RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
|
Asl. Venerdì un convegno sul questionario al quale hanno risposto 752 dipendenti di 6 aziende cremonesi Droga, alcool e mondo del lavoro . |
«Nuovi consumi e mondo del lavoro: quando ecstasy, marijuana ed alcool timbrano il cartellino. Progetti di prevenzione alle sostanze in ambito lavorativo». E’ questo il tema del convegno che si terrà venerdì 16 alle 9,30 al Centro Pastorale. Convegno che partirà dall’indagine che ha coinvolto, attraverso un questionario con 16 domande, 752 dipendenti di sei importanti aziende del Cremonese, cioè Aem; Oleifico Zucchi ed Uniquema di Cremona; Marcegaglia di Casalmaggiore; Bosch di Crema ed Offanengo; Consorzio Arcobaleno di Crema. Il progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione tra Dipartimento Dipendenze dell’Asl; provincia, comuni di Cremona e Crema; Associazione Artigiani; Cgil-Cisl-Uil; Acli, Unità Operativa di medicina del lavoro dell’ospedale; Cooperativa Iride; Il Ponte ed Assindustriali. Al questionario hanno risposto in 752, 24% donne e 76% uomini. La metà soddisfatta del proprio lavoro. Per quanto riguarda la conoscenza delle droghe, il 39% si è detto discretamente informato grazia alla televisione ed ai giornali. In particolare poi la metà degli intervistati ritiene rischiosa, per la salute, tanto l’alcool che l’hashish. Problemi tuttavia che vanno affrontati, per il 36%, in azienda. E chi deve intervenire quando il lavoratore fa uso di queste sostanze? Il 55% degli intervistati sceglie di non intromettersi mentre il 24% reagisce con rabbia e disagio. Che fare allora? Il 24% si rivolgerebbe ad una comunità terapeutica; il 20% alla struttura pubblica, cioè al Sert. Ci sono poi coloro che chiedono aiuto al medico di base, alla parrocchia, ad un’associazione di volontariato, ai gruppi di auto-aiuto. Di più sapremo appunto nel convegno di venerdì al quelle porteranno contributi, tra gli altri, Leone Lisè, responsabile del progetto; Angelo Maria Cirla, direttore medicina del lavoro dell’ospedale; Anna Maria Camisani, direttore Dipartimento dipendenze Asl (Sert). Che ieri, presentando il convegno, ne ha sottolineato l’importanza e l’attualità. (g. br.). |
ASAPS
"Guido con prudenza, zero alcool tutta vita" I risultati della seconda settimana di settembre 2005 . |
Nelle notti di sabato 10 settembre e domenica
11, nell’ambito dell’iniziativa denominata “Guido con prudenza,
zero alcool tutta vita”, volta a sensibilizzare i giovani sui rischi
legati alla guida in stato d’ebbrezza, sono ripresi i servizi straordinari
di controllo lungo la riviera di Jesolo e Lignano Sabbiadoro, la Riviera
Romagnola, il litorale laziale, campano e della provincia di Grosseto,
con i seguenti risultati:
• 1.413 infrazioni accertate complessivamente. • 249 infrazioni per guida in stato d’ebbrezza alcolica. • 599 infrazioni per superamento dei limiti di velocità. • 333 patenti di guida ritirate, delle quali 249 per guida in stato d’ebbrezza. • 3.787 punti decurtati. |
IL
GAZZETTINO (Rovigo)
|
Piove
di Sacco
