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Rassegna stampa alcol e guida del 16 settembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


 

YAHOO SALUTE

 

 L’alcol “rimpicciolisce” il cervello dei giovani
A cura de Il Pensiero Scientifico Editore

Gli adolescenti che bevono alcolici hanno una regione del cervello più piccola dei coetanei, la corteccia prefrontale. È quanto dimostrato per la prima volta da Michael De Bellis, professore di psichiatria e scienze comportamentali e direttore dell’Healthy Childhood Brain Development Research Program al Duke University Medical Center, in uno studio apparso sulla rivista Alcoholism: Clinical & Experimental Research.
Precedenti studi avevano dimostrato che adulti consumatori abituali di alcol oltre i limiti consigliati hanno queste stesse strutture cerebrali più piccole del normale, ma finora nessuna indagine era stata dedicata a scoprire se la stessa situazione fosse riscontrabile nei giovanissimi abituati a qualche bicchiere di troppo; bevitori sì, ma non da così tanti anni da far pensare che l’alcol abbia già fatto loro il “lavaggio del cervello”, ossia abbia lavorato al suo “rimodellamento”.

 

Ma con quasi un giovane delle scuole superiori su tre che è uso al binge drinking anche pesante (un comportamento in cui pesanti bevute, spesso concentrate nel week end, sono alternate a giorni di astinenza completa), hanno riferito gli esperti, era importante condurre queste indagini anche sui giovanissimi con qualche disordine nel consumo di alcolici.
La corteccia prefrontale è una regione chiave nella pianificazione di azioni, nella riflessione complessa, nel controllo delle emozioni e nell’inibizione. Le sue funzioni in un certo senso potrebbero essere indicative del fatto che le ridotte dimensioni nei bevitori siano una premessa e non una conseguenza del bere. In altri termini le persone con ridotte dimensioni di questa corteccia potrebbero essere più vulnerabili al richiamo dell’alcol perché meno capaci di controllare le proprie azioni e prevedere le conseguenze di esse. Ma questa, hanno sottolineato gli esperti, per ora è pura speculazione: è troppo presto per dire se l’alcol sia la causa o la conseguenza della riduzione di volume della corteccia prefrontale.
In questo studio gli esperti hanno confrontato con la risonanza magnetica funzionale la corteccia prefrontale, le regioni talamiche e il cervelletto di 14 giovani (8 maschi, 6 femmine) che consumavano alcol con quella di 28 coetanei (16 maschi, 12 femmine) con lo stesso livello socio-culturale dei primi ma non bevitori. I ragazzi erano adolescenti (13-17 anni) o giovani adulti (18-21). È emerso che il volume della corteccia prefrontale nei giovani bevitori era sempre ridotto rispetto a quello dei coetanei di controllo e la riduzione sembra proporzionale alle quantità di alcol consumate. Le regioni talamiche invece non sembrano influenzate dal consumo di alcol mentre il cervelletto dei bevitori, ma solo per i maschi, è più piccolo.
Gli esperti non si sbilanciano ancora nella spiegazione di questi risultati. Le ipotesi alternative sono molte: l’alcol potrebbe semplicemente causare la riduzione di volume della corteccia (cosa però più credibile per bevitori adulti che hanno anni di consumo di alcol alle spalle); oppure il suo volume, di per sé ridotto, rende più inclini a cadere nel bicchiere pieno; oppure ancora, poiché proprio l’adolescenza è l’età più critica per la maturazione di questa e altre zone del cervello, il consumo precoce di alcol potrebbe ritardare questa maturazione, conseguentemente questi giovani sarebbero meno “giudiziosi” dei coetanei e non in grado di riflettere sulle conseguenze delle loro azioni, insomma una sorta di circolo vizioso che si autoalimenta. Per districarsi tra questo marasma di ipotesi però, hanno concluso gli esperti, servono nuovi studi. Al momento loro si stanno interessando a vedere come reagisce il cervello di questi giovani bevitori a un periodo di sobrietà, ma il nuovo lavoro è appena iniziato.

