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Inchiesta da Repubblica.it
Alcol: difficoltà al volante
anche entro i limiti di legge

di Vincenzo Borgomeo

Il test è stato superato anche con tasso alcolemico alterato, ma a prezzo di una grande fatica. Studi scientifici dimostrano che anche assumendo un quantitativo di alcol inferiore al limite legale di 0,5 g/l, il rischio di incidente aumenta comunque del 40% rispetto a quando si guida da sobri. L'Istat non fornisce più questi dati dal 2009 (scandaloso).

 

In un Paese come il nostro dove muore una persona ogni due ore in un incidente stradale si parla sempre poco di sicurezza stradale, un tema che non ha mai lo spazio che meriterebbe sui giornali e in Tv ma che equivale a sedici terremoti d'Abruzzo l'anno e che nello stesso periodo fa un milione di infortunati, dai più leggeri a 20mila paraplegici, costando qualcosa come 30 miliardi, 5 in più di una normale finanziaria.

Sul fronte della sicurezza insomma c'è ancora molto da fare, soprattutto per quanto riguarda la guida sotto l'influsso di alcol o droga che è fonte di circa il 30% di tutti gli incidenti stradali ma che è ancora oggi un pericolo sottovalutato. Basti dire solo che l'Istat non fornisce più questi dati dal 2009 ("scandaloso" come denunciano tutte le associazioni, Asaps in testa).
 

DOSSIER

> Il test da sobri


> Sotto la lente dell'etilometro


> Il test da brilli


> I consigli della Polizia


> L'utilità dei corsi di guida

Un fatto singolare perché secondo l'ultima ricerca Aci-Censis i pericoli legati alla guida sotto effetto di alcol o droghe si attesta nettamente come la principale preoccupazione degli automobilisti (64,9%), seguita dall'eccesso di velocità con il 49,8%. Eppure se da un lato l'alcol preoccupa, dall'altro non gli automobilisti fanno nulla: dal 2003, la quota dei 18-24enni coinvolti nel binge drinking (il consumo di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un'unica occasione) è un dato stabile e riguarda il 22,6% dei maschi e l'8,4% delle femmine. Non solo: il 4,2% degli automobilisti tra i 18 e i 29 anni dichiara di non limitare il consumo di alcol pur sapendo di doversi mettere al volante
contro una media totale del'1,8% che decresce all'avanzare degli anni. Il 12,7% dei giovani dichiara, infine, di non limitare il consumo ma di lasciar guidare qualcuno al posto suo. "Fortunatamente" cresce rispetto all'anno scorso la quota dei 18-29enni che sceglie di limitare il consumo (44,5% rispetto al 36,6% dell'anno precedente), ma è ancora troppo alta e in crescita la percentuale di chi sceglie di non limitarsi (4,2% rispetto al 3,4%).

Eppure l'alcol è un pericolo micidiale per chi si mette alla guida e anche bere poco non vuol dire essere esenti da rischi, tanto che gli studi scientifici in materia dimostrano che anche assumendo un quantitativo di alcol inferiore al limite legale di 0,5 g/l, il rischio di incidente aumenta comunque del 40% rispetto a quando si guida da sobri.

Ecco, partendo da queste basi abbiamo voluto realizzare - con la collaborazione della Polizia Stradale e il Centro di Guida Sicura Vallelunga - un'inchiesta sull'alcol e la guida. Con Giovanni Valentini abbiamo effettuato un doppio corso, prima da sobri e poi da ubriachi, ma non per testimoniare il fatto che nel primo caso il percorso è netto e che nel secondo qualche birillo va giù: qui era importante capire - sulla propria pelle - le impressioni, le sensazioni. Perché, si sa, chi si mette al volante al di sopra del limite di legge di 0,5 di tasso alcolemico nel sangue sostiene (con forza) di poter fare tutto lo stesso.

Il che, anche secondo il nostro test, è vero: ubriachi o no al volante si fanno le stesse cose. Se per "stesse cose" si intende andare da un punto all'altro, dal ristorante a casa. Solo che il "modo" in cui lo si fa è molto diverso. E se in quel "compitino" c'è un imprevisto (dal bambino che attraversa di colpo o una curva resa difficile dal fondo stradale o dalla visibilità) il tragitto si trasforma in tragedia.

Chi scrive è astemio e fare il test con un tasso alcolemico di 0,32 è stata una vera sofferenza, con uno sforzo di concentrazione mai visto prima, qualche errore qua e là e la difficoltà - comunque - di rendersi conto delle proprie prestazioni in pista. Alla fine il test è stato superato (più o meno) anche in condizioni alterate, ma con uno sforzo davvero notevole. E una grande difficoltà nel trovare i movimenti giusti e ricordare i punti di corda, le velocità e quelle semplici regole che fanno la differenza. Senza contare poi che tutto è stato avvolto da una generale confusione, anche solo per capire le proprie prestazioni.

Più facile è stato invece osservare dall'esterno Giovanni Valentini, ex pilota, grande esperienza con macchine da corsa e d'epoca. Valentini da sobrio avrebbe potuto fare le prove ad occhi chiusi ma da ubriaco si è dovuto sforzare non poco per superare i test. E non per una questione di birilli in piedi o abbattuti: in pista non si bara e si capisce subito se chi guida lo fa con naturalezza o è al limite, se corre rischi o no. Dove prima la sua auto passava "sicura" e su traiettorie perfette, poi era meno precisa, con movimenti più bruschi, velocità più alte. Insomma l'alcol non perdona nessuno.

 

da Repubblica.it/motori

 

 

Lunedì, 14 Maggio 2012
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