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Rassegna stampa alcol e guida del 7 settembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


BRESCIA OGGI
 
LETTERE DAI LETTORI
Siamo spettatori paralizzati davanti a una realtà crudele.

Caro direttore, dopo la quarta lettura del capolavoro di Fred Uhlman "L’amico ritrovato", ho finalmente capito che sensazione volesse egli esprimere con la pesantissima frase "non si può soffrire per un milione di morti". Sono una studentessa di diciotto anni del Liceo Scientifico Leonardo di Brescia. Sono rientrata in Italia da poco dopo aver vissuto un anno in Canada per un programma di scambio culturale. Durante il periodo trascorso dall’altra parte dell’oceano, il mio contatto con la realtà europea e più in particolare quell’italiana, è stato minimo: le uniche notizie che giungevano ai miei padiglioni auricolari erano i rapidi riassunti che i miei genitori mi comunicavano durante le brevi telefonate del sabato mattina. Nel rimettere piede nella mia terra natale, sono stata letteralmente travolta dalla pessima sensazione di non essermi occupata del mondo per un anno intero; a questa sensazione, un’altra altrettanto intensa si è aggiunta: mi è parso che, oltre a me, la maggior parte delle persone non si fossero e non si stessero occupando del mondo oramai da parecchio tempo. Con l’espressione "occuparsi del mondo" intendo lo stesso concetto espresso da Uhlman con la frase citata nel primo paragrafo di questa lettera. Leggevo giornali, ascoltavo la televisione e ogni dieci minuti circa centinaia di morti innocenti mi sfilavano davanti agli occhi, guardavo le immagini, ascoltavo o leggevo i commenti dei giornalisti che entravano nelle mie orecchie, dopodiché cambiavo canale o voltavo pagina, e tutti quei visi, quegli sguardi e quell’innocenza erano già stati dimenticati. Questo processo, che io chiamo "averci fatto l’orecchio", continuava a condizionare i miei atteggiamenti da parecchio, finché qualche tempo fa è successo qualcosa che mi ha toccata da vicino: ero a Brescia, aspettavo l’autobus per andare a sentire un concerto con degli amici, quando una donna evidentemente ubriaca è caduta a terra a circa venti centimetri da me. Senza pensarci l’ho soccorsa, e vedendo che non riusciva nemmeno a parlare tanto era l’alcool che aveva ingerito, ho chiamato il 118 che in cinque minuti ha provveduto a scortarla con un’autoambulanza fino all’ospedale più vicino. Dicendo questo non voglio nessun applauso, il mio è stato un gesto normalissimo. Piuttosto, quello che più mi ha sorpresa ed intristita, è stata la pacata indifferenza che le altre sei persone presenti hanno dimostrato nei confronti di quella donna, e la nuova consapevolezza che anche io avrei potuto essere una di loro. Questo processo, questa non-reazione anzi, è la stessa che ho riconosciuto nel comportamento di tutti noi quando siamo messi a confronto con una situazione che non avviene a soli venti centimetri da noi, bensì molto più lontano, in termini di spazio, tempo ed affetti. Una non-reazione che ci rende spettatori paralizzati di una realtà crudele e manipolatrice, che annienta la nostra sensibilità facendo continuamente scivolare davanti ai nostri occhi notizie di morti innocenti, che però sono e sempre saranno troppo distanti dalla piccola città in cui viviamo perché si possa solo pensare di poter fare qualcosa. Ricordo che quando ero ancora in Canada, avevo riso (nonostante una punta di disagio che non riuscivo ad identificare) nel vedere un amico che indossava una maglietta con lo slogan "I surfed the Tsunami 2005". Se ora rivedessi quell’amico, non riuscirei più a ridere per la sua maglietta, più probabilmente verserei qualche lacrima per la sua superficialità verso qualcosa che dovrebbe toccarci tutti da molto più vicino. Che cosa sia questa specie di gomma che la nostra sensibilità sviluppa intorno a se stessa, me lo sto ancora chiedendo; forse è solo pigrizia dell’animo, oppure è quello spirito di conservazione che ci spinge ad essere egoisti e a proteggerci da ciò che di spiacevole ruota intorno a noi. Di una cosa sono però assolutamente certa: io non voglio nessun immunità a proteggere il mio essere sensibile, sia che questo provochi dolore sia che provochi beneficio; io voglio vedere con gli occhi e sentire con il cuore, voglio occuparmi del mondo e voglio soffrire per un milione di morti. Io sono una persona, sono una ragazza alla soglia dell’età adulta che non ha paura di confrontarsi con le situazioni che le stanno intorno, e che esorta e spera che la gioventù d’oggi ritrovi quel senso vero e profondo d’umanità, chiave per la porta segreta verso una realtà migliore ed un mondo più vivibile.
Veronica Verzeletti Brescia.