Alla fine, come ogni cosa, c’è chi l’apprezza e chi la denigra. È sempre difficile incontrare i gusti di tutti, soprattutto quando una manifestazione parte già destinata ad una fascia d’età difficile da catturare come i giovani. Negli intenti degli organizzatori doveva essere un incontro amministrazione comunale-baristi e giovani. «È questo spirito con il quale abbiamo organizzato in piazza Matteotti "Un pozzo di spritz" - commenta il sindaco Mario Crosta - Una maniera per trovarsi sulla nuova piazza e passare alcune ore assieme, facendo capire ai ragazzi che non bisogna esagerare con l’alcol. La postazione dei vigili urbani con l’etilometro ha avuto successo, oltre una trentina di giovani si sono sottoposti al test e hanno ascoltato le raccomandazioni sugli effetti negativi dell’alcol quando ci si mette al volante». Il successo è testimoniato anche dalla vendita di 635 buoni da due euro e mezzo che davano diritto a uno spritz e assaggi di pizzette e salatini. Alla distribuzione di spritz hanno aderito il bar Agli Artisti, il Caffè Grande, il Café Noir e il Bacaro. Parte del ricavato, oltre 400 euro, sono stati devoluti all’Amref (African medical reserarch foundation) che opera in Africa per la costruzione di un pozzo. «Io con alcuni assessori - aggiunge il sindaco Crosta - siamo rimasti in piazza per oltre un’ora e abbiamo constatato la notevole affluenza di gente, oltre 1.500 persone. Purtroppo poi è arrivata la pioggia, alcuni balordi si sono messi sotto i portici e hanno dato fastidio ad un locale pubblico. Mi dispiace, sono già andato a scusarmi con la esercente, ma l’azione di questi pochi non deve invalidare un’iniziativa che ritengo valida, perché organizzata per andare incontro ai giovani, educarli all’uso moderato dell’alcol e per avvicinarli alle istituzioni». (*) Il pomeriggio è stato animato dal gruppo di percussionisti "Chuma Chums" e da altri giocolieri. Gianni Patella (*) Nota: riassunto. È stata organizzata una distribuzione di alcol per far capire ai ragazzi che non bisogna esagerare con l’alcol, alcuni ragazzi esagerano con l’alcol e vengono accusati di aver rovinato l’iniziativa organizzata per far capire che non bisogna esagerare con l’alcol. È come organizzare una distribuzione di armi per spiegarne il pericolo e poi lamentarsi che qualcuno ha premuto il grilletto. |
LA
PROVINCIA DI CREMONA
Fine settimana di controlli della polizia: patenti ritirate e multe ‘salate’ Ubriachi, tra denunce e multe. |
Due denunce a piede libero e una serie di contravvenzioni.
A fare da filo conduttore a un sabato sera, a dir poco movimentato, è
stato l’abuso di alcol. Quattro gli interventi toccati in sorte agli
agenti della volante, tra la mezzanotte e l’alba. E i poliziotti,
in ciascuno dei casi, si sono dovuti confrontare con chi aveva ecceduto
con vino, birra, liquori e affini. Mezzanotte: un gruppo di giovani staziona
davanti a un locale. Alcuni hanno bevuto troppo e a protestare per gli
schiamazzi sono i residenti della zona. Gli agenti controllano tutti e
alla fine scatta la denuncia per il titolare del bar. L’ipotesi di
reato è il «disturbo della quiete pubblica». Due degli
avventori vengono invece multati per «ubriachezza molesta».
L’una: un trentenne accusa un malore di fronte a un altro bar e oltre
alla polizia si rende necessario l’intervento dell’equipaggio
di un’ambulanza. All’origine del mancamento ci sarebbe una pesante
‘sbornia’. Una e venti: gli agenti della volante sono costretti
ad allontanare da un locale della periferia un cinquantenne, «parecchio
su di giri». A chiedere aiuto agli uomini del commissariato è
il proprietario dell’esercizio. Quattro e mezza: la stessa pattuglia
del «113» incrocia una Renault Clio che procede a zig-zag.
