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Rassegna stampa alcol e guida del 17 agosto 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-Insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL GAZZETTINO (Nordest)
Prendo spunto dai gravi fatti di sangue causati da ...

 

Prendo spunto dai gravi fatti di sangue causati da infrazioni del codice della strada, che hanno scosso l’opinione pubblica in questi giorni, per avanzare a freddo qualche riflessione e formulare qualche proposta. Io credo che nel nostro Paese sia diffusa una cultura di eccessiva tolleranza nei confronti di chi viola il codice della strada. Non rispettare i limiti di velocità o l’obbligo di allacciarsi la cintura di sicurezza o il divieto di mettersi al volante ubriachi non è ancora percepito dagli automobilisti, e dal corpo sociale in genere, come un’infrazione grave, non è ancora oggetto insomma di riprovazione sociale. È prassi normale, per esempio, violare il limite di velocità ogni qual volta ci si mette al volante. In molti altri Paesi europei, specie del Nord, se c’è un divieto di qualsiasi genere, esso viene rispettato. Da noi, così abili nell’arte di aggirare le regole (ricordate le magliette bianche con dipinta una striscia nera per trarre in inganno i vigili urbani, escogitate all’indomani dell’entrata in vigore dell’obbligo delle cinture di sicurezza?), manca invece questa fase di interiorizzazione del codice della strada (e di qualunque altro sistema normativo) che fa sì che i divieti e gli obblighi vengano rispettati di per sé, per senso di responsabilità, e non per paura della sanzione. Come far prevalere anche nel nostro Paese il senso civico? Uno, con un regime di controlli intensivi che renda (e lo faccia percepire) altamente probabile l’individuazione del trasgressore. Utilissima, a questo rispetto, l’estensione dell’uso dei sistemi di controllo automatico, come i telelaser, gli autovelox, le telecamere, in grado di disciplinare tutti coloro in cui ha maggior presa il comportamento indotto dall’abitudine che il senso di responsabilità. Credo che, nonostante la protesta, visibile perché organizzata e rumorosa, di alcuni cittadini contro questi strumenti di controllo, la stragrande maggioranza dei trevigiani e dei veneti sia favorevole a questo tipo di vigilanza, preferendo rinunciare a un po’ di privacy a favore del diritto di viaggiare sicuri sulle strade.

 

Certo non aiutano a lavorare in questa direzione gli stuoli di avvocati che si prestano a trovare mille cavilli per far invalidare le multe comminate ai loro clienti. Attività certo lecita ma, a mio avviso, anti-civica, che denota il prevalere di una cultura giuridica formalistica su una della responsabilità. Che senso ha infatti spendere soldi pubblici in campagne informative e di sensibilizzazione al rispetto del codice della strada, se poi dilagano gli studi legali-cava multe con il beneplacito degli ordini professionali? È ora di finirla che ogni volta che viene introdotto un nuovo strumento contro i trasgressori ci siano avvocati che si mettono a tavolino per trovare una scappatoia giuridica. Una seconda proposta riguarda il sistema giuridico. Il sistema delle garanzie è un’ottima cosa, purtroppo però ho l’impressione che spesso prevalga una concezione formalistica della giustizia. Se un cittadino si è messo alla guida in stato di ebbrezza e ha provocato un incidente mortale, chi mi assicura che nella sua vita, prima o poi, non lo possa rifare? (*) E più in generale, chi e cosa può stabilire la pericolosità sociale di un individuo?

 

L’affidabilità di una persona viene definita da un insieme complesso di fattori. La parola finale spetta al giudice a cui la legge, a mio avviso, dovrebbe riservare un più ampio margine di discrezionalità nel processo di valutazione della pericolosità sociale del soggetto, che implichi di conseguenza una sua maggior responsabilità. Al giudice dovrebbero essere inoltre forniti strumenti innovativi, alternativi alla detenzione, per stabilire il reale grado di affidabilità dell’individuo.

 

Un esempio. Quando una persona si è resa responsabile di guida pericolosa in stato di ebbrezza, anche solo una volta e anche se non ha provocato incidenti, essa dovrebbe perdere il diritto di poter circolare sulle strade e, se vorrà riacquisirlo, dovrà essere lei a dimostrare al giudice e alla comunità di essere nuovamente affidabile. E il giudice deve poter verificare l’assenza di pericolosità sociale mettendo alla prova il soggetto. Questa impostazione, di stampo anglosassone, rovescia l’attuale procedura e dà maggiori garanzie di sicurezza alla collettività.* Consigliere regionale veneto Ulivo-Margherita

 

(*) Nota: risposta: nessuno. E se verrà approvato l’emendamento che prevede la revoca definitiva della patente a chi provoca un incidente mortale solo se l’alcolemia supera 3 g/l cambierà poco.

