Dopo il record
negativo di vittime (65) dell’ultimo week-end, serve una nuova presa di
coscienza del problema violenza stradale.
Per fare salire in alto nell’elenco delle notizie gli incidenti della
strada servono 6 o 7 morti in unico incidente. In realtà si perdono
ogni giorno mediamente 18 vite, nella totale indifferenza.
Mi ha colpito il fatto che alle immagini dei tg di sabato sera con quell’ammasso
di lamiere fumanti sull’autostrada, sono seguite quelle degli attentati
in Iraq, stesse macchine squarciate e fumanti. Miglior testimonianza per
dimostrare che sulla strada si combatte una guerra non ci poteva essere.
E’ drammatico constatare che i 65 morti dell’ultimo fine settimana (dovuti
anche in parte ad una serie di sinistri catastrofali) costituiscono un
record per 2004, in totale controtendenza rispetto allo stesso periodo
dello scorso anno con la PaP appena entrata in vigore.
E’ evidente che l’effetto dissuasivo non funziona più. Tutto è
tornato come prima, anche peggio.
Il conducente ha capito che le probabibilità di perdere punti,
a causa dei scarsi controlli, sono poche. Le possibilità di recuperare
punti sono estremamente facilitate. Buona condotta, biennale, corsi senza
prova d’esame, nessuna verifica per chi organizza i corsi.
Parlavamo dei controlli. Sono pochi e non sempre qualificati. In questi
anni si sono inventate figure di "ausiliarità" di ogni
genere (della sosta, della circolazione ecc.) mentre si sono fatte languire
le vere professionalità. Serve riscoprire la grande vocazione della
Polizia Stradale quale Polizia dei Trasporti, per controlli costanti e
professionali al mondo del trasporto pesante, al trasporto di merci pericolose.
Servono ulteriori iniziative per il controllo dei fenomeni degli incidenti
del fine settimana.
I controlli professionali delle varie polizie della strada sono scarsi.
Le 1.300 pattuglie della Stradale (1.600 nei momenti di punta) sono poca
cosa divise in 4 turni. Questo significa che in questo momento nei 6.500
Km di autostrade e oltre 20.000 di statali viaggiano appena 350-400 pattuglie.
Andrebbe da subito ripianato l’organico della Specialità in asfissia
da 15 anni, con 1.500 agenti in meno. Andrebbe anzi potenziato portandolo
da 13.500 unità a 20.000 con una assunzione straordinaria, magari
su base regionale.
L’Asaps ha poi proposto una sorta di "Catasto" degli incidenti
catastrofali, quelli per i quali non è chiara la reale dinamica.
Si pensi ad un salto di corsia in pieno giorno, sotto il sole, in rettilineo,
con 5 morti. Perché è avvenuto, cosa è accaduto prima
del sinistro ai conducenti, cosa è accaduto nella fase culminante,
come sono stati organizzati i soccorsi.
Anche nell’ultimo incidente di Fiano Romano alcuni conducenti sicuramente
non hanno rispettato le velocità stabilite o la distanza di sicurezza.
Scarsa è poi la vocazione a guardare avanti, lontano per capire
cosa sta accadendo davanti a noi.
Tutti corriamo bovinamente senza capacità riflessiva. Quante volte
durante il servizio in coda ad una colonna in autostrada, mentre la pattuglia
segnala l’incolonnamento, il conducente ti fa segno OK, ho visto, poi
va regolarmente a tamponare.
Non si ha cognizione della velocità reale del veicolo, ma solo
di quella percepita, spesso ingannevole, non si ha la minimi idea che
a 130 Km/h (quando si osserva il limite) servono comunque 135 metri per
fermarsi fra tempo di reazione e spazio di frenata.
Molti incidenti avvengono per l’assoluta impreparazione e superficialità
dei conducenti. In luglio, mese orribile per la circolazione, si mischiano
sulla rete veicoli commerciali che "devono" comunque arrivare
per far quadrare i conti e quelli occasionali con scarsissima vocazione
ed esperienza per la rete autostradale.
Si potenzino i controlli, con più divise sulla strada, si renda
più severo il meccanismo della PaP. Si realizzi una forma di comunicazione
che vada ad arricchire l’informazione del conducente e che contribuisca
a costruire una coscienza nuova dell’intimo convincimento del rispetto
della regola.
La strada è democratica: colpisce tutti, dai grandi personaggi
dello spettacolo e dello sport, all’anziano con la pensione minima.
E’ anche molto crudele perché emette sentenze di condanna a morte,
assolutamente inappellabili, anche a carico di chi non ha commesso assolutamente
nessuna violazione ma viaggiava regolarmente sulla sua corsia ed un altro
ha fatto il salto di carreggiata.
Si devono finalmente adottare iniziative che non siano sempre sottoposte
agli interessi dell’economia e non a quelli della reale sicurezza.
*Presidente Asaps