RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
|
LA
REPUBBLICA |
ROMA
- Tolleranza zero per chi si mette al volante in stato di ebbrezza
o sotto l’effetto di droghe: a chi provocherà incidenti mortali
sarà revocata per sempre la patente. La novità è
contenuta in un emendamento al decreto legge sulla pubblica amministrazione,
approvato ieri dal Senato. Sarà revocata definitivamente la
patente a coloro che provochino incidenti mortali guidando "sotto
gli effetti di sostanze stupefacenti o in stato di ebbrezza, con un
tasso di alcol pari o superiore al doppio del consentito". (*)
Il voto: 161 sì e 4 no.
|
ASAPS
LE MODIFICHE INTRODOTTE DAL SENATO ALL’ART.5 DL 115 DEL 30 GIUGNO 2005 RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI PER ASSICURARE LA FUNZIONALITA’ DI SETTORI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. IMPORTANTI NOVITA’, "QUASI UNA RIVOLUZIONE" PER I CICLOMOTORI E MOTOCICLI. OBBLIGO DI FREQUENZA DEI CORSI ANCHE PER IL PATENTINO AI MAGGIORENNI. CONFISCA DEL VEICOLO PER MOLTE TIPOLOGIE DI INFRAZIONI. MODIFICHE ANCHE PER LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA, MA MENO SIGNIFICATIVE DI QUEL CHE SI RITENEVA. |
Il Senato
nella seduta antimeridiana n. 847 e pomeridiana n. 848 del 20 luglio
2005 ha apportato sostanziali modifiche con il recepimento di appositi
emendamenti al testo dell’art. 5 del DL 115/2005, che si riportano a
seguire. |
|
Lettera al giornale
I telegiornali hanno detto che nel weekend tra l’8 e il 10 luglio sulle strade italiane sono morte 48 persone. Le immagini erano raccapriccianti, con macchine accartocciate. Non so se sia giusto paragonare queste immagini a quelle degli attentati di Londra (o di Baghdad), però guardandole ho avuto una reazione quasi rabbiosa. Perché assistiamo alla morte per incidente stradale come se fosse normale? Perché accettiamo che ogni giorno giovani, donne, anziani, bambini muoiano inutilmente? Secondo me è una strage assurda alla quale bisogna opporsi. Anna Di Marco Sottoscrivo: mi è capitato di provare le stesse emozioni vedendo i servizi tv sulle ordinarie stragi del fine settimana. Siamo rassegnati a questi eventi, mettiamo nel conto che "tanto sulle strade si muore", sappiamo di essere vittime e carnefici e pensiamo che sia inevitabile pagare un prezzo alla civiltà dell’automobile. Civiltà? Forse è una parola grossa. Sicuramente ha un costo troppo alto per la collettività. In vite umane (e non dimentico gli animali), sanitari, economici, sociali. Qualcosa si può comunque fare. Nel weekend da lei segnalato si è verificato un aumento degli incidenti mortali e delle vittime: l’anno scorso, nelle stesso periodo, sono state 43, due anni fa 34. Mettendo nel conto quel che è fisiologico (azzerare gli incidenti è impossibile), si può sicuramente ridurre il danno. Se il pericolo aumenta significa che sulle nostre strade si sono allentati i necessari controlli. Quelli normali, contro le imprudenze e gli eccessi di velocità (che rimane il primo, vero nemico degli automobilisti), e quelli straordinari, contro chi guida in stato di ubriachezza. Se non c’è la vigilanza dovuta da parte della polizia, non c’è possibilità di scampo, perché appena possiamo diventiamo piloti di Formula Uno. Ma anche i limiti di velocità andrebbero rivisti: 130 chilometri all’ora sono eccessivi. Si torni ai 110, magari solo sperimentalmente: sono convinto che le vittime diminuirebbero. Nel frattempo, chi può dovrebbe dare l’esempio, e non vantarsi, come ha fatto il ministro Stanca, di superare i 150 all’ora. |
IL
MESSAGGERO (Pesaro) |
PESARO
- «Non possiamo assistere senza fare niente alle morti causate da
chi non rispetta le regole del codice stradale e non è pensabile
che nella nostra provincia ci siano così tanti incidenti, soprattutto
tra i giovani». Così, il presidente della Provincia Palmiro
Ucchielli che ieri mattina, insieme al neo assessore ai trasporti Giuseppe
Lucarini e al capo della Polizia Provinciale Daniele Gattoni, ha presentato
la nuova campagna di comunicazione istituzionale che punta a sensibilizzare
gli utenti della strada con lo slogan “Quando guidi, pensa alla vita....non
ne hai un’altra”, concetto che verrà ripetuto su volantini,
poster, spot radiofonici e cartelloni pubblicitari affissi in tutto il
territorio provinciale e sugli autobus dell’Ami. «Il sottoscritto
e l’intera Giunta - prosegue Ucchielli - hanno voluto con forza questa
campagna, garantendo il nostro impegno anche finanziario (l’intera
operazione costerà circa 15.000 euro, ndr) non solo per questi
mesi estivi, particolarmente intensi per il traffico, ma per tutto l’anno».