PROGETTO UOMO ONLINE
 
“IN DIPENDENTI” NEL LAVORO
di Daniele Corbetta
Decolla il Progetto del CeIS di Treviso che offre riposte al problema delle dipendenze sul posto di lavoro.
Prevenzione, salute e reinserimento sono gli ingredienti del Progetto pilota “In Dipendenti, per la promozione della salute negli ambienti di lavoro e un effettivo reinserimento delle persone svantaggiate”, realizzato dal CeIS di Treviso – FICT grazie al finanziamento della Regione Veneto, nell’ambito del Fondo Regionale di intervento per la Lotta alla Droga anni 2003-2005.
Il progetto intende affrontare la problematica delle assunzioni di sostanze psicoattive nei luoghi di lavoro. In particolare l’obiettivo è di individuare un modello d’intervento globale ed integrato alla questione dell’uso e abuso delle sostanze illecite (cannobinoidi, cocaina, eroina, metamfetamine) e lecite (alcol e psicofarmaci) negli ambienti di lavoro che includa specifici programmi di prevenzione; programmi di assistenza ai lavoratori con problemi alcol e droga correlati; programmi di reinserimento socio-lavorativo dei soggetti dipendenti trasferendo buone prassi da esperienze nazionali e internazionali.
Con questa iniziativa il Centro di Solidarietà Treviso, vuole porsi come un punto di riferimento regionale e nazionale sulla questione delle dipendenze  nel posto di lavoro, attraverso la ricerca e sperimentazione, vista anche la scarsa esperienza e i pochi studi sul tema.
Si tratta di un Progetto con una forte componente innovativa considerando che spesso per le Comunità terapeutiche il mondo del lavoro è considerato per lo più come una tappa fondamentale del percorso terapeutico, dove tutti gli sforzi sono incentrati sul cosiddetto “reinserimento lavorativo”. Ne sono una riprova lo sviluppo di Cooperative di tipo B, per dare un’opportunità in contesti protetti agli utenti, dopo un periodo in strutture terapeutiche/riabilitative.
Grazie a “In-dipendenti”, invece, si guarda al mondo del lavoro come al luogo in cui possono anche riscontrarsi situazioni di disagio che si manifestano con l’assunzione di sostanze stupefacenti o abuso di alcolici. Si tratta di situazioni sporadiche ma che non vanno sottovalutate, tanto più che nelle aziende abbiamo spesso riscontrato a tutti i livelli tanta generosità e  disponibilità a capirsi e capire come dare delle opportunità di salute e di progresso sociale.
Non a caso il Progetto del CeIS di Treviso vede l’adesione e il coinvolgimento delle parti sociali: Regione, sindacati, Asl, Sert, Associazione Imprenditori e Artigiani, Comunità del privato sociale, Cooperative. L’obiettivo comune è mettere a punto un modello di intervento sperimentale in un ambiente così variegato e complesso, ma fondamentale per ogni persona.
 
Per informazioni: CeIS Coperativa Sociale – Viale Felissent, 58 – 31100 Treviso – Tel. 0422.307438 fax 0422.308465 - E-mail: info@ceistreviso.it.

