RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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ASAPS |
VENEZIA
– Tra i dirigenti del neonato Osservatorio Regionale per la Sicurezza
Stradale, c’è proprio lui, Antonio Fojadelli, procuratore
capo di Treviso: in quella provincia è divenuto un punto di
riferimento nella sicurezza stradale, ordinando alla Polizia Giudiziaria
che accerti guide in stato di ebbrezza da alcol o da sostanze stupefacenti
di procedere al sequestro preventivo dei veicoli, qualora l’indagato
sia recidivo o abbia provocato, in quelle condizioni psicofisiche,
incidenti stradali. Un uomo coraggioso, che si è messo di traverso
sulla strada del garantismo ed al quale la nostra associazione ha
già rivolto in passato la convinta gratitudine. L’idea
di far nascere l’osservatorio è stata portata avanti con
convinzione dalla giunta regionale, con il proposito di migliorare
le condizioni infrastrutturali delle arterie venete e di monitorare
i punti neri della viabilità, quelli cioè dove si concentrano
il maggior numero di morti. L’azione sarà quella tradizionale,
con iniziative a carattere educativo e sociale, che avranno lo scopo
di ottenere la maggior condivisione possibile da parte degli utenti.
Presidente dell’osservatorio è stato nominato Renato Chisso,
assessore regionale alle politiche della mobilità, mentre la
gestione sarà affidata ad un comitato permanente ristretto,
diretto appunto da Fojadelli. In Veneto, come in gran parte d’Europa,
gli incidenti stradali sono la prima causa di morte per i giovani
tra i 18 ed i 29 anni. Per questo, un centro di monitoraggio sarà
subito attivato, ed avrà lo scopo di analizzare tutti i dati
relativi al fenomeno infortunistico, e coordinerà le attività
di contrasto sia in chiave locale che regionale, secondo le linee
guida del Piano Nazionale di Sicurezza Stradale. |
LA
PROVINCIA DI CREMONA |
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IL
TEMPO |
Non
ce l’ha fatta Florina Janscu, la ragazza rumena di 19 anni investita
la notte tra domenica e lunedì sul centralissimo Corso Vittorio
Emanuele. Il suo cuore ha smesso di battere alle 6.40 di ieri mattina,
a seguito delle gravi lesioni interne riportate nell’incidente. Si delinea
diversamente pertanto il capo d’accusa per chi era al volante della
macchina: Massimo Chiarieri, diciottenne di Pescara. Fermato pochi minuti
dopo l’incidente, era stato arrestato con l’accusa di lesioni personali
gravissime, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza. Ma,
dopo la morte della giovane rumena, la sua posizione si complica: ora
rischia l’accusa di omicidio preterintenzionale. Sembra infatti che
dietro l’investimento, inizialmente considerato come una tragica fatalità,
ci sia in realtà una fitta rete di mistero. Gli uomini della
squadra Volante che si sono occupati del fatto, stanno ricostruendo
la complessa dinamica dei pochi istanti che hanno preceduto la tragedia.
A questo punto è necessario appurare quali siano stati i motivi
che abbiano spinto Chiarieri a voler far del male alla ragazza, pur
non avendo però l’intenzione di ucciderla. Forse voleva solo
spaventarla: ma perché? Sarà quindi determinante l’interrogatorio
di oggi: il giovane comparirà davanti al Gip del tribunale di
Pescara, Guido Campli. Sono tanti i punti ancora da chiarire per fornire
una risposta in grado di giustificare o, per lo meno, spiegare i tanti
dubbi sollevati dalla prima versione dei fatti fornita dall’arrestato.
Chiarieri, infatti, fermato dopo mezz’ora dall’incidente, è stato
rintracciato a bordo della propria autovettura sulla strada per Spoltore
all’altezza della clinica De Cesaris. Inizialmente, con solo gli slip
addosso, aveva raccontato di essere stato vittima di un rapimento da
parte di due nomadi. Ma la sua versione faceva acqua da tutte le parti.
Grazie ai testimoni oculari e all’attenta e scrupolosa ricostruzione
dei fatti da parte degli inquirenti, è stata accertata la sua
responsabilità. Ma per definire il quadro d’accusa, ora,
è necessario capire quali fossero le sue vere intenzioni. |
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Ravenna
- Un cileno di 34 anni, I.G., è stato fermato ieri dalla polizia
di Siena con l’accusa di tentata violenza sessuale e violenza sessuale.Si
tratta dell’uomo che sabato scorso ha aggredito nella città
toscana la ragazza di Cervia sfuggita per un soffio a uno stupro che
si sarebbe consumato a ridosso del centro storico. L’uomo, che
ha precedenti per furto e per droga, ha ammesso i fatti, dicendo di
essere ubriaco al momento delle due aggressioni. Il suo volto non era
nuovo alla questura di Siena, ma mai si era macchiato di reati del genere.
