RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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Montemarano: è allucinante, saremo inflessibili Ercolano, rischiano il licenziamento. La Regione: vanno puniti «Via i medici ubriachi del 118». |
BRUNO BUONANNO Professor Montemarano, come assessore regionale alla Sanità, come valuta i dipendenti del 118 di Ercolano sospesi perché ubriachi sul posto di lavoro? «Giudico il loro comportamento allucinante. È una storia che si ripete perché uno dei tre era già stato denunciato per ubriachezza molesta. Spero che ci sia un licenziamento in tronco, l’azienda sanitaria da cui i tre lavoratori dipendono è informata e li ha sospesi dal servizio. Ma non credo che una storia del genere possa concludersi con una sospensione». Chiede al manager Aponte di ricorrere al pugno di ferro? «Sicuramente. I miei collaboratori mi hanno informato che quei dipendenti del Saut di Ercolano erano ubriachi nella notte tra giovedì e venerdì. Ho visto sul giornale la foto della cucina di quella centrale di pronto soccorso con tanto di fornello, frigorifero e mensole piene di accessori. Ho fatto rintracciare telefonicamente il manager dell’Asl Napoli 5, aspetto lunedì mattina il dottor Aponte in assessorato per leggere una sua dettagliata relazione su quanto è avvenuto nel Saut di Ercolano». Un’ubriacatura che sicuramente non fa bene all’immagine del 118. «Siccome quei tre dipendenti sono stati pizzicati in flagranza e il loro stato di ubriachezza è stato accertato dai sanitari dell’ospedale di Torre del Greco si deve essere inflessibili: è vietato a chiunque ubriacarsi sul posto di lavoro, ma non è pensabile affidare prestazioni di emergenza sanitaria a gente così poco affidabile». Assessore Montemarano, soprattutto in provincia si discute sui criteri di arruolamento per il 118. Sono tornate le «Croci», sono nate tante onlus. «Il servizio trasporto infermi nella nostra Regione funziona abbastanza bene, ma rappresenta una delle priorità sulle quali devo intervenire. Il caso di Ercolano si ripropone come emergenza nell’emergenza, da affrontare nella maniera più compiuta. Deve essere chiaro il concetto che non può esserci un ospedale sotto ogni campanile, cioè in ogni Comune. La riorganizzazione del 118 è fondamentale per procedere al riordino delle strutture ospedaliere. Il trasporto di emergenza o il punto di pronto soccorso funzionano se prelevano il paziente, lo stabilizzano e lo portano nella struttura in cui sono in grado di garantirgli la migliore assistenza possibile». Professore, la centrale regionale è in attesa da anni di sistemazione. «Fu bandito un concorso per primario dal manager del Cardarelli che poi l’annullò. Il problema non è solo nominare il responsabile della centrale regionale del 118, ma garantire a quella struttura una sua autonomia. Credo sia necessario costituire una sorta di Agenzia per l’emergenza sanitaria svincolata dalle strutture e dalle logiche di un’azienda ospedaliera per non condizionare il funzionamento di quel servizio - com’è avvenuto in passato - a polemiche di natura sindacale. L’organizzazione deve prevedere il costante aggiornamento telematico delle disponibilità con tutti gli ospedali della Campania, compresi i Policlinici». |
IL
MATTINO
LA CONDANNA DEI COLLEGHI Il responsabile del servizio accusa: devono essere radiati L’assessore Montemarano convoca il manager: vicenda allucinante. I colleghi: vanno radiati «Licenziate i tre medici ubriachi» Diktat della Regione sul caso del 118 di Ercolano. L’Asl: massima fermezza. |
«Quei medici ubriachi vanno licenziati».
Il caso del 118 di Ercolano e dei camici bianchi sorpresi in servizio
in stato di ebbrezza ha suscitato sdegnate reazioni. A cominciare da quella
della Regione. L’assessore alla Sanità Montemarano ha convocato
il manager dell’Asl 5: «Giudico allucinante il comportamento
di quei medici. Spero che ci sia un licenziamento in tronco, l’azienda
sanitaria da cui i tre dipendono li ha già sospesi dal servizio.
