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Rassegna stampa alcol e guida del 18 ottobre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL MESSAGGERO
Il comandante del Git:
«Alcol e droga alla guida: il boom del week-end».
  

«L’alcol rallenta i riflessi. La droga, soprattutto le pasticche, scatenano un’euforia che porta a spingere il piede sull’acceleratore senza controllo. In ogni caso si tratta di situazioni molto pericolose per i responsabili ma anche e soprattutto per altri ignari automobilisti».
A parlare è Carlo Buttarelli, comandante del Gruppo Intervento Traffico della polizia municipale della capitale dove, secondo l’ultimo bilancio dei vigili, sono raddoppiate le persone trovate alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e addirittura quintuplicate quelle in stato di ubriachezza.
E’ aumentato l’uso di alcol e droga o i controlli?
«Tutti e due. Quest’estate, dopo i primi controlli nei fine settimana soprattutto a Ostia e Fregene, abbiamo riscontrato un notevole aumento di persone che guidavano non in stato di lucidità. Così abbiamo deciso di potenziare i controlli».
Come si accertano queste violazioni?
«In caso di automobilisti ubriachi si usa l’alcoltest, una specie di spirometro dove la persona deve soffiare e in base ai risultati si riesce a calcolare il grado alcolico nel sangue. In tutta Roma abbiamo 21 apparecchi. Noi del Git ne abbiamo 14».
E le sostanze stupefacenti?
«Solitamente le persone sospette di essere sotto l’effetto di droghe vengono invitate a fare accertamenti presso le strutture sanitarie».
In molti però si rifiutano, vero?
«Sì. Ma in quel caso le sanzioni amministrative e penali scattano lo stesso, come se fosse stata accertata la violazione».
Quali violazioni e quali sanzioni?
«C’è una denuncia all’autorità giudiziaria, una multa e la segnalazione al prefetto di Roma che sospende al responsabile la patente. Per riaverla bisogna sottoporsi ad una visita medica speciale, prevista dal codice della strada».
C’è un identikit dell’automobilista ubriaco o drogato?
«Assolutamente no. La maggior parte delle persone che guidano sotto l’effetto di droghe sono giovani ma soltanto perché spesso i controlli sono concentrati il sabato sera nei pressi dei locali da ballo. Il problema dell’alcol, invece, è senza età e classi sociali e purtroppo sempre più diffuso».
D.Des.

L’ADIGE
Incidenti a Mezzolombardo e Spormaggiore: causati dal troppo alcol.
Un altro ebbro fermato a Lavis
Cinque feriti per due ubriachi.

