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Rassegna stampa alcol e guida del 1 novembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


CORRIERE DELLA SERA (Cronaca di Roma)
Vorrei raccontare ai lettori del Corriere della Sera una ….
  

Vorrei raccontare ai lettori del Corriere della Sera una storia triste, ma che forse potrà aiutare qualcuno a non ripetere gli stessi errori. Eccola: trentasei anni fa un ragazzo che abitava in un’altra città cominciò a bere un paio di aperitivi al giorno con un amico. Lo faceva senza una vera necessità, ma soltanto così, tanto per vedersi e fare due chiacchiere in compagnia. Poi l’amico continuò a prendere i suoi due aperitivi al giorno, e nemmeno ogni giorno. Invece quel ragazzo cominciò a prenderci gusto, ed aumentare il numero degli aperitivi consumati ogni giorno. Piano piano poi, la sera, prese a concedersi un amaro, talvolta due.
E senza accorgersene, si rese conto che se beveva un po’ di più si sentiva più "forte", più sicuro di sè, più pronto ad affrontare le difficoltà inevitabili e i problemi di ogni giorno. E così infatti continuò aumentando mese dopo mese i bicchieri di aperitivi, amari, birre e altri alcolici.
Passò qualche anno e il ragazzo, ormai diventato adulto, entrò a lavorare in una azienda: il suo impiego prevedeva un continuo contatto con il pubblico, che spesso gli poneva quesiti, questioni o problemi da risolvere. E il ragazzo, cominciando a bere anche di mattina, si accorse che con un bicchiere in mano risolveva tutto più facilmente, le tensioni sembravano allentarsi, i problemi non gli sembravano più così insormontabili come da sobrio o almeno così gli pareva.
E lentamente diventò schiavo dell’alcol. Beveva dal mattino alla sera, cambiando anche sei bar al giorno per la vergogna di non farsi vedere o capire. Ma tutti vedevano e capivano.
Un giorno si senti male in casa, cadde per terra e fu portato all’ospedale dove negò ai medici anche l’evidenza davanti alle analisi del sangue che dimostravano come fosse diventato un alcolista. Negò, continuò a negare, come aveva sempre negato ai suoi, agli amici, a tutti.
Dopo un paio di notti allucinanti in delirium tremens trascorse in ospedale, e altri giorni di degenza, con la pazienza dei familiari e soprattutto l’ amore della moglie che non l’ha mai abbandonato, il nostro povero uomo ha iniziato a frequentare , anche mentre continuava a bere, i gruppi di Alcolisti Anonimi. Dopo circa due mesi di riunioni con il gruppo, decise di colpo, senza una vera ragione, di smettere di bere per 24 ore, poi altre 24, poi ancora e ancora. E oggi sono 20 anni e 7 mesi che non beve nulla, ma proprio nulla, nemmeno un cioccolatino al liquore.
La storia, noiosa forse per la maggior parte dei lettori, di certo persone sobrie, può essere utile a qualcuno che convive con questa malattia, (non chiamatela vizio, per carità). Ma può essere che fra chi legge ci sia qualcuno che sia già caduto nella trappola mortale dell’alcol, oppure che abbia un alcolista fra i suoi parenti e amici e non sappia come aiutarlo a salvarsi. Non bisogna mai darsi per vinti, il modo per uscirne c’è sempre, non si deve perdere la speranza.
Grazie per aver letto sin qui.
Roberto, Alcolisti Anonimi Roma.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
il retroscena Filippo Cucumazzo avrebbe ferito Vincenzo Masella che dubitava del suo spessore di malavitoso
«Sono un vero criminale». E spara
Un uomo fermato dalla polizia per il ferimento di Poggiofranco.

