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Rassegna stampa alcol e guida del 20 settembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


PAGINEMEDICHE.IT
 
Importante rivista internazionale pubblica uno studio forlivese sull’alcol e gli incidenti stradali.

La prestigiosa rivista scientifica Annals of Emergency Medicine, organo ufficiale dell’American Academy of Emergency Physicians, ha pubblicato i risultati di uno studio sull’incidenza dell’alcol negli incidenti stradali e sulle percentuali di rischio di comportamenti recidivi, realizzato all’interno dell’Azienda USL di Forlì da un gruppo di Medici e Infermieri dell’Unità Operativa di Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza.
"Lo studio iniziato nel 1998 - spiega il dottor Andrea Fabbri del Dipartimento dell’Emergenza dell’ospedale forlivese - prevedeva la ricerca delle associazioni fra alcol, caratteristiche principali dell’evento e lesioni traumatiche riportate in una popolazione di circa 2300 soggetti. L’identificazione di queste associazioni ha costituito la base per la ricerca di quelle variabili in grado di stimare il rischio di recidiva di incidente stradale nei 5 anni successivi attraverso un modello matematico".
Il 16.8% dei casi studiati nel 1998 è risultato avere almeno una recidiva nei 5 anni successivi.
Le variabili associate alle recidive sono risultate in ordine di importanza: 1) la determinazione di alcolemia superiore a 50 mg/dL (limite di legge per la guida di un veicolo), 2) il sesso maschile, 3) la giovane età, 4) le ore notturne dell’incidente.
Nel caso specifico l’alcol risulta il principale responsabile in più del 75% dei casi. L’importanza di questo studio consiste nell’avere dimostrato che un’alcolemia superiore ai limiti di legge per la guida dopo un incidente stradale rappresenta un importante predittore di recidiva di incidente nei 5 anni successivi, indipendentemente dalle altre caratteristiche dell’evento.
I risultati confermano ancora una volta come l’alcol resti una delle maggiori cause di incidenti stradali.

PAGINEMEDICHE.IT
 
Un forte consumo di alcool potrebbe esporre gli uomini a numerosi problemi legati al ritmo cardiaco: uno studio USA pubblicato su Circulation.

Un recente studio condotto negli USA spiega che uomini che consumano 35 (e oltre) bevande alcoliche ogni settimana sarebbero esposti ad un rischio-fibrillazione atriale del 45% maggiore rispetto a coetanei che bevono soltanto un drink alcolico ogni settimana.
La ricerca – coordinata da Kenneth J. Mukamal del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston – è stata presentata sulle pagine della rivista scientifica Circulation, magazine ufficiale dell’American Heart Association ed ha preso in esame 16.415 uomini e donne che avevano preso parte all’ampio studio Copenhagen City Heart Study, iniziato nel 1976.
Al termine del follow-up sono stati registrati ben 1.071 casi di soggetti colpiti da fibrillazione atriale: il team di Mukamal aveva notato – analizzando i dati conclusivi della ricerca – che proprio il consumo eccessivo di bevande a contenuto alcolico era l’elemento che caratterizzava la gran parte dei casi di alterazione ritmica del battito cardiaco e di conseguente fibrillazione atriale.
Lo studio ha nuovamente focalizzato l’attenzione sui rischi legati all’alcol: tale problema cardiaco legato a fenomeni di non corretto battito cardiaco è, infatti, alla base di numerosi rischi-insorgenza di gravi patologie come l’ictus.

YAHOO SALUTE
 
Droghe e alcol spingono i teenager nel tunnel della depressione?