Ma non è solo con le campagne di sensibilizzazione che la Provincia
intende dare il suo contributo nel miglioramento della sicurezza stradale.
Dal primo di agosto infatti (e fino al mese di ottobre), entreranno in
servizio 10 nuovi agenti di polizia provinciale insieme a due nuovi autovelox
(costati circa 50.000 euro). «Segnaleremo le strade dove avverrà
il controllo elettronico della velocità - precisa Ucchielli - in
modo che nessuno si possa lamentare e, in ogni caso, l’autovelox
non va inteso come uno strumento che serve ad aumentare le multe ma come
un mezzo per far rispettare le regole». E dovrebbe aumentare anche
l’uso dell’etilometro, strumento di cui la Polizia Provinciale
è già stata dotata, oltre al pattugliamento sulle strade
più battute da motociclisti e ciclisti. «Il nostro impegno
- conclude Ucchielli - sarà anche per la messa in sicurezza delle
nostre strade, ma non dobbiamo dimenticare che nella nostra provincia
c’è una rete viaria di oltre 1600 chilometri e che nella stragrande
maggioranza dei casi, non sono le condizioni della strada a causare gli
incidenti ma la disattenzione o le imprudenze dei guidatori. Ecco perché,
siamo convinti che una campagna di sensibilizzazione sia particolarmente
utile per ridurre il numero dei morti».
|
GIORNALE
DI BRESCIA
|
Nove
di sera di un mercoledì qualsiasi. O meglio, di quello che sarebbe
stato un mercoledì qualsiasi se non fosse stato per l’entrata
in vigore dell’ordinanza comunale firmata dal sindaco Paolo Corsini
che, più o meno, recita così: «...dalle 21 alle 6
è vietata la vendita di alcolici per asporto su tutto il territorio
comunale» . Misura giusta e necessaria? Lasciando agli addetti ai
lavori le inevitabili polemiche sul caso, si va a caccia di locali che
(eventualmente) vogliano assecondare una irrefrenabile voglia di acquistare
una birra fresca. Alle 20.45 la prima tappa è un supermercato,
luogo che rappresenta (in attesa di chiarimenti da parte dell’Amministrazione
comunale) la terra di mezzo riguardo all’applicazione del decreto.