SANIHELP.IT
 
Il vizio del fumo può colpire già a due anni.

saniNews - Già a due anni, i bambini possono essere influenzati da genitori con il vizio del fumo. A rivelarlo è uno studio Usa, pubblicato sugli Archives of Paediatric and Adolescent Medicine, il primo ad analizzare gli effetti dell’esposizione precoce al tabacco sul comportamento di bimbi piccoli.
Le ricerche in questo campo, infatti, fino ad ora si sono sempre concentrate sulla predisposizione degli adolescenti a cattive abitudini come il fumo.
L’equipe del Dartmouth Medical College nel New Hampshire ha fatto svolgere giochi di ruolo a bambini dai 2 ai 6 anni. I piccoli dovevano portare le bambole a fare spese in una drogheria virtuale: sul display c’erano 73 prodotti diversi da acquistare, fra cui anche sigarette e alcolici.
I figli di genitori fumatori mettevano nel carrello della spesa i pacchetti di bionde con probabilità 4 volte maggiori rispetto ai coetanei, e anche le probabilità di far comprare alle bambole vino o birra erano il triplo per i bimbi con mamma e papà che bevevano alcolici almeno una volta al mese.
Non solo. Ad appena sei anni, i bambini sanno già riconoscere le marche delle sigarette, ma magari non ricordano il nome dei propri cereali preferiti, sottolinea con preoccupazione la pediatra Madeline Dalton, coordinatrice dello studio. «Questo prova», conclude, «che il processo di iniziazione comincia già dai tre anni».
RADIONEWS.IT
 
Polizia provinciale, serie di controlli nel mese di agosto, sottratti oltre 240 punti-patente.
Quasi mille veicoli controllati, 49 multe per eccesso di velocità, due patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza, 126 verbali per infrazioni al codice della strada, 8 patenti ritirate e oltre 240 punti sottratti. E’ questo il bilancio dell’attività della Polizia provinciale durante il mese di agosto. Gli agenti sono stati impegnati in particolare nel saronnese e sulle strade provinciali Varesina e Bustese. I controlli, effettuati in collaborazione con la Questura di Varese e con i Carabinieri, hanno interessato la fascia oraria compresa tra le 22 e le 4 del mattino. Sono poi stati intensificati i controlli sulle strade più a rischio e sulle provinciali più frequentate dal pendolarismo vacanziero. “Le campagne di prevenzione” – spiega l’assessore provinciale alla Sicurezza Giuseppe De Bernardi Martignoni – “proseguiranno anche nei prossimi mesi, seguendo quella linea operativa che da sempre pone la sicurezza stradale tra le priorità fondamentali.”
Antonio Mezzanotte.
IL GAZZETTINO (Belluno)
 
PSICHIATRA ALPAGOTA ERA STATA ARRESTATA A SEDICO
Scarcerata dopo le botte ai carabinieri.
Sedico
(l.u.) È stata scarcerata tenendo conto della natura episodica del gesto, Susanna Calvi, la psichiatra trentaduenne, residente in Alpago, che nella notte fra domenica e lunedì, ubriaca, aveva picchiato tre carabinieri mandandoli in ospedale. Così ha deciso il gup del Tribunale di Belluno, Carlo Sangiorgio, ieri mattina, al termine dell’udienza preliminare. «Il gup - spiega l’avvocato della dottoressa, Carlo Broli - ha da un lato convalidato l’arresto riconoscendo la legittimità del provvedimento restrittivo e le condizioni che hanno giustificato il provvedimento. Dall’altro, tenendo conto dell’evidente natura episodica del fatto ha disposto la scarcerazione ritenendo, per quanto attiene la pericolosità della mia assistita, che non sussistano elementi di tali da motivare il perdurare della misura restrittiva». La stessa Calvi non nega l’accaduto. «Si è trattato di un eccesso - aggiunge l’avvocato - ma è un episodio e finisce lì. Ora attendiamo di poter conoscere la documentazione dell’accusa, per la quale abbiamo ancora una visione solo parziale». Ci vorrà qualche mese per arrivare alla prima udienza del dibattimento.
EMILIANET
 