La vettura viene bloccata e il conducente, un diciannovenne cremasco,
appare «in evidente stato di ebbrezza». Gli esami accerteranno
un tasso da primato: due grammi di alcol per litro di sangue. Al giovane
viene ritirata la patente. E alla multa, particolarmente ‘salata’,
è abbinata la denuncia penale.
|
LA PROVINCIA DI CREMONA
Lite di fronte al bar Botte tra un caorsano e un marocchino. |
Caorso — Lite domenica notte di fronte a un
bar del paese. Protagonisti un quarantenne caorsano e un marocchino coetaneo.
Prima di venire alle mani, i due erano stati visti conversare allegramente
all’interno del locale, magari bevendo qualche bicchiere di troppo.
Potrebbe essere stato proprio l’alcool a causare la discussione.
Prima gli spintoni, accompagnati da parole pesanti, poi la situazione
è degenerata. L’extracomunitario si è avvicinato al
caorsano con una bottiglia di birra rotta e quest’ultimo, stando
al racconto di alcuni testimoni, ha estratto un coltello. A sedare la
rissa sono stati i carabinieri di Fiorenzuola.
|
LA
PROVINCIA DI CREMONA
Allarme dopo l’avvio del campionato. Aperto un fronte anche sul mancato rispetto del divieto di vendita degli alcolici «Spranghe e bottiglie allo Zini» I sindacati di polizia: ‘Incontro urgente con società, sindaco e questore’ . |
di
Giacomo Guglielmone Spranghe e bottiglie di vetro all’interno dello
stadio Zini. Dove proprio non devono stare. Forse dimenticate nel corso
di qualche lavoro. Forse messe lì a posta (e sarebbe l’ipotesi
più sconcertante). Quel che è certo è che sono state
trovate dai poliziotti nei pressi dell’ingresso della curva degli
ospiti (la Nord) e che si tratta di oggetti pericolosi. Già, le
sbarre di ferro (tre quelle portate via) sono vere e proprie armi improprie:
se brandite e utilizzate per colpire nel corso di una rissa, possono fare
davvero male: tanto agli spettatori quanto agli agenti chiamati a garantire
l’ordine pubblico dentro e fuori lo stadio. L’allarme è
stato lanciato, ieri mattina, da due sindacati di polizia: Uil-Ps e Silp-Cgil,
i cui rappresentanti provinciali — rispettivamente Rino Berardi e
Guido Ettari — hanno chiesto un incontro urgente con il sindaco di
Cremona, con il Questore nonché con i responsabili, per conto della
Cremonese, dello stadio. Non è tutto. I due sindacati hanno posto
in evidenza il mancato rispetto (in alcuni locali) del divieto di vendita
di alcolici in zona stadio durante le partite, cosa, quest’ultima,
a loro dire comprovata dal gran numero di tifosi alticci sugli spalti.
Nei giorni scorsi l’esercente di un locale è stato denunciato
proprio per il mancato rispetto del divieto (sono intervenuti anche i
vigili urbani). La presenza di spranghe e bottiglie è venuta a
galla nel corso della gara interna del campionato di serie B, che si è
disputata sabato scorso. Secondo quanto riferito dai sindacalisti, gli
agenti si sono visti costretti a rimuovere le sbarre e le decine di bottiglie
di vetro prima dell’inizio della gara; insomma, un ripulisti che
a molti agenti, ovviamente, non è andato giù dal momento
che sono lì per garantire un servizio, non per fare pulizie. Nel
corso dell’incontro urgente chiesto ieri, i due sindacati intendono
rappresentare il problema, richiedere che la situazione venga illustrata
al ministero dell’Interno, ottenere una risposta rapida ed efficace
a una serie di omissioni che gli stessi sindacati giudicano gravi. Uil-Ps
e Silp-Cgil, infine, chiedono al Questore che, nel caso si registri il
protrarsi di situazioni pericolose, intervenga per vietare lo svolgimento
della partita. Quest’anno allo Zini sarà disputata una lunga
serie di partite importanti, con l’arrivo sugli spalti di migliaia
e migliaia di supporter provenienti da varie città, molte delle
quali vicine. Secondo Uil-Ps e Silp-Cgil, per far sì che la presenza
di tanti tifosi non sfoci in incidenti bisogna rimuovere al più
presto tutte le fonti di pericolo.