Mi aggiro distratta tra le corsie poi, come se nulla fosse, alle 21.03
mi metto in coda alla cassa, con in mano una confezione da tre bottiglie
di birra. Il cliente prima di me ha nel carrello tutto il necessario per
una festa in casa, compresi vino e liquori. Lo guardo incuriosita, in
attesa di una reazione da parte della commessa che, invece, lascia tranquillamente
scorrere i prodotti sul lettore ottico della cassa, prende i soldi e si
accomiata dall’avventore. La scena si ripete anche quando porgo alla
cassiera le mie tre birre, nonostante l’ordinanza fosse in vigore
già da cinque minuti. Borsa della spesa in mano, salgo in auto
dirigendomi verso una vicina pizzeria d’asporto. Evidentemente è
la mia serata fortunata perché dopo aver chiesto una fumante fetta
di pizza margherita e due lattine di birra il gestore dell’esercizio
non ha fatto altro che aprire il frigorifero sotto il bancone e tirare
fuori le due lattine. Poi, messe pizza e birre in un sacchetto di plastica,
mi ha dato regolarmente lo scontrino. Tutto normale dunque, se non fosse
che la ricevuta fiscale riportava come orario le 20.59, nonostante le
21 fossero passate già da un bel pezzo. La terza tappa, consumata
tra i tavoli all’aperto di un chiosco, ha avuto una trama leggermente
diversa, senza però proporre il classico finale a sorpresa. Superata
agevolmente l’indecisione tra le due marche di birra proposte, mi
accingo a pagare quando la cassiera domanda minacciosa: «Ma sono
passate le nove... Dove le bevi?». Evidentemente il mio racconto
su una tranquilla bevuta tra le mura domestiche deve aver fatto effetto.
Perché la cassiera ha semplicemente risposto: «Va bene, basta
che non le bevi all’aperto e non le butti per la strada». Non
mi arrendo e mi dirigo con decisione verso la stazione ferroviaria, uno
dei posti «caldi» della notte bresciana. Il locale che scelgo
vende ogni sorta di genere alimentare ma io cerco solo una cosa: la birra.
La risposta stavolta è un secco rifiuto. Ma sapete perché?
Purtroppo la birra è finita. Infine, la piadineria di via Solferino,
l’ultima speranza (stavolta esaudita) di toccare con mano gli effetti
del decreto del sindaco Paolo Corsini: «Sono passate le nove e quindi
la birra non la possiamo vendere». Ma sul sedile dell’auto
vantavo già cinque bottiglie ghiacciate di birra che ora mi attendono.
|
IL
MESSAGGERO (Marche) |
Inizio
di “fuoco” per il jazz in piazza Oberdan. Protagonista della
prima serata il polistrumentista argentino Javier Girotto che ha regalato
al pubblico, con la voce del cantante dei Aires Tango, un concerto in
solitudine con più basi elettroniche preregistrate. Peccato però
per la quasi-rissa esplosa tra un fan dell’artista giunto da fuori città
e uno spettatore maceratese che ha interrotto bruscamente la complessa
e delicata performance dell’artista argentino al Pozzo. |
|
Da
dieci giorni era ospite da alcuni parenti a Grontorto di Annicco il
43enne rumeno che lunedì sera ha ammazzato a coltellate la moglie,
la connazionale 41enne Mariana Huh, davanti agli occhi della 19enne
figlia di quest’ultima, in una palazzina di Bosisio Parini, provincia
di Lecco. E da Grontorto, secondo le indagini, Laurentiu Marinel Lazea
è partito proprio poche ore prima del delitto, un omicidio che
il sostituto procuratore di Lecco che si occupa dell’inchiesta,
Giovanni Gatto, non esclude essere stato premeditato. Dunque pianificato,
o almeno meditato, proprio nelle ore di permanenza nel Cremonese, trascorse
lontano da quella compagna con la quale, da tempo, non andava più
d’accordo: continui litigi, un rapporto ormai compromesso e, spesso,
allontanamenti. Anche per questo, oltre che per riprendersi dai postumi
di un incidente, Lazea aveva raggiunto i famigliari a Grontorto. Il
delitto tra le 20 e le 20.30. Il rumeno non suona nemmeno alla porta
della moglie, un appartamento del residence ‘Il Roppolo’.
Nonostante sia stato invitato a starsene lontano, ha conservato una
copia delle chiavi e con quelle entra. In casa ci sono Mariana e la
figlia nata da un primo matrimonio, Dalila. Tra i coniugi inizia subito
una discussione, animata. Dalila, per non assistere all’ennesima
lite, si chiude in bagno e inizia a fare la doccia. Smette dopo pochi
minuti, quando dal salotto rieccheggiano le urla disperate della madre.