 

Fonte: De Bellis M et al. Prefrontal Cortex, Thalamus and cerebellar volumes in adolescents and young adults with adolescent onset alcohol use disorders and co-morbid mental disorders. Alcoholism: Clinical & Experimental Research 2005; 28(9).

paola mariano

 

BRESCIA OGGI

 

GHEDI

 

Una riflessione sui problemi correlati all’alcol è in programma questa sera a Ghedi alle 20.30 nei locali ex Itis - palazzo Arcioni dove la scuola promossa dall’Associazione dei Alcolismo Riflessioni con l’Acat
club degli alcolisti in trattamento della Bassa Bresciana Orientale è attiva tutti i venerdì fino all’11 novembre, dalle 20.30 alle 22.30.
I problemi legati all’alcol rappresentano per l’Italia una delle principali cause di morte e di sofferenza. Per questo è utile una riflessione e una azione di prevenzione e di cura. I Club operano insieme con gli alcolisti ma anche con i loro familiari per affrontare problemi e sofferenze legati all’uso dell’alcol. Possono rivolgersi al Club tutti coloro che sono interessati ad affrontare e risolvere questi problemi; quindi, non solo persone che hanno difficoltà con il proprio bere, ma anche familiari, amici, parenti, vicini di casa, colleghi di lavoro di persone con problemi alcol correlati, ed avviare così un processo per affrontare e risolvere queste difficoltà. La scuola viene condotta dal «servitore-insegnante» di Club, Renato Tosini. Per informazioni è possibile contattare il numero verde 800/652626, oppure ci si può rivolgere a Cristina al 329/3345623.
m.mon.

 

L’ARENA

 

L’artista ha incontrato gli studenti dell’istituto Ferraris presentando il suo tour «Non c’è vita da buttare». E li ha invitati a lottare contro la droga
Gigi D’Alessio riapre la polemica con Dario Fo

 


Il cantante napoletano ha risposto così alle polemiche del Nobel: «Non si calpesta l’erba che cresce»

 

Il noto cantante partenopeo Gigi D’Alessio, come ha fatto in tutte le città toccate dal suo tour «Non c’è vita da buttare», ha incontrato ieri giovani studenti delle scuole superiori, per parlare con loro dei tanti problemi del vivere d’oggi, compreso quello della droga.
Il privilegio di avere il noto musicista a scuola è spettato agli studenti dell’istituto tecnico professionale Ferraris che, grazie anche al fatto di ospitare all’interno della struttura scolastica uno dei primi tre musei della radio più importanti d’Europa (qui sono in mostra ben 700 modelli di radio a partire dai primi prototipi di fine Ottocento), ha catturato a pieno la curiosità dell’artista. Il quale con un gran sorriso ha affermato «se non fosse per la radio, non sarei così famoso».
Un Gigi (così lo chiamano i fans), diverso da quello che si esibisce sul palco, quello che si è presentato al Ferraris: nell’aula magna ha dato più spazio al padre di famiglia che al cantante star che riempie gli stadi (nel tour mondiale di «Uno come te», in 132 date, sono stati 800mila gli spettatori che lo hanno ascoltato dal vivo), al punto che gli stessi studenti gli si rivolgevano non come al divo, ma come al vicino della porta accanto. Sarà forse questo il segreto che gli permette di rimanere in cima alle classifiche per parecchio tempo? O sarà per la modestia e la semplicità con cui si rivolge al pubblico?
Anche parlando di droga, Gigi, non ha usato toni allarmistici, ha semplicemente raccontato di quando ha accompagnato il maggiore dei suoi figli in discoteca. «Frequenta l’ultimo anno di scuola superiore», ha raccontato l’artista. «Sono rimasto sconcertato dall’abuso di alcol e di sostanze stupefacenti», ha detto, «ma non c’è vita da buttare».
E su quest’ultima frase, che dà il titolo al nuovo successo, Gigi D’Alessio ha affermato: «Nessuno mi paga per essere qui a dirvi che la vostra vita è un bene troppo prezioso per buttarla al vento. Dio ve l’ha donata ed ora dovete spenderla bene».
Ideali forti, al punto che lo vedono come testimonial nella campagna contro la droga voluta dal Ministero della salute. E non solo, D’Alessio sarà con il presidente della repubblica Ciampi il 22 settembre al Vittoriano per inaugurare il nuovo anno scolastico.
Solitudine, sentirsi incompresi, la mancanza di dialogo in famiglia: tutti argomenti che sono stati sviscerati con parole semplici, ma anche utilizzando le strofe delle canzoni perché come hanno fatto notare gli stessi studenti «nascono dalla vita vissuta». A chi gli ha chiesto di svelare il segreto della sua musica, D’Alessio ha risposto «nessun segreto, le note rispecchiano semplicemente quello che abbiamo dentro. Così è anche per l’amore, che non ha età. Le emozioni forti vengono sempre vissute con la stessa intensità». E visto che il suo tour concluderà la stagione areniana 2005, alla domanda «Che cosa ne pensa della polemica nata con il premio nobel Dario Fo?», l’artista risponde con un detto tutto partenopeo: «Non si calpesta l’erba che cresce». Subito dopo ha aggiunto: «Spero di essere all’altezza dell’anfiteatro più bello d’Italia. Era un sogno, quello di esibirmi in Arena, che si realizza».
Anna Zegarelli

