RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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IL
GAZZETTINO (Padova) |
(M.A.)
Sta arrivando un nuovo sballo: lo spritz all’assenzio. Ideatore della
"infernale" bevanda colorata è Paolo Caron, presidente
del circolo Asi "Fataverde" nato nell’autunno dello scorso
anno. «Abbiamo pensato dai primi di ottobre, in un paio di giorni
alla settimana, di aprire il locale alle 18 e servire spritz. Meglio,
spritz all’assenzio». L’assenzio, liquore ottenuto dalla distillazione
dei fiori e delle foglie della pianta omonima, veniva soprattutto
bevuto dai poeti crepuscolari della Parigi dell’800. Insomma, mischiato
allo spritz potrebbe diventare un cocktail micidiale? «No, perchè
l’assenzio che usiamo e useremo per lo spritz è particolarmente
diluito con l’acqua. Non voglio, però, rivelare gli altri ingredienti.
Deve rimanere un segreto. E’ chiaro - sottolinea Caron - che l’alcol
fa male, ma qui al Fataverde invitiamo sempre i clienti a non esagerare
e a guidare con prudenza». Il club, situato in piena zona industriale
in via San Crispino 58, offre una vasta gamma di drink alternativi
tra cui la somministrazione al bancone di ossigeno puro al 94 per
cento. Forse una nuova droga legale? «Assolutamente no, aspirare
ossigeno puro al 94 per cento aromatizzato con vari gusti è
un modo per rifarsi dall’inquinamento cittadino quotidiano. Tecnicamente
si chiama Oxybar e a provarlo arrivano da tutto il Triveneto».
Vero, infatti all’entrata del circolo si presentano giovani da Trieste,
Bologna e perfino Novara. Sono mossi dalla curiosità e dal
provare per divertirsi. Eppure, qualcosa che almeno dal nome richiama
alla droga c’è. Si chiamano smartdrugs: sono prodotti messi
in bella vista su delle mensole dal design futuristico. «Precisiamo
- spiega Caron - non si tratta di droga, ma di integratori alimentari
a scopo ricreativo. Tra questi ci sono la mini e la super chicca.
Sono due compresse di caffeina, la prima pari a tre caffè e
la seconda a sei. Ottime per chi esce ubriaco dalla discoteca».(*)
Il "Fataverde" è aperto dal martedì alla domenica
dalle 21 alle 3 di notte. L’ultima raccomandazione del presidente
Paolo Caron: «Al Fataverde facciamo entrare solo gente che all’interno
del locale trova posto a sedersi. Il motivo è che ad ogni cliente
spieghiamo attentamente da quali ingredienti sono composti i drink
che offriamo». |
IL
MATTINO |
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IL
TEMPO |
TERAMO
— Circa cinquecento centauri provenienti da tutte le regioni italiane
e da diversi paesi dell’Europa hanno invaso, come previsto, Teramo
per l’ «Italian Hog Party», il raduno nazionale delle Harley-Davidson
le mitiche moto americane, protagoniste di tanti film di successo. Il
classico e inconfondibiole rombo ha precede le moto in varie e rumorose
sfilate per le vie della città, strappando grida di ammirazione
agli appassionati, soprattutto i più giovani. Le cromature e
i motori hanno confermano un mito che da due giorni sta mettendo festosamente
a soqquadro la città, eplicando il successo della «Notte
Bianca», altra manifestazione che ha gremito Teramo di gente.