Una storia tutta barese, commenta qualche esperto poliziotto. La sparatoria che si è consumata a Poggiofranco nella notte tra il 27 e il 28 ottobre sarebbe stata ispirata da un banale litigio e non dallo storico conflitto tra clan per il controllo del territorio, anche se vicini alle organizzazioni malavitose della città sono i protagonisti dell’episodio. A ferire Vincenzo Masella, di 23 anni (e, per induzione, anche Lorenzo Lavopa, di 35) nei giardini di viale Concilio Vaticano II, secondo gli investigatori della Squadra Mobile, sarebbe stato Filippo Cucumazzo, 31 anni, che è stato sottoposto a fermo da parte degli agenti, in esecuzione di un decreto firmato dal pubblico ministero Eugenia Pontassuglia. L’uomo avrebbe usato un revolver e avrebbe sparato per ferire, per gambizzare, non certo per uccidere. Masella venne ritrovato dalla polizia (avvertita da alcune segnalazioni anonime) nei giardini di viale Concilio Vaticano II. Lavopa, sebbene sanguinante, riuscì a raggiungere l’abitazione di alcuni parenti che lo trasportarono al Policlinico. Il fermo è stato eseguito per un’accusa di tentato omicidio contestata, al momento, per il solo ferimento di Vincenzo Masella. E veniamo ai motivi che avrebbero armato la mano di Cucumazzo. Il diverbio divampa improvviso dinanzi a un’enoteca della zona, un noto punto di ritrovo di personaggi vicini o contigui alla mala del quartiere Carrassi. Masella - secondo la ricostruzione fatta dagli uomini della Sezione Omicidi della Mobile, diretti da Gianpaolo Patruno - avrebbe cominciato a litigare con Cucumazzo, dubitando apertamente del suo spessore criminale. Dinanzi a una serie di persone, Masella avrebbe contestato, in particolare, il livello gerarchico rivestito da Filippo Cucumazzo nell’ambito del loro stesso gruppo malavitoso. Secondo gli agenti, i due (come pure Lavopa) frequenterebbero esponenti del clan Diomede, che controlla lo spaccio di sostanze stupefacenti e altre attività illecite in un ampio perimetro urbano compreso tra Picone, Carrassi e Poggiofranco. L’accorta (e fulminea) indagine fatta dagli uomini della Sezione Omicidi in collaborazione con la magistratura, ha ricostruito momento per momento le fasi del litigio, anche grazie ad alcune testimonianze raccolte non senza difficoltà. Cucumazzo (che ha precedenti penali per spaccio di stupefacenti e detenzione di armi) avrebbe controbbattuto a Masella dichiarando addirittura il suo grado (la cosiddetta «sesta») nell’ambito della piramide gerarchica dell’organizzazione. Ma il suo interlocutore si sarebbe mostrato contemporaneamente scettico e divertito. Gli animi si sono accesi. I protagonisti della vicenda, tra l’altro - secondo la ricostruzione investigativa - sarebbero stati ebbri di alcol, avendo trascorso parecchie ore a bere, dinanzi all’enoteca. A quel punto sarebbe partita la reazione di Cucumazzo che, procuratosi il revolver, sarebbe tornato dalle parti dell’enoteca per dimostrare (col fuoco) il suo spessore di malavitoso. Carmela Formicola.

CORRIERE DELLA SERA (Milano)
La Band
Debutta la Bar Boon Band con ex tossicodipendenti, alcolisti e clochard
Musica e recupero.