 

LA PROVINCIA DI LECCO

 

Ubriachi al volante: l’Asl scende in campo

 

Nuova offensiva contro il fenomeno della guida in stato di ebbrezza.

 

L’Asl di Lecco rilancia l’offensiva contro il fenomeno della guida in stato d’ebbrezza, con due incontri informativi, stasera e giovedì prossimo, nel corso dei quali si discuterà di sicurezza stradale e dei rischi connessi al consumo di alcol.
Un argomento sempre attuale nel nostro territorio, come dimostra il fatto che dall’inizio dell’anno le persone segnalate per guida in stato d’ebbrezza - cioè con un tasso alcolemico che superava la soglia di 0,5 grammi per litro di sangue - sono state diverse centinaia.
«Guidatori che, diversamente da quello che si immagina, non sono solamente giovani, ma in molto casi anche persone più avanti con gli anni», sottolinea Damaris Rovida, responsabile del servizio di alcologia dell’Asl di Lecco.
E proprio a loro, oltre che a chiunque volesse partecipare agli incontri, è rivolto il corso, che si svolgerà tra oggi e giovedì prossimo dalle 18 alle 19.30 nella sede del servizio di alcologia dell’azienda sanitaria (telefono: 0341.482653) in via Tubi, al numero civico 43.
«Nel corso degli incontri - prosegue sempre Damaris Rovida - verrà proiettato un video fornito dall’Automobile club italiano sui rischi legati al consumo di alcol prima di mettersi alla guida di un veicolo, che consentirà di fare luce sulle differenze di comportamento e sui diversi tempi di reazione dei guidatori sobri e di quelli ubriachi».

 

IL GAZZETTINO (Nordest)
GUIDA SICURA

 

I giovani neopatentati friulani sono i più prudenti al volante Alle donne il compito di riportare a casa chi ha bevuto troppo

 

Udine. I giovani neopatentati del Friuli Venezia Giulia sono i più attenti a non mettersi alla guida dopo aver bevuto, e le donne svolgono sempre di più la funzione di «guidatore designato», che si mette al volante per riaccompagnare a casa gli altri dopo una serata in discoteca: i dati emergono dal consuntivo della campagna estiva di informazione «Guido con prudenza», appena conclusasi a livello regionale.

 

Nel corso dei controlli, svolti - spiega una nota del Compartimento della Polstrada del Friuli Venezia Giulia - dal 16 luglio al 4 settembre scorsi, sono state ritirate 322 patenti, delle quali 239 per guida in stato di ebbrezza, tre per guida sotto l’effetto di stupefacenti e 80 per eccesso di velocità. Sono stati 3.983 i punti decurtati e 48 le carte di circolazione ritirate. Su 4.660 automobilisti sottoposti all’alcol test, 241 (il 5,2\%) sono risultati positivi. Le pattuglie della Stradale, a quanti sono risultati negativi alla prova dell’etilometro dopo una serata in discoteca, hanno regalato però anche 353 biglietti omaggio per i locali notturni.

