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Rassegna stampa alcol e guida del 31 luglio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
 
Oltre al «giallo» del biglietto, gli inquirenti devono chiarire molti aspetti dell’incidente
Forse Ruggiero, l’investitore, aveva trascorso la serata nella stessa discoteca dove era stata Elisa con gli amici.

Ha rischiato seriamente il linciaggio, coi Carabinieri che a fatica l’hanno isolato dall’inevitabile ira di quei momenti in cui una giovane vita si spezza improvvisamente al traguardo dei 19 anni. Ruggiero Muraglia, l’investitore, ha la fedina penale pulita, sebbene il suo nome ricorra in un’inchiesta della magistratura. Ma «nessun definitivo», dunque, come si dice in gergo negli ambienti giudiziari. Elisabetta Troia, la vittima, non ha, forse, nemmeno avuto il tempo di rendersi conto che il fresco diploma di maturità scientifica era l’ultimo risultato della sua giovane esistenza, perché a quell’età la parola «morte» non si pensa sia compagna di comitiva all’uscita da una discoteca. Forse nella veloce e concitata dinamica dell’incidente Elisabetta è finita anche sotto le ruote della Bmw prima di essere definitivamente sbalzata ad una decina di metri dal punto d’impatto. Il suo corpo era un ammasso di ossa fratturate ed emorragie; il volto sfigurato. Ruggiero l’ha travolta ed è scappato. Perché guidasse all’impazzata non è dato saperlo. Né mai si saprà se fosse eventualmente sotto gli effetti di alcool o droghe. Quando i Carabinieri l’hanno arrestato erano passate circa tre ore. A quel punto, secondo il magistrato inquirente, i risultati delle analisi potevano comunque essere inattendibili. Un incidente che giunge all’indomani dell’annuncio delle nuove norme di revoca perpetua della patente per chi provoca morte guidando in stato di ebbrezza o similare. Domattina Muraglia, assistito da avvocati dello «Studio Di Terlizzi», sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia. Poi il gip del Tribunale di Trani Roberto Oliveri Del Castillo dovrà esprimersi sulla richiesta di convalida di arresto e contestuale emissione di ordinanza di custodia cautelare formulata dal pm Mirella Conticelli per le accuse di omicidio colposo ed omissione di soccorso. Ma forse, paradossalmente, per Muraglia il carcere è il posto più sicuro dopo il linciaggio sfiorato all’alba di venerdì. Dal suo interrogatorio, qualora Muraglia non respinga le responsabilità o si avvalga della facoltà di non rispondere, si potrebbe capire il perché di quella folle scorrazzata, se fosse la prima volte che passasse dal lungomare, se conoscesse la vittima, perché non si sia fermato, e se fosse solo a bordo della potente autovettura. Al vaglio degli inquirenti le dichiarazioni di un amico di Muraglia, che non risulta iscritto nel registro degli indagati, giunto con lui al pronto soccorso di Bisceglie. Stando al suo racconto, Muraglia, in tarda serata, l’avrebbe accompagnato con l’auto in un locale della litoranea di Trani. Dopo alcune ore sarebbe stato ripreso a bordo di una moto. Muraglia gli avrebbe detto di andare insieme all’ospedale di Bisceglie perché aveva saputo di un incidente stradale in cui erano stati coinvolti degli andriesi. L’amico avrebbe appreso del coinvolgimento di Muraglia solo in ospedale vedendolo prima accusato da alcuni amici della vittima e poi arrestato dai Carabinieri, che nel frattempo avevano individuato l’autovettura pirata nascosta nel box dell’investitore. Muraglia, dunque, sarebbe scappato dal luogo dell’incidente tornando ad Andria dove, posteggiata l’auto, aveva preso la moto per recarsi in ospedale a verificare l’entità dell’investimento. Stando dunque alle dichiarazioni dell’amico, Muraglia, prima, sarebbe passato da Trani riprendendolo dal locale dove l’aveva lasciato alcune ore prima. Il pm Conticelli intende comunque verificare tempi e dichiarazioni, e se, come emerso da una ridda di voci, Muraglia avesse passato la serata nella stessa discoteca del lungomare di Bisceglie dove Elisabetta, in compagnia della sua comitiva, si era regalate le ultime ore della sua breve, troppo breve, esistenza. Antonello Norscia.

