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Rassegna stampa alcol e guida del 19 luglio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


LA PROVINCIA DI COMO
BOSISIO PARINI
Uccisa a coltellate dal marito - Una lite tra la coppia finisce in tragedia
L’uomo era ubriaco.

BOSISIO PARINI Due coltellate alla donna che viveva con lui. È finita in tragedia, ieri sera, una violenta lite tra una coppia di rumeni in un residence di Bosisio Parini. Marianna Hub, 41 anni, è morta in ospedale. L’omicida è il suo convivente Laurientiu Lazea, 43 anni, che è poi stato arrestato. L’uomo, a quanto pare in preda ai fumi dell’alcol, avrebbe prima inveito contro la donna, poi, con un raptus, ha afferrato un coltellaccio da cucina ferendo a morte la donna che, coperta di sangue, si è spinta fino in strada a chiedere aiuto. «La mia vita sta finendo...», ha detto Marianna ai primi soccorritori.

MERATEONLINE
Assassinio-Bosisio: confessione piena del convivente dopo due interrogatori.
L’ennesima lite familiare si è tramutata questa volta in tragedia. L’ultima sfuriata di un uomo in preda ai fumi dell’alcol è costata la vita ad una giovane donna di origini rumene. Nella tarda serata di ieri le sirene del 118 hanno rotto il silenzio di via Bonfanti 8 a Bosisio Parini. I volontari sono accorsi nel tentativo disperato di soccorrere e Marianna Huh, una giovane madre rumena di 41 anni che, sanguinante, giaceva sulla strada. I fatti si sono svolti poco dopo le 20 di lunedì 18 luglio, nel residence “Il Roccolo”, all’interno dell’appartamento che la donna divideva con il convivente Laurentiu Marinel Lazea, 43enne anch’egli di origini rumene. Al culmine di una lite, scatenata probabilmente da futili motivi ed esacerbata dallo stato di ebbrezza dell’uomo, da tempo dipendente dall’alcol, Lazea ha afferrato un coltello da cucina con una lama di circa 20 centimetri ed ha ripetutamente colpito con cieca violenza la donna all’addome ed alla schiena. Nonostante le profonde ferite Marianna Huh è riuscita a scappare in strada e le sue urla disperate hanno allertato i vicini di casa che preoccupati hanno immediatamente chiamato la croce rossa. I volontari si sono precipitati sul posto e, dopo aver chiesto l’intervento dei carabinieri, hanno prestato i primi soccorsi alla donna, le cui condizioni apparivano assolutamente preoccupanti, ma relativamente stabili. Durante il trasporto in verso l’ospedale lecchese Alessandro Manzoni la 40enne ha però evidenziato gravi segni di peggioramento. I medici del pronto soccorso hanno fatto il possibile per tentare di fermate l’emorragia provocata dalle ferite, ma alle 22.10 Marianna Huh, madre di una ragazza 16enne è spirata a causa di uno schok emorragico causato da una ferita penetrante al torace. Nel frattempo i militari della stazione di Costamasnaga, supportati da Nucleo Operativo Radiomobile di Merate hanno fatto irruzione nell’appartamento dove hanno trovato il convivente della donna in evidente stato confusionale e sporco di sangue. Trasportato presso le camere di sicurezza della caserma di Costamasnaga Laurentiu Marinel Lazea è stato sottoposto ad un primo interrogatorio, ma a causa dello stato di alterazione provocato dall’alcool, non è stato in grado di ricostruire con precisione l’accaduto. Solo questa mattina, in un secondo interrogatorio svoltosi nelle carceri di Pescarenico l’uomo ha rilasciato una piena e completa confessione. Entro le prossime 24 ore il sostituto procuratore della Repubblica Giovanni Gatto, che sta seguendo il caso di omicidio, procederà con il terzo interrogatorio per l’eventuale convalida del fermo. La tragedia di ieri notte è purtroppo solo il culmine di una condotta di vita violenta, probabilmente segnata anche dall’alcool. Laurentiu Marinel Lazea non infatti era sconosciuto alle forze dell’ordine, in quanto più volte segnalato per maltrattamenti in famiglia. Solo nell’ultimo anno i carabinieri erano dovuti intervenire ben tre volte per sedare le sue ire. Il raptus di ieri, costato la vita alla sua convivente, è stato l’ultimo.