Droghe, alcol, ma anche il fumo e il sesso per i teenager possono nascondere un’altra insidia oltre a quelle della dipendenza e delle malattie sessualmente trasmesse: la depressione. È quanto sostiene Denise Dion Hallfors della School of Public Health presso la University of North Carolina at Chapel Hill in seguito ai risultati di un’indagine su 13.491 adolescenti dagli 11 ai 15 anni.
Lo studio, pubblicato nel numero di Ottobre della rivista American Journal of Preventive Medicine, ha rilevato infatti che un maggior rischio di depressione serpeggia tra i giovani che hanno comportamenti a rischio. La depressione giovanile è difficile da diagnosticare e ciò viene fatto in media una volta su cinque, ha osservato la Hallfors, quindi diventa ancora più importante prevenire o correggere i comportamenti a rischio dei teenager se questi a loro volta possono portare alla malattia.
Numerosi studi finora, ha spiegato la Hallfors, hanno associato l’abuso di sostanze e comportamenti sessuali a rischio con altre problematiche come il rischio di suicidio; ma il nesso tra questi comportamenti e la depressione è sempre stato difficile da mettere a fuoco soprattutto perché la difficoltà della diagnosi della malattia psichiatrica nell’adolescenza rende arduo capire se essa sia premessa o conseguenza degli stessi comportamenti a rischio.
Questo studio, ha affermato la Hallfors, sembra pendere più per la seconda ipotesi, ovvero che la depressione venga dopo le esperienze di abuso dei giovanissimi. Nell’indagine questi sono stati divisi per età, sesso e tipo di comportamenti in 16 gruppi. Di questi uno era quello di coloro che si astengono dal bere, fumare, assumere sostanze e fare sesso. Ebbene per quel che riguarda le ragazze è emerso che le giovanissime che sperimentano precocemente il sesso o fanno uso di droghe, a distanza di un anno, hanno disturbi depressivi con probabilità 2-3 volte maggiori di quelle che si astengono da tutto ciò.
Per i maschi il binge-drinking è la fonte di pericolo maggiore: a un anno dal colloquio la probabilità di soffrire di depressione per quanti si sono dichiarati soliti al binge-drinking è 4,5 volte più alta dei coetanei che si astengono mentre l’uso di marijuana triplica questa probabilità. Pur sottolineando che l’abuso di sostanze e i comportamenti a rischio non sono necessariamente un filo diretto verso la depressione ma probabilmente il nesso tra i due problemi è più intricato, l’esperta è convinta che questi dati lascino un po’ vacillare l’ipotesi che chi è depresso si avvicina a alcol e droghe come conseguenza della malattia, come una sorta di auto-medicazione. Certo è che, ha concluso l’esperta, genitori, insegnanti e tutti gli adulti che gravitano intorno ad adolescenti devono vigilare sui loro comportamenti e sul loro stato di salute psicologica.
Fonte: Hallfors DD et al. Which comes first in adolescence — sex and drugs or depression? Am J Prev Med 2005;29(3).
paola mariano .

GIORNALE DI BRESCIA
 
Le iniziative dell’Acat
Lumezzane contro l’alcol.

LUMEZZANE
L’Acat di Lumezzane (l’Associazione dei Club degli Alcolisti in Trattamento) organizza in collaborazione con l’Amministrazione comunale e il centro giovanile San Giovanni Bosco di San Sebastiano, un percorso informativo sulle tematiche collegate alla dipendenza da alcol. Il percorso si articola in due serate, questa sera, martedì 20 settembre e domani sera, mercoledì 21 settembre, a partire dalle ore 20,30 presso l’oratorio di San Sebastiano. Il titolo degli incontri è «Vola libero anche dall’alcol»: relatrice sarà Flaviana Conforto, presidente dell’Acat regionale del Veneto. Gli incontri sono aperti ovviamente a tutti ed è un’occasione preziosa sia per meglio conoscere gli effetti devastanti della dipendenza da alcol, sia per ridare speranza a chi è finito nel tunnel. L’Acat opera a Lumezzane fin dal 1990 e in questi tre lustri ha ottenuto buoni risultati nel recupero, lavorando anche con istituzioni e associazioni. I punti qualificanti dell’opera dell’associazione sono innanzitutto la metodologia operativa e il coinvolgimento della famiglia per guarire la dipendenza del singolo, e poi l’opera di prevenzione attraverso l’educazione all’uso dell’alcol. a. pa.

IL GAZZETTINO (Udine)
 
Friuli Doc, bottiglie contro i mezzi Net
Botosso: «Teppisti nelle piazze S. Giacomo e XX Settembre. Gli operatori avevano paura».