ROMA ONE. IT
 
Diabolik ai giovani: "Guidate in sicurezza"
Al via il 30 luglio la campagna di sensibilizzazione per la sicurezza stradale contro il fenomeno dell’alcolismo giovanile. Con la partecipazione straordinaria di Diabolik e Ginko, Snoopy, Bobo e la bellissima Miele. Traffico: dieci milioni in viaggio. Non solo in strada, molti scelgono l’aereo.
Roma - Anche questa estate parte la campagna nazionale per la sicurezza stradale "Vacanze coi fiocchi", realizzata dal Centro Antartide con la collaborazione della Fondazione ANIA e dell’Assessorato alle Politiche Sociali ed alla Salute di Roma.
La campagna di sensibilizzazione, giunta alla sua sesta edizione, è quest’anno interamente dedicata al problema della guida in stato di ebbrezza, che in Italia rappresenta la causa maggiore di decessi dei giovani under 30 (circa il 40% degli incidenti stradali sono causati dall’alcool, la maggior parte vede coinvolti i più giovani).
Migliaia di libretti illustrativi, di adesivi con il logo della campagna (un tranquillo "Joe Falchetto" alla guida di un pneumatico "good holidays") e di depliant illustrativi delle regole per una guida sicura saranno distribuiti in piazze, strade ed in 15 caselli autostradali tra i principali per l’esodo verso mare, montagna e città d’arte. Saranno coinvolti anche centinaia di comuni, province, associazioni e radio, per le quali sono stati fatti anche spot con testimonial d’eccezione tra i quali Piero Angela, Stefano Baldini e Margherita Hack.
Ambasciatori di questa iniziativa di sensibilizzazione, oltre ai già citati, saranno soprattutto i mitici personaggi del mondo dei fumetti, ed i loro autori naturalmente: Snoopy (il buon vecchio Schultz) e la sua simpatia, Diabolik (delle mitiche sorelle Giussani) con i suoi messaggi sulla sicurezza che sembrano più minacce che altro, Bobo (il cinico Staino) con il suo sarcasmo e Miele (l’artista Milo Manara) con tutto il suo erotismo. Ed ancora Vauro, Giannelli, Bozzetto, Altan e molti altri .
Insomma un messaggio che tende ad arrivare a chiunque, secondo i gusti individuali di ciascuno, ma che vuole sensibilizzare tutti verso un fenomeno, quello dell’ebbrezza al volante, che di anno in anno in Italia si sta trasformando in una vera e propria piaga sociale.

IL GAZZETTINO (Padova)
 
MONSELICE La prevenzione con i giovani resta una voce del deserto. La Quintario scrive alla Moratti: «Serve l’educazione al bere, come nel nord Europa»
Etilometro alle sagre, campagna fallita
Dopo San Cosma nessuno ha raccolto la proposta di Peraro. E il centrosinistra lo accusa: «Solo pubblicità».