Il padre in vacanza, il figlio "fa festa"
Ventenne denunciato dai Carabinieri: un mese di baldoria all’insaputa del padre in ferie che al rientro si rivolge ai Carabinieri .
LUZZARA - Il padre era in ferie e lui, un 20enne residente a Luzzara che aveva ottenuto dal padre la possibilità di alloggiare in un mini locale ricavato sotto l’appartamento del genitore, si e’ dato alla pazza gioia organizzando feste con vino a fiumi che alla bisogna razziava da una cantina del paese.
A scoprirlo lo stesso padre che dopo un mese di ferie ha fatto rientro a casa e scorgendo l’abitazione a soqquadro, con mobili, infisse e porte danneggiate, il cortile di casa invaso di bottiglie di vino e la propria vettura con lo sportello ammaccato si e’ rivolto ai Carabinieri di Gualtieri per denunciare l’accaduto.
I Carabinieri di Gualtieri nel corso delle indagini oltre ai danni causati al padre hanno però accertato che il giovane 20enne durante l’assenza del padre aveva dato vita a feste con amici a suon di musica e alcol con il vino risultato essere stato asportato ad una cantina del paese che ancora non si era avveduta degli ammanchi.
Il giovane infatti, secondo le risultanze investigative, dopo aver forzato la recinzione che da sul retro della cantina aveva depredato il magazzino impossessandosi di vari cartoni di vino che aveva trasportato con un carrello spesa, rinvenuto nello stesso cortile dell’abitazione, risultato peraltro in uso agi addetti della cantina che non riuscivano a capire che fine avesse fatto il carrello.
I riscontri di magazzino tra la merce in giacenza e quella venduta, richiesti dai Carabinieri ai responsabili della cantina, hanno poi rivelato l’effettivo ammanco di una decina di cartoni di vino per circa 60 bottiglie da litro e mezzo e 0,75 cl per un valore di circa 350 €uro.
Il resto e’ storia odierna con la denuncia del 20enne in ordine ai reati di danneggiamento e furto. Le indagini ora mirano ad accertare se il "vivace" 20enne abbia agito da solo o come sospettano gli inquirenti con la complicità di qualche suo amico!.

CORRIERE ROMAGNA
 
Ubriaco mostra i genitali e poi finisce in ospedale.

CESENATICO - Esibizionista prima viene denunciato per atti osceni, poi finisce in ospedale a causa dei postumi di un incidente. Erano le 18.30 di lunedì, quando una pattuglia di motociclisti della polizia municipale è intervenuta al bar della stazione ferroviaria. La barista aveva segnalata la presenza di una persona che, slacciatasi i calzoni e mostrando i genitali, si toccava ripetutamente sotto lo sguardo attonito dei presenti. Si trattava di un 50enne anconetano, già conosciuto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio. Su indicazione di alcuni testimoni, l’esibizionista onanista è stato fermato mentre, seduto a un tavolo all’esterno della stazione, era intento a tracannare una bottiglia di vino. L’avvinazzato, un nullafacente senza fissa dimora, non aveva i documenti di riconoscimento. Si trovava in uno stato di profonda ubriachezza. Perciò, non essendo possibile identificarlo altrimenti, è stato accompagnato in centrale, dove è stato fotosegnalato. Grazie alla collaborazione del personale del Posto di Polizia di Stato è stato possibile effettuare una comparazione sulle impronte digitali, dalla quale sono risultati i precedenti per furto del fermato. Poiché l’anconetano dichiarava di non sentirsi bene e di soffrire dei postumi di un incidente, è stato condotto al pronto soccorso dell’ospedale “Marconi” di Cesenatico per gli accertamenti del caso. Qui ha trascorso la notte. E’ stato denunciato a piede libero per atti osceni in luogo pubblico.
L MESSAGGERO
 
