Cane in autostrada salvato dalla polizia stradale
Genova - Ha solo un anno di età il piccolo cane lupo, eppure la sua voglia di libertà lo ha portato fino ad oggi a fuggire per ben due volte in poche ore dalla casa del suo padrone.
Sabato scorso era stato trovato in autostrada dal personale della Società Autostrade dalle parti di Bolzaneto, lungo le pericolose curve della A7, e grazie alla medaglietta pendente dal collare era stato possibile rintracciare il proprietario.
Dopo nemmeno 24 ore quel lupo dal folto pelo fuggiva ancora dal cortile che lo ospitava e, liberandosi anche del collare e della medaglietta, si dirigeva nuovamente in autostrada.
L'allarme scattava nuovamente perchè è facile immaginare il pericolo che un cane libero in autostrada può rappresentare per il traffico veicolare e per sè stesso. Spesso questi animali vengono spaventati da automobili e mezzi pesanti e si mettono a correre per chilometri cercando un varco utile per evadere da quel corridoio d'asfalto in cui si sono cacciati.
Questa volta, sempre nei dintorni di Bolzaneto, a soccorrere il cane lupo sopraggiungeva una pattuglia della Polizia Stradale della Sottosezione di Genova Sampierdarena. Dall'auto di servizio scendeva una poliziotta non immune al fascino di quel meraviglioso animale il quale, fin da subito, si dimostrava affettuoso e scodinzolante.
Nell'urgenza di liberare la strada da ciò che poteva costituire un pericolo per la circolazione, notando la sua docilità, gli agenti decidevano di caricare a bordo dell'auto di servizio il cane che, dopo essere stato ribattezzato casualmente "Paletta", appariva ben lieto di essere ospitato nel cortile della caserma della Stradale di Genova Sampierdarena.
Ma il "colpo di fulmine" tra Paletta e la poliziotta della Stradale non si esauriva certo lì: l'agente manifestava subito l'intenzione di voler adottare quella simpatica palla di pelo ma i doveri di ufficio la obbligavano a cercare di rintracciare in tutti i modi il proprietario dell'animale, tenendo ben presente che la destinazione del cane sarebbe stata altrimenti il canile.
Fortunatamente il chip sottopelle di Paletta consentiva al veterinario accorso in caserma di rintracciare il proprietario che per la seconda volta in due giorni stava cercando il suo cane invano. Arrivato in caserma Black (questo era il suo nome vero) veniva restituito al proprietario al quale veniva naturalmente raccomandato più attenzione nella sua custodia.
Gli occhi di Paletta sorridevano dietro il vetro della macchina che lo riportava a casa ma, varcando il cancello della Stradale, notavano in fondo a quel cortile che lo aveva ospitato per qualche ora la mano sventolante di una poliziotta commossa.
da amicipolstrada.blogspot.it