(O.M.) L’etilometro introdotto alle feste della birra sembrava il classico uovo di colombo. L’iniziativa alla fine, però, si è stemperata nei boccali della schiumosa bevanda. Il problema è tornato al punto di partenza. Le feste della birra estive non hanno accolto l’iniziativa. Nemmeno quella di Carceri, che aveva inizialmente aderito all’iniziativa. Ad Arre ci sono stati controlli esterni, ma da parte dei carabinieri.
Quindi la campagna lanciata dell’assessore alle Politiche Sociali di Monselice, Stefano Peraro, in collaborazione con il Ser.T. (Servizio per la tossicodipendenze) dell’Usl 17 non ha varcato i confini di San Cosma. E’ rimasta una voce nel deserto.
Qualche consigliere del centrosinistra di Monselice l’ha definita «un’idea pubblicitaria» e la mancanza di concreti risultati sembra dar credito a queste affermazioni. Ma Peraro non ha abbandonato la propria idea e sta cercando di mettere a punto la strategia necessaria per attuarla. Mentre la vicepresidente del consiglio comunale di Monselice, Tiziana Quintario, si è convinta sempre più della necessità di diffondere una nuova cultura del bere. Perciò ha scritto al ministro della Pubblica Istruzione, Letizia Moratti.
«In Italia manca la cultura, diffusa nei Paesi Nordici ed Europei, secondo la quale chi deve guidare rimane sobrio - dice la Quintario - Non consuma nessun tipo di bevanda alcolica. Per questo motivo ritengo indispensabile e non più rinviabile l’introduzione e l’attuazione, a partire dalle scuole dell’obbligo e in tutti i luoghi di aggregazione e ritrovo dei giovani, di programmi educativi sugli effetti, sull’uso e abuso di bevande alcoliche. Solo una valida educazione, protratta nel tempo, riuscirà a costruire e diffondere la cultura del bere sano e la consapevolezza che anche un solo bicchiere può alterare lo stato di coscienza. Per ogni giovane diventerà naturale astenersi dal consumare bevande alcoliche, se poi dovrà guidare.
A nulla sembrano servire le iniziative adottate a livello locale quali l’etilometro, all’interno di feste e locali, per chiunque desideri verificare il proprio tasso alcolico, gli ingressi gratuiti alle discoteche o l’offerta di consumazioni analcoliche per chi poi deve guidare. Nè effetti migliori sembrano avere le severe misure legislative recentemente adottate o in fase di adozione. Ho voluto dare un senso alla mia proposta e quindi ho scritto al ministro della Pubblica Istruzione. Non è sufficiente l’insegnamento dell’educazione stradale ai ragazzi, ma è necessario aggiungervi l’educazione al consumo di bevande alcoliche, in modo da creare sin dalla prima età la cultura del non bere per chi guida e limitare anche l’uso di alcol tra i giovanissimi».
IL MESSAGGERO (Ostia)
 
Controlli della polstrada: 51 patenti ritirate e biglietti gratis per discoteche.
Superlavoro per la Polizia stradale che venerdì notte ha presidiato la Rotonda di Cristoforo Colombo e via dell’Aurelia a Torre in Pietra. Le sette pattuglie più l’auto della polizia giudiziaria agli ordini del capitano Rolando Pazienza hanno proceduto al controllo di circa 500 auto e 800 passeggeri. Il bilancio finale comprende il ritiro di 51 patenti (trenta riguardano automobiliste). Di queste 22 riguardano la guida in stato d’ebbrezza e 11 il superamento dei limiti di velocità. Per ”premiare” gli automobilisti più coscienziosi sono stati regalati trenta biglietti d’ingresso alle discoteche ”Cafè del Mar” e ”Gilda on the beach”.
L GAZZETTINO (Venezia)
 
Iniziativa sulle strade che portano al mare da parte della Polstrada di Venezia contro le "stragi" della notte
Controllate 260 persone in auto
Ritirate una ventina di patenti per guida in stato di ebbrezza ed eccesso di velocità.
Da una parte il traffico delle vacanze, dall’altra l’attenzione e il controllo per cercare di evitare le «stragi del sabato sera». Operazione della Polizia stradale di Venezia l’altra notte - ma l’intervento proseguirà anche nella notte appena trascorsa - in particolar modo lungo le strade che conducono alle località di mare, in particolare verso Jesolo e le altre stazioni balneari del litorale veneziano.
Lungo queste strade della provincia, gli agenti della Polstrada hanno allestito una serie di posti di blocco giungendo complessivamente al controllo di 260 persone. Nell’ambito di questi controlli che hanno visto all’opera sette pattuglie, sono stati individuati 17 conducenti che si trovavano alla guida in stato di ebbrezza, tra loro - fanno notare gli uomini della Polstrada - vi è stata un’alta percentuale di donne. A tutti gli autisti trovati in condizioni psico-fisiche non ottimali è stato ritirato il permesso di guida e decurtati i punti dalla patente.
Durante l’attività di controllo di chi guida in stato di ebbrezza, parecchi sono stati gli automobilisti ai quali è stato chiesto di sottoporsi al test dell’etilometro. In quest’ambito va sottolineato che la Polstrada ha regalato ben 33 biglietti omaggio per l’ingresso in discoteca nell’ambito dell’iniziativa «Guido con prudenza» organizzato dalla Polstrada e che vede la collaborazione tra l’altro dell’associazione vittime della strada e dei gestori delle sale da ballo. Gli stessi agenti fanno notare che proprio il numero considerevole di persone alle quali è stato donato il biglietto omaggio fa pensare ad un vero e proprio interesse, ma soprattutto attenzione alla guida dove almeno uno delle persone che trascorre qualche ora in compagnia, si impegna a non bere e a portare a casa gli amici.
Oltre al controllo sull’alcool, i poliziotti hanno bloccato due persone, una delle quali un ventottenne italiano che correva a 183 chilometri all’ora in autostrada, per eccesso di velocità. In particolare la Polstrada segnala che, soprattutto nelle ore notturne, vi è spesso un costante mancato rispetto dei limiti di velocità, soprattutto sulle strade minori. Infine sono state ritirate due carte di circolazione ad altrettante vetture trovate non in regola con i documenti di viaggio.
AGI
 
