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Rassegna stampa alcol e guida del 6 settembre 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


CLARENCE
 
INCIDENTI: FRANCIA- FUNZIONA AUTO ANTI-SBRONZA, NON PARTE SE CONDUCENTE HA BEVUTO.

Parigi, (Adnkronos Salute) - Funziona l’auto anti-sbronza, sperimentata per due anni in Alta Savoia (Francia) contro gli incidenti stradali causati dal consumo di alcol. La regione francese ha puntato su un dispositivo tecnologico particolare: un etilometro montato sulla vettura. Quando il conducente si siede al volante per azionare la macchina e’ costretto a soffiare nell’apparecchio, e se ha bevuto troppo l’automobile non parte. Trentotto automobilisti, 30 uomini e 8 donne precedentemente arrestati in stato di ebbrezza al volante, hanno provato il meccanismo. E i risultati, divulgati nei giorni scorsi, sono stati sorprendenti, secondo Charles Mercier-Guyon, il medico che ha diretto la ricerca. ‘’I 38 sperimentatori, tra i 44 e i 55 anni - ha spiegato - non hanno avuto alcun incidente. Non solo. Hanno cambiato le loro abitudini rispetto all’alcol e ci sono arrivati anche i complimenti dei loro parenti e amici’’. Il sistema - che potrebbe rappresentare un’alternativa alle sanzioni penali, diventando obbligatorio per chi viene sorpreso ubriaco alla guida - e’ stato realizzato da un’azienda canadese. Per azionare la macchina e’ necessario prima soffiare nell’etilometro, ma con un tasso di alcol nel sangue superiore a 0,3 grammi per litro la macchina non parte. In Alta Savoia i conducenti ‘trasgressori’ hanno noleggiato il dispositivo da installare sulla propria auto, a un prezzo 1.260 euro. Il programma ha una durata di 6 mesi e se il candidato ha rispettato le regole la procedura giudiziaria a suo carico viene cancellata.

IL GAZZETINO (Vicenza)
 
POLIZIA STRADALE
Velocità ed ebbrezza Ritirate in un giorno oltre venti patenti.
Castelfranco
Più di una ventina le patenti ritirate ad automobilisti indisciplinati dagli agenti della Polstrada di Castelfranco nelle ultime 24 ore. Ben 14 quelle ritirate per eccesso di velocità e qui balza all’occhio un vicentino di 36 anni fermato, alle 14 di domenica, in centro a Caerano dove stava transitando a 128 kmh; altri automobilisti sono stati fermati a Castelfranco e a Castello di Godego. Altre tre patenti ritirate per guida in stato di ebbrezza. Da segnalare un automobilista padovano di 32 anni fermato all’una di notte mentre stava zigzagando per la strada con un tasso alcolico di 1,40 (il massimo consentito è 0.50).

LA PROVINCIA DI CREMONA
 
Vescovato. Clamorosa svolta nelle indagini dell’incidente di domenica. Walter Guerreschi: mi dispiace, ho perso la testa
Il presidente-pirata l’investe e fugge
Arrestato il patron della ‘Leoncelli’ Ieri già la condanna. La donna è grave
di Francesca Moranti.

