RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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Anche quest’anno il Movimento Consumatori aderisce alla campagna sulla sicurezza stradale Tutti in vacanza «ma attenzione alla sicurezza» "Se guidi, l’alcool non è un buon compagno di viaggio". |
E’
questo lo slogan della campagna nazionale sulla sicurezza stradale
2005 cui aderisce anche il Movimento Consumatori. |
IL
MATTINO (Caserta)
Una vacanza particolare. La campagna toscana è bella. Un peccato non gustarla appieno In moto, come Clooney Da Siena a Bolgheri: 210 km accarezzati dal vento . |
In estate la moto è il modo migliore per
esplorare borghi e colline tra i profumi della natura, accarezzati dal
vento. L’itinerario che suggeriamo parte da Siena e, con un percorso di
210 chilometri, attraversa alcuni dei paesi più belli della Toscana,
da Massa Marittima a Volterra, da San Giminiano a Bolgheri. Curva dopo
curva si scoprono paesaggi dalla natura integra come le Colline Metallifere
e si arriva fino alla costa per il primo bagno della stagione, oppure
per stendersi finalmente al sole sulle spiagge ancora poco affollate.
Un percorso che offre molte sorprese, compreso un assaggio degli ottimi
rossi della «Strada del Vino, Costa degli Etruschi». Anche
George Clooney ha scelto di godersi una vacanza in Toscana con cinque
amici, in sella a rombanti Harley Davidson. La storica città di
Siena è base ideale per un soggiorno piacevole e rilassante e per
poter sfruttare al meglio ciò che il territorio offre, a partire
dall’incantevole panorama della campagna toscana. I dintorni sono tutti
da esplorare e da godere per le loro bellezze naturali ed artistiche.
Dalle colline al mare - L’itinerario in moto parte da Siena, sulla SS
73 e subito ci si diverte sulle curve delle Colline Metallifere. La prima
deviazione è per l’Abbazia di San Galgano, la suggestiva chiesa
con il cielo come tetto. Si prosegue sulla SS 441 verso Massa Marittima,
in un piacevole saliscendi tra le colline. Dopo la visita alla città
si punta verso il mare e si raggiunge Cala Violina, una delle più
belle spiagge toscane, poco lontano da Follonica. Un altro bagno si può
fare facendo tappa alla sorgente del calidario di Venturina che garantisce
36° costanti. A Cecina si abbandona il litorale per seguire la «Strada
del Vino Costa degli Etruschi» che naviga nella Maremma pisana.
Occasione buona per assaggiare le tre doc della zona, Montescudaio, Bolgheri
e Val di Cornia, e le due etichette nobili Ornellaia e Sassicaia. (*)
I paesi dove sostare sono molti: Montescudaio, Bolgheri col celebrato
viale di cipressi e Suvereto, suggestivo borgo di pietra che domina gli
uliveti, sono solo alcuni suggerimenti. Si prosegue sulla Ss 398 e poi
sulla 439 con una serie di curve sportive che si interrompono per attraversare
Castelnuovo Val di Cecina, borgo arroccato tra i castagni. A Saline di
Volterra inizia il tripudio di svolte ariose della Volterrana che conduce
allo splendido borgo medievale dove sono custoditi importanti reperti
etruschi. Ultime tappe da non perdere prima di rientrare a Siena sulla
Cassia, sono San Giminiano con le sue torri e Monteriggioni, perfetta
come set di un film storico. Una romantica dimora di campagna - Il Park
Hotel, la grande villa progettata nel 1530 dall’architetto senese Baldassarre
Peruzzi trasformato in albergo di lusso negli anni Sessanta, è
la location più romantica per chi vuole trascorrere un weekend
a Siena perché ha il fascino della dimora di campagna pur essendo
a pochi minuti dal centro. Il resort è dotato di parcheggio, grande
giardino, bella piscina all’aperto e campo di golf a sei buche, ha stanze
arredate ognuna in modo diverso dall’altra, con stampe inglesi alle pareti
e lenzuola di lino nei comodi letti. Domani, 28 luglio, alle 21, da Piazza
del Campo, l’edizione 2005 di «Trekking urbano notturno» per
le vie di Siena, che durerà fino al 15 settembre 2005. La visita
«guidata» si svolgerà ogni giovedì (negozi aperto
dalle 21 alle 24) e comprende angoli sconosciuti e suggestivi del centro
di Siena che, pur essendo solitamente esclusi dai normali percorsi turistici,
sono molto interessanti e carichi di fascino. mi.lat.
