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Notizie brevi 06/08/2012

"L'intersezione è un incrocio a raso?"
Gli impossibili quiz per la patente

Domande trabocchetto e illogiche nei test: ecco perché sbagliare è inevitabile. E l'esame diventa uno specchio del Paese in cui conta più essere furbi che formare automobilisti educati alla civiltà della strada

VERO o falso? È vero che "il rispetto della distanza di sicurezza deve essere mantenuto dal veicolo che precede". È falso che "il rispetto della distanza di sicurezza deve essere rispettato dal veicolo che precede". Io licenzierei in tronco l'inventore di questi incredibili e illogici scioglilingua. Sono gli scioglilingua con i quali i giovani italiani devono misurarsi per ottenere la patente di guida nel Paese dei furbi e dei malandrini.

Studio il libro dei quiz ministeriali, enorme sciocchezzaio punitivo che non aiuta ad essere rispettosi del Codice ma premia scaltri e pataccari, e mi fermo perché non so dire se sia vero o falso che "il poggiatesta è utile per prevenire il colpo di frusta". Io forse lo confondo con il colpo della strega, e magari pure con il gomito del tennista. Capisco che, guidando, può capitare di farsi e fare male, ma io voglio la patente di guida e non di radiologia o di ortopedia e neppure dedicarmi alle perizie assicurative.

Guardo il disegno di un altro quiz e rispondo che è vero, "nella strada centrale la corsia è a doppio senso di circolazione". Invece è falso perché si chiama "carreggiata" e non "corsia". Bocciato in italiano? Poi interpreto come vero un segnale di lavori in corso per due chilometri senza accorgermi di un altro trucco: è "la deviazione" dovuta al cantiere che è lunga due chilometri e non "il cantiere". Mi hanno fregato di nuovo. Ma almeno adesso ho la certezza che è questo che vogliono: fregarci.

Ancora, davanti al segnale del ghiaccio, mi chiedono se sia vero che mi trovo in una strada in cui nevica spesso. Penso: sarà vero, se c'è il ghiaccio. Eh no, solo di tanto in tanto lì nevica. Decido allora di farmi furbo e rispondere controsenso, contro logica e contro mano per prevenire e dribblare la tagliola, il calappio, il tranello. Così, quando leggo che "l'attraversamento pedonale è una parte della carreggiata destinata al transito dei pedoni che attraversano", fiuto l'insidia nel troppo facile e, gongolando come un cretino, rispondo che è falso.

Ricomincio daccapo e mi imbatto in uno slang incomprensibile. Dal linguaggio aumm aumm i contraffattori di Stato sono passati al lessico pettinato e barocco degli iniziati: "L'intersezione a livelli sfalsati è un incrocio a raso fra una strada e i binari del treno". Boh. Sembra l'ipotiposi di Ettore Petrolini. Vorrei conoscerli questi sadici manipolatori degli incroci a raso. La loro cultura di riferimento non è il codice della strada ma la Settimana enigmistica. E vorrei l'aiuto di Stefano Bartezzaghi per capire se è una sciarada o un rebus il seguente quiz: "Durante la marcia, l'uso delle luci anabbaglianti è sempre consentito in alternativa a quelle di posizione". A me pare vero, ma solo perché non ho visto l'imboscata nascosta nella parola alternativa: con gli anabbaglianti infatti le luci di posizione rimangono accese.

Giro allora il seguente quiz a un mio amico tassista: è vero o falso che "la sosta è comunque vietata in corrispondenza dei distributori di carburante, sino a 5 metri prima e dopo"? Risponde deciso: "Vero". Vado a guardare nell'indice delle soluzioni: falso. Telefoniamo all'istruttore della scuola guida che, con successo, ha preparato mio figlio: "È falso - dice - , e la falsità è segnalata dal "comunque". Quando infatti il distributore è chiuso il divieto di sosta non vale più".

Con il professore del comunque quasi ci accapigliamo perché si ostina a difendere la serietà delle domande trabocchetto: "Aiutano a ragionare". E io comincio a sospettare anche di lui. I nostri ragazzi infatti debbono per forza iscriversi alle autoscuole e comprare o affittare i libri - "eserciziari" - che in copertina strillano: "Tutti i 6375 quesiti ministeriali + 10 simulazioni d'esame". E vuol dire che saranno tratti da quei 6375 i 40 quesiti che comporranno l'esame necessario per ottenere il foglio rosa.