VESCOVATO — Ha tamponato un’automobilista, è scappato, ha cambiato macchina ed è ritornato sul luogo dell’incidente con una torcia: voleva recuperare la targa della sua Bmw x 5 persa nello scontro con la Opel Corsa guidata da Elisa Bina, 28 anni, ricoverata in gravi condizioni in ospedale. Walter Guerreschi, 58 anni, titolare del colorificio ‘Santini’ e dal giugno 1998 presidente della Leoncelli, è stato prima arrestato e poi condannato per omissione di soccorso: 8 mesi di reclusione, niente condizionale, patente di guida sospesa per due anni, obbligo di presentarsi per la firma ogni sera alle 19 nella caserma dei carabinieri di Vescovato. Il fendente del giudice Paolo Bernazzani è arrivato alle 15.45 di ieri, quando Guerreschi ha lasciato il palazzo di giustizia di Cremona sull’auto dei carabinieri. C’erano i fotografi. Il patron della Leoncelli si è nascosto il volto con un foglio. In Tribunale il pirata della strada vi era arrivato alle dodici e mezza, dopo una notte nella camera di sicurezza della caserma Santa Lucia. Scortato dagli uomini dell’Arma, ma senza manette, durante l’udienza di convalida dell’arresto (aula chiusa al pubblico) Guerreschi dirà: «Sono andato in panico». Ma la sua giustificazione non ha convinto. Di «comportamento lucido» ha parlato il pm Cinzia Piccioni. Domenica pomeriggio Guerreschi aveva festeggiato la vittoria in casa della Leoncelli sulla Rivaltese (2-0). Era la partita di esordio. Cena a casa poi al colorificio. «Aveva bisogno di alcuni documenti che aveva nel negozio di Cremona», ha detto l’avvocato Franco Antonioli. Guerreschi è salito sulla Bmw diretto al suo colorificio di via Rialto a Cremona. Sulla via Mantova ha tamponato la Opel Corsa guidata da Elisa Bina. Ha perso la targa. «E’ tornato a Vescovato, è andato in ufficio, ha preso una torcia. Ha parcheggiato la Bmw ammaccata ed è saltato su una Volvo. Guerreschi è tornato sul luogo dell’incidente con la torcia. C’erano già i carabinieri. Se ne è tornato a casa, in via Oglio. Qui l’hanno arrestato. «Panico? Un comportamento perfettamente lucido», ha incalzato il pm Piccioni. Dopo oltre un’ora di camera di consiglio, il giudice ha convalidato l’arresto e ha disposto la misura dell’obbligo di firma. Voleva patteggiare Guerreschi, ma il pm Piccioni poneva due condizioni: non sotto i 9 mesi e, soprattutto, nessun beneficio, niente condizionale. L’avvocato Antonioli ha chiesto ed ottenuto dal giudice il rito abbreviato. Il pm aveva chiesto per Guerreschi 1 anno di reclusione. La vicenda giudiziaria non si chiude qui. Perché il presidente della Leoncelli è anche indagato per guida in stato di ebbrezza, anche se il test alcolimetrico ha consegnato un dato lieve: 0.59 contro il limite di 0.50. E’ c’è ancora aperto il capitolo giudiziario sulle lesioni cagionate alla giovane automobilista. In serata, Guerreschi si è fatto accompagnare dalla moglie all’ospedale Maggiore. Voleva sapere come stava Elisa. Ha incontrato i genitori della giovane. Lui per primo non sa spiegarsi il perché del suo comportamento. Per l’accusa «un comportamento lucido».
IL GAZZETTINO (Belluno)
 