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IL
GAZZETTINO (Udine)
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Sempre
più casalinghe e pensionate friulane si ritrovano a dover smaltire
sbornie. Non soltanto l’età del primo approccio al consumo è
sceso da noi a 8-10 anni, ma anche l’abuso si sta sempre più femminilizzando,
sia nella fascia medio-alta d’età, sia in quella riservata ai teenager.
In vetta alla hit ancora la birra che ha visto un balzo in avanti, negli
ultimi dieci anni, di ben 1/3 dei consumi, come fa notare Francesco Piani,
responsabile del Dipartimento delle dipendenze dell’Azienda sanitaria
4 Medio Friuli.
Più del 15 per cento dei friulani si ritrova vincolato a problemi di natura patologica con questa droga liquida. A rivolgersi annualmente all’Unità di alcologia dell’azienda sono quasi 600 persone: appena l’1,2 per cento dei circa 45 mila friulani affrontano il killer con una terapia d’urto. Se nella classifica nostrana dei consumi pro capite, il vino, stando al monitoraggio esteso negli ultimi vent’anni, ha assistito a una riduzione pari al 42 per cento, la ’bionda’, nello stesso periodo, ha acquistato appeal, con un più 62 per cento. Il cattivo vizio si sta rivelando pericolosamente donna: le consumatrici fuori pasto fra i 14 e i 17 anni sono aumentate dal 2001 ad oggi del 18 per cento che sale a 27 per cento nella forbice 18-24 (per i maschi friulani le cifre parlano di una lievitazione del 20,5 per cento fra i 14 e i 17 anni e del 5 per cento fra i 18 e i 24). Inoltre, è stato rilevato, relativamente alle singole età considerate (14-15-16) un incremento isolato del numero delle teenager quattordicenni (+ 9 per cento rispetto ai livelli di base di quattro anni fa). La birra sta facendo troppe sodali appartenenti al gentil sesso: negli ultimi tre anni le ragazzine fra i 14 e il confine legale dei 16 anni hanno incrementato i consumi del 16,5 per cento contro l’11,7 dei maschi. Le conseguenze per le giovanissime sono ancora peggiori rispetto ai colleghi maschi, dal momento che, come ricorda Piani, "prima dei 15 anni l’apparato digerente non ha completato la maturazione del sistema enzimatico che smonta l’alcol ed è quindi inevitabile che qualsiasi bevanda alcolica consumata esponga a maggiori rischi l’organismo". Il sistema di smaltimento, inoltre, è diverso per i due sessi, dal momento che l’organismo femminile è dotato di un sistema capace di eliminare la metà dell’alcol ingerito rispetto ai maschi. Se ci si sposta un po’ più avanti nell’analisi anagrafica, si constata che le bevitrici sono in crescita soprattutto nella forbice 25-44, dove si registra il picco più alto. I livelli più elevati di dipendenza dal killer si riscontrano fra le casalinghe e le pensionate. Le ubriacature da Bacco spopolano: il 10 per cento dei giovanissimi, sia maschi sia femmine, afferma di ubriacarsi almeno tre volte alla settimana. Secondo la letteratura, un consumo superiore a quattro dosi di alcol (birra, vino o liquore) più di tre volte alla settimana è da considerarsi patologico (una dose o unità di alcol è equivalente a 250 ml di birra di media forza; a un bicchiere di vino, 125 ml; a una misura standard da bar o pub di liquore o vino liquoroso come sherry o porto, 25 ml). Un giovane su quattro, fra i 15 e i 29 anni, muore a causa dell’alcol, (*) che rappresenta il primo fattore di rischio d’invalidità, mortalità prematura e malattia cronica. Ogni anno, sul nostro territorio, al consumo alcoli sono attribuibili il 10 per cento di tutte le malattie, il 10 per cento di tutti i tumori, il 63 per cento delle cirrosi epatiche, il 41 per cento degli omicidi, il 45 per cento di tutti gli incidenti, il 9 per cento delle invalidità e delle malattie croniche di lunga durata. Infine, all’acol si deve la metà dei decessi conseguenti ad incidenti stradali e si deve la metà delle conseguenze non fatali. |
IL
GAZZETTINO (Udine)
Ansia, depressione e abuso: è questa l’associazione frequente. |
(irgi) Sono risaputi gli effetti dell’alcol sul
cervello. I problemi principali di chi abusa, quotidianamente come pure
settimanalmente, di questa sostanza sono correlati alla perdita di giudizio
e di autostima e conducono a gravi difficoltà nei contatti e nella
comunicazione in famiglia, sul lavoro e nei rapporti sociali. L’eccessivo
consumo porta a sviluppare fin da giovani una frequenza di ansia e depressione
che risultano da un punto e mezzo fino a due volte più elevate
rispetto alla popolazione che non supera il confine del bere normale.