Due incidente stradali, cinque feriti e tutto per colpa di due autisti ubriachi. Gli scontri sono accaduti domenica sera a Mezzolombardo e Spormaggiore. Un terzo guidatore è stato trovato al volante ebbro ma è stato fermato a Lavis prima che potesse fare danni o peggio ferire qualcuno.
Il primo sinistro si è verificato alle 20 e sono intervenuti i carabinieri di Mezzolombardo.
Un uomo di 37 anni stava uscendo da una stradina di campagna vicino al Rotalcenter quando si è immesso su via Devigili senza rispettare lo stop. E´ finito contro un´auto su cui viaggiano quattro persone. L´autista, un cinquantacinquenne di Mezzolombardo, è rimasto illeso mentre le tre donne che erano con lui, moglie, figlia e cognata, sono dovute ricorrere alle cure dei medici. Fortunatamente le loro condizioni non sono gravi ma solo perché l´autista viaggiava a velocità moderata e quindi è riuscito a limitare i danni.
Il secondo incidente si è verificato verso le 22 a Spormaggiore. Un ucraino di 53 anni, che era venuto in val di Non per salutare un connazionale, ha perso il controllo della vettura e dopo essere andato a sbattere contro il guard raid ha tentato di rimettersi in carreggiata ma non ci è riuscito. Dall´altra parte in quel momento giungeva una coppia. L´autista di quest´ultima vettura ha tentato di evitare il frontale ma non ci è riuscito. Nell´urto la peggio l´ha avuta l´ucraino, V.S.. I medici lo hanno visitato e poi giudicato guaribile in 21 giorni. Prima del ricovero, però, lo straniero si è allontanato dall´ospedale e ancora non è chiaro se i medici siano riusciti o meno a sottoporlo all´alcol-test che avevano richiesto i militari della stazione di Spormaggiore intervenuti nell´incidente. E´ stata invece di otto giorni la prognosi per la passeggera dell´altra vettura, Nicoletta Sartori, 37 anni di Molveno, che ha riportato un trauma toracico ma è stata dimessa dopo essere stata medicata. Illeso il suo compagno che guidava l´auto.
Più tardi, alle 3.30, un trentacinquenne è stato fermato a Lavis sempre dai carabinieri per un controllo e trovato anche in questo caso oltre i limiti di legge riguardo all´ assunzione di alcol.
Purtroppo il numero degli incidenti causati dall´abuso di sostanze alcoliche è elevatissimo. Negli Stati Uniti il 50% dei decessi sulla strada pare imputabile al consumo di alcolici, e negli altri Paesi la percentuale varia dal 30 al 55%. In una recente indagine condotta in Italia su 400 incidenti stradali, il tasso di alcol nel sangue si è rivelato superiore allo 0,05% nel 54% dei casi. Importanti, perciò, le disposizioni normative rivolte a prevenire incidenti per guida in stato di ebbrezza, tra cui, in Italia, la modifica al codice della strada che prevede l´abbassamento del tasso alcolico tollerato per i conducenti di veicoli da 0,8g/l a 0,5 g/l; in Croazia questo valore è stato portato addirittura a zero.

L’ARENA di VeronaCALDIERO. Oggi e domani serate dedicate ai problemi connessi all’abuso di quella che viene definita una «droga legalizzata»
Appello ai giovani: «Attenti, l’alcool non è un gioco».

Caldiero. Si intitolano «L’alcol non è un gioco. Pensa alla salute» le due serate gratuite aperte alla cittadinanza volute per sensibilizzare sui rischi connessi all’uso di alcol.
Sono state organizzate dall’associazione regionale dei club degli alcolisti in trattamento (Arcat Veneto), dall’assessorato ai servizi sociali del Comune, dal dipartimento delle dipendenze dell’azienda Ulss 20 e dalla Regione. Si tengono oggi e domani alle 20.30 nella sala civica dell’ex palazzo municipale in piazza Vittorio Veneto. Relatore sarà Bruno Masconale, operatore dell’Arcat.
L’iniziativa è finanziata dal fondo regionale di intervento per la lotta alla droga 2003-2005 e ha visto il coinvolgimento di altri sodalizi e associazioni operanti nel territorio termale che si sono fatti promotori delle serate. Tra questi l’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali), gli scout dell’Agesci (associazione guide e scout cattolici italiani), i donatori di sangue dell’Avis Caldierino, il gruppo ritmico corale Chorus, il gruppo podistico Garden Story e la lega pensionati del sindacato Cisl.
L’operatore Bruno Masconale illustrerà nella relazione introduttiva i rischi legati alla dipendenza da sostanze quali droghe e tra queste ci sono le cosiddette «droghe legalizzate», come le definisce lo psichiatra Paolo Crepet, ossia il fumo delle sigarette e l’alcol. Le tematiche proposte, verranno poi sviluppate ed affrontate in gruppi di lavoro. «Una dipendenza da non prendere troppo alla leggera quella dell’alcol», chiarisce Anna Maria Zardini vicesindaco con delega ai servizi sociali, promotrice degli incontri, «dato il numero in costante aumento degli alcolisti e il corrispondente abbassamento dell’età media in cui si fa uso costante di alcol, che ha raggiunto i 12-13 anni. Proprio mentre è forte il dibattito sull’uso di droghe quali la cocaina, dopo le ultime vicende di cronaca, forse non ci stiamo accorgendo dei danni che sta causando l’abuso di alcol». (z.m.).