Mette a ko tre carabinieri. ....
Belluno
Mette a ko tre carabinieri. Oggi va davanti al giudice. Si terrà infatti questa mattina alle 11, davanti al gup dottor Carlo Sangiorgio l’udienza di convalida dell’arresto di Susanna Calvi, 32 anni, psichiatra, residente in Alpago, arrestata per resistenza a pubblico ufficiale nel corso della notte tra sabato e domenica dopo aver percosso tre carabinieri, facendoli finire all’ospedale. A suo carico si aggiungono le accuse di guida in stato di ebbrezza e rifiuto di sottoporsi all’alcoltest.
L’episodio si è verificato lungo la statale agordina, in località Mas di Sedico. Una pattuglia dei carabinieri, nel corso di un normale giro di perlustrazione, ha intercettato l’auto a bordo della quale viaggiava la donna. Ad attirare l’attenzione dei militari è stata l’andatura zigzagante del veicolo che è andato persino a cozzare contro un muretto, proseguendo nonostante tutto la sua corsa. Alla vista delle forze dell’ordine l’automobilista ha proseguito, ma poco dopo si è dovuta fermare. Infastidita dalla richiesta di esibire i documenti, la dottoressa non ha voluto saperne di sottoporsi all’alcol test e dalle parole è passata ai fatti. La donna è infatti entrata in azione a suon di calci e pugni. I carabinieri sono comunque riusciti a immobilizzarla e a portarla in caserma. E lì le ha prese anche il piantone. È finita che domenica mattina il brigadiere Chiri e gli appuntati Bonanni e Fantinel si sono dovuti presentare al pronto soccorso dell’ospedale di Belluno per farsi medicare. Le prognosi a loro carico si aggirano tra i sette e i dieci giorni. A seguito dell’accaduto la donna si è ritrovata le manette ai polsi ed è stata rinchiusa nelle carceri di Baldenich. Pare fosse reduce da una serata in cui si era festeggiato il suo felice superamento di un concorso. Il pm Griguolo stamane chiederà la convalida dell’arresto. Il difensore, avvocato Carlo Broli, la scarcerazione. Per il momento il legale non si sbilancia: «La dottoressa, persona rispettabile, - precisa - era in un momento un po’ particolare della sua vita. Credo ci sia interesse da parte di tutti a far luce su come si sia potuta trovare in una simile situazione, decisamente singolare».
LA SICILIA
 
Morto dopo una ubriacatura
Ieri l’autopsia per il giallo di Mirko.
È stata fatta ieri sera l’autopsia disposta dal pubblico ministero Federica d’Amodio per accertare la causa del decesso di un giovane di 29 anni, Mirko Vultaggio, giunto nella tarda mattina di sabato già senza vita al pronto soccorso dell’ospedale provinciale Sant’Antonio Abate. Secondo quanto riferito dai genitori che lo hanno accompagnato insieme con un vicino di casa in ospedale, il ragazzo era tornato a notte fonda a casa in stato di ubriachezza. Per tutta la notte, hanno raccontato, ha avuto continui rigurgiti per poi riprendersi, apparentemente, solo a giorno inoltrato. Attorno alle 13,30 i genitori però lo hanno sentito invocare aiuto dalla stanza in cui riposava, la corsa in ospedale, che non dista nemmeno molto dalla loro abitazione, non è stata utile a salvargli la vita. Quando è arrivato all’area di emergenza i medici hanno solo potuto constatare il decesso. Delle indagini si sta occupando la squadra Mobile che nella giornata di ieri oltre ai genitori ha sentito anche i giovani amici con i quali Mirko aveva trascorso in allegria la nottata.
L RESTO DEL CARLINO
 
MOLINELLA
Si barrica nell’auto dei carabinieri, denunciato un ubriaco.
Bologna, - Lo hanno trovato ubriaco nei pressi di una discoteca tra Ferrara e Molinella (Bologna) che inveiva contro i passanti. I carabinieri lo hanno così portato in caserma per calmarlo e quando sembrava che si fosse ripreso si è chiuso in un’auto di servizio pretendendo di essere portato a casa.
Il protagonista di questa vicenda è A. F., 31 anni, ravennate. Verso le 2 della notte tra sabato e domenica era nei pressi della discoteca quando è stato fermato da una gazzella dei carabinieri della compagnia di Molinella avvertiti da alcuni passanti. Portato in caserma l’uomo ha dato in escandescenza e per questo è stato denunciato per ubriachezza molesta, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale..

YAHOO NOTIZIE
 
Travolge auto e se ne va a dormire.