|
|
UBRIACHI,
rapinano due giovani e poi fuggono a bordo di un’autovettura. Ma
rintracciati subito dopo da una pattuglia del "113", finiscono
in manette. Sono stati arrestati Salvatore Raiano, di Napoli di 33 anni,
e Pasquale Gallo di Pompei, ma residente a Pescara, di 47 anni. È
accaduto ieri notte nei pressi della Stazione centrale. Agli agenti della
squadra Volante giunti sul posto, le due vittime hanno fornito una descrizione
dettagliata sia dei malviventi sia della macchina su cui questi hanno
guadagnato la fuga, una Renault di colore scuro. Gli inquirenti hanno
avviato una vera e propria caccia ai responsabili per le vie del centro.
Le ricerche sono state concluse al confine con Montesilvano dove gli agenti
hanno rintracciato l’auto: a bordo vi erano ancora i due malviventi
che, riconosciuti dalle vittime, sono stati arrestati con l’accusa
di aggressione a scopo di rapina.
|
IL MESSAGGERO (Ancona)
L’uomo dormiva in un incrocio, è stato svegliato e ha cominciato a colpire tutti quelli che gli capitavano a tiro Ubriaco stende a cazzotti un vigile urbano Nuova aggressione a un agente della polizia municipale dopo quella al comandante . |
di
GIUSEPPE GIANNINI FALCONARA Ubriaco dà in escandescenze in un bar e aggredisce con calci e pugni tutti quelli che gli capitano vicino. E’ successo ieri intorno alle 18 all’incrocio tra via Vittorio Veneto e via Cuneo, a Castelferretti. Un uomo sulla trentina dormiva a terra di fronte al circolo Cral. Il 118 ha inviato sul posto un’ambulanza della Croce gialla di Falconara ed è intervenuta anche una pattuglia della Polizia municipale. Svegliato dai passanti, il trentenne si è alzato da terra e, in vistoso stato d’ebrezza, ha cominciato a insultare i vigili e i militi della Croce gialla. Poi si è scagliato contro gli agenti e li ha inseguiti fino all’interno del circolo. Nel bar, l’uomo reagiva colpendo con calci e pugni chiunque si avvicinasse. Così è stato un fuggi-fuggi generale, finchè dentro il locale sono rimasti solo un agente e un soccorritore. L’uomo, per nulla intenzionato a calmarsi, ha ingaggiato una lotta con il vigile, lo ha centrato al volto con un montante e si è dato alla fuga, riuscendo a far perdere le sue tracce. Quando sono arrivati i carabinieri di Falconara, nel locale era tornata la calma. I militari stanno tentando di rintracciare e bloccare l’aggressore. L’agente della Pm è stato trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale di Chiaravalle. I medici gli hanno diagnosticato un trauma alla rachide cervicale, guaribile in 10 giorni. Dalle prime indagini sembra che l’ubriaco molesto soffra di disturbi psichici e sia noto alle forze di polizia. Continuano le ricerche, ma molto probabilmente qualora fosse individuato e bloccato per l’uomo non scatterà l’arresto, ma un ricovero in un ospedale psichiatrico. Non è la prima aggressione ai danni di un pubblico ufficiale. Il 27 agosto il comandante dei Vigili Romolo Cipolletti nel tentativo di bloccare un ubriaco è stato steso dal balordo all’ingresso del Parco del Cormorano. Episodi di violenza che non lasciano indifferente l’amministrazione. Anche ieri