Come si vede comincia ad affiorare un'Italia sommersa dietro il giochetto del "vero o falso?". C'è infatti un po' di burocrazia da vecchio socialismo reale, ci sono gli interessi di piccole caste privilegiate come gli ingegneri della motorizzazione, e ci sono anche gli espedienti da borsa nera e la solita strategia da scrocco nei libri, nelle lezioni e nelle ore obbligatorie con istruttore e auto con doppi comandi... Una patente B costa a una famiglia almeno mille euro ed è ininfluente sapere che è falso che "in caso di freni squilibrati bisogna correggere con lo sterzo assecondando la deviazione dalla traiettoria" (io più ci penso e più mi pare vero).

Né bisogna credere che quando si smette con il trabocchetto, allora finalmente si passa alla misurazione della sapienza. Al contrario, ancora una volta si dimostra che furbi e fessi sono parenti: "I bambini al semaforo possono attraversare la strada solo dopo avere ricevuto un gesto di consenso da parte degli automobilisti". Vero o falso? Poi ci mostrano la cornetta di un telefono dentro un rettangolo blu e bianco: "Il segnale raffigurato indica la possibilità di ricaricare i telefoni cellulari". E se fosse vero? Sembra inventato da Franco e Ciccio il seguente quesito: "In un centro abitato bisogna considerare che i pedoni e i diversamente abili devono sempre dare la precedenza ai veicoli a motore". Vero o falso?

Sono tanti i codici che capovolgono il Codice. L'importante non è formare automobilisti educati alla civiltà della strada, al rispetto istintivo dei segnali e alla tolleranza come si sforzano di fare in Inghilterra, in Germania, in Francia, negli Stati Uniti... No, il modello formativo è sempre quello dell'Italia del Sorpasso, dei parvenu della guida, dei giovani sbruffoni. "Ogni giorno sulle nostre strade muoiono 11 persone" ha dichiarato Aldo Minucci, presidente della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale. Ed è vero che il ministero degli Interni e la polizia stano lavorando bene e che quest'anno si è leggermente abbassato il numero dei morti.

Ma è tempo di rimettere mano agli esami che ringalluzziscono e imbaldanziscono l'Italia cafona del crash, dei clacson, del "guidare a fari spenti nella notte per vedere se poi è così difficile morire", l'Italia del sorpasso appunto, che fu la cifra ideologica-mediatica dell'azzardo congiunturale, e ora è solo una triste malattia sociale, uno sfogo mentale, una biasimevole pratica di riscatto psichico, una frustrazione sguainata nelle nostre freeways, a una, a due, a tre corsie.

Chiunque è portato a credere che quei quesiti furbi o scemi sulla distanza di sicurezza abbiano contribuito a formare il popolo di automobilisti che nella vecchia Europa meno rispetta la distanza di sicurezza, non allaccia le cinture, usa il telefonino, getta le sigarette dal finestrino, non si ferma allo stop, posteggia sul marciapiedi o in doppia fila, non dà la precedenza ai pedoni.

Certo, sarebbe eccessivo mettere le vittime, i caduti del weekend, a carico della coscienza degli anonimi quizzaroli della Motorizzazione ma forse i loro cuori rischiano di essere come quello del poeta Umberto Saba affranto per i caduti in guerra: un cimitero di memorie e di rimorsi.

Troppi italiani ancora fuggono dopo avere causato un incidente e forse proprio perché hanno imparato che la patente si ottiene evitando, scansando e fuggendo. C'è il trionfo della furbizia nazionale nei tranelli sulla precedenza negli incroci o su come bisogna aiutare l'infortunato che "ha avuto un trauma della gabbia toracica, se mettendolo semi-seduto o in piedi o sdraiato...". E ancora: "L'isola di traffico è un'area pedonale urbana". Falso. Oppure: "L'Abs impedisce, durante la frenata, di modificare la traiettoria del veicolo". Falso: l'Abs, tié, consente di modificare la traiettoria del veicolo, eh eh.

Rivediamo dunque questo orrendo corpo dottrinario italiano che decreta che la furbizia e la scemenza sono le più alte forme di civiltà della strada, e che legittima il cretino nazionale che monta in auto fischiettando e parte a razzo come nei fumetti, facendo scappare galline e passanti, sfasciando bancarelle e sollevando polveroni.

di Francesco Merlo

 

da repubblica.it

 


 

Lunedì, 06 Agosto 2012
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