ubriaco investe pellegrini, 7 feriti.
(AGI) - Campodimele (Lt): ubriaco al volante investe nella notte comitiva di 50 persone in pellegrinaggio verso santuario, 7 feriti.. - Erano partiti da Pico (piccolo centro in provincia di Frosinone) per raggiungere a piedi il santuario della Madonna della Civita sulle colline di Itri. La comitiva, composta da cinquanta persone, aveva già raggiunto il territorio di Campodimele (paesino in provincia di Latina); poi all’improvviso un’auto impazzita ha spezzato il gruppo investendo sette di loro. E’ accaduto intorno alle 2 di notte. Un operaio del posto, al volante di una Panda Fiat, ha superato un camioncino che viaggiava nella sua stessa direzione centrando i sette pellegrini che camminavano lungo il ciglio dell’unica strada che collega il territorio di Lenola con quello di Campodimele. I sette feriti sono stati tutti ricoverati negli ospedali di Formia e Pontecorvo. Secondo i primi accertamenti, effettuati dai carabinieri della stazione di Lenola, l’operaio (40 anni) guidava in stato di ebbrezza. Immediato il ritiro della patente.

IL GAZZETTINO (Pordenone)
 
IL CASO
Più si arrabbiava più l’alcoltest saliva.

(A.S.) Più si arrabbiava e più il suo tasso alcolico saliva. E alla fine ci ha rimesso la patente con tutto il camion. Questo quanto è successo venerdì sera a un camionista trevigiano, il quale, transitando un po’ troppo velocemente per Sacile, non si è fermato all’alt della Polizia stradale. Gli agenti lo hanno così inseguito per circa 2 chilometri e poi lo hanno sottoposto all’alcoltest. Alla prima prova il camionista, C.A. di 35 anni, è risultato avere nel sangue un grado alcolico pari a 1,20 milligrammi per litro, mentre il massimo consentito è di 0,50. La cosa lo ha fatto imbufalire ed ha cominciato a protestare. L’agente Marco Crozzoli, tentando di rabbonirlo, l’ha convinto a ripetere la prova, dicendogli: «Chissà, magari va meglio...». Invece al secondo tentativo il grado alcolico è salito a 1,44. Immediatamente è scattato il ritiro della patente. E il camionista ha dovuto attendere in strada che il titolare della ditta lo venisse a recuperare per la strada.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Bevve alcol e fu fermato arrestato.
La guida in stato ebbrezza è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. E così Roberto Dascoli, un 29enne barlettano già con diversi precedenti penali alle spalle, è stato arrestato per cumulo pene in esecuzione di un provvedimento emesso dall’Ufficio esecuzioni pene del Tribunale. Il giovane, infatti, è stato chiamato a dover scontare una pena detentiva di 15 giorni in regime di arresti domiciliari e a pagare un’ammenda di 258 euro. D’Ascoli, nell’ottobre del 1999, durante un controllo effettuato dalla polizia stradale, fu trovato alla guida della sua autovettura in evidente stato d’ebbrezza in conseguenza dell’uso di bevande alcoliche. Pare che poco prima fosse uscito da un ristorante. Per questo motivo, secondo quanto previsto dall’art. 186 del codice della strada, fu denunciato. A distanza di qualche anno, la pena è stata cumulata alle altre che pendevano sul suo conto e, per questo, è stato arrestato. Il provvedimento è stato eseguito dai poliziotti della squadra anticrimine del commissariato di Barletta nell’ambito di alcuni servizi di controllo effettuati in tutta la città. Gianpaolo Balsamo.
IL GAZZETTINO TREVISO
 
