Mercoledì 17 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa alcol e guida del 3 novembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


LA GAZZETTA DI PARMA
 
Alcolisti, tre giorni di confronto.
  

L’impegno di oggi per crescere domani. Sarà il territorio di Parma a ospitare « . .. E infine, vi prego di continuare » , il 14 ° Congresso nazionale dei Club degli alcolisti in trattamento. L’evento si svolgerà infatti al Palacongressi di Salsomaggiore domani, sabato e domenica. La tre giorni, che vedrà protagonisti volontari, famiglie e professionisti provenienti da tutt’Italia, ma sono anche attese delegazioni di stranieri, è stata organizzata in collaborazione con il comune della località termale, gli assessorati alle Politiche sociali della Provincia e della Regione Emilia Romagna e l’associazione regionale dei Club degli alcolisti in trattamento.

SESTOPOTERE
 
ASAPS: "GUIDA IN STATO DI EBBREZZA? OK ALLA MODIFICA DEL CODICE DELLA STRADA".

(Sesto Potere) - Forlì - 2 novembre 2005 - Anche nel 2004 l’impegno delle forze di Polizia per contrastare il fenomeno della guida in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di stupefacenti, non è mancato, + 40% i controlli e + 21% i positivi individuati. Il fenomeno nel suo complesso rappresenta però un’emergenza i cui esatti contorni non sono ancora ben definiti. Secondo stime dell’Istituto Superiore di Sanità, almeno il 30% degli incidenti gravi è alcolcorrelato. Come dice al Centauro il dr.Franco Taggi dell’ISSS: "oltre al milione di alcolisti e ai tre milioni di bevitori eccessivi (stimati dalla SIA, Società Italiana di Alcologia), nel nostro paese, come in altri, l’uso di sostanze stupefacenti ha preso una brutta piega. In particolare, la cocaina sembra dilagare tra giovani e giovanissimi. A peggiorare le cose, poi, c’è il fatto che queste sostanze vengono assunte in genere insieme ad alcol: e questo rende il tutto più pericoloso, sia per la salute (la cocaina, ad esempio, è micidiale per il sistema cardiocircolatorio, specie se associata all’alcol) che per la guida. Alcol e droghe sono i fattori più negativi per la sicurezza stradale: volendo azzardare una stima (visto che dati di valenza nazionale non ce ne sono), non si esagera dicendo che un incidente grave o mortale su tre è determinato dalla guida sotto l’influenza di queste sostanze. Il loro effetto, sommato a quello dell’alcol, rende ancora più fosco il quadro."
Forte il contributo della riforma della legge 214/2003, anche per la possibilità di sottoporre ad accertamenti a campione tutti i conducenti, che ha determinato un significativo aumento dei controlli realizzati nel 2003 e nel 2004. E’ infatti emerso che la percentuale di persone che guidano in stato di ebbrezza è più elevata di quella che si riteneva in passato. Nel 2005, la sola Polizia Stradale ha accertato che circa il 10% dei conducenti controllati guidava in stato di ebbrezza ed il dato, pur allarmante, si riferisce alla sola viabilità extraurbana. Nelle notti del fine settimane le positività ai controlli sono circa il 18%, con punte del 25%, nelle fasce d’età degli ultra trentenni nell’orario che va dalle 02 alle 06.
Rimane comunque soprattutto tra i giovani, il forte aumento della propensione al consumo di alcol, (pericolosissimo per i ragazzi anche in quantità modeste) e di sostanze stupefacenti. Tutto questo rappresenta, perciò, una situazione molto grave che richiede interventi incisivi e mirati.
"A fronte di tale situazione - afferma Giordano Biserni, presidente Asaps - le sanzioni penali attualmente previste dagli articoli 186 e 187 CDS per chi si pone alla guida di un veicolo in stato di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di stupefacenti, non risultano adeguate alla reale gravità del fenomeno e, perciò, non svolgono più un’efficace azione deterrente. Per comprendere tale effettiva inadeguatezza, basti pensare che tali comportamenti, che compromettono in modo molto grave la sicurezza stradale sono oggi puniti assai meno pesantemente di chi abbandona un animale, anche se questo non è pericoloso. Per garantire una maggiore efficacia alle disposizioni degli art 186 e 187 del Codice della Strada, è stata approvata dal Senato una modifica che interviene su quelle norme in modo significativo soprattutto per quanto riguarda l’aumento delle sanzioni penali per guida in stato di ebbrezza alcolica ovvero sotto l’effetto di stupefacenti e l’equiparazione delle sanzioni e delle misure cautelari per il rifiuto di sottoporsi ad accertamento a quelle previste per l’accertamento della condotta illecita".
L’Asaps auspica che la Camera dei Deputati confermi le modifiche approvate dal Senato, per consentire una spinta decisiva al contrasto dell’alcol alla guida che ci allinei, finalmente, agli altri Paesi europei.
(Sesto Potere).