Ma non credo che una storia del genere possa concludersi con una sospensione».
Il manager Aponte assicura: faremo tutti i passi del caso con la massima
fermezza, ma non ci saranno processi sommari. I medici sospesi si difendono,
ma i colleghi li attaccano: vanno radiati dall’albo.
MARIELLA ROMANO Dopo la denuncia e la sospensione dal servizio, i tre specialisti del 118 di Ercolano sorpresi sul posto di lavoro in evidente stato di ubriachezza, rischiano di essere licenziati e radiati dall’albo professionale. Il direttore sanitario dell’Asl 5 Aldo Rubino parla di atteggiamento «inqualificabile e vergognoso». E aggiunge: «È un fatto gravissimo e non esistono parole per commentare comportamenti del genere. In passato, uno dei tre medici era già stato sospeso per un episodio analogo: la legge ci ha imposto il reintegro e noi con rammarico siamo stati costretti a eseguire un ordine. Adesso non sarà tanto semplice tornare a lavoro». Una posizione condivisa anche da Franklin Picker, responsabile del servizio assistenza ospedaliera e dell’area emergenza, che sbotta: «In tutta l’Asl il 118 ha dodici postazioni. Solo a Ercolano abbiamo problemi. Addirittura sono spariti due defibrillatori nel giro di poche settimane. Ciò che è accaduto giovedì sera, ci ha sorpresi ma non più di tanto. Negli ultimi mesi, abbiamo ricevuto una serie di lamentele da parte di molti operatori che ci hanno segnalato sempre in maniera informale, irregolarità nel funzionamento della struttura, in paricolare quando di turno c’era uno dei tre medici denunciati per ubriachezza. Purtroppo - aggiunge il capo dell’assistenza dell’Asl 5 - era un recidivo ben noto per i suoi comportamenti. E fino all’altra sera nessuno aveva avuto il coraggio di denunciare». Poi qualcosa è cambiato: la segnalazione alla centrale operativa di Castellammare di Stabia, partita da Ercolano, ha consentito ai carabinieri di intervenire e verificare lo stato di ebbrezza dei tre medici convenzionati Asl. «Purtroppo - conclude Picker - il contratto di lavoro è molto garantista, ma la gravità dei fatti ci spinge a chiedere la radiazione dall’albo professionale. I tre specialisti, che sono stati anche denunciati per interruzione di pubblico esercizio di emergenza, hanno commesso un reato penale». |
IL MATTINO«Mi meraviglio di quello che sta succedendo. Non ce n’è proprio motivo» .
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«Mi
meraviglio di quello che sta succedendo. Non ce n’è proprio
motivo»: P.M., uno dei medici denunciati per manifesta ubriachezza,
parte al contrattacco. «Sono state dette cose non vere - sostiene
- non è vero che c’erano quattro bottiglie di wodka nella
sede del 118. E, infatti, nelle foto scattate dai carabinieri non si vedono,
se le sono sognate. Noi non eravamo ubriachi». P.M. si difende con
i denti: «Non è vero che ci hanno denunciato, contatteremo
gli avvocati, procederemo per la via legale». Poi cade la linea
e il telefonino viene definitivamente spento. Le analisi, però,
parlano chiaro: giovedì notte, quando sono stati fatti i prelievi
all’ospedale Maresca, il livello di alcool nel sangue di P.M. raggiungeva
quota 152, mentre il limite fissato dalla legge è dieci. È
proprio la sua, quindi, a quanto pare, la situazione più difficile.