TORINO, - Ubriaco, ha travolto con l’ auto una ragazza riducendola in fin di vita, poi e’ andato a casa a dormire. E’ accaduto nella notte a Torino. L’ automobilista-pirata e’ un operaio romeno di 27 anni. I carabinieri lo hanno rintracciato e arrestato per omissione di soccorso e guida in stato di ebbrezza. La giovane, 21 anni, e’ ricoverata in gravi condizioni all’ospedale Cto. Sottoposta a intervento chirurgico per l’asportazione della milza, si trova nel reparto di rianimazione.
SUPEREVA NOTIZIE
 
BOLOGNA: UBRIACO CAUSA INCIDENTE E FUGGE, DENUNCIATO DALLA POLIZIA.
Alla guida della propria auto ubriaco, ha tamponato una Mercedes ferma al semaforo e ha continuato la propria corsa come se nulla fosse. E’ accaduto poco prima delle 2 di stanotte in via Emilia Ponente a ridosso dell’asse attrezzato a Bologna.
AFFARI ITALIANI ONLINE
 
Economia civile/ La mercificazione del concetto di "fondo etico".
Esiste un’ovvia impossibilità a definire criteri univoci di eticità per le società quotate. Anche solo attenendoci al basilare criterio di esclusione/esclusione settoriale, mentre ormai esiste convergenza sulla necessità di escludere le società che operano nei settori del tabacco, alcol, gioco d’azzardo, pornografia ed armamenti, esiste assai meno unanimità sull’esclusione di settori quali l’energia atomica, gli o.g.m., la contraccezione, la sperimentazione sugli animali di farmaci e cosmetici, ecc..
Se l’etica è relativa, allora possono verificarsi situazioni curiose come quella che riguarda l’unico Etf etico quotato in Italia, sedicente etico ovviamente, ma sedicente ne’ più ne’ meno come tutti i fondi etici.
Questo Etf è una Sicav di diritto irlandese gestita dalla Sgr di un’importante banca italiana ed investe staticamente in un paniere di 150 società europee dell’area Euro classificate come etiche. Tale paniere di società etiche include la stessa banca che controlla la Sgr. La classificazione di eticità non è stabilita dalla Sgr che gestisce l’Etf ma, più diplomaticamente, è fornita da una società di consulenza esterna cui è appaltato il rating etico.
Ma qui sorge la prima implicazione di natura definitoria: per questa società di rating etico, consulente della Sgr, la banca in questione è essa stessa “etica” e, quindi, può rientrare nello stesso Etf gestito; per un’altra società italiana di rating etico la stessa banca si posiziona, invece, in fondo alla classifica di eticità e, pertanto, non potrebbe rientrare nell’Etf.
Chi ha ragione tra queste due società di rating etico? Entrambe sono società serie e, probabilmente, in relazione ai diversi punti di vista assunti, hanno ragione entrambe. Ma questa equivalenza complica il problema: conferma che la classificazione delle società tra etiche e non etiche è assolutamente relativa e questa relatività, in generale, può offrire il fianco a possibili allentamenti nel rigore dell’analisi o, nei casi peggiori, può prestarsi allo sviluppo di prodotti etici con prevalenti motivazioni di marketing.
CORRIERE DELLA SERA
 
