RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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IL MESSAGGERO (Umbria) ”Notte sicura” con il bus del Comune Ragazzi accompagnati e ripresi gratis dalle principali discoteche di LUCIANA BARBETTI |
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GAZZETTA DI ROVIGO Club degli alcolisti in trattamento Riunione per premiare la sobrietà
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LOREO - (G.Fr.) Si è svolto a Loreo l’annuale interclub delle famiglie in trattamento. La riunione era organizzata dalla pubblica amministrazione, dall’Acat del Basso Polesine e dall’ Ulss 19. Discorsi di saluto sono stati tenuti dal presidente dell’Acat bassopolesana, Guglielmo Marangon, dall’assessore regionale alle Pari opportunità, Isi Coppola, e dal sindaco di Loreo, Bartolomeo Amidei, che ha tenuto a puntualizzare come l’uso e la dipendenza da alcool o droga rappresenti un comportamento che mortifica il valore e le risorse delle persone. Il parroco di Loreo, Giovanni Lodo, ha rimarcato il contributo notevole dell’Acat quale risorsa ulteriore per l’ascolto e l’aiuto alle persone in difficoltà. La presidente della conferenza dei sindaci dell’Ulss 19, Marina Bovolenta, ha messo in evidenza invece come gli interclub rappresentino momenti per riflettere sui comportamenti dannosi alla salute e come ci si debba impegnare sulla costruzione di una cultura più solidale. Il direttore del dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 19, Andrea Finessi, ha poi esposto i dati sull’evoluzione del problema alcool, evidenziando come attualmente il bere alcolici rappresenti un mezzo per facilitare le relazioni sociali. Assieme all’alcool anche l’uso di droga appare sempre più diffuso, mentre è posta poca attenzione ai danni complessivi che ne conseguono, sottovalutando che l’alcool incide al 50 per cento sugli ottomila morti l’anno per incidenti stradali, è la prima causa di morte per gli uomini sotto i 40 anni e che in Italia l’età in cui si inizia a bere è tra le più basse d’Europa, 11 o 12 anni. Il tema della giornata, "Il club degli alcolisti in trattamento promotori di pace, libertà e bellezza", è stato invece sviluppato da Annarosa Pettenò dell’Acat di Mogliano Veneto, per la quale la libertà dalla dipendenza rappresenta il raggiungimento della pace con se stessi: «Una pace che si vive nel cambiamento che avviene in ognuno di noi e assieme agli altri». La giornata si è conclusa con le "premiazioni di sobrietà" in un clima di commozione e di condivisione, tramite la consegna di alcune targhe. |
CORRIERE ADRIATICO
Al Palazzo del Turismo il
congresso nazionale sulle nuove emergenze sanitarie |
SENIGALLIA - Il Palazzo del Turismo di
Senigallia ospiterà oggi, il terzo Congresso nazionale del Gruppo Focus,
organismo che può contare oggi su numerosi centri pubblici e alcuni
privati, e che rappresenta con i “Gruppi dei 12 passi” un partenariato
ormai indispensabile per chi vuole affrontare seriamente i problemi delle
dipendenze. Questo incontro, intitolato appunto I gruppi di mutuo aiuto
dei 12 passi per le dipendenze e le nuove emergenze sanitarie, è stato
organizzato dal Centro Ricerca Assistenza Alcologica della Casa di cura
Villa Silvia di Senigallia con il patrocinio di Regione Marche, Università
di Ancona, Comune di Senigallia e S.I.A.
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IL MESSAGGEROIn 2.500 si presentano ogni anno alla Asl Rm E per riottenere la patente sospesa o ritirata: soltanto il 4 % è “irrecuperabile” Droga e alcol, la dipendenza al volante Nel 2004 i fermati in stato di ebbrezza hanno superato quelli sotto effetto di stupefacenti di FABIO ROSSI |
Un esercito di 2.500 persone che cerca la
riabilitazione alla guida, dopo aver rappresentato un serio rischio per la
sicurezza stradale. Sono in tanti quelli che, ogni anno, vengono beccati al
volante sotto effetto di droga e stupefacenti e, quindi, si presentano alla
visita medica obbligatoria per tentare di riottenere la patente. Un compito
che, nella Capitale, spetta al Dipartimento interaziendale di Medicina
legale dell’Asl Roma E, diretto da Maurizio Ferraresi.
