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Rassegna stampa alcol e guida del 10 ottobre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Alcolismo concluso un cors

San Giovanni Rotondo Si è concluso il "Corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi" organizzato dall’Aicat (Associazione Italiana Club Alcolisti in Trattamento), dall’Unità di Gastroenterologia della Casa Sollievo della Sofferenza e dalle amministrazioni comunale e provinciale. L’evento si è sviluppato nel corso di 6 giornate nelle quali sono state approfondite finalità e contenuti tecnici. Da alcuni anni sono sorte delle iniziative, sia pubbliche che private, che si occupano di problemi correlati all’alcol. Dal 1979 si sono diffusi in tutta Italia i Club degli alcolisti in trattamento (Cat), comunità multifamiliari operanti secondo "l’approccio ecologico sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi" ideato da Vladimir Hudolin. I club presenti oggi in Italia sono oltre 2300 di cui 65 in Puglia e, proprio questi, sono stati negli ultimi anni un forte stimolo per la società civile e per le strutture socio-sanitarie. Il mondo dei club persegue una stretta cooperazione con le strutture pubbliche e private preposte ala risoluzione dei problemi alcol correlati e complessi. Le finalità, quindi, del corso si sono ricondotte ad una sensibilizzazione dei corsisti a mettere in discussione convinzioni e comportamenti nei confronti del bere, dei problemi correlati all’alcol, promuovendo il loro coinvolgimento personale. Nel corso delle giornate sono stati trattati quali contenuti legati ai problemi alcolcorrelati, gli aspetti sociali, relazionali e sanitari, l’epidemiologia, la prevenzione, l’approccio familiare, la rete territoriale e le risorse comunitarie. G. P.

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Alcolismo: accordo tra medici e associazione

L’Associazione Alcolisti Anonimi e la Fimmg, il maggior sidacato dei medici, hanno formato l’intesa per intensificare la prevenzione
Collaborare utilizzando le rispettive risorse in modo da costituire un punto di riferimento per coloro che hanno problemi connessi all’alcol.
EÇ questo il senso dell’accordo siglato tra la Fimmg,il maggior sindacato dei medici di famiglia, e l’Associazione Alcolisti Anonimi Italia. L’annuncio è stato dato durante il 57ƒ Congresso Nazionale della Fimmg che si sta svolgendo in questi giorni a Castellaneta Marina (TA).
I medici di famiglia sono dunque determinati a concentrare maggiormente la loro attenzione sul fenomeno dell’alcolismo e, per farlo, hanno scelto di avvalersi della consolidata esperienza in Materia di Alcolisti Anonimi, associazione composta esclusivamente di alcolisti (recuperati) che è nata nel 1935 negli USA ed è oggi presente in oltre 170 Paesi del mondo, tra i quali l’Italia, dove opera dal 1972 con gruppi di autoaiuto presenti in tutte le Regioni.
Secondo recenti dati dell’Istituto superiore di sanità l’alcolismo riguarda oltre un milione di alcoldipendenti e tre milioni e mezzo di persone a forte rischio; se si considerano anche le famiglie, che spesso subiscono pesantemente gli effetti dell’alcolismo di un proprio congiunto, si possono valutare in oltre 10 milioni gli italiani direttamente o indirettamente coinvolti. Ogni anno le patologie correlate all’alcol provocano circa 40.000 decessi.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che i costi annuali, sanitari e sociali, sostenuti a causa dell’alcol siano pari al 2,5 % del Pil; ciò significa che per l’Italia tali costi vengono calcolati nell’ordine di circa 40 miliardi di Euro l’anno.
Nonostante queste cifre, però, si ha la sensazione che nel nostro Paese l’alcolismo sia ancora molto sottovalutato; la stessa Legge-quadro n. 125 del 2001 fatica ancora a trovare puntuale applicazione.
Pertanto questo rinnovato impegno della Fimmg sembra destinato a fornire un contributo molto importante per contrastare un fenomeno di così ampie dimensioni. Anche perché il medico di famiglia, operando a diretto contatto con chi ha problemi di alcol o con la sua famiglia, può per primo - e meglio di chiunque altro - rendersi conto della presenza del problema e adoperarsi per porvi rimedio quando esso non presenta ancora ulteriori, serie, patologie aggravanti. Cosa, questa, che si verifica nella stragrande maggioranza dei casi: la progressività dell’alcolismo, infatti, è tale da permettere di intervenire prima che raggiunga una fase veramente critica.
Da sottolineare, infine, che negli ultimi anni si è registrato un sensibile abbassamento dell’età dÇingresso nell’area della dipendenza: oggi diventano alcolisti persone che ancora hanno salute, famiglia, lavoro e persino due automobili nel garage; a loro si uniscono giovani che sono poco più che alcolisti potenziali. A queste persone si possono far risparmiare molti anni di sofferenze e ai cittadini italiani consistenti e preziose risorse.

