GLI INTERVENTI DI INCAPACITAZIONE SELETTIVA COME STRATEGIA DI PREVENZIONE E DETERRENZA NELLA CRIMINALITA’ STRADALE
INTERVENTO ALLA CONFERENZA NAZIONALE
PER LA RIFORMA DELL'OMICIDIO STRADALE
ROMA 8 giugno 2012 - A.I.F.V.S. ASSOCIAZIONE ITALIANA FAMILIARI E VITTIME DELLA STRADA
a cura del Prof. Pierpaolo Martucci e Avv. Danilo Riponti
1. Introduzione. Le più recenti tendenze della sinistrosità stradale
Sotto un profilo strettamente criminologico, la lettura comparata dei dati noti relativi all’andamento della sinistrosità stradale in Italia nel periodo più recente pone in evidenza delle tendenze apparentemente contraddittorie. Per evidenziare il problema è opportuno richiamare in poche righe le caratteristiche macrodinamiche del fenomeno negli ultimi decenni.
Come è noto, a partire dalla metà del secolo scorso e in coincidenza con la grande crescita economica successiva al dopoguerra, nel nostro Paese il numero degli gli incidenti stradali e delle relative vittime è aumentato molto rapidamente. Contestualmente, il numero di veicoli in circolazione si è accresciuto in maniera esponenziale. Nel 2010 il parco macchine ha raggiunto un volume pari a 48 milioni e 700 mila unità: con circa 800 veicoli ogni mille abitanti, l'Italia è il Paese europeo con la più alta densità di veicoli.
Dopo una flessione nei primi anni Ottanta ed un periodo con un andamento costante, i sinistri sono tornati a crescere sino al 2002 ( 265.402) , per poi diminuire costantemente sino al minimo storico del 2010. Lo stesso è avvenuto per i decessi da incidente: dopo il picco massimo nel lontano 1972 (11.078 morti) si è scesi sino ai 4.090 del 2010. La flessione è stata particolarmente significativa nell’ultimo decennio: il 42,4% in meno, in linea con la media europea, anche se ancora distante dall’obiettivo fissato dall’Unione Europea nel Libro Bianco del 13 settembre 2001, che prevedeva la riduzione della mortalità del 50% entro il 2010.
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