mattina, in Consiglio comunale, il sindaco Giancarlo Carletti ha illustrato le prime mosse del progetto volto al ripristino della legalità e dell’ordine in città. Arriverà un nuovo dirigente, ex comandante del corpo dei vigili di Parma, per coordinare le operazioni di specializzazione degli agenti. «Tali spiacevoli episodi sono il sintomo che la strada presa dall’amministrazione è quella giusta» spiega Carletti, che in questi giorni ha ridestinare alle mansioni classiche della Pm anche i Vigili ambientali. Una decisione che ha suscitato critiche, ma che, ha ribadito il sindaco anche ieri mattina in Consiglio comunale, è dettata dalla situazione di emergenza: «Gli uomini di cui disponiamo devono essere capaci di affrontare tutte le emergenze che si presentano. Non possiamo permetterci di impiegare agenti solo in un settore specifico, ma occorre razionalizzare al massimo le nostre forze e garantire una certa flessibilità nella possibilità di impiegare gli uomini dove più occorre». |
LE SCIENZE
Medici troppo stanchi Negli Stati Uniti è stato fissato un massimo alle ore di lavoro settimanali. |
Le lunghe settimane di lavoro dei medici tirocinanti
li lasciano così stanchi che i loro tempi di reazione sono quasi
paragonabili a quelli di un ubriaco. Lo sostiene uno studio pubblicato
sulla rivista “Journal of the American Medical Association”.
Sottoposti a una simulazione di guida, i dottori con 90 ore di lavoro settimanale hanno ottenuto risultati peggiori di quelli che lavorano 44 ore cui erano stati fatti bere alcolici fino a raggiungere un livello di alcol nel sangue dello 0,05 per cento. I guidatori con un livello di alcol nel sangue dello 0,08 per cento sono considerati ubriachi. (*) I risultati della ricerca rispecchiano quelli di uno studio precedente che aveva rivelato che i turni troppo pesanti producono il 50 per cento in più di errori con i pazienti. Un sondaggio fra il personale ospedaliero ha mostrato inoltre che i medici che lavorano troppo hanno tre volte più probabilità di essere coinvolti in incidenti automobilistici. Secondo il rapporto, le nuove regole istituite nel 2003 hanno abbassato il numero di ore di lavoro per i medici tirocinanti americani fino a un massimo di 80. “I medici - spiega Todd Arnedt dell’Università del Michigan, autore dello studio - devono essere consapevoli che il poco riposo può influenzare la loro capacità di riconoscere il livello delle proprie prestazioni. I programmi di tirocinio dovrebbero considerare questi rischi al momento di progettare i turni di lavoro e le strategie di gestione.” (*) Nota: un tasso di alcolemia di 0.08 degli Usa corrisponde al nostro 0.8. |
CLICMEDICINA.IT
Fonte: LaRepubblica (05/09/2005) Una iniezione contro l’alcolismo . |
Una
semplice iniezione a lungo rilascio per affrontare il problema dell’alcolismo.
Il farmaco è stato messo a punto da una società del Massachussetts
(Usa) impegnata sul fronte delle biotecnologie. Vivitrex, questo il nome
del nuovo prodotto, aspetta il via libera della Food and Drug Administration,
atteso per il 30 settembre, e potrebbe arrivare sul mercato a partire
dal prossimo anno.