IL MESSAGGERO (Pesaro)
 
«Attento, l’alcol è l’amico che ti frega»
Iniziativa della Provincia nelle scuole medie inferiori. I 13-14 anni fascia d’età a rischio.

Ha preso il via, per il secondo anno consecutivo, il progetto “Alcoladolescenza”, promosso dalla Provincia di Pesaro e Urbino e rivolto in particolare agli alunni delle terze medie inferiori di alcuni istituti del territorio (gli istituti comprensivi di Montefelcino, “Binotti” di Pergola, “Bramante” di Fermignano, “M. Tocci” di Cagli, “Pomodoro” di Orciano, “Penserini” di Macerata Feltria, “Pellipario” di Urbania, “Pascoli” di Urbino, “Fermi” di Mondolfo e la Scuola Media Statale “Pian del Bruscolo” di Tavullia), ma anche ad insegnanti, genitori e cittadini. Chiaro il messaggio, come ricordato dallo slogan che accompagna il progetto: “L’alcol è l’amico che ti frega”, per dire “no” al consumo ed abuso di alcolici.
«Con i ragazzi - evidenzia l’assessore provinciale alla Tutela della salute e politiche sociali Graziano Ilari, promotore dell’iniziativa - non basta ricordare i rischi a cui vanno incontro. In collaborazione con gli operatori dell’associazione ‘Algor di Fano’ stiamo intraprendendo percorsi di riflessione sull’argomento per aiutare gli adolescenti ad individuare stili di vita positivi, capaci di piacere e di felicità, senza l’uso di alcuna sostanza. Ci piace pensare ad un giovane capace di dire: “No all’alcol perché mi fa male, sì alle mie giornate, alle amicizie, ai divertimenti senza alcol perché sto bene con me stesso e con gli altri“».
La decisione di parlare di alcol a ragazzi di 13 – 14 anni, all’interno delle scuole medie inferiori, nasce dall’osservazione che il consumo di alcol e di altre sostanze tende ad insorgere e svilupparsi soprattutto in età adolescenziale.

 
LA PROVINCIA DI SONDRIO
 
lotta senza tregua alle stragi del sabato sera Carabinieri e polizia non abbassano la guardia: altre 16 patenti ritirate per l’alcol.

(r.c.) Ormai è diventata semplicemente una questione di cifre, un bilancio da aggiornare quotidianamente. E che conferma che quella della guida in stato di ebbrezza è una vera e propria emergenza. Soltanto nell’ultimo fine settimana, quello del ponte per la festa dei Santi, sono 16 le patenti ritirate da carabinieri e polizia stradale. La settimana precedente erano state addirittura 46 le patenti ritirate (38 dai carabinieri e 8 dalla polizia). Cifre allarmanti, soprattutto tenendo conto che si riferiscono esclusivamente alle serate del weekend e che il dato andrebbe integrato con le denunce effettuate dalle forze dell’ordine anche durante le serate dei giorni feriali. Il troppo frequente verificarsi di gravi incidenti stradali, quasi sempre il venerdì e il sabato sera e molto spesso con vittime tra i giovani e i giovanissimi, ha spinto da tempo i carabinieri del comando provinciale di Sondrio e la polizia a intensificare i controlli sulle strade, facendo anche largo uso del test alcolmetrico. Chi supera la fatidica soglia dello 0,50 di tasso alcolico va incontro inevitabilmente alla sospensione della patente e alla denuncia per guida in stato di ebbrezza. Cifre alla mano, quella operata dai militari e dagli agenti che pattugliano le strade è una vera e propria falcidie. A preoccupare non è tanto il numero degli automobilisti sorpresi ubriachi al volante, quanto la percentuale delle persone che risultano positive al test: quasi una su quattro. Il dato la dice lunga sulle condizioni di sicurezza delle strade di Valtellina e Valchiavenna nelle serate del weekend o dei giorni festivi. Per questo polizia e carabinieri non accennano a diminuire la pressione, organizzando posti di controllo sulle strade tutti i giorni e, in particolare, proprio nel weekend. Contemporaneamente, però, i vertici delle forze dell’ordine non si stancano di invocare interventi di più ampia portata e in grado di minare alla base quella sottocultura giovanile dello sballo del sabato sera che porta i ragazzi a cercare emozioni nell’alcol e negli stupefacenti.