L’ARENA di Verona
SAN GIOVANNI ILARIONE
Se bere fa male.

San Giovanni Ilarione. Secondo incontro, giovedì 20 ottobre, dedicato ai problemi correlati all’abuso di bevande alcoliche. Un problema, questo, che purtroppo tocca da vicino anche la Val d’Alpone.
L’appuntamento è alle ore 20.30 in sala Mariano Rumor. L’incontro è promosso dall’associazione dei club degli alcolisti in trattamento (Arcat), Regione Veneto-Veneto sociale, Dipartimento delle dipendenze dell’Ulss 20 e Comune. (p.d.c.).

LA PROVINCIA DI CREMONA
Alcol alla guida: 138 denunce
I dati della polstrada da gennaio e ieri in quattro a processo
di Cristiano Mariani.

Le sole pattuglie del distaccamento cittadino della polstrada ne hanno denunciati 138 dall’inizio dell’anno; quattro nell’ultimo fine settimana, con responsi dell’etilometro, tra venerdì e sabato, che hanno lasciato pochi dubbi: sino a 2,2 grammi di alcol per litro di sangue, oltre tre volte il consentito. E ieri, nell’aula delle udienze penali del palazzo di giustizia, le sentenze per guida in stato di ebbrezza firmate dal giudice Ilaria Guarriello hanno rappresentato un terzo del totale dei processi. Insomma, Cremasco terra di automobilisti dal bicchiere facile? I dati non si discostano di molto dalla media nazionale, anche se il comandante della Stradale Giuseppe Prezioso ammette: «Si continua a bere molto».
E anche ad essere fermati, multati e indagati. Oltre che privati della patente di guida per un periodo che, a discrezione del prefetto, va dalle due settimane ai tre mesi. Al momento della restituzione, il documento rosa viene poi ‘alleggerito’ di dieci crediti. Dal 20 giugno del 2002, per allineare i parametri italiani alle altre nazioni dell’Unione europea, il livello massimo di tolleranza per mettersi al volante è stato ridotto da 0,80 grammi di alcol per litro di sangue, agli attuali 0,50. «Ma negli ultimi mesi — assicura il comandante Prezioso — ci sono capitati casi da 3,2: gente che rischiava di addormentarsi sullo sterzo». Dal 30 giugno del 2003, la competenza sul reato è stata tolta ai giudici di pace (niente carcere, ma solo un’oblazione che ‘lavava’ la fedina). Ed è passata ai tribunali. Tre quarti di litro di vino sono in pratica sufficienti a condurre sulla soglia del registro degli indagati (*). Ad assicurarlo è un recente studio effettuato da medici della polizia, stando ai quali l’effetto acuto di una ‘sbornia’ si raggiunge 45 minuti dopo l’ultimo bicchiere e i fumi si riducono a un ricordo solo in un arco di tempo che va dalle sei alle venti ore. Cremaschi ‘traditi dai due etilometri in dotazione alla polstrada e dall’apparecchio gemello dei carabinieri? Pare di sì e prevalentemente nelle notti del week-end, a giudicare dai verbali che si accumulano in via Macallè. Ma l’ispettore Prezioso racconta: «Le verifiche con esito negativo sono migliaia». Nei quattro casi giudicati ieri al palazzo di giustizia, due degli imputati erano già finiti nei guai per lo stesso reato e l’età non supera i 34 anni. Il più giovane ma già recidivo nel binomio alcol e guida, un operaio cremasco, ne ha solo 25; tanti quanti i giorni di arresto patteggiati con il placet del piemme Anna Regonesi. Non li sconterà, essendogli stata accordata la conversione della pena in 1.600 euro, comprensivi dell’ammenda. Il suo legale, l’avvocato Mara Coti Zelati, ha ottenuto che la somma venga versata in 15 rate. «Se ci fossimo limitati ad accettare il decreto penale di condanna emesso dalla procura, la strada per una dilazione — assicura il difensore — sarebbe stata più complessa. E ciò rappresenta un problema quando l’imputato, come nel caso del mio cliente, non ha grandi disponibilità economiche». L’unico incensurato processato in mattinata per eccesso di alcol, grazie al certificato del casellario ‘lindo’, se l’è cavata con dieci giorni.
 
