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Rassegna stampa alcol e guida del 14 luglio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


MANTOVA.COM
L’incidente di Buscoldo: alla guida drogato e senza patente.

Era sotto l’effetto di cocaina e non aveva la patente di guida: Andrea Tomelleri, 23 anni, di San Matteo delle Chiaviche, al volante di una Opel Tigra non assicurata si e’ schiantato contro una Ford Ka provocando la morte di Carlos Colombo Lizarde, 30 anni, argentino clandestino e senza fissa dimora. Questo il quadro emerso dalle prime indagini relative al tragico incidente avvenuto martedì sera a Buscoldo. Il giovane, al quale era stata stata ritirata la patente per guida in stato di ebbrezza, è stato denunciato per omicidio colposo e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Frattanto restano gravi le condizioni di Yurica Sassi, 44 anni, di Goito che guidava la Ford Ka. Ieri è stata trasferita in neurochirurgia a Parma dove i medici si sono riservati la prognosi.

QUOTIDIANO.NET
STRADE DI SANGUE
Quattro morti su 10 nel weekend
Polizia: ’Ubriachi, pene più dure’.
ROMA - Il 40% degli incidenti stradali mortali rilevati nel 2004 da polizia stradale e carabinieri si è verificato nelle giornate di sabato e domenica.
È il dato che meglio di ogni altro fotografa il fenomeno delle ’stragi del sabato sera’, per prevenire il quale Polizia di Stato, Ania e Silb hanno lanciato la campagna ’Io sono Bob, tu 6 in mani sicure’.
È la notte il momento della giornata in cui gli incidenti sono più pericolosi, perchè durante le ore notturne si verifica il numero più alto di deceduti ogni 100 incidenti: pari al 4,9 contro il 2,7 della media.
Valore che arriva al massimo il sabato notte (5,5) e intorno alle ore 5 del mattino (7,8). La polizia stradale ha in programma per i mesi estivi la massima intensificazione dei servizi a tutela della sicurezza stradale. Più della metà delle 1.600 pattuglie impegnate mediamente al giorno nell’attività di vigilanza stradale saranno impegnate in autostrada.
Presso 150 aree di servizio autostradali per prevenire episodi di criminalità ed assistere automobilisti in viaggio. In collaborazione con il ministero delle Infrastrutture e trasporti la polizia stradale ha poi realizzato il depliant ’Buon Viaggio’ contenente una serie di informazioni utili per il turista anche in lingua inglese.
Gli opuscoli verranno distribuiti presso i caselli autostradali, le aree di servizio e i posti di controllo e saranno pubblicati on line sul sito www.poliziadistato.it. È stato infine pianificato l’utilizzo su vasta scala della tecnologia per combattere l’eccesso di velocità con l’impiego tra l’altro di 600 tra Autovelox eTelelaser e 13 ’sorpassometrì per rilevare i sorpassi vietati e la circolazione sulle corsie di emergenza.
Per contrastare la guida in stato di ebbrezza saranno utilizzati più di 800 etilometri. La scorsa estate la polizia stradale ha effettuato oltre 130 mila interventi di assistenza e soccorso più della metà dei quali in autostrada.
’PIU’ SEVERI CON UBRIACHI’ - Pene piu’ severe per chi si mette alla guida in stato di ubriachezza. Le chiede la polizia stradale in occasione del lancio della campagna ’Guido con prudenza - zero alcol, tutta vita’ contro lo stragi del sabato sera.
Oggi in Italia e’ prevista la perdita immediata di 10 punti dalla patente, la sospensione della patente da uno a tre mesi (elevabili a sei in casi di recidiva entro l’anno), l’arresto fino a 1 mese (pena di fatto mai applicata) e una multa compresa tra i 260 e i 1.032 euro.
’’Negli altri paesi europei - spiega però il capo della Polizia Stradale, prefetto Pasquale Piscitelli - le pene sono molto piu’ severe, si arriva a rischiare il ritiro per tre anni della patente e fino a cinque anni di pena detentiva. Credo sia giunto il momento di adeguare anche il nostro sistema sanzionatorio a questi parametri’’. (*)
Chi abbandona un cane rischia fino ad un anno di carcere. Ecco, dice ancora Piscitelli, se cio’ avviene, ’’altrettanta se non maggiore severità vada applicata a chi mette a repentaglio con il proprio comportamento non solo la propria vita, ma anche quella degli altri’’.

EMILIANET
Quiz per la patente, domande anche su alcol e droghe
La Provincia di Reggio ha messo in campo un’esperienza pilota a livello nazionale.