 

LA STAMPA

 

 

 

La tragedia di Cassino. Trovate tracce di pelle ed unghie

 

Il masso svelerà il DNA dei killer del viadotto

 

La caccia si concentra su un gruppo di cinque ragazzi ubriachi

 

Massimo Numa

 

“Perché, è un reato bere?”. La gente della birreria, che è più vicina alla strada che va su verso il viadotto della morte, ha un’aria ostile. (*) I poliziotti se ne sono appena andati, le loro auto hanno lasciato una scia di polvere sul piazzale dove ci sono i tavolini e il frigo dei gelati, di questo locale, frequentato da un gruppo di ragazzi della zona. Fanno scorrere le notizie sul televideo e lì c’è scritto che sul masso di 40 chili, sotto esame del Dac, la polizia scientifica del prefetto Nicola Cavaliere, ci sono tracce biologiche. Pelle, frammenti ossei, forse di unghie. Tanto basta per ricavare, in breve tempo, il DNA di uno degli assassini dell’operaio Natale Gioffrè, che andava in vacanza con il figlio Francesco, 15 anni. E poi è morto sotto il viadotto. “Bere non è un reato e qui di ragazzi che vengono a farsi una birra ce ne sono tanti. Vengono da Sora, da Cassino, persino da Capua. Quella notte c’era la festa di una frazione, Pedemonte San Germano, e la tradizione vuole che in ogni locale si faccia tappa, per l’ultimo brindisi. (**) Come si fa a ricordarli tutti? Qui non è mai successo niente, ora c’è la gara a criminalizzare il sud del Lazio”. Eppure, qualcuno ha avuto buona memoria, e si è messo in contatto con la polizia. Ricordi precisi, un paio di flash che vanno ad inquadrarsi nei numerosi indizi già raccolti dagli investigatori del questore di Frosinone, Margherito. “Ogni giornata è importante – ha detto il questore che coordina personalmente le indagini – e siamo entrati nella fase decisiva, quella più delicata e difficile. Abbiamo molto in mano, ora è una questione di sintesi”. Gli inquirenti non dicono nulla, ma l’esame incrociato dei tabulati telefonici di cinque ragazzi della zona e le tracce lasciate sulla cellula del chilometro 666 della A1 potrebbero avere già dato delle risposte. Ora scatta la caccia all’uomo. Dare un nome ed un volto a chi, quella notte, ha pensato bene di raccogliere il masso e di lanciarlo giù dal parapetto. Con l’idea folle di godersi lo spettacolo, come fosse un videogioco, la vita (vera) che scorre sullo schermo di una playstation. Schianti e distruzioni virtuali. Dicono i ragazzi della birreria (“è il punto di partenza di quei bastardi – spiegano i testimoni – ci vanno solo un certo tipo di persone, noi no, ci passiamo davanti quando si va in autostrada, e niente di più”) che “figurarsi se volevano uccidere. È un gioco cretino finito male. Quei sassi sono di tufo, magari pensavano che si sbriciolasse. E invece è finita così”.

 

Disquisizioni tecniche. “a quell’ora passa un auto ogni venti secondi. In teoria si poteva anche evitare, un esperto ce la faceva”. Si simulano i movimenti del volante, il sibilo di una frenata da film. Invece Natale Gioffrè, sulla sua vecchia Golf, è finito contro la prima vettura coinvolta e niente controsterzo, niente freno a mano tirato, niente ripartenza. Semplicemente, erano la due di notte, e l’operaio voleva arrivare presto in Calabria. L’ipotesi di giocare con il branco, una follia impossibile. Ma loro lo hanno fatto. I poliziotti hanno effettuato ieri un sopralluogo a Pedemonte San Germano. Cercano una Clio scura e una Punto blu o nera. C’erano dei ragazzi, quella notte che hanno lasciato la birreria in uno stato di evidente esaltazione.

 

Gli specialisti del Dac hanno bisogno di controllare quelle auto. Il tipo di materiale del grosso sasso lascia piccole schegge friabili, che potrebbero essere rimaste sulle vernici, nella moquette di un portabagagli. Oltre che sui vestiti e sulla pelle. Ieri, una conferma alle indiscrezioni dei giorni scorsi. Gli agenti delle Scientifica hanno recuperato una serie di frammenti che si incastrano nella struttura del masso gettato sulla corsia. Altri frammenti sarebbero stati trovati sulla sommità delle reti di protezione, che ora tutti criticano: troppo basse per fermare gli assassini. Inutili, quasi. Ma chi c’era quella notte, fra gli stand della fiera di Pedemonte San Germano? Gli occhi del barista, per un attimo, guardano verso il parcheggio deserto. All’una e trenta, lo ha già detto agli inquirenti, c’erano tre auto. Quando arrivarono alla birreria “erano già ubriachi, però chi l’ha detto che sono loro?”.