(*) Nota: è un errore. Il tasso di alcolemia per il quale si incorre nelle sanzioni di è 0.5 o superiore. |
IL MESSAGGERO (Pesaro) «Aprite gli occhi sul dramma della droga» Il ragazzo deceduto per overdose ad Ancona si era rivolto due settimane fa all’Associazione volontari pesarese Testimonianza dall’Avap: «Riccardo voleva entrare in comunità, l’ho rivisto sui giornali» di ELISABETTA ROSSI |
«E’ venuto al centro 15 giorni fa, con tutta la famiglia, i genitori e le due sorelle. Era venuto a chiedere di poter entrare in comunità. E’ stata l’ultima volta che l’ho incontrato. Poi purtroppo l’ho rivisto sui giornali». Paola Uguccioni, la responsabile dell’Avap (Associazione volontariato antidroga pesarese) racconta così, con poche parole e molta amarezza, il suo ultimo incontro con Riccardo Corsi, il 33enne di Pergola, morto per overdose martedì mattina in una stanza dell’albergo “Dorico” di fronte alla stazione di Ancona. Il giovane, i cui funerali saranno celebrati oggi alle 15 nel Duomo di Pergola, era caduto nella spirale della droga più di dieci anni fa. Un tunnel da cui Riccardo aveva più volte provato a riemergere. Attraverso le comunità di recupero, nelle quali era entrato e uscito per ben due volte. Due tentativi, purtroppo falliti, ai quali si aggiungeva la trafila di colloqui e incontri con esperti, medici, con chiunque potesse avere una qualche soluzione al suo problema. E sul suo cammino, l’incontro con l’Avap, una delle associazioni più attive sul nostro territorio, è stato quasi inevitabile. Paola conosceva Riccardo da tempo. Conosceva il suo desiderio di chiudere con quelle sostanze che lo stavano avvelenando, ma anche la sua debolezza e i suoi continui cedimenti di fronte al richiamo della droga. E nel suo ultimo viaggio della speranza da Pergola al centro di Borgo Santa Maria, quello di quindici giorni fa, in compagnia dei genitori Marisa e Mario e delle due sorelle maggiori, Cristina e Giuseppina, «Riccardo – racconta la Uguccioni – era tornato a chiedere aiuto. Convinto di volerci provare». Ma Paola non è stata l’ultima persona del centro ad aver visto il giovane. Quindici giorni fa, Stefania, 23 anni, e il suo ragazzo, due dei tanti giovani del gruppo dell’Avap, avevano conosciuto Riccardo durante uno degli incontri dell’associazione. E aver letto sui giornali della sua fine, di come si siano irrimediabilmente chiuse le sue speranze, ha spinto Stefania a scrivere una lettera. Un atto di denuncia contro la “malainformazione” su una piaga sempre più dilagante, verso la quale molti continuano a chiudere gli occhi: “Oggi siamo qua, impotenti davanti all’ennesima vita stroncata da un’overdose e rimaniamo paralizzati alla notizia della scomparsa di Riccardo. Un fatto che è riuscito a farci commuovere e forse a farci riflettere – è la premessa di Stefania, a cui segue un fiume in piena di interrogativi - Ma quanto dura questa riflessione? Riusciamo a renderci conto che domani su qualsiasi quotidiano, potrebbe esserci il nome di nostro figlio, del nostro vicino di casa o di nostro nipote, che c’ha fatto sorridere quando l’abbiamo “beccato” una sera al rientro a casa che barcollava un po’, dicendoci che aveva bevuto solo una birra in più? Quanti altri articoli dovremmo ancora leggere prima di renderci conto che quella birra in realtà nasconde tanto altro dietro? Abbiamo letto di Calissano e il commento è stato: “si sapeva che il mondo dello spettacolo era uno schifo”. Cocaina. Abbiamo letto di Lapo. Il commento? “Si sa che dove ci sono molti soldi, c’è anche