GIORNALE DI BRESCIA
Giro di vite sulle strade: ritirate sedici patenti
IN VALCAMONICA

Giro di vite anche lungo le strade dell’Alto Sebino e della Bassa Valcamonica. Nei controlli effettuati con l’etilometro e il telelaser, dalla mezzanotte di sabato alle 6 di ieri, lungo l’ex statale 510 , nel tratto compreso tra Piancamuno e Pisogne, la Polizia stradale (in azione due pattuglie di Boario Terme, una di Iseo e una di Montichiari) ha ritirato ben sedici patenti di guida. Quindici per guida in stato di ebbrezza e una per velocità avendo l’autista oltrepassato di 40 chilometri orari il limite previsto in quel tratto d’asfalto. Ai sedici automobilisti indisciplinati - si tratta di giovani bresciani - sono stati anche tolti dieci punti della patente. I quindici che avevano alzato un po’ troppo il gomito sono pure stati denunciati a piede libero. Il bilancio della nottata parla poi di una carta di circolazione ritirata. Complessivamente sono stati controllati 102 veicoli e 131 persone. I controlli a tappeto proseguiranno anche nelle nottate dei prossimi fine settimana proprio per arginare, per quanto comprensibilmente possibile, le stragi del sabato notte e per chiudere il cerchio attorno agli automobilisti indisciplinati. I controlli piazzati nelle scorse ore nella bassa Valcamonica rientrano in quel programma di sicurezza pianificato dalla Polizia stradale in termini di prevenzione e di repressione.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO

Droga e alcolici ritirate 10 patenti

CASARANO Giro di vite dei carabinieri della Compagnia di Casarano retta dal tenente Riccardo Urciuoli, nei confronti di chi guida in stato di ebbrezza od anche sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Ne sanno qualcosa i dieci giovani di Casarano, Ruffano e Taurisano, che la scorsa notte si sono visti non soltanto multare, ma anche ritirare le patenti di guida, perché sorpresi appunto al volante in condizioni proibite. Più esattamente, tre erano sotto l’effetto delle sostanze allucinogene e gli altri dell’alcol, birra soprattutto, ma anche vino e liquori. I dieci sono stati trovati drogati e ubriachi, dai cinque militari dell’equipaggio della stazione mobile della Compagnia casaranese, che unitamente a due colleghi del Nucleo operativo e radiomobile, attorno alle cinque della notte, avevano attivato un posto di blocco sulla strada a scorrimento veloce Casarano-Gallipoli, che è poi l’arteria che soprattutto i giovani, percorrono dopo la serata trascorsa in discoteca o nei pub della zona, per fare rientro nei paesi di provenienza. Via via che venivano fermate le auto, i militari hanno sottoposto gli occupanti a rischio ai test tecnici, ed uno dopo l’altro, i giovani di cui s’è detto, sono stati scoperti in preda alle droghe od all’alcol. Come detto, per loro sono scattate denuncia e multe, ed in quattro casi su dieci, anche il sequestro temporaneo delle vetture, subito dopo affidate in custodia giudiziaria ad un carrozziere di Ruffano. Vale ora aggiungere che buona parte degli automobilisti fermati non erano né ubriachi né drogati, e tra di loro, solo tre sono stati multati per inosservanza del codice della strada: uno perché guidava senza le cinture allacciate, un altro perché aveva pigiato troppo sull’acceleratore e l’altro perché non aveva provveduto alla revisione dell’auto.