(*) Nota: è piuttosto imprudente fare stime su quanto vino si deve bere per superare l’alcolemia consentita per guidare, si tratta di un dato che dipende da molte variabili. La sicurezza è non consumare del tutto bevande alcoliche prima di mettersi al volante.

IL GAZZETTINO (Treviso)
LE CURIOSITA’.

Alla fine le cronache dell’Ombralonga di domenica annoverano solo qualche scazzottata notturna tra il Calmaggiore e piazzetta Lombardi, ad opera di alcuni irriducibili reduci dalla maratona del vino ai quali, evidentemente, l’alcol continuava a dare alla testa anche alcune ore dopo la fine delle mescite. Nel complesso, però, la situazione dei circa 18mila partecipanti all’edizione 2005 dell’Ombralonga è stata tranquilla, o quasi. E l’unico "divertimento" oltremisura, a parte le bevute esagerate, era costituito dal "valzer dei bagni chimici". Ovvero, a quanto annoverano le cronache di vigili e protezione civile, ignoti bonaccioni si divertivano a girare i wc con la porta a ridosso di colonne e muri, cosicchè gli occupanti non riuscivano ad uscirne finchè i loro amici non arrivavano in soccorso. Alla luce della (fortunatamente) risicata cronaca della giornata, almeno per quanto riguarda episodi di vandalismo e risse, la precauzione di alcuni residenti è apparsa inutile. Perchè, racconta la signora Paola, abitante in zona piazza Pola, "per evitare il ripetersi di fattacci di maleducazione come era successo gli anni scorsi, i miei vicini di casa se ne sono andati tutti, e di corsa. hanno optato per una giornata in montagna e al mare. E credo che i problemi maggiori li abbiano avuti loro, rispetto a noi che siamo rimasti in città a sopportare l’ennesima l’Ombralonga: ci dicono infatti che dalle 17 il Put fosse congestionato e così la tangenziale". Tutto sommato soddisfatti anche i commercianti, per lo meno quelli che ieri sono tornati al lavoro trovando i portici e gli angoli delle strade puliti da ogni residuo della giornata precedente: "Io ed altri abbiamo tenuto chiuso - dice Mirella Tuzzato, anima di Trevisoviva - in primo luogo perchè non si poteva passare, e poi perchè comunque era una domenica dedicata alle bevute e non allo shopping. Ci siamo meravigliati la mattina quando abbiamo trovato tutto pulito. Anche l’anno scorso gli addetti di Trevisoservizi sono stati bravi, e quest’anno in modo particolare. Il nostro portico e la via erano puliti e non rimaneva neanche un bicchiere di carta a terra, sebbene nelle osterie vicine e in piazzetta avessero sostato i ’bevitori’ per tutto il giorno precedente". Serena Masetto
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IL GAZZETTINO (Padova)
L’opinione
Il "BENE PUBBLICO" E IL POPOLO DEGLI SPRITZ
di GIUSEPPE IORI.