Dalila corre. E si trova di fronte alla scena del crimine: la madre
è girata di spalle, la schiena insanguinata. Tenta di raggiungere
la porta d’ingresso. Lazea le sta dietro, nella mano destra un
coltello da cucina preso probabilmente da un cassetto poco prima, insanguinato
pure quello. E’ la lama con cui ha colpito più volte la
41enne, non solo alla schiena ma anche all’addome. La lama che
ha ucciso Mariana, che morirà sull’ambulanza, durante il
trasporto all’ospedale. Laurentiu Marinel Lazea è stato
ammanettato dai carabinieri della compagnia di Merate e ora si trova
dietro le sbarre, chiuso in una cella del carcere di Lecco Pescarenico.
L’arresto è già stato convalidato e il rumeno, difeso
dall’avvocato Giuseppe Visconti, deve rispondere di omicidio volontario.
Si indaga ancora, però. Per capire se l’accoltellamento
è stato anche premeditato. E, soprattutto, per stabilire quale
sia stato il movente, certamente da ricercare in quel rapporto deteriorato
da tempo, tanto che la vittima aveva anche già chiesto il divorzio.
Non si esclude che a compromettere ulteriormente la situazione possa
essere stato il momento difficile attraversato dallo straniero, che
aveva il vizio dell’alcol e che in seguito a un incidente —
guidava ubriaco ed era finito contro un palo — rischiava anche
di perdere l’impiego. I suoi datori di lavoro, titolari di una
manifattura di Bosisio, avevano già avviato le procedure di licenziamento.
Anche questo potrebbe aver contribuito a scatenare la follia omicida |
LA
GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
|
Potenza
Il divieto serale della vendita di alcol da asporto nel centro storico
di Potenza alimenta un dibattito che coinvolge politici, commercianti
e cittadini. Non c’è una convergenza di giudizi. Ieri i giovani
diessini hanno invitato il sindaco Santarsiero a ripensarci, etichettando
l’ordinanza come «frutto di un neo-proibizionismo». Dai giovani
della Margherita, invece, arriva un segnale di incoraggiamento al primo
cittadino e una frecciata ai colleghi della quercia: «Riteniamo
- dicono - sia un valido strumento per porre rimedio ai tanti episodi
di inciviltà, molto spesso sconfinanti anche in momenti di pericolo
per tanti cittadini, che si registrano sempre più numerosi lungo
le vie del centro cittadino. E’ strano come siano proprio quei giovani
che esaltano la cultura e la civiltà di città multietniche
per eccellenza come Londra a contestare un provvedimento che risulta molto
meno rigido e, certamente, una civile regola per un centro cittadino di
una città che si rispetti». Secondo la Margherita, non si
tratta di proibizionismo o coercizione ma semplicemente «di una
regolamentazione che contribuisce a rendere via Pretoria ed il centro
storico davvero un punto di aggregazione sociale ma privo di episodi di
teppismo o schiamazzi ingiustificati che turbano la quiete dei tanti cittadini
che pure vivono nel cuore della città. Il consumo degli alcolici,
nonché gli orari, all’interno dei bar e nei locali del centro non
viene minimamente messo in discussione con quanto contenuto nell’ordinanza».
Se i politici, anche all’interno di una stessa coalizione, evidenziano
diversità di vedute, dai commercianti giunge quasi sempre una nota
critica. Il responsabile dell’Ascom Potenza, Marco Trotta, contesta il
provvedimento: «L’idea non risolve affatto il vandalismo notturno
e, aspetto ancora più paradossale, finisce per addebitare ogni
responsabilità agli incolpevoli titolari degli esercizi commerciali».
Trotta contesta la facile equazione vandalismo uguale vendita o somministrazione
di alcol e aggiunge: «La categoria non è affatto benevolmente
collusa, come qualcuno lascia velatamente intendere, con le frange di
vandali che scorrazzano indisturbati per la città. Del resto -
si chiede il responsabile dell’Ascom - che senso ha vietare la vendita
di alcolici nel centro storico e consentirla, invece, nelle immediate
vicinanze oppure nei supermercati dove è possibile fare incetta
di superalcolici da consumare dove e come più aggrada?».