Ad aggravare la sua situazione c’è però un nuovo,
inquietante, elemento. Appena mezz’ora prima dell’aggressione
alla giovane cervese, aveva tentato di violentare anche una ragazzina
di soli 15 anni.Quest’ultima era stata avvicinata in pieno centro,
anche a lei era stata messa una mano sulla bocca per farla tacere. La
giovane, però era riuscita a comporre il 113 con il cellulare
e le sue urla avevano messo in fuga l’uomo. Una volta tornata a
casa aveva poi raccontato tutto al padre che si era messo sulle tracce
dell’aggressore, vagando a lungo per le strade di Siena.All’indomani
dell’uscita dell’articolo di un quotidiano locale che riportava
dell’aggressine subita da una giovane di origini romagnole, il
padre della 15enne si era recato in questura per raccontare anche della
disavventura della figlia.Sia la descrizione fatta dalla 15enne che
quella della cervese combaciavano.L’identikit aveva prodotto il
ritratto di un uomo non molto alto con i capelli neri e inumiditi forse
dal gel.Dopo poche ore gli uomini della Mobile di Siena hanno chiuso
il cerchio. Il 34enne è un cileno da tempo trapiantato nella
città (dove lavora come operaio) e quindi con un forte accento
toscano che in un primo momento aveva dirottato le indagini tra persone
di nazionalità italiane.L’uomo si trova ora in carcere sottoposto
a fermo di polizia. Per l’aggressione alla 15enne, che è
riuscita a scappare dopo pochi secondi, l’accusa è quella
di tentata violenza. Mentre per quella alla ragazza cervese, spinta
con forza a terra, l’accusa è di violenza sessuale. |
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(MPS)
L’altra notte lungo viale Europa si sono vissuti momenti di paura. La
pattuglia dei vigili in servizio ha notato un’auto, una Ford Escort, che
procedeva da Belluno in direzione di Valdobbiadene, andando a zig zag
e invadendo di frequente la corsia opposta. La Polizia municipale ha intimato
l’alt, ma il conducente non si è fermato e ha continuato la sua
folle corsa. I vigili hanno inseguito quindi il mezzo, chiedendo anche
l’intervento dei carabinieri di Montebelluna, che sono riusciti a bloccarlo.
Nel frattempo, chi proveniva da Sud in direzione di Segusino- Belluno
si è trovato di fronte l’auto impazzita e ha dovuto mettersi repentinamente
a destra per evitare l’impatto. Alla guida della Ford Escort c’era B.
F., del ’45, originario dell’Est Europa, di professione camionista e residente
a Col San Martino. L’auto era piena di lattine di birra vuote, stecche
di sigarette e borse di varie dimensioni, segni di un viaggio abbastanza
lungo. L’uomo, in evidente stato di ebbrezza, è stato accompagnato
a Montebelluna per il controllo del tasso alcolico, risultato ben sei
volte superiore al limite previsto. Pesanti le conseguenze: ritiro della
patente, con relativa impossibilità a svolgere il lavoro di camionista,
sequestro dell’auto, oltre alla procedura penale per lo stato di ebbrezza.
Riportato a Segusino, il conducente si è addormentato su una panchina
antistante il municipio, dove ha smaltito la sbornia.
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EMILIANET |
CASTELNOVO
MONTI, (RE, 20 set. 2005) - Intervento piuttosto delicato nella serata
di ieri per gli agenti della Polizia Municipale di Castelnovo Monti. Verso
le ore 18 è giunta al numero di pronto intervento una chiamata
telefonica da parte della giovane titolare di un bar situato nel pieno
centro del paese. La ragazza richiedeva la presenza degli agenti per le
molestie che stava subendo da parte di un avventore del locale, un maghrebino
di 47 anni.