Non c’è che dire: la società padovana scoppia letteralmente di salute, se si pensa che la "spesa sociale" dell’ULSS 16 ammonta a 30 milioni di euro. Altro che "indifferenza" da parte delle Autorità rispetto ai bisogni della popolazione. Il rovescio della stessa medaglia è che buona parte di questa spesa dev’essere destinata ai ragazzi alcoldipendenti e/o politossicodipendenti, con investimenti ritenuti insufficienti, perché non solo il fenomeno è in continua crescita, pure tra gli adulti e i cosiddetti "integrati", ma anche perché si sente sempre più la necessità, come sottolinea il prof. Condini in un suo intervento, di "aprire degli ’spazi-adolescenti’ a cui possano rivolgersi i ragazzi che abbiano problemi con loro stessi o con i familiari e che rischiano di cadere in depressione". Viviamo stretti tra il diffondersi di alcol da una parte e cocaina dall’altra, la droga del momento: da Kate Moss a Paolo Calissano a Lapo Elkann il mondo dei vip sembra essere dominato dal trionfo della sniffata.
Ma la cocaina sta diventando il cibo comune di tutti, giovani e adulti, ricchi e poveri, senza distinzione di età e classe sociale. E’ quindi inutile scandalizzarsi (o fingere di farlo) quando il conte Gelaso Gaetani, amico di famiglia di Lapo Elkann, dichiara a "Porta Aperta" che "nove su dieci del suo giro si ritrovano ogni sera per il coca party delle 19", in una specie di rito, come il the delle 17 per gli inglesi o il nostrano spritz che richiama intere masse con lo stesso fascino irresistibile del pifferaio magico di Hammelin.
Un paio di domeniche di caos annunciato sono state sufficienti per indurre il Sindaco a chiudere l’Ikea dalle 14 in poi, così tout court, senza lasciare neanche il tempo di avvisare le migliaia di clienti in arrivo dall’intero nordest. Un decisionismo rapido e immediato, che ha fatto discutere, ma che si è basato sull’emergenza della "salute pubblica" di cui il Sindaco in quanto tale è il primo responsabile, come pure lo stesso deve salvaguardare "l’ordine pubblico". Mi chiedo se la situazione del centro di Padova non presenti lo stesso grado di pericolosità e di rischio sia per la salute pubblica che per l’ordine pubblico. Padre Dante diceva che "le leggi son, ma chi pon mano ad esse"? E soprattutto come vengono applicate? Si sono tentate tutte le strade della trattativa ad oltranza, del dialogo, della persuasione, si è tentato anche (beata illusione) di spostare almeno in parte il "popolo degli spritz" dal centro in altri ambiti di Padova, sul modello di nascondere la polvere sotto il tappeto per non farla vedere. Il risultato: nella zona delle Piazze si aprono sempre nuovi spritzifici e basta fare un giro per la città per vedere come molti locali si stiano trasformando a offrire spritz a più non posso e a tutte le ore. Qui non si tratta di violare la libertà di nessuno, si tratta di valori elementari come l’educazione di base e il rispetto per se stessi e per gli altri, di salvaguardare la salute individuale e della collettività, di garantire la convivenza civile. Ma ci vuole coraggio, senza chiudersi nell’idiozia della repressione fine a se stessa, per far capire che la "libertà di spritz" tanto invocata non può consistere nel trasformare Padova in un porcile e in un letamaio. Già, ci vuole coraggio e non essere dei nuovi don Abbondio, e, soprattutto, ci vogliono chiarezza di idee e volontà di agire per il "bene pubblico".

SALUTEEUROPA.IT
Primo rapporto sullo stato di salute della popolazione milanese.

