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Rassegna stampa alcol e guida del 6 ottobre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


AFFARI ITALIANI ONLINE
Dal vino al Divino
Giovedí 06.10.2005
Renzo Butazzi
Da Aprile On Line.
  

Ho letto con curiosità l’omelia con cui il Pontefice ha aperto il Sinodo sull’Eucarestia e le relative pezze di appoggio. Forse non tutti l’hanno fatto, altrimenti l’avrebbero commentata con minore seriosità. Il papa arriva alle sue conclusioni integraliste interpretando un “collage” di brani presi dalle Sacre Scritture e messi insieme a quello scopo; alcuni di essi evocano immagini piacevoli e rasserenanti, altri sono destinati a incutere paura e raccapriccio.
Rasserenanti sono le prime righe ispirate dal profeta Isaia, dedicate al vino, che “esprime la squisitezza della creazione, ci dona la festa nella quale oltrepassiamo i limiti del quotidiano. Il vino allieta il cuore. Così il vino e con esso la vite sono diventati anche immagine del dono dell’amore, nel quale possiamo fare qualche esperienza del sapore del divino”.
Forse una valutazione troppo ottimistica, che non tiene conto di chi “ha la sbornia cattiva” come si usa dire, e neppure delle invettive che poco oltre, lo stesso Isaia scaglia (Guai a voi!) contro “gli eroi da vino, prodi a mescere ed ubriacarvi; che giustificate l’empio per un regalo e negate al giusto la giustizia!”. Una parte della costruzione dell’omelia, ampiamente basata sulla vigna e sul vino verrebbe fortemente indebolita, se tenessimo conto anche di queste parole. Comunque la vigna di cui parla Isaia, sfortuna nera! dette uva cattiva e così mancò alla sua amorosa missione. (*)
La questione del vino (ma che tanta insistenza dipenda dal fatto che il vino è particolarmente apprezzato dai tedeschi, la cui terra si presta poco alle vigne?) è ripresa dal Vangelo di Matteo. In questo caso pare che l’uva fosse buona, ma gli affittuari, coloro che avevano coltivato e fatto fruttare la vigna, non volevano darla al proprietario, “vogliono tenersela per sé anche se non gli appartiene”. Chiara conferma evangelica che la proprietà privata è sacra. Nasce spontanea la domanda: ma come diventa proprietario un proprietario? Magari aveva preso la vigna a chi era meno forte di lui. Quasi sempre alle origini della proprietà e della ricchezza ci sono stati la forza, l’inganno, la violenza Procedendo per allusioni e metafore, il discorso del Pontefice arriva alla vigna nostra, che sarebbe ” la creazione, per così dire”. Essa ci è stata “affidata in gestione” (mi sembrerebbe più corretto dire che ci è stata “imposta” in gestione) e dobbiamo gestirla bene.
Il che vuol dire, essenzialmente, che la vigna va in malora se ammettiamo Dio come opinione privata, ma gli rifiutiamo il dominio pubblico. Eccetera, eccetera. Non mi sembra che il dominio pubblico di Dio imposto da certi regimi islamici, nei quali la religione detta tutte le regole, abbia portato amore, carità, giustizia nei loro paesi. Comunque, se questa è l’opinione del Pontefice, bastava che la esprimesse crudamente, così com’è, senza menare tanto il can per l’aia con allusioni e metafore che non riescono certo a giustificarla. Adesso sarebbe interessante e chiarificatore se il Pontefice e il suo staff aggiungessero all’omelia un “Regolamento d’attuazione”, come si fa per le leggi.
Coraggio, ditecelo in soldoni: perché Dio abbia il dominio pubblico, cosa dovremmo fare, in pratica?
 
(*) Nota: le parole del Pontefice sono forse da prendere nel loro senso metaforico, tra l’altro lui stesso ha dichiarato di essere astemio.

SALUTE LA REPUBBLICA
 
"Matti" ancora da slegare
L’Oms: esistono nel mondo manicomi e cattive cure basate solo sui farmaci. La legge 180 italiana resta innovativa, ma serve una "rete"
di Benedetto Saraceno *

A partire dal 2001 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha iniziato una campagna per la salute mentale basata su di uno slogan che oggi è tradotto in 45 lingue: Fermiamo l’Esclusione e abbiamo il coraggio di Curare. L’Oms ha tralasciato l’abituale linguaggio neutro e politically correct e ha formulato per la salute mentale 2 messaggi né banali né privi di conseguenza.
Il primo dice che la discriminazione e l’esclusione che da sempre connotano la malattia mentale e la sua cura devono cessare. Le implicazioni di questo messaggio sono molteplici: servono legislazioni innovative che promuovano la inclusione e scoraggino la esclusione. In molti paesi si stanno realizzando riforme e nuove leggi per la assistenza psichiatrica (in Brasile, in Francia, nei paesi del Baltico, in India, in Sri Lanka eccetera). Va certamente riconosciuto che la legge 180, che in Italia è oramai veterana in quanto ha quasi trenta anni, continua a rappresentare un punto di riferimento per tutto il mondo. Limiti e difetti sono spesso troppo enfatizzati nei dibattiti italiani e non si coglie più la ancora attualissima forza innovativa della legge e delle esperienze innovative iniziate trenta anni fa e venutesi evolvendo nel tempo che fanno della psichiatria pubblica italiana un riferimento di eccellenza per la Oms.
Il secondo messaggio afferma che la cura nell’accezione complessa del termine ("care" è presa in carico, è accoglienza, è cura) deve essere "osata". Dunque se bisogna osarla vuol dire che c’è, che esistono possibilità serie di interventi efficaci per le malattie mentali.
Le malattie mentali oggi colpiscono circa 450 milioni di persone (una famiglia ogni quattro) e le disabilità che conseguono rappresentano il trenta per cento delle disabilità provocate da tutti i tipi di malattie. Circa un milione di persone si suicida ogni anno (un suicidio ogni 20 secondi). 140 milioni di persone hanno seri problemi di abuso di alcool, 45 milioni di persone sono schizofreniche. Il carico di sofferenza individuale, famigliare e di "costo" per la comunità è gigantesco ma poco o nulla si fa. In media meno del 2% della spesa sanitaria nel mondo è utilizzata per i problemi di salute mentale. Altre priorità sanitarie prevalgono ma ci si deve rendere conto che non c’è salute se non c’è salute mentale.
Paradossalmente ciò di cui c’è urgente e drammatico bisogno non è uno sviluppo sofisticato di nuovi saperi psichiatrici, in quanto i saperi che esistono oggi per rispondere ai problemi di salute mentale sono più che sufficienti, se comparati con la loro sistematica non applicazione che ahimè lascia posto ad interventi non umani, non etici, non accettabili, non effettivi, non costo effettivi. Dobbiamo capire come mai ci sono delle barriere al buon senso, per cui, pur sapendo che l’ospedale psichiatrico costa molto, cura niente, fa male alla vita di tutti, l’ospedale psichiatrico è ancora la risposta egemone nella quasi totalità dei paesi industrializzati; come mai, pur sapendo che farmaco + riabilitazione psicosociale produce meno cronicità del solo farmaco, la maggior parte dei servizi psichiatrici del mondo erogano solo il farmaco.
Un grande movimento globale di persone (malati, famiglie, professionisti di tutte le discipline sanitarie) può condurre al superamento di queste inaccettabili barriere. Ma abbiamo bisogno di Reti. Perché, infatti, la sofferenza delle persone è "in rete", in quanto la realtà è una rete complessa di persone, legami, istituzioni, saperi e poteri e la risposta medica alla sofferenza troppo spesso non è "in rete", ossia non è capace di calarsi nella reale complessità delle vite dei cittadini malati. La buona cura non è solo il buon farmaco o la buona psicoterapia: la buona cura è una presa in carico solida, forte e duratura dei problemi di chi sta male. E questo ha a che vedere con la organizzazione e la umanità dei servizi sanitari. La nostra ipotesi di lavoro è, quindi, di promuovere reti per la salute mentale per creare un mondo dove alle domande reali si offrano risposte reali.
* Dir. Dip. Salute Mentale
e Tossicodipendenze-Oms, Ginevra.

IL GAZZETTINO (Venezia)
DA DOMANI A PORTOGRUARO
Settimana della sicurezza stradale In mostra gli striscioni dei ragazzi.

Prende il via domani, 7 ottobre, la Settimana della sicurezza stradale. L’iniziativa, promossa dal Comune di Portogruaro, per sensibilizzare la cittadinanza sul tema della sicurezza nelle strade, vedrà protagonisti in prima linea i ragazzi delle scuole. Domani, in particolare, i ragazzi delle scuole materne ed elementari, con l’ausilio ed il coordinamento della Polizia Municipale, saranno chiamati a posizionarsi in alcuni punti strategici del centro abitato della città per sensibilizzare tutti gli utenti della strada ad impegnarsi il più possibile per ridurre le tragedie stradali. Alle 9.30 gli alunni saranno in via Valle e all’incrocio del Centro Commerciale Carrefour, alle 10.30 "Al Morer" di via Villastorta e alle 11 alla rotatoria di via Stadio e in viale Trieste.
I ragazzi proporranno degli slogan, cartelli e dialoghi diretti ed estemporanei con gli automobilisti. I migliori "striscioni" realizzati verranno esposti e premiati presso lo Stand-Sicurezza Stradale che in questo periodo verrà allestito all’interno del Centro Commerciale Adriatico. L’iniziativa "Ragazzi sulla buona strada" si concluderà con un convegno al Municipio di Portogruaro. Il programma predisposto dal Comando di Polizia municipale prevede, infatti, alle 17.30 un incontro con i ragazzi che hanno conseguito il patentino o che lo conseguiranno nel corso del prossimo anno scolastico. Partecipano le Forze di Polizia del territorio, un rappresentante della Motorizzazione Civile e l’assessore provinciale alla Mobilità e Trasporti Enza Vio.
L’argomento trattato sarà la sicurezza stradale, con particolare riferimento agli effetti dell’uso dell’alcool e delle sostanze stupefacenti sulla guida.  T.Inf.

HELP CONSUMATORI
SICUREZZA STRADALE.
Milano, un reality per combattere l’abuso di alcol
06/10/2005.

Combattere l’abuso di alcol tra i giovani con un reality. E’ l’iniziativa per la sicurezza stradale del Comune di Milano, che ha patrocinato "Il Pilota", primo disco reality show con protagonisti giovani che dovranno trascorrere una serata in discoteca senza bere alcolici, per poi accompagnare a casa in auto in gli amici. Il primo appuntamento dell’iniziativa è per giovedì 13 ottobre.
Il programma è patrocinato dalla Società Italiana di alcologia (Sia) ed ha come testimonial il dj Mario Fargetta. "Il Pilota" si articolerà in un tour che riguarderà varie città italiane: Milano, Torino, Firenze e Riccione.

IL MATTINO
Medici ubriachi, si firma il licenziamento
DANIELA DE CRESCENZO.

Tutti a casa i medici trovati ubriachi nella sede del 118 di Ercolano. Per oggi è attesa la firma del manager dell’Asl 5, Roberto Aponte. A quanto sembra, la difesa sostenuta a settembre da due dei medici che rischiano il licenziamento, E.A e G.G., è stata tutt’altro che convincente. G.G., in particolare, aveva sostenuto di essere presente solo perché svolgeva funzioni di coordinamento: ma questo ruolo non gli era mai stato conferito dai responsabili del servizio. Né il documento firmato da alcuni colleghi ed esibito alla commissione è sembrato sufficiente a giustificare la presenza del medico nella struttura. D’altra parte, ha riflettuto la commissione, se il professionista avesse avuto un ruolo di coordinamento, sarebbe ancora più responsabile dell’accaduto. E c’è un altro elemento che non torna: il medico aveva timbrato regolarmente il cartellino ed era quindi comunque in servizio. Dunque non avrebbe dovuto bere. La decisione del manager è stata ritardata dal forfait dato dal terzo sanitario coinvolto, P.M., che non si è presentato davanti alla commissione formata dal responsabile del procedimento, il capo servizio degli affari generali della Asl 5, da un avvocato della stessa azienda e dal dirigente del 118. Al dottore, infatti, restavano quindici giorni per inviare controdeduzioni scritte. Ma fino a ieri nulla era arrivato alla Asl e quindi la decisione di Aponte è attesa per oggi, anche se in teoria potrebbe slittare ancora di qualche giorno. Dopo che il verdetto del manager sarà comunicato, i medici potranno presentare ricorso. Bisognerà poi insediare una specifica commissione formata da un rappresentante dell’ordine dei medici, uno della Asl e uno nominato dal medico stesso: i tre valuteranno gli atti e invieranno le loro controdeduzioni al direttore generale. Quindi ci sarà un nuovo verdetto, questa voltadefinitivo. E controlli sono stati svolti dalla Asl 5 anche sulla complessiva organizzazione del servizio e su quello di Ercolano in particolare. Ma su questo fronte tutto è risultato regolare. Dai rapporti dei carabinieri era emerso che nella sera del blitz nei locali del 118 non c’erano, come previsto, i volontari della Humanitas, ma quelli della Pubblica Assistenza Flegrea. I responsabili dell’associazione di volontariato hanno più volte sostenuto che questa era una procedura ordinaria e regolare. Ma secondo gli ispettori dell’Asl, solo eccezionalmente quella sera erano in servizio i dipendenti della Paf e non quelli della Humanitas. In caso contrario, infatti, l’associazione avrebbe dovuto inviare all’azienda anche i nominativi dell’ucraina e del portantino in servizio. Cosa che, a quanto pare non aveva fatto.

IL GIONALE DI CALABRIA
Malmena i genitori ed aggredisce cc: arrestato.

REGGIO CALABRIA. Un giovane disoccupato picchia i genitori, aggredisce i carabinieri e finisce in carcere. L’episodio è avvenuto in un appartamento del viale Aldo Moro, nella zona sud di Reggio Calabria, dove i militari della stazione “Modena” sono intervenuti perché Massimiliano La Russa, 37 anni, in stato di ebbrezza, stava malmenando i genitori. I carabinieri hanno tentato di far desistere il giovane dal suo comportamento, ma per tutto risposta sono stati aggrediti e presi a calci e pugni. L’uomo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, violenza, minacce a pubblico ufficiale e lesioni personali.

IL GAZZETTINO (Padova)
«In balìa dei teppisti, e il Giotto guarda».

Riceviamo e pubblichiamo.
La partita di pallavolo fra Giotto e Santa Croce giocata lunedì, è stata una cosa vergognosa. Una trentina di tifosi della squadra ospite si è impadronita del San Lazzaro e la società vergognosamente ha lasciato fare. Sono arrivati carichi di tamburi, megafoni amplificati con batterie ed hanno letteralmente preso possesso di una parte delle tribune a ridosso del settore abbonati. Hanno occupato interamente un passaggio, tale da costringere chi doveva andare al bagno o al bar a cambiare percorso. In piedi sui seggiolini hanno per tutta la partita inveito, minacciato allenatore, giocatori e gli spettatori, che hanno subìto gli insulti di questi teppisti pieni di birra che li intimidivano con i pugni alzati. Io ed altri abbiamo sollecitato i pochi funzionari presenti a far intervenire la Polizia. Io stesso ho avvicinato il presidente Sartorati, che si è messo a ridere dicendo che lui apposta era passato a spintoni in mezzo a loro e non era successo niente. Mi domando cosa sarebbe successo se uno solo dei padovani avesse reagito! Solo a fine gara è comparsa all’improvviso una squadra di Carabinieri, tardivamente chiamati. È strano comprendere come il Sempre Volley con l’esperienza di molti anni di serie A si sia mostrato totalmente inefficiente e pavidamente timoroso di prendere provvedimenti. Mi aspetto che dalla prossima partita vengano presi i provvedimenti idonei a garantire lo spettacolo a chi ha pagato il biglietto o a chi, come me, ha addirittura sottoscritto un abbonamento. Se le cose rimanessero così come sono, consegnerò la mia tessera al presidente Sartorati, chiedendo il rimborso.
Vittorio Svegliado
 
La replica di Sartorati: «Sollecitato dal dottor Svegliado, ho provveduto a chiamare le forze dell’ordine. In attesa del loro arrivo, non ho invece ritenuto opportuno - assumendomi le responsansabilità del caso - di coinvolgere il nostro servizio d’ordine interno, peraltro presente, in quanto sarebbe bastata una parola in più o un semplice spintone per peggiorare la situazione. Una scelta confortata dal fatto che le forze dell’ordine, al loro arrivo, non hanno ritenuto di intervenire. Possiamo e dobbiamo fare meglio, soprattutto quando ci saranno più tifosi avversari».

IL MESSAGGERO (Umbria)
Vino, una passione da tenere sotto controllo. Così ...

PERUGIA - Vino, una passione da tenere sotto controllo. Così è stato lanciato un gioco su internet, per sensibilizzare i ragazzi tra i 18 e i 30 anni ad un consumo corretto. L’iniziativa ”Girodivino” è stata presentata dal preside Francesco Pennacchi alla Facoltà di Agraria nell’ambito di ”Vino e giovani”, campagna nazionale di Enoteca Italiana, Mipaf e Regione. Nel pomeriggio c’è stata anche una degustazione con sommelier di nettari umbri per un migliaio di studenti. Granfinale con un concerto di Edoardo Bennato. Fabio Carlesi, segretario di Enoteca Italiana, ha detto che ”Vino e giovani” che dal 2003 al 2005 ha coinvolto 25mila giovani tra 18-30 anni in dieci università, 150mila i contatti registrati sul sito vinoegiovani.it, dove c’è un corso di formazione a distanza frequentato da oltre 3500 studenti online. L’iniziativa ”Girodivino” è stata anche esportata in Francia, ha spiegato il presidente di Enoteca Italiana Flavio Tattarini.

IL TEMPO
«Nei film di Hollywood sesso a rischio e tanta droga».

LONDRA — Attenzione: film come «Basic Instinct» o «007 - La morte può attendere» possono nuocere gravemente alla salute. È quanto sostiene un gruppo di medici con un duro attacco alle major di Hollywood, nel quale le accusa di realizzare pellicole che promuovono in maniera irresponsabile il sesso a rischio ed il consumo di droga. I medici in questione sono Hasantha Gunasekera, dell’università di Sydney, e due suoi colleghi, Simon Chapman e Sharon Campbell, che insieme hanno analizzato gli 87 più grandi blockbuster dell’ultimo ventennio, selezionandoli dalla lista dei duecento maggiori successi cinematografici di tutti tempi compilata nel marzo del 2004 dal sito web Internet Movie Database. Dallo studio - pubblicato sulla rivista britannica «Journal of the Royal Society of Medicine» - i ricercatori hanno escluso infatti le pellicole girate prima del 1983, risalenti alla cosiddetta era pre-HIV, i lungometraggi a disegni animati, le pellicole per bambini e quelle con protagonisti personaggi non umani. Nei film così selezionati, i medici hanno individuato 53 scene di sesso, ma di questi solo uno faceva riferimento all’uso del preservativo. Nel 98% delle sequenze più piccanti non figurava alcun tipo di contraccettivo nè vi era alcuna menzione dei rischi legati al sesso non sicuro come gravidanze indesiderate o la contrazione di malattie a trasmissione sessuale come l’Hiv ed altre infezioni. Gli studiosi hanno anche esaminato il ruolo di droga, alcol e tabacco sul grande schermo: nel 68% dei film, i personaggi fumavano, nel 32% si ubriacavano; nell’8% facevano uso di hashish o marijuana e nel 7% consumavano altre sostanze stupefacenti. Ma complessivamente l’uso di queste sostanze era rappresentato in maniera positiva e senza alcun accenno alle conseguenze che può comportare.  (*)
 
(*) Nota: Nella sua carriera cinematografica e letteraria James Bond ha bevuto 51 volte Champagne, 34 Vodka Martini, 29 Bourbon, 25 Scotch Whisky, 15 Straigth Vodka, 10 Brandy o Cognac, 7 Gin and Tonic, 8 Americano, 3 Vodka and Tonic, 2 Stringer, 1 Negroni, 1 Sherry, 1 Veper Martini.

WINENEWS
Montalcino - 06 Ottobre 2005                                                                            
IL CROLLO DEI PREZZI DELLE UVE “METTE D’ACCORDO” IL MONDO DEL VINO ITALIANO.

Da Nord a Sud il crollo dei prezzi delle uve assume una forma generalizzata e sembra essere l’unico elemento che unisce l’Italia del vino. I prezzi delle uve raccolte nel 2005, ormai a vendemmia terminata, segnano un drammatico ridimensionamento nell’ordine quasi del –50% su quelli spuntati nella scorsa stagione, che, peraltro, aveva già palesato questo trend negativo. A causare questa “emorragia” al ribasso, la crisi conclamata del mercato del vino e il problema delle cantine “piene”, che sta trasformandosi in una vera e propria emergenza, specie dopo l’abbondantissima vendemmia 2004.
In Piemonte un quintale di uve Nebbiolo atte a diventare Barolo costa dai 135 ai 140 euro al quintale (nel 2004 valeva 150 euro), ma questa stima potrebbe essere al ribasso, visto il peggioramento delle condizioni metereologiche che potrebbero diminuire la qualità delle uve di un vitigno notoriamente tardivo. Per un quintale di Barbera, invece, bastano dai 35 ai 45 euro, 60 euro per le partite migliori.
In Toscana, un quintale di Sangiovese atto a diventare Brunello di Montalcino vale oggi dai 100 a i 120 euro, mentre le partite di buonissima qualità possono arrivare a 150-180 euro (l’anno scorso valeva 240 euro al quintale). Nel Chianti, il Sangiovese atto a diventare Chianti Classico costa al massimo 50 euro al quintale (nel 2004 spuntava un prezzo di 90 euro).
Stessa situazione spostandosi verso sud: un quintale di Montepulciano d’Abruzzo non supera i 35 euro al quintale, vale, invece, 40 euro un quintale di uva Primitivo. In Sicilia il Nero d’Avola oscilla tra i 25 e i 40 euro massimi, a seconda della qualità delle uve.



Venerdì, 07 Ottobre 2005
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