L’associazione ansia-depressione-abuso è frequente: dal 15 al 30
per cento. Ma la tendenza a bere è ereditaria? Attualmente i ricercatori
sono sulle tracce dei geni che influenzerebbero la vulnerabilità
all’alcolismo. Il rischio, tuttavia, non è un destino. È
accettata la natura familiare: l’incidenza all’alcolismo risulta due volte
più alta nei gemelli omozigoti (sviluppatisi da un singolo ovulo)
rispetto a quelli eterozigoti (sviluppatisi da due ovuli). Il rischio
di sviluppare la malattia è tre volte maggiore nei bambini i cui
genitori biologici sono alcolisti e che sono stati adottati e cresciuti
da genitori adottivi non alcolisti.
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L’ADIGE
Lettere al giornale Medici, prudenza sul buon vino. |
Mi piacerebbe esprimere un pensiero al riguardo
del libro del dr. Andreotti e della polemica apparsa in questa posta.
Sono un servitore nei Club degli alcolisti in trattamento e conosco molto bene le problematiche legate al consumo di alcol; ebbene, nonostante tutti siamo consapevoli di quanta sofferenza l´alcol porti nelle famiglie, continuamente registriamo articoli di medici che se da una parte mettono in guardia rispetto ad un "abuso" dall´altra lodano le virtù di un consumo parco. Ora senza voler essere di parte, mi piacerebbe che i medici, quali tutori della salute, accolgano le indicazioni dell´OMS, che parla di alcol come droga, affermando che «Meno è meglio», senza indicazione di quantità. A nessuno verrebbe in mente di consigliare l´assunzione di una pur piccola quantità di droga, specialmente da parte di chi per professione e lavoro, assiste quotidianamente agli effetti devastanti nelle persone e nelle famiglie. Tutti coloro che hanno sviluppato problemi alcolcorrelati, hanno iniziato con quantità modiche. È necessario sapere che con qualsiasi quantità ci si assume un rischio che siamo liberi di affrontare, avendo informazioni corrette e non di parte, come ci si aspetterebbe dalla classe medica. Luigi Vinante - Tesero. |
GAZZETTA
DI REGGIO
Correggio. Domani l’apertura Festa della birra per dire no all’abuso di alcol. |
CORREGGIO
Alla Festa della birra che si terrà da domani al 7 agosto nella
zona piscine a Correggio ci sarà un punto informativo di prevenzione
all’alcol a cui è stato dato il nome "E sai cosa bevi".
In pratica tutte le sere alcuni volontari raccoglieranno dati dai ragazzi stessi e daranno informazioni sui danni prodotti dall’abuso di alcol. Da parte loro, alcuni agenti della polizia municipale in borghese faranno inoltre provare il test con l’etilometro ai ragazzi. L’iniziativa rientra nel progetto di prevenzione alcologica di comunità, coordinato dalla Lega tumori e promosso dalla Regione, in collaborazione con la Provincia e con la Ausl di Reggio, al quale il Comune di Correggio ha aderito insieme al proprio distretto scolastico e sanitario. Mimma Flaggiello, che da otto anni organizza la festa della birra a Carpi, in provincia di Modena, spiega così lo spirito della manifestazione: "Non si tratta assolutamente di un incitamento all’alcol, ma di un’occasione per passare tante serate in compagnia. Nella convinzione che tra bere e bere bene c’è una bella differenza". Di qui l’esigenza di un punto informativo completo come quello che sarà organizzato da domani a Correggio. "E’ importante fare prevenzione in un contesto di vita - afferma da parte sua Giuliana Turci, direttrice del distretto sanitario - e la presenza dei giovani volontari conferma la loro attenzione al tema della salute collettiva". I ragazzi valuteranno il rapporto con l’alcol e il corretto uso e come sottolinea il comandante dei vigili Flavio Guidetti "chi prova l’etilometro potrà capire quando corre veramente dei rischi". |
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Ravenna
- Niente sconti di pena per chi commette violenza sessuale in concorso,
nemmeno se gli autori del reato si sono “limitati” a palpeggiare
la vittima. Lo ha ribadito la Corte Costituzionale che nella sentenza
325 del 13 luglio 2005 ha ritenuto infondata la questione di legittimità
sollevata dal Tribunale di Ravenna per un episodio risalente all’agosto
scorso. Nella notte tra il 10 e 11 agosto 2004, due cittadini russi S.M.