Milano sta bene. Malgrado le problematiche legate al traffico, allo smog, all’inquinamento acustico e all’umidità, i milanesi nel complesso stanno bene. Anzi, stanno meglio oggi rispetto a quindici anni fa. Con alcuni punti deboli, però, che Milano condivide con il resto del mondo occidentale:
* la salute delle donne è oggi minacciata più di quella degli uomini dalle malattie correlate al fumo e all’alcol;
* le fasce di popolazione di basso livello socio-economico hanno condizioni di salute meno buone.
Questa è l’istantanea che emerge da un ponderoso lavoro svolto dagli epidemiologi dell’ASL Città di Milano, i quali hanno raccolto i dati riguardanti i ricoveri ospedalieri e i decessi dei milanesi tra il 1990 e il 2004 componendo in tal modo un quadro esaustivo presentato nel volume Ricoveri e mortalità a Milano - Atlante 2005 (Zadig editore), presentato ieri a Milano.
A che cosa si deve questo successo? "Al maggiore benessere economico e, quindi, sociale e culturale che progressivamente ha interessato la popolazione milanese e, di conseguenza, al fatto che i cittadini di Milano un po’ alla volta stanno scegliendo di buttare nel cestino abitudini deleterie e di adottare stili di vita più sani, per esempio abbandonando il fumo, curando l’alimentazione e prendendosi più cura della propria salute. Ma non solo: un ruolo importante lo hanno giocato anche la disponibilità di tecnologie diagnostiche e terapeutiche sempre più efficaci e il miglioramento del sistema sanitario e della gestione clinica dei malati - ha affermato Luigi Bisanti direttore del Servizio di Epidemiologia dell’ASL Città di Milano e autore, insieme ad Antonio Russo, dello studio.
Uno studio che, come sottolineato da Antonio Mobilia, Direttore Generale dell’ASL Città di Milano, "va a colmare un vuoto inaccettabile per la città: l’assenza, fino a questo momento, di informazioni sulle caratteristiche cittadine della mortalità e dei ricoveri ospedalieri, solo parzialmente mitigata dalle statistiche Istat, dai rapporti periodici del Settore demografico del Comune e dalle pubblicazioni della Regione Lombardia".
Dallo studio è emerso quindi che anche a Milano, in accordo con quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha evidenziato, il primo e più importante determinante della salute della popolazione è il suo benessere economico, sociale e culturale. Maggiori risorse economiche collettive non solo si traducono in fatti oggettivi che difendono e promuovono la salute (alimentazione migliore, abitazioni più salubri, maggiori e migliori servizi sanitari), ma inducono anche una maggiore attenzione dei cittadini per la stessa. Uno dei punti critici messo in luce dal lavoro degli epidemiologi milanesi, infatti, è che "… alcune patologie come diabete, AIDS, cirrosi e insufficienza renale sono particolarmente concentrate nelle aree periferiche della città, generalmente associate a condizioni di maggiore deprivazione economica e sociale" commenta Bisanti.
Dai dati presentati nel Rapporto emerge che le milanesi hanno una salute per certi versi meno buona dei concittadini maschi: mentre, infatti, tra questi ultimi le malattie legate all’alcol e al fumo (in particolare le malattie respiratorie e i tumori) sono in diminuzione, tra le donne aumentano o, al più, sono stabili. Non solo. Le donne muoiono di più anche a causa di malattie dell’apparato cardiocircolatorio. Perché? "Non è facile rispondere, sarà sicuramente necessario approfondire il problema partendo dai dati in nostro possesso, dai quali si evidenzia che il numero di ricoveri in ospedale per ipertensione, cardiopatie ischemiche, aritmie e arteriosclerosi è più alto negli uomini, ma il numero di decessi per le medesime malattie è maggiore tra le donne".