IL GAZZETTINO (Padova)
 
L’ultima moda in alcuni circoli rischia di provocare danni irreparabili soprattutto ai minorenni che assumono superalcolici senza il controllo di nessuno
Free drink: paghi un fisso e bevi quanto vuoi Salvatore Solimeno, Siae: «Ci vogliono più controlli anche da parte dei genitori per le feste organizzate in casa».

Che succede nel panorama del divertimento dei più giovani a Padova? Qualcosa che dovrebbe costringere tutte le famiglie a rizzare le orecchie, specialmente se lo dice, prima come padre e poi come professionista, il direttore della Siae, i cui uomini queste situazioni le incontrano sempre più spesso. Può succedere dunque che nelle feste del sabato e della domenica pomeriggio per i minorenni in alcuni locali si faccia la "free drink", ovvero per entrare si paga un fisso che dà diritto a bere quanto si vuole. Succede che le feste in casa si trasformino in sballi collettivi, perché i giovani fanno pagare i loro coetanei e con quei soldi acquistano superalcolici che consumano ovviamente senza il controllo dei genitori che li lasciano soli.
Il fatto che alla festa dell’Amusement di cui abbiamo parlato ieri non fossero in regola con la Siae e che si siano per questo beccati una multa passa quasi in secondo piano, se non fosse che sui 14 locali passati a tappeto per Halloween, tre ospitavano feste senza permesso.
«Sono genitore di un ragazzo di 15 anni (e di una ragazza di venti) - dice il direttore della Siae - e da qualche anno soprattutto fra i teen agers è diventato di moda partecipare o organizzare feste e festine che hanno al centro una trasgressione a base di generose bevute di super alcolici. Ora se queste feste sono quelle organizzate nei pomeriggi della domenica o dei sabati dai locali pubblici, sono i gestori ad essere chiamati eventualmente a rispondere di somministrazioni di bevande e cocktail alcolici a dei minori. Lo stesso vale per i famosi circoli, dove peraltro pare stia prendendo piede l’uso disinvolto di una modalità di somministrazione detta "free drink", cioè puoi pagare un tot come prima consumazione facoltativa o obbligatoria e poi bere senza limiti, tuttavia anche nel caso dei circoli esistono strumenti e possibilità di controllo».Da questo punto di vista il problema si pone invece per quelle feste organizzate in casa «dove sono gli adulti, segnatamente siamo noi genitori ad essere chiamati in causa, siamo noi che dovremmo garantire che una naturale voglia di divertimento, si mantenga entro i limiti fisiologici, vietando ad esempio che circoli in queste feste l’alcool, che magari viene procurato saccheggiando le nostre stesse riserve, ovvero acquistato in "quantità industriale" dai ragazzi che organizzano, e vorrei sapere chi glielo vende, grazie a collette o veri e propri prezzi imposti ai partecipanti. Al riguardo, e parlo da direttore Siae, in certi casi non può essere così pacifico che si agisca in regola con la legge di tutela del diritto d’autore e delle imposte sugli intrattenimenti e trattandosi di minori in questi casi siamo noi genitori a doverne rispondere.«Soprattutto quello che noi genitori dovremmo evitare in questi casi è di andare via e lasciare la casa letteralmente in mano ai propri figli minorenni, come purtroppo pare che accada. In questo modo si creano, anzi si favoriscono, tutte quelle condizioni che possono trasformare "il tempo delle mele" di una bella festa in taverna, anzichè in mansarda, in una brutta esperienza o purtroppo perfino in qualcosa di tragicamente di più. Basti pensare ai pericoli in agguato, choc o coma etilici o ai rientri ad esempio in motorino da queste feste, magari un po’ "bevuti"».
Mauro Giacon.

IL GIORNALE DI VICENZA
 
Lungo la statale un incidente con tre auto coinvolte: tutti i conducenti avevano bevuto troppo. E numerosi i ragazzi finiti in ospedale
Halloween, notte di (giovani) ubriachi.