L’alito lo tradisce, ritirata la patente
Fermato sulla Feltrina dall’autovelox, rimane appiedato dopo l’alcoltest.
Viene fermato per eccesso di velocità ma finisce col ritrovarsi senza la patente a causa di uno "sforamento", sia pur modesto, dei limiti di tasso alcolico. È accaduto ieri sera, attorno alle 23, a un trentenne di Villorba, A.S. che assieme alla propria ragazza stava percorrendo la Feltrina a bordo della propria autovettura.
Poco prima dello stadio di rugby il telelaser posizionato sull’arteria ha rilevato il superamento del limite dei 50 chilometri orari da parte della Fiat Punto del giovane, di quel tanto che bastava per far scattare la segnalazione, circa 75 chilometri all’ora. La vicenda, un controllo come tanti, si sarebbe potuta chiudere lì, a quel punto, con un’ammenda di 137euro e la decurtazione di due punti dalla patente a causa della velocità oltre il limite, che la pattuglia dei vigili urbani stava per l’appunto applicando.
Senonché, parlando con il ragazzo, gli agenti si sono accorti dell’alito che a loro giudizio è apparso un po’ pesante e lo hanno quindi invitato a sottoporsi alla prova dell’etilometro. Il test ha rilevato un tasso alcolemico dello 0,69. Un dato, quindi, appena di poco superiore al limite di 0,50, ma quanto è bastato per far scattare il ritiro immediato della patente del ragazzo.
Il quale, dunque, oltre alla decurtazione di ulteriori 10 punti dalla stessa, si ritrova a vedersela sospesa e con il deferimento all’autorità giudiziaria per "guida in stato di ebbrezza". In realtà, per far raggiungere all’etilometro quel valore sono in teoria sufficienti due birre (o cinque calicetti di vino), ma tutto dipende anche dal metabolismo individuale. Insomma, per perdere la patente (e sottoporsi a una trafila di procedimenti anche lunghi) basta talvolta davvero poco, considerato che, ad esempio, che i casi ubriachezza manifesta fanno schizzare l’apparecchiatura fino al valore 2.
Il ragazzo in questione, l’altra notte, non ha obiettato, arrendendosi all’evidenza delle (sia pur esigue) cifre denunciate dall’etilometro. Non così, giorni fa, altri suoi coetanei, che incappando in un altro pattuglione notturno e trovati con un tasso di poco superiore, avevano protestato per la fiscalità del provvedimento («non è ubriachezza molesta...è pazzesco...la legge va interpretata, non applicata così»). Ma tant’è, gli agenti suggeriscono la ricetta forse più banale, ma anche la più efficace: non bere affatto prima di mettersi al volante, in quanto è difficile capire quando si sfora il limite e come agisce il metabolismo.
La nottata di pattuglia lungo la Feltrina si è poi conclusa con un altro ritiro patente (per mancato rinnovo del certificato medico) e con il sequestro di quattro ciclomotori "potenziati", anch’essi traditi dall’autovelox.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
 
In preda all’alcol aggredisce militari dell’Arma .
 NOVA SIRI Una notte movimentata nella tranquillità dell’estate novasirese quella in cui un ventiquattrenne del posto, Emanuele Mele, noto alle forze dell’ordine, è stato arrestato dai carabinieri della Compagnia di Policoro per resistenza, violenza e lesioni a pubblico ufficiale. Secondo l’accusa, Mele, in preda ai fumi dell’alcol, è entrato in un locale pubblico della Marina dove, si sa, il divertimento notturno non manca ed avrebbe cominciato dapprima a dar fastidio agli avventori. Poi, all’arrivo di carabinieri ed agenti della Polstato, prontamente intervenuti dopo la puntuale chiamata, si sarebbe scagliato contro di loro inizialmente con frasi ingiuriose e minacciose e successivamente aggredendoli fisicamente. Non è stato facile bloccarlo e arrestarlo prima di trasferirlo alla casa circondariale di Matera. I militari intervenuti, infatti, hanno riportato lesioni pur se guaribili in pochi giorni. fi.me.
CORRIERE ROMAGNA
 