LIBERTA’ ON LINE
Scatta la denuncia per guida in stato di ebbrezza
Accusa di omicidio colposo e patente ritirata dopo i primi accertamenti.

Piacenza - L’accusa di guida in stato di ebbrezza, con la quale è stato denunciato il conducente dell’Alfa 33 che ha tamponato la Volkswagen Golf finita, a sua volta, addosso alla moto condotta da Filippo Braghieri, è scattata poiché l’uomo, un quarantanovenne, è risultato positivo al test alcolimetrico al quale è stato sottoposto, dopo l’incidente, dagli agenti del corpo di polizia municipale. Il risultato del test ha prodotto l’effetto immediato di fare scattare la denuncia. L’uomo inoltre, come sempre avviene nel caso di incidenti mortali, è stato indagato per omicidio colposo. La polizia municipale gli ha ritirato la patente oltre, ovviamente, ad avviare le necessarie segnalazioni relative alla decurtazione di punti. Ieri erano ancora in corso gli accertamenti da parte degli agenti della polizia municipale in merito all’incidente avvenuto sabato pomeriggio lungo la via Emilia nel centro abitato di Montale, proprio in prossimità del semaforo. Schianto in cui ha perso la vita Filippo Braghieri e in cui è rimasto ferito, fortunatamente in modo non grave l’amico che era sul sellino della moto dietro di lui, Matteo Bocchi. Per meglio capire come è avvenuto l’incidente, gli agenti si sono recati ieri mattina nel reparto di ortopedia del polichirurgico, dove Bocchi si trova tuttora ricoverato. Il ragazzo, che ha riportato fratture a un braccio e alle costole, ha risposto alle domande degli agenti. Sempre nella giornata di ieri la polizia municipale ha effettuato altri accertamenti per capire l’esatta dinamica dell’incidente. Secondo una prima ricostruzione che al momento appare essere quella più attendibile, l’Alfa 33 condotta dal 49enne proveniva da Pontenure ed era diretta verso Piacenza, quando all’altezza del semaforo di Montale ha violentemente tamponato la Golf condotta da Natasha Boccoli, 34 anni di Piacenza, rimasta contusa in modo lieve. La Golf in seguito all’urto è finita sull’opposta corsia dove stavano arrivando i due ragazzi a bordo della motocicletta. Invano il conducente dell’Alfa (a sua volta contuso lievemente) avrebbe cercato di evitare l’impatto con una brusca frenata, udita da molti testimoni e confermata dalle tracce di pneumatici lasciati sull’asfalto. Una scia lunga qualche decina di metri. L’impatto per lo sfortunato giovane è stato fatale. Il giovane è morto sul colpo.
ILGIORNALE.IT
Clochard ucciso a calci e pugni
Alessia Marani.
Clochard romeno massacrato a calci e pugni, abbandonato morente accanto a quel giaciglio sommerso dalla sporcizia che ormai da un po’ di tempo lo ospitava a Roma, in un campo incolto tra i palazzoni di largo Preneste e la campagna attorno alla stazione ferroviaria Prenestina. I carabinieri di Piazza Dante l’hanno trovato ormai senza vita verso le 2,30 dell’altra notte dopo che un anonimo ne aveva segnalata la presenza al 112. Probabilmente a chiamare il numero d’emergenza è stato un altro straniero, anche lui barbone, forse uno degli stessi che per tutta la giornata di ieri è stato preso a verbale dagli inquirenti che, adesso, lavorano per identificare l’assassino.
Una cosa pare certa: a scatenare la furia omicida contro Ivan M., 42 anni, clandestino da un paio di anni in Italia, una lite degenerata in tragedia. «Secondo quanto riscontrato anche dal medico legale - spiega, infatti, il maggiore Ubaldo Del Monaco - per uccidere il romeno non sono state utilizzate armi. I colpi mortali sono stati sferrati a mani nude soprattutto contro il capo del poveretto.