la droga”. Cocaina. Abbiamo letto di Manolo, di Riccardo e di chi altro ancora? Cosa diciamo ora che non c’è spettacolo, nè tantomeno soldi? Eroina. Ma quanto tempo ancora faremo distinzioni fra cocaina, eroina, ecstasy? Quanto altro tempo ancora cercheremo di non vedere il disagio dei giovani? Perchè si tratta di non voler vedere e non di una nostra ignoranza sulle droghe e i suoi effetti. Tante domande alle quali non si vuol rispondere: forse perchè sappiamo di trovare quella che ci farebbe paura? Pensiamo sempre che certe cose accadono solo agli altri, ma vi siete accorti che noi siamo “gli altri” di fronte agli occhi degli altri?” |
IL MESSAGGERO (Abruzzo) Accoltellato dopo la festa alla fortezza, ricercati dai carabinieri alcuni giovani |
CIVITELLA - Uno ”scherzetto” davvero di cattivo gusto che è costato un ricovero in ospedale ed una prognosi di 15 giorni ad uno studente 18enne di Miano, F.N. E’ accaduto tutto la notte di Halloween, verso le 3,30, all’uscita dalla festa in maschera alla fortezza di Civitella. Finito il divertimento, il gruppo di Miano stava tornando al parcheggio quando, dopo aver incrociato un altro gruppo di coetanei, è iniziata una futile discussione. Il tutto, infatti, sarebbe nato da un bastone portato via dalla fortezza, di quelli usati per continuare a far ardere il falò, sfilato di mano da uno dei giovani del gruppo incrociato lungo la strada per il parcheggio. Uno strattone e poi una tremenda fitta al basso ventre. F.N. non si è reso conto di nulla, così come continua a ripetere ai carabinieri, ma ha comunque riportato una ferita che gli ha sfiorato la vescica, provocata da una lama, probabilmente, quindi, da un coltello. Da una prima ricostruzione dei carabinieri il gruppo di giovani incrociato al parcheggio era con molta probabilità ubriaco. F.N., però, non ricorda nulla. Adesso è ricoverato al reparto di chirurgia del Mazzini con una prognosi di 15 giorni. Non ha comunque rischiato la vita, nè avrà serie conseguenze. Al momento, sia il giovane di Miano, sia i suoi amici, sentiti anche ieri, non sono riusciti a dare indizi validi ai carabinieri, visto che nessuno conosceva i ragazzi incontrati al parcheggio. Le indagini proseguono, ma per adesso è necessario raccogliere quanti più indizi possibile, che possano far risalire gli investigatori all’identità dei giovani aggressori. Per questo, probabilmente, sarà utile anche il contributo degli organizzatori della festa di Halloween alla fortezza e di chiunque abbia partecipato e posso avere qualche utile indizio. |
IL MATTINO IL TENTATO OMICIDIO DI MOSCHIANO Ha sparato al fornaio sotto l’effetto di droghe |
Moschiano. Bruno Santaniello aveva consumato alcol e stupefacenti prima di sparare contro Francesco Addeo. E’ stato lui stesso a dichiararlo nel corso dell’interrogatorio dell’altra notte, assistito dall’avvocato Mattia Trofa, tanto che l’esame si è dovuto anche sospendere. Ma il 24enne moschianese ha mostrato segni di ravvedimento. Ha chiesto più di una volta come stava il panettiere cui aveva attentato. Pallido e sotto shock ha dichiarato di aver avuto paura di un’aggressione da parte di Addeo, dopo avergli richiesto i soldi. Ma ha riconosciuto di aver avuto una reazione spropositata, forse dovuta anche al consumo di alcol ed altro. La perizia tossicologica sarà chiesta dal difensore per il suo assistito che attualmente è stato richiuso nel carcere di Bellizzi Irpino con l’accusa di tentato omicidio e tentata estorsione. Intanto carabinieri e polizia cercano ancora l’arma del