Arrivati subito al bar, gli agenti hanno potuto constatare che l’uomo era ancora al bancone ed in visibile stato di forte ebbrezza. Con delicatezza i due uomini della Polizia lo hanno convinto ad uscire all’aperto, evitando così ulteriori conseguenze per la barista, ma anche per gli altri avventori del locale ed eventuali danni allo stesso, visto che come sono riusciti a portare fuori il soggetto questo è andato in escandescenza, resistendo agli agenti e causando una prima colluttazione. A scatenare la reazione è stata la richiesta dei vigili di mostrare i documenti, o quanto meno comunicare le proprie generalità, cosa che l’uomo si è rifiutato di fare. Dopo la colluttazione i due agenti sono riusciti a calmare l’individuo, che ha spiegato di essere residente a Gatta e che lì si trovavano i suoi documenti. E’ quindi stato caricato sull’auto della Polizia, ed i tre si sono recati proprio nella frazione castelnovese. Qui come l’immigrato è sceso dalla vettura ha afferrato un sasso del peso di circa due chili cercando di utilizzarlo per colpire alla testa uno degli agenti, fortunatamente fermato in tempo dal collega. Ne è comunque nata una seconda, ancor più violenta colluttazione al termine della quale, con fatica, i vigili sono riusciti ad ammanettare l’aggressore. Non senza conseguenze comunque, visto anche che l’uomo è alto più di 1 metro e 80 e di costituzione robusta: per i due agenti, che si sono dovuti rivolgere più tardi alle cure del pronto soccorso del Sant’Anna di Castelnovo, sono stati emessi referti per 10 e 4 giorni di prognosi. L’uomo è stato immediatamente arrestato, condotto alla centrale di Castelnovo e poi a Reggio a disposizione della Magistratura. Domattina sarà prelevato dal carcere della Pulce e processato per direttissima; dagli accertamenti è comunque emerso che il maghrebino, A.M., risulta in possesso dei regolari documenti per il soggiorno, ed ha la residenza a Castelnovo. Ancora un intervento della Polizia Municipale nell’ambito della sicurezza del territorio, che da alcuni mesi a questa parte è divenuto sempre più un aspetto primario dei compiti della forza d’ordine comunale, con risultati importanti. |
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Chioggia
Un uomo di 53 anni, ieri, verso le 18,30 di ieri, ha bistrattato due agenti della Polizia municipale, intenti ad eseguire alcuni rilevamenti tecnici in via Naccari al rione Tombola. Se l’è presa indifferentemente con il vigile e la vigilessa. Arrestato, dovrà rispondere di resistenza, violenza ed oltraggio a pubblico ufficiale. Sottoposto alla prova dell’etilometro è risultato completamente ubriaco. Il forsennato s’è fatto avanti mentre la giovane agente stava provvedendo ad alcune misurazioni nelle immediate adiacenze del marciapiedi. Avvicinatala, l’uomo l’ha ben presto tempestata d’improperi. Secondo lui, nessuno avrebbe dovuto misurare e fotografare quel luogo che, secondo le sue strampalate convinzioni, sarebbe rintrato in una proprietà privata inaccessibile agli estranei. La vigilessa, in un primo momento, stentava a credere alle affermazioni dello sconosciuto; tendeva a scambiarle per semplici battute. Ben presto, però, ha dovuto constatare che faceva sul serio e che le sue condizioni psichiche erano certamente alterate dall’alcol. A questo punto, s’è fatto avanti il collega il quale, per tutta risposta, dopo essersi buscato una raffica di insulti, è stato preso a botte e spintoni. Battendo contro un palo, ha riportato lesioni guaribili in 3 giorni. Nel frattempo, in appoggio ai vigili, è sopraggiunta una pattuglia del Commissariato. Circondato, l’energumeno ubriaco è stato bloccato e costretto a salire sull’auto. Il comando della Pm, dopo avergli contestato i reati, ha preso atto di precedenti gesta analoghe di cui il medesimo soggetto s’era reso protagonista. Nel 2001, fu denunciato per aver preso a spintoni e pedate alcuni agenti della Polizia di Venezia. R.P. |
IL
MESSAGGERO (Abruzzo) |
AVEZZANO
- Esce dal bar ubriaco e, nell’euforia del momento, getta in aria il bicchiere
che aveva in mano colpendo però un’automobile che si era appena
fermata al semaforo dopo essere scattato il rosso. E’ accaduto ieri a
San Pelino. Denunciato per danneggiamento aggravato l’autore del gesto
segnalato alla polizia dallo stesso automobilista protagonista involontario
della vicenda e subito rintracciato dagli agenti della pubblica sicurezza.
Questi i fatti. Un automobilista sta percorrendo la strada lungo la quale
è anche situato un bar. Sta per scattare il rosso da un semaforo
che si trova proprio vicino al bar stesso. Se l’automobilista fosse transitato
qualche istante prima o dopo del rosso forse non sarebbe stato l’insolito
bersaglio. |
SUPEREVA
NOTIZIE |
Slavica
Jovanovic venne arrestata la sera del 7 agosto 2004 per aver ucciso il
marito Ilia di 34 anni. L’episodio avvenne nella periferia bolognese dove
i coniugi vivevano. Intorno alle 20, dopo l’ennesimo litigio tra i due,
la donna aggredi’ alle spalle il coniuge che nonostante fosse grande e
grosso non ebbe modo di difendersi perche’ ubriaco. Come accertato dall’autopsia
disposta dall’allora magistrato Lucia Musti, che poi ha passato il caso
al collega Lazzarini, Slavica inferse all’uomo un colpo mortale alla gola
con un grosso coltello da cucina. Poi, per sfogare la rabbia accumulata
negli anni, o forse per essere sicura che non ne uscisse vivo, continuo’
a colpirlo con delle pietre.