Costa troppo, la grande crisi del vino... .
Calo nei consumi dell’11%. Parte della vendemmia sarà distrutta. La vendemmia solitamente è una festa, ma quest’anno no. Siamo in presenza di una crisi senza precedenti, tanto che su richiesta del ministro delle Politiche agricole, Gianni Alemanno, è stato varato un decreto legge per la distillazione di crisi con una spesa di 80 milioni di euro. Significa che milioni di ettolitri di vino, non appena prodotti, verranno trasformati in alcol per usi industriali, compensando con poco o niente il lavoro di migliaia di viticoltori.
BRUTTE NOTIZIE - In termini qualitativi il 2005 sarà una buona vendemmia, ma la notizia non è molto confortante, perché sarà un’annata piuttosto abbondante con un raccolto che secondo le prime stime (Ismea - Unione Italiana Vini) dovrebbe attestarsi sui 52 milioni di ettolitri, leggermente meno del ricco raccolto dell’annata precedente. E’ sempre difficile fare previsioni in corso d’opera, per ora si sa che grazie al fresco di agosto i bianchi saranno equilibrati, con buona acidità. E anche per i rossi si manifesta un certo ottimismo. Lo conferma Stefano Cinelli, proprietario di una delle più antiche cantine di Montalcino: «I dati analitici sono rassicuranti, dopo gli eccessi degli Anni ’90 e primi 2000 (caldi e siccitosi, ndr ) siamo ritornati alla normalità degli Anni ’70, quindi avremo vini meno alcolici, ma più equilibrati e longevi». Tutto questo se il tempo non si guasterà, come è già accaduto in alcune regioni del Nord, dove le piogge possono intaccare il potenziale qualitativo. Ma, anche se sembra bestemmia per molti produttori, una grandinata sarebbe quasi una benedizione, perché consentirebbe, se non altro, di intascare con certezza il premio dell’assicurazione. Infatti, in molte cantine sociali i viticoltori conferiscono le uve senza avere nessuna garanzia se non quella che sarà pagato loro un prezzo molto basso, che spesso non ripagherà nemmeno i costi di produzione.
CANTINE NEI GUAI - La débâcle della vendemmia 2005, se non evitata, poteva essere almeno contenuta. A patto che i consorzi di tutela e gli organismi di controllo avessero fatto la loro parte, per esempio imponendo rese per ettaro più contenute (cosa che hanno fatto in pochi come, per esempio, il Consorzio Valtellina). Il problema vero è che molte delle cantine italiane sono piene e molto vino rimane invenduto. Dopo anni di forte crescita, di incremento selvaggio dei prezzi con la complicità del passaggio dalla lira all’euro e senza una «segmentazione» del mercato e un conseguente giusto posizionamento del prezzo, il vino è arrivato al collasso. Nell’ultimo anno i consumi in Italia sono calati dell’11%. Si è formata una piramide della qualità rovesciata, in cui tutti si credevano dei leader (tutti pensavano di essere gli Armani della situazione) con bottiglie di vino dai prezzi esorbitanti. Siccome era il prezzo che faceva la qualità e non viceversa, come è nella norma, chiunque, anche l’ultimo arrivato, si sentiva autorizzato a chiedere 30, 40, 50 euro per una bottiglia. Poi, a causa della fisiologica, drastica contrazione dei consumi e della crisi economica dilagante, il castello di carte è crollato.
LA CRISI ATTUALE - Sul vino italiano la vendemmia sta producendo gli effetti di un uragano che farà molte vittime. Le prime vittime saranno i viticoltori che vendono l’uva senza trasformarla: non pochi di loro, quest’anno, rinunceranno persino a raccogliere l’uva. Poi seguiranno gli «improvvisati», che pensavano di avere trovato l’Eldorado collocando poche bottiglie a prezzo da gioielliere. «Oggi il problema non è produrre il vino: fare un buon vino è relativamente facile, è venderlo che è diventato molto complicato» dice Giuseppe Meregalli, uno dei più noti mercanti del vino, distributore del celebre Sassicaia. «Quello che è più grave - continua Meregalli - è che in questo settore mancano le idee, non c’è nessuna iniziativa che sappia far ripartire i consumi. In più, il mercato che era in mano alla produzione ora è ritornato predominio dei commercianti, che hanno ampi spazi di manovra, se si tiene conto che in Abruzzo oggi si può acquistare un onesto vino a 0,20 centesimi il litro. Quindi non stupiamoci se sullo scaffale di certi discount si trovano vini in bottiglia, non in brick, a meno di un euro». LE SOLUZIONI - Come uscire da questo momento difficile? «Bisogna andare appresso al mercato - dice Maurizio Micciché, di Calatrasi, in Sicilia - e fare come hanno fatto gli Australiani che oggi sono protagonisti a livello mondiale e spuntano prezzi medi superiori ai nostri, che abbiamo secoli di storia. Loro fanno un lavoro di gruppo con una incisiva politica di marketing. In Italia ognuno va per proprio conto, senza nessun coordinamento, disperdendo energie in mille rivoli. Anche se i prezzi sono bassi, gli spazi di manovra ci sono: in questo momento il mercato ha un valore di riferimento di tre euro per bottiglia. Se si riesce a impostare una politica di numeri e di filiera, si riesce ad accontentare il consumatore e fare ragionevoli profitti». Solo allora la vendemmia tornerà a essere una festa come in passato e non un momento di amara riflessione come quest’anno.
Autore: Francesco Arrigoni.
LA STAMPA
 