Sulla stessa lunghezza d’onda Gianni Brienza, presidente regionale dell’Arci.
«L’ordinanza - dice - non fa certo bene al commercio nel centro
storico. Mentre sono allo studio iniziative da parte di una nascente associazione
di imprenditori per cercare di far arrivare gente nel centro, dall’altra
parte c’è chi vuole chiuderlo. E’ un provvedimento «islamico».
Siamo alle solite, si cerca di risolvere un problema che è soprattutto
sociale, con il proibizionismo (*). Se i ragazzi, in particolar modo i
minorenni, acquistano e consumano alcolici in quantità preoccupanti,
non è vietandone la vendita dopo le 21.30 (tra l’altro non si comprende
perchè solo nel centro storico), che si risolve il problema».
|
|
Le
polizze di assicurazione per la responsabilità civile per le
auto non sono tutte uguali. Per muoversi nel mare magnum delle compagnie
e delle diverse possibilità è bene tenere presenti alcuni
accorgimenti che permetteranno una corretta valutazione della convenienza
del prodotto. Innanzitutto occorre valutare non solo il premio di tariffa,
ma anche i massimali a copertura, le condizioni contrattuali, tenendo
d’occhio soprattutto le clausole di franchigia e quelle di esclusione
e di rivalsa. Le prime sono quelle che limitano, se non addirittura,
escludono la copertura dal rischio ed escludendo questa escludono anche
il rimborso in caso di danno. Il che significa che la compagnia è
tenuta a risarcire l’eventuale danneggiato, ma può rivalersi
sull’assicurato chiedendogli la restituzione totale o parziale
di quanto ha versato al terzo. Quali sono i casi più frequenti?
Lo stato di ebbrezza, tanto per cominciare, per non dire della guida
sotto gli effetti di sostanze stupefacenti. Differente il discorso che
riguarda l’individuazione del conducente. Alcune polizze, infatti,
prevedono che la copertura sia garantita solo nei confronti di automobilisti
indicati nel contratto. Pertanto potrebbero escluderla qualora alla
guida del veicolo coinvolto in un incidente vi sia soggetto non riconosciuto
dalla compagnia. Altro aspetto da tenere ben presente sono le garanzie
accessorie: incendio, furto, atti vandalici, tutela giudiziaria, assistenza,
che sono oggetto di tariffazione e tassazione separate dalla Rc auto.
La formula utilizzata dalle compagnie assicuratrici è senza dubbio
il cosidetto contratto bonus-malus. È il sistema di tariffazione
che premia il conducente in base alla sua condotta. Il minor numero
di sinistri dà luogo all’abbassamento della graduatoria,
mentre il maggiore ad un innalzamento. Decremento e crescita sono direttamente
proporzionali al premio della polizza da pagare. Quindi meno incidenti
si hanno, meno verrà a costare la polizza assicurativa sull’Rc
auto. Collegato alla polizza bonus-malus c’è l’attestato
di rischio. Un documento che fa la cronostoria dei sinistri del proprietario
del veicolo. Al suo interno sono contenuti i dati degli ultimi cinque
anni con le differenti classi di merito di provenienza e di assegnazione.