Nell’alba del dopo-festa gli operatori della Net non hanno avuto niente da festeggiare. Perché quel che rimaneva nelle piazze era il volto meno nobile di Friuli Doc, il più difficile da spazzar via. «Intorno alle 4.30-5 - spiega Marco Botosso, responsabile dei servizi dell’azienda che gestisce lo smaltimento dei rifiuti - in piazza San Giacomo e in piazza XX settembre c’era ancora gente ubriaca che stava finendo di festeggiare. I nostri operatori non sono riusciti ad entrare con i mezzi per pulire, perché era pericoloso. Avevano paura ad avvicinarsi: c’erano ragazzi di 20-30 anni, alticci, che spaccavano bottiglie per terra e ne hanno anche tirata qualcuna contro i nostri mezzi parcheggiati. Non si sono state aggressioni fisiche, nessuno ha messo le mani addosso agli operatori Net, ma io stesso ho consigliato agli addetti di stare alla larga, per evitare problemi». Dopo l’ondata di vandalismi della notte prima, che ha travolto la vetrina della libreria Moderna, rotto i tavoli degli stand di piazza XX settembre, distrutto il gazebo dell’Arcigay, "l’orda" corroborata dall’alcol, con altre facce e altri gesti, a quanto pare, si è rifatta viva.«Abbiamo chiamato il 113 e le forze dell’ordine - prosegue Botosso - e solo quando è intervenuta la polizia, gli addetti hanno potuto provvedere alla pulizia delle due piazze». Se ieri sera il plateatico di piazza XX settembre ancora era ingombro di "avanzi" della festa, la colpa, spiega il responsabile, non è della Net. «Sotto i gazebo e i tendoni avrebbero dovuto pulire gli standisti. È stata una loro mancanza». I "netturbini" nostrani (la Net ha schierato 39 addetti con 12 mezzi per ogni giorno della kermesse) il loro l’hanno fatto eccome. «Quest’anno - spiega l’assessore Lorenzo Croattini - hanno raccolto 8,8 tonnellate di cartone e 58 di rifiuti solidi urbani. Quantitativi maggiori dell’anno scorso (quando, peraltro, le presenze erano state del 10\% in più ndr), quando il cartone era a 5 tonnellate e Rsu a 45, che fanno pensare che la gente abbia mangiato di più durante questa edizione. In calo, invece, il vetro, passato da 18 a 13 tonnellate. Forse durante questo Friuli Doc si sono stappate meno bottiglie che nel 2004».Se il vizio di far pipì sulle case altrui agli aficionados della festa non è passato (al lavaggio dei vicoli e dei sottoportici la Net provvederà da questa mattina a venerdì, perché doveva attendere lo smontaggio degli stand), quest’anno ne hanno assunto anche un altro: «Abbiamo trovato parecchie bottiglie, bicchieri e piatti abbandonati sulle finestre delle abitazioni e abbiamo provveduto a pulire. Rispetto all’edizione 2004 abbiamo trovato più sporco lungo le vie di accesso, anche se erano stati disposti 180 contenitori: evidentemente la gente buttava i rifiuti dove capitava».
Camilla De Mori
(*) Nota: le manifestazioni centrate sul vino e sugli alcolici terminano spesso con problemi di ordine pubblico, comprese quelle che predicano la moderazione. Il nesso tra la promozione degli alcolici e le sue conseguenze negative viene però rimosso incolpando gli autori dei gesti di vandalismo.

CORRIERE ROMAGNA
 
Traffico e auto vietate per l’arrivo del Verona.

rimini - Zona rossa in allerta per l’arrivo dell’Hellas domani sera. L’amministrazione comunale di Rimini ha infatti reso note tutte le restrizioni necessarie per uno svolgimento sicuro della gara, certamente di cartello. “In occasione dell’incontro di calcio Rimini–Verona - si legge in una nota stampa -, nella giornata di mercoledì 21 settembre, dalle ore 17,30 alle 23,30 sarà chiusa totalmente al traffico l’area compresa entro il perimetro formato dalle vie Crispi (esclusa), Lagomaggio (compresa), Pascoli (esclusa), Flaminia (esclusa)”. Traffico bandito dunque, ma non solo. “Dalle ore 16 alle ore 23,30 nell’area soprindicata sarà in vigore il ‘divieto di sosta’ per motivi d’ordine e sicurezza pubblica”. Divieto di sosta che peraltro verrà esteso “dalle 16 alle 23,30, anche nelle aree destinate a parcheggio adiacenti il Palazzo di Giustizia e il centro direzionale Flaminio”. Inoltre non sarà possibile per alcolici: “Dalle ore 19 alle 24 è vietata la somministrazione di bevande alcoliche nei locali posti nell’area compresa entro il perimetro formato dalle vie Tripoli, Ugo Bassi, Pascoli, Flaminia”. E anche ai pubblici esercizi posti su entrambi i lati delle vie del perimetro e all’interno dello stadio Romeo Neri.

IL MESSAGGERO (Viterbo)
 
Il numero uno della Polizia municipale, Alfredo Matteucci, critica la novità: la criminalità non ha paura di questa misura
Confisca del motociclo, c’è la linea morbida
A Viterbo registrati finora soltanto due sequestri: «E’ una sanzione troppo pesante»
di FEDERICA LUPINO.

