ma ha comunque riportato una ferita che gli ha sfiorato la vescica, provocata da una lama, probabilmente, quindi, da un coltello. Da una prima ricostruzione dei carabinieri il gruppo di giovani incrociato al parcheggio era con molta probabilità ubriaco. F.N., però, non ricorda nulla. Adesso è ricoverato al reparto di chirurgia del Mazzini con una prognosi di 15 giorni. Non ha comunque rischiato la vita, nè avrà serie conseguenze. Al momento, sia il giovane di Miano, sia i suoi amici, sentiti anche ieri, non sono riusciti a dare indizi validi ai carabinieri, visto che nessuno conosceva i ragazzi incontrati al parcheggio. Le indagini proseguono, ma per adesso è necessario raccogliere quanti più indizi possibile, che possano far risalire gli investigatori all’identità dei giovani aggressori. Per questo, probabilmente, sarà utile anche il contributo degli organizzatori della festa di Halloween alla fortezza e di chiunque abbia partecipato e posso avere qualche utile indizio.

 

IL MATTINO

 

IL TENTATO OMICIDIO DI MOSCHIANO

 

Ha sparato al fornaio sotto l’effetto di droghe

 

 

 

Moschiano. Bruno Santaniello aveva consumato alcol e stupefacenti prima di sparare contro Francesco Addeo. E’ stato lui stesso a dichiararlo nel corso dell’interrogatorio dell’altra notte, assistito dall’avvocato Mattia Trofa, tanto che l’esame si è dovuto anche sospendere. Ma il 24enne moschianese ha mostrato segni di ravvedimento. Ha chiesto più di una volta come stava il panettiere cui aveva attentato. Pallido e sotto shock ha dichiarato di aver avuto paura di un’aggressione da parte di Addeo, dopo avergli richiesto i soldi. Ma ha riconosciuto di aver avuto una reazione spropositata, forse dovuta anche al consumo di alcol ed altro. La perizia tossicologica sarà chiesta dal difensore per il suo assistito che attualmente è stato richiuso nel carcere di Bellizzi Irpino con l’accusa di tentato omicidio e tentata estorsione. Intanto carabinieri e polizia cercano ancora l’arma del delitto, una 7.65 che Santaniello ha gettato in un tragitto di un chilometro, la distanza dal luogo del tentato omicidio al cimitero di Moschiano, dove è stato ritrovato dai militari della Compagnia di Baiano. La sezione scientifica della polizia di stato del commissariato di Lauro ha lavorato tutta la notte nel panificio per ricostruire la dinamica. Sette i colpi sparati e quattro andati a segno sul corpo del fornaio 40enne. Alcuni di spalla ed altri frontali, ricevuti probabilmente quando già si stava accasciando al pavimento ferito ed in una pozza di sangue. Non versa in pericolo di vita, ma è ancora in prognosi riservata Addeo. Sottoposto ad un’operazione per bloccare l’emorragia è adesso degente presso l’ospedale di Nola, assistito dai suoi familiari. gi.sp.

 

IL MESSAGGERO (Abruzzo)

 

Minacciò agenti della Stradale 

 

 

 

NERETO - In opposizione al decreto penale del Giudice per le udienze preliminari del tribunale di Teramo, Giovanni Cirillo, che lo condannava ad una amenda di 1060 euro e ad una multa di 5.700 euro, il 31enne Fabio Trombini di Nereto, difeso dall’avvocato Gabriele Rapali, ha ottenuto il giudizio per via ordinaria. Pertanto, comparirà davanti al giudice monocratico di Giulianova.
Deve rispondere di essersi posto alla guida dell’auto in stato di alterazione psicofisica, dovuta da consumo di alcool e di violenza e minaccia nei confronti di due agenti della Polstrada di Pineto, che con il patrocinio dell’avvocato Claudio Iaconi, si sono costituiti in processo.
I fatti risalgono al novembre dello scorso anno, quando, nei pressi di Tortoreto, Fabio Trombini fu trovato in stato di ebbrezza alla guida della sua Bmw e, pertanto, venne bloccato.
F.D.I.