Quello che supponiamo è che tra disperati, molto probabilmente ubriachi, a un certo punto sia scoppiata una discussione furibonda, magari per futili motivi, che poi si è trasformata in una terribile esecuzione. Per uccidere Ivan M., il cui fisico era già debilitato dall’alcool, d’altronde, non deve esserci voluto troppo». Non solo. Stando sempre al necroscopo, il decesso di Ivan M. risalirebbe a circa 12 ore prima del rinvenimento del cadavere. L’uomo sarebbe stato quindi aggredito e lasciato morire agonizzante, senza che nessuno lo soccorresse, fino alla chiamata giunta ai carabinieri.
Fino alla tarda serata di ieri, dunque, gli inquirenti hanno ascoltato altri stranieri e senzatetto habitué dell’accampamento urbano all’angolo tra via Pisoniano e via Rocca d’Arce. È qui, sotto un albero, immerso tra immondizie e cartoni, disteso sopra una brandina di fortuna che i militari hanno trovato il corpo di Ivan privo di vita. Ed è da qui che sono partite immediatamente le indagini. Bisogna capire se vi siano testimoni che abbiano assistito all’assassinio, mentre gli uomini del Ris della Scientifica hanno raccolto ogni traccia che possa eventualmente ricondurre al Dna del killer.
BRESCIA OGGI
Ritrovata in casa senza vita una donna che non dava notizie di sè da quasi una settimana
Morta e «dimenticata»
Se n’è andata in silenzio Claudia Danzanelli, 53 anni.
Una storia di ordinaria solitudine. Diceva di avere due figli e una nipotina e anche un fidanzato, ma quando è arrivata l’ambulanza Claudia era sola. Morta da circa sei giorni.
Il corpo di Claudia Danzanelli è stato scoperto solo ieri nell’abitazione assegnatale dal Comune in via Pusterla, dopo che il medico dei servizi siociali aveva dato l’allarme alle forze dell’ordine.
Camici e divise sono stati la triste cornice della vita della cinquantatrenne che, come dicono i vicini, «dimostrava settant’anni». Quaranta chili di sofferenza a causa di un passato «difficile».Un’evidente sciatteria e una voluta trascuratezza depredavano giorno per giorno l’esile corpo della donna, figlia di un’emarginazione quasi d’altri tempi.
Alcool e droga sono stati i drammatici punti fermi di Claudia Donzanelli, sospettosa e polemica con i vicini di casa, restia anche agli aiuti dei servizi sociali del Comune. Abitava da poco di fronte al vigneto cittadino e il suo passato è come una fotografia sbiadita. Di lei parlano solo i vicini con l’avvertimento che tutto va preso con le pinze «perchè le cose che raccontava potevano anche essere inventate». Parlava di figli, ma nessuno ha mai visto l’ombra di un parente. Se mai qualcuno c’è stato, stabilire chi abbandonato o chi è stato abbandonato non è facile. Certo è che fino a un anno e mezzo fa viveva con un ragazzo, poi arrestato dalla polizia per spaccio di droga. E qualche notte in carcere è toccata anche a lei. Come se non bastasse, l’anno scorso era stata investita e le gravi condizioni la costringevano a entrare e uscire dall’ospedale. Forse anche per questo i servizi sociali, incaricati dal Comune di portare i pasti ogni giorno, non si sono troppo allarmati della scomparsa. I pasti ieri giacevano sul pianerottolo dell’appartamento, in attesa che Claudia tornasse. Ma lei era in casa, dimenticata dal mondo che detestava, stroncata forse da un malore.