Sono solo due i ciclomotori confiscati a Viterbo, a seguito dell’inasprimento delle sanzioni con l’entrata in vigore (il 23 agosto scorso) della legge 168. I motociclisti viterbesi sono quindi una popolazione disciplinata? «Siamo noi che siamo troppo buoni», scherza il colonnello Alfredo Matteucci, comandante della Polizia locale. Che però non manca di criticare la linea adottata dal ministero dell’Interno, ritenendo il ricorso all’esproprio di proprietà non adatto a combattere la criminalità. Perché aalla fine, chi ci va di mezzo sono solo le persone per bene».
Sono numerosi i casi in cui è prevista la confisca del mezzo a due ruote. Si va dal mancato uso del casco - ma lo stesso avviene se è non allacciato o non omologato - al trasporto di un passeggero per i ciclomotori di bassa cilindrata. Si deve dire addio al proprio motorino anche in caso di "impennate" - se cioè si solleva la ruota anteriore - e, addirittura, se non si regge il manubrio con entrambe le mani o non si sta seduti in posizione corretta. E’ vietato anche trasportare oggetti non solidamente assicurati e sporgenti, o animali non custoditi in apposite gabbie. Confisca, infine, pure per chi utilizzi il mezzo per commettere reati o lo guidi dopo aver assunto sostanze stupefacenti o alcool.
«Ed è proprio per quest’ultima infrazione - ammette il comandante Matteucci - che abbiamo proceduto al sequestro amministrativo ai fini della confisca di un motofurgone e di un ciclomotore. I mezzi, infatti, erano stati coinvolti in due diversi incidenti e, in seguito agli accertamenti effettuati, avevamo riscontrato la guida in stato di ebbrezza».
Ma possibile che i viterbesi non commettano nessuna delle altre violazioni per le quali è prevista la confisca? «L’uso del casco a Viterbo è diffuso - risponde - anche se sono numerosi i giovani che lo indossano senza allacciarlo e quelli che viaggiano in due». Il nodo della questione però è un altro: «Mentre ritengo che l’uso del casco sia fondamentale, non posso fare a meno di notare che negli altri paesi dell’Unione europea la legislazione consente di trasportare un passeggero. Per violazioni come queste, comunque, la confisca non si era mai vista nemmeno nel nostro codice stradale - chiosa Matteucci - perché si tratta di sanzioni troppo pesanti».
Al comandante Matteucci non piace la mano dura del governo «perché i veri criminali non hanno paura della confisca dei ciclomotori. Chi ne fa le spese, alla fine, è la persona per bene. In una legge poi bisognerebbe tener conto delle varie realtà locali». Come a dire che Viterbo non è Napoli : la legge sarebbe stata introdotta proprio per arginare la criminalità minorile della città partenopea. La linea di condotta della municipale di Viterbo è chiara: ricorrere alla confisca quando il mezzo a due ruote è coinvolto in un reato, lasciando sottintendere che, per le altre violazioni i vigili saranno più comprensivi.

CORRIERE ROMAGNA
Ubriaco ruba un’ambulanza.

Ravenna - Ubriaco ruba un’ambulanza, “per tornare a casa”, ma viene bloccato dopo pochi minuti in viale Randi.Protagonista dell’episodio un ucraino che abita a Marina di Ravenna e che domenica sera aveva oltrepassato ogni limite nell’assunzione di alcool.L’uomo alle 19,20 era stato notato da una pattuglia della Municipale in via Antica Zecca, steso sull’asfalto è in evidente stato di ubriachezza. Con l’aiuto di altri due agenti di polizia era stato però convinto a salire su un’ambulanza e portato all’ospedale.Qui era stato prima soccorso e poi denunciato per ubriachezza molesta.Alle 22,20 era stato infine dimesso grazie anche a qualche flebo che lo aveva aiutato a riassorbire l’alcol messo in circolazione.L’uomo sembrava ormai sobrio, ma non lo era del tutto. E’ per questo che una volta uscito dal Pronto soccorso è entrato in un’ambulanza della Pubblica Assistenza e, dopo aver girato la chiave lasciata inserita, ha messo in moto il mezzo di soccorso percorrendo pochi metri. Il suo stato, infatti, gli ha impedito di superare la prima curva che, dalla rampa d’accesso al Pronto soccorso, immette nel viale del parcheggio. Due guardie giurate si sono rese conto dell’insolito autista e lo hanno messo in fuga con una serie di urla. Intanto è stato avvertito il 113. La polizia, che ha ritrovato l’ucraino in viale Randi di fronte alla vetrina di una sanitaria, lo ha denunciato a piede libero anche per tentato furto aggravato. “Scusate non volevo fare danni - ha detto l’uomo - ma visto che ero arrivato all’ospedale in ambulanza volevo prenderla anche per tornare a casa”.

