Brescia, treno contro un camion
gravi il conducente e la capotreno
Il treno numero 18 di Trenord era partito dalla stazione di Brescia alle 7.58 alla volta di Breno in alta Valcamonica. Il camion, di una ditta di Travagliato, si stava dirigendo verso il centro di Corte Franca con il suo carico di terra. Le loro strade si sono incrociate a Borgonato di Corte Franca, in Franciacorta, al passaggio a livello di via Risorgimento. E l'impatto è stato devastante: sventrati la parte iniziale della motrice e l'abitacolo del tir, il cui cassone ha anche colpito il fianco della carrozza. Venti i feriti tra le quaranta persone a bordo, soprattutto straniere.
> FOTO - I soccorsi sul luogo dell'incidente
> VIDEO - La prima ricostruzione
A pagare le conseguenze più gravi sono stati l'autista del mezzo pesante, un 56enne bresciano, ricoverato in chirurgia all'ospedale di Brescia, e la capotreno, Roberta Rolandi, una 44enne di Pisogne, che sta lottando per la vita nella seconda rianimazione dello stesso ospedale. La sorte ha voluto che al momento dello schianto si trovasse proprio nella cabina di guida, alla destra del macchinista, e non tra i passeggeri a controllare i biglietti. Quello
stesso crudele destino che aveva portato il marito della donna, macchinista, a perdere la vita in un altro incidente ferroviario sulla stessa linea il 30 dicembre 1996, quando due convogli si scontrarono frontalmente. Gli altri diciotto feriti sono stati trasportati agli ospedali di Chiari, Ome, Iseo e alla Poliambulanza di Brescia; hanno riportato soprattutto contusioni e ferite lacerocontuse e sono stati dimessi nel primo pomeriggio con prognosi dai tre ai dieci giorni.
La dinamica dell'incidente sembra essere chiara, anche se l'ultima parola verrà pronunciata a indagini concluse. Il camionista avrebbe tentato di attraversare il passaggio a livello nonostante le luci rosse di stop fossero accese e le sbarre avessero cominciato ad abbassarsi. "Una condotta avventata", stando all'assessore ai Trasporti della Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo. Anche perché i binari in quel punto sono un po' infossati: per questo il Camion sarebbe stato costretto a rallentare con decisione la sua corsa, rimanendo bloccato dalle due barriere abbassate. A questo punto l'uomo sarebbe prima sceso dal mezzo per chiedere al vecchio casellante di alzare le sbarre per poi, però, risalire sul mezzo.
Il 56enne "ha forzato il sistema di sicurezza" ha spiegato Giuseppe Biesuz, l'amministratore delegato di Trenord, e "non ha neppure avuto l'accortezza di far proseguire la corsa del bestione". Se avesse premuto sull'acceleratore e abbattuto le sbarre, a 870 metri di distanza il segnale per il treno sarebbe diventato rosso e il convoglio avrebbe avuto il tempo di fermarsi. Viaggiava a 64 chilometri orari, al di sotto del limite degli 80 km all'ora di quel tratto, ma i freni d'emergenza non sono bastati ad evitare l'impatto.
da repubblica.it