Di lei la bambina del terzo piano conserva un ricordo curioso: «Era strana come gli animali che si comperava». L’ultimo acquisto - un serpente - è finito nel cassonetto della spazzatura, stroncato dalla stessa incuria che Claudia ha riservato a sè. Una persona lasciata in balia di se stessa, incapace di gestirsi e pericolosa anche per gli altri: questo il ritratto che ne fanno i vicini di casa, che si erano armati di pazienza e compassione. Come quella volta che aveva lasciato aperto il gas della cucina e si rifiutava di far entrare il tecnico. Tutto il palazzo aveva rischiato di saltare per aria. «No, non non voleva suicidarsi - assicurano il vicino che era riuscito a sventare la tragedia -: si era solo dimenticata. Un’altra volta, insospettito dall’assenza, avevo chiamato il 118 e l’avevano trovata riversa sul letto completamente disidrata». Ieri anche la sollecitudine dei vicini non è bastata, e la vita ha voltato definitivamente le spalle a Claudia. Una domanda, però, rode nello stomaco a tutti quelli che per due anni hanno convissuto con il disagio e la malattia accanto alla porta. Perchè lasciarla sola in un’abitazione, invece che ricoverarla in una struttura adeguata? Forse, per sua scelta. Ma quella dei vicini è una domanda senza vena polemica, solo per capire se la tragedia poteva essere evitato. Una storia di struggente anonimato sotto i riflettori della cronaca solo per un giorno. Oggi.
LA PROVINCIA DI CREMONA
Sera ‘rovente’. Quarantenne si barrica nell’appartamento, arriva la polizia e finisce in ospedale
Alcol e rabbia, devasta la casa.
Caldo, alcol e un raptus di collera. Si tratterebbe del cocktail che, l’altra notte, ha portato una quarantenne residente in città a ‘demolire’ l’appartamento in cui vive. E a procurarsi una gran quantità di ferite. Lo sfogo si è risolto solo grazie all’intervento di una pattuglia della polizia, prima. E al supporto di un equipaggio del servizio d’emergenza «118», poi. Risultato? Un ricovero lampo in ospedale, per smaltire bollori ed effetti di qualche bicchiere di troppo. È iniziato tutto poco dopo l’una e mezza, quando alla centrale operativa del commissariato è giunta una segnalazione giudicata «inquietante». A telefonare, un vicino della donna: «Si sentono rumori strani, sembra che qualcuno stia spaccando in terra un’infinità di piatti». E una manciata di minuti più tardi, un equipaggio della squadra volante — verificata la fondatezza di quanto riferito — ha suonato al campanello di quell’appartamento. La padrona di casa si è affacciata alla porta, con graffi ben evidenti e sanguinanti, sostenendo che non stava accadendo nulla e invitando quindi gli uomini in divisa a «non impicciarsi». Poi, un’esplicita doppia mandata alla serratura. Ovviamente la pattuglia non è tornata sui suoi passi, ma più semplicemente ha chiesto aiuto al personale dell’ospedale. Anche gli infermieri, però, non hanno avuto vita facile. Frasi aprire non si è infatti rivelata impresa da poco e a quel punto è iniziata l’opera di persuasione, al termine della quale la quarantenne si è lasciata convincere a far tappa in pronto soccorso. Qui, oltre allo stato di forte agitazione, le è stata riscontrata una ‘sbronza’ di tutto rispetto. E a scanso di ulteriori ritorni di fiamma, è stata trattenuta sino a quando i medici l’hanno ritenuta in grado di lasciare le corsie in piena sicurezza... per sè e per gli altri.

 L GAZZETTINO (Padova)
Asolo I giovani ed il problema dell’alcol.