(d. n.) Una festa che si è trasformata in un secondo carnevale. Ma, dello spirito carnascialesco, ha ereditato la parte peggiore, e cioè quella dell’eccesso: la nottata di Halloween ha registrato, nel Vicentino, una lunga serie di episodi di cronaca, dagli atti di vandalismo gratuito alle aggressioni immotivate. E, fra l’altro, ha fatto scoppiare il caso di coloro che per divertirsi abusano dell’alcol. Lungo la statale 11, fra Vicenza e Altavilla, si è verificato un incidente stradale con tre vetture coinvolte: all’alcoltest al quale li ha sottoposti la polstrada i tre automobilisti sono risultati tutti positivi. Per non parlare dei numerosi ragazzi finiti al pronto soccorso per aver esagerato con le bibite.
L’incidente è avvenuto verso le 3 e le cause sono in corso di accertamento da parte della polstrada di Schio. A scontrarsi, in un tamponamento multiplo in cui un’auto ha preso fuoco, sono state la Bmw 730 guidata da Davide Baldo, 30 anni, di Zermeghedo, la Citroen Zx condotta dall’indiano Parmjit Singh, 21 anni, residente a Montecchio Maggiore e la Fiat Bravo con al volante Roberto Magli, 38 anni, di Costabissara. Nello scontro i tre conducenti sono rimasti feriti in maniera non grave; la Citroen è stata distrutta dalle fiamme. Tutti sono risultati positivi all’etilometro, con tassi superiori ad 1, più del doppio del consentito. Per questo gli agenti dell’ispettore capo De Virgilis li hanno denunciati in procura per guida in stato di ebbrezza ed hanno ritirato loro la patente.
Quella notte, peraltro, tutti i pronto soccorso degli ospedali della provincia sono stati presi d’assalto da persone che hanno avvertito dei malori. Il motivo era spesso il solito: avevano partecipato a feste, cene o ritrovi ed avevano esagerato con vino, birra e superalcolici. Il dato preoccupante è che molte di queste persone che si sono rivolte ai medici sono ragazzi molto giovani, i veri partecipanti della festa collettiva che pur fra molte perplessità si sta diffondendo anche nel Vicentino. Più che un divertimento innocente per bambini, però Halloween rischia di trasformarsi in un’occasione per eccedere con tutti i rischi che questo comportamento comporta.
I medici hanno curato i casi più seri, per molti è bastato attendere qualche ora per riprendersi dalla sbornia che in giovane età può creare disturbi soprattutto in coloro i quali non sono abituati a bere alcolici.

IL MESSAGGERO (Umbria)
 
stazioni di servizio in balia delle bande che escono dalle discoteche Paura di notte al bar, in soccorso i vigilantes
«Arrivano imbottiti di alcol e droga, vogliono entrare, noi ci difendiamo»
di LUCA BENEDETTI .

Il pieno l’hanno fatto prima, ballando e sballando in chissà quali locali. Lì, lungo la E45, dove la strada li riporta a casa, in genere verso Roma, cercano soltanto un rabbocco. Di alcol, certo, ma chissà cosa succede nei parcheggi e nelle piazzole di sosta. L’alcol lo vedi nei resti delle bottiglie, l’altra benzina no, a meno che non sia roba pesante. Dieci, venti, trenta. A volte arrivano tutti insieme quando l’alba sta lasciando lo spazio al giorno. Arrivano, non fanno la fila, non aprono le porte, quasi le buttano giù. E quando entrano nelle stazioni di servizio inizia la roulette.
«Una volta- racconta Rossana Stefanelli, bar ”Le Querce ”, solo donne dietro al bancone di Montebello - una ragazza è stata anche ferita. E’ volato un coccio di quelli che teniamo in vendita. Oramai è anni che avanti così. Sono alticci, qualcuno anche fatto , magari di ecstasy. E’ difficile tenerli a bada. Pagano? Bè, in genere la prima bottiglia o il primo bicchiere sì, ma non sai mai quello che possono portarti via. E poi se tra loro scatta la scintilla sono guai». Guai significa che un’occhiata strana o una spalla che sfiora una schiena, può far scatenare anche una rissa. «Sembra strano, ma le più agitate sono le donne». Adesso le stazioni di servizio della Orte-Ravenna che lavorano col sorriso, si difendono con la vigilanza privata.
Lungo la strada che riporta a Roma («ma - racconta Rosanna - per gli appuntamenti importanti arrivano anche da Napoli»)il terrore va in scena dalle sei e mezzo alle sette e mezzo della domenica. Parcheggi pieni di ragazzi forchetta d’età tra i diciotto e i venticinque anni. Resiste qualche trentenne che non riesce a mollare la vita della notte dura. Entrano, a volte alzano la voce, altre alzano le mani. Va avanti da anni e nei bar si sono organizzati. Ancora Rosanna: «E’ qualche hanno che abbiamo messo i buttafuori e i vigilantes. In genere durante il fine settimana. L’ora critica va dalle sei e mezzo alle sette e mezzo, la domenica mattina, dopo la chiusura delle discoteche più alla moda. Più volte abbiamo avuto problemi. Adesso, qualche volta, chiudiamo, ma i vigilantes restano dentro. Perché nonostante ci siano le porte chiuse, qualcuno vuole entrare lo stesso».
Qualche chilometro più a sud al sorriso di Rosanna si sostituisce quello di Elena Nesta, bar ristorante ”l’Anfora”, a cinquecento metri dall’uscita per Deruta.
«I vigilantes? Il sabato sera li teniamo anche noi. Due o tre. Altrimenti con quelli che escono dalle discoteche come si va avanti? Cosa succede? Basta vedere qua fuori». Qua fuori è il grande parcheggio che finisce vicino al prato. nascosta nell’erba c’è una siringa usata. L’ultima puntata dei vigilantes e dei baristi che si difendono dalle ”bande” della notte , c’è stata per Halloween. Ancora orde, ancora ragazzi fuori di testa, ancora paura, ancora divise private a difendere chi lavora, chi tiene lindo e pulito il bar e ti accoglie sempre sol sorriso. Ma la notte no, la notte lungo la E45 c’è sempre la paura a farla da padrone. La paura che l’alba della domenica diventi la palestra di chi deve sfogare la benzina conquistata dopo una notte di ballo e di sballo.