delitto, una 7.65 che Santaniello ha gettato in un tragitto di un chilometro, la distanza dal luogo del tentato omicidio al cimitero di Moschiano, dove è stato ritrovato dai militari della Compagnia di Baiano. La sezione scientifica della polizia di stato del commissariato di Lauro ha lavorato tutta la notte nel panificio per ricostruire la dinamica. Sette i colpi sparati e quattro andati a segno sul corpo del fornaio 40enne. Alcuni di spalla ed altri frontali, ricevuti probabilmente quando già si stava accasciando al pavimento ferito ed in una pozza di sangue. Non versa in pericolo di vita, ma è ancora in prognosi riservata Addeo. Sottoposto ad un’operazione per bloccare l’emorragia è adesso degente presso l’ospedale di Nola, assistito dai suoi familiari. gi.sp. |
IL MESSAGGERO (Abruzzo) Minacciò agenti della Stradale |
NERETO - In opposizione al decreto penale del Giudice
per le udienze preliminari del tribunale di Teramo, Giovanni Cirillo, che
lo condannava ad una amenda di 1060 euro e ad una multa di 5.700 euro, il
31enne Fabio Trombini di Nereto, difeso dall’avvocato Gabriele Rapali, ha
ottenuto il giudizio per via ordinaria. Pertanto, comparirà davanti al
giudice monocratico di Giulianova. |
CORRIERE ROMAGNA Schiamazzi notturni nei pressi di un bar |
CASTEL SAN PIETRO TERME - E i residenti di via Mazzini firmano anche contro il bar Corona. Contro gli schiamazzi notturni che definiscono “no-stop”, dovuti alla pressoché continua apertura del bar durante la notte, propongono al sindaco di firmare un’ordinanza che imponga al locale una chiusura più lunga fra l’ora delle stelle e l’alba. Ma anche di questa lettera, protocollata il 5 settembre scorso, il primo cittadino ha dichiarato ieri di essere all’oscuro.“Egregio sindaco - recita la petizione -, siamo cittadini residenti e domiciliati stabilmente in via Mazzini. Le scriviamo per rivendicare il nostro diritto alla quiete, sappiamo che Lei è particolarmente sensibile a questi temi. Da molti anni sopportiamo i disagi che vengono dall’apertura praticamente no-stop del bar Corona. Un bar che ‘chiude’ per una sola ora e dunque attira per tutta la notte clienti di vario tipo: nottambuli, alticci, giovani di rientro dalle discoteche. Con il conseguente corollario di macchine lasciate in moto, impianti stereo lasciati accesi nelle medesime, vociare ben oltre i limiti della tolleranza, schiamazzi, urla, risate. A nulla valgono i nostri richiami, poiché sempre si è presi in giro (soprattutto se si è anziani) e a volte anche insultati. A nulla valgono le proteste ai gestori, che certo cercano di tenere un freno ai loro clienti, ma nulla possono contro i capannelli che si formano appena fuori dal bar. A certe ore non abbiamo più nessuno che ci tuteli: i vigili non ci sono e i carabinieri non rispondono. Chiamare il 112 e farlo arrivare da Imola ci pare poco utile (visti i tempi di intervento). Il risultato è che viviamo con vetri e tapparelle chiuse, per attutire almeno un po’ il rumore (amplificato dai portici). Anche d’estate, con i disagi che potrà immaginare. Perciò Le chiediamo di intervenire, imponendo (come hanno fatto a Imola) orari d’esercizio più consoni all’ubicazione del locale (ad esempio chiusura all’una e riapertura alle ore 5 o alle 6) e rispettosi del nostro diritto al riposo, che una ‘città slow’ dovrebbe certo tutelare maggiormente”. |
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO Centocinque candeline per zia Vita |