Mentre G.G. che era arrivato da poco ed aveva un tasso alcolico che superava
da poco il venti, potrebbe evitare le conseguenze più gravi, a
partire dalla denuncia. Ma la notizia del possibile licenziamento annunciato
dall’assessore Montemarano, fa veramente arrabbiare i professionisti
coinvolti nella vicenda: «Mi volete rovinare; tutti mi vogliono
rovinare - ripete E.A. - io ho detto con chiarezza che quello è
un posto a rischio, che ci minacciano continuamente, che gli infermieri
spesso non vengono al lavoro e gli autisti non conoscono le strade, ma
nessuno ha fatto niente. E questo non è giusto. È una infamia;
siete gente senza coscienza». E Antonio Grieco, responsabile delle
quattro postazioni vesuviane della onlus Pubblica assistenza flegrea che
gestisce le ambulanze, conferma la brutta storia di giovedì: «Mi
dispiace molto di quello che è successo - spiega -I nostri volontari
sono affidabili, ma hanno paura di andare a lavorare in quella zona perché
si sentono minacciati. Nella Napoli 5 gestiamo i presidi di Portici, San
Giorgio, Torre del Greco ed Ercolano, ma solo a Ercolano nell’ultimo
periodo abbiamo avuto problemi per cui sono stato costretto a cambiare
sempre personale. Giovedì i volontari hanno parlato con il medico
di turno al 118 di Castellammare, prima di andarsene. E a me hanno raccontato
quello che è stato scritto sul giornale». d.d.c.
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CORRIERE
ROMAGNA (Forlì)
Ubriaco imbocca la rotonda contromano. |
forlì - Ha imboccato la rotonda contromano.
Annebbiato dai fumi dell’alcol. E si è schiantato contro un’auto
che proveniva dalla direzione opposta. Se la caverà in 30 giorni,
ma intanto gli è stata ritirata la patente ed è stato denunciato
per guida in stato di ebbrezza. E’ successo l’altra sera alle
21 sulla Provinciale Bidentina, protagonista un forlivese di 59 anni.
L’uomo stava viaggiando con direzione di marcia da Forlì a
Meldola in sella a una Bmw 1.200 quando, all’altezza del chilometro
84, in prossimità della nuova rotonda di Carpena in fase di costruzione,
il centauro ha imboccato la strada dalla parte sbagliata, da quella cioè
dalla quale sopraggiungono i mezzi provenienti dalla direzione opposta.
In particolare per una Opel Astra condotta da un 20enne, è stato
impossibile evitare l’impatto con l’improvvisato ostacolo. La
peggio è toccata al motociclista, soccorso dai mezzi del 118 e
giudicato guaribile in 30 giorni. Sul posto è intervenuta la Polizia
stradale di Rocca San Casciano che ha ritirato la patente all’uomo,
denunciandolo per guida in stato di ebbrezza.
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L’ARENA (il giornale di Verona)
IN CAMPANIA. Uno aveva il tasso alcolico sedici volte superiore al limite Ubriachi al Pronto soccorso Tre medici ora rischiano il posto. |
Napoli. Sorpresi ubriachi sul posto di lavoro, ora
rischiano grosso.