Il raduno si concluderà nella giornata di oggi. Ieri le moto
hanno effettuato un’escursione a Civitella del Tronto, sui percorsi
del Parco del Gran Sasso Monti della Laga e sulle vie del vecchio regno
borbonico. Il pubblico in città ha invece potuto seguire le evoluzioni
degli stunt in Harley, anche queste applauditissime, provare personalmente
una potente due ruote nel «demo ride» o semplicemente visionarle
presso gli stand dei concessionari ufficiali Harley. La festa è
ovviamente proseguita durante la notte con gli i stand gastronomici
letteralmente assediati, fiumi di birra, spettacoli musicali nelle piazze
cittadine, sfilate di moda, i punti «merchandising» e nei
negozi aperti fino alle otre piccole. Affari d’oro, naturalmente,
per i commercianti nonostante molti ambulanti si siano lamentati per
il secondo annullamento, nell’arco di poche settimane, del mercato
settimanale del sabato. Ma sotto quest’aspetto ci sarà un
intero inverno per rifarsi. |
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ROCCA - Questo sabato sono state tre le
moto coinvolte negli incidenti: due nella solita statale 67 dove ieri
mattina, l’altro a Galeata. Il più grave degli è
avvenuto poco prima dell’abitato di Rocca San Casciano ieri mattina
alle 11.45. Al chilometro 163+800 della statale 67, Luca Benericetti,
residente a Punta Marina di Ravenna, 27 anni, mentre stava guidando
la sua Kawasaki Z3 750, si è scontrato con un fuoristrada Nissan.
Nell’urto il centauro è stato sbalzato di sella e una ruota
della moto è schizzata a decine di metri in una scarpata. Il
giovane ha riportato serie fratture in diverse parti del corpo ed è
stato trasportato in ospedale. I rilievi sono stati svolti dalla Polstrada
di Rocca. Alle 14.30 invece una moto Aprilia 900 è stata tamponata
mentre era ferma al semaforo di un cantiere stradale sul ponte. Il motociclista,
un 36enne di Forlimpopoli, è rimasto ferito. Meno grave la caduta
di un motociclista a Galeata. La Polstrada di Rocca ha invece ritirato
la patente e tolto dieci punti a un 49enne di Fratta che l’altra
sera era finito in un scarpata alle porte di Predappio perchè
ubriaco con un alto tasso alcolemico. |
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VICENZA
– Sostare in mezzo alla strada può costare caro, soprattutto
se accade nel cosiddetto «triangolo delle Bermude» di Valdagno,
un breve tratto del corso principale lungo il quale si affacciano tre
locali, famosi per le mescite generose di bibite, soprattutto ad alto
tasso alcolico. A vedersi affibbiare dai carabinieri una multa da 21 euro
per sosta di pedone, in base all’art. 190 commi 4 e 10 del codice della
strada, sono stati avantieri sera in 159, tutti avventori di due dei tre
locali del «triangolo». I due bar si affacciano sulla strada
principale della località vicentina, via Garibaldi, lungo la quale
vige l’obbligo di traffico limitato ai soli automezzi autorizzati. I consumatori
hanno l’abitudine di ordinare da bere all’interno dei tre bar e poi di
sostare tra il marciapiede e la strada per sorseggiare in tutta tranquillità,
tra una chiacchiera e l’altra, il contenuto del proprio bicchiere. A far
scattare l’intervento di venti militari, affiancati da dieci uomini dei
Nas, sono state proprio le proteste di alcuni automobilisti, ai quali
la sosta in strada degli avventori dei bar impedirebbe di percorrere la
via. In alcuni casi, alle vetture in transito sarebbero stati riservati
dai clienti dei locali sputi, lattine e improperi. Oltre alle multe, i
controlli hanno portato alla denuncia a piede libero di cinque persone
per ubriachezza molesta e di un barista che avrebbe dato da bere a un
cliente già visibilmente ubriaco (*).
(*) Nota: è nota la frequente relazione tra il consumo di bevande alcoliche ed il fumo: la consuetudine a bere fuori dai locali è anche conseguenza del divieto di fumare all’interno dei locali stessi. |
LA
PROVINCIA DI COMO |
Lanzo
d’Intelvi Strage di patenti la scorsa notte sulla provinciale della Valle
d’Intelvi dove sei automobilisti si sono visti ritirare il documento e
perdere 65 punti per guida in stato d’ebbrezza. I carabinieri di Lanzo
d’Intelvi, "armati" di etilometro, dall’una alle cinque hanno
controllato decine di automobilisti e fra questi ben sei presentavano
un tasso di alcol nel sangue compreso fra lo 0,8 e l’1 milligrammi per
litro, superiore allo 0,5 milligrammi per litro, il limite previsto dalla
legge. Le conseguenze sono state: ritiro della patente, segnalazione in
prefettura e consistente perdita di punti (da 10 a 20, in base all’anzianità).