Avezzano. Vittima un giovane di 28 anni ricoverato all’ospedale dove è stato sottoposto ad un intervento chirurgico
Accoltellato per un bicchiere di birra
Una lite al bar, poi l’attacco improvviso. L’aggressore bloccato in serata
di MANLIO BIANCONE .
AVEZZANO - Lo ha accoltellato alla gola e lo ha lasciato senza sensi su una panchina dei giardinetti della stazione ferroviaria di Avezzano e poi se ne è andato. Lui, L.M. di 28 anni di Avezzano, è stato inondato dal suo sangue che gli è sceso sulla camicia e sui vestiti fino a terra. Qualcuno fortunatamente lo ha visto e lo ha portato all’ospedale civile di Avezzano mentre sanguinava abbondantemente. L.M. è passato prima al pronto soccorso e poi in chirurgia dove è stato sottoposto ad un delicatissimo intervento di sutura. Parrebbe fuori pericolo ma i medici si sono riservata la prognosi. Dell’episodio è stata avvertita la Polizia di Avezzano che ha fatto scattare subito le indagini sul caso.
Gli uomini del Commissariato hanno innanzitutto ascoltato i testimoni. Alla base dell’intera incredibile ed incresciosa vicenda, sarebbe uno ”sgarro” verificatosi qualche attimo prima al bar della stazione. Di mezzo ci sarebbe un bicchiere di birra. Per una bevuta, insomma il giovane è mancato poco che fosse sgozzato. Dopo l’episodio L.M. si è allontanato dal bar credendo che la breve lite che era cominciata davanti ad un bicchiere e dunque era del tutto occasionale fosse finita lì. Ma non è stato così. Il suo avversario lasciato la sua postazione, lo ha raggiunto proprio mentre lui era seduto su una panchina dei giardini pubblici e lo ha accoltellato. E’ stato facile dunque agli uomini del Commissariato risalire all’identità dell’accoltellatore che è stato bloccato in serata. L’uomo è stato denunciato: il magistrato non avrebbe optato per il provvedimento di arresto.
Di chi si tratta? A stare a quanto trapelato si tratterebbe di un avventore non residente ad Avezzano ma che la Polizia conosce bene per alcuni precedenti con la giustizia.
Nel frattempo un dettagliato rapporto è stato consegnato al magistrato il quale ora in base al referto ospedaliero deciderà sul da farsi. Nel frattempo l’episodio, che si è verificato sotto gli occhi di tutti e poi in una zona di grande traffico e molto frequentata ha suscitato comprensibile scalpore. In molti hanno seguito l’incresciosa vicenda ed hanno voluto conoscerne i particolari.
Inutile ricordare che la zona dei giardinetti prospicienti la stazione ferroviaria di Avezzano costituisce spesso il classico palcoscenico per episodi del genere. Gli spazi verdi, molto curati dal Comune vengono usati per tutti altri scopi che non sono quelli soltanto estetici. La sera e la notte la zona è frequentata spesso da prostitute che vengono da fuori.
Soltanto ultimamente, l’altro sabato, una pattuglia di vigili urbani ha presidiato Piazza Matteotti fino a tarda notte utilizzando gli speciali mezzi che ultimamente sono stati messi a disposizione del Corpo di Polizia municipale. Ma, alla luce dei fatti, non basta.
TGCOM
 
Elton John, creatura da "sitcom"
Prodotto dalla ABC arriva "Him and Us".
Dopo il successo della sua esibizione live a Roma, a cui hanno assistito 500.000 persone, Elton John continua ad esibirsi in giro per il mondo con un tour già "tutto esaurito". L’artista inglese sta anche lavorando per la messa in onda sul canale televisivo ABC di una sua "creatura", la sitcom "Him and us", che racconta la vita di una rockstar di mezza età, ispirata ai grandi autori del rock da lui conosciuti.
Ancora in lavorazione, la sitcom "Him and us" si preannuncia uno strepitoso successo. L’idea è nata dalla collaborazione di Elton John con l’autore Bruce Roberts, il produttore Michael Edelstein e l’autrice di "Sex and the City" Cindy Chupack. La storia racconta la vita e gli eccessi di una rockstar di mezza età, chiamata Max Flash, e del suo entourage. La star, oltre che alle  dirette esperienze dello stesso Elton John,  è ispirata alle vite di personaggi come Mick Jagger, David Bowie e Rod Stewart. Ma con i suoi 58 anni ed il totale cambiamento avuto negli ultimi quindici anni, Elton si sente lontano anni luce da quello stile di vita sregolato ed autodistruttivo che conduceva da ragazzo.
In un’intervista dichiara "Sai, sono sobrio da 15 anni. E questo ha completamente cambiato la mia vita.Tutta l’energia che prima mi rubavano l’alcol e le droghe adesso la uso per fare grandi cose, come svegliarsi al mattino ed andare a lavorare alla Tower Records, provando a cercare ed a promuovere nuove idee, nuovi artisti." Un esempio evidente lo abbiamo con l’album "Back to Bedlam" di James Blunt (la sua hit "You’re beautiful" è in vetta alle classifiche), l’ultima scoperta del baronetto, che lo ha indicato come suo legittimo erede.
Ma anche nelle esibizioni live, il baronetto non sembra aver perso la grinta e l’energia che dimostrò al concerto al Central Park di New York nell’agosto del 1980, una delle tante tappe storiche che hanno costellato gli alti e bassi di una star eccentrica e vulnerabile, che dopo la fase difficile degli anni 70 che portò alle sue dimissioni da star (ripetute nel ’99) si risollevò sfornando una pioggia di hit, da "Your Song" a "Rocket Man", passando per "Crocodile Rock" e "Candle in the Wind". "La gente viene a vedermi nemmeno fossi la Tour Eiffel", si meravigliava Elton John negli anni Settanta, quando grazie a uno straripante guardaroba pieno di abiti di Versace e di Yohji Yamamoto, si esibiva ogni volta ammaliando il suo pubblico con un personaggio sempre nuovo, in continua evoluzione.
Ma la gente continua ad ammirarlo come un monumento anche ora che ha scelto altri modi per sedurre il pubblico, dopo aver messo all’asta sui banchi di Sotheby’s la sua ricca collezione di boa di struzzo e delle oltre 300 parure di gioielli indossate sui palchi di tutto il mondo, per riportare l’attenzione sulla sua musica. La serata romana ha dato inizio al suo nuovo tour mondiale, che si chiuderà il 14 dicembre a Zurigo e che, dopo Filadelfia e Washington, lo porterà, il 21, 22 e 23 settembre, anche al Madison Square Garden di New York, dove vanta già - record assoluto - ben sessanta concerti "sold out". Ed i successi continuano. La camaleontica pop star inglese sta vivendo, infatti, un momento d’oro: "Billy Elliot", il musical da lui composto e ispirato all’omonimo film di Stephen Daldry del 2000, è stato accolto con grande interesse dal pubblico e dalla critica ed "Electricity", una delle 14 canzoni scritte per lo spettacolo, ha scalato le classifiche britanniche. "Ghetto Gospel", singolo postumo del rapper 2Pac (che nel ritornello campiona "Indian sunset", successo di Elton del ’71), è da settimane in testa alle charts inglesi. Niente male per una rockstar ormai quasi sessantenne, che più di una volta aveva deciso di abbandonare lo showbiz.
IL GAZZETTINO (Udine)
 