CORRIERE ROMAGNA

Schiamazzi notturni nei pressi di un bar

 

 

 

CASTEL SAN PIETRO TERME - E i residenti di via Mazzini firmano anche contro il bar Corona. Contro gli schiamazzi notturni che definiscono “no-stop”, dovuti alla pressoché continua apertura del bar durante la notte, propongono al sindaco di firmare un’ordinanza che imponga al locale una chiusura più lunga fra l’ora delle stelle e l’alba. Ma anche di questa lettera, protocollata il 5 settembre scorso, il primo cittadino ha dichiarato ieri di essere all’oscuro.“Egregio sindaco - recita la petizione -, siamo cittadini residenti e domiciliati stabilmente in via Mazzini. Le scriviamo per rivendicare il nostro diritto alla quiete, sappiamo che Lei è particolarmente sensibile a questi temi. Da molti anni sopportiamo i disagi che vengono dall’apertura praticamente no-stop del bar Corona. Un bar che ‘chiude’ per una sola ora e dunque attira per tutta la notte clienti di vario tipo: nottambuli, alticci, giovani di rientro dalle discoteche. Con il conseguente corollario di macchine lasciate in moto, impianti stereo lasciati accesi nelle medesime, vociare ben oltre i limiti della tolleranza, schiamazzi, urla, risate. A nulla valgono i nostri richiami, poiché sempre si è presi in giro (soprattutto se si è anziani) e a volte anche insultati. A nulla valgono le proteste ai gestori, che certo cercano di tenere un freno ai loro clienti, ma nulla possono contro i capannelli che si formano appena fuori dal bar. A certe ore non abbiamo più nessuno che ci tuteli: i vigili non ci sono e i carabinieri non rispondono. Chiamare il 112 e farlo arrivare da Imola ci pare poco utile (visti i tempi di intervento). Il risultato è che viviamo con vetri e tapparelle chiuse, per attutire almeno un po’ il rumore (amplificato dai portici). Anche d’estate, con i disagi che potrà immaginare. Perciò Le chiediamo di intervenire, imponendo (come hanno fatto a Imola) orari d’esercizio più consoni all’ubicazione del locale (ad esempio chiusura all’una e riapertura alle ore 5 o alle 6) e rispettosi del nostro diritto al riposo, che una ‘città slow’ dovrebbe certo tutelare maggiormente”.

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

 

Centocinque candeline per zia Vita

 

 

 

Novoli. Centocinque candeline per zia Vita. E’ nata a Novoli il 4 novembre del 1900 Vita Maria Russo, che festeggia oggi con i suoi tanti nipoti e pronipoti un secolo e un lustro di vita. Un compleanno da record per zia Vita, nubile e rappresentante di una nobile famiglia del paese, costretta alla sedia a rotella per un incidente domestico avvenuto una decina di anni fa ma ancora lucida, tanto da richiedere per i festeggiamenti del suo compleanno da record solo una messa, che sarà celebrata a casa. Ricorda con nitidezza tutti gli eventi che hanno segnato la sua esistenza, che ha avuto come punto di riferimento una fede costante, «fino all’età di 91 anni - raccontano - alle sei di mattina, tacchi a spillo, si recava in chiesa per la messa». Il suo piccolo vizio? Un immancabile bicchiere di vino al giorno, «a tavola - dice convinta - non si beve acqua».