Questo l’identikit dell’automobilista con il vizio di guidare dopo aver
alzato il gomito: giovane, tutti compresi fra i 18 e i 22 anni, residente
in zona o proprietario dei una seconda casa in Valle d’Intelvi. I comuni
di residenza dei ragazzi rimasti senza patente sono: Lanzo d’Intelvi (due
automobilisti), Pellio Intelvi, Ramponio Verna, Maslianico e Milano (gli
ultimi due con casa di villeggiatura nella zona). Nel corso della nottata
di lavoro da parte dei carabinieri di Lanzo sono state ritirate anche
3 carte di circolazione, che fanno salire a quota 23 il numero di questi
documenti ritirati ad agosto e settembre. In questi due mesi sono stati
in tutto ben 13 le patenti ritirate per guida in stato d’ebbrezza in valle:
un numero veramente ragguardevole. Anche per gli altri casi si è
sempre trattato di automobilisti giovani e giovanissimi ma il tasso di
alcolemia non è comunque stato particolarmente elevato anche se
al di sopra del limite previsto per legge. Il record detenuto da un sessantenne
che due anni fa era stato bloccato sulla statale Regina mentre si trovava
alla guida della sua auto con 3,2 milligrammi per litro di alcol nel sangue,
praticamente in coma etilico, è un record difficilmente eguagliabile.
Il sindaco di Lanzo d’Intelvi, Alfredo Delbò, si dichiara sorpreso:
«In paese non mi risulta un problema di alcolismo giovanile. Sono
sorpreso da questi dati ma credo che, per la maggior parte dei casi, si
tratti di leggerezze commesse da ragazzi che il venerdì e il sabato
sera escono in compagnia e magari bevono qualche birra di troppo (*).
Comunque non intendo giustificarli, "dura lex, sed lex" dicevano
i romani: questi giovani alle volte non sanno neppure a quali conseguenze
possono andare incontro. Oltre al rischio di incidenti, c’è quello
di perdere la patente con per loro inevitabili problemi, anche sul posto
di lavoro». Guglielmo De Vita
(*) Nota: sarebbe interessante capire che cosa si intende per “alcolismo giovanile”. Spesso la cosiddetta “dipendenza” dall’alcol impiega decine di anni prima di essere conclamata ed evidente in una persona: allora si potrebbe dire che “l’alcolismo giovanile” non esiste per nessuno… Un giovane che si schianta guidando ubriaco magari non è vittima da alcolismo giovanile, ma non ha nessuna importanza, è comunque una vittima dell’alcol. I controlli di questi giorni dimostrano che il problema dell’alcol tra i giovani di questo paese esiste. |
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ROMA
- In «Elisa di Rivombrosa» sarà Christian Grey, l’impavido
capitano della Marina britannica destinato a prendere il posto di Alessandro
Preziosi nel cuore della protagonista. Ma nel frattempo Antonio Cupo è
incappato in una storiaccia di sesso a luci rosse, una vicenda che fa
ben poco onore al personaggio che interpreterà sugli schermi di
Canale 5. Insomma: l’attore è accusato di violenza sessuale,
reato per il quale la procura della Repubblica gli ha spedito un avviso
di garanzia. L’inchiesta ipotizza uno stupro di gruppo, visto che
sulla vittima si sarebbero avventati in tre. Ma per il momento sul tavolo
del pm Maria Gloria Attanasio c’è poco più della denuncia
di F.M., 30 anni, impiegata all’Alitalia. Cupo e i suoi amici sono
stati iscritti nel registro degli indagati per un «atto dovuto»,
poichè i loro nomi sono contenuti nell’esposto presentato
dalla giovane donna.