e I.V., in evidente stato di ebbrezza per il compleanno del secondo e
per aver festeggiato la notte di San Lorenzo con più brindisi,
(*) avevano approcciato una ragazza che stava chiacchierando con un’amica
in uno stabilimento balneare di Marina di Ravenna, approfittando della
temporanea assenza dei rispettivi fidanzati che si erano allontanati.
Dopo averle rivolto pesanti apprezzamenti, uno dei due l’aveva palpeggiata
nelle parti intime mentre l’altro l’aveva afferrata per il collo
tentando di baciarla. Di fronte al suo rifiuto, il neo ventitreenne aveva
colpito al volto la vittima - una 25enne di Lugo - prima di fuggire per
l’intervento del buttafuori del bagno e di alcune persone presenti.
I due erano stati rintracciati e arrestati poco dopo dai carabinieri di
Marina di Ravenna. Accusati di violenza sessuale in concorso, dopo la
convalida dell’arresto erano tornati in libertà in seguito
alla strategia difensiva del loro legale, Luca Donelli. L’avvocato
aveva infatti presentato richiesta di patteggiamento (a un anno e sei
mesi e un anno sei mesi e dieci giorni), concordata con il pm, facendo
leva sull’attenuante per i “casi di minore gravità”
della condotta delittuosa. Attenuante però, non prevista dall’articolo
609-octies relativo alla violenza sessuale di gruppo. In sostanza, si
riteneva che fosse comunque applicabile alla fattispecie in esame lo sconto
(riduzione fino ai due terzi) espressamente previsto per gli articoli
609-bis (violenza sessuale) e 609-quater (atti sessuali con minorenne).
La pena base individuata dalle parti per il reato di violenza sessuale
di gruppo - per la quale è prevista una pena minima di sei anni
di reclusione - era stata così diminuita a due anni e otto mesi
di reclusione grazie alla ritenuta applicabilità dell’attenuante
in considerazione della modalità, delle circostanze della condotta
e delle lievi conseguenze derivanti dal gesto. Successivamente erano state
applicate le attenuanti generiche, disposto l’aumento per la continuazione
e conteggiato lo sconto per il rito. Il collegio giudicante si era riservato
la decisione decidendo, successivamente, di sospendere il giudizio e rinviare
gli atti alla Consulta sollevando questione di legittimità in riferimento
agli articoli 3 primo comma (diritto di uguaglianza, che si riteneva leso
per la disparità di trattamento nei confronti dello stesso reato
commesso da una sola persona) e 27 terzo comma (funzione rieducativa della
pena) della Costituzione. La Corte Costituzionale ha ritenuto di non poter
sindacare la scelta effettuata dal legislatore del 1996 (con l’inserimento
degli articoli 609-bis e 609-decies nella sezione del codice penale dedicata
ai delitti contro la libertà personale da parte della legge n°
66) in fatto di corrispondenza tra entità della pena e gravità
del reato. La violenza sessuale di gruppo - si legge nella pronuncia della
Consulta - comporta “una lesione particolarmente grave e traumatica
della sfera di autodeterminazione della libertà sessuale della
vittima” giustificando la maggiore severità del trattamento
sanzionatorio rispetto agli atti commessi da una sola persona. La scelta
effettuata nel 1996 in sede di revisione del codice penale - tesa a punire
gli autori di abusi di gruppo in quanto espone la vittima ad un trauma
psichico più “grave e profondo” rispetto a quello conseguente
a qualsiasi tipo di violenza - non è stata quindi “palesemente
irragionevole, arbitraria o ingiustificata” in quanto, quando il
legislatore lo ha ritenuto opportuno, ha espressamente previsto l’applicazione
dell’attenuante dei “casi di minore gravità”. Nella
sentenza, inoltre, la Corte Costituzionale ha chiarito come debba intendersi
il nuovo delitto di violenza sessuale, distaccandolo “dalla fisicità
e materialità della distinzione” tra “congiunzione carnale”
e “atti di libidine”, tradizionali punti di riferimento per
gli atti sessuali, ed estendendo la sanzione a “qualsiasi comportamento
che costituisca una ingerenza nella piena autodeterminazione della sfera
sessuale”. Secondo la Consulta, il reato di violenza sessuale comprende
“ogni condotta che consiste nel costringere taluno a compiere o subire,
con violenza, minaccia o abuso di autorità, atti sessuali i quali
abbracciano ora una gamma assai vasta di comportamenti, caratterizzati
dall’idoneità a incidere comunque sulle facoltà della
persone offesa di autodeterminarsi liberamente nella propria sfera sessuale”.