Il farmaco è stato messo a punto da una società di Cambridge, la Alkermes Inc., e offre un vantaggio rispetto alle pillole antialcolismo già presenti in commercio: una singola dose viene liberata gradualmente nell’organismo nell’arco di un mese, rendendo impossibile per i dipendenti dalla bottiglia l’interruzione della terapia o saltare una dose nell’arco di questo periodo. Inoltre alcune pillole hanno lo scopo di evitare che una persona ritorni a bere, ma funzionano solo quando si è già interrotto l’abuso di alcol. L’attenzione verso questi farmaci, di largo consumo e sul mercato da anni, è legata alla gravità del problema dell’alcolismo negli Stati Uniti, con costi sociali ed economici a carico della collettività. Secondo gli analisti, Alkermes potrebbe ricavare 300 milioni di dollari all’anno dal nuovo farmaco, un risultato in grado di far uscire dal "rosso" per la prima volta in 18 anni la società del Massachusetts: per arrivarci l’azienda ha lanciato una campagna di sensibilizzazione dei medici che hanno finora trattato l’alcolismo come un problema comportamentale e non una malattia da curare con medicine. |
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Grido d’allarme dell’imprenditore Piernicola Leone de Castris, presidente del Consorzio di tutela del «Salice Salentino doc», sulla situazione del settore vitivincolo «Una politica seria per la crisi dell’uva» Apprezzabile l’attenzione del Governo, «ma gli aiuti devono essere differenziati» . |
«Subito
un tavolo di concertazione per fronteggiare, anche nel Salento, la crisi
di mercato dell’uva da vino». All’avvio della vendemmia del pregiato
«Negroamaro», l’imprenditore Piernicola Leone de Castris,
presidente del Consorzio di Tutela del «Salice Salentino doc»,
fa il punto della situazione. La vertenza sull’uva da vino esplosa nel
Foggiano e nel Nord Barese, la situazione nel Salento, le prospettive
del settore, la distillazione di crisi: sono questi gli argomenti su cui
si sofferma Leone de Castris, dopo il decreto legge del 2 settembre, riguardante
«interventi urgenti nel settore agricolo». Questo provvedimento,
predisposto dal ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno, contiene,
fra l’altro, disposizioni per la concessione di contributi «de minimis»,
pari a 1,50 euro per quintale di uva da vino, da erogarsi alle cantine
che sottoscrivono con i produttori un accordo sul prezzo del prodotto.
Il decreto-legge, approvato dal Consiglio dei Ministri per fronteggiare
l’emergenza di Foggia e Bari, ha esteso gli aiuti statali anche alle altre
province in difficoltà. Il provvedimento è adeguato per
la situazione salentina? «L’attenzione dimostrata dal Governo e
dal ministro Alemanno nei confronti dell’emergenza è apprezzabile.
La Puglia, però, comprende realtà molto differenti fra loro.
Nel Foggiano e nel Nord Barese i produttori hanno puntato principalmente
sulla quantità, con gradazioni alcoliche molto contenute. In quelle
aree ci sono estensioni immense coltivate "a tendone" con rese
per ettaro che superano anche i 400 quintali. Nelle province di Brindisi,
Lecce e Taranto, invece, per motivi storici diversi, ci sono prevalentemente
estensioni «ad alberello pugliese» e, in misura minore, «a
spalliera», dove si ottengono produzioni di qualità, con
rese per ettaro che oscillano intorno ai 100 quintali. I conti, quindi,
è facile farli. Gli aiuti, pertanto, devono essere differenziati,
tenendo conto delle realtà territoriali. Per tale ragione ritengo
sia urgente promuovere un tavolo di concertazione anche per il Salento».
Come giudica questi aiuti? «Degli interventi a pioggia straordinari
che non risolvono il problema della crisi strutturale del settore. In
questi giorni, su questo tema, sono intervenuti, fra gli altri, anche
Beppe D’Ercole, Rocco Vincenti e Alcibiade Zecca, tutti autorevoli esponenti
del Consorzio di tutela del «Salice Salentino doc». Io sono
d’accordo con le loro analisi. Il problema principale, peraltro, è
l’assenza di una politica agricola che punti al contenimento dei costi,
alla meccanizzazione dei cicli produttivi, alla riforma del sistema della
previdenza agricola, ad una cooperazione più strutturata e alla
ricomposizione fondiaria per realizzare una dimensione minima d’impresa:
in futuro, nel mercato, non ci sarà posto per le aziende eccessivamente
piccole. Per citare soltanto una delle questioni annose irrisolte, basta
pensare che in Italia si pagano Contributi agricoli unificati altissimi
rispetto alla media europea. Sono cambiate le maggioranze politiche, si
sono succeduti i governi, ma niente è cambiato rispetto a questo
problema. Se siamo nella Comunità europea, dobbiamo essere messi
tutti nelle stesse condizioni di partenza. Non si chiede, pertanto, di
non pagare i Contributi agricoli, ma soltanto di pagarli come in Spagna,
in Francia, in Grecia, ecc.». Il Comitato di gestione vini di Bruxelles,
il 6 settembre scorso, ha autorizzato la distillazione di crisi per 2milioni
di ettolitri a 1,914 euro per grado ettolitro, a fronte della richiesta
italiana di 6milioni di ettolitri... «L’intervento dall’Unione europea,
che purtroppo è stato anche non tempestivo, prevede una quantità
minima di distillazione di crisi che non potrà risolvere il problema
delle giacenze nelle cantine. Il Governo italiano, pertanto, dovrà
insistere presso l’Unione europea per ottenere un quantitativo maggiore».