IL MESSAGGERO (Umbria)
I REATI
In troppi si mettono alla guida dopo aver bevuto e senza le cinture

SPOLETO - Sei ore di lavoro. E un bilancio che fa riflettere. Perchè l’operazione di controllo che i carabinieri di Spoleto, al comando del tenente Megni, hanno fatto dalle 19 di sabato alle 1 di domenica ha sì portato alla denuncia di 3 persone e al sequestro di 2 auto ma ha anche dato delle indicazioni che meritano attenzione. La prima indicazione è che troppa gente continua a guidare un’auto nonostante abbia i riflessi appannati dall’alcol. La seconda è che l’uso delle cinture di sicurezza continua ad essere un optional per troppe persone che si mettono in viaggio in auto. La terza è che tutte le persone che hanno l’obbligo di stare a casa dopo le otto di sera hanno rispettato questo ordfine del giudice. In sostanza, quindi, la vita notturna sulla via Flaminia e sulle strade intorno alla città di Spoleto non sembra essere una vita pericolosa: quanti si muovono di notte non sembrano animati chissà da quali propositi delinquenziali ma sembrano piuttosto comportarsi con troppa leggerezza rischiando di causare incidenti che, come il passato insegna, possono essere tragici. Le persone denunciate, oltre a quella che guidava con la patente falsa, devono rispondere di guida in stato di ebrezza. Che è un vecchio vizio, generalizzato, che non si riesce a contenere. Per il resto, automezzi e documenti in regola per tutti. Tranne per un signore che non si era accorto che aveva l’assicurazione scaduta: gli è costato il sequestro dell’auto e il ritorno a casa a piedi.
Al.Men.

IL MESSAGGERO (Abruzzo)
Guai agli ubriachi al volante
In dotazione alla Polstrada un nuovo rilevatore del tasso alcolico
di MARCELLO IANNI

è sempre più dura la lotta contro gli ubriachi che si mettono al volante. Dopo le iniziative sul fronte giudiziario, ecco aprirsi un nuovo capitolo, questa volta tecnico. Perché la Polizia stradale della sottosezione dell’A24, diretta dall’ispettore superiore Danilo Ciucci, si è dotata di nuovi etilometri portatili, denominati "Alcoblow", non più grandi di una torcia elettrica, che consentono in maniera rapida, efficace, economica - come ha detto l’ispettore Ciucci - di effettuare un numero di controlli per singolo servizio certamente superiore a quelli effettuati finora con gli strumenti omologati tradizionali, sottoponendo solo chi, all’accertamento completo, risulterà positivo.
Chi ha dunque intenzione di esagerare con i bicchieri di alcol, farà bene a lasciare l’auto in garage o a consegnarla ad un amico sobrio se non vuole andare incontro ad una brutta grana. In effetti, per contrastare il fenomeno della guida in stato di ebbrezza è stata apportata una modifica al Codice della strada che consente agli organi di polizia di sottoporre i conducenti di veicoli a controlli, attraverso apparecchi portatili (come ad esempio l’Alcoblow) anche in assenza di specifiche sintomatologie o di sospetto abuso di sostanze alcoliche. Ma anche a controlli più specifici, come ad esempio l’alcol test. "L’Alcoblow - ha detto Salvatore Gioiosa, dirigente della Sezione di polizia stradale dell’Aquila - consentirà agli operatori di avere un primo consistente segnale sulle condizioni psico-fisiche del conducente controllato, perché basterà avvicinare lo strumento alla bocca dell’utente per avere l’indicazione voluta: luce verde tutto ok; luce gialla, da verificare, luce rossa oltre il limite. L’esame vero e proprio verrà poi ripetuto con l’etilotest". L’ispettore Ciucci ha detto che i nuovissimi Alcoblow sono stati dati in dotazione a tutte le pattuglie di Polizia stradale che, oltre che durante i servizi di prevenzione delle "stragi del sabato sera", ne faranno largo uso anche durante quelli quotidiani, sottoponendo a controllo i conducenti coinvolti in incidenti e resisi responsabili di violazioni alle norme di comportamento.
"Nell’ultimo periodo - ha detto Ciucci - abbiamo registrato un calo degli incidenti stradali con morti e feriti ma molti più casi di guida in stato di ebbrezza, evidenziati dalla maggiore dotazione di strumenti e dal rafforzamento dei controlli lungo l’arteria autostradale anche con pattuglie in motocicletta". Ma cosa significa vedersi ritirare la patente per guida in stato di ebbrezza? "Le grane sono due. La prima - ha detto Ciucci - è di tipo amministrativo e prevede il ritiro e la sospensione della patente fino a 2 mesi e la decurtazione di 10 punti secchi della patente. La seconda è quella penale, per cui il conducente condannato (arresto fino a 3 mesi e l’ammenda per oltre mille euro) si vedrà macchiata la fedina penale per 5 anni. Stare attenti, insomma, conviene da qualunque parte la si guardi".  