 

La fascia d’età con il maggior numero di automobilisti positivi all’alcol test è quella tra i 23 e i 27 anni (80), seguita dagli automobilisti oltre 32 anni (61) e dai giovani tra i 28 e 32 anni (43). I neo patentati sono risultati i più attenti alle disposizioni del codice della strada: sono stati solo 40, infatti, i giovani tra i 18 e 22 anni risultati positivi all’alcol test. Le maggiori infrazioni sono state riscontrate nella fascia oraria tra le 4 e le 6 del mattino, con 134 persone sanzionate e la maggioranza (99) con tasso alcolimetrico alto. Tra le curiosità della campagna, è emerso che la donna svolge in maggior parte l’incarico di «guidatore designato», chiamato «Bob», dopo l’uscita dai divertimenti notturni. Fra quante sono state sottoposte al test alcolimetrico, infatti, sono state pochissime quelle trovate in condizioni inidonee alla guida: delle 4.660 persone controllate, 1.435 erano donne, e di queste 14 sono risultate positive al test (0,97\%). Secondo il Compartimento regionale del Friuli Venezia Giulia della Polizia Stradale, l’efficacia dei servizi straordinari è dimostrata dalla costante diminuzione dei giovani sorpresi alla guida in stato di ebbrezza: da una media del 6,5\% si è infatti scesi fino a toccare, nel fine settimana conclusivo di «Guido con prudenza», il 5\%.L’iniziativa è stata attuata con la collaborazione della Fondazione Ania e dell’Associazione imprenditori locali da ballo. Sono state impiegate 205 pattuglie della Polizia Stradale, con 59 posti di controllo lungo la statale 354 da e per Lignano Sabbiadoro (Udine), individuata quale arteria stradale più a rischio nei fine settimana. Per l’occasione sono state utilizzate le più sofisticate attrezzature a disposizione, dal provida al telelaser, all’autovelox. Sono state accertate in totale  688 infrazioni al codice della strada, delle quali cinque per guida pericolosa, 206 per eccesso di velocità, e otto per mancato uso delle cinture di sicurezza.

 

RAVENNA INFORMA

 

Presentato in Prefettura un resoconto dell’attività svolta negli ultimi nove mesi.
I dati relativi all’attività di controllo sulla sicurezza stradale, da parte di tutte le forze dell’ordine, Polizia di Stato, Municipale, Carabinieri, presentati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa in Prefettura, sono preoccupanti anche se l’operazione “estate tranquilla” mirata ad una guida sicura, abbia dato buoni frutti.
RAVENNA

 

STRAGE DI PATENTI PER GUIDA IN STATO DI EBBREZZA

 

I dati relativi all’attività di controllo sulla sicurezza stradale, da parte di tutte le forze dell’ordine, Polizia di Stato, Municipale, Carabinieri, presentati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa in Prefettura, sono preoccupanti anche se l’operazione “estate tranquilla” mirata ad una guida sicura, abbia dato buoni frutti.
Dal 1 gennaio 2005 al 10 settembre 2005 sono state ritirate ben 936 patenti per guida in stato di ebbrezza, di cui 831 maschi e 105 femmine. Un aumento del 15% rispetto allo stesso periodo del 2004.
Dai numeri forniti emerge che il picco maggiore, di automobilisti trovati con valori di alcool nel sangue superiori a quelli consentiti, si è avuto nel periodo 1 luglio 10 settembre 2005: 530 sono infatti le patenti ritirate, 460 uomini e 70 donne. Sempre durante i mesi estivi sono state 19 le patenti ritirate per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, 92 per eccesso di velocità e un altro centinaio per violazioni varie.
Questi dati mettono in evidenza che il fenomeno “alcool” è in crescita e riguarda soprattutto 182 conducenti sopra i 32 anni, seguiti da 145 giovani fra i 23 e 27 e 139 fra i 28 e 32, in aumento il numero delle donne che da 59 sono passate a 70.
La guida in stato di ebbrezza è una piaga gravissima e non va sottovalutata, ha ribadito il Prefetto Calandrella commentando i risultati, va affrontata da tutti, sensibilizzando soprattutto il mondo della scuola, le famiglie e gli operatori del settore. Non è solo un problema delle forze dell’ordine ma di tutti.
Oltre ai compiti istituzionali, nell’ambito dell’ordine pubblico e della sicurezza, Polizia e Carabinieri, sono stati impegnati sul fronte della prevenzione all’abusivismo commerciale, ottenendo risultati significativi, apprezzati anche dall’opinione pubblica