Il «fattaccio» risale al 6 maggio, quando nel cuore della notte F. telefona a un amico che, per caso, sta trascorrendo la serata a casa di Cupo. L’impiegata vuole essere invitata, il suo interlocutore nicchia, lei insiste e alla fine riesce a ottenere l’indirizzo. Nonostante sia ubriaca - prima di arrivare a destinazione beve un’intera bottiglia di grappa - F. sale in auto e, con qualche difficoltà, raggiunge Campo de’ Fiori. Nell’appartamento dell’attore ci sono in quel momento cinque persone: insieme al padrone di casa, che fino ad allora l’impiegata aveva intravisto soltanto un paio di volte, ci sono due amici (fra i quali quello a cui ha telefonato) e due ragazze. Che però, poco dopo, vanno via. Sono le tre, la giovane donna balla da sola al centro del salotto. Non avverte nessuna sensazione di pericolo, l’alcol la rende quasi incosciente. Si muove al ritmo della musica, come se nella stanza non ci fosse nessun altro. Gli amici invece sono sul divano, la osservano, commentano la scena. In pochi minuti l’atmosfera si surriscalda. Cupo e gli altri, sostiene la vittima, le chiedono di spogliarsi: via la maglietta, via i jeans, via anche gli slip. F. è nuda e ormai è questione di attimi: all’improvviso i tre le sono addosso, la aggrediscono a turno. Uno le blocca le braccia, gli altri due ne approfittano. Il racconto della serata finisce qui. Nessuna chiamata al «112» o al «113», nessuna corsa in ospedale per farsi visitare. L’impiegata torna a casa e soltanto il giorno dopo, telefonando al solito amico (e presunto stupratore), apprende quel che è successo. Ma la rabbia e l’umiliazione non sfociano in una denuncia. Non subito, almeno: F. aspetterà un mese prima di rivolgersi al commissariato Trevi-Campo Marzio, diretto da Antonio Del Greco. E allega all’esposto un referto medico del 1° giugno. Sull’indagine in corso l’attore Antonio Cupo preferisce tacere. Affida però parole di fuoco al suo legale, che sottolinea: «Ritengo che la parte offesa sia malata di protagonismo e che sia in cerca di un momento di celebrità. Si tratta di una strumentalizzazione». Secondo l’avvocato un filmato girato quella sera dimostrerebbe che l’attore non ha partecipato allo stupro. E che la vittima, per nulla ubriaca, era consapevole e consenziente. «Da diversi mesi - spiega il legale riferendosi al video - ho presentato una prova incontrovertibile dell’innocenza del mio assistito, ma il magistrato non ha ancora preso alcuna decisione. È tempo, ormai, che l’inchiesta venga archiviata». Lavinia Di Gianvito. |
L’ARENA
DI VERONA |
Soave.
«Non vogliono il Sert? Va bene, togliamolo: saranno loro a richiedercelo».
Strabuzza gli occhi Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento delle
dipendenze dell’Ulss 20 davanti alla richiesta di un commento all’iniziativa
dei 130 soavesi. «Ma perchè questi signori si rivolgono ai
giornali e non sono invece venuti qui? Vorrei confrontarmi pubblicamente,
accanto ai miei operatori, con questi cittadini, per ascoltare le critiche,
affrontare i problemi e discutere, anche perchè ho la sensazione
che qualcuno stia fomentando la protesta. |
VIRGILIO.IT |
Monaco,
25 set. (Apcom) - I bavaresi provano a dimenticare la debacle elettorale
del loro governatore Edmund Stoiber (Csu) affogando il dispiacere nei
boccali di birra. E’ arrivata giusto in tempo per distrarli dal pantano
della politica l’Oktoberfest, la festa della birra più famosa al
mondo, iniziata il 17 settembre alla vigilia del voto e in questi giorni
al top della vitalità. Qui non sono solo i cittadini di Monaco
ad indossare quotidianamente i costumi tipici bavaresi, il "dirndl"
per le donne e il "tracht" per gli uomini, ma anche i turisti
accorsi in massa, come tradizione vuole, per partecipare alla lunga serie
di manifestazioni in programma per tutta la durata dell’evento godereccio.