Denunciati cesenati ubriachi al volante, giovani con hashish, ed evasi da casa.
CESENA - Denunce a raffica nel Cesenate: i carabinieri hanno fermato negli ultimi giorni un numero considerevole di giovani ubriachi al volante, in possesso di stupefacenti o addirittura, evasi dagli arresti domiciliari... per prendere una boccata d’aria. E’ il bilancio del consueto servizio di controllo effettuato dai militari. Secondo quanto emerso, alla paletta, sono stati fermati 4 cesenati in pericolo stato di ubriachezza, 3 con addosso hashish ad uso personale, tutti segnalati e ai quali è stato ritirato il documento di guida. Inoltre, due soggetti, emersi sotto restrizione e controllo dei servizi sociali, sono stati beccati mentre si trovavano in giro, anzichè fra le 4 mura della propria abitazione.
CAFFE’EUROPA
 
La Polonia in un bicchiere di vodka
Jerzy Pilch con Mauro Buonocore.
Se potessimo fare il ritratto di un Paese attraverso i suoi scrittori, la Polonia di Jerzy Pilch avrebbe il volto di un uomo che, dietro un velo di spontanea modestia, non riesce a nascondere un acume pieno di sarcasmo.
Si schermisce, lo scrittore, quando gli dico che vorrei parlare con lui di Sotto l’ala dell’Angelo Forte, il suo romanzo tradotto nei principali paesi europei e ora giunto anche in Italia pubblicato da Fazi editore; abbassa lo sguardo, sorride: “It’s a joke, just a student’s joke”, borbotta tra sé. Ma non è vero, e lui lo sa. Sotto l’ala dell’Angelo Forte è molto più di un gioco, è una storia di alcolismo e di amore, è il racconto di una resurrezione dal vizio che si celebra nella forza della letteratura e della scrittura, è un viaggio alle radici dell’animo umano che prende forma nei personaggi disegnati dalla penna di Pilch. E allora la modestia cede il passo all’ironia che viene fuori negli aneddoti presi dall’infanzia, dalla comunità protestante in cui è nato nel 1952 e in cui è cresciuto e si è formato, nel racconto del padre che misurava il talento degli scrittori con la lunghezza delle loro opere. Quando poi lasciamo la letteratura per iniziare a parlare dell’Unione europea, l’ironia si fa sarcasmo: “Se esiste una cultura che identifichi tutti gli europei? Non conosco l’Asia e la sua cultura, quindi non posso rispondere”. E se mi azzardo a parlare dei referendum che hanno bocciato la costituzione europea: “Quando penso a un referendum mi viene in mente uno dei più noti referendum che siano mai stati fatti, quello che chiamò le persone a scegliere tra Gesù e Barabba. Sono abbastanza contrario ai referendum”.
Ma la nostra conversazione, dicevamo, è partita dalla letteratura, dal libro che gli è valso in patria il prestigioso premio Nike, e soprattutto dal fatto che il romanzo è incentrato sul vizio, sulla compulsione dei suoi personaggi a ripetersi nell’errore, fino non saper riconoscerlo per abbandonarlo, fino a farne una virtù e a vivere in uno stato di normalità alcolica segnata da una citazione di Sören Kierkegaard: “il vero uomo è colui che desidera ripetere”.
Perché ha scelto proprio l’alcolismo come vizio per raccontare i suoi personaggi, cosa c’è di speciale nello scrivere del bere?
Mi sono concentrato nella cosa che conoscevo meglio. Raccontare con la voce di un ubriaco le storie di tanti ubriachi richiede un certo stile, un linguaggio che è legato allo stato di ebbrezza. Io ho utilizzato le mie naturali propensioni a un uso della lingua manierato, elaborato, complicato. Ma questo non significa che io scrivo sotto l’effetto dell’alcool, al contrario, utilizzo l’alcool perché si avvicina a uno stile che trovo naturale nella mia scrittura. Alla fin fine ho imparato prima a scrivere che a bere.