L’ADIGE
La discoteca "Vintage" di Arco è stata letteralmente

La discoteca "Vintage" di Arco è stata letteralmente presa d¥assedio dal "popolo della notte" fino alle sei di ieri mattina, quando è terminata la maratona Tv di "Rai Life", programma di Rai Uno (era l¥ultima puntata) promosso nell¥ambito del Pon, il programma operativo nazionale sicurezza del Viminale.
Quasi 1500 i giovani (e meno giovani) che si sono alternati nel locale di Fabio Toniotti, titolare anche dell¥annessa pizzeria "Peter Pan", ovviamente soddisfatto.
"è stata una bellissima esperienza. Bella gente. E naturalmente anche una grande promozione. Oltre che della discoteca anche di un sano modo di divertirsi".
Tanti i collegamenti con lo studio (telecamere contemporaneamente anche in una discoteca di Maglie, in Puglia) dove tra gli altri ospiti c¥erano anche il cantante Ivan Cattaneo e il rapper "er Piotta". Nella discoteca di Arco (non Riva del Garda come appariva erroneamente in sovraimpressione) invece era Clara, una splendida modella, a passare il microfono. Nei vari interventi si è parlato un po¥ di tutto. Ne è uscito uno spaccato interessante di chi frequenta le discoteche. Non solo indagini su cosa c¥è dietro la "febbre" del sabato sera, ma anche e soprattutto il tentativo di trovare motivazioni più sane, lontane dai rischi dell¥alcol, delle droghe, degli "sballi".
C¥è stato chi ha fatto anche un raffronto con il modo di divertirsi degli anni Sessanta. Arrivando a dire che allora la droga era una sorta di "ribellione" contro i "matusa". Un modo per "far gruppo". Adesso invece non ci sarebbe più questo desiderio di omologazione all¥interno della "tribù", ma piuttosto la conseguenza di rapporti familiari dove non si è più in grado di dire "no" ai figli. Punti di vista. Confutati sia in studio che nei collegamenti con le discoteche. Poi spazio al divertimento, alla musica con il Dj Paolo e il vocalist Ago del Bambù di Mantova. E sono arrivate alla "Vintage" anche le ragazze del Trentino Alto Adige che hanno preso parte alle fasi finali del concorso Miss Italia. Soddisfatti alla fine anche i gestori del locale arcense Franco Podetti e Paolo Debiasi: "Meglio di così non poteva andare...grazie anche a Max e Claudio di Fusion". Questa settimana - come riferiamo a parte - si replica. Con una serata - ancora alla "Vintage" - tutta dedicata alla sicurezza stradale. A partire dalle bevande: rigorosamente analcoliche. C.G.