IL GIORNALE DI VICENZA
 
Il drammatico racconto di due ragazze costrette a rapporti incestuosi
«Violentate da nostro papà» L’uomo si difende: «Falso»
Il gup rinvia a giudizio il muratore anche per maltrattamenti alla moglie
di Ivano Tolettini.

Una storia terribile. Un uomo è accusato di essere stato l’amante delle figlie. Avrebbe approfittato dell’assenza da casa per lavoro della moglie per insidiare le sue “bambine”. In altre occasioni, invece, quando rientrava ubriaco a casa si sarebbe trasformato in un genitore depravato, sfogando i suoi istinti.
Botte, intimidazioni e un clima domestico molto pesante. Ma oltre a usare le maniere forti, avrebbe abusato sessualmente delle due figlie minori. Con una, addirittura, i rapporti incestuosi sarebbero stati completi, mentre l’altra l’avrebbe palpeggiata nelle parti intime.
«Non è vero, sono accuse infondate, credetemi, sono ritorsioni perché il matrimonio è andato a rotoli», sostiene l’uomo, F.I. (le iniziali sono a tutela delle vittime altrimenti identificabili) di 48 anni, che tra il ’93 e ’99 in città e in un centro dell’immediata periferia avrebbe scaricato la sua libidine sulle figlie.
Ieri mattina il gup Agatella Giuffrida ha ordinato il suo rinvio a giudizio davanti al tribunale collegiale il 12 maggio dell’anno prossimo. L’imputato, che è difeso dall’avv. Raffaelle Cinnella, oltre che di violenza sessuale deve rispondere di maltrattamenti nei confronti di moglie e figlie, e di violenza privata. «Se racconterai a qualcuno del nostro segreto ti farò del male», avrebbe detto a una delle due.
Il lungo capitolo delle odiose accuse è l’immagine di un calvario familiare. A tratteggiarlo a distanza di anni dalle presunte violenze fu la mezzana durante i colloqui con lo psicologo. Era traumatizzata dalle esperienze vissute da bambina. Solo in parte aveva rimosso.
A distanza di anni è riuscita a parlarne. Nel frattempo i genitori si erano separati e ha trovato la forza di descrivere le ipotetiche molestie sessuali che si sono trasformate in avances sempre più spinte fino a essere costretta a subire un rapporto sessuale, «togliendole il pigiama e la biancheria intima, e tappandole la bocca con una mano».
Il muratore aveva sposato una vicentina. Nell’80 era nata la figlia più vecchia, poi, col trascorrere del tempo, i rapporti coniugali erano diventati sempre più tempestosi fino a quando si sarebbero tramutati in violenze gratuite. Dal matrimonio erano nate altre due figlie.
L’uomo avrebbe schiaffeggiato la moglie e, in una occasione, le avrebbe fatto sbattere la testa contro una parete. La poveretta era stata medicata al pronto soccorso e la prognosi era stata di un paio di settimane.
In un’altra occasione l’avrebbe colpita con un pugno, picchiandola comunque per futili motivi e offendendo la sua onorabilità, anche alla presenza di terze persone.
Il pm Giorgio Falcone dopo avere ricostruito la vicenda, ha chiesto il rinvio a giudizio perché a suo avviso gli indizi sono pesanti e concordi. Le testimonianze raccolte sono state coincidenti e non c’è pericolo, a suo avviso, che si tratti di una sorta di congiura contro un uomo dalle caratteristiche violente. Potrà esserci del rancore, ma per quello che hanno dovuto subire, non già per avere inventato uno stile di vita e dei comportamenti che appaiono realmente avvenuti.
La moglie e due delle tre figlie si sono costituite parte civile con l’avvocato Caterina Evangelisti Franzaroli.
La più vecchia, interrogata anch’essa dagli agenti dell’Ufficio minori della questura, ha negato di essere mai stata molestata.
«Sono accuse false, non riesco a capire perché si sono inventate queste storie assurde, solo per farmi del male», ha ripetuto in questi anni il muratore che se fosse riconosciuto colpevole andrebbe incontro a una pena molto pesante.