Budapest, cortina di ferro sul Tocai
Con l’assessore Marsilio disponibilità a discutere di progetti agricoli ma non dell’uso del nome .
Udine
Disponibilità e cortesia su tutto, ma non sul Tocai. La missione dell’assessore Enzo Marsilio in Ungheria, iniziata ieri a Budapest, non ha portato novità all’annosa vicenda della disputa sulla titolarità dell’utilizzo del marchio vitivinicolo con il Friuli Venezia Giulia.
Ieri Marsilio, nella capitale magiara, ha incontrato associazioni di operatori del settore, i responsabili della Direzione centrale del ministero dell’Agricoltura e di agenzie di sviluppo per discutere della possibilità di collaborazioni in materia agricola, per la condivisione di progetti, iniziative e scambi di esperienze. Da parte ungherese molte proposte sono state accolte con interesse, tuttavia quando Marsilio ha provato ad affrontare la questione Tocai, ipotizzando ad esempio un progetto di promozione comune sui due prodotti magiaro e friulano, subito si è alzata una cortina di ferro.
Il Tocai si è confermato argomento tabù nelle trattative, con scarsa volontà di concedere una proroga sull’impiego della denominazione ai viticoltori friulani. «Il fatto è - ha commentato Marsilio al termine degli incontri - che nel 2006 in Ungheria sono previste le elezioni politiche e nessuno si vuole inimicare il consenso dei produttori di vino. Non c’è serenità nell’affrontare la questione».
Meglio sembra essere andata all’assessore ai Rapporti internazionali Franco Iacop, anch’egli a Budapest, che ha discusso di fondi strutturali europei, di infrastrutture e altri progetti comuni da avviare. Oggi sarà raggiunto dal collega ai Trasporti, Lodovico Sonego, che avrà il compito di approfondire l’argomento dei trasporti (Corridoio 5 in primis) visto che ad inizio autunno è prevista una visita ufficiale in Ungheria del presidente della Regione, Riccardo Illy, che dovrebbe incontrare il Capo del governo ungherese e il ministro dell’Economia.
Sulla vicenda legata alla denominazione del vino Tocai, interviene anche il consigliere regionale di An, Adriano Ritossa, che auspica un confronto per chiedere e ottenere dall’Unione Europea la concessione della deroga sul nome. «L’Unione europea - ricorda Ritossa, in casi di omonimia può concedere deroghe . cosa già avvenuta in passato per altri casi specifici, oltre un centinaio. Sussiste, infatti, una netta differenza tra il "Tokaj Ungherese" (vino passito dal contenuto alcolico di circa 20°) e il "Tocai Friulano" (vino secco di 12°-13°) che è ben nota e riscontrabile anche al più sprovveduto intenditore di vini».
Ma Adriano Gigante - presidente di Federdoc, la federazione dei consorzi doc della nostra regione - non si mostra per nulla entusiasta di questi ennesimi tentativi di mediazione politica sulla vicenda Tocai: «Com’è andata in Ungheria? Non lo so ancora, e francamente non ho nessuna aspettativa particolare - commentava ieri sera Gigante - Sono appena uscito da una riunione con i produttori della zona e nessuno mi ha chiesto informazioni sull’esito del viaggio».
Il concetto espresso da Gigante è chiaro: dopo 7/8 anni di inutili tentativi di trovare un compromesso pare assai difficile, per non dire impossibile, una soluzione dell’ultima ora che salvi il Tocai friulano. Piuttosto, i produttori chiedono che si avvii fin da subito una campagna promozionale per lanciare la nuova denominazione e che arrivino i finanziamenti necessari alle iniziative di marketing: «È una richiesta che avanzo da tempo: il 2007 è alle porte e siamo già in ritardo».
IL GIORNALE DI VICENZA
 