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DICA33 |
Birra
e alcolici aumentano il rischio di tumore colorettale. Lo sostiene uno studio
statunitense dal quale emerge però che il vino potrebbe, al contrario,
abbassare il rischio. Lo studio ha preso in esame l’impatto di un regolare
consumo di alcolici sulla neoplasia colorettale in 2291 pazienti sottoposti
a colonoscopia. Per i pazienti definiti “bevitori pesanti” di
birra e alcolici il rischio di sviluppare il tumore è pressoché
raddoppiato se confrontato con gli astemi o con quelli più moderati.
Il dato più sorprendente, però, è che un consumo moderato
di vino sembra dimezzare il rischio. (*) La ricerca ha considerato, oltre
al consumo di alcolici, altri fattori associati alla neoplasia come l’età,
il fumo e l’alto indice di massa corporea. Si tratta, dicono i ricercatori,
di un target interessante rispetto alla modificazione del rischio. Ora una
nuova ricerca metterà a confronto vino bianco e rosso. (*) Nota: dato che il vino non viene mai considerato uno stupefacente, in queste indagini i bevitori moderati e i bevitori pesanti vengono considerati separatamente. Ma se valutiamo che il bere problematico è uno sviluppo dl bere moderato i problemi alcol correlati andrebbero computati tra i rischi del bere moderato. In altre parole, essendo l’alcol uno stupefacente, dobbiamo aspettarci che di tutti i bevitori moderati qualcuno svilupperà una neoplasia colorettale perché è passato ad un bere “pesante”. |
WINENEWS |
Traffico
bloccato nel centro e nella circonvallazione di Palermo a causa della
protesta dei viticoltori siciliani, che da tutte le parti dell’isola sono
giunti nel capoluogo per manifestare contro la crisi del comparto vitivinicolo.
Sono molte le aziende siciliane che producono uva da vino a rischio di
collasso, perché incapaci di ammortizzare i recenti investimenti,
per centinaia di migliaia di euro, effettuati per reimpiantare vitigni
innovativi, come chardonnay e cabernet, seguendo le politiche di programmazione
regionale. Il prezzo di vendita promesso dall’amministrazione era
di 90 centesimi al chilo di uva, invece dei 20 per i trebbiani, il che
ha indotto i viticoltori siciliani ad aumentare la produzione di quelle
uve. Il risultato, complice l’attuale crisi diffusa del mercato del
vino, è stato un surplus che ha fatto abbassare vorticosamente
il prezzo di vendita delle uve. A contribuire alla pesantissima situazione,
anche l’introduzione di uve provenienti dall’estero, in barba alla
legge introdotta quest’anno sulla tracciabilità, vendute anche
a 10 centesimi al chilo, ulteriore elemento di destabilizzazione per il
mercato delle uve siciliane, che rischiano di non essere più competitive.
Ma l’attuale crisi è figlia anche della politica delle cosiddette
"anticipazioni", che per anni ha permesso ai produttori di vendere
l’uva alle cantine a un prezzo stabilito, grazie ai contributi regionali
a fondo perduto. Da quando sono venuti a mancare questi fondi, le cantine
sociali si sono rivolte alle banche, attualmente creditrici di grosse
somme e non più disposte al prestito. Oggi nessun prezzo è
stato fissato e c’è il rischio concreto di una perdita finanziaria
generalizzata. Il contributo regionale per far uscire cantine e produttori
dalla crisi, fissato a 1,5 euro al quintale d’uva, secondo i viticoltori
siciliani non è neanche lontanamente sufficiente. I viticoltori
siciliani richiedono pertanto un concreto intervento della Regione, che
deve farsi carico della crisi oppure esiste il rischio che molte aziende
chiuderanno. Già pronta una delegazione che chiederà di
incontrare il presidente Guido Lo Porto, i capigruppo parlamentari, e
il presidente della Regione Salvatore Cuffaro, mentre l’Ars esaminerà
la crisi dell’agricoltura siciliana, e in particolare quella del settore
vitivinicolo.
(*) Nota: politici e agricoltori sono vittime della loro stessa propaganda al vino. Una informazione a senso unico ed una sorta di ottimismo obbligatorio, hanno fatto loro dimenticare che in consumi sono in costante calo da decenni (nonostante i grossi investimenti di denaro pubblico e privato) e che in futuro caleranno ancora. |
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