 

IL MESSAGGERO (Pesaro)

 

Venti giorni di prognosi per il giovane che ha subito anche la rottura di un dito, otto per Marco Di Tommaso: «Ma non finisce qui» 

 

«La mia notte d’incubo sulla nave degli hooligan» 

 

Il fanese Francesco Furiassi, già Mister Marche, racconta il pestaggio di cui è rimasto vittima con l’amico 

 

di ELISABETTA ROSSI

 

FANO. Un dito fratturato e un trauma cranico. Dolorosi “souvenir” per Francesco Furiassi, 21 anni, e Marco Di Tommaso, 18 anni, i due ragazzi fanesi aggrediti due giorni fa da un gruppo di hooligan greci sul traghetto della Anek Lines che li stava riportando a casa. Una lunga notte da incubo a conclusione di una vacanza di 10 giorni a Corfù con le rispettive fidanzate. Pochi minuti di pura follia, in cui quindici ultras del Panathinaikos, ubriachi e forse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, non hanno esitato a scagliarsi contro i due ragazzi. Colpito alla testa e ne avrà per 8 giorni, Marco Di Tommaso, il 18enne “colpevole” di essersi ribellato per primo al caos, alle grida e al pericoloso lancio di oggetti degli aggressori. Prognosi di 20 giorni, invece, per Francesco Furiassi, uscito dal parapiglia con un dito della mano destra fratturato e “steccato” solo ieri dopo la visita al reparto di ortopedia di Fano. Ma dalla colluttazione i ragazzi sarebbero potuti uscire ben più malconci. Uno scontro impari. Due contro quindici invasati, senza che nessuno degli altri trasportati, (principalmente coppie con figli) e nessuno degli uomini dell’equipaggio, si sia mosso in loro difesa. Praticamente una questione di fortuna, per Francesco Furiassi. «Poteva andare veramente peggio – racconta – ma, dopo la sfuriata, gli ultras hanno deciso di lasciarci stare. E non perchè qualcuno li abbia invitati a farlo». Che nessuno degli altri viaggiatori, per lo più famiglie con figli piccoli al seguito, sia intervenuto, può essere comprensibile. E infatti ciò che maggiormente provoca rabbia e risentimento in Francesco, oltre al dolore fisico, «è il totale disinteresse del comandante della nave e dei suoi uomini». Di più: «un vero ostracismo – precisa - da parte dell’equipaggio, composto totalmente da greci, che ha fatto di tutto, o meglio, non ha fatto quanto possibile per aiutarci. Non ci ha neppure permesso di chiamare la polizia. Che ho avvertito con il mio cellulare nel momento in cui c’è stato campo. E mi sono pure sentito dire che quello che avevano fatto era solo una bravata di ubriachi». Abbandonati quindi anche da chi avrebbe dovuto vegliare sulla loro sicurezza e su quella di tutti i passeggeri. E soprattutto lasciati in balia di un gruppo di malintenzionati. «Quando è cominciato a piovere – prosegue Francesco – gli aggressori, (15 ragazzi di un gruppo di 50 hooligan tutti sui 30 anni) hanno desistito. Siamo dovuti tutti rientrati dal ponte. Ma nessuno si è preoccupato di darci una cuccetta. Dopo qualche ora, i capi degli ultras sono anche venuti a pregarci di non sporgere denuncia, offrendoci anche dei soldi». Ma la vicenda non si chiude qui. Francesco ha già contattato il proprio legale. E, in fin dei conti, per lui, che è anche Mister Marche e che ha fatto il valletto per Mediaset, «un dito rotto – commenta - è poca cosa, visto che il resto è intatto».