Chi si assicura per la prima volta un veicolo si troverà automaticamente
nella 14a classe di merito, il trasferimento ad altra compagnia però
di regola permette all’assicurato di mantenere la classe raggiunta
e quindi di vedersi riconosciuta la sinistrosità maturata. Tra
le diverse compagnie assicurative ci si può anche muovere. Ma
come? Quali sono gli obblighi che incombono su un contraente qualora
decida di cambiare polizza e compagnia di assicurazione? Molto dipende
dalla presenza nel contratto della clausola di tacito rinnovo. Quando
questa manca il contraente alla scadenza, solitamente annuale, è
libero di fare quello che desidera. Quando invece il tacito rinnovo
è presente con obbligo da parte della impresa di comunicare al
domicilio la variazione di premio, l’assicurato ha l’obbligo
di comunicare, con raccomandata A.R. o con fax, la disdetta contrattuale
almeno 30 o 60 giorni prima della scadenza della polizza. Il contraente
ha diritto di disdire il contratto con la compagnia e di cambiare l’assicurazione
se l’aumento della sua polizza è superiore al tasso di inflazione
programmato. In questo caso può farlo senza dover per questo
premurarsi di avvisare con l’anticipo richiesto. Sono diversi i
parametri che danno luogo al premio della polizza e che concorrono quindi
a determinare l’entità della spesa assicurativa per il veicolo.
Ecco i principali. Innanzitutto la determinazione è effettuata
sulla potenza della vettura. Più l’auto è potente
più sale la probabilità di un danno costoso e con questo
il costo della polizza. Ad incidere è anche l’alimentazione
del veicolo: benzina, diesel o gas possono infatti dare una dimensione
della strada che la macchina percorrerà in un anno e quindi anche
della probabilità che questa incappi in un sinistro. Altro dato
determinante è il luogo di immatricolazione. Ci sono province
in cui è decisamente più alta la probabilità di
incidenti che in altre. Ma anche il sesso e l’età del contraente:
non è un mistero che giovani e donne sotto questo profilo pagano
più di uomini maturi. Secondo le stime sono le prime due categorie
quelle che, per inesperienza, determinano in percentuale il maggior
numero di sinistri. Indipendentemente dall’età a incidere
è sicuramente anche l’anzianità di patente. I neopatentati
statisticamente provocano più incidenti. Ad incidere è
anche la modalità di utilizzo dell’auto. Grossa differenza
se è per lavoro o per il tempo libero. Anche in questo caso ad
aver rilievo è la quantità di strada mediamente percorsa,
quindi la probabilità di rischio che l’assicurazione va
ad assumersi. Se tutte le caratteristiche prese in esame danno luogo
all’identikit dell’automobilista ideale, e quindi a caratteristiche
di rischio favorevoli, si applica una riduzione del premio che tiene
conto anche della limitata circolazione del veicolo sempre condotto
da una stessa e sola persona. |
ASAPS
Sicurezza stradale, Marocco: dopo la legge per le cinture di sicurezza, arrivano gli alcoltest. È una dichiarazione di guerra allo stato di ebbrezza |
CASABLANCA
(MAROCCO) – Sono ormai alcuni mesi che monitoriamo con attenzione
anche le politiche sulla sicurezza stradale di paesi esterni all’UE.
Paesi in via di sviluppo, con pochi abitanti o con un livello di motorizzazione
che potremmo definire primitiva, e che per questo assolutamente insicura.