IL MATTINO (Salerno)

Arso vivo nell’incendio

Il sabato aveva l’abitudine di alzare il gomito più del solito, poi restava a dormire dall’amica

 

Muore arso vivo in casa di un’amica. Ha tentato di salvarsi dal rogo Giuseppe Napolitano, ostunese, 49anni, contrabbandiere di piccolo taglio, quando l’altra notte, intorno all’una, in preda ai fumi dell’alcol, si è reso conto che le fiamme avevano avviluppato la piccola abitazione di via Tommaso Campanella, nel centro di Ostuni e l’aria era diventata irrespirabile. Ma non ce l’ha fatta. Le forze l’hanno abbandonato mentre cercava una via d’uscita. è rimasto intrappolato senza scampo, finché le fiamme hanno avvolto anche lui. I vigili del fuoco del comando di Ostuni, una volta spento l’incendio, lo hanno trovato riverso sul pavimento, vicino all’ingresso, ormai senza vita. Stordito dai troppi cicchetti e intossicato dal fumo e dai gas sprigionati dalle fiamme, avrebbe perso i sensi, senza più riprendersi. I medici del 118 non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Tempo addietro smerciava pacchetti di sigarette di contrabbando agli angoli della strade. Qualche precedente, ma di poco conto. Un povero diavolo con il vizio dell’alcol, lo definiscono quanti lo conoscevano. Sposato, due figli grandi. Viveva alla giornata, accontentandosi di svolgere, quando capitava qualche lavoretto per sbarcare il lunario. Una vita all’apparenza tranquilla. Secondo le indagini svolte dai poliziotti del Commissariato di Ostuni, diretti dall’ispettore Tommaso Cito, sembra che Napolitano fosse avvezzo ad ubriacarsi il sabato e spesso, in quelle condizioni, restava a dormire da un’amica. Anche l’altra sera si è recato nell’abitazione della conoscente, Maria Scalone, 40 anni, alcolista anche lei, con la quale, stando alle indiscrezioni raccolte, pare avesse avuto una relazione. Quando è giunto in via Campanella l’uomo ha suonato a lungo, ma la donna non era in casa (è stata rintracciata nell’abitazione di un conoscente). Senza farsi scrupoli ha spaccato il lucchetto che gli impediva l’accesso ed entrato. è quanto hanno stabilito, a seguito dei rilievi eseguiti sui luoghi devastati dalle fiamme, i poliziotti della scientifica, coordinati dal pm di turno, Iacoviello che si è recata sul luogo dell’incendio. Presenti inoltre, i carabinieri della stazione di Ostuni e della Compagnia di Fasano. Una morte, a primo acchitto, accidentale. Forse un corto circuito, conseguenza di un impianto elettrico vetusto, sicuramente non a norma, in una altrettanto vecchia abitazione al piano terreno, alle spalle della villa comunale. O forse, colpa di un mozzicone di sigaretta che incendia il materasso. Il fuoco che divampa senza che il malcapitato possa rendersene conto, sbronzo com’è. A dare l’allarme è stata una Volante del Commissariato, addetta al controllo dell’area urbana che ha notato il fumo fuoriuscire dall’abitazione. Al momento sembra da escludere l’ipotesi di un incendio doloso e quindi di un omicidio. Le cause della morte del contrabbandiere saranno stabilite quest’oggi, dal perito settore che eseguirà l’autopsia sul cadavere. Non è stato facile per gli investigatori verificare l’accaduto. La camera da letto dove, presumibilmente, Napolitano giaceva in stato di incoscienza è stata completamente divorata dalle fiamme. I danni sono stati rilevanti ed è stato necessario chiedere l’intervento dei tecnici del Comune per una verifica statica dell’edificio al cui piano superiore abita un’anziana, assistita da una badante. I periti ne hanno consigliato il trasferimento altrove. Proseguono, in queste ore, le indagini del Commissariato di Ostuni per stabilire se Napolitano avesse nemici e se la sua morte sia da attribuire non ad un caso fortuito ma alla mano assassina di un sicario. Valeria Arcangeli 

LA SICILIA
Cc arrestano "Mezzochilo"
Augusta, ubriaco accoltella giovane
Augusta.

