Torino
Bambino investito sulle strisce,
11 anni ai due pirati della strada
Fuggirono dopo aver travolto
il piccolo mentre attraversava
con i genitori
Correvano dal
pusher per comprare eroina
Il legale: «Sentenza farà scuola,
è pena da omicidio volontario
(Nota ASAPS: Una sentenza coraggiosa e finalmente giusta! Ora speriamo che non si trasformi negli altri gradi del processo)
TORINO - Undici anni in cella, il verdetto è definitivo. Ben più della richiesta del pm Gabriella Viglione – 8 anni e 4 mesi di carcere – dovranno scontare Francesco Grauso, 26 anni, e Alessandro Cadeddu di 34, i due sardi residenti ad Aosta, che investirono una coppia sulle strisce pedonali, uccidendo il figlio, Alessandro Sgrò, di soli 7 anni. La tragedia risale al 3 dicembre scorso quando la Clio grigia dei due pirati della strada travolse in corso Peschiera piccolo e genitori, appena usciti da un negozio di giocattoli. Anche il padre, Calogero, rimase gravemente ferito nell’impatto, riportando un trauma cranico e diverse fratture. Oggi i due sono stati giudicati con rito abbreviato: su di loro le accuse di omicidio colposo aggravato, lesioni colpose aggravate e omissione di soccorso.
Entrambi tossicodipendenti Cadeddu e Grauso, intestatario dell’auto, quel pomeriggio si trovavano a Torino per procurarsi la droga, e, secondo quanto emerso dalle indagini, dopo lo scontro mortale hanno raggiunto il pusher per farsi consegnare la dose di eroina. Sono stati rintracciati un mese e mezzo dopo, grazie ai pezzi lasciati sull’asfalto dall’auto killer: un fanale e un pezzo di paraurti, confrontati con almeno 80 vetture dello stesso modello. Sulla carrozzeria ancora evidenti i danni provocati dal terribile impatto e il sangue delle vittime. Cadeddu e Grauso, attualmente detenuti in comunità di recupero in Valle d'Aosta, hanno assistito alla lettura del dispositivo in aula dove c'era anche Simonetta Del Re, madre del piccolo. La famiglia aveva ritirato la costituzione di parte civile stamani in apertura d'udienza dopo avere trovato un accordo con l'assicurazione sul risarcimento ai genitori per la sola morte del bambino, definito «congruo» dall'avvocato Claudio Strata.
«La nostra vita da allora non esiste più. La sentenza? Mi sembra che vada bene ma è chiaro che niente ci può restituire quello che abbiamo perso», sono le prime parole della mamma di Alessandro. Il marito, invece, rimasto in coma per diversi mesi, è ancora ricoverato in una struttura di recupero. «I due investitori non ci hanno mai contattati, oggi era la prima volta che li vedevo», ha continuato la donna, che ha spiegato anche di aver ricevuto molta solidarietà da amici e conoscenti e dagli abitanti di Caselle Torinese, dove la famiglia risiede. Una sentenza che, secondo il legale Strata, farà scuola perché «pene così pesanti portano quanto accaduto ai livelli dell'omicidio volontario con dolo eventuale». «Credo che non sia mai successo che il passeggero fosse considerato responsabile di un fatto commesso materialmente dal conducente», ha spiegato, sottolineanche che il giudice non ha riconosciuto nessuna delle attenuanti richieste dai difensori degli imputati. «Non c'era la prova della condotta del passeggero Grauso a istigare il conducente Cadeddu – ha aggiunto –, ma il giudice in questo caso ha riconosciuto che affidare questo veicolo a una persona che pacificamente assumeva eroina insieme a lui abbia messo Grauso nella condizione di dover prevedere quello che poi si è verificato».
da lastampa.it