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Notizie brevi 11/07/2012

«Chi ha ucciso nostro fratello
non farà neanche un giorno di galera»
Parlano i fratelli di Nicolò Savarino, travolto sei mesi fa da un Suv e trascinato per centinaia di metri

Nicolò Savarino

 

> VIDEO - «Vogliamo giustizia»

 

RHO - Non ci dormono la notte Rocco e Carmelo. «Chi ha ucciso nostro fratello non farà neanche un giorno di galera», temono entrambi. Il pensiero fisso che chi ha ucciso con un Suv il loro fratello potrebbe farla franca, alimenta la rabbia che covano ormai dal 12 gennaio scorso. I Savarino, quattro fratelli siciliani, due in ferrovia, Rocco (57 anni) e Carmelo (38 anni). Poi Sandro, 48 anni, operaio edile che ha scelto di rimanere giù al Sud. E Nicolò, ghisa, vigile urbano a Milano. Tre su quattro al Nord, dopo la gioventù trascorsa a Campobello di Licata. Storia uguale a quella di tanti immigrati in cerca di lavoro al Nord. Un pomeriggio di sei mesi fa, Nicolò era in divisa, in servizio, nel suo quartiere: Bovisa. La sua vita di 40enne tranquillo si incrocia con quella di Remi Nicolic, alias Goico Jovanovic, alias Davide, un giovane nomade dalle mille identità e, soprattutto, dall'età incerta: 17 anni? Diciotto anni?

LA VICENDA
- Remi Nicolic è accusato di aver travolto e ucciso a bordo di un Suv l'agente di polizia locale che gli si era posto davanti con la sua bici e di averlo trascinato sotto il mezzo per duecento metri. Quel giorno arrivò al comando dei vigili la telefonata di un cittadino che segnalava la presenza in un parcheggio di un camper abitato da alcuni sinti italiani. Due vigili (uno era Nicolò) si presentarono per un controllo. Dal camper scese un anziano giostraio con una stampella. In quel momento passò un Suv a forte velocità, che ferì l'anziano. Nicolò Savarino, fece in tempo con la bicicletta a raggiungere l'uscita del parcheggio e cercò di bloccare la fuga dell'auto. Il Suv però lo travolse in pieno e lo uccise. Il giovane Remi fuggì all'estero, ma tre giorni dopo fu bloccato alla frontiera ungherese con addosso quattro diverse carte d'identità.

 


MINORENNE - Ora è arrivato il responso: Remi sarà processato dal Tribunale per i minorenni nel febbraio del 2013, probabilmente con rito abbreviato. La perizia disposta dai magistrati ha accertato che il ragazzo quel giorno poteva essere minorenne. Questo perché dalle analisi è venuto fuori un range di età possibili al momento del fatto che spazia dai 17 anni e mezzo fino ai 20. E per la legge italiana, tanto basta. Nicolic, accusato di omicidio volontario, non sarà processato dal Tribunale ordinario. «Così non rischia più di essere condannato all'ergastolo», afferma Rocco. Da quel momento in casa Savarino le strade si dividono: la legge da una parte, il dolore dall'altra. Infatti, il principio del favor rei, che nel dubbio applica la norma più favorevole all'accusato, consente al ragazzo di venire processato dal Tribunale per i minorenni. «Questa è la giustizia italiana - afferma Carmelo Savarino con rabbia -. Mio fratello è morto e l'assassino rischia di essere affidato a un centro di recupero. E per di più cerca di far vincere l'idea dell'omicidio colposo su quello volontario. Lui ha detto di non aver visto mio fratello». «Insomma - aggiunge Rocco - vogliono far passare la cosa come se si trattasse di un qualsiasi incidente stradale».

LE PRECEDENTI PERIZIE - I fratelli Savarino citano ben tre perizie (radiografie ai polsi), effettuate in precedenza per altri reati (una del giugno 2010), che dimostrerebbero che il ragazzo era maggiorenne già a fine 2010. Sono confusi, chiedono giustizia, rifiutano i 200mila euro offerti dalla famiglia dell'imputato e si preparano ad una lunga battaglia legale. «Mio fratello è morto per cercare di rendere migliore la vita dei milanesi - afferma Carmelo -. Non chiediamo un rispetto particolare per la divisa che portava, ma questa perizia che spedisce chi ha ucciso nostro fratello al tribunale dei minori non ci convince: per l'83% risulta maggiorenne e lo considera minorenne per il 17%. Questa legge che tutela i colpevoli, chiunque essi siano, non ci piace. E questa la giustizia italiana?».

 


di Nino Luca
da corriere.it

 


 

Mercoledì, 11 Luglio 2012
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