Parole e musica. Di Marco Rossi che si faceva di coca e che poi è finito in una comunità e che di tanto in tanto ha ancora la bottiglia come compagna. Di Maurizio Rotaris che alla Centrale è infaticabile responsabile del Centro SOS e che da anni si occupa di aiutare gli emarginati e che nel suo passato ne ha combinate di tutti i colori. Si intitola «Fiori di strada», l’ultima fatica in cd della Bar Boon Band. E proprio dalla strada arrivano le emozioni e i ritmi. Quelli dolci e quelli amari. Quelli buoni e quelli cattivi. Raccontati in prima persona dai senza tetto, dagli alcolizzati, da chi è stato schiavo della droga e da chi magari lo sarà sempre, da chi ha problemi mentali e da chi ha semplicemente sbagliato una mossa nella sua vita. Ma anche da chi ogni giorno sfida i marciapiedi più difficili per dare una mano a tutti quelli che soffrono: i volontari che non hanno paura di sporcarsi le mani e che hanno fatto del Centro SOS uno dei fiori all’occhiello della Fondazione Exodus di don Mazzi. Gli uni e gli altri impegnati in un lavoro che però non è solo opera di recupero e di reintegrazione, ma vera e propria poesia in musica. Sì, la voglia di cantare per essere un po’ meno ai margini della società. Sì, la consapevolezza di aver finalmente costruito qualcosa di buono. Sì, la speranza di rifarsi una vita perché chi sbaglia ha il diritto di poter mettere una pezza agli errori.
Testi e melodie. Di Pablo Coniglio, che ha passato un certo periodo in comunità e che adesso fa il compositore. Di Isabella Lorenti, che alla centrale dormiva al binario 21, in sala d’aspetto o dove diavolo capitava e che adesso fa la badante. Di Pierluigi Geviti, che passava le notti da un dormitorio all’altro e che adesso si è messo a lavorare. Di Sharon Santucci, che da anni vive sulla strada in gruppi di punkabbestia e che adesso si fa vedere un po’ meno perché aspetta una creatura. Di Siro Rona che quando aveva appena diciotto anni scrisse una canzone sulla sua terribile malattia, sulla sua paura di essere un giorno dimenticato e che adesso purtroppo non c’è più e però è nella memoria di molti. La voglia di cantare per quel progetto affascinante di Maurizio Rotaris con le sue note in testa, la sua chitarra in mano, le sue sensazioni sempre vissute in prima persona. Senza bisogno di ribalte o di riflettori. La voglia di ridere, di piangere. Il desiderio di ballare, di andare avanti. Di raccontarsi. Marco, Pablo, Isabella, Pieluigi, Sharon e pure Siro di sicuro con tutti gli altri. Ma anche i volontari che ci mettono qualche nota, che suonano qualcosa, che cantano quei fiori di strada. Diego Raiteri, Barbara Rosenberg, Emanuele Scataglini, Francesca Arpini, Arianna Minoretti, Rosy Genova. Eccola, la Bar Boon Band che è proprio una bella storia. I cd e i concerti di quando in quando.
Pensieri e note. Di canzoni comunque forti. I «Brutti ricordi» collezionati negli anni di strada, il «Binario 21» che è simbolo di una vita priva di partenze, la «Milano» con quel suo motore forte e però priva di un cuore, gli «Zingari in metro» dai violini un po’ schizzati, il «Quaquaraquero» come denuncia contro l’indifferenza al cospetto della guerra, la «Storia di Lara» che viveva in piazzale Tripoli, il «Segreto della nebbia» immaginata come nostra purezza e quel «Niente dal futuro» che sempre è stata e sempre sarà la maledetta paura della vita e della morte. Anche per quelli che si sono trovati a vivere in mezzo a una strada.

 
CORRIERE DELLA SERA (Milano)
BRESCIA
Confermato il coprifuoco antialcol.

BRESCIA - Bevande alcoliche: confermato il divieto (previsto dall’ordinanza entrata in vigore lo scorso 20 luglio, in scadenza lo scorso 30 ottobre) di vendita per asporto, in qualsiasi contenitore, tra le 21 e le 6 del mattino successivo. La proroga «è stata decisa con lo stesso spirito iniziale - sottolinea Dionigi Guindani, assessore comunale alla sicurezza e al commercio -: nessuna caccia alle streghe, ma applicazione all’insegna del buonsenso. Gli esiti sono positivi, non si sono verificate situazioni difficili e nessuna attività commerciale ha dovuto cessare. Anzi - aggiunge l’assessore Guindani - altri locali
sono stati aperti in città». Il vice comandante della polizia municipale di Brescia, Elsa Boemi, ricorda come, nel periodo tra il 20 luglio e il 30 ottobre di quest’anno, siano state solo 13 le sanzioni comminate dagli agenti (per un importo di 130 euro ciascuna) quasi tutte nel periodo estivo. Nella maggior parte dei casi gli interventi sono stati effettuati nel centro storico di Brescia. Lo stop è stato determinato anche per evitare schiamazzi nelle ore notturne. Le sanzioni previste variano da 65 a 500 euro. S. Po.

L’ADIGE
Sabato «Transart» organizza un «symposion» a Magré
Musica ed ebbrezza alcolica
Dini Ciacci «carico come una molla» fra riflessione, farsa e musica. Ma l´atmosfera leggera costruisce relazioni.

BOLZANO - Durato più di un mese e mezzo, il festival Transart festeggia l´edizione 2005 in grande stile, con sette ore di «vino e musica» ispirate decisamente all´avanguardia contemporanea, ma nello spirito dionisiaco dell´antica Grecia.
Appuntamento sabato prossimo, 5 novembre, al Casón Hirschprunn della cantina Lageder di Magré. Dalle 17 in poi si parte con il «Symposion» punteggiato da «Otto brani per un´ebbrezza dionisiaca» a cura del Klangforum Wien.
Klangforum Wien celebra i grandi compositori della nostra generazione con un simposio che segue in modo ortodosso la tradizione greca. «Dimenticate relatori e convegni... qui si parla di sette ore di vino, musica e proposte culinarie innovative, con l´obiettivo principale del raggiungimento dello stato di ebbrezza. Con questo progetto si inventa un nuovo genere che intende indagare un territorio ancora sconosciuto per la musica classica contemporanea, e cioè la dimensione del suono vissuta sotto l´influsso di sostanze che alterano lo stato di coscienza».
La festa è pensata permettendo agli ascoltatori di fruire di alcuni fra i più interessanti brani degli ultimi decenni in piena libertà comodamente sdraiati su divani e poltrone appositamente allestiti.