 

da.qua

 

 

 

(*) Nota: quando i simpatici vecchietti superano il secolo di vita, negli articoli viene sempre sottolineato l’abitudine di bere un bicchiere di vino. Saranno diventati centenari grazie al vino o nonostante il vino? Fino a che si rimane nella cronaca è lecita qualsiasi interpretazione. Meglio però non farne discendere delle conclusioni scientifiche. “la scienza non deve basarsi su dei fatti per costruire le sue teorie ma, al contrario, costruire le teorie e controllarle con i fatti” (Karl Popper). Se chiedessimo ai centenari se, ai loro tempi, indossavano le cinture di sicurezza o il casco non ne trarremmo degli esempi da seguire.

 

ASAPS

 

Giurisprudenza di legittimità
Corte di Cassazione Penale

Sez. IV, 6 febbraio 2004, n. 4888

 

Guida in stato di ebbrezza – Oblazione – Estinzione del reato – Sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente – Applicazione – Esclusione.

 

Nel caso in cui il giudice penale abbia dichiarato l’estinzione del reato di guida in stato di ebbrezza di cui all’art. 186, comma secondo, del codice della strada per intervenuta oblazione, non è applicabile la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida, rimessa, ai sensi dell’art. 224 comma terzo del codice della strada, al prefetto, che procede all’accertamento della sussistenza delle condizioni di legge per l’applicazione della predetta sanzione, richiamandosi agli artt. 218 e 219 dello stesso Codice, nelle parti compatibili.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO E MOTIVI DELLA DECISIONE – Con atto del 9 novembre 2002 il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Trento ha proposto ricorso avverso la sentenza in data 28 ottobre 2002 del Giudice di pace di Riva del Garda che ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di L.M. in ordine al reato di cui all’art. 186, comma 2, c.s. (guida in stato di ebbrezza dell’autovettura -----, in Arco il 7 aprile 2002), per essere il reato estinto per oblazione, lamentando l’omessa applicazione della sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida, sul rilievo che l’applicazione di tale sanzione consegue non già alla pronuncia di condanna, ma all’accertamento del reato.
Osserva questa Corte che il ricorso è infondato, in quanto il ricorrente omette di prendere in considerazione l’art. 224 c.s., che regola specificamente la situazione e che al terzo comma prevede che la declaratoria di estinzione del reato per morte dell’imputato importa per l’estinzione della sanzione amministrativa accessoria, mentre nel caso di estinzione del reato per altra causa, e quindi anche per oblazione, il prefetto procede all’accertamento della sussistenza o meno delle condizioni di legge per l’applicabilità della sanzione amministrativa accessoria e procede ai sensi degli articolo 218 e 219 nelle parti compatibili (cfr. Cass. Pen. Sez. IV, 28 marzo 2003, Cavaciuti; id. 8 aprile 2003, Balestri; id. 21 ottobre 2003, Previato).
Il ricorso va dunque rigettato. [RIV-070805]

 

WINENEWS

 

Torino - 02 Novembre 2005                                                                  
IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIANFRANCO FINI A WINENEWS: “IL VINO È UN SETTORE IRRINUNCIABILE PER LA NOSTRA ECONOMIA E LA DIPLOMAZIA ITALIANA È SCHIERATA A DIFESA DEL MADE IN ITALY”    

 

 

 

 

 