 

La storia del sasso, a Cassino centro, proprio non piace. Nella “main street” nell’ora dello “struscio”, della vita e della morte dell’operaio Natale, non si parla. Una tv locale, Tele Universo, fa un’inchiesta. Una sola domanda, ai residenti. Più rabbia o più indignazione? Risposta collettiva: “più rabbia”. Soprattutto per la pessima immagine che emerge dai reportage dei media. “Siamo persone civili, che c’entrano quelli con noi?”.

 

 

 

(*)   Nota: nella maggior parte dei casi bere non è reato, così come nella maggior parte dei casi lanciare sassi non è reato. Ma l’uso dei sassi è condizionato dall’alcol, se vogliamo evitare simili tragedie gli interventi avranno più effetto se si incide sull’uso dell’alcol che sull’uso dei sassi.

 

(**) Nota: le tradizioni di Pedemonte San Germano risalgono a quando da quelle parti non passava l’autostrada.

 

IL MESSAGGERO

 

Cassino/ Esami sul masso: si cercano lembi di pelle per risalire al Dna. Indizi anche dalle telecamere delle aziende della zona 

 

Sospetti su due gruppi: «Erano ubriachi» 

 

Oggi sotto torchio venti giovani del posto. Trovate impronte digitali sul cavalcavia 

 