Alcol, "sballo" di tipo anglosassone specie per i fine settimana dei giovani locali a partire dai 12 anni. E’ questo il dato saliente e drammatico emerso nel corso del convegno pubblico sul tema "Alcol questo s...conosciuto; conseguenze familiari, economiche sociali", tenutosi in sala consiliare ad Asolo con l’organizzazione del Comune, Comunità Montana del Grappa ed Usl 8. A fare gli onori di casa il sindaco Daniele Ferrazza quindi il presidente della comunità Montana Giovanni Bertoni ed il direttore del servizio sociale Usl 8 Gian Luigi Bianchin. Gli intervenuti sono stati il dott. Pasquale Borsellino responsabile dei consultori familiari quindi gli "Operatori di Strada" della Comunità Montana, Federica Zaninol dello Spisal e rappresentanti dei gruppi familiari "Al Anon" (Alcolisti Anonimi). Nel corso del dibattito, moderato dal prof. Mariano Montagnin è emerso un dato molto duro relativo all’aumento dell’uso di alcol fra i giovani specie negli ultimi dieci anni. Presi in esame giovani dai 12 ai 22 anni della pedemontana e dell’asolano nel periodo che va dal febbraio a luglio 2004. Gli "operatori di strada" hanno contattato ben 479 compagnie composte da 754 ragazzi e 197 ragazze. Di queste, il 27\% fuma sistematicamente ma il dato più significativo riguarda l’assunzione di alcolici che riguarda ben il 65\% dei giovani e giovanissimi. Ma attenzione perchè dall’"ombretta" si è passati a qualche cosa di più sistematico e per certi versi drammatico. E’ aumentata proprio l’ubriacatura fra i giovani di tipo "anglosassone" che si consuma soprattutto nei fine settimana, il venerdì, ed il sabato. Di questo risentono in modo particolare le famiglie che si trovano disarmane nell’affrontare questo ennesimo problema.
IL SECOLO XIX
Cocktail, birra e aperitivi per fare festa
Il Levante è un happy hou.
Un martedì con tanti appuntamenti anche nelle località del Levante, per ogni età e per tutti i gusti.
Varazze. Nel Giardino delle Boschine, alle 21, "Decamerone", tratto dall’opera di Giovanni Boccaccio.
Nella chiesa di San Domenico, alle 21, musica e conferenza a cura dell’associazione U Campanin Russu.
Celle. Il gruppo "Le Tipe" in concerto alle 21 in piazza del Popolo.
Albisola Superiore. Omaggio a Giuseppe Gambaretto, mostra d’arte nella sala espositiva del teatro Leone. Orario d’apertura, dalle 18 a mezzanotte.
Albissola Marina. Alle 21,30, per "Palcoscenico estate" in piazza Concordia, appuntamento col teatro del Ghigno, che presenta lo spettacolo "Che c’è da ridere?".
E come le mattiamo con i locali? Ecco alcune indicazioni per trascorrere una serata un pochino diversa dal solito.
Varazze. Il Condivino, in piazza XXIV Maggio, ès pecializzato nelle grigliate e nella proposta di formaggi rari, prosciutti e vini di classe. L’aperitivo è in happy hour alle 18. È aperto dalle 6,30 alle 15 e dalle 18 alle 2 di notte.
Celle. Il Charly Max è un classico american bar, situato in piazza dell’Assunta. Aperitivi e cocktail sono la specialità del locale, aperto dalle 17 alle 3 di notte.
Ha aperto l’Old Fashioned Cocktail bar, che offre l’happy hour tutto il giorno. L’ambiente raffinato permette di assaporare un cocktail in riva al mare, nell’ampio dehors. Il locale, che si trova in via Aicardi 63, offre anche un’ampia varietà di piatti freddi.
Durty Nelly’s pub è un locale che si trova in via Pescetto. Qui è possibile gustare bruschette, dolci e salate, panini e birre.
Albisola Superiore. Karaoke e tante specialità gastronomiche nel ristorante pizzeria Oliveto, in via Degli Ulivi 15. Tutto ovviamente senza dimenticare l’ampia varietà di pizze e l’ampio spazio per grandi banchetti. Apprezzata la paella, preparata secondo la ricetta tradizionale di Valencia.
Albissola Marina. Ai Soleluna, in Passeggiata degli Artisti 10, tel.                             019-480285         019-480285                       019-480285         019-480285, dalle 22,30 Soleluna night fever, con revival anni ’80 e ’90, musica anni ’70 e ’80.
IL MESSAGGERO
Ladispoli
Automobilista ubriaco: feriti e panico tra la gente.
 
Ha seminato il panico per le strade di Ladispoli, tamponando alcune automobili in sosta e rischiando di travolgere i passanti che si stavano godendo il fresco della sera.
Protagonista di un episodio che sembrava tratto da una fiction d’azione e che avrebbe potuto provocare conseguenze più gravi è stato un cittadino polacco di 54 anni, B.C., in possesso di regolare permesso di soggiorno, denunciato dai carabinieri per guida in stato di ubriachezza.