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L’ARENA
I carabinieri sono alla ricerca di un nordafricano che risiede vicino alla vittima. La donna vive con i parenti in una zona isolata Anziana violentata nella sua abitazione Due ore di incubo: sotto shock, non è riuscita a gridare. I familiari erano al piano di sopra. |
Violentata
per due ore in casa propria, mentre i familiari erano al piano di sopra
a guardare la televisione. Protagonista dell’allucinante vicenda
una signora settantenne, della quale per tutelarne il diritto di riservatezza
non diremo né il nome né il luogo di residenza.
L’episodio s’è verificato la notte tra sabato e domenica. La vittima che abita con i familiari in aperta campagna era a letto e aveva lasciato la portafinestra aperta per far girare l’aria. Al piano di sopra c’erano la figlia e il fidanzato e il padre della donna che stavano guardando la televisione. All’improvviso la vittima, che poi ha sporto denuncia ai carabinieri, s’è sentita una mano sulla bocca che le impediva di urlare. In stanza nonostante la penombra la donna è riuscita a distinguere il volto del suo aggressore. Si tratta probabilmente di un nordafricano, che l’anziana ha descritto ubriaco, dall’alito vinoso. Ma la poveretta, oltre a raccontare i dettagli di quelle due ore da incubo non ha saputo dire molto altro. Sotto shock per quello che aveva subito, incapace persino di urlare per cercare di avere aiuto dai familiari che non si sono accorti di niente. La donna è stata portata in uno degli ospedali cittadini dove le sono stati fatti una serie di accertamenti, tra cui anche la raccolta di materiale biologico del suo aggressore, quindi è stata dimessa. Sul caso stanno indagando i carabinieri della stazione di competenza e quelli del comando provinciale. Non appena la donna sarà in grado di sopportare un colloquio con i militari, verrà sentita di nuovo. È del tutto probabile che il suo aguzzino risieda vicino all’abitazione della vittima e ne conosca le abitudini. Diversamente non avrebbe rischiato di farsi scoprire in flagranza di reato. Per ritrovare tra le cronache locali la violenza a una donna anziana è necessario andare indietro nel tempo di almeno dieci anni, nella Bassa Veronese, quando una donna venne molestata mentre lavorava nell’orto della sua proprietà. |
IL
GIORNALE DI VICENZA
Furibonda rissa in piazza XX Settembre Pesante lite fra stranieri di origine magrebina all’interno e all’esterno di un bar. |
Momenti
di tensione, ieri sera, nella zona di Ponte degli Angeli. Sono passate
da pochi minuti le 23, quando dal bar siciliano al civico 16 di piazza
XX Settembre, scatta l’allarme per una rissa furibonda scatenata
da alcuni avventori, di origine magrebina, tutti in regola e in possesso
di documenti di identità.