L’ADIGE
Pochi giorni fa si è tenuto un incontro… .

Pochi giorni fa si è tenuto un incontro tra il Sindaco di Riva del Garda Claudio Molinari, il comandante della polizia municipale Manfredo Stella e il dottor Carpineta del Centro di Alcologia di Riva del Garda per discutere l´organizzazione di un convegno dedicato alla tematica dell´alcol.
Il 18 novembre si terrà infatti a Riva del Garda un convegno dal titolo: “Alcol e comunità, da un problema di sicurezza alla promozione della salute”, promosso dal Coordinamento Alcol e Guida Alto Garda e Ledro con il patrocinio dei Comuni di Riva del Garda e di Arco, al quale parteciperanno tutti i Coordinamenti Alcol e Guida del Trentino.
Il primo Coordinamento del Trentino è nato nel 1999 proprio nel Centro di Alcologia Alto Garda e Ledro; di qui in breve tempo i Coordinamenti si sono diffusi in tutti i distretti sanitari del Trentino. Si tratta di una realtà composita, della quale fanno parte lo stesso Centro di Alcologia, rappresentanti di tutte le forze dell´ordine (Polizia di Stato e Stradale, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizie Municipali) e le autoscuole. Questi gruppi di lavoro agiscono in maniera trasversale con iniziative che coinvolgono studenti, nei patentandi, esercenti, persone a cui è stata ritirata la patente, gestori di discoteche, ecc., ma soprattutto i Coordinamenti sono alla ricerca costante di individuare nuovi reti sul territorio da cui espandere la promozione della sicurezza e della salute.
Dopo un primo incontro dei Coordinamenti nel 2003 a Predazzo, nel 2005 si è arrivati finalmente al convegno di Riva del Garda che, per la prima volta, riunirà tutti i Coordinamenti trentini per presentare l´attività svolta finora e le prospettive per il futuro. Tra gli obiettivi principali quello di favorire il passaggio dal concetto di sicurezza a quello di promozione della salute, ovvero capire i diversi modi in cui possono operare le forze dell´ordine in una comunità per promuovere la salute.

IL SECOLO XIX
La Montana apre "Cantina-paese"
LEVANTO Il presidente Bonarini: decisivo puntare sulla qualità
Corsi e mezzi per valorizzare la produzione vitivinicola.

Viticultori sui banchi di scuola e fondi agevolati per migliorare le cantine. La Comunità Montana della Riviera lancia l’opesazione "Cantina-paese", tesa a valorizzare la produzione vitivinicola delle colline tra Riomaggiore e Deiva Marina. Un piano che nasce dalla necessità di migliorare una produzione che al fianco di eccellenze offre prodotti che hanno ampi margini di crescita qualitativa. «La qualità media del nostro vino è elevata - spiega il presidente della Montana, Adastro Bonarini - ma riteniamo ci siano margini di miglioramento affinando la preparazione professionale e ammodernando le cantine. "Cantina-paese" allestirà corsi di aggiornamento professionale ma metterà a disposizione dei piccoli produttori anche i mezzi più moderni ed efficienti per vinificare».
L’idea è quella di allestire una "cantina" modello in ogni località della Riviera costituendo anche una rete commerciale "certificata". «La produzione che l’agricoltore decide di non tenere per sé - spiega Bonarini - potrebbe essere commercializzata attraverso tale rete».
«I prodotti tipici: dal vino all’olio, dal pesto alle acciughe, sono un biglietto da visita importante che ogni giorno passa attraverso le mani di migliaia di turisti - sottolinea il numero uno della Montana -. E’ decisivo garantire uno standard qualitativo sempre più elevato. Uno sviluppo socio-economico sostenibile del territorio passa anche attraverso la qualità della produzione agro-alimentare».
Valentina Boracchia.