Novoli. Centocinque candeline per zia Vita. E’ nata a Novoli il 4 novembre del 1900 Vita Maria Russo, che festeggia oggi con i suoi tanti nipoti e pronipoti un secolo e un lustro di vita. Un compleanno da record per zia Vita, nubile e rappresentante di una nobile famiglia del paese, costretta alla sedia a rotella per un incidente domestico avvenuto una decina di anni fa ma ancora lucida, tanto da richiedere per i festeggiamenti del suo compleanno da record solo una messa, che sarà celebrata a casa. Ricorda con nitidezza tutti gli eventi che hanno segnato la sua esistenza, che ha avuto come punto di riferimento una fede costante, «fino all’età di 91 anni - raccontano - alle sei di mattina, tacchi a spillo, si recava in chiesa per la messa». Il suo piccolo vizio? Un immancabile bicchiere di vino al giorno, «a tavola - dice convinta - non si beve acqua». da.qua
(*) Nota: quando i simpatici vecchietti superano il secolo di vita, negli articoli viene sempre sottolineato l’abitudine di bere un bicchiere di vino. Saranno diventati centenari grazie al vino o nonostante il vino? Fino a che si rimane nella cronaca è lecita qualsiasi interpretazione. Meglio però non farne discendere delle conclusioni scientifiche. “la scienza non deve basarsi su dei fatti per costruire le sue teorie ma, al contrario, costruire le teorie e controllarle con i fatti” (Karl Popper). Se chiedessimo ai centenari se, ai loro tempi, indossavano le cinture di sicurezza o il casco non ne trarremmo degli esempi da seguire. |
ASAPS
Giurisprudenza
di legittimità |
Guida in stato di ebbrezza – Oblazione – Estinzione del reato – Sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente – Applicazione – Esclusione.
Nel caso in cui il
giudice penale abbia dichiarato l’estinzione del reato di guida in stato
di ebbrezza di cui all’art. 186, comma secondo, del codice della strada
per intervenuta oblazione, non è applicabile la sanzione amministrativa
accessoria della sospensione della patente di guida, rimessa, ai sensi
dell’art. 224 comma terzo del codice della strada, al prefetto, che
procede all’accertamento della sussistenza delle condizioni di legge per
l’applicazione della predetta sanzione, richiamandosi agli artt. 218 e 219
dello stesso Codice, nelle parti compatibili. |
WINENEWS
Torino - 02
Novembre
2005
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“Se Del Piero avesse accanto una
bottiglia di buon vino invece dell’acqua minerale credo che sarebbe una
buona cosa per tutti”. Con una battuta il vice presidente del Consiglio
Gianfranco Fini ha così sintetizzato il suo pensiero: “sono convinto - ha
affermato a WineNews - che serva un’azione promozionale per avvicinare i
giovani al consumo corretto e responsabile di vino di qualità. E i
produttori dovrebbero consorziarsi per sostenere questa immagine positiva
del vino ingaggiando dieci testimonial capaci di parlare al pubblico”. Ma
il vice presidente del Consiglio ha anche confermato a WineNews che “il
comparto agroalimentare ed il vino di qualità in particolare sono settori
irrinunciabili per l’economia italiana”.
(*) Nota: l’Italia ha anche aderito al piano europeo per la riduzione dei consumi di alcol. Investire risorse in progetti contrapposti è nella migliore delle ipotesi uno spreco di denaro. |
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IL TIRRENO ubriaca alla guida si scontra con un’auto e un lampione
LA NUOVA VENEZIA ubriaco in centro finisce in manette
IL RESTO DEL CARLINO Si schianta in auto ubriaco: denunciato un settantenne
LA GAZZETTA DI MODENA incidente: scoperte cause, era ubriaco
IL MESSAGGERO VENETO |