Le urla e i rumori richiamano l’attenzione di numerosi residenti nella zona, molti dei quali svegliati di soprassalto. Immediatamente sono partite telefonate all’indirizzo di carabinieri, questura e polizia municipale, tanto più che gli animi non davano segno di placarsi e dalle finestre si scorgevano i primi feriti e i primi volti arrossati dal sangue, mettendo paura e agitazione negli abitanti della zona di S. Pietro, corso porta Padova e S. Lucia. Nel giro di pochi istanti, in piazza XX Settembre sono arrivate a sirene spiegate due auto della polizia municipale, due pattuglie dei carabinieri e tre volanti della polizia, oltre a un’ambulanza. Un trambusto tale che ha attirato molti curiosi, tanto più che al teatro Olimpico si era appena concluso uno spettacolo musicale. La dinamica della rissa a tarda ora doveva essere ancora chiarita, con i carabinieri impegnati a identificare le persone coinvolte, mentre in ambulanza salivano due stranieri con il viso sanguinante, che tuttavia non sembravano essere in gravi condizioni. All’origine della zuffa sembra che ci sia un’abbondante bevuta di alcolici. |
IL
GAZZETTINO (Udine)
Ubriachi al volante udinesi denunciati . |
Tre
giovani udinesi nei guai a Grado: un minorenne è stato indagato
per il furto di una bicicletta; due automobilisti di 21 e 25 anni sono
stati sorpresi alla guida delle rispettive vetture in condizioni alterate
dall’alcol. Il minore era in compagnia di un coetaneo gradese. I due si
erano impadroniti di una bicicletta all’interno di un condominio. Il proprietario
li ha visti, li ha rincorsi e bloccati. Si è ripreso la bicicletta
e ha informato i carabinieri che hanno indagato i due ragazzi. I due automobilisti
sono incappati nei controlli attuati durante il week-end. Sottoposti all’alcoltest
presentavano valori superiori al limite di tollerabilità indicato
in 0.5. Sono stati denunciati per violazione del codice della strada.
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IL GIORNALE DI VICENZA
Un giovane vicentino è stato denunciato dalla polizia di Napoli per procurato allarme e simulazione di reato Aveva chiesto aiuto sostenendo di essere stato rapinato in treno dei bagagli; in realtà li avrebbe dimenticati Narcotizzato e derubato? No, solo sbadato. |
(d.
n.) Doveva essere l’inizio di una bella vacanza con gli amici. In
realtà, ma la colpa secondo la polizia sarebbe solo sua, è
stata un incubo. Ha perso i bagagli e, in quello che sarebbe un tentativo
maldestro di recuperarli, è stato anche denunciato. Le accuse?
Procurato allarme e simulazione di reato.
Nei giorni scorsi il nome di Raffaele Sartori, 19 anni, di Vicenza, è stato iscritto sul registro degli indagati della procura di Napoli, dopo che il magistrato aveva letto l’informativa della Polfer campana. La vicenda che ha per protagonista il giovane vicentino risale ad alcuni giorni fa. Sartori era salito in treno a Padova per raggiungere il Sud Italia dove lo aspettavano degli amici per alcuni giorni di vacanza. Viaggiava da solo con due borsoni e uno zainetto come bagaglio. In base alla sua testimonianza, Sartori aveva conosciuto nei pressi di Firenze un gruppetto di ragazzi meridionali, stringendo amicizia con Salvatore, uno di loro, che divideva con lui lo scompartimento e che doveva scendere a Roma. A lui il vicentino avrebbe commesso l’errore di raccontare che nella borsa aveva dei capi di abbigliamento alla moda, di un certo valore, per i quali il meridionale avrebbe manifestato molto interesse. Durante il viaggio verso Roma, mentre erano soli, Salvatore gli avrebbe offerto da bere una birra. «Dopo solo qualche sorso mi è venuto sonno. Ho iniziato a sbadigliare, non ne ho bevuta più e mi sono addormentato. Non ricordo poi più nulla, se non che mi sono svegliato ore dopo, quando il treno era fra Roma e Napoli, e il mio bagaglio era sparito». Questo ha raccontato Sartori al capotreno, che ha subito girato la richiesta di aiuto alla Polfer. Quando il treno è passato in una stazione il vicentino è stato fatto scendere per raccontare i fatti agli agenti. Quindi è stato accompagnato fino a Napoli dove ha