IL MESSAGGERO (Pesaro)
Alcol e droga, consumo in forte aumento nel senigalliese: convegno sull’emergenza
«Offrire solidarietà alle persone in lotta con le dipendenze da alcol e droga e individuare i rimedi più efficaci per liberarle da queste tremende schiavitù, tentando contemporaneamente di accendere in loro il risveglio della spiritualità». .

Vincenzo Aliotta, direttore della casa di cura Villa Silvia, ha evidenziato l’oggetto dell’incontro che avrà luogo venerdì 4 novembre, a partire dalle 8,45, al Palazzo del Turismo accanto ai Giardini Morandi, in collaborazione con il "Gruppo Focus sui 12 passi" (costituito da un libero rapporto di professionisti italiani volontari, ndr ). «Oltre al consumo di alcol e droga - continua Aliotta - nel nostro territorio è in crescita decisamente preoccupante il "poliabuso", cioè l’utilizzo parallelo di bevande alcoliche e di droghe pesanti, in particolare cocaina e sostanze sintetiche, sempre più diffuse nell’universo giovanile».
Ma esistono anche altre dipendenze che a pieno titolo possono essere considerate come emergenza sociale: quella da cibo, da fumo, da gioco d’azzardo. «Oggi - continua Aliotta - moltissime persone sono affette da una dipendenza, la cui origine deriva dalla non accettazione di se stessi o dal non sapersi relazionare con il mondo esterno. In tal senso, è stata determinante la Conferenza di Assisi del 1993, istituita dall’allora ministro della Sanità Maria Pia Garavaglia per incentivare il valore del volontariato all’interno delle strutture sanitarie».
E a illustrare il rapporto tra professionisti e volontariato interverranno diversi esperti del settore, tra cui l’alcologo francese Emmanuel Palomino di Bordeaux. All’incontro prenderanno parte anche il presidente della Regione Spacca e il vescovo Giuseppe Orlandoni. Qualche dato. «Negli ultimi 10 anni - sottolinea Aliotta - il consumo di vino, nella nostra regione, è calato di 30/40 litri pro capite all’anno, mentre nei primi anni ’70 era decisamente più elevato; ma resta comunque preoccupante, con 57 litri sempre pro capite».
M.Bet..

CORRIERE ADRIATICO
Un tema sul quale si confronteranno numerosi esperti tra cui il cardinal Ersilio Tonini
La solidarietà arriva dai gruppi di auto-aiuto.

SENIGALLIA - Tra gli ospiti chiamati ad approfondire tematiche di estrema attualità ci sarà anche il cardinale Esilio Tonini, che illustrerà il valore etico della solidarietà. Non a caso l’equipe della clinica senigalliese ha fatto dell’aforisma di Andrè Gide un uomo da solo è in cattiva compagnia il proprio metodo di intervento. L’aiuto che arriva dal prossimo è un elemento indispensabile per affrontare un problema che il singolo non può superare con le sue sole forze, senza rischiare di ricadere nella dipendenza. La sessione sarà moderata da Luca Pagliari, giornalista di Radio 24 e Sole 24 Ore che farà il punto sulle nuove emergenze sanitarie e l’importanza dell’auto aiuto. Presenti anche il dottor Antonio Guidi, presidente dell’Istituto nazionale di medicina sociale, il professore Carlo Di Clemente docente di psicologia all’Università di Baltimora, il dottore Joaquin Cuetos dell’Università di Oviedo, lo psichiatra alcologo Emmanuel Palomino del centro ospedaliero di Bordeaux. Al convegno che si aprirà alle 8.45 per concludersi alle 18, prenderanno parte anche le numerose associazioni di volontariato: dalla storica Alcolisti Anonimi ad “Al-non”, da “Na oppure Nicotine Anonymous” per chi vuole smettere di fumare, OA e Oanon fino a Coda, Gamblers Anonymous e Gamanon per i giocatori d’azzardo redenti. Esperienze che offriranno al pubblico la possibilità di conoscere quali sostegni sono disponibili per affrontare problemi, che spesso si trasformano in vere e proprie patologie, con tutte le conseguenze che comportano.
Sabrina Marinelli.

CORRIERE ADRIATICO
Dodici passi contro l’alcol e il fumo
Un progetto per affrontare le emergenze sanitarie create dalle “dipendenze”.