La movimentata vicenda è iniziata attorno alle 22,30 quando l’uomo, alla guida di una potente Bmw, è piombato in pieno centro di Ladispoli, procedendo a folle velocità. Arrivato a tutto gas in via Ancona ha tamponato due vetture in sosta, poi ha sfiorato pericolosamente alcune persone che stavano attraversando la strada e che sono state costrette a gettarsi in terra, con grande spavento.
A fermare la folle corsa dell’ubriacone sono stati i carabinieri al comando del maresciallo Aldo Penna che, dopo un breve inseguimento, hanno bloccato la Bmw in viale Italia.L’uomo, B.C., nella cui automobile i militari dell’Arma hanno rinvenuto una decina di lattine di birra completamente vuote, oltre alla denuncia si è visto ritirare la patente e sequestrare l’auto. Tre villeggianti romani sono stati medicati al pronto soccorso di largo del Verrocchio per le lievi ecchimosi agli arti subite nel gettarsi sul selciato per evitare di essere travolti dalla Bmw.
REPUBBLICA.IT
Arrestati due barboni: hanno fatto a pezzi e divorato un uomo
In carcere anche un giovane, ha ucciso e mangiato due donne
Russia, storie dell’orrore uccisi e divorati dagli assassini.
 MOSCA- Due barboni che assaltano e uccidono uno sconosciuto, mangiando il suo cadavere dopo averlo affumicato. Un giovane che confessa di aver ammazzato due ragazze in un appartamento, facendole a pezzi, dentro una vasca da bagno, e di averne poi divorato le parti più carnose. Non è la trama intricata di un film dell’orrore, ma la cronaca di fatti realmente accaduti in Russia, nella penisola di Kamchatka. E a riprova di quanto l’orribile pratica sia diffusa, esiste persino un sito internet in russo che suggerisce, tra le altre cose, alcune ricette su come cucinare al meglio la carne umana.
I barboni e l’uomo affumicato. "I due barboni hanno fatto il corpo a pezzi, l’hanno affumicato in un bosco e lo hanno consumato", racconta il procuratore di Petropavlosk-Kamchatski al quotidiano moscovita Trud. I due "cannibali" senza-tetto erano probabilmente sotto l’effetto di alcool quando hanno organizzato il banchetto, a base di carne di un proprio simile. Ubriachi, forse, ma abbastanza lucidi da guadagnare anche qualche rublo dalla vendita degli abiti della vittima in un mercatino dell’usato. I due si trovano ora in carcere, in attesa di un processo che potrebbe concludersi con un doppio ergastolo.
Le donne fatte a pezzi. Una vendetta: sarebbe questo il movente che, qualche anno fa, ha portato due ragazzi a uccidere altrettante donne, facendole a pezzi per mangiare poi le parti più carnose. La colpa di una delle ragazze sarebbe stata quella di aver attaccato, a uno dei due, una malattia venerea. L’accaduto è stato raccontato solo ora da uno dei giovani che, arrestato per furto, ha colto l’occasione per confessare tutto. "Mi sono pentito", avrebbe detto. La testimonianza corrisponde al vero: la polizia è riuscita a localizzare i resti delle due ragazze, sepolti con cura in una cantina.
Gli altri cannibali. Ma le storie di questo tipo, che arrivano dalla Russia, non finiscono qui. A febbraio, vicino a Irkutsk, è stato arrestato un uomo che dissotterrava cadaveri freschi nei cimiteri e li divorava. La sua spiegazione: "Sento delle voci che mi promettono la vita eterna se mangio carne e cervello di uomo". E ancora: cinque anni fa, nei pressi di Mosca, un folle in preda all’alcol ha ucciso la vecchia mamma e ne ha mangiato il fegato alla griglia.
LIBERTA’ ON LINE
Gemelli scatenati aggrediscono i finanzieri
Due militari all’ospedale dopo aver cercato di sedare una lite in via Colombo.