Alcuni di questi stati, però, hanno cominciato con assoluta serietà
una politica di progressiva securizzazione: è il caso del Vietnam
o del Senegal, della Cambogia o della Tunisia. Anche il Marocco non è
rimasto immune da questa esigenza di sicurezza, e dopo un codice della
strada rinnovato e una complessiva rieducazione anche delle forze di polizia,
l’azione è entrata nel vivo. Il governo ha parlato senza mezzi
termini della necessità di mettere la parola fine alla guerra sulle
strade, e considera questa una politica prioritaria. In questa prospettiva,
un piano di azione mediatica è stato alla base della linea del
2004 e, soprattutto, del 2005, quando la strategia è divenuta maggiormente
concreta. Nei giorni scorsi, proprio a Casablanca, si è tenuta
una conferenza stampa alla sede del Comitato nazionale per la prevenzione
della circolazione, il cui direttore – Azzeddine Chraîbi –
ha spiegato ai giornalisti locali la natura delle nuove misure appena
adottate. In effetti la strategia del Comitato, è ora improntata
alla sensibilizzazione, con il piano d’azione mediatica nel pieno
della propria attività e con un impegno finanziario di tutto rispetto,
per il quale sono stati stanziati 16 milioni di dinari, l’equivalente
di circa 1 milione e 60mila euro. L’impegno di spesa servirà
coprire la diffusione di spot radiofonici sui canali marocchini in arabo,
francese e amazigh, il dialetto berbero; saranno poi affissi migliaia
di manifesti pubblicitari di grande formato nelle aree di servizio e di
riposo lungo le principali arterie di comunicazione che mettono in collegamento
le 15 città del regno. Come nella migliore tradizione di questi
paesi, poi, sono stati allestiti due camper dotati di altoparlante, che
diffonderanno nei centri abitati messaggi “… in grado di inculcare
una nuova cultura di civismo e di cittadinità quali servono per
una migliore sicurezza stradale…”, come ha precisato Azzedine
Chrâbi. I due camper, saranno continuamente riforniti di materiale
informativo ed uno coprirà la zona nord del paese ed una quella
più a sud, fino al 13 settembre. Dopo quella data, i due mezzi
saranno messi a disposizione del ministero della pubblica istruzione,
per una nuova campagna scolastica. Sul fronte delle misure, spiccano poi
le nuove dotazioni della polizia marocchina. Ne è stata data notizia
dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Karim Ghellab, che
nelle scorse settimane aveva comunicato l’istallazione di 40 postazioni
fisse per il rilevamento della velocità e di 100 autovelox portatili,
di cui dotare le pattuglie, ai quali si aggiungeranno altre 150 postazioni
automatiche entro la fine dell’anno. Un impegno davvero importante,
che spicca nella lotta all’insicurezza stradale africana e che precede
l’arrivo anche di 10mila etilometri in distribuzione dal primo di
agosto alla polizia stradale, che riceverà la consegna di controllare
il conducente di ogni veicolo fermato, a prescindere dalla presenza o
meno di segnali di una sua ebbrezza.(*) Infine, è stato dato il
via alla costruzione di 185 centri di revisione, che a partire dal prossimo
anno dovranno controllare l’efficienza del parco veicolare marocchino.
|
SALUTE
(La repubblica)
CEFALEE |
Svariati
i motivi che, in estate, possono far scoppiare il mal di testa. "Possono
scatenarlo l’intolleranza verso alcuni alimenti, ad esempio i prodotti
che contengono solfiti, come i vini bianchi e la frutta secca. Dunque,
anche un innocuo aperitivo durante l’happy hour può riservare l’incognita
di un improvviso mal di testa", sottolinea Alessandro Targhetta,
specialista in geriatria e gerontologia a Venezia e docente del Centro
Italiano di Studi e Documentazioni in Omeopatia. In vacanza, anche l’alimentazione,
talvolta eccessiva o disordinata, impegnando oltremodo la digestione,
può favorire le cefalee. Comunque, attenzione a gelati, bibite
ghiacciate e simili. "In alcuni soggetti, il palato è particolarmente
sensibile ai cibi freddi e può scatenare improvvise emicranie",
dice Targhetta. Non ultima, l’aria condizionata: gli sbalzi di temperatura
tra l’esterno "infuocato" e gli ambienti da "ibernazione"
possono far risvegliare le cervicalgie.