La Regione Campania annuncia di voler licenziare i tre medici del 118 che sono stati trovati in stato di ebbrezza, in piena notte, nella sede del servizio a Ercolano, in provincia di Napoli. Il blitz delle forze dell’ordine è avvenuto in seguito a una segnalazione telefonica, probabilmente di un collega di lavoro dei tre. Secondo le analisi del sangue il tasso alcolico dei medici sarebbe stato ampiamente al di sopra dei limiti di legge, per uno di loro addirittura di sedici volte. I tre si difendono: «Avevamo concluso il nostro turno di lavoro, l’autista e l’infermiere erano già andati via. A quel punto potevamo fare quel che ci pare, e comunque avevamo bevuto solo due bottiglie di vino in quattro, perchè c’era con noi anche il custode della vicina scuola elementare». Una tesi che l’assessore regionale alla Sanità, Angelo Montemarano, respinge con fermezza: «Quei rapporti contrattuali vanno conclusi, e al più presto. La fiducia nei confronti di quei tre è venuta meno, sia in quanto medici che, a maggior ragione, in quanto incaricati di un servizio delicato come quello di emergenza». Il 118, insiste l’assessore, è un servizio cruciale per la sanità pubblica: «Avere troppi ospedali sul territorio comporta costi elevatissimi, invece un’emergenza ben funzionante consente di curare tutti in tempi rapidi e nel modo migliore. Non possiamo permetterci che, in servizio o fuori servizio, persone cui sono affidate delle vite umane bivacchino o, peggio, bevano nelle sedi di soccorso». Dello stesso avviso Roberto Aponte, manager della Asl da cui dipende il 118 di Ercolano: «Andremo fino in fondo nell’accertamento delle responsabilità, senza processi sommari ma senza guardare in faccia nessuno». Più prudente il presidente nazionale dell’Ordine dei medici, Giuseppe Del Barone: «La vicenda è disdicevole, ma occorre capire bene se i medici fossero o meno in servizio, poichè questo incide, e non poco, sul profilo etico e professionale del caso». |
L
GAZZETTINO (Nordest)
PANNELLA-SIRCHIA SUL DECRETO Il leader antiproibizionista: «Oscurantismo» L’ex ministro: «Vietati i luoghi, non l’abitudine». |
Il
diavolo e l’acqua santa. L’antiproibizionista per antonomasia e il ministro
della Salute che passerà alla storia per essere colui che è
riuscito a proibire addirittura un vizio. Marco Pannella e Girolamo Sirchia
faccia a faccia al Palavolkswagen di Cortina su un tema che il leader
antiproibizionista ha subito ammesso non "ritenere poi così
appassionante": il fumo. O meglio il divieto ad accendere le sigarette
nei luoghi pubblici, cavallo di battaglia dell’ex ministro della Salute
che oltre averne fatto una bandiera del suo referato ha pubblicamente
ammesso essere "solo il primo mattone di una difesa agli stili di
vita" che il repentino taglio al mandato ha messo forzosamente in
pensione.Pannella, fumatore senza concorrenza, caffeina-dipendente (un
doppio e ristretto prima di salire sul palco con però il placet
del professore-ex ministro) ha teorizzato quanto i "proibizionismi
sirchiani" abbiano finito con l’assomigliare più ad una caccia
alle streghe che non ad un decalogo per perseguire il bene salute.
Per Pannella è tutta una questione idologica: il fumo è il diavolo da combattere, come lo è stato (e forse ancora lo è) il sesso, come lo sono tutti i piaceri (fumo anche, ma di altro tipo) "che disturbano, turbano". Per Sirchia è una questione di libertà e di protezione della salute e non di proibizionismo. «Non ho vietato a nessuno di fumare - spiega l’ex ministro - Ho solo indicato i luoghi dove non si può farlo per rispetto di chi non ha mai acceso una sigaretta e non intende intossicarsi per colpa altrui». Decreto proibizionista o no? Pannella provoca. «Sirchia con l’etica di Stato tutela il denaro dei contribuenti innocenti e vieta a noi