Il mio modo di scrivere potrebbe trovare un legame con Kierkegaard nella cultura protestante che mi ha formato sin dall’infanzia. Sono cresciuto a Wisla, una piccola comunità protestante, a stretto contatto con le sacre scritture, con traduzioni arcaizzanti della Bibbia, con i canti e i salmi che in qualche modo mi sono entrati nel sangue, nel patrimonio genetico. A Wisla incontrai una volta un mio coetaneo, gli chiesi come se la passasse, lui voleva dirmi che da due settimane non toccava alcool, ma la sua risposta fu: “Il mio cammino si è raddrizzato”. Ecco cosa intendo quando dico che la cultura protestante di Wisla ha condizionato il mio modo di scrivere.
Lei è molto noto in Polonia, e ora i suoi libri varcano i confini del suo paese. Che effetto le fa essere tradotto per lettori stranieri?
Mi fa molto piacere che i miei libri siano letti in Italia, in Francia, in Spagna, e questo mi fa sentire un po’ in dovere di scrivere in maniera più chiara, con frasi più brevi rispetto al mio abituale stile di scrittura.
Vede, sono abituato a scrivere frasi molto lunghe ed elaborate, e questo è probabilmente una cosa che ho ereditato da piccolo. Mio padre era una persona molto autoritaria, un ingegnere e un appassionato lettore, in particolare era un ammiratore di Thomas Mann. Allo stesso tempo, però, non riusciva a capire molto i libri di Mann, soprattutto il Dottor Faust; allora leggeva e rileggeva più volte una stessa pagina, prendeva appunti e poi me li mostrava, mi indicava il brano su cui si era soffermato e mi insegnava a distinguere un capolavoro da un romanzo qualsiasi: “I capolavori – diceva – li riconosci dalla lunghezza delle frasi; prendi il Dottor Faust, ad esempio: le frasi più lunghe sono quelle che ne fanno un vero capolavoro”. Mio padre, insomma, voleva insegnarmi che esiste una misura del capolavoro.
La Polonia è uno dei nuovi membri dell’Unione europea, e proprio l’allargamento ai nuovi paesi ha giocato un ruolo importante nella propaganda politica che ha condotto alla vittoria dei “no” nei referendum di Francia e Olanda e alla conseguente crisi europea sul tema della costituzione. Qual è la sua opinione?
Credo che ci sia un errore di base: la pretesa che tutti i cittadini europei conoscano la costituzione. Ritengo che questo sia un errore perché un cittadino medio non è obbligato a conoscere la costituzione in tutti i suoi aspetti. In Polonia la maggioranza dei cittadini ha votato per l’ingresso nell’Unione pur non conoscendo esattamente tutte le leggi e le conseguenze politiche ed economiche che questa scelta avrebbe portato. Si era diffusa un’idea più o meno vaga di quello che avrebbe significato l’ingresso nell’Ue, i polacchi avevano capito che si sarebbe potuto viaggiare tra i paesi dell’Unione senza passaporto, che i contadini avrebbero ricevuto dei sussidi, che prima o poi sarebbero entrati nell’euro, ma questo è un problema che in qualche modo hanno posposto, perché per loro non richiedeva soluzione immediata, non era un’urgenza.
Sono abbastanza contrario al referendum. Penso a quando in Palestina si votò a favore di Barabba e contro Gesù. Dal quel momento considero il referendum un modo sbagliato per prendere una decisione politica.
Lei, come cittadino polacco, cosa si aspetta dell’Unione europea?
Non ho particolari attese e speranze, però c’è da dire che l’Unione europea ha finanziato la traduzione italiana del libro, quindi spero vivamente che l’Ue continui a sostenere la traduzione e la diffusione dei miei libri.
LA STAMPA
 