di VITTORIO BUONGIORNO

CASSINO - Scattano oggi in Procura, a Cassino, gli interrogatori di una ventina di ragazzi che vivono tra Piedimonte e Villa Santa Lucia, nelle frazioni più vicine al cavalcavia 439. Due comitive, o per essere più brutali due branchi: non indagati, ma forse qualcosa di più di persone informate dei fatti. Il sostituto procuratore Carlo Morra e il capo della squadra mobile Cristiano Tatarelli vogliono guardarli in faccia, ascoltarli, farli parlare. Scoprire se qualcuno di loro ha visto o sa qualcosa del masso di 41 chili lanciato sull’autostrada e del tragico incidente in cui è rimasto ucciso Natale Gioffré, 46 anni, e sono rimasti feriti suo figlio e altre quattro persone.
”Comitive” o “branchi”? - Nessun indagato tra i due gruppi di ragazzi, per il momento, ma gli investigatori sono convinti che tra loro ci possano essere gli autori dell’assurdo lancio del masso sull’autostrada. I due gruppi frequentano gli stessi ritrovi, vivono nelle stesse contrade, ma sono profondamente diversi. Un gruppo, gli investigatori l’hanno chiamato dei “minorenni, anche se tra loro ci sono ragazzi che hanno già superato i diciotto anni: bravi ragazzi, famiglie normali, c’è chi va a scuola e chi ha già iniziato a lavorare. L’altro gruppo, invece, è quello delle “vecchie conoscenze” delle forze dell’ordine, ragazzi anche loro, appena più grandi degli altri, ma hanno già incrociato la legge, vuoi per droga, vuoi per qualche furto. Gli inquirenti sono convinti che in questo elenco ci sono i nomi giusti.
I minorenni - In tutti e due i gruppi ci sono due ragazzi che spiccano sugli altri. Tra i “minorenni” c’è un ragazzone grande e grosso, che in realtà i diciott’anni li ha compiuti da tempo ma continua a frequentare i più piccoli perché tra loro si trova a suo agio. E’ alto più di 1,80, ha mani grandi e muscoli abbastanza per sollevare una pietra di 41 chili ben sopra la testa. Gli investigatori quando lo hanno incrociato si sono dati di gomito.
Le vecchie conoscenze - Una identica circostanza si è ripetuta incrociando i ragazzi del secondo gruppo: tra loro c’è n’è uno ben messo con i muscoli. Potrebbe esserseli fatti in palestra, anche lui - ha detta degli inquirenti - sarebbe perfettamente in grado di gettare la pietra oltre la recinzione del cavalcavia senza fatica. Ma in questo secondo branco c’è un altro nome che ha fatto sobbalzare gli agenti: un ragazzo che non è nuovo a bravate d’effetto. Un anno fa, all’incirca, in paese venne già la vetrata della chiesa. Dentro, nella navata, trovarono una pietra e dopo qualche indagine i carabinieri sospettarono quel ragazzo - anche lui, come tutti gli altri, individuato nel branco da un soprannome che sa di cartone animato - ma non ebbero mai prove sufficienti per accusarlo. Insomma, una pietra, e un gesto ad effetto: gli investigatori si sono appuntati la coincidenza con un circoletto rosso.
La festa - A quanto risulta i due gruppi quella notte sarebbero stati visti ad una festa patronale. Un bel po’ di litri di birra in corpo, guarda caso, fino all’una e trenta quando la festa ha chiuso i battenti. «Chi ha lanciato il masso è partito di là», è la convinzione di chi indaga.
I nuovi rilievi - Ma il problema è adesso trovare almeno un incrocio, come dicono gli agenti, tra i nomi del branco e una traccia lasciata sul posto. Per questo ieri a Cassino sono tornati gli specialisti della polizia scientifica, quelli della sezione “impronte latenti”. Con apparecchiature sofisticate, hanno rilevato sulla rete metallica le impronte digitali lasciate da chi vi si è appoggiato: purtroppo da venerdì notte sul quella grata si sono poggiati in tanti, forse troppi. Ma tant’è: sulla rete è stato incollato un pannello imbevuto di sostanze chimiche e fuso elettricamente, ora le impronte rilevate saranno esaminate nel laboratorio della polizia. Sono state raccolte anche cicche di sigaretta e altre pietre. «Ma ci vorranno giorni per avere conferme». Nelle stesse ore il masso di 41 chili è approdato nei laboratori della scientifica a Roma. «Speriamo di trovare un lembo di pelle o magari una minuscola traccia di sangue: qualcuno afferrando questa pietra ruvida potrebbe essersi graffiato», spiegano i tecnici.
Le telecamere - Sempre ieri gli investigatori della squadra mobile e gli agenti del commissariato di Cassino, dopo un briefing di primo mattino con il Questore Salvatore Margherito e con il sostituto procuratore Carlo Morra, hanno fatto la spola in lungo e in largo nell’area industriale. In ogni azienda, in ogni deposito la stessa richiesta: visionare le videocassette delle telecamere a circuito chiuso per individuare auto e motorini di passaggio quella notte. Un lavoro lungo che per il momento non ha dato gli esiti sperati.
Le telefonate - Sarà lungo anche l’accertamento delle telefonate partite dall’area del cavalcavia, quella individuata dal ripetitore poco lontano. Il problema è che quel ripetitore serve anche un lungo tratto di autostrada e dunque i numeri forniti dai gestori di telefonia dovranno essere depurati dalle centinaia e centinaia di chiamate partite dalle auto di passaggio sull’autostrada del sole.
L’appello - In serata anche il procuratore della Repubblica di Cassino, Gianfranco Izzo, ha voluto rivolgere un appello a possibili testimoni: «La collaborazione dei cittadini è determinante in questa fase. Testimoni del fatto sicuramente non ci sono data l’ora ma chi ha sentito qualcosa da altri o lo sentirà nei prossimi giorni lo può riferire agli inquirenti i quali valuteranno le modalità dell’indagine». L’identificazione del gruppo di ragazzi, senza la collaborazione, potrebbe non arrivare in tempi rapidi: «Così l’inchiesta - osserva Izzo - potrebbe allungarsi nel tempo senza soluzione. Un rischio da non sottovalutare».
I funerali - I funerali di Natale Gioffré si svolgeranno questo pomeriggio nella frazione Ceramide di Bagnara Calabra, nella parte alta della cittadina dove era nato il padre di Gioffrè. Tra oggi e domani, invece, dovrebbe essere trasferito a Torino in eliambulanza il piccolo Francesco, così come ha chiesto la madre che risiede nel capoluogo piemontese. Il ragazzo sta meglio, ma ha bisogno di un intervento chirurgico alla spalla.

 

IL MESSAGGERO (Marche)

 

PORTO SAN GIORGIO/FESTA SOTTOTONO

 

Alcol a fiumi, rissa e ricoveri in ospedale In 1.500 alla “Woodstock” sul lungomare, non va più di moda l’attesa dell’alba in spiaggia 

 