di fumare per non farci ammalare e non gravare quindi sulle casse pubbliche». Allora - chiosa - se esco senza canottiera e mi prendo una polmonite, vado in galera per aver procurato nocumento al pubblico patrimonio? L’ex ministro controbatte. Se ci fosse stato tempo l’elenco dei "proibizionismi sirchiani" sarebbe infatti risultato ben più nutrito: lotta all’alcol ad esempio che miete ogni anno migliaia di vittime e per continuare un "rimpinguamento" del decalogo legato agli stili di vita (2000 passi al giorno, lotta ai grassi, svariate porzioni di verdura e frutta durante i pasti, merendine nel cestino, porzioni di cibo formato mignon, per citarne solo alcuni). Un vero e proprio attacco alla libertà per Pannella, assertore convinto della cintura di sicurezza, e dello "scusi posso fumare", ma del tutto convinto che il divieto in quanto tale, sia una delle forme più subdole di attacco alla libertà. Il leader antiproibizionista si libra sul sottile filo dell’uso e dell’abuso: che male fa un bicchiere? Che danno fa una sigaretta (anche non di tabacco)? Che male fa se faccio quello che mi sento di fare? Ma quella di Pannella non è una critica al decreto solo ideologica: ("Andava fatto venti anni fa e in un modo totalmente diverso"). Anche la sostanza è sotto accusa. «Che possono fare i 40 mila negozi che in Italia non hanno uno spazio fumatori e sono quindi limitati nell’offrire un servizio alla propria clientela?». E ancora «Ma è solo il fumo, e questo tipo di "inquinante", che manda le persone all’altro mondo?» Tutto si gioca a questo punto sul filo, non di fumo, ma dei dati: l’Oms dice che quella provocata dal tabacco è la prima causa di morte evitabile, oltre che la quarta causa di decesso, che la quasi totalità dei tumori polmonari sono correlati all’uso delle sigarette, che un feto di mamma fumatrice cresce più lentamente, che oggi a 12 anni già si ha una discreta dimestichezza con la sigaretta. I dati dicono (anche se Pannella sui dati ha una sua opinione) che il tanto vituperato "decreto Sirchia" sta alla fine passando per uno dei provvedimenti più rispettati dagli italiani. Molto più di cinture obbligatorie, caschi di protezione o equilibrismi sul filo dell’etilometro. 6069 i controlli in tutta Italia negli esercizi nei quali oggi è vietato fumare e poco meno di 200 provvedimenti disciplinari. Un vero successo per l’ex ministro che lamenta solo di non essere riuscito a portare a termine la sua campagna costringendo anche le televisioni a cancellare la pubblicità occulta delle sigarette: «Le multinazionali interferendo nei film o nei programmi ostacolano i provvedimenti di salute pubblica e hanno purtroppo mezzi di granlunga più potenti dei nostri». Al bando dovevano finire i film in cui il pacchetto di sigarette è "l’attore non protagonista". "Oscurantismo", per Pannella, "una affascinante Greta Garbo con sigaretta e voluttuosa evoluzione di fumo, non ha mai fatto male a nessuno". "Dovere", per Sirchia convinto che anche questo sia un mezzo per tutelare la salute di tutti noi. Il diavolo e l’acqua santa. Daniela Boresi. |
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Analizzando
le statistiche fornite dalla Stadale, altra cosa degna di nota è
l’età dei più indisciplinati e quindi dei più pericolosi
al volante, che risultano essere quelli appartenenti alla fascia compresa
tra i 29 e i 45 anni. Dei 4.511 contravventori delle norme sanzionati
nei primi sette mesi del 2005, infatti, 907 hanno un’età compresa
tra i 29 e i 35 anni e 1.092 tra i 36 e i 45. Ovvero il 50\% per cento
del totale. Ma anche i minorenni non scherzano, nonostante ora, per prendere
il patentino, si vedano costretti ad andare a scuola. Tant’è che
la Polstrada di Pordenone multa più di un minore alla settimana:
in 7 mesi ne ha sanzionati 33.
