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Articoli 01/08/2012

TUTTO QUELLO CHE C'E DA SAPERE SULLE BLACK BOX
Di Siegfried Sthor - Guidare e Pilotare

La Black Box, altrimenti detta scatola nera, si è affermata prima nel trasporto aereo ma sta velocemente arrivando anche sulle ns. auto. Come GuidarePilotare abbiamo approfondito l'argomento grazie anche alla recente partnership con un produttore, la Cobra.
Ma per capire le possibilità che offre la scatola nera iniziamo col vedere quali dati la nostra auto acquisisce (tantissimi) e quali invece rende disponibili a attraverso la presa Obd ("on board dignostic"). Una norma europea del 2001 (euro3) impone alle case automobilistiche di rendere accessibile tutta una serie di dati per la diagnostica del motore. Questa normativa ha il preciso obiettivo di ridurre le emissioni allo scarico attraverso una rapida diagnosi dei malfunzionamenti del motore.
Collegandosi quindi alla presa Obd, su qualunque modello di auto, questi dati diventano visibili: sono parametri quali emissioni, temperatura acqua ecc. ma anche giri motore, marcia inserita e velocità. Quest'ultimo parametro è ovviamente di grande interesse.


Questi dati viaggiano su una rete che può essere del tipo K (un po' obsoleta) o del tipo Can.
Il dato della velocità preso dalla rete Can è affidabile, un po' meno quello della rete K che, in certi casi, lo rileva con una frequenza di una volta al secondo.
Gli altri dati presenti nella rete non sono accessibili a tutti ma solo a chi dispone di un apposito programma rilasciato dalla casa. Quindi noi non li vediamo, ma viaggiano sulla rete Can dati relativi a decelerazione, velocità delle singole ruote, pressione sul pedale del freno, accelerazione trasversale, angolo di sterzo ecc.: tutti dati interessanti ma che una scatola nera applicata in post montaggio non vede.
La soluzione ideale sarebbe quella di rendere obbligatoria la scatola nera su tutte le auto. Questo perché così sarebbe così molto facile definire le responsabilità in caso di incidente risparmiando su perizie, cause, pagamenti ai danneggiati che arrivano dopo un lungo contenzioso e frodi alle assicurazioni, specie per i colpi di frusta.
La scatola nera che si può montare sulle nostre auto è grande come un pacchetto di sigarette (Cobraconnex) ma non rileva solo i dati della Obd: infatti è dotata di un accelerometro su due o tre assi e di un localizzatore satellitare Gps.
L'accelerometro registra le decelerazioni prima e durante un impatto o una brusca frenata e quelle successive e residue dopo l'impatto stesso permettendo, insieme al dato della velocità, di ricostruire le forze in gioco al momento del sinistro e dell'impatto con un altro veicolo.
Un piccolo programma infatti (buffer) sorveglia l'acquisizione dei dati e li registra continuamente: in caso di picco anomalo (es. brusca decelerazione) li congela sulla registrazione fissando quindi, oltre al momento dell'urto, i momenti precedenti e quelli successivi.
Il Gps poi ci può indicare da dove proveniva il veicolo, posizionarlo sulla carreggiata e questo, in certi sinistri dove entrambe le auto finiscono fuoristrada, ha una certa utilità.
Tutto questo, con la connessione GSM, permette tante cose.


Mandare a una centrale, a una persona (a un computer o palmare) un segnale in caso di picchi anomali di decelerazione: il guidatore potrebbe essere uscito di strada e avere perso conoscenza. Si potranno così avvisare i soccorsi e dare loro l'esatta posizione del veicolo. Un genitore potrà sapere se il figliolo rispetta i limiti di velocità o guida in modo pericoloso (accelerazioni trasversali anomale).
Così anche le aziende potranno sorvegliare la sicurezza del loro personale viaggiante.
Ovviamente funziona anche da antifurto e si può bloccare il motore anche da casa.
Insomma la scatola nera offre tanti servizi e avrà sicuramente un futuro. Le resistenze ci sono a diversi livelli ma i benefici saranno indubbi per la sicurezza: certo che, per chi va spesso "oltre i limiti", è come mettersi un "tutor" in casa!

 

Mercoledì, 01 Agosto 2012
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