 

BRESCIA OGGI

 

NUVOLENTO. E’ stato arrestato
Un avventore ubriaco minaccia un barista e aggredisce gli agenti
 

 

E’ finito in manette per aver aggredito i carabinieri in preda ai fumi dell’alcol. Una sbornia che ha smaltito in una cella di sicurezza con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.
Il match tra arrestato e forze dell’ordine di cui parliamo è avvenuto martedì scorso attorno alle 21 in un bar di Nuvolento; un locale nel quale il protagonista della vicenda, un uomo di 42 anni di origine svizzera ma residente in paese, stava minacciando il titolare.
Quando è iniziato l’intervento dei militari della stazione del paese, anziché calmarsi l’uomo ha dato in escandescenze aggredendo gli agenti, i quali però, prevedendo la reazione, avevano anche chiesto il rinforzo di un’altra pattuglia.
Solo con l’intervento di altri due operatori l’avventore ubriaco è stato immobilizzato e ammanettato. Due agenti, però, nella stessa serata hanno dovuto farsi medicare al pronto soccorso dell’ospedale di Gavardo: il medico di turno ha stilato un certificato di guarigione di 10 giorni per alcune contusioni alle braccia e alle spalle.

 

LA SICILIA

 

Ubriaco danneggia un bar: arrestato

 

Campobello di Licata.  In evidente stato d’ebbrezza ha semidistrutto un locale pubblico scagliandosi contro due avventori seduti in un tavolino all’interno di un bar. L’energumeno è così finito in manette con l’accusa di danneggiamento, aggressione lesione, resistenza ed oltraggio a pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni.
Protagonista della movimentata serata il pluripregiudicato campobellese Luigi Viola, 40 anni, bracciante agricolo, celibe, già sorvegliato speciale che è stato già rinchiuso nel carcere di contrada Petrusa ad Agrigento e posto a disposizione dell’autorità giudiziaria.
La rissa si è verificata verso le ore 21 di mercoledì scorso, quando nella centralissima via Edison, una delle maggiori arterie stradali del centro storico di Campobello, una delle autopattuglie dei carabinieri della locale caserma in servizio di controllo del territorio è stata «attirata» da un folto gruppo di persone che sostava davanti ad un bar.
A richiamare l’attenzione le grida delle persone rimaste vittime dell’aggressione ed il rumore provocato dalla zuffa. Una caotica situazione che ha indotto i militari dell’Arma che transitavano nella zona a chiedere l’ausilio dei colleghi del comando compagnia per bloccare il Viola. Senza alcuna motivazione l’uomo ha costretto due degli avventori a ricorrere alle cure dei medici per le ferite riportate dall’aggressione subita. Fortunatamente i due se la caveranno con otto giorni di prognosi.
Il pregiudicato, alla vista dei carabinieri si scagliava contro i militari che hanno dovuto faticare non poco prima di ricondurlo alla ragione e portarlo negli uffici della locale caserma. L’uomo, a conclusione delle formalità di rito e su disposizione del dott. Luca Sciarretta, sostituto procuratore della Repubblica, nella tarda serata è stato tradotto in carcere. Stamane l’uomo sarà sentito dal magistrato per la convalida del fermo.
Antonio Cacciatore

 

CORRIERE ROMAGNA

 

L’arciere ubriaco resterà in cella per diciotto mesi

 