formalizzato la denuncia per rapina. Il suo racconto e le modalità d’azione di Salvatore sono quanto mai simili a quelle di Lady Tavor, l’anziana terribile che narcotizzava le coetanee in treno per rapinarle e giocare i loro soldi al casinò. La vicenda ha però lasciato molto perplessi i poliziotti. In primo luogo perché nessuno s’era accorto di nulla, e poi perché il treno che aveva preso Sartori ferma a Roma, dove la sosta è di quaranta minuti. Vero è che se Sartori dormiva non se n’era accorto, ma è altrettanto vero che qualcuno avrebbe notato quel ragazzo addormentato. Infine, non si capiva perché Salvatore avesse portato via i borsoni, lasciando al compagno di viaggio lo zainetto, dove c’erano soldi, cellulare e lettore cd. Per questo i poliziotti hanno effettuato una serie di verifiche. In primo luogo sono riusciti a individuare, spulciando fra le prenotazioni, Salvatore Lotino, 30 anni, di Agrigento, che si ricordava benissimo del giovane vicentino. Ma la sua testimonianza era molto diversa: «Abbiamo bevuto un sacco di birre e anche della vodka in treno, ridendo e scherzando. Quando ci siamo fermati a Roma, siamo scesi dal treno barcollanti: eravamo tutti e due ubriachi. Lui ha voluto portare con sé i borsoni e lo zaino, temendo che glieli rubassero». L’ultima verifica ha dato l’esito previsto: i borsoni di Raffaele erano stati trovati alla stazione Termini, abbandonati in un angolo, ed erano stati portati all’ufficio oggetti smarriti. Qualcuno aveva anche pensato che contenessero esplosivo. A quel punto il vicentino ha ammesso di aver bevuto troppo, tanto da dimenticarsi dei suoi bagagli, e non sapendo come giustificarsi ha inscenato la rapina. Un autogol pesantissimo: gli è valso la denuncia. |
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
L’ordinanza è in vigore dal 22 luglio sino al 30 settembre No agli alcolici di notte Il Comune vieta la vendita di bibite alcoliche dopo le 21 e 30. |
VENOSA Stop alla vendita di bevande alcoliche da asporto dopo le 21 e 30 e fino alle 5 del giorno successivo a Venosa. Il divieto è esteso agli esercizi commerciali su aree private e pubbliche, ai laboratori artigianali ed esercizi di somministrazione di alimenti e bevande presenti nella città, aperti nelle ore serali e notturne. Lo ha stabilito con un’ordinanza attiva dal 22 luglio al 30 settembre, il Comune di Venosa. Alla base del provvedimento, motivi di ordine e sicurezza pubblica. Lo stesso per il quale sempre in base ad una decisione di Palazzo di città è consentito ai bar, ai pub e ai locali analoghi, la somministrazione di alcolici in lattina e in bottiglia esclusivamente al banco o all’interno dei locali stessi. Precauzione che dovrebbe scoraggiare l’uso «eccessivo» di alcool da parte dei giovani. Il Comune ha evidenziato che l’abuso di alcool in città nelle ore notturne provocherebbe episodi di teppismo e schiamazzi notturni causa del disturbo della quiete pubblica. Non solo. Il Comune ha anche registrato l’aumento di abbandoni di bottiglie e lattine al di fuori dei contenitori per l’immondizia. Uno spettacolo indecoroso che preoccupa l’amministrazione alla guida di una città che vanta numerosi monumenti sottoposti alla tutela dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il paesaggio della Basilicata. Un problema di igiene e di incolumità. Lattine e contenitori costituirebbero, per il Comune, anche un pericolo per i soggetti che abitano in quei luoghi o che magari transitano in qui luoghi. E per chi non osserva il divieto, un’ammenda che va dai 25 ai 500 euro. a.rem. |
YAHOO
SALUTE
Il cancro ti cambia la vita, cosa si impara dalla malattia A cura de Il Pensiero Scientifico Editore. |
I
“sopravvissuti” a un cancro nella maggioranza dei casi adottano
stili di vita più salutari, diete bilanciate, abitudine all’esercizio
fisico, inoltre smettono di bere e fumare. È l’identikit del
paziente che sopravvive a un tumore tratteggiato in un articolo sul Journal
of Clinical Oncology, da Wendy Demark-Wahnefried del Duke University Medical
Center insieme con ricercatori del National Cancer Institute and Brown
University.