L’ALTRA NOTTE A COMO
Belgi ubriachi nella villa di Clooney.
Visita tanto inattesa quanto poco gradita, l’altra notte, a casa di Geroge Clooney a Laglio, sul lago di Como: due turisti di nazionalità belga di 30 e 20 ani, piuttosto alticci, sono entrati nella villa facendo scattare i sistemi di allarma. Non risulta che l’attore americano si sia accorto dell’intrusione, ma sul posto sono intervenuti equipaggi delle volanti della polizia di Como, che hanno fermato i due stranieri, trasferiti in questura per accertamenti e denunciati per violazione di domicilio.
Da quanto è stato possibile ricostruire i due amici belgi, che stanno trascorrendo le loro ferie sul Lario, sono entrati nel perimetro della Villa Oleandra mentre il cancello era aperto dopo che un’auto era entrata nella dimora di Clooney. I due, che avevano bevuto abbondantemente, e che con ogni probabilità non sapevano neppure dove stavano entrando (e soprattutto in che guai si stessero cacciando), sono stati subito bloccati perché è scattato immediatamente il sistema d’allarme della vigilanza interna. I due belgi, superata la sbornia, sembra si siano giustificati e scusati per l’intrusione.
IL GIORNALE DI VICENZA
 
Sei milioni di ettolitri le giacenze di vino in sei regioni. Pasetto (Fedagri): filiera a rischio
«Subito la distillazione di crisi»
Appello al ministro Alemanno perché intervenga a Bruxelles.
Roma. Ammonta a oltre 6 milioni di ettolitri il surplus di vino che giace, in particolare, nelle cantine di cinque regioni italiane. Per evitare che questo vino vada a rovinare un mercato già difficile, l’intera filiera del vino italiano ha chiesto al ministro alle risorse agricole Alemanno di attivarsi a Bruxelles per ottenere, tra l’altro, la distillazione di crisi. «All’inizio avevamo chiesto che la distillazione fosse concessa per tutti i 6 milioni di ettolitri», dice il presidente del settore di Fedagri Confcooperative, il veronese Luigi Pasetto, «ma era impraticabile, così l’abbiamo domandato per 4 milioni di ettolitri, chiedendo 2,1 euro per grado ettolitro».
Pasetto si è fatto portavoce di questa istanza, ma anche di una richiesta della sua base di una «accelerazione» dell’attività del ministro Alemanno nei confronti della Commissione europea. Il presidente di settore ha la rappresentanza di 450 cooperative di tutta Italia che rappresentano il 45% della produzione nazionale. A spingere sono soprattutto Sicilia, la regione messa peggio (per 2 milioni di ettolitri), Puglia (per 1,5 milioni), Abruzzo ed Emilia-Romagna (700 mila) e il Veneto, per 600.000 ettolitri. «Ne va della sopravvivenza di tanti produttori e dell’intera filiera», ricorda Pasetto il quale mette anche in rilievo che l’Italia non giunge certo prima a chiedere l’intervento di Bruxelles. Pasetto, infatti, ricorda che l’Italia è stata battuta sul tempo sia dalla Spagna che dalla Francia. Quest’ultima (ed è una nota molto preoccupante, che non fa soltanto Pasetto) ha chiesto persino la distillazione per alcuni quantitativi di vini doc.
Il prezzo richiesto dall’Italia a Bruxelles per i suoi vini da tavola di 2,1 euro per grado ettolitro rappresenta una media tra quanto già ottenuto dalla Francia e quanto, in meno, conquistato dalla Spagna.
Situazione difficile, quindi, come era previsto, ma non ancora, tranne che per alcune aree, drammatica per il vino italiano. «Fortunatamente il vino italiano - commenta, infatti, Pasetto - continua ad essere preferito in alcuni mercati, ad esempio nel Regno Unito, dove è oramai collocato come prodotto leader del modello alimentare italiano e dove è diventato catalizzatore delle nuove tendenze della domanda britannica, ma bisogna essere competitivi su tutti i mercati per resistere alle iniziative dei paesi competitor, che stanno mettendo in difficoltà le nostra esportazioni». Tra gli impegni c’è anche quello di continuare nella politica di aggregazione delle cantine cooperative per eliminare la eccessiva frammentarietà che contraddistingue il settore.
Dal comitato Fedagri , riunito da Pasetto, è emersa anche l’esigenza di adottare iniziative promozionali per incentivare un giusto consumo dei vini. «È importante - ha ricordato Pasetto - continuare nella nostra missione, producendo vini di qualità, capaci di interpretare al meglio i segnali di una domanda dinamica ed evoluta».
Luigi Soave .



Martedì, 02 Agosto 2005
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