Poi le infrazioni cominciano a salire in maniera proporzionale all’età. Quelle contestate nelle fascia compresa tra i 18 e i 20 sono state 162; quelle tra 21 e i 24 anni 353 e 463 quelle ad appartenenti alla fascia compresa tra i 25 e i 28. Una volta, come si è detto, raggiunto il picco delle trasgressioni, fra i 36 e i 45 anni, i numeri cominciano a scendere man mano che cresce l’età e quindi anche la prudenza. Sicchè sono state 748 le multe comminate nella fascia d’età compresa tra i 46 e i 55 anni; 390 tra i 56 e i 65 anni; 152 tra i 66 e i 75 e 39 oltre i 75 anni. Analizzando poi la tipologia delle violazioni, nei primi sette mesi del 2005 sono molto lievitate, rispetto all’identico periodo del 2004, le multe comminate per la guida in stato di ebbrezza (in violazione dell’articolo 186 del codice della strada). A seguito della prova dell’alcoltest, il cosiddetto "palloncino", in questi primi mesi dell’anno sono stati multati 237 pordenonesi, contro i 193 dello scorso anno. Triplicati sono inoltre i numeri riguardanti coloro che sono stati "pizzicati" al volante in preda all’effetto indotto da stupefacenti (articolo 187), passati dai 3 del 2004 ai 9 del 2005. A.S.. |
IL GAZZETTINO (Padova)
PRATO DELLA VALLE Aggredisce i carabinieri Ubriaco dietro le sbarre. |
Ne ha combinate di tutti i colori. Prima ha disturbato gli avventori di un bar, poi ha aggredito i carabinieri intervenuti per riportarlo alla calma e infine, una volta accompagnato in caserma, ha scagliato a terra un computer. Dietro le sbarre, con le accuse di resistenza e violenza a pubblico ufficiale e danneggiamento, è finito George Bogdan Radu, ventenne romeno regolarmente residente in città. All’una e un quarto dell’altra notte l’immigrato, in evidente stato di ubriachezza, si è messo a dare fastidio ai passanti vicino al bar Alchimia di Prato della Valle. Sul posto così intervenuti i militari della vicina stazione. Il giovane ha aggredito gli uomini dell’Arma che perciò lo hanno bloccato trasferendolo in caserma. Mentre veniva identificato il romeno ha proseguito nel suo show e prima di essere definitivamente immobilizzato ha pure scagliato a terra un computer. Così è stato arrestato e rinchiuso in una camera di sicurezza in attesa del processo per direttissima. |
BRESCIAOGGI
ORZINUOVI. Controlli lungo la 235 La prevenzione funziona Ritirata solo una patente per eccesso di velocità . |
Prosegue a Orzinuovi i l’operazione «strade
sicure» degli agenti della polizia municipale di Orzinuovi, che
operano in stretta collaborazione con i carabinieri della stazione locale
e del comando di Verolanuova. La notte di venerdì è stata
ritirata una patente per guida in stato di ebbrezza.
La nottata di controlli, priva di sanzioni, ha riempito di soddisfazione vigili e carabinieri. «Dalla mezzanotte alle sei del mattino, a Orzinuovi lungo via Adua - informa il comandante della polizia municipale Vittorio Paloschi - abbiamo fermato e controllato una cinquantina di automobilisti e solo uno è risultato non in regola. L’ex statale 235 solitamente è percorsa dai clienti delle numerose discoteche dei dintorni . E’ un dato positivo, che registriamo per la prima volta e che segnaliamo volentieri, perché ci auguriamo di trascorrere sempre notti come questa». Il consuntivo 2004 per i vigili orceani ha registrato un totale di 2043 ore di pattugliamento stradale, l’accertamento di 2187 violazioni al codice; un’intesificazione dei controlli che certamente ha contribuito a far registrare un dato confortante: l’assenza di incidenti con esito mortale, mentre quelli con feriti si sono limitati a 17. Il contributo della polizia orceana in tema di sicurezza stradale è rappresentato in modo particolare dai posti di blocco, organizzati in collaborazione con i carabinieri allo scopo di prevenire le cosiddette «stragi del sabato sera» utilizzando apparecchiature come il telelaser e l’etilometro e comminando, in caso di violazione delle norme di circolazione, severe sanzioni. Riccardo Caffi. |
LA
REPUBBLICA
La chiave elettronica della Volvo . |
La
fatidica richiesta ("Papà mi dai le chiavi della macchina?"),
che tanta ansia produce nel genitore, trova finalmente la risposta giusta:
la chiave speciale, un congegno a misura di neopatentato, in grado di
limitare la velocità della vettura su ordine familiare. In autostrada
la legge dice centotrenta, ed è impossibile sgarrare perché
l’acceleratore, grazie al controllo elettronico, è più bloccato
della Salerno-Reggio Calabria ad agosto.