L’alcol tracannato ha giocato un brutto tiro a "mezzochilo", all’anagrafe Giuseppe Musumeci, 42 ani, ora rinchiuso in una cella del carcere di Cavadonna per smaltire la sbornia e per difendersi dalla gravissima accusa di tentato omicidio. Musumeci, noto alle forze dell’ordine per i suoi numerosi precedenti penali, a seguito di una lite scoppiata per futili motivi con un altro avventore di un pub di via Garibaldi, ha estratto un acuminato coltello e ha inferto contro l’antagonista, P.D., 34 anni, un micidiale fendente diretto all’addome. La prontezza di riflessi del suo avversario, ha però mandato a monte le ostili intenzioni di "mezzochilo". P.D., infatti, ha d’istinto teso entrambi le mani ed è riuscito a limitare al massimo i danni. Il fendente del suo avversario, lo ha centrato al polso della mano destra, procurandogli la lesione ai tendini. Il provvidenziale arrivo di una "gazzella" dei carabinieri ha messo in fuga l’aggressore e permesso i tempestivi soccorsi del ferito che, all’ospedale Muscatello, è stato medicato e giudicato guaribile in quaranta giorni. Musumeci è stato catturato dopo pochi minuti. I carabinieri lo hanno preso a casa sua, in via Cordai, dove si era rifugiato per mettere una maglia pulita e far sparire l’arma.
Anna Burzilleri

IL MESSAGGERO (Marche)
Con la Porsche ad alta velocità dopo aver bevuto, inseguito e bloccato dalla Polizia

