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Articoli 06/07/2012

Dal blog "La torre di Babele"
Quella notte alla Diaz

di Pino Scaccia*

In questa foto, pubblicata oggi su quasi tutti i giornali, ci sono io. Sono quello cerchiato di rosso: ho il braccio alzato perchè tengo il flash. Lo specializzato di ripresa era quasi svenuto per la paura e allora lo abbiamo lasciato fuori del caos e ho aiutato io Franco Ceccarelli (che vedete più a destra, con la telecamera e un caschetto protettivo in testa) dandogli la luce per le riprese. Naturalmente stavamo davanti alla Diaz, quella notte terribile, che ho ricostruito subito dopo le tragiche vicende. C'erano molti miei amici poliziotti con cui avevo condiviso all'estero risate e spaghetti. Alcuni di loro, ricordo, mi hanno baciato prima di entrare con il manganello dentro la scuola. Dunque, non sto contro di loro. Ma quello che è successo in quei giorni a Genova è fra le pagine più nere della storia italiana. Un'operazione sbagliata (l'unico che aveva capito che sarebbe finita male era quel grande sbirro di La Barbera che infatti se ne è andato), certamente un'operazione ordinata.  Tutto sbagliato, fin dall'inizio: dalla gestione della piazza dove le forze dell'ordine sono andate appresso al corteo, come quando all'oratorio si va appresso al pallone, trascurando le altre parti della città devastate dai black-bloc. Tante verità che non sono mai state chiarite, come gli errori esasperati dalla rivalità con i carabinieri (erano stati appena nominati quarta forza armata perdendo però il controllo dell'ordine pubblico, cosicchè un colonnello magari doveva prendere ordini dall'ultimo ispettore della Questura).

Si è fatta molta confusione, come accomunare la morte di Giuliani al resto degli scontri: il suo caso è diverso, è stato in qualche maniera un incidente, i fatti gravi (con tutto il rispetto per un ragazzo morto) sono altri. Il g8 è stato sicuramente uno spartiacque per tanti motivi. Mai si era sentito parlare di torture, come a Bolzaneto. Mai c'erano state tante telecamerine a documentare le violenze. Ricordo addirittura i Nocs, un reparto superaddestrato, perdere la testa e picchiare i ragazzini. Ma soprattutto mai c'era stata la prova di tante falsità nei verbali della polizia. Rapporti manipolati, quelle due molotov (ci sono i documenti filmati) portate dentro la Diaz per giustificare il blitz, retate negli ospedali ore dopo passate come arresti in flagranza. La sentenza (definitiva) di oggi in Cassazione colpisce clamorosamente i vertici della polizia. In alcuni casi si tratta di personaggi promossi e questo la dice lunga sulla copertura (e responsabilità) politica. Fra i tanti, ricordo Gratteri quella notte: lo posso dire perchè la mia testimonianza è finita nella sentenza. Lui, capo dello Sco, cioè un reparto squisitamente investigativo che con l'elmetto in testa e il manganello entra alla scuola (un ruolo da celerino invece che da alto dirigente) e guida il pestaggio. Pensate che è stato il capo del pool che ha incastrato il mostro di Brindisi. Ma adesso dovrà lasciare, perchè dei poliziotti bisogna tornare a fidarsi. Dispiace solo che la giustizia italiana ci abbia messo undici anni a scrivere la verità. Talmente tardi che sono stati tutti assolti dall'accusa di lesioni personali. Non perchè erano innocenti, ma solo perchè il reato ormai è prescritto. Resta comunque molto amaro in bocca.

 

*Giornalista inviato speciale blogger

 



 

Venerdì, 06 Luglio 2012
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