La nuova tecnologia porta ancora una volta la firma Volvo, casa che della sicurezza stradale ha fatto tesoro, e non solo pubblicità. Gli svedesi, infatti, non amano perdere tempo: probabilmente tra un paio di anni la chiave antivelocità la vedremo a bordo, insieme a tanti altri dispostivi di sicurezza che contribuiranno- si spera- a ridurre l’assurdo bilancio delle vittime della strada. La trovata della chiave , indubbiamente, è semplice ma efficace: basta programmare la velocità desiderata- gli svedesi suggeriscono 90 km/h per i ragazzi che hanno appena assaggiato la patente- e l’auto non li supererà mai, e se si prova a manometterla il motore si spegne. Ma c’è l’altra faccia della medaglia: il passespartout, cioè la chiave vera, che consente di sciogliere il limitatore, e che il papà dovrebbe custodire gelosamente. I diciottenni, malgrado corrano un rischio di incidente doppio rispetto alla media degli automobilisti, non sono l’unico fronte caldo: c’è il trasporto su gomma che fa gola al grande business , ma soprattutto ci sono i trasgressori recidivi ai quali lo Stato potrebbe imporre la pena della velocità massima controllata. Nel pianeta Volvo il concetto di sicurezza si estende alla prevenzione della guida in stato di ebbrezza. Il sistema "multilock", con cui è equipaggiata una vettura sperimentale , prevede anche un etilometro incorporato nella cintura della sicurezza. Prima di mettere in moto bisogna allacciare la cinta e soffiare dentro un tubicino, per poi attendere qualche secondo fino a quando la spia verde sul cruscotto da il via libera, altrimenti (o se il verdetto è positivo)la vettura non fa un metro . Certo, i furbi potrebbero farsi accendere la macchina da un amico sobrio o da un passante, ma contro questa evenienza già esistono contromisure adeguate. C’è una ditta americana che produce lo Smart Start, un naso elettronico, che effettua test alcolemici anche quando il veicolo è in marcia. Se il conducente risulta ubriaco, una voce gli chiede prima di accostare, e ad ulteriore rifiuto il sistema attiva la sirena e i fari lampeggianti. Pare che questo optional vada alla grande in New Mexico, dove le autorità hanno deciso l’installazione temporanea ma obbligatoria per tutti gli automobilisti condannati per guida in stato di ebbrezza. Misure drastiche ma non per questo da biasimare, negli Usa come in Europa. Secondo i dati della Commissione Europea, infatti, sono circa 10 mila ogni anno le vittime di incidenti stradali provocati dall’alcol, ed i giovani tra i 18 ed i 25 anni sono in cima alla triste graduatoria. In Italia le cifre fornite dal Ministero della Salute, elaborate su dati ISTAT, parlano di 4 milioni di bevitori "problematici" e di un milione di alcolisti, mentre cresce bruscamente anche il consumo tra i più giovani. Un problema capace di riunire persino gli schieramenti politici, come dimostra la recente approvazione di un provvedimento che revoca per sempre la patente a coloro che provocano incidenti mortali sotto gli effetti di sostanze stupefacenti o alcol. |
BASILICANET.IT
Britannici sono i più grandi ’bevitori’ d’Europa. |
LONDRA,
- Un’ indagine di mercato ha incoronato gli inglesi il popolo che beve
di più in Europa. Colpa delle donne e della loro passione per il
vino. Mentre Francia e Germania cedono sempre meno ai piaceri di Bacco,
la vendita di alcolici in GB e’ salita del 5% negli ultimi 5 anni. Per
la Mintel (società che ha redatto il rapporto) sono proprio le
signore e un nuovo ’cosmopolitismo’ diffuso tra i britannici ad aver fatto
impennare le vendite di vino che per la prima volta hanno superato quelle
di birra.
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