Consigli Se si sospetta un’intolleranza alimentare, in attesa di accertamenti, abolire gli aperitivi; se proprio si deve, succhi di frutta e torte salate son meglio di vino e frutta secca. "Contro le emicranie da cibi freddi, basta scaldare i gelati sulla lingua e sorseggiare le bevande evitando, per quanto possibile, di metterli a contatto con il palato", suggerisce Targhetta. Aria condizionata: vale il buon senso. "Basta regolare le temperature su 4, massimo 5 gradi inferiori a quella esterna", aggiunge Angelico Brugnoli. |
WINENEWS
IL CAUSTICO PENSIERO DI BEPPE GRILLO SUL VINO E LE SUE VANITA’ CONDENSATO IN POCHE RIGHE DAL TITOLO EMBLEMATICO E DIVERTENTE: “L’ODIO AL VINO” |
E
così anche Beppe Grillo esprime il suo pensiero sul vino e lo fa
con la sua solita verve polemica e provocatoria, con un commento “fuori
dai denti”, che non pratica nessuno sconto. Allo showman genovese,
noto per i suoi attacchi a qualunque genere merceologico, non poteva certo
sfuggire il prodotto vino, che pare essere diventato uno degli argomenti
di comunicazione più “alla moda” del momento. Ecco qui
di seguito il “Grillo pensiero” enoico: |
IL
GAZZETTINO (Belluno) |
Pedavena
È un colpo di reni sul traguardo che a Pedavena ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Non più solo svedesi quindi interessati all’acquisto. A dieci giorni dalla chiusura della storica Birreria, sul tavolo del sindaco Franco Zaetta martedì sera è arrivato un fax "pesante". Un documento recapitato anche ad Heineken Italia, al sottosegretario Maurizio Sacconi e alla Regione, inviato da Balvano in provincia di Potenza, dalla Tarricone Spa. Una ditta tutta italiana che da qualche tempo si occupa anche della produzione di Birra. Nello stabilimento di Baragiano, acquistato nel 1999 dalla Moretti di Udine (marchio diventato poi Heineken) la ditta produce la birra Morena. Dopo la Kopparberg spunta così a poco più di una settimana dall’addio al Feltrino della multinazionale olandese, un’altra ditta pronta ad acquisire lo stabilimento di Pedavena. Un gruppo nazionale che ha chiesto di poter avere un faccia a faccia con l’Heineken, con il sindaco Zaetta seguendo anche la stessa via del Mistero e della Regione intrapresa in questi giorni dalla ditta scandinava. Quella della Tarricone Spa, hanno spiegato dal Comune, è una novità che ci rincuora e che ci fa vedere un futuro sicuramente meno nero». Facce meno tirate anche tra i membri del Comitato Pro Birreria che da mesi ormai combatte contro lo spettro della chiusura. «Che ci siano più ditte interessate alla Birreria - sottolinea con soddisfazione Siro Celli, presidente del Comitato - è un fattore molto importante. Che la Tarricone si sia fatta avanti significa che qualche cosa di sta muovendo. Noi da parte nostra continueremo la battaglia. Domenica esporremo gli striscioni dipinti uniti per la prima volta fra loro. La lunga tela partirà dalla Birreria e, lungo viale Vittorio Veneto raggiungerà la piazza del paese. venderemo le magliette del Comitato e il libro "Una fabbrica paese - il caso Birreria Pedavena". Questo per finanziare la nostra attività». Alessandro Tibolla. |
LA
GAZZETTA DI CREMONA |
SONCINO
— Piace il vino barbera al girasole record dell’azienda agricola
Portici di Soncino. La pianta alta 5 metri e 10 centimetri si è
sviluppata in modo esponenziale quando il suo coltivatore Primo Barnabò
ha incominciato a somministrarle qualche caraffa del tipico vino piemontese.
«Nella fase di levata della pianta — dice Primo Barnabò
— ho provato a darle da bere un goccio del mio barbera per vedere
come si comportava. Un esperimento che aveva dato frutti positivi con
alcune piante ornamentali che mia moglie tiene in casa. Giorno dopo giorno
la pianta di girasole mostrava di gradire. E i segni si vedevano a vista
d’occhio. Due delle 6 piante di girasole presenti nel mio orto sono
state trattate col barbera: la prima è alta 5 metri e 10 centimetri,
la seconda 4 metri e 70 mentre quelle ‘astemie’ non raggiungono
i 4 metri». Le piante record sono state seminate ai primi del mese
di aprile. Provengono da sementi normalmente in commercio. Posizionate
a margine dell’ortaglia non hanno richiesto particolari cure da parte
del coltivatore Primo Barnabò. «Volevo battere il record
di 4 metri e 85 fatto registrare la scorsa estate da un girasole allevato
dal custode dello stabilimento Simon di Villacampagna e ci sono riuscito». |
|