Come si presenta la vendemmia del 2005? «Nella nostra zona, dal
punto di vista qualitativo, si presenta di buona qualità. Per quanto
riguarda le uve precoci che sono state già vendemmiate, come ad
esempio lo Chardonnay, il Sauvignon e il Merlot, sicuramente si sono avuti
dei buoni risultati qualitativi. Da noi, però, si producono principalmente
Malvasia nera, Primitivo e, soprattutto, Negroamaro. La vendemmia di quest’ultimo
inizierà tra qualche giorno. Possiamo dire che, ferma restando
l’attuale situazione, anche la qualità del Negroamaro dovrebbe
essere interessante. Siamo, insomma, relativamente ottimisti». Quali
prezzi si prevedono per l’uva da vino salentina? «Il prezzo dell’uva
Chardonnay, dalla quale si ottiene il "Salice Salentino doc"
bianco, ha avuto un calo notevole rispetto al 2004. Si è passati
da 50-60 euro a quintale, a 30-40 euro a quintale. Tutto fa pensare che
ci debba essere una contrazione consistente anche per il Negroamaro».
In questa situazione, possono intervenire manovre speculative? «Certamente,
il pericolo c’è. Alcune aziende potrebbero approfittare del momento
di difficoltà per cercare di ottenere prezzi molto bassi. Bisogna
aggiungere, però, che oggettivamente la situazione di crisi determina
un naturale fenomeno generale di diminuzione del prezzo delle uve. L’impegno
degli imprenditori, dunque, è quello di contenere al massimo questo
trend negativo. Come Consorzio di tutela del Salice Salentino doc, nei
prossimi giorni ci riuniremo per analizzare l’emergenza. Nell’organismo
sono coinvolti, con pari dignità, produttori, vinificatori ed imbottigliatori.
Insieme cercheremo di imporci una linea che tenga conto delle istanze
degli agricoltori. Se il produttore si è impegnato a produrre qualità,
è giusto che venga remunerato in maniera adeguata e nel limite
dell’economicamente possibile». Come stanno vivendo la crisi i produttori
salentini? «Con difficoltà e sfiducia. La produzione del
2005 doveva riscattare l’annata deludente del 2004. Invece così
non sarà. L’uva di qualità di quest’anno otterrà,
addirittura, una remunerazione inferiore rispetto a quella di tutti gli
anni precedenti». La protesta potrebbe spostarsi nel Salento? «Una
protesta potrebbe esserci anche da noi, ma non così violenta come
quella di Foggia e Bari. Noi caratterialmente siamo diversi. Quello che
io pavento è molto peggio: l’abbandono definitivo delle produzione
da parte degli agricoltori che, peraltro, hanno un’età media superiore
ai 50 anni. I giovani, proprio in virtù della poca remunerazione
e della scarsa dignità che si riconosce al lavoro in campagna,
da tempo non trovano stimoli per impegnarsi nelle attività agricole».
Rosario Faggiano.
|
|