CONSUMI IN CALO E L’IMPRENDITORE SUGGERISCE INTERVENTI FISCALI PER
CONTENERE I LISTINI DEL SETTORE
Zonin rilancia l’allarme sui prezzi
“Dobbiamo ragionare con i clienti in termini di convenienza, il vino è parte dell’economia non dello spettacolo”.
Gianni Stornello
Alla vigilia vi una vendemmia in cui si ripongono molte speranze Gianni Zonin , uno dei più grandi imprenditori vinicoli del nostro Paese, lancia un vero e proprio allarme: “Il vino italiano è in pericolo. Se non usciamo in fretta da questa crisi vedo a rischio migliaia di posti di lavoro. Occorre che i produttori, governo e consumatori si mettano subito attorno ad un tavolo per dare vita ad un “patto sociale” che deve servire ad abbassare il peso fiscale, a contenere i prezzi finali, a sostenere i consumi, a rilanciare l’immagine del vino su basi nuove. Deve essere chiaro che il settore è importantissimo per l’economia, anche perché sinergico al sostegno di tutto il made in Italy sui mercati internazionali.”
“Si parla di un modesto rimbalzo dei consumi – continua l’imprenditore – ma la realtà è che i prezzi dell’uva sono in forte caduta, che in quattro anni il consumo di vino si è contratto dell’11%, che il 70% dei ristoranti denuncia un calo del fatturato, che nonostante la ripresa in Usa e in Gran Bretagna abbiamo perso in quantità e valore dell’export, che l’attenzione per il vino è scemata. Inoltre mi chiedo per quanto tempo ancora riusciremo a contenere la pressione dei grandi colossi stranieri sul mercato interno”. E qui Zonin ricorda la richiesta della distillazione di crisi fatta  all’Unione Europea dal ministero dell’Agricoltura per smaltire le eccedence rimaste in molte cantine italiane.
Poi i consumatori: ”da tempo sostengo che dobbiamo tornare a parlare con i nostri clienti in termini di convenienza, di buona qualità, di approccio al vino come un piacere possibile e un aiuto alla salute – spiega il titolare del gruppo vinicolo -. Se la proposta di un tavolo di concertazione verrà accolta rilancerò la mia antica idea di costituire un fondo tra tutti i produttori per finanziare campagne di comunicazione destinate a sostenere il consumo di vino. Infatti continuare a pensare che si possa rappresentare il vino con le degustazioni spettacolo, con notiziole che assomigliano più al gossip che a fatti economici, che le performance di una singola azienda o di un singolo vino siano rappresentative di tutto il settore è non voler vedere la realtà”.  E, secondo Gianni Zonin, purtroppo la realtà è ben diversa: “sono convinto che molte piccole cantine avranno difficoltà a sopravvivere, sono convinto che si arriverà a delle concentrazioni su tutta la filiera. Sono trasformazioni inevitabili e per certi versi positive perché oggi la vitivinicoltura italiana soffre di nanismo e deve battersi contro colossi mondiali spesso senza averne la forza, ma sono trasformazioni certamente non indolori. Esserne consapevoli, però, serve a cercare le contromosse”.



Mercoledì, 07 Settembre 2005
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