“Se Del Piero avesse accanto una bottiglia di buon vino invece dell’acqua minerale credo che sarebbe una buona cosa per tutti”. Con una battuta il vice presidente del Consiglio Gianfranco Fini ha così sintetizzato il suo pensiero: “sono convinto - ha affermato a WineNews - che serva un’azione promozionale per avvicinare i giovani al consumo corretto e responsabile di vino di qualità. E i produttori dovrebbero consorziarsi per sostenere questa immagine positiva del vino ingaggiando dieci testimonial capaci di parlare al pubblico”. Ma il vice presidente del Consiglio ha anche confermato a WineNews che “il comparto agroalimentare ed il vino di qualità in particolare sono settori irrinunciabili per l’economia italiana”.
L’onorevole Gianfranco Fini ha anche aggiunto: “come Governo ci siamo molto impegnati nel sostegno dei nostri prodotti d’eccellenza. Ricordo la battaglia del vice ministro Urso per la difesa del “made in Italy” agroalimentare e abbiamo dotato ambasciate, Ice e Camere di Commercio estere di strumenti per incrementare il sostegno alla penetrazione commerciale dei nostri vini. Tuttavia, penso che, anche con iniziative importanti come Vinitaly, e anche come questo Salone del Vino, possiamo e dobbiamo impegnarci ancora di più. La nostra agricoltura di specialità va difesa e sostenuta”. (*)
Guardando alle prospettive il vice premier e ministro degli Esteri ha dato un messaggio di fiducia agli operatori e ha anche sottolineato: “si sente il vento di un’imminente ripresa economica e credo che per il vino, nonostante la concorrenza fortissima che ci viene dall’estero, ci siano nuovi spazi di crescita”. Fini ha quindi “confessato”: “io credo di dare il buon esempio: non mi metto a tavola se non c’è un buon vino, di preferenza rosso. E del resto questo è sempre accaduto nelle famiglie italiane: è un pezzo della nostra identità al quale non possiamo e non dobbiamo rinunciare”.
Il ministro degli Esteri ha fatto il punto anche sulla diplomazia per il settore agricolo: “abbiamo schierato i nostri ambasciatori a difesa del “made in Italy” e questo dobbiamo farlo in particolare per l’agricoltura. In sede di Wto - ha sottolineato Fini - tenteremo un sorta di compromesso impossibile. L’Italia non intende rinunciare in alcun modo alla sua agricoltura di qualità e di specialità ma noto che non c’è in sede europea una posizione unitaria e questo indebolisce le posizioni di tutti. Dobbiamo ripartire dalla politica agricola comune. Non sono d’accordo con alcune affermazione che si sono sentite anche dal premier inglese Tony Blair: la Pac è uno strumento irrinunciabile. Poi se ne possono discutere i contenuti. Egualmente noto che i francesi non possono pensare di monopolizzare la politica agricola europea. Se si chiama comunitaria vuol dire che deve essere comune e devono essere rispettate le esigenze e le specificità di tutti i partners europei. In particolare, per quanto riguarda il vino italiano, non possiamo accettare né discussioni sulla sua qualità né limitazioni al commercio, né possiamo permettere che se ne discuta l’immagine. Siamo esposti noi italiani per primi, ma questo riguarda anche gli altri paesi europei produttori, ad una concorrenza fortissima da paesi non comunitari. E dobbiamo fare fronte comune per difendere e diffondere le nostre produzioni. Ecco perché sostengo che in sede Sto servono posizioni comuni europee ed ecco perché auspico che politica agricola comunitaria non voglia dire soltanto sostegno alle produzioni ma anche strategia di tutela e di marketing per le nostre produzioni di specialità”.
“L’Italia - ha concluso Fini - in passato ha guardato ad una agricoltura di quantità, oggi deve difendere un’agricoltura di qualità che è un pezzo decisivo del “mate in Itala”. E la diplomazia deve servire anche a difendere questi legittimi interessi”.

 

 

 

(*) Nota: l’Italia ha anche aderito al piano europeo per la riduzione dei consumi di alcol. Investire risorse in progetti contrapposti è nella migliore delle ipotesi uno spreco di denaro.

 

 

IL TIRRENO

 

ubriaca alla guida si scontra con un’auto e un lampione

 

 

 

LA NUOVA VENEZIA

 

ubriaco in centro finisce in manette

 

 

 

IL RESTO DEL CARLINO

 

Si schianta in auto ubriaco: denunciato un settantenne

 

 

 

LA GAZZETTA DI MODENA

 

incidente: scoperte cause, era ubriaco

 

 

 

IL MESSAGGERO VENETO

 

pordenone, un bar ogni 288 abitanti



 

 
 

 

 

 

 

Sabato, 05 Novembre 2005
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