IL MESSAGGERO (Abruzzo)
 
Il giallo. E’ successo l’altra notte, gravissima una romena. Diciottenne in manette: «Non guidavo io, sono stato rapito e rapinato»
Ubriaco investe una donna e fugge: arrestato
Dramma a corso Vittorio: pirata della strada preso dalla polizia grazie a tre testimonianze
di PAOLO VERCESI

L’ha investita a mezzanotte e mezza, tra domenica e lunedì, su corso Vittorio, con la sua Lancia Ypsilon. Ha sbandato, frenato e fatto marcia indietro: le è ripassato sopra e l’ha agganciata all’auto, trascinando la poveretta per almeno una decina di metri.
Lui è un diciottenne pescarese, Massimo Chiarieri. Era ubriaco alla guida ed è stato arrestato dopo venti minuti dagli uomini della Volante e della Stradale. Lei, giovane e sconosciuta fino a ieri sera, è stata poi identificata per Florina Jascu, romena di 19 anni. E’ ricoverata in Rianimazione in condizioni gravissime.
Una prostituta, stando a quanto ritrovato nella sua borsetta. «Ma non ci sono abbastanza elementi per dirlo, sappiamo solo che alloggiava in un albergo» ha detto un agente della Volante.
Storia terribile, cruda e drammatica. La storia di un ragazzino fresco di patente trasformato in pirata della strada per colpa di qualche bicchiere di troppo mandato giù in compagnia degli amici a Pescara Vecchia. Ma, a dirla tutta, questa è solo la ricostruzione dei fatti cui è arrivata la polizia sulla base di tre testimoni oculari. Testimonianze decisive per far scattare l’arresto del ragazzo.
Sì, perché la storia raccontata da Chiarieri è profondamente diversa e arricchita di particolari inquietanti e per molti versi incredibili. Non c’era lui alla guida dell’auto pirata, ha sostenuto davanti agli agenti che l’hanno rintracciato e fermato mentre mezzo nudo, dopo essersi ribaltato con l’auto, se la dava a gambe sulla strada per Spoltore. C’erano altre due persone in quella Ypsilon di colore scuro, due nomadi che l’avevano minacciato costringendolo a salire sulla sua auto: «Mi hanno rapinato di tutto, non ho più nulla» ha detto il ragazzo alla polizia. «Uno di loro guidava mentre io ero sul sedile posteriore, lui ha investito quella ragazza che stava attraversando la strada su corso Vittorio» ha dichiarato Massimo Chiarieri l’altra notte in evidente stato di shock. Abiti strappati, vestito solo degli slip, niente portafoglio né documenti. Tutto fedelmente riportato nella sua denuncia.
Massimo aveva il telefonino, però. O almeno - quando doveva già essere stato minacciato, rapito e rapinato dai due nomadi (e non è gente che ti lascia il telefonino) - lui ha risposto alla chiamata della madre che, disperata, chiedeva sue notizie: un attimo prima la signora aveva infatti ricevuto la visita della polizia nell’abitazione di via Gobetti. La donna aveva capito che suo figlio l’aveva combinata grossa. «Sono dalle parti di Spoltore, ho riaccompagnato a casa i miei amici» gli ha risposto lui. Lo aveva fatto davvero, ma molto tempo prima: lasciati gli amici, Massimo era poi tornato a Pescara da solo e qui, ha raccontato la dirigente delle Volanti, la dottoressa Gabriella Falco, è successo il dramma. La romena stava attraversando corso Vittorio Emanuele all’altezza del civico 79 (tra il negozio Nanà da una parte e quello di Gianni Guarini dall’altra, non sulle strisce pedonali). Era mezzanotte e 25. Un’ombra e nulla più per il ragazzo ubriaco alla guida. Sull’asfalto ieri mattina erano rimaste le tracce di due soli metri di frenata, in direzione della stazione. La poveretta è stata presa in pieno e trascinata dopo una manovra dell’auto in retromarcia. Ha riportato traumi e ferite gravissime.
Tre persone hanno visto tutto in due fasi distinte. Voci importantissime per smentire e smontare la versione del diciottenne. Due ragazzi l’hanno visto, solo in auto, investire la ragazza lasciata sanguinante a terra: loro hanno chiamato il 118 e la polizia dando il numero della targa. Una signora ha invece visto più tardi la Ypsilon ribaltarsi sulla strada per Spoltore, in contrada Frascone, «e da quell’auto è uscita una sola persona, leggermente ferita alla testa: un ragazzo» ha dichiarato. Chiarieri è stato quindi arrestato: deve rispondere di lesioni personali gravissime, omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Brindisi)
Arrestato sanvitese che dopo il litigio con l’anziana donna evade dai domiciliari
«Preferisco tornare in carcere che convivere con mia madre» .