Alcol a fiumi, musica e qualche incidente lieve. La notte di Ferragosto è trascorsa così lungo la riviera fermana. Oltre 1.500 le persone che hanno assistito al concerto di FerraWoodstock sul lungomare Gramsci di Porto San Giorgio, a partire dalle 23 fino alle 4 di notte. E proprio qui le forze dell’ordine sono dovute intervenire per sedare gli animi di alcuni giovani fin troppo “eccitati” dall’alcol. Cinque gli interventi notturni della Croce Azzurra per soccorrere altrettanti ragazzi in condizioni pessime dopo aver assunto massicce quantità di alcolici. Per qualcuno si è reso necessario anche il trasporto in ospedale.
Qualche lieve danno si è registrato anche a sdraio e lettini. Fortunatamente si è trattato di casi isolati. Per il resto presenze massicce a Lido di Fermo, nelle tante feste organizzate dagli stabilimenti balneari e meno invece a Porto San Giorgio dove palpabile è stato il calo di turisti e pendolari rispetto allo scorso anno.
In molti hanno festeggiato nelle spiagge libere. A Lido di Fermo sono stati accesi diversi falò nella parte sud. Mentre a Porto San Giorgio protagonista assoluta è stata la musica in tutti gli stabilimenti balneari dove si è ballato fino a tarda notte, anche sulla sabbia, e dove i superalcolici hanno tenuto banco nelle comitive. Pochissimi invece i giovani che hanno affrontato l’alba dormendo in spiaggia nei sacchi a pelo o in improvvisate coperte fatte di maglioni ed asciugamani da mare. Altri hanno invece preferito spostarsi in bicicletta da uno chalet all’altro partecipando al maggior numero di feste. Complessivamente, dunque, è stato un Ferragosto un po’ sottotono a conferma del trend negativo sul fronte turistico in tutta la Regione.
Sa. Ren.

 

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Brindisi)

 

I giovani sanno

 

Marijuana ed alcol gli effetti sono nocivi 

 

I giovani sanno bene quali sono gli effetti della marijuana e dell’alcool. Senso di benessere, rilassamento e intensificazione delle relazioni con gli altri - per molti giovani - sono gli ingredienti necessari per trascorrere una piacevole serata con gli amici. (*) «Ci sono da considerare però anche gli effetti di uso prolungato nel tempo - sostiene la dott. Erica Leoci, operatrice-educatrice del progetto Zorba -. La memoria, ad esempio, a breve può indebolirsi. L’uso può provocare giramenti di testa, nausea, tachicardia, torpore, riflessi rallentati, sonnolenza, ansia, confusione e depressione. Negli adolescenti si ipotizza causi la cosiddetta "sindrome amotivazionale", cioè la diminuzione di interessi, della capacità di condurre a termine compiti impegnativi e, più in generale, di saper finalizzare in progetti unitari i propri comportamenti». Per quanto concerne l’ alcool i rischi variano in base al tasso alcolico nel sangue, all’età, al sesso, allo stato di salute e al peso di chi beve. Anche l’alcool da maggiore loquacità, facilita la socializzazione e dà allegria. «Gli effetti dell’alcool possono essere devastanti per il sistema digerente - continua Leoci - può irritare e ulcerare le mucose che rivestono lo stomaco e l’intestino, danneggiare in modo particolare il fegato e, in seguito ad un uso cronico, può provocare un’epatite che può evolvere in cirrosi epatica. L’alcool può causare dipendenza fisica e psichica: alla sua sospensione, la persona dipendente manifesta una sindrome di astinenza. Nel caso in cui si assume alcool insieme ad altre sostanze psicoattive gli effetti vengono alterati e i rischi possono manifestarsi in modo imprevedibile». m.c.c.

 

 

 

(*) Nota: la lotta al consumi degli alcolici passa anzitutto nell’offrire delle alternative per costruire un diverso rapporto con il piacere. Facendo attenzione a non farla sembrare una lotta al piacere in se stesso.

 

IL GAZZETTINO (Padova)

 

Riuscita iniziativa sul palco davanti alla Loggia Amulea: etilometri e opuscoli distribuiti ai giovani

 