SENIGALLIA - Droga mista ad alcol, consumo spasmodico di cibo, il vizio del gioco d’azzardo tra gli adulti e la dipendenza dai videogiochi tra gli adolescenti, sono le nuove emergenze sanitarie. A lanciare l’allarme è il titolare di Villa Silvia, da oltre trent’anni in prima linea contro qualsiasi forma di abuso. Eliminare i distributori di merendine dalle scuole - suggerisce il dottor Vincenzo Aliotta - introdurre lezioni di educazione alimentare e sessuale nell’orario didattico e l’educazione alcologica nelle fabbriche, rappresentano validi strumenti per contrastare i singoli fenomeni. Ma quando il disagio è stato represso, ricorrendo ad una forma di dipendenza, è necessario fornire al soggetto interessato gli strumenti idonei ad uscirne.
Il pluriabuso è diventata l’ultima tendenza in ordine di tempo. Una droga non basta ed ecco nascere cocktail micidiali. Superalcolici ingeriti insieme a pasticche di ecstasy o in abbinata alla cocaina, rappresentano uno scenario inquietante che sta prendendo sempre più piede anche tra i giovani della nostra riviera. Le dipendenze sono anche altre, come l’alimentazione convulsiva dove il cibo sostituisce altre mancanze, oppure il gioco d’azzardo, vero problema per molte famiglie senigalliesi. La casa di cura del dottor Aliotta, si batte per aiutare l’uomo a riconquistare la sua indipendenza e dignità nei confronti di comportamenti devianti e sempre più diffusi, e per conto del gruppo Focus ha organizzato il III convegno nazionale dal titolo I gruppi di mutuo aiuto dei 12 passi per le dipendenze e le nuove emergenze sanitarie che si terrà venerdì presso il Palazzo del Turismo. E’ diminuito l’uso dell’eroina - commenta il direttore di Villa Silvia - soprattutto per la paura di contrarre il virus dell’Hiv. Anche il consumo di nicotina è stato contrastato con la nuova normativa ed in questo il Ministro Sirchia è stato un esempio lodevole. Viceversa sono aumentati altri abusi, come la cocaina ad esempio, le dipendenze affettive oppure il mangiare convulsivo. Per quanto riguarda l’alcol? I consumi sono dimezzati - spiega - ma ancora alti. Negli anni ’70 erano di 120 litri procapite all’anno, adesso sono di circa 57 litri, sempre troppi. Il comportamento corretto sarebbe quello di vietare l’uso dell’alcol fino a 18 anni e una volta raggiunta la maggior età limitarsi il più possibile. Un uso equilibrato potrebbe essere un quarto di litro al giorno. Nei casi di abuso non dobbiamo colpevolizzare le scuole perché sta alle famiglie responsabilizzare i figli, anche se gli istituti potrebbero coinvolgere i genitori indirizzandoli verso un’adeguata educazione in tal senso.
Una panoramica allarmante anche a livello locale che ha richiesto l’esigenza di riflettere su comportamenti che, passando da abitudini scorrette al vizio vero e proprio, sfociano in emergenze sanitarie. Il gruppo Focus propone il progetto dei 12 passi - aggiunge - che rappresentano il cammino per riscattarsi dalla dipendenza, collaborando con i gruppi di auto-aiuto. Solleveremo anche un sipario sul valore etico della solidarietà e del mutuo aiuto. Per uscire dalle dipendenze bisogna fermare il comportamento e analizzare il motivo che ha indotto a compiere certe scelte. Il denominatore comune è l’insicurezza della persona e la mancata accettazione di se stessi, nei rapporti con gli altri e tra gli adolescenti ha peso determinante l’emulazione.
Sabrina Marinelli.

CORRIERE ADRIATICO
Mondolfo, a un giovane coinvolto in un incidente
Patente ritirata in ospedale.

MONDOLFO -I soliti ritiri di patente del fine settimana, nella nostra zona, e sempre per i consueti motivi: droga e alcol assunti da chi si pone alla guida di un’auto, rischiando di procurare gravi conseguenze a sé e agli altri. Nel corso di questi accertamenti che un giovane mondolfese di 29 anni, oltre al ritiro del documento di guida, si è visto anche colpito da una denuncia. E accaduto ieri mattina intorno alle 6, quando i militari della locale stazione hanno rilevato un incidente stradale avvenuto in località Cerasa. Nulla di grave, ma il conducente dell’auto coinvolta era stato trasportato all’ospedale di Fano per accertamenti. E’ stato lì che i militari hanno rilevato il suo tasso alcolico superiore alla norma ed hanno proceduto.
Sempre i militari di Mondolfo, l’altra mattina intorno alle 11, avevano fermato per controlli, in località Centocroci, un uomo di 39 anni. A seguito di una perquisizione personale e poi di un accertamento effettuato in casa sua, gli sono stati sequestrati 4 grammi di eroina e l’uomo è stato denunciato per detenzione e spaccio di stupefacenti. Venerdì, invece, i carabinieri di Saltara avevano fermato un imbianchino di 37 anni che guidava sotto l’effetto di stupefacenti e, dopo una perquisizione gli avevano trovato in tasca un grammo di cocaina. Anche per lui ritiro di patente e denuncia.