Piacenza - (er.ma) Alcuni agenti della guardia di finanza sono stati aggrediti l’altra notte da due gemelli di origini ecuadoriane mentre stavano cercando di sedare una lite ingaggiata tra i due ed il gestore di un locale pubblico. Il movimentato episodio, avvenuto in via Colombo, si è concluso con due finanzieri contusi medicati all’ospedale ed i fratelli denunciati a piede libero per percosse e resistenza a pubblico ufficiale. Il fatto è avvenuto verso le 3 e 30. Alcune pattuglie delle fiamme gialle stavano tornando in caserma dopo aver effettuato una serie di controlli di routine quando, passando in via Colombo, hanno notato un uomo disteso sul marciapiede. I militari sono subito intervenuti, alcuni di loro in divisa e altri in abito borghese, e a fatica sono riusciti a ricondurre alla ragione i due gemelli che si erano scagliati contro di loro. Due agenti, rimasti contusi, hanno dovuto ricorrere al cure del pronto soccorso. Per i due stranieri - ventisettenni di origine ecuadoriana residenti da qualche tempo a Piacenza e già denunciati in passato per rissa, resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza - sono scattate le nuove denunce. Restano da capire i motivi della lite fra i due fratelli ed il gestore. È probabile che quest’ultimo abbia cercato di allontanare i due dal suo locale, forse perché stavano disturbando altri avventori, e da questo sia scaturito il conseguente pestaggio in mezzo alla strada.
RADIOAMICIZIA.IT
Imperia: Carabinieri fermano una rissa a colpi di spranga, due denunce.
Ieri sera alle 20, i Carabinieri di Imperia hanno denunciato un cittadino marocchino di 37 anni, operaio, residente ad Imperia, ed un italiano di 38, anch’egli operaio, residente nel capoluogo, per porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere.
I militari sono intervenuti in via Novaro a seguito di una telefonata al 112 che segnalava due persone che litigavano tra loro. Giunti sul posto i Carabinieri hanno visto due uomini in procinto di affrontarsi ciascuno armato di una spranga di ferro. L’intervento della Gazzella dei Carabinieri e di un agente della Questura di Imperia, libero dal servizio, ha permesso di bloccare i contendenti e di sequestrare le spranghe. Il litigio sembrerebbe essere scaturito da alcuni apprezzamenti fatti dal cittadino marocchino alla ragazza dell’italiano e non graditi da quest’ultimo. Il 37enne è risultato positivo al test dell’etilometro e denunciato anche per guida in stato di ebbrezza.
LA PROVINCIA DI LECCO
Un anno e detenzione a casa per l’aggressione ai poliziotti.
È stato condannato ieri a conclusione del processo celebrato con rito direttissimo in Tribunale, il giovane arrestato l’altro giorno per una serie di episodi di violenza dovuti al suo stato di agitazione. Con ogni probabilità V. Z. lecchese di 32 anni, si trovava sotto l’effetto di sostanze alcoliche e quando è stato avvicinato dalla polizia per un controllo, è andato su tutte le furie, lasciandosi andare a lesioni e danneggiamenti nei confronti degli agenti e della loro auto. Ieri il giovane è stato assistito dall’avvocato Edoardo Fumagalli e alla fine, patteggiando la pena, è stato condannato a un anno di reclusione per resistenza, violenza, lesioni a pubblico ufficiale - gli agenti erano stati giudicati guaribili in sette giorni - e danneggiamento. In sede di giudizio, il giudice monocratico si è espresso per la scarcerazione e la concessione degli arresti domiciliari. A pesare sull’entità della pena sarebbero stati dei precedenti episodi. I fatti contestati erano avvenuti nella zona dell’Orsa Maggiore. Nella furia l’arrestato aveva addirittura mandato in frantumi il finestrino dell’auto della polizia riuscendo poi a uscire e ad aggredire i poliziotti. Per riuscire a calmarlo era stato necessario sedarlo.
 
 
LA STAMPA Nell’Alessandrino si torna a parlare di eno cardiologia Incidente e un tasso alcolico record  

Picchia la moglie: denunciato
IL TIRRENO
centro storico assediato da spacciatori e ubriachi



Mercoledì, 20 Luglio 2005
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