Per questo fine settimana gli organizzatori si aspettano il pienone, "soprattutto di italiani, senza i quali, ormai, è difficile immaginare che l’Oktoberfest possa riuscire". "Sono un po’ chiassosi e si ubriacano quasi subito", dice un cameriere addetto alla spillatura della birra in uno degli stand della fiera, "mentre i bavaresi sono abituati e possono trascorrere l’intera serata a svuotare boccali". Ma la competizione tra locali e "machos italiani" riguarda soprattutto le ragazze. "Guardateci", spiega al quotidiano monachese "Muenchner Merkur" Ivan da Como senza esitazione, "noi siamo sicuramente più belli dei tedeschi, è per questo che le ragazze cercano noi!". Un po’ più diplomatico è Michele da Bari che, dopo aver lodato la cortesia degli indigeni, "ospiti molto gentili", sottolinea che "quando si tratta di fare festa, siamo noi i migliori bavaresi!". La fama dell’"attitudine italiana al divertimento" è talmente consolidata che la stampa locale, nelle numerose pagine riguardanti la festa della birra, dedica articoli interi agli abitanti del Bel paese, soccorrendoli addirittura con la traduzione delle frasi di cui, in caso di ubriachezza, potrebbero avere più bisogno e raccontando con espressioni colorite le loro avventure amorose. Sotto il titolo "Italiano da festa della birra per principianti", una vera e propria rubrica inaugurata per l’occasione dal quotidiano monachese Abendzeitung, c’è un vademecum di domande e risposte in tedesco destinato alle ragazze tedesche con traduzione italiana a fianco che non lasciano ben pensare del comportamento dei nostri connazionali in Baviera. Dall’innocente "va bene ti dò un bacio" si passa prima a "no, non ti voglio sposare", a "anche tu mi piaci", ma anche a "hai bevuto troppo!", "levati dai piedi!" quando non al terribile "giù le mani dal mio fondoschiena!" o al definitivo "se non la smetti ti arriva uno schiaffo!". A giudicare da questo campionario di pronto soccorso le giovani tedesche devono aver avuto esperienze variate con i "cacciatori italiani" che non fanno mistero della ragione per cui affrontano ore di autostrada in camper, destinazione Oktoberfest. "Non siamo venuti a Monaco per annoiarci, siamo sempre noi a rendere indimenticabile la festa!", esclama con fierezza un visitatore abituale che ogni anno con i suoi amici bolognesi trascorre una settimana in roulotte, oltre che per bere la vera birra bavarese, per "far vedere alle tedesche com’è la roulotte da dentro!". Un altro segnale è dato dalla presenza di pattuglie della Polizia italiana proveniente dal Tirolo che, insieme alle squadre di pubblica sicurezza locali, controllano l’andamento dei festeggiamenti. Nelle precedenti edizioni non sono mancati tafferugli provocati da gruppi di italiani che avevano alzato troppo il gomito o che si erano spinti troppo in là con le ragazze locali. |
WINENEWS
- IL GIORNALE |
Sarebbe
bello poter sempre rispondere «è squisito», alla domanda
«com’è questo piatto?». Purtroppo non sempre avviene
e allora ben venga la manifestazione organizzata al suo interno dalla Comunità
di San Patrignano dal primo al 3 ottobre, sabato, domenica e lunedì.