IL MESSAGGERO (Viterbo)
 
Al setaccio la Viterbo by night: chiuso un bar
Controlli anche in pub e discoteche: molte le infrazioni. Tutto in regola a S. Pellegrino .

Gli uomini della Questura, nell’ambito dei servizi di monitoraggio e vigilanza del territorio predisposti dal nuovo questore, Raffaele Micillo, hanno messo sotto stretta sorveglianza la Viterbo by night. Un mondo solo apparentemente nascosto che coinvolge fino all’alba migliaia di persone, soprattutto giovani. Da sabato scorso sono inziati, infatti, una serie di controlli da parte della divisione della polizia amministrativa e sociale che, insieme alle squadre volanti, hanno passato al setaccio gli esercizi pubblici e i locali notturni del centro e della periferia: bar, ristoranti, discoteche, pub, sale giochi. E le sorprese non sono mancate. «Tantissime le infrazioni per le quali sono state elevate sanzioni pecunarie amministrative», evidenzia il dirigente della Divisione, Francesco Monaco. E proprio in seguito a questi controlli ieri mattina un bar del centro storico, trovato addirittura sprovvisto di licenza, è stato chiuso. Ma le infrazioni riscontrate hanno riguardato anche la somministrazione di alcolici a minori, l’intrattenimento con orchestre senza la dovuta autorizzazione, mancanza dei requisiti di legge per la detenzione di videogiochi. Tantissimi gli avventori, in prevalenza giovani tra i 16 e i 30 anni, identificati dalla polizia.
L’altra sorpresa arriva dal quartiere San Pellegrino. Lì, dove da anni esiste un contenzioso tra residenti ed esercenti dei locali per i rumori molesti, soprattutto di notte, gli uomini della Questura non hanno riscontrato alcun tipo di irregolarità. Nessuna sanzione pecuniaria è stata elevata.
«I controlli - avverte Francesco Monaco - proseguiranno, specialmente nei weekend».

IL GAZZETTINO (Treviso)
 
Altri sei denunciati per i tafferugli tra albanesi e africani in via Roma dopo le botte tra italiani e sudamericani di tre giorni fa in piazza Pola
Risse tra immigrati, è un’emergenza
Stamattina verranno processati per direttissima i protagonisti del grave scontro avvenuto a Maser.

Un altro intervento delle Volanti della Questura, altri sei identificati e denunciati, un’altra rissa tra extracomunitari. O meglio, l’ennesima della serie tra extracomunitari, anche se nell’ultima settimana se ne sono registrate due anche tra studenti italiani e cinesi e appartenenti a Forza Nuova e stranieri.
Questa volta l’intervento è stato eseguito alle 14 di lunedì in via Roma, tra un gruppo di albanesi e uno di africani che dopo una lite non si sa in che lingua - si sono picchiati di santa ragione finchè la gente che assisteva ha chiesto l’intervento della Questura.
Sei i ragazzi che sono stati portati in ufficio dalle Volanti, riconosciuti e denunciati. I tre africani sono cittadini del Burkina Faso e della Costa d’Avorio.
Il timore è che gli scontri - di cui spesso è impossibile comprendere i motivi scatenanti - possano dare adito a faide che si trascinano e che magari potrebbero degenerare in futuro; la preoccupazione è rivolta anche ai locali notturni in cui - causa l’alcool - è anche più facile che gli animi si riscaldino.
In piazza Pola, tre giorni fa, era stata una questione un po’ più grave (anche se poi non si è proceduto per questioni a sfondo razziale): gli italiani non volevano che degli stranieri si aggirassero poco rispettosamente di fronte alla fontana che ricorda le vittime delle foibe.
Botte da orbi per motivi futili come il troppo vino e le ragazze , anche alle fiere di San Luca, nello scorso week end quando due gruppetti di visitatori delle Fiere se le sono date di santa ragione per i consueti apprezzamenti indesiderati: questa volta però i protagoinisti erano trevigiani contro un marito sudafricano.
Un’altra maxi rissa si era verificata a Maser nella notte tra domenica e lunedì scorso davanti al locale "El Caribe" gestito da una domenicana e situato nello stesso stabile occupato dal ristorante - trattoria "All’Ostricaro". Quella sera sono stati protagonisti sette albanesi contro un numero imprecisato di sud americani. A riportare la peggio sono stati i primi, sei dei quali sono stati costretti a ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale di Montebelluna per profonde ferite da taglio riportate all’addome, alla schiena ed in varie parti del corpo. I sette albanesi sono stati arrestati per rissa aggravata: la direttissima sarà oggi in Tribunale.