"Si può dire che Milano riesce a far invecchiare bene la sua popolazione e a reggerne il peso - ha inoltre sottolineato Antonio Russo, l’altro autore del volume - Complessivamente la popolazione milanese, sebbene più anziana di quella lombarda e di quella nazionale, ha un rischio di morte che oggi è di quasi il 20% più basso, mentre invece solo agli inizi degli anni ’90 era del 10% più alto di quello regionale e nazionale".
Ma Milano è una città che, come molte altre metropoli europee, invecchia a ritmi sostenuti: nei prossimi dieci anni la popolazione di grandi anziani (attualmente ridotta per effetto dell’ultima guerra mondiale) verrà sostituita dalla generazione successiva, di dimensioni di gran lunga superiori. "Ciò provocherà un netto aumento della richiesta di servizi sanitari - ha aggiunto Russo - che devono prepararsi a sostenere il carico assistenziale delle persone molto anziane. Inoltre, a Milano il saldo demografico da qualche anno è tornato ad essere positivo - vale a dire che il numero dei nati è superiore al numero dei morti - grazie soprattutto al contributo dei cittadini di recente immigrazione. E quando l’invecchiamento della popolazione si accompagna a un saldo demografico positivo vuol dire che importanti obiettivi di salute e di benessere sono stati raggiunti".
"Un rapporto come Ricoveri e mortalità a Milano è lo strumento principe per connotare lo stato di salute della popolazione. Le informazioni che fornisce sono essenziali per la messa a punto di una programmazione sanitaria efficace, in quanto contribuisce a identificare la reale domanda di salute della gente sul suo territorio - ha messo in evidenza o Savina Bordoni, Direttore sanitario della ASL di Milano. Qualche esempio di come può essere utilizzato questo atlante? "Individuare le condizioni morbose che tendono ad aumentare col tempo per contrastarle efficacemente; riconoscerne la disomogenea distribuzione territoriale quale indice di una possibile concentrazione locale del rischio di malattia; verificare l’efficacia di iniziative sanitarie (screening, nuovi farmaci, etc.) analizzando l’andamento della mortalità per cause specifiche (tumori, AIDS, etc.). E ancora: individuare fenomeni - come l’andamento delle malattie alcol e fumo correlate nelle donne - che devono e possono essere contrastati con iniziative mirate di prevenzione".
Per questo motivo Ricoveri e mortalità a Milano è stato pensato e realizzato in modo da essere comprensibile anche ai non epidemiologi: i decisori politici qui trovano uno strumento scritto con un linguaggio accessibile, corredato di tabelle, grafici, simboli e tavole sinottiche estremamente chiare e, soprattutto, aggiornate a pochi mesi fa.
Ma Ricoveri e mortalità a Milano è anche uno strumento prezioso per i ricercatori, che possono accedere alla base di dati utilizzata dagli autori, immagazzinata nel CD allegato al volume. "In questo modo - ha concluso Bisanti - chiunque lo voglia può proseguire e approfondire il nostro lavoro senza dover ricominciare daccapo a raccogliere dati grezzi".
Il volume sarà distribuito a un elenco selezionato di amministratori e tecnici locali e nazionali, sanitari e politici. Verrà anche inviato, come allegato alla rivista scientifica Epidemiologia&Prevenzione, a tutti i soci dell’Associazione Italiana di Epidemiologia.
Per richiederne una copia, fino ad esaurimento, è sufficiente inviare un messaggio a epidemiologia@asl.milano.it; comunque, l’intera opera sarà presto disponibile sul sito della ASL di Milano (www.aslmilano.it).

