Audizione di familiari vittime della strada da parte della commissione trasporti della Camera sul tema "Omicidio Stradale".
Argomenti e risposte alle “obiezioni” per spiegare la richiesta
Ieri 9 maggio in Commissione trasporti alla Camera c'è stata l'audizione di varie associazioni di vittime della strada fra le quali anche l'associazione Lorenzo Guarnieri che ha presentato la proposta di legge popolare sull'omicidio stradale insieme a Asaps, associazione Gabriele Borgogni e Comune di Firenze per la quale ad oggi sono state raccolte 58.000 firme. Tante mamme coraggio a chiedere giustizia. La Commissione è stata chiara. Il tempo che manca alla fine della legislatura è poco. Se vogliamo fare qualcosa dobbiamo essere semplici e restringere il campo dato che il tema è complesso.
Noi siamo andati su questa linea smontando una a una tutte le obiezioni che spesso vengono fatte alla sacrosanta richiesta di giustizia in modo da cercare di creare consenso in commissione per un obiettivo semplice. Identificare il reato di Omicidio Stradale relativo alla guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti, perfettamente consapevoli che questo non copre tutto il desiderio di giustizia ma che si tratta della difficile costruzione di un primo piano di una casa sulla quale costruire poi altri piani in futuro.
Queste sono le obiezioni più comuni che più volte abbiamo ascoltato e alle quali abbiamo dato risposta anticipando le possibili domande della commissione.
Obiezione: Le leggi ci sono già perché cambiare ?
Risposta: Il quadro normativo attuale prevede che gli omicidi causati da violazione di norme del CdS rientrino nell’art 589 del codice penale (cp) – omicidio colposo - e prevedono una pena che va da un minimo di 2 anni a un massimo di 10. Nel nostro ordinamento il furto pluriaggravato (esempio borseggio in un autobus) art 625 cp è punito con una pena da 3 a 10 anni. Crediamo che il criterio della “proporzionalità” della pena non sia rispettato e che questo sia un buon motivo per cambiare.
Nella realtà poi le pene effettive sono intorno ai 2 anni con nessuna misura restrittiva per chi uccide.
Obiezione: In realtà i giudici già adesso possono applicare il dolo eventuale
Risposta: Molti parlano dell’applicazione del “dolo eventuale” già previsto nel nostro ordinamento come una possibile soluzione. In realtà se contiamo il numero stimato di 25.394 omicidi con violazione di norma del CdS nel periodo 2001-2010, siamo a conoscenza solo di 1 (un) caso nel quale il dolo eventuale (art 575 cp) è stato applicato. Per cui questa possibile soluzione nella realtà quotidiana non esiste.
Obiezione: Nel nostro codice gli omicidi sono già classificati come “volontario”, “preterintenzionale” e “colposo”. Su questo si basa il nostro diritto. Come pensate sia possibile cambiare ?
Risposta: In realtà nel nostro codice penale esistono già altre tipologie di omicidio: Art 578 Infanticidio, Art 579 Omicidio del consenziente. Il nostro codice è e deve essere un documento che cambia e si adegua ai tempi. Esisteva ad esempio il “delitto d’onore” art 587 che fu abrogato nel 1981.
Obiezione: Se facciamo l’ “omicidio stradale” dovremmo poi fare l’ “omicidio ospedaliero”, l’ “omicidio di caccia” . e tanti altri: cosa ne pensate ?
Risposta: L’omicidio a seguito di infrazione delle regole del CdS è di gran lunga la fattispecie criminosa di omicidio prevalente da un punto di vista numerico. Si possono stimare in anno almeno 2.500 omicidi “stradali” contro 600 omicidi volontari con arma da fuoco o da taglio e 33 morti per incidenti di caccia all’anno. Dei 1.170 morti sul lavoro del 2011, 507 sono morti in “itinere” per violenza stradale. Stiamo parlando della prima causa di morte in Italia sotto i 40 anni. Non c’è dubbio che la violenza stradale sia l’emergenza criminale numero 1 e pertanto come tale vada trattata.
Obiezione: Trasformare la “colpa” in “dolo” è anticostituzionale e viola i più elementari principi del diritto: come rispondete ?
Risposta: Ad esempio chi si mette alla guida con un tasso alcolico superiore a 1,5 g/l accetta un rischio di provocare uno scontro 380 volte superiore a quello di un guidatore sobrio. I profili del “dolo” sono senza dubbio spesso presenti. Non vogliamo però essere noi a rispondere a questa obiezione, ma lo facciamo attraverso il parere dell’ Avv. Prof. Carlo Federico Grosso, noto docente di Diritto Penale a Torino, ex Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura e Presidente dal 1998-2001 della commissione ministeriale per la modifica del codice penale. Secondo il Prof. Grosso il nuovo reato non solo è ammissibile ma è anche auspicabile considerando l’impatto sociale del problema
Obiezione: Non è una forma di prevenzione efficace, sono altre le cose che servono per migliorare la sicurezza stradale. Cosa dite ?
Risposta: Premesso che la funzione di una pena non è solo preventiva, ma è anche “retributiva” e “educativa”. Oggi al reato corrisponde “nessuna pena” (chi uccide non si fa un giorno di carcere) per cui una pena inesistente non può svolgere nessuna funzione. I paesi con legislazioni più severe sono quelli a più bassa mortalità (in UK, paese simile a noi, muoiono la metà delle persone). Per diminuire la violenza stradale cambiare la legge non è l’unica cosa da fare ma è sicuramente fra le prime cose da fare.
Purtroppo il nostro messaggio, con il chiaro intento di fare un passo avanti, non e' stato recepito dalla presidente dell'AIFVS Cassaniti che ha chiuso replicando che o si aggiungono alla proposta di Omicidio stradale anche le varie forme di guida pericolosa o non se ne fa di niente perché altrimenti ci sarà una rivolta e che la colpa è dei giudici che non fanno il loro mestiere perché le leggi ci sarebbero già. Questo senza dubbio ha creato, a mio parere, confusione in un momento in cui s’intravedeva una faticosa convergenza e non ha fatto certo bene alla causa.
Peccato per l'occasione che potevamo sfruttare meglio, speriamo che sia rimasto fra gli onorevoli presenti il concetto che quello che c'è adesso non funziona e che quindi va modificato. Conservo l'ottimismo che almeno la revoca a vita della patente per chi uccide possa passare. In fondo è stata la prima volta che si è discusso in una commissione una proposta di legge di questo tipo. La conquista della civiltà, in un paese democratico, e' fatta di piccoli passi in avanti.
Un grazie ai tanti cittadini che ci hanno dato fiducia con le loro firme. E’ un dato di fatto che in Italia la democrazia diretta non è praticamente possibile esercitarla (vedi esito referendum) per cui nel bene e nel male per le leggi siamo in mano al Parlamento che ormai è “in scadenza”. La legge sull’omicidio stradale il parlamento la sta discutendo, di più non potevamo umanamente fare. Non so dire quale sarà alla fine il risultato della commissione ma di sicuro 58.000 cittadini con le loro famiglie non sono stati fermi e hanno agito con la loro adesione. Il senso di giustizia e la richiesta di un paese più civile non “scade” con la fine di una legislatura e questo ci dà la spinta per continuare.
Stefano Guarnieri
Vice presidente Associazione Lorenzo Guarnieri