CORRIERE ROMAGNA
 
SUICIDIO SVENTATO.

(…) Un suicidio è stato invece sventato grazie all’intervento di due cittadini pronti a salvare un 25enne residente a Riccione che ieri pomeriggio si è buttato in mare, attorno alle 17.30 all’altezza del bagno 57, per porre fine alle sue pene d’amore. Il giovane, dopo una concitata telefonata, si è incamminato in acqua con il cellulare all’orecchio per poi gettarsi tra i flutti, ma è stato tratto in salvo da due passanti che si sono gettati in mare. Il 25enne, alterato dall’alcol, è stato trasportato in ospedale, ma se l’è cavata con un lieve principio di assideramento. (…).

IL MESSAGGERO (Ostia)
 
Indagini della polizia e inchiesta interna della direzione Asl sulla tragica fine di un clochard al “Grassi”
Muore mentre aspetta il medico
Quasi 17 ore di attesa in ospedale prima che qualcuno si occupasse di lui
di GIULIO MANCINI .

E’ entrato al pronto soccorso in serata con una banale sbornia classificata come l’emergenza di livello più basso, il codice bianco. Ha atteso 17 ore prima di essere visitato e quando i medici l’hanno fatto è morto.
Sono le prime anticipazioni di un’indagine interna avviata dalla direzione generale della Asl una circostanza inquietante avvenuta una settimana fa, il 27 ottobre. Teatro dell’episodio, sul quale da ieri sono stati interessati anche gli organi di polizia, è stato il pronto soccorso dell’ospedale ”Grassi”. Un uomo, straniero senza fissa dimora, è deceduto dopo aver aspettato una visita per molte ore. Secondo una versione dei fatti accertata dalla commissione sanitaria incaricata di indagare, l’attesa sarebbe durata più di diciassette ore nel corridoio del reparto.
Il paziente, privo di documenti e in stato di ebbrezza, era stato accompagnato al pronto soccorso da un’ambulanza e registrato in ingresso verso le 16,15 di mercoledì 26 ottobre. All’esame obbiettivo il medico di turno ha valutato che le condizioni del paziente non richiedessero protocolli di urgenza classificandole al più basso livello nella scala di emergenze, il cosiddetto codice bianco. Per questo motivo lo straniero è stato sistemato su una lettiga nel corridoio, in attesa di smaltire le altre urgenze prima di occuparsi di lui.
A questo punto le versioni fornite dai sanitari coinvolti nella vicenda si differenziano. In particolare emergerebbe che il turno di visita del clochard, piuttosto noto per essere stato già altre volte al pronto soccorso nelle settimane precedenti, sarebbe giunto solo alle 9,30 del mattino del 27. Un intervento tardivo, considerate le condizioni di salute estreme del malato, deceduto pochi minuti dopo.
La notizia della morte è stata accolta con allarme dalla direzione generale dell’azienda sanitaria. «Già a fine settembre - ricorda la general manager, Giusy Gabriele - era stato trovato nel parco uno straniero morto e dimenticato da tre giorni. Per questo sulla nuova vicenda ho istituito una commissione d’indagine per chiarire sino in fondo la circostanza e dare tutela dei diritti che appartengono a ogni paziente del nostro ospedale. E’ stata chiesta una relazione dettagliata dell’accaduto agli addetti alla sorveglianza, sono stati controllati i referti e ascoltati i sanitari interessati».
Le conclusioni dell’inchiesta interna sono ancora lontane ma l’impegno della dirigenza nella salvaguardia della dignità umana anche per l’ultimo dei pazienti sarà affiancata anche da un’indagine giudiziaria. Il dirigente del commissariato Rosario Vitarelli ha avviato una prima ricognizione per stabilire quali ragioni abbiano ritardato l’identificazione del deceduto. Il clochard, infatti, a distanza di una settimana non ha ancora un nome nè riferimenti utili per risalire ai parenti.
E’ ancora forte l’impressione suscitata dal ritrovamento, il 27 settembre, del romeno Gheorghe Musat, 48 anni, morto per un’emorragia nel parco del “Grassi” dopo essersi autodimesso, firmando la cartella clinica del reparto. Il cadavere del senzatetto è rimasto per tre giorni nel giardino prima di essere rinvenuto.