IL GAZZETTINO (Nordest)
FIERE Il 4 e 5 novembre a Vicenza il Salone del "primeur" italiano. Meno espositori, ma la produzione si ritaglia spazi all’estero
Anche il Novello fa i conti con la crisi dei consumi
Vicenza.

Anche quest’anno com’è ormai tradizione da quasi vent’anni, la Fiera di Vicenza ospiterà dal 4 al 5 di novembre il Salone Nazionale del Vino Novello, giunto alla sua XVIII edizione. Si comincia venerdì a "porte chiuse" con un carnet dedicato ai professionisti e tecnici del settore mentre sabato 5 dopo il deblocage che avverrà la notte di venerdì il pubblico potrà degustare i primeur italiani 2005.
Novità del programma 2005 per quel che riguarda la giornata del 4 sarà il concorso «Novello Sommeliers» organizzato dall’ Associazione Italiana Sommeliers in collaborazione con Fiera di Vicenza che prevede prove scritte, orali e di servizi e vedrà premiati 3 sommeliers nel corso della serata.
Il Salone, organizzato come di consueto tra ente fieristico e la rivista specializzata "Civiltà del Bere" sarà caratterizzato da alcune novità tra cui una prima assoluta per il Novello: un vino kosher cioè preparato secondo le norme rituali ebraiche per l’alimentazione. Basterà questo assieme ad altri piccoli dettagli ad ossigenare un segmento che resta marginale nel grande panorama del vino italiano?
A giudicare dai numeri che può presentare il Gruppo Italiano Vini parrebbe di sì: +10\% nella produzione 2005 con oltre 600mila bottiglie. Una performance che, spiega l’amministratore delegato di Giv, Pedron, è stata possibile soprattutto alla crescita della domanda internazionale soprattutto in Canada e Germania.
Più in generale siano di fronte a una sostanziale stabilità del mercato. Il Novello è un vino "difficile" per il canale della ristorazione -margini ridotti, stoccaggio limitato dai tempi di consumo, crisi dei consumi- questo ha portato per esempio a una riduzione nel numero dei produttori e una conferma viene proprio dal Salone dove si presenteranno 110 espositori in calo rispetto all’edizione 2004. Del resto fare il Novello costa e il vino ha una vita breve, quindi l’investimento rischia di non ripagarsi. La soluzione è allora affidarsi alla grande distribuzione, ma per accedervi bisogna avere i numeri e poter reggere alla politica dei prezzi imposta dalla Gdo. Questo taglia fuori i produttori davvero di piccole dimensioni.
Quanto "vale" il Novello 2005 lo dirà comunque l’indagine annuale di "Civiltà del Bere", illustrata dal suo direttore Pino Khail. Se ne conosce però la provenienza, che premia ancora una volta il Veneto. Per il resto sono 36 le province italiane dove si produce Novello.

IL GAZZETTINO (Belluno)
Pistola spianata per avere dosi di morfina, scarcerato
Belluno.

È uscito dal carcere Mirko Portieri, 39 anni, bellunese, in carcere dal 13 ottobre scorso, da quando cioè era stato arrestato per aver puntato una pistola contro gli infermieri del Pronto Soccorso del San Martino che non volevano dargli la dose di morfina che chiedeva con insistenza. È stata così accolta l’istanza sollevata davanti al Tribunale della Libertà dai difensori dell’uomo - avvocati Alessandro Azara e Alvise Antinucci - tesa ad ottenere la scarcerazione del suo cliente. Nel ricorso il legale aveva fatto riferimento sulla mancanza di pericolosità dell’indagato non trattandosi nella fattispecie di un incallito rapinatore, ma semplicemente di una persona con problemi che, in piena notte ed in stato di alterazione alcolica, si era presentata in ospedale per ottenere della morfina. Alla fine, dopo alcune ore, vistasela negare, aveva estratto la pistola giocattolo, puntandola contro gli infermieri. L’ordinanza di scarcerazione è stata emessa ieri pomeriggio. Laconico il commento di Azara: «Non l’ho ancora vista, mi riservo di leggerne le motivazioni. Sulla base di queste decideremo la futura strategia processuale».