VERUCCHIO - A Marco Chiacchiarini, 38enne originario di Civita Castellana (Viterbo), è costata davvero molto cara l’ultima sbronza e annessa litigata con la propria convivente che martedì scorso lo ha portato in carcere con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali.In cella, infatti, il tribunale monocratico di Rimini ieri mattina ha stabilito che dovrà restarci per 18 mesi. Il giudice unico Stefano Longhi, sulla scorta dei precedenti, un’altra aggressione alla propria compagna lo scorso anno, il temperamento troppo focoso, l’atteggiamento tenuto davanti ai carabinieri da lui stesso chiamati e la sua passione per le armi bianche, ha deciso di non concedergli la sospensione condizionale della pena. Chiacchiarini dopo aver picchiato la donna provocandole lesioni giudicate guaribili in 7 giorni che hanno pesato sul giudizio anche se l’amata ha manifestato l’intenzione di ritirare la denuncia, ha fatto armi a bagagli, raccolto molte delle armi bianche di sua proprietà di cui è sfegatato collezionista, ha atteso sull’uscio di casa, alterato dall’alcol ingurgitato in abbondanza con i farmaci di cui fa uso, l’arrivo dei carabinieri di Verucchio che ha accolto "minacciando" di usarli come bersaglio per i 40 dardi in dotazione al suo arco. Militari che hanno avuto il loro bel da fare per disarmarlo e portarlo in caserma. Comportamenti che uniti anche a un vecchio precedente per furto, come detto, hanno convinto il giudice Longhi a fissare per il viterbese un soggiorno di un anno e mezzo ai Casetti. Chiacchiarini era difeso dall’avvocato Monica Gabrielloni che certamente presenterà ricorso in appello.

 

PUBBLICITA’ITALIA

 

 Arriva Drive Beer, campagna da 5 milioni di euro(*)

 

Giancarlo Fisichella testimonial della birra a bassa gradazione alcolica che sarà in commercio a partire da ottobre. Creatività e pianificazione a cura di Glen.

 

16/09/2005 ‘Tanto gusto, ma con alcol giusto’. Con questo claim arriverà sul mercato Drive Beer, la birra a bassa gradazione alcolica (solo 2,5%) prodotta dal gruppo lucano Tarricone. Per il lancio pubblicitario della nuova ‘bionda’, in commercio dal prossimo ottobre, l’azienda ha ingaggiato come testimonial per 3 anni il pilota di Formula Uno Giancarlo Fisichella. L’investimento in comunicazione previsto per i primi dodici mesi è di 5 milioni di euro. La campagna, realizzata e pianificata dall’agenzia milanese Glen, sarà declinata su tv, radio, stampa e affissioni. Oggi, a Roma, il primo ciak dello spot diretto da Mimmo Giannitrapani per la casa di produzione Telecinema. La creatività porta la firma di Luca Secchi. “La comunicazione sarà on air appena il prodotto avrà raggiunto un adeguato livello di distribuzione”, spiega Diego De Vargas, pubblicitario di lungo corso, oggi partner di Glen. La campagna a sostegno di Drive Beer sarà in ogni caso a regime entro il 2005, “o al più tardi all’inizio del 2006”, precisa ancora Diego De Vargas. Che svela qualche dettaglio sui prossimi spot: “La creatività – dice De Vargas - sarà una sorta di contrappunto tra gli automobilisti e il codice della strada, posso solo dire che Giancarlo Fisichella non guiderà”. Secondo i produttori, il target di Drive Beer è potenzialmente vastissimo: si rivolge, infatti, agli oltre 20 milioni di automobilisti italiani. L’idea della Drive Beer è il frutto di un’indagine di mercato della ‘Morena’, marchio del gruppo Tarricone: “Il consumatore — ha dichiarato al Sole 24 Ore Antonio Cirino, responsabile delle vendite— chiede di bere e di poter guidare senza rischiare di perdere i punti della patente. Il gusto della birra resta intatto, anche se la gradazione viene portata a 2,5 gradi alcolici. Si rientra nei limiti di legge persino bevendo due bottiglie”. Fin dagli esordi la società lucana — che oggi dà lavoro a 49 dipendenti e raggiunge un fatturato annuo di circa 15 milioni — si è distinta per la propensione all’innovazione e alla ricerca, con investimenti anche sul fronte ‘bio’ che hanno portato alla nascita della birra biologica ‘Ekò’.

 

 

 

(*) Nota: se le strutture che si occupano di trattamento dell’alcolismo sono attenti al rapporto costi/benefici figuriamoci i produttori.

 

Dobbiamo quindi ritenere che da questa campagna pubblicitaria il gruppo Tarricone prevede un incremento di vendite di almeno cinque milioni di Euro.