Squisito, 0541.362461, www.squisito.org, è infatti una tre giorni
popolata da cuochi, prodotti, ricette e vini che concorreranno a formare
un acquolinoso itinerario del Buon Paese. Con il biglietto d’ingresso fissato
a 5 , è un inseguirsi di eventi: il villaggio degli artigiani, abitato
da 110 produttori rigorosamente di qualità; le regioni a tavola,
con l’Emilia Romagna che sabato allestirà una degustazione di tagliata
di razza romagnola con accompagnamento di sangiovese; Déjeuner sur
l’herbe ovvero picnic impressionista all’interno del campo di equitazione
di San patrignano, ingresso 25, cucineranno Massimiliano Alajmo, Massimo
Bottura, Moreno Cedroni e Fulvio Pierangelini. E ancora degustazioni di
vini curata dall’Ais (nel bicchiere Morganti, Antinori, Aldo Conterno, San
Leonardo...) e di aperitivi, convegni come quello che ha per tema: ma il
vino è una droga? (*) (*) Nota: di seguito si riporta il programma di questo interessante convegno, tratto dal sito www.squisito.org Sarebbe stato bello leggere, tra i presenti, anche rappresentanti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, o dell’Istituto Superiore di Sanità, o della Società Italiana di Alcologia, gli organismi più autorevoli per rispondere alla domanda che ci si pone. La posizione di questi organismi è che l’alcol (40.000 morti annui in Italia) ha una capacità di indurre dipendenza superiore alle sostanze o droghe illegali più conosciute (tutte insieme le droghe illegali provocano 600 morti annui in Italia). Credo sia bene ricordare, riguardo a questo tema, che secondo i dati più recenti del Ministero della Salute (relazione 2004 del ministro al Parlamento a proposito di alcol e di problemi alcolcorrelati) il sessanta per cento dei problemi alcolcorrelati italiani sono vinocorrelati. |
IL
MATTINO |
LUIGI
FUCCI Solopaca. Per la vendemmia 2005 scattano nuove regole per segnalare
la quantità di anidride solforosa presente nelle bottiglie di vino.
Le cooperative sociali tutte e le aziende private della provincia di Benevento
che imbottigliano vino sono tenute a rispettare i due regolamenti comunitari
753/2002 199/2004. Già nel novembre 2004 le aziende produttrici
avevano la facoltà di indicare sulle etichette la percentuale di
anidride solforosa presente nel vino in bottiglia. Dal prossimo novembre
di quest’anno tale indicazione è obbligatoria. L’anidride solforosa
limita lo sviluppo dei batteri e quindi lo fa conservare più a
lungo. Nella produzione di grandi quantità di vino l’anidride solforosa
viene aggiunta nelle vasche sotto forma di gas oppure, e questo è
il caso di produzione artigianale, sotto forma di metabisolfito che reagisce
con gli acidi presenti nel vino e sviluppa anidride solforosa. Se la quantità
di anidride solforosa nel vino supera i 10 milligrammi per litro, sull’etichetta
il produttore deve indicare con caratteri chiari e grandi la dizione "contiene
anidride solforosa" o "contiene solfiti". I motivi sono
da ricercarsi nella difesa del consumatore perché ad alcuni la
presenza di anidride solforosa superiore ai 10 milligrammi per litro può
produrre un leggero fastidio transitorio mentre ad altri, più sensibili
all’ anidride solforosa, potrebbe produrre reazione allergica. Anche i
vini prodotti in paesi extracomunitari ed importati nei paesi della Comunità
Europea devono portare tale indicazione sull’ etichetta. I produttori
di vino sannita hanno un’antica tradizione tecnica della vinificazione
e non hanno mai superato e mai supereranno il limite di 10 milligrammi
per litro. Quest’anno il vino sarà buonissimo; l’uva non è
stata attaccata dai suoi tradizionali parassiti e le condizioni climatiche
avute fanno prevedere un’ottima vendemmia. Il vino, soprattutto quello
rosso, è consigliato dai medici (*), in piccole dosi, anche agli
ammalati di cuore. Il vino, inoltre, è ricco anche di antiossidanti
,le sostanze che debellano i radicali liberi. Le nuove etichette con l’indicazione
dell’eventuale presenza di anidride solforosa o di solfiti, contribuiranno
con la trasparenza delle modalità della vinificazione a rendere
più sereno l’approccio del consumatore ad un buon bicchiere di
vino rosso, bianco o rosato magistralmente prodotti nella valle telesina
e sulle sue colline.
(*) Nota: non da tutti i medici, grazie al cielo. Ci sono anche più attenti ai rischi alcolcorrelati, che sono più prudenti in materia. Ci sono anche autorevolissimi studiosi che sostengono che i malati di cuore siano una di quelle categorie di persone che non dovrebbe proprio mai assumere alcuna quantità di alcol. |
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