IL GAZZETTINO (Udine)
 
SAN VITO AL TAGLIAMENTO Il referente di zona ipotizza l’esistenza di un cartello tra gli acquirenti per fare speculazione
Crolla il prezzo dell’uva, ma non del vino
Bilancio della Coldiretti sulla vendemmia 2005: sono state registrate punte del 60% in meno.

Bilancio della Coldiretti sulla vendemmia 2005 del mandamento sanvitese: a preoccupare è il notevole abbassamento del prezzo dell’uva con punte del 60 per cento in meno. Ventilata anche l’esistenza di un cartello tra gli acquirenti dell’uva per fare speculazione. «Rispetto alla produzione del 2004 ha raccontato Giorgio Romano, esponente delle Coldiretti di San Vito, riferendosi a una situazione generale del territorio -, abbiamo rilevato, come media generale, che c’è stato un calo che si attesta tra il 20 e il 25 per cento». Questo dato è paragonato comunque all’annata record dello scorso anno e le cifre del 2005 sarebbero quindi quelle che più si avvicinano ad un numero equo rispetto alla produzione. È stato evidenziato poi che il clima ha favorito i profumi e sapori dell’uva così come la purezza delle uve. «Sebbene all’inizio della vendemmia fosse stato lanciato l’allarme che le piogge potessero danneggiare l’uva ha spiegato Romano -, il pericolo è stato scongiurato perché una vendemmia rapida ha permesso di risolvere la situazione». Alla fine, sotto l’aspetto tecnico, le quantità sono state soddisfacenti, non eccezionali, negli standard normali. La qualità dell’uva è mediamente buona. «Il punto dolente ha sottolineato il referente della Coldiretti di San Vito - è il prezzo dell’uva con punte anche del 60 per cento in meno rispetto al passato». Ad esempio, per il Pinot grigio, punta di diamante della produzione friulana all’estero, si è passati da 1.10 euro al chilo del 2004 ai 0.40 centesimi di euro di quest’anno. Il Merlot addirittura è arrivato a 0.15 centesimi al chilo rispetto ai 0.40 del 2004. «Questo significa che adesso molto probabilmente ci sarà la contrazione dei redditi del comparto viticolo che riusciva a trainare tutto il settore agricolo. Una situazione che s’inserisce in un quadro generale già minato dalle difficoltà del comparto zootecnico e seminativo».Intanto qualcuno fa fatica a capire perché i prezzi della vendita al dettaglio non sono al ribasso, facendo emergere un salto tra il settore della produzione e quello della commercializzazione. «Una mia sensazione ha spiegato Romano - è che potrebbe essersi innescata una speculazione da parte degli acquirenti dell’uva che in pratica hanno fatto cartello tra di loro, contribuendo a questo gap». È stato quindi ipotizzato che tutte le principali realtà del settore viticolo del Friuli, si siedano attorno ad un tavolo e prendano nuovamente in mano il settore commercializzazione.

JOINTOGETHER.ORG
College Students Who Smoke More Likely to Binge Drink.

A study of Minnesota college students found that those who smoke are more than twice as likely to binge drink as their nonsmoking peers, the St. Paul Pioneer Press reported Oct. 26.
Students were surveyed at 17 schools. Twenty-eight percent of nonsmokers said they drank five or more drinks at a sitting within the previous two weeks, compared to 67 percent of smokers. Cars, bars, and parties were the most popular places to smoke, students said.
"When you see smokers having high-risk drinking rates at two to three times that of nonsmokers, something’s going on here," said Ed Ehlinger, chief health officer at the University of Minnesota’s Boynton Health Service.



Venerdì, 04 Novembre 2005
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK