RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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AFFARI
ITALIANI ONLINE |
Ho letto
con curiosità l’omelia con cui il Pontefice ha aperto
il Sinodo sull’Eucarestia e le relative pezze di appoggio. Forse
non tutti l’hanno fatto, altrimenti l’avrebbero commentata
con minore seriosità. Il papa arriva alle sue conclusioni integraliste
interpretando un “collage” di brani presi dalle Sacre Scritture
e messi insieme a quello scopo; alcuni di essi evocano immagini piacevoli
e rasserenanti, altri sono destinati a incutere paura e raccapriccio. |
SALUTE
LA REPUBBLICA |
A
partire dal 2001 l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha
iniziato una campagna per la salute mentale basata su di uno slogan che
oggi è tradotto in 45 lingue: Fermiamo l’Esclusione e abbiamo il
coraggio di Curare. L’Oms ha tralasciato l’abituale linguaggio neutro
e politically correct e ha formulato per la salute mentale 2 messaggi
né banali né privi di conseguenza.
Il primo dice che la discriminazione e l’esclusione che da sempre connotano la malattia mentale e la sua cura devono cessare. Le implicazioni di questo messaggio sono molteplici: servono legislazioni innovative che promuovano la inclusione e scoraggino la esclusione. In molti paesi si stanno realizzando riforme e nuove leggi per la assistenza psichiatrica (in Brasile, in Francia, nei paesi del Baltico, in India, in Sri Lanka eccetera). Va certamente riconosciuto che la legge 180, che in Italia è oramai veterana in quanto ha quasi trenta anni, continua a rappresentare un punto di riferimento per tutto il mondo. Limiti e difetti sono spesso troppo enfatizzati nei dibattiti italiani e non si coglie più la ancora attualissima forza innovativa della legge e delle esperienze innovative iniziate trenta anni fa e venutesi evolvendo nel tempo che fanno della psichiatria pubblica italiana un riferimento di eccellenza per la Oms. Il secondo messaggio afferma che la cura nell’accezione complessa del termine ("care" è presa in carico, è accoglienza, è cura) deve essere "osata". Dunque se bisogna osarla vuol dire che c’è, che esistono possibilità serie di interventi efficaci per le malattie mentali. Le malattie mentali oggi colpiscono circa 450 milioni di persone (una famiglia ogni quattro) e le disabilità che conseguono rappresentano il trenta per cento delle disabilità provocate da tutti i tipi di malattie. Circa un milione di persone si suicida ogni anno (un suicidio ogni 20 secondi). 140 milioni di persone hanno seri problemi di abuso di alcool, 45 milioni di persone sono schizofreniche. Il carico di sofferenza individuale, famigliare e di "costo" per la comunità è gigantesco ma poco o nulla si fa. In media meno del 2% della spesa sanitaria nel mondo è utilizzata per i problemi di salute mentale. Altre priorità sanitarie prevalgono ma ci si deve rendere conto che non c’è salute se non c’è salute mentale. Paradossalmente ciò di cui c’è urgente e drammatico bisogno non è uno sviluppo sofisticato di nuovi saperi psichiatrici, in quanto i saperi che esistono oggi per rispondere ai problemi di salute mentale sono più che sufficienti, se comparati con la loro sistematica non applicazione che ahimè lascia posto ad interventi non umani, non etici, non accettabili, non effettivi, non costo effettivi. Dobbiamo capire come mai ci sono delle barriere al buon senso, per cui, pur sapendo che l’ospedale psichiatrico costa molto, cura niente, fa male alla vita di tutti, l’ospedale psichiatrico è ancora la risposta egemone nella quasi totalità dei paesi industrializzati; come mai, pur sapendo che farmaco + riabilitazione psicosociale produce meno cronicità del solo farmaco, la maggior parte dei servizi psichiatrici del mondo erogano solo il farmaco. Un grande movimento globale di persone (malati, famiglie, professionisti di tutte le discipline sanitarie) può condurre al superamento di queste inaccettabili barriere. Ma abbiamo bisogno di Reti. Perché, infatti, la sofferenza delle persone è "in rete", in quanto la realtà è una rete complessa di persone, legami, istituzioni, saperi e poteri e la risposta medica alla sofferenza troppo spesso non è "in rete", ossia non è capace di calarsi nella reale complessità delle vite dei cittadini malati. La buona cura non è solo il buon farmaco o la buona psicoterapia: la buona cura è una presa in carico solida, forte e duratura dei problemi di chi sta male. E questo ha a che vedere con la organizzazione e la umanità dei servizi sanitari. La nostra ipotesi di lavoro è, quindi, di promuovere reti per la salute mentale per creare un mondo dove alle domande reali si offrano risposte reali. * Dir. Dip. Salute Mentale e Tossicodipendenze-Oms, Ginevra. |
IL
GAZZETTINO (Venezia) |
Prende
il via domani, 7 ottobre, la Settimana della sicurezza stradale. L’iniziativa,
promossa dal Comune di Portogruaro, per sensibilizzare la cittadinanza
sul tema della sicurezza nelle strade, vedrà protagonisti in
prima linea i ragazzi delle scuole. Domani, in particolare, i ragazzi
delle scuole materne ed elementari, con l’ausilio ed il coordinamento
della Polizia Municipale, saranno chiamati a posizionarsi in alcuni
punti strategici del centro abitato della città per sensibilizzare
tutti gli utenti della strada ad impegnarsi il più possibile
per ridurre le tragedie stradali. Alle 9.30 gli alunni saranno in via
Valle e all’incrocio del Centro Commerciale Carrefour, alle 10.30 "Al
Morer" di via Villastorta e alle 11 alla rotatoria di via Stadio
e in viale Trieste. |
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Combattere
l’abuso di alcol tra i giovani con un reality. E’ l’iniziativa per la
sicurezza stradale del Comune di Milano, che ha patrocinato "Il
Pilota", primo disco reality show con protagonisti giovani che
dovranno trascorrere una serata in discoteca senza bere alcolici, per
poi accompagnare a casa in auto in gli amici. Il primo appuntamento
dell’iniziativa è per giovedì 13 ottobre. |
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Tutti
a casa i medici trovati ubriachi nella sede del 118 di Ercolano. Per oggi
è attesa la firma del manager dell’Asl 5, Roberto Aponte.
A quanto sembra, la difesa sostenuta a settembre da due dei medici che
rischiano il licenziamento, E.A e G.G., è stata tutt’altro
che convincente. G.G., in particolare, aveva sostenuto di essere presente
solo perché svolgeva funzioni di coordinamento: ma questo ruolo
non gli era mai stato conferito dai responsabili del servizio. Né
il documento firmato da alcuni colleghi ed esibito alla commissione è
sembrato sufficiente a giustificare la presenza del medico nella struttura.
D’altra parte, ha riflettuto la commissione, se il professionista
avesse avuto un ruolo di coordinamento, sarebbe ancora più responsabile
dell’accaduto. E c’è un altro elemento che non torna:
il medico aveva timbrato regolarmente il cartellino ed era quindi comunque
in servizio. Dunque non avrebbe dovuto bere. La decisione del manager
è stata ritardata dal forfait dato dal terzo sanitario coinvolto,
P.M., che non si è presentato davanti alla commissione formata
dal responsabile del procedimento, il capo servizio degli affari generali
della Asl 5, da un avvocato della stessa azienda e dal dirigente del 118.
Al dottore, infatti, restavano quindici giorni per inviare controdeduzioni
scritte. Ma fino a ieri nulla era arrivato alla Asl e quindi la decisione
di Aponte è attesa per oggi, anche se in teoria potrebbe slittare
ancora di qualche giorno. Dopo che il verdetto del manager sarà
comunicato, i medici potranno presentare ricorso. Bisognerà poi
insediare una specifica commissione formata da un rappresentante dell’ordine
dei medici, uno della Asl e uno nominato dal medico stesso: i tre valuteranno
gli atti e invieranno le loro controdeduzioni al direttore generale. Quindi
ci sarà un nuovo verdetto, questa voltadefinitivo. E controlli
sono stati svolti dalla Asl 5 anche sulla complessiva organizzazione del
servizio e su quello di Ercolano in particolare. Ma su questo fronte tutto
è risultato regolare. Dai rapporti dei carabinieri era emerso che
nella sera del blitz nei locali del 118 non c’erano, come previsto,
i volontari della Humanitas, ma quelli della Pubblica Assistenza Flegrea.
I responsabili dell’associazione di volontariato hanno più
volte sostenuto che questa era una procedura ordinaria e regolare. Ma
secondo gli ispettori dell’Asl, solo eccezionalmente quella sera
erano in servizio i dipendenti della Paf e non quelli della Humanitas.
In caso contrario, infatti, l’associazione avrebbe dovuto inviare
all’azienda anche i nominativi dell’ucraina e del portantino
in servizio. Cosa che, a quanto pare non aveva fatto.
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IL
GIONALE DI CALABRIA |
REGGIO
CALABRIA. Un giovane disoccupato picchia i genitori, aggredisce i carabinieri
e finisce in carcere. L’episodio è avvenuto in un appartamento
del viale Aldo Moro, nella zona sud di Reggio Calabria, dove i militari
della stazione “Modena” sono intervenuti perché Massimiliano
La Russa, 37 anni, in stato di ebbrezza, stava malmenando i genitori.
I carabinieri hanno tentato di far desistere il giovane dal suo comportamento,
ma per tutto risposta sono stati aggrediti e presi a calci e pugni. L’uomo
è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia, violenza, minacce
a pubblico ufficiale e lesioni personali.
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Riceviamo
e pubblichiamo.
La partita di pallavolo fra Giotto e Santa Croce giocata lunedì, è stata una cosa vergognosa. Una trentina di tifosi della squadra ospite si è impadronita del San Lazzaro e la società vergognosamente ha lasciato fare. Sono arrivati carichi di tamburi, megafoni amplificati con batterie ed hanno letteralmente preso possesso di una parte delle tribune a ridosso del settore abbonati. Hanno occupato interamente un passaggio, tale da costringere chi doveva andare al bagno o al bar a cambiare percorso. In piedi sui seggiolini hanno per tutta la partita inveito, minacciato allenatore, giocatori e gli spettatori, che hanno subìto gli insulti di questi teppisti pieni di birra che li intimidivano con i pugni alzati. Io ed altri abbiamo sollecitato i pochi funzionari presenti a far intervenire la Polizia. Io stesso ho avvicinato il presidente Sartorati, che si è messo a ridere dicendo che lui apposta era passato a spintoni in mezzo a loro e non era successo niente. Mi domando cosa sarebbe successo se uno solo dei padovani avesse reagito! Solo a fine gara è comparsa all’improvviso una squadra di Carabinieri, tardivamente chiamati. È strano comprendere come il Sempre Volley con l’esperienza di molti anni di serie A si sia mostrato totalmente inefficiente e pavidamente timoroso di prendere provvedimenti. Mi aspetto che dalla prossima partita vengano presi i provvedimenti idonei a garantire lo spettacolo a chi ha pagato il biglietto o a chi, come me, ha addirittura sottoscritto un abbonamento. Se le cose rimanessero così come sono, consegnerò la mia tessera al presidente Sartorati, chiedendo il rimborso. Vittorio Svegliado La replica di Sartorati: «Sollecitato dal dottor Svegliado, ho provveduto a chiamare le forze dell’ordine. In attesa del loro arrivo, non ho invece ritenuto opportuno - assumendomi le responsansabilità del caso - di coinvolgere il nostro servizio d’ordine interno, peraltro presente, in quanto sarebbe bastata una parola in più o un semplice spintone per peggiorare la situazione. Una scelta confortata dal fatto che le forze dell’ordine, al loro arrivo, non hanno ritenuto di intervenire. Possiamo e dobbiamo fare meglio, soprattutto quando ci saranno più tifosi avversari». |
IL
MESSAGGERO (Umbria) |
PERUGIA
- Vino, una passione da tenere sotto controllo. Così è stato
lanciato un gioco su internet, per sensibilizzare i ragazzi tra i 18 e
i 30 anni ad un consumo corretto. L’iniziativa ”Girodivino”
è stata presentata dal preside Francesco Pennacchi alla Facoltà
di Agraria nell’ambito di ”Vino e giovani”, campagna nazionale
di Enoteca Italiana, Mipaf e Regione. Nel pomeriggio c’è stata
anche una degustazione con sommelier di nettari umbri per un migliaio
di studenti. Granfinale con un concerto di Edoardo Bennato. Fabio Carlesi,
segretario di Enoteca Italiana, ha detto che ”Vino e giovani”
che dal 2003 al 2005 ha coinvolto 25mila giovani tra 18-30 anni in dieci
università, 150mila i contatti registrati sul sito vinoegiovani.it,
dove c’è un corso di formazione a distanza frequentato da
