Ubriaco in auto uccise due bambini:
adesso torna a giocare con lo Swindon
MILANO - Nel 2008 l'allora portiere di Plymouth, Luke McCormick, distrusse la vita della famiglia Peak in un terribile incidente stradale causato dalla velocità folle e dal troppo alcool (stava tornando dal matrimonio del compagno di squadra David Norris ed era ubriaco fradicio) e per questo venne condannato a 7 anni e 4 mesi di galera (una pena già allora giudicata troppo lieve). Ma meno di quattro anni dopo quel terribile schianto sulla M6 in cui morirono i piccoli Aaron (10 anni) e Ben (8) e in cui papà Phil riportò danni permanenti alla schiena e al collo (è su una sedia a rotelle), il portiere sta per uscire dal carcere (verrà rilasciato il mese prossimo, usufruendo della norma sulla scarcerazione anticipata) ed è anche ad un passo dal firmare un nuovo contratto da professionista con lo Swindon Town di Paolo Di Canio, con cui si allena in regime di semi-libertà dal gennaio scorso e con cui farà la preparazione in Italia. Una notizia che ha comprensibilmente sconcertato i signori Peak, ancora distrutti dal dolore per la morte dei due figli. «Lo Swindon si vanta di essere il family club dell'anno (titolo assegnato la scorsa stagione dalla Football League, ndr) – si è sfogata Amanda Peak sul Sun – ma sta per ingaggiare un uomo che ha fatto a pezzi la nostra famiglia. È stato un colpo allo stomaco per noi, perché proprio quando sembrava che stessimo per uscire da quest'incubo, veniamo a sapere cose come questa. Uno dei punti principali della sua difesa era che non avrebbe mai più giocato a calcio, ma ovviamente non era vero, visto che ci gioca da gennaio. È bello vedere che la sua vita può riprendere da dove si era interrotta mentre la nostra è ancora bloccata».
«COMPLETAMENTE DISGUSTATO» - Anche papà Phil è furibondo e sul Daily Mail se la prende tanto con il sistema giudiziario inglese quanto con lo stesso Swindon. «Noi siamo la parte lesa, abbiamo perso i nostri ragazzi perché McCormick guidava ubriaco e lui invece non solo torna in libertà dopo meno di quattro anni, ma gli permettono pure di fare il lavoro che vuole. È completamente sbagliato tutto ciò. Probabilmente, se avesse ucciso solo uno dei nostri figli, non lo avrebbero nemmeno mandato in carcere. Sono rimasto davvero disgustato nello scoprire che si allenava con Swindon mentre era in prigione e che una volta libero andrà a fare la preparazione con loro in Italia, perché ero convinto che una squadra di alto profilo sarebbe rimasta lontana da un tipo come lui, che ha chiaramente problemi con l'alcool».
Direttamente chiamato in causa, il presidente dello Swindon, Jeremy Wray, difende la scelta di McCormick alla BBC: «Siamo vicini alla famiglia delle due piccole vittime, perché questa tragedia ha distrutto le loro vite, ma il giocatore ha scontato la sua pena e noi vogliamo dargli la possibilità di rifarsi una vita. McCormick si è fatto tre anni e mezzo di carcere, ma sono sicuro che ogni volta che pensa a tutto quello che è successo, per lui è una nuova condanna. So che questa decisione creerà un grande dibattito, ma non ho paura di quello che potrà pensare la gente». E la gente di Swindon la sua posizione pare averla già presa, visto che la metà dei tifosi del club appena promosso in League One ha votato in un sondaggio online contro l'ingaggio di McCormick. «Pensavo che lo Swindon avrebbe guardato alla persona che c'è dietro al giocatore, indipendentemente da quanto forte possa essere questo giocatore – ha concluso la signora Peak – e che a McCormick non avrebbero più permesso di giocare a calcio, ma ormai ho perso la fiducia nella giustizia».
di Simona Marchetti
da corriere.it