 

GIORNALE DI BRESCIA

 

I dati nazionali mostrano una flessione dell’11%, e Brescia non si sottrae alla tendenza
«Caro vino», il consumo è in calo 

 

I produttori: lavorare sulla filiera per ridurre la forbice tra cantina e compratore

 

Dopo le uve, si fa fatica a vendere anche il vino. A livello nazionale il calo dei consumi è stimato all’11%. E a Brescia? Dati precisi non ce ne sono, ma enoteche e distributori sono d’accordo: si vende di meno. Viene da chiedersi: Vende meno perchè costa troppo? Può darsi. Quello dei rincari sulla bottiglia è un fenomeno non solo bresciano, ma che investe tutto lo Stivale italico. Inoltre si assiste anche per l’uva ad un altro fenomeno che abbraccia un po’ tutti i comparti agricoli: il prodotto all’origine è pagato poco, ma poi il prezzo al consumo lievita. E a volte anche tanto. «Occorrerebbe ripensare alla formazione del prezzo - sostiene Redaelli De Zinis - e ridistribuire diversamente il valore del prodotto sui vari anelli della catena in modo da premiare sia la materia prima che il prodotto finito. Senza penalizzare nessuno. Per arrivare a una soluzione - spiega ancora Redaelli De Zinis - sarebbe necessario raggiungere un’intesa tra i vari attori della filiera, i produttori di vino, i commercianti, i ristoratori e le catene della grande distribuzione. Anche nella promozione del vino locale si potrebbe fare di più, ad esempio vendere non solo la bottiglia, ma l’immagine di tutto un territorio, le bellezze naturali, la storia e la sua cultura. D’altra parte l’enoturismo in Italia rappresenta il 62% del totale. E la diffusione della "cultura" della vendita a bicchiere del vino sarebbe una bella idea anche per ridurre quei prezzi a volte eccessivi per una bottiglia che spesso non viene neppure finita». «Sbaglia chi ha adottato senza giustificazioni la politica del "caro vino" perchè a pagarne gli effetti negativi è l’intero settore» sostiene da parte sua Franco Metelli, dell’Azienda Agricola Boschi. «Ho adottato la vendita diretta - spiega Metelli - proprio per evitare ricarichi ingiusti sul consumatore finale. La mia politica è quella di mantenere il giusto prezzo: accessibile a tutti. Infatti, le cifre pazzesche che girano, alla lunga creano danni all’intero comparto». Chi invece punta sulla «formazione al vino«, per conoscerlo ed apprezzarlo, è Emilio Alberto Pancera, presidente dell’Ente vini Bresciani, secondo il quale «ci deve essere sempre un rapporto qualità-prezzo equilibrato, ma anche sempre più persone orientate ad apprezzare e conoscere il vino da bere. Ecco perché si organizzano sempre più corsi di base per dare una certa cultura, un indirizzo anche ai più giovani». In fin dei conti è stato il vino a far vincere al film «Sideways» un Oscar per la sceneggiatura. Il calo comunque non c’è per tutti: «Quest’anno ci aspettiamo un più 15 per cento nelle vendite» evidenzia Paolo Pizziol dell’Azienda Villa di Monticelli Brusati. «Un segnale che il mercato tiene nonostante le difficoltà generali a spendere. Riuscire a trovare un’intesa con il mondo della ristorazione per evitare anche quei pochi eccessi di costo sarebbe senza dubbio auspicabile». Anche perché i nostri produttori sono chiamati sempre più a misurarsi sul mercato con le produzioni e i prezzi concorrenziali di Paesi vecchi e nuovi competitori (Australia, Argentina, Cile, Sud Africa e Usa) che stanno venendo avanti con i loro vini arrivando ad occupare il 24% delle esportazioni mondiali. E poi c’è sempre di mezzo la Cina che, pur non essendo considerata un Paese produttore, ha impiantato circa 450mila ettari di vigneto. Ovvero una superficie vitata pari al 60% di quella italiana. Intanto, dai sei Consorzi di tutela coordinati a loro volta dall’Ente vini bresciano, si attende secondo le stime più recenti una vendemmia di 150mila ettolitri di vino, il 20% in meno rispetto al 2004 che fu però un’annata eccezionale.

 



 

 

 

 

 

 

 

 

Mercoledì, 14 Settembre 2005
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