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Notizie brevi 24/08/2012

Sarnico
Caso Vallanzasca,
L'ira del prefetto : via da Bergamo
Lettera al ministero. E il sindaco:non sapevo nulla

«Manifestiamo l'esigenza di far cessare immediatamente questa situazione». La prefettura è chiara e perentoria. Così come chiara e perentoria è stata la reazione del prefetto di Bergamo, Camillo Andreana che, non appena appresa la notizia del permesso lavorativo in terra orobica per Renato Vallanzasca, boss della Comasina, ha scritto al ministero della Giustizia manifestando tutto il suo disappunto per «l'inopportunità e la illogicità della decisione, tenuto conto dei gravissimi fatti compiuti in questo territorio dove ci sono persone che piangono la morte dei propri cari, uccisi mentre servivano lo Stato, proprio da Vallanzasca». La lettera ufficiale, fino ad oggi, è però rimasta senza risposta. Solo alla fine di luglio la Prefettura era stata informata della cosa dall'amministrazione della Giustizia. «La decisione di inviare a Sarnico Renato Vallanzasca - fa ora sapere il vice prefetto, Clemente Di Nuzzo - esula dalle nostre competenze. A noi è stato solamente comunicato questo provvedimento, né abbiamo potuto solo prendere atto a cose fatte, senza che ci sia stato chiesto un parere preventivo».

 

> Foto - Vallanzasca a Sarnico



Andreana non ha tardato a manifestare, in forma scritta, la sua contrarietà a una decisione bollata senza appello come «inopportuna e illogica», attuata in un territorio dove la banda della Comasina ha scritto una delle pagine più nere della storia. Senza toppi clamori, dalla fine di luglio, infatti, Vallanzasca si muove in una spola quotidiana sull'A4 tra Milano e il casello di Grumello, passando per Dalmine dove il 6 febbraio di 35 anni fa, con i suoi complici della banda che terrorizzava l'Italia, colpì a morte i poliziotti della Stradale Luigi D'Andrea e Renato Barborini. Una ferita che, nei cuori dei familiari e dei colleghi, ancora sanguina. E sulla quale il prefetto, ritenendo di farsi interprete del sentimento della comunità bergamasca, ha manifestato una sensibilità particolare. «Proprio qui sono stati compiuti dei fatti gravissimi e questo doveva essere tenuto in considerazione. Ribadiamo- conclude Di Nuzzo - l'esigenza di far cessare immediatamente questo stato di cose».

 

> Foto - Renato Vallanzasca



Se la prefettura sapeva e disapprovava, il sindaco di Sarnico Franco Dometti
non sapeva proprio nulla. Quella di ieri, è stata una delle giornate più roventi del suo mandato amministrativo. «Non ero a conoscenza della vicenda - sbotta - e sì che qui sembrava lo sapessero tutti, anche i carabinieri. Tutti tranne il sindaco che dovrebbe, invece, essere il primo a essere informato. Non sono contrario a programmi di recupero per i detenuti, ci mancherebbe, sono sacrosanti, ma in questo caso ci sono degli elementi di incompatibilità territoriale gravissimi con la persona coinvolta che vanno al di là di tutto. È una vicenda che va avanti da un mese. Ho chiesto un incontro urgente al prefetto, ci deve essere un confronto con un rappresentante del governo».


Donatella Tiraboschi

da Repubblica.it

 

Venerdì, 24 Agosto 2012
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