Invito alla guida sicura a suon di musica

(M.B.) Una festa, "Summer in Spirit", che in Prato della Valle ha fatto da contorno ai tradizionali fuochi d’artificio, ma che al contempo ha voluto anche lanciare un messaggio ai giovani per un divertimento "sano" e responsabile. Da qui, in stretta collaborazione con i Servizi Sociali e l’assessorato alle Politiche Giovanili del Comune, attraverso "Summer in Spirit", l’associazione onlus "Spirit in Dance" ha distribuito ai ragazzi che visitavano il gazebo ai piedi del palco di fianco alla Loggia Amulea, l’opuscolo sulla guida sicura dal titolo "Vacanze coi fiocchi" e l’etilometro per la misurazione del tasso alcoolico, ribadendo lo slogan della serata: "Voglio una vita responsabile". «Vorremmo - ha affermato l’assessore comunale alle Politiche Giovanili, Claudio Piron, nel suo intervento dal palco di "Summer in Spirit" - che questa fosse una serata di svago, ma anche di consapevolezza che ci si può divertire senza eccessi, in modo sobrio e sano. Non alzare il gomito e non premere sull’acceleratore possono suonare come le parole di una "predica", ma non lo sono e non lo debbono essere se solo pensiamo agli effetti che l’alcol ha sulla guida». Poi, sceso dal palco, l’assessore ha ripreso: «Tutti i progetti lanciati su questo tema, lanciati già lo scorso aprile, proseguiranno a settembre con la campagna "Un ballo senza sballo" per cercare di creare una rete forte tramite la quale approcciarsi ai giovani affinché capiscano che possono divertirsi, entro però certi limiti». Dello stesso parere è anche il dottor Franco Marcomini, del Sert di Padova: «La "rete" che si sta costruendo a Padova per rispondere a certe tematiche giovanili è estremamente positiva, perché l’Ulss, da sola, non può fare nulla, occorre l’aiuto dell’associazionismo e quello delle amministrazioni locali, nonché una forte collaborazione da parte delle famiglie». Lo spettacolo di "Summer in Spirit" ha visto sul palco una rassegna di talentuosi artisti padovani che collaborano con "Spirit in Dance": Enrico Boschetti, che ha aperto la kermesse poco dopo le 21.30, Mik, Francesca e Silvia, il coro Gospel "Up", le band "LuceNera" e "Zenit Nadir". Il tutto è stato alternato da momenti di musica mixata che ha accompagnato anche le "acrobazie" dei fuochi di mezzanotte.

 

IL MESSAGGERO (Abruzzo)

 

Villavallelonga. “Brillo” alla guida: finisce in cella

 

VILLAVALLELONGA - Viene sorpreso alla guida della sua vettura in stato di ebbrezza. Da in escandescenze e finisce in manette. La disavventura è capitata ad un automobilista di Villavallelonga, M.V. di 39 anni. Fermato durante uno dei frequenti servizi organizzati dalla Polizia stradale di Avezzano, ha cominciato ad inveire contro gli agenti prendendo a calci la macchina e per il bavero uno dei tutori della legge. I quali, alla fine, lo hanno immobilizzato e portato dentro.
Si tratta di uno dei numerosissimi episodi capitati nel corso dei servizi organizzzati in questi giorni di vacaza dal comandante della Polizia stradale avezzanese, Orante Pisotta, volti a reprimere il fenomeno della guida in stato di ebbrezza così frequente in questo periodo dedito ai divertimenti ed alle vacanze.
M.B.

 

TICINO ONLINE

 

In barca ubriachi e senza patente, incidente

 

MELANO - Ieri sera verso le 21:40 un 38enne domiciliato nella regione è uscito in barca sul Ceresio. Con lui, a bordo, altri due amici, tutti domiciliati nella regione. La barca non era loro, ce l’avevano in prestito.

 

Per cause che l’inchiesta dovrà accertare, comunque, la barca è andata a cozzare contro i sassi della riva del campeggio Paradiso a Melano.

 

A causa dell’impatto l’imbarcazione ha riportato danni alla chiglia ed al motore, fortunatamente però senza causare nessun genere d’inquinamento.

 

La polizia lacuale, che si occupa dell’inchiesta, dovrà accertare quanto è contato il tenore alcolico del 38enne e dei suoi amici, calcolato "di un certo rilievo". Inoltre, a quanto pare, nessuno di loro aveva la patente. Fortunatamente, comunque, nessuno è rimasto ferito.

 

LA PROVINCIA DI CREMONA

 

Incidente. 50enne di Sospiro finisce con l’auto contro una pianta a Sesto. Per l’Arma era ubriaco
Schianto, ferito e poi denunciato

 

SESTO — Ferito e poi anche denunciato. E’ la sorte toccata a un 53enne di Sospiro che, nella notte tra lunedì e ieri, secondo i carabinieri a causa del troppo alcol nelle vene, ha perso il controllo della sua auto e si è schiantato contro uno degli alberi che ornano via Matteotti, pieno centro di Sesto. Un incidente da brividi: costato al cremonese, oltre che lesioni per fortuna non gravi, una denuncia a piede libero per guida in stato di ebbrezza, il ritiro della patente e la decurtazione di dieci punti.
Tutto è accaduto intorno alle 23.30. L’automobilista era al volante della sua Fiat Uno. All’uscita da una curva, probabilmente male impostata, ha urtato il cordolo del marciapiede e non è più stato in grado di governare l’utilitaria. Utilitaria che si è come impennata per poi ricadere, con violenza, sull’asfalto, accartocciata a una delle piante della via. A lanciare l’allarme sono stati alcuni residenti: sentito il boato, hanno immediatamente intuito che qualcosa di grave doveva essere accaduto e si sono avvicinati prestando anche i primi soccorsi al ferito. Poi, in pochi minuti, è arrivato sul posto il personale del 118 di Cremona. Mentre il 53enne veniva prima medicato e poi trasportato all’ospedale Maggiore, i militari dell’Arma di Castelverde, competenti per territorio, incominciavano i rilievi, animati dal dubbio che quello schianto potesse essere stato provocato dalla guida in stato di ebbrezza. Il sospetto è stato poi confermato dalle analisi eseguite in ospedale.