IL GAZZETTINO
Roberto Gervaso in un libro-intervista al Prof. Vincenzo Mirone
La coppia, l’eros e i suoi nemici «Il tempo per smettere? Mai»
Di Roberto Gervaso.

Cinque anni fa fui operato per un tumore alla prostata. Oggi sto benissimo, ma non è stata una passeggiata. Anche perché dovetti sottopormi a terapia radiante e a un blocco androgenico di 4 mesi. Infortuni che capitano, ma non scevri di conseguenze, che ci rendono la vita più difficile, ma che non ci privano di alcun piacere. Compreso quello dei sensi. Disponiamo oggi di farmaci formidabili, di cui non disponevano i nostri nonni e neppure i nostri padri. Con buona pace di Lord Chesterfield che, in una celebre lettera al figlio, nell’Educazione del gentiluomo, definì l’amplesso: "La posizione è ridicola, il piacere effimero, la fatica tanta", noi, a Venere, abbiamo sempre brindato. E, finché avremo un calice, seguiteremo ad onorarla. Il sesso è uno degli istinti più imperiosi e cedere ai suoi adescamenti uno dei godimenti più ineffabili. Questo libro-intervista col Prof. Vincenzo Mirone, direttore della clinica urologica dell’Università Federico II di Napoli e presidente della Società europea di urologia andrologica ("Eros e coppia: dalla mandragola al Cialis", Mondadori ed., 8 euro) cerca di spiegare ai profani i segreti dell’eros e i problemi della coppia, con semplicità e vivacità divulgativa e con rigore scientifico. L’ultima parte del volumetto è dedicata alla prostrata, la più strategica ghiandola maschile con la quale, prima o poi, tutti gli uomini devono far i conti. Conoscerla significa tutelare il proprio benessere attraverso la prevenzione. "La salute" diceva un umorista francese "è uno stato provvisorio che non lascia presagire nulla di buono". Non diamo niente per scontato, sottoponiamoci periodicamente a visite di controllo. È l’unico modo per vivere a lungo e vivere meglio. In guerra con i sensi: non in pace.
 
Professor Vincenzo Mirone, cos’è l’impotenza?
«L’incapacità di ottenere e/o mantenere un’erezione valida del pene, tale da garantire un normale rapporto sessuale».
Basta una défaillance per parlare di disfunzione erettile?
«No. Quando queste si ripetono, più o meno costantemente, per più di tre mesi, bisogna correre ai ripari».
È vero che tre milioni e mezzo d’italiani sono condannati ai "riposi forzati"?
«Anche di più. Purtroppo, solo un sesto si sottopone a trattamento medico».
L’educazione sessuale è migliorata?«In Italia, non abbastanza. I ragazzi alle prime esperienze amorose hanno spesso avuto per maestri riviste o film pornografici. Oppure, i racconti romanzati degli amici e i messaggi, spesso fuorvianti, dei giornali, della radio, della televisione. Le esperienze sessuali, specialmente se negative, sono quelle che segnano di più».
Quali i fattori di rischio, associati alla disfunzione erettile?
«Malattie neurologiche: Alzheimer e sclerosi multiple; malattie peniene; malattie psichiatriche; depressione; malattie endocrine; interventi chirurgici; irradiazione della regione pelvica. E ancora farmaci e sostanze voluttuarie: alcolici, fumo, droghe; arteriosclerosi, patologie cardiovascolari; insufficienza renale; insufficienza epatica».
Fra i "condannati ai riposi forzati" ci sono più intellettuali o analfabeti?
«Analfabeti».
Il paziente tipico con disfunzione erettile?
«Cinquantotto anni, divorziato, fumatore o ex fumatore, con uno o più fattori di rischio cardiovascolari e una partner stabile».
I farmaci a cui ricorrere in caso di reiterate défaillance?
«Farmaci che favoriscono la vasodilatazione dei corpi cavernosi del pene. Il Viagra, il Vivanza, il Levita hanno una durata d’azione di cinque-otto ore. Il Cialis, di oltre trenta».



Mercoledì, 02 Novembre 2005
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