SAN BENEDETTO - Una Porsche boxter da guidare, una condizione di euforia alimentata dall’alcol, e vai sull’acceleratore. Ma il gioco è costato il ritiro della patente e il sequestro della vettura a un ventenne sambenedettese sorpreso dalle pattuglie della Polizia in servizio di prevezione nel week end. Gli agenti hanno dovuto inseguire la Porsche per le vie cittadine. In viale dello Sport fermato un abruzzese che girava con l’auto fornita da assicurazione risultata falsa: anche in questo caso ritiro di patente e sequestro della macchina. In viale De Gasperi veniva, invece, fermato un albanese di 32 anni che era stato espulso con decreto della Questura di Teramo. E’ stato arrestato.
GALILEONET.IT
DROGA
"Quei conti non tornano"
di Roberta Pizzolante
Sette ragazzi su dieci in Italia riescono a liberarsi dalla droga. Dopo un percorso di recupero tornano a una vita normale, trovano un lavoro onesto e si fanno una famiglia tutta loro. La percentuale è addirittura del 72 per cento. Un dato che dovrebbe rallegrare gli operatori e spingerli a carpire i segreti di tanto successo. Ma non è così, perché i dati di questione vengono dalla Comunità di San Patrignano, e da una ricerca che fa discutere. Il 20 settembre scorso, infatti, in occasione di una conferenza stampa per il decennale della scomparsa di Vittorio Muccioli, la Comunità ha anticipato alcuni risultati di uno studio condotto dai sociologi Giorgio Manfrè e Giuliano Piazzi dell’Università di Urbino e dal tossicologo Aldo Polettini dell’Università di Pavia. Secondo la ricerca "Oltre la comunità", finanziata dal Ministero del Welfare e dal Dipartimento antidroga e disponibile in un volume di Franco Angeli da novembre, il metodo San Patrignano non solo funziona ma garantisce risultati senza precedenti a livello mondiale. Attraverso l’analisi tossicologica dei capelli e i questionari-intervista, gli studiosi hanno analizzato 511 soggetti che hanno trascorso almeno tre anni nella comunità e che l’hanno lasciata tra il 2000 e il 2002. L’obiettivo era valutare il loro decorso dopo l’uscita dalla comunità e le condizioni di vita "drug free". Risultato: per più di 200 di loro è emerso un tasso medio di esiti positivi del 72 per cento a distanza di due, tre e quattro anni, con picchi del 78 per cento fra coloro che hanno completato il programma d’accordo con la comunità. Altro dato emerso è quello della ritenzione in trattamento, cioè la percentuale di persone che proseguono nel percorso anche dopo aver finito il programma stabilito: il 66 per cento dopo un anno di comunità, il 53 per cento dopo due anni e il 45 dopo tre anni continuano senza interruzioni. I dati, però, sono stati giudicati inattendibili scientificamente dalla Consulta delle associazioni scientifiche e delle organizzazioni professionali nel campo delle dipendenze patologiche, le cui perplessità sono state esposte in una lettera agli autori della ricerca. "Ci siamo espressi ancor prima di vedere il volume perché i dati, peraltro non presentati in un convegno scientifico, sono fuorvianti", spiega Paolo Jarre, coordinatore della Consulta.Non si spiega bene come sia stato scelto il campione dei 511 soggetti. Inoltre la percentuale di successo del 72 per cento riguarda solo una parte di esso, quelli che sono stati rintracciati e che si sono prestati all’analisi". E la restante parte? "Sono probabilmente quelli che hanno il decorso peggiore e che devono essere conteggiati tra gli esiti negativi", continua Jarre, che indica altre lacune della ricerca: "Non si può considerare la ritenzione in trattamento un fattore di efficacia. In tutte le comunità terapeutiche, i trattamenti vanno da uno a due anni. Il fatto che qui molti ragazzi restino più di tre anni indica che San Patrignano dà protezione, trattiene, ma non restituisce alla società dei giovani autonomi". Perplessità anche sull’uso dell’analisi dei capelli che, secondo la Consulta, non rileva l’utilizzo di sostanze come alcol, metamfetamine, allucinogeni, anfetamine, tabacco né l’eventuale viraggio su altre dipendenze patologiche come il gioco d’azzardo. Le critiche della Consulta sono però premature, secondo Aldo Polettini, che ha così risposto alla lettera degli esperti. "Il nostro obiettivo era vedere come stanno a distanza di 2-4 anni i soggetti che hanno lasciato la Comunità dopo aver concluso positivamente il programma terapeutico", spiega il tossicologo. "Il campione dell’indagine è rappresentato da 408 soggetti usciti con il consenso della Comunità dopo almeno tre anni, e da 103 persone che, pur avendo soggiornato almeno 3 anni, sono invece uscite senza il consenso del centro. L’analisi di questo secondo gruppo serviva a capire il valore prognostico di questa durata di soggiorno al di là della valutazione della Comunità relativamente all’esito del programma terapeutico". La percentuale di successo del 72 per cento, precisa Polettini, si riferisce proprio al primo gruppo, in particolare al 61 per cento dei 408 che ha partecipato alla ricerca, vale a dire 249 soggetti. Il restante 13 per cento non era rintracciabile mentre nell’altro 26 per cento dei casi i soggetti si sono rifiutati di prendere parte all’analisi. "La percentuale di partecipazione nel gruppo dei 103, usciti dalla CT senza consenso, è stata del 39 per cento e la percentuale di ricaduta nella droga del 51 per cento", continua Polettini, "Per quanto riguarda le obiezioni della Consulta sulla ritenzione in trattamento e sulla durata del programma di recupero, non hanno alcun rilievo sulla validità scientifica della nostra ricerca. Infine, per rispondere ai dubbi sollevati sull’esame tossicologico svolto, le sostanze ricercate nei capelli sono state gli oppiacei, cocaina e metaboliti, metadone, amfetamine, e cannabinoidi. I valori in base ai quali il campione è stato considerato sono stati volutamente contenuti, cinque volte più bassi di quelli delle analisi dei capelli con validità medico-legale, proprio per evidenziare anche l’esposizione occasionale alle sostanze ricercate".
Per dirimere la controversia, la Consulta chiede ora che la ricerca sia sottoposta al giudizio di un giurì scientifico internazionale.
CORRIERE VENETO
Ubriaco a folle velocità Inseguimento in centro la polizia spara in aria



Martedì, 11 Ottobre 2005
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