«Preferisco tornare in carcere piuttosto che stare in casa con mia madre». Sono state queste le parole di Vincenzo De Netto, 35 anni, sanvitese, 35 anni, quando i carabinieri della stazione di S. Vito dei Normanni lo hanno sorpreso per strada. Aveva abbandonato l’abitazione nella quale era costretto a stare da un provvedimento del gip del tribunale di Brindisi, dopo l’ennesimo litigio con l’anziana madre. La donna, aveva chiamato il «112», denunciando di essere stata picchiata dal figlio al quale si era rifiutata di dare del denaro. De Netto, quando i militari lo hanno individuato, si trovava in via Puccini, a S. Vito. Appena ha notato la pattuglia, senza tentare alcuna reazione, ha detto che aveva intenzione di costituirsi perchè non tollerava più la convivenza con la madre. I militari lo hanno fermato e condotto in carcere. La donna, in effetti, aveva un trauma sul braccio destro. Il giovane era stato arrestato nel dicembre del 2004 dai carabinieri di S. Vito. Era appena rientrato in Italia, dopo aver trascorso otto anni all’estero, per evitare l’obbligo militare. Uscito dal carcere, dopo qualche mese, era finito di nuovo dentro a causa dell’esito burrascoso di una serata trascorsa con alcuni amici sulla marina di Specchiolla. È accaduto a maggio 2005. Assegnato dal giudice ai domiciliari conviveva con la madre e la compagna rumena. Era accusato di lesioni, minacce e rapina perché, dopo aver consumato diverse bottiglie di alcolici, si era rifiutato di pagare il conto contestando due bottiglie di champagne in eccesso. Un litigio furibondo in seguito al quale il titolare del locale non solo non riuscì ad ottenere il pagamento della consumazione, ma fu costretto a consegnare a De Netto una collanina, due anelli e il cellulare. v. arc.

LA SICILIA
 
Gli estrogeni, elisir di lunga vita delle donne.

La notizia ha gettato nel panico i creatori di calendari erotici che, nel 2025, rischiano di veder ritornare in deposito una quantità di invenduto mai registrata prima. Per quell’anno, infatti, cominceremo ad avere un’Italia sostanzialmente tutta al femminile. Lo sostiene uno studio della Società italiana di ginecologia e ostetricia da oggi a congresso.
Che le donne fossero più longeve, lo avevamo già sospettato, ma che il gap tra le legittime attese di vita dei due sessi potesse diventare così ampio e vistoso come annunciato ieri dagli studiosi della «Sigo», davvero mai e poi mai ce lo saremmo immaginato.
Grazie alla protezione degli estrogeni, autentici elisir di lunga vita, le donne raggiungeranno sempre più agevolmente i novant’anni (una su quattro anche i 95) mentre gli uomini potrebbero passare, meglio che niente, dall’attuale media dei 77 anni alla comunque sempre modesta «quota 82».
A condizione, beninteso, di sopperire alla carenza di estrogeni con uno stile di vita appropriato.
E dunque: niente fumo, niente alcol, moderazione a tavola e niente usi impropri di altri ambienti domestici destinati essenzialmente al sonno.
Ecco, in questo caso anche gli uomini potrebbero vivere più a lungo anche se, viste le condizioni cui sottostare, non siamo proprio sicuri che ne varrebbe la pena. (*)
 
(*) Nota: uno dei pregiudizi più duri a morire consiste nel ritenere il fumo e l’alcol come piaceri in senso assoluto e non come qualcosa di appreso e condizionato dai costumi sociali. E quindi ritenere che la loro assenza sia una privazione.
Per capire che non è così basta considerare che le primissime esperienze con alcol e fumo non sono affatto piacevoli. E che la maggior parte delle persone non trova piacevole bere e fumare.



Mercoledì, 21 Settembre 2005
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