Due milioni di ettolitri di vino, ma i produttori protestano
Via libera dall’Unione alla distillazione di crisi.
Bruxelles. L’Unione europea ha autorizzato la distillazione di crisi in Italia per 2 milioni di ettolitri di vino. Un decisione che soddisfa moderatamente la politica siciliana, ma delude le associazioni dei viticoltori, che speravano che il provvedimento di Bruxelles riguardasse 4 milioni di ettolitri di vino invenduto.
«La decisione del Comitato di gestione europeo è solo un primo passo per poter rispondere alle esigenze del comparto vitivinicolo - afferma il portavoce di Forza Italia al Parlamento europeo e componente della Commissione Agricoltura a Bruxelles, Giuseppe Castiglione - in quanto se da un lato non consente di ridurre in misura consistente le quantità stoccate dall’altro non risolve i problemi che attualmente attanagliano il comparto». «La progressiva riduzione dei consumi di vino e la crescita della domanda di prodotti di qualità medio-alta - prosegue Castiglione - impongono la realizzazione di una serie di interventi strutturali per rilanciare la capacità competitiva delle imprese.
Non potranno continui e ripetuti interventi congiunturali risolvere le crisi ricorrenti che rischiano invece di produrre il progressivo disimpegno delle piccole unità produttive che possono contribuire a differenziare l’offerta». Secondo Pino Gullo, presidente di Legacoop Agroalimentare Sicilia, quello autorizzato dall’Ue «è un quantitativo assolutamente insufficiente, che non risolverà la crisi vitivinicola regionale. Quanto agli altri provvedimenti e incentivi varati per il settore dal consiglio dei ministri venerdì scorso, appaiono di difficile attuazione, inadeguate e poco risolutive». «Per uscire dalla crisi - prosegue Gullo - servono misure per la riorganizzazione del sistema delle cantine sociali, per la concentrazione dell’offerta, per l’ammodernamento del settore agroalimentare, incentivi fiscali per le Piccole e medie imprese che si associano tra di loro o anche con enti pubblici, senza rinunciare alle rispettiva autonomia imprenditoriale».
Di «risultato assolutamente deludente e insufficiente» parla Michele Cappadona, presidente regionale dell’Associazione Generale delle Cooperative Italiane. «Su questa vicenda - aggiunge - il governo si è mosso male e in ritardo, mentre in Sicilia restano sul tappeto tutte le problematiche inerenti il settore vitivinicolo. È indispensabile rinegoziare velocemente e con vigore la distillazione di crisi di altri 2 milioni di ettolitri di vino, impegnandosi anche, se sarà necessario, a negoziare con la Ue l’utilizzo di risorse nazionali».



Giovedì, 08 Settembre 2005
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