Meno morti sulle strade
L’Italia fa meglio della Francia
La cronaca ci insegue con tanti, troppi incidenti stradali. Di continuo. Ma le statistiche ci dicono anche che finalmente le morti sulle strade sono in deciso calo. Secondo le ultime stime di Aci e Istat, nel 2011 l’Italia ha pianto 3.800 vittime. Sempre troppe. Ma l’anno prima erano 4.090. E solo 5 anni fa, nel 2007, le vittime erano state 5.131. Eravamo la vergogna d’Europa per numero di decessi. Quest’anno non più. Nel 2011 ci sono state più vittime in Francia, con 3.963 morti, circa 160 più degli italiani.
Un altro obiettivo centrato, ancor più importante della finanza pubblica, dopo che nel 2007 ci eravamo impegnati con l’Europa a far qualcosa di serio contro la strage delle nostre strade. Da allora si sono verificate alcune cose serie: un piano sicurezza stradale, un incremento esponenziale dei controlli con gli etilometri, una legge severa contro chi guida in stato di ebbrezza, tecnologie di controllo come Autovelox e Tutor. E poi da ultimo ci si è messa la crisi: è evidente che se calano i volumi di traffico, se le autostrade e le statali sono meno intasate, di conserva calano anche gli incidenti. Specialmente quelli gravi.
Il trend di decrescita delle morti da incidente stradale è effettivamente costante. Secondo i dati raccolti dall’Asaps, associazione amici della polizia stradale, le morti sono diminuite con regolarità: cinquecento morti in meno ogni anno. E così siamo arrivati al bel risultato di lasciare in testa i francesi, che pur avendo qualche milione di abitanti in più di noi, negli ultimi dieci anni avevano sempre avuto meno vittime della strada.
Il dato del calo è omogeneo anche se si va a guardare ai numeri del ministero dell’Interno, che raccoglie soltanto le statistiche di polizia e carabinieri e non quelli delle polizie municipali: a Ferragosto, risultavano 87.605 incidenti stradali nell’ultimo anno; l’anno prima erano stati 105.000. E se anche ci si ferma ai morti registrati da polizia e carabinieri, e non alle diverse polizie municipali, che appunto sfuggono ai conteggi del ministero dell’Interno per via delle bizantinerie italiane, si scopre che a Ferragosto la ministra Annamaria Cancellieri aveva potuto vantare un buon risultato, passando da 2.458 a 2.058 vittime della strada in un solo anno.
Un piccolo miracolo italiano che si porta dietro una sforbiciata allo spread del dolore e dei costi sociali. Un dato agghiacciante, sempre calcolato dall’associazione Asaps: l’Italia dal 1950 a oggi ha avuto più di 400 mila morti per incidente stradale e 14 milioni di feriti. L’anno peggiore della serie storica è stato il 1972: addirittura quell’anno furono 12.750 morti.
Fissato il successo di quest’anno, c’è però da fare di più. Nei primi sette mesi del 2012, ad esempio, su 155 morti in incidenti stradali che si sono verificati sulla rete autostradale, ben 32 erano pedoni travolti. Di questi, sedici erano scesi dal veicolo per una avaria al veicolo come un guasto al motore, una foratura, o addirittura perché la vettura era rimasta senza carburante; dieci stavano camminando a piedi lungo l’autostrada (spesso stranieri scesi da autocarri) o stavano correndo per prestare soccorsi in precedenti incidenti; sei vittime sono definiti «superstiti da altro evento» ovvero si tratta di persone incorse in un precedente incidente e che, scese dal loro veicolo sotto choc, sono state travolte da un altro mezzo sopraggiunto. L’Asaps spinge per una campagna di informazione su quanto sia pericoloso muoversi a piedi sull’autostrada.
In Parlamento, intanto, si ragiona su una modifica al codice della strada. Mario Valducci, presidente della commissione Trasporti, ha annunciato che si potrebbe arrivare alla sospensione della patente fino a 15 anni per chi causa un omicidio stradale e viene trovato in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti. Se la Camera la voterà entro ottobre, potrebbe essere legge prima di Natale.
di Francesco Grignetti
da la stampa.it