oltre 3500 studenti online. L’iniziativa ”Girodivino” è
stata anche esportata in Francia, ha spiegato il presidente di Enoteca
Italiana Flavio Tattarini. |
IL
TEMPO |
LONDRA
— Attenzione: film come «Basic Instinct» o «007
- La morte può attendere» possono nuocere gravemente alla
salute. È quanto sostiene un gruppo di medici con un duro attacco
alle major di Hollywood, nel quale le accusa di realizzare pellicole che
promuovono in maniera irresponsabile il sesso a rischio ed il consumo
di droga. I medici in questione sono Hasantha Gunasekera, dell’università
di Sydney, e due suoi colleghi, Simon Chapman e Sharon Campbell, che insieme
hanno analizzato gli 87 più grandi blockbuster dell’ultimo ventennio,
selezionandoli dalla lista dei duecento maggiori successi cinematografici
di tutti tempi compilata nel marzo del 2004 dal sito web Internet Movie
Database. Dallo studio - pubblicato sulla rivista britannica «Journal
of the Royal Society of Medicine» - i ricercatori hanno escluso
infatti le pellicole girate prima del 1983, risalenti alla cosiddetta
era pre-HIV, i lungometraggi a disegni animati, le pellicole per bambini
e quelle con protagonisti personaggi non umani. Nei film così selezionati,
i medici hanno individuato 53 scene di sesso, ma di questi solo uno faceva
riferimento all’uso del preservativo. Nel 98% delle sequenze più
piccanti non figurava alcun tipo di contraccettivo nè vi era alcuna
menzione dei rischi legati al sesso non sicuro come gravidanze indesiderate
o la contrazione di malattie a trasmissione sessuale come l’Hiv ed altre
infezioni. Gli studiosi hanno anche esaminato il ruolo di droga, alcol
e tabacco sul grande schermo: nel 68% dei film, i personaggi fumavano,
nel 32% si ubriacavano; nell’8% facevano uso di hashish o marijuana e
nel 7% consumavano altre sostanze stupefacenti. Ma complessivamente l’uso
di queste sostanze era rappresentato in maniera positiva e senza alcun
accenno alle conseguenze che può comportare. (*)
(*) Nota: Nella sua carriera cinematografica e letteraria James Bond ha bevuto 51 volte Champagne, 34 Vodka Martini, 29 Bourbon, 25 Scotch Whisky, 15 Straigth Vodka, 10 Brandy o Cognac, 7 Gin and Tonic, 8 Americano, 3 Vodka and Tonic, 2 Stringer, 1 Negroni, 1 Sherry, 1 Veper Martini. |
WINENEWS |
Da
Nord a Sud il crollo dei prezzi delle uve assume una forma generalizzata
e sembra essere l’unico elemento che unisce l’Italia del vino.
I prezzi delle uve raccolte nel 2005, ormai a vendemmia terminata, segnano
un drammatico ridimensionamento nell’ordine quasi del –50% su
quelli spuntati nella scorsa stagione, che, peraltro, aveva già palesato
questo trend negativo. A causare questa “emorragia” al ribasso,
la crisi conclamata del mercato del vino e il problema delle cantine “piene”,
che sta trasformandosi in una vera e propria emergenza, specie dopo l’abbondantissima
vendemmia 2004. In Piemonte un quintale di uve Nebbiolo atte a diventare Barolo costa dai 135 ai 140 euro al quintale (nel 2004 valeva 150 euro), ma questa stima potrebbe essere al ribasso, visto il peggioramento delle condizioni metereologiche che potrebbero diminuire la qualità delle uve di un vitigno notoriamente tardivo. Per un quintale di Barbera, invece, bastano dai 35 ai 45 euro, 60 euro per le partite migliori. In Toscana, un quintale di Sangiovese atto a diventare Brunello di Montalcino vale oggi dai 100 a i 120 euro, mentre le partite di buonissima qualità possono arrivare a 150-180 euro (l’anno scorso valeva 240 euro al quintale). Nel Chianti, il Sangiovese atto a diventare Chianti Classico costa al massimo 50 euro al quintale (nel 2004 spuntava un prezzo di 90 euro). Stessa situazione spostandosi verso sud: un quintale di Montepulciano d’Abruzzo non supera i 35 euro al quintale, vale, invece, 40 euro un quintale di uva Primitivo. In Sicilia il Nero d’Avola oscilla tra i 25 e i 40 euro massimi, a seconda della qualità delle uve. |
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