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Articoli 21/07/2004

STRAGI STRADALI ANALISI E PROPOSTA.

STRAGI STRADALI ANALISI E PROPOSTA.

a cura di Giordano Biserni*

Dopo il record negativo di vittime (65) dell’ultimo week-end, serve una nuova presa di coscienza del problema violenza stradale.
Per fare salire in alto nell’elenco delle notizie gli incidenti della strada servono 6 o 7 morti in unico incidente. In realtà si perdono ogni giorno mediamente 18 vite, nella totale indifferenza.

Mi ha colpito il fatto che alle immagini dei tg di sabato sera con quell’ammasso di lamiere fumanti sull’autostrada, sono seguite quelle degli attentati in Iraq, stesse macchine squarciate e fumanti. Miglior testimonianza per dimostrare che sulla strada si combatte una guerra non ci poteva essere.

E’ drammatico constatare che i 65 morti dell’ultimo fine settimana (dovuti anche in parte ad una serie di sinistri catastrofali) costituiscono un record per 2004, in totale controtendenza rispetto allo stesso periodo dello scorso anno con la PaP appena entrata in vigore.
E’ evidente che l’effetto dissuasivo non funziona più. Tutto è tornato come prima, anche peggio.

Il conducente ha capito che le probabibilità di perdere punti, a causa dei scarsi controlli, sono poche. Le possibilità di recuperare punti sono estremamente facilitate. Buona condotta, biennale, corsi senza prova d’esame, nessuna verifica per chi organizza i corsi.

Parlavamo dei controlli. Sono pochi e non sempre qualificati. In questi anni si sono inventate figure di "ausiliarità" di ogni genere (della sosta, della circolazione ecc.) mentre si sono fatte languire le vere professionalità. Serve riscoprire la grande vocazione della Polizia Stradale quale Polizia dei Trasporti, per controlli costanti e professionali al mondo del trasporto pesante, al trasporto di merci pericolose. Servono ulteriori iniziative per il controllo dei fenomeni degli incidenti del fine settimana.

I controlli professionali delle varie polizie della strada sono scarsi. Le 1.300 pattuglie della Stradale (1.600 nei momenti di punta) sono poca cosa divise in 4 turni. Questo significa che in questo momento nei 6.500 Km di autostrade e oltre 20.000 di statali viaggiano appena 350-400 pattuglie. Andrebbe da subito ripianato l’organico della Specialità in asfissia da 15 anni, con 1.500 agenti in meno. Andrebbe anzi potenziato portandolo da 13.500 unità a 20.000 con una assunzione straordinaria, magari su base regionale.

L’Asaps ha poi proposto una sorta di "Catasto" degli incidenti catastrofali, quelli per i quali non è chiara la reale dinamica. Si pensi ad un salto di corsia in pieno giorno, sotto il sole, in rettilineo, con 5 morti. Perché è avvenuto, cosa è accaduto prima del sinistro ai conducenti, cosa è accaduto nella fase culminante, come sono stati organizzati i soccorsi.

Anche nell’ultimo incidente di Fiano Romano alcuni conducenti sicuramente non hanno rispettato le velocità stabilite o la distanza di sicurezza. Scarsa è poi la vocazione a guardare avanti, lontano per capire cosa sta accadendo davanti a noi.

Tutti corriamo bovinamente senza capacità riflessiva. Quante volte durante il servizio in coda ad una colonna in autostrada, mentre la pattuglia segnala l’incolonnamento, il conducente ti fa segno OK, ho visto, poi va regolarmente a tamponare.

Non si ha cognizione della velocità reale del veicolo, ma solo di quella percepita, spesso ingannevole, non si ha la minimi idea che a 130 Km/h (quando si osserva il limite) servono comunque 135 metri per fermarsi fra tempo di reazione e spazio di frenata.

Molti incidenti avvengono per l’assoluta impreparazione e superficialità dei conducenti. In luglio, mese orribile per la circolazione, si mischiano sulla rete veicoli commerciali che "devono" comunque arrivare per far quadrare i conti e quelli occasionali con scarsissima vocazione ed esperienza per la rete autostradale.

Si potenzino i controlli, con più divise sulla strada, si renda più severo il meccanismo della PaP. Si realizzi una forma di comunicazione che vada ad arricchire l’informazione del conducente e che contribuisca a costruire una coscienza nuova dell’intimo convincimento del rispetto della regola.

La strada è democratica: colpisce tutti, dai grandi personaggi dello spettacolo e dello sport, all’anziano con la pensione minima.

E’ anche molto crudele perché emette sentenze di condanna a morte, assolutamente inappellabili, anche a carico di chi non ha commesso assolutamente nessuna violazione ma viaggiava regolarmente sulla sua corsia ed un altro ha fatto il salto di carreggiata.

Si devono finalmente adottare iniziative che non siano sempre sottoposte agli interessi dell’economia e non a quelli della reale sicurezza.


*Presidente Asaps

a cura di Giordano Biserni

Mercoledì, 21 Luglio 2004
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