 

CORRIERE ROMAGNA

 

Il Ferragosto resta “stupefacente”

RIMINI - Il ferragosto è trascorso tranquillo, almeno rispetto all’anno scorso quando nel bilancio del giorno dopo si contava anche una ragazza morta per overdose di ecstasy in una nota discoteca delle colline riccionesi. Detto questo è però necessario aggiungere qualche numero, utile a spiegare come domenica sia stata comunque una notte da “sballo”. Novanta sono, infatti, stati gli ingressi al pronto soccorso di Riccione. “Il 70% aveva un’età compresa tra i quindici e i vent’anni - racconta il primario Nicola Rinaldi - ed erano cotti da un mix di alcol e anfetamine. O erano in stato di torpore oppure avevano un’aggressività difficile da contenere, il cuore accelerato e tutti i sintomi di chi ha assunto ecstasy. Purtroppo questo Ferragosto ha riportato in Riviera il turismo di qualche anno fa, quello che insegue lo sballo fino all’alba”. Conferma arriva anche dall’Infermi di Rimini dove numerosi sono stati gli interventi per ragazzi “così sballati che difficilmente avevano assunto solo alcol”. Ulteriore conferma, caso mai ce ne fosse ancora bisogno, si trova nei verbali delle forze dell’ordine. Nella notte in cui si festeggiava il ferragosto la compagnia dei carabinieri di Riccione ha arrestato nelle vicinanze del Litz di Misano Emanuele Indelicato, operaio piemontese dell’81, trovato con 16 pasticche e 335 euro. I carabinieri di Misano hanno, invece, stretto le manette ai polsi di Antonio Raduazzo dell’80 di San Severo Foggia, trovato con 10 “paste” e 800 euro. Fabio Lauria, del ’73 di Fusecchio, in provincia di Firenze, è finito nel mirino dei militari per 36 pasticche, ancora una volta di ecstasy. Piazzale Roma a Riccione è stato anche il luogo in cui è finita la carriera da pusher di Giancarlo Festa, 28enne autotrasportatore di Pesaro, e di Annalisa Vincenzi del ’78, originaria di Cervia, ma residente a Rimini dove svolge l’attività di commerciante. I due ragazzi sono stati sorpresi a vendere una pasticca di ecstasy e altre 21 sono saltate fuori dal bauletto del loro scooter. Processati per direttissima sono stati condannati a un anno e 4 mesi. Lui li sconterà agli arresti domiciliari, lei che era incensurata ha potuto beneficiare della pena sospesa. Altri 9 ragazzi sono stati segnalati alla Prefettura come consumatori abituali di sostanze stupefacenti. La polizia ha invece denunciato in stato di libertà un ventunenne della provincia di Firenze, trovato con 3 grammi di fumo e un coltello a serramanico in viale Cavalieri di Vittorio Veneto. Per avere un’idea dell’alta “tensione” di questo ferragosto basta, calcolatrice alla mano, sommare agli ultimi arresti quelli fatti a partire da venerdì scorso da carabinieri e polizia. In tutto sono finiti in manette 30 ragazzi per detenzione ai fini di spaccio di sola anfetamina. E più di mille sono state le pastiglie "buone" sequestrate. In questi giorni il costo dello sballo, vista l’altissima offerta, è sceso notevolmente. Un esempio? Per ferragosto una “pasta” in un parcheggio qualsiasi di una discoteca non costava più di dieci euro.
Stefania Parmeggiani

 

IL GAZZETTINO (Padova)

 

Tanto lavoro nel week-end di Ferragosto

 

Polstrada, ritirate ben trentaquattro patenti

 