LA SICILIA (Catania)
vino & dintorni
Ad «Enopolis» oltre 10 mila visitatori.

Oltre diecimila visitatori, sessanta espositori (dei quali il 20% di aziende nazionali), tremila bottiglie consumate, quaranta sommeliers per le degustazioni guidate, incontri su olio, vino, sigari, formaggi, caffè, visite alle cantine, cene a tema, un progetto sui vitigni autoctoni e il concorso enologico.
Sono i numeri dell’edizione 2005 di «Enopolis», la manifestazione organizzata dall’Ais Sicilia (Associazione italiana sommeliers) che in tre giorni all’hotel Villa del Bosco, ha confermato quale sia la voglia di conoscenza dei catanesi per quanto riguarda il vino e tutto ciò che gli gira intorno.
Sono state tre giornate molto intense che hanno visto, tra l’altro la presenza di quattro donne del vino Donatella Cinelli Colombini, José Rallo, Carolina Cucurullo, Marilena Barbera, del giornalista-produttore Bruno Pizzul, vincitore del premio «Sicilia terra di vino». Novità molto apprezzate dal pubblico, le degustazioni di caffé con i maestri dell’azienda Illy e di formaggi siciliani dop.
Una conferma, invece, il successo dell’angolo dei sigari con il club amici del Toscano che ha offerto, tra l’altro, agli appassionati i sigari aromatizzati alla grappa. Molto seguita anche la rassegna sull’olio extravergine siciliano a cura dei funzionari dell’Assessorato regionale all’Agricoltura che ha messo in luce anche le varietà di olive da tavola a partire dalla Nocellara dell’Etna.
«Siamo molto soddisfatti - ha dichiarato a chiusura della manifestazione Camillo Privitera, presidente dell’Ais Sicilia e ideatore della kermesse assieme alla moglie Tiziana Gandolfo - per il consenso di pubblico ancora una volta tributato alla manifestazione soprattutto in un momento come questo in cui nel settore del vino c’è una riflessione in corso. Invece hanno partecipato ad Enopolis sessanta aziende, tutte con prodotti di grande livello qualitativo e, ancora una volta, si è rafforzata la nostra convinzione di proporre in Sicilia e in particolare a Catania una manifestazione che risponde alla voglia di tante persone di conoscere il mondo dell’enologia e di informarsi sul vino».
Dall’anno prossimi, visto l’alto livello qualitativo raggiunto dai produttori, verrà istituito nell’ambito del concorso enologico anche un premio all’azienda che - pur non avendo conquistato premi per singole bottiglie - si sarà classificata con punteggi alti nella gamma dei vini presentati.
Al successo di Enopolis, ormai alla sesta edizione, hanno contribuito anche la Provincia, l’assessorato regionale all’Agricoltura, l’Apt, l’Istituto regionale della vite e del vino oltre agli sponsor privati Bnl, Alitalia, Bormiolirocco, S. Pellegrino. R.Cr.

IL SECOLO XIX
«Vini ricchi di profumi e di qualità si prevede un’annata ottima»
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I tini, ormai, sono pieni e i produttori iniziano a fare previsioni sull’annata. Che, in alcune zone, ha corso un grosso rischio. «L’uva era di ottima qualità - afferma Raffaele Guglierame, storico produttore di Ormeasco doc a Pornassio - ma con un leggero calo di quantità rispetto allo scorso anno: anche la flavescenza, la malattia che si è ormai diffusa nei nostri vigneti, ha contribuito a diminuire i grappoli sulle piante». In compenso l’uva raccolta era sana ed il vino ne raccoglierà "l’eredità". «Gli sbalzi di temperatura delle ultime settimane - precisa Guglierame - ed in particolare, l’escursione termica tra giorno e notte ha conferito al vino aromi e profumi più pronunciati ed evidenti». Insomma, se non ci può ancora sbilanciare a definirla un’annata da ricordare, tutto fa prevedere che l’Ormeasco 2005 sarà un vino di altissima qualità e che potrà ancora essere il protagonista della tavola (*).
Le differenze di temperature tra giorno e notte hanno giocato a favore anche per i bianchi. «Possiamo aspettarci Vermentino e Pigato ricchi di profumi - prevede Mauro Filiè, responsabile commerciale de "La Rocca di San Nicolao" - Con il sole e la carenza di pioggia della scorsa estate ed il finale di stagione, invece, con acqua abbondante, dovrebbero avere anche un grado zuccherino ottimale dopo un raccolto di uva sana, senza segni di muffe o marcescenza». Tra qualche mese, la verifica. «Le prime bottiglie - promette Filiè - saranno sulle tavole a febbraio».
Si sbilancia a parlare di qualità medio-alta anche Tommaso Lupi. «I bianchi promettono una gradazione medio alta - spiega - e anche per il rosso si può fare la stessa previsione. Sarà un’annata ottima soprattutto per chi ha lavorato nei vigneti, eliminando i grappoli in esubero».
 
(*) Nota: mai una volta che un produttore dica: “questa per il vino non è una grande annata”.



Mercoledì, 19 Ottobre 2005
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