Ma c’è uno zoccolo duro rappresentato dai maschi over-65 e con un livello di istruzione basso che continua a perseverare in quelle abitudini che spesso, se non sono state la causa, quantomeno hanno contribuito allo sviluppo della neoplasia. L’indagine deriva da una raccolta di articoli estratti dai database MEDLINE e PubMed, e datati dal 1996 ad oggi. Il quadro tracciato dà qualche segnale positivo, ma c’è ancora molto da lavorare e anche gli oncologi devono fare la loro parte, hanno dichiarato gli autori del report, parlando con i pazienti e dando loro dei suggerimenti sui comportamenti da seguire. Gli individui che ricevono una diagnosi di cancro e che reagiscono alle terapie e sopravvivono sono comunque persone a rischio di recidive o di altri disturbi correlati. Per questo è ancora più importante che adottino stili di vita sani ed invertano la rotta tenuta in anni di vita che, di certo, ha aiutato la loro malattia. Dall’indagine fortunatamente è emerso che il 30-60 per cento dei “sopravvissuti” inizia a seguire una dieta più salutare dopo la diagnosi e che il 46-96 per cento di coloro che hanno avuto una diagnosi di tumore a polmoni, legata al consumo di tabacco, smette di fumare. Smette di bere il 47-59 per cento di coloro con una diagnosi di tumore a collo o testa, due neoplasie legate anche a consumo di alcol. Ancora, si dà alla palestra il 70 per cento dei sopravvissuti, con un regime di attività fisica di almeno 30 minuti al giorno per almeno cinque giorni settimanali. Ma ci sono anche le note dolenti, hanno fatto notare gli esperti: il 25-42 per cento dei “sopravvissuti” si ostina a non mangiare adeguate quantità di frutta e verdura e il 70 per cento di coloro che hanno avuto diagnosi di cancro alla prostata o al seno rimangono in sovrappeso. Inoltre, per quanto i “sopravvissuti” a tumori fumo-correlati tendenzialmente smettono di fumare, se il dato dell’abbandono delle sigarette viene visto relativamente a tutta la popolazione dei sopravvissuti emerge che il 20 per cento di essi complessivamente continua a fumare, una percentuale solo di poco inferiore a quella media dei fumatori sani (24 per cento). Oltre a lanciare un monito a questi “irriducibili”, gli epidemiologi lanciano un appello anche agli oncologi, affinché parlino di più con i pazienti e li aiutino a capire che stili di vita sani sono altrettanto importanti che le terapie per aver la meglio sui tumori e per evitare la ricomparsa di una neoplasia “estirpata”. Infatti dall’indagine risulta che solo il 20 per cento degli oncologi si investe di questo ruolo di consigliere del malato. Fonte: Demark-Wahnefried W et al. Riding the crest of the teachable moment: promoting long-term health after the diagnosis of cancer. |
REUTERS ITALIA Vino e cene fuori, il miglior modo per conquistare le donne. |
LONDRA
(Reuters) - Dimenticate pure i regali costosi e i gioielli di lusso. Offrire
drink e cene fuori è il modo migliore per conquistare le donne, secondo
quanto ritengono alcuni scienziati. I ricercatori dell’University College di Londra hanno sviluppato una formula matematica e hanno elaborato un modello per trovare il modo migliore di fare colpo sulle signore. I loro risultati indicano che i regali costosi testimoniano le intenzioni serie di un uomo, ma lo rendono vulnerabile alle "cacciatrici" di denaro pronte a lasciarlo dopo aver accettato il dono. "Gli uomini in genere non offrono regali costosi a donne in cui non hanno un interesse di lungo termine. E le ragazze in genere non restano impressionate da doni a buon mercato. Offrendo invece regali come cene e inviti a teatro, i maschi non pagano alcun pegno se l’invito non viene accettato", ha detto il dottor Peter Sozou, dell’University College London (UCL). Se le donne non sono interessate, infatti, raramente accetteranno l’invito, secondo la ricerca pubblicata sulla rivista "Proceedings of the Royal Society of London B". I ricercatori dicono che fare doni fa parte della pratica del corteggiamento sia per gli umani che per altre specie. L’attrazione fisica è un elemento importante, ma offrire dei regali aiuta. "La nostra analisi mostra che c’è una logica evoluzionistica negli uomini che ’bruciano soldi" per far colpo sulle ragazze", ha detto il professor Robert Seymour del dipartimento di matematica di UCL. |
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