Castelfranco

Non dà la precedenza ed investe un’auto. Ferito il conducente ma non in maniera grave. Il tutto il giorno di Ferragosto a Trevignano. Sul posto la pattuglia della Polstrada di Castelfranco per i rilievi del caso. Si tratta dell’ultimo intervento in questo lungo fine settimana ferragostano di intenso lavoro per le pattuglie degli agenti della Polstrada. Tanti interventi, ma fortunatamente nessun incidente serio e tutto sommato automobilisti abbastanza attenti ed ordinati. I controlli delle pattuglie si sono concentrati in modo particolare lungo le strade statali e regionali, 53, 667 e 348. Nonostante questo però ben 34 le patenti ritirate dove la parte del leone la fa l’eccesso di velocità con 25 automobilisti fermati. Fra questi il caso più eclatante si è verificato fra Castelfranco e Cittadella dove un automobilista è stato fermato mentre correva a quasi 120 kmh. Due automobilisti sono stati fermati per guida in stato di ebbrezza. Fra questi significativo il caso di un cittadino boliviano di Piombino Dese nel padovano segnalato con 2,84 di alcolemia su un massimo di 0,50 consentito. Dopo essere stato accompagnato a casa dagli agenti, l’uomo in preda ai fumi dell’alcol ha tentato ancora di uscire in macchina in piena notte ma è stato ancora una volta fermato dalla Polstrada e riaccompagnato a casa una seconda volta. Nei controlli effettuati poi sono state ritirate sei patenti per sorpassi pericolosi, fermato un camionista che non ha rispettato il divieto di circolazione dei mezzi previsto per questo fine settimana ed infine è stato fermato un altro conducente che circolava tranquillamente senza la patente che gli era stata ritirata qualche giorno prima.

 

CORRIERE ROMAGNA

 

In due giorni “saltano” 78 patenti

Ravenna - All’indomani del week end più lungo e affollato dell’estate - si parla addirittura di centomila presenze a Marina di Ravenna alle feste organizzate nei Bagni - è tempo di bilanci definitivi per il servizio di controlli predisposti per prevenire episodi di ordine pubblico. I numeri forniti dal vicesindaco Giannantonio Mingozzi, che già nel giorno di Ferragosto aveva voluto ringraziare pubblicamente le forze dell’ordine, danno il senso di due giornate impegnative.Ma veniamo ai dati. Sono 73 - in base ai controlli effettuati dalla Polstrada con l’etilometro - le persone trovate con valori di alcool nel sangue superiori a quelli consentiti. Il che significa una persona su quattro su quelle sottoposte al controllo - circa 250 nelle due serate clou - per le quale scatterà il procedimento per il ritiro della patente. Cinque invece le patenti ritirate dalla Polizia municipale. Ed ancora: 21 le multe comminate per violazione dei limiti di velocità sempre dai vigili urbani soprattutto in via Trieste. Quasi trecento poi le infrazioni per sosta vietata rilevate della Polizia municipale nel litorale. La giornata più critica è stata quella del 14 agosto, con ben 172 multe per divieto di sosta, 120 le contravvenzioni effettuate nel giorno di ferragosto. Un numero altissimo, ma “il parcheggio selvaggio” negli stradelli questa volta c’entra solo di striscio: solo 10 multe. Sette infine le auto rimosse con l’utilizzo del carroattrezzi. Da luglio, da quando cioè l’Amministrazione comunale ha deciso di usare il pugno di ferro per contrastare soprattutto la sosta vietata appunto negli stradelli dei Bagni, sono state effettuate 35 rimozioni.

 

LA PROVINCIA DI CREMONA

 

In un solo colpo perde 35 punti sulla patente

Firenze — Gli è stata ritirata la patente e, nello stesso tempo, è stato penalizzato di 35 punti. È accaduto per ferragosto ad un 38enne toscano che è stato bloccato alla guida della sua Madza dai carabinieri dopo un inseguimento poichè l’uomo non si era fermato all’alt. All’indisciplinato automobilista, che peraltro si è anche opposto all’effettuazione del test alcolemico, è stata contestata oltre che la guida pericolosa e l’eccesso di velocità (140 kmh) lo stato di alterazione psicofisica dovuto all’assunzione di alcolici.

 

EMILIANET

 

Alla guida con un tasso alcolico da coma etilico 
51enne recidiva fermata dai Cc mentre zigzagava sulla provinciale da Albinea a Scandiano

SCANDIANO - Le segnalazioni giunte al 112 dei Carabinieri sono risultate essere fondate e più che mai tempestive in quanto effettivamente lungo la provinciale che da Albinea porta al comprensorio ceramico Scandiano i Carabinieri della Tenenza di Scandiano alle porte del paese hanno localizzato ed intercettato un’autovettura che zigzagava pericolosamente lungo la provinciale invadendo più volte la corsia di opposta percorrenza.
Nulla e nessuno sembrava fermare quella che potrebbe essere definita come una "meteora" in quanto ala vista dei Carabinieri la conducente ha pigiato sull’acceleratore dando corso ad un inseguimento protrattosi per alcuni chilometri sino a quando in presenza di un pericoloso incrocio semaforico ha optato per arrestare la marcia.
E’ stato questo il frangente in cui un Carabiniere sceso dalla vettura di servizio ha raggiunto

Giovedì, 18 Agosto 2005
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