REGGIO EMILIA - Quali affetti hanno l’abuso di alcol e di sostante stupefacenti sulla guida? D’ora in poi, per ottenere la patente occorrerà saper rispondere anche a questa domanda. L’iniziativa messa in atto dalla Provincia di Reggio prevede infatti un questionario che verrà distribuito a tutte le autoscuole e che sarà oggetto di formazione per gli aspiranti guidatori. Un’esperienza pilota a livello nazionale che ha incontrato l’approvazione del Ministero dei Trasporti. A partire dal prossimo mese di settembre i quiz su alcol e droghe saranno oggetto di esame per coloro che in provincia di Reggio sostengono la prova in forma orale (patenti cosiddette superiori, revisioni e patenti ai cittadini stranieri), ma presto potrebbero diventare oggetto anche della prova per la patente B.
I dettagli dell’iniziativa sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato: il vicepresidente della Provincia Pierluigi Saccardi, l’assessore alla Solidarietà Marcello Stecco, il direttore della Motorizzazione Civile Antonio Fabbricatore, il responsabile del Diapartimento di Sanità Pubblica dell’Ausl di Reggio Emilia, Gianluca Giovanardi, la direttrice del Sert Angela Dodi, il comandante dei Vigili del Fuoco Flavio Miranceli, l’ispettore della Polizia Stradale e membro dell’Osservatorio provinciale sicurezza stradale, Roberto Rocchi, le associazioni di categoria delle autoscuole, Unasca (Mirko Baraldi) e Federtai (Romolo Gusi) e Marta Dehò, responsabile dell’unità operativa trasporti del Servizio attività produttive della Provincia.
"Si tratta di un’iniziativa trasversale a tre assessorati (attività produttive, solidarietà, mobilità) - ha sottolineato il vicepresidente della Provincia Saccardi - che si colloca a seguito di un passaggio di competenze in materia di autoscuole, dallo Stato alle Province. La Provincia è infatti chiamata a svolgere un ruolo più attivo nei confronti delle autoscuole".Nello specifico della scheda-quiz, Saccardi ha spiegato che "l’opera di prevenzione tocca in questo modo i diretti interessati, cioè i futuri utenti della strada". Il vicepresidente Pierluigi Saccardi ha infine espresso l’auspicio affinchè l’esperienza reggiana possa "diffondersi con carattere di obbligatorietà su tutto il territorio nazionale".
L’assessore alla Solidarietà Marcello Stecco ha parlato di "un’iniziativa sociale di altissimo livello in quanto spazia fra i due ambiti principali quando si parla di sicurezza stradale. Da un lato la responsabilità soggettiva nei confronti della salvaguardia della propria vita e, dall’altro lato, la prevenzione sociale, che dipende da tutti".
Marta Dehò (servizio attività produttive della Provincia) ha espresso "soddisfazione per la collaborazione fra i diversi soggetti, che hanno lavorato in modo costruttivo. Un coordinamento in questo senso è essenziale, soprattutto dal momento che la Provincia gioca ora un ruolo di primo piano".
Per Gianluca Giovanardi (Ausl) ha infine sottolineato alcuni dati: "Il 46 per cento dei giovani che muoiono, muoiono a causa di un incidente stradale. Questo è davvero allarmante". Sempre in merito ai dati è intervenuta Rosella Respogliati (Ausl): "Nel 2004 sono state 1754 le persone segnalate alla Commissione speciale, nel 2005 ad oggi sono 1200. Un trend significativo dal punto di vista quantitativo, ma non solo. Dai colloqui emerge infatti che non c’è percezione del rischio, soprattutto nelle fasce di età più giovani".
"Sensibilizzare i giovani ad adottare comportamenti consapevoli" questo l’obiettivo del progetto, sintetizzato da Angela Dodi (Sert), mentre Roberto Rocchi (Polstrada) ha definito "vincente la mossa di un coinvolgimento diretto delle autoscuole, che è la sede naturale della formazione degli utenti della strada".
Infine, Romolo Gusi e Mirko Baraldi, hanno sottolineato "l’attenzione sempre massima da parte delle autoscuole sul fronte della prevenzione".
LA SICILIA
Pantelleria
Bevande alcoliche vietate dalle 22 alle 6 del mattino.
Per garantire la sicurezza e la pubblica incolumità contro il fenomeno dell’aumento delle risse tra giovani e minori in preda all’alcol, che a quanto pare sarebbe in crescita, ieri è stata firmata dal sindaco Salvatore Gabriele un’ordinanza, con effetto immediato, che vieta di vendere bevande da asporto di qualunque gradazione dalle 22 alle 6 di ogni giorno. (*)
L’ordinanza è in comune accordo con il Comando di Polizia Municipale dell’isola e i Carabinieri dell’isola, che avevano già denunciato tempo addietro il fenomeno, con una nota agli esercenti di limitare la somministrazione di alcolici ai giovani.
Se già il codice penale prevede pesanti sanzioni, fino alla sospensione dell’esercizio per chi somministra bevande alcoliche ai minori di sedici anni, con questa ordinanza l’amministrazione intende assicurare condizioni di tranquillità e di vivibilità sull’isola, garantendo sicurezza e igiene. Ma soprattutto cerca di porre un argine ai numerosi atti vandalici, dalle gomme delle auto tagliate, agli sfregi sulle facciate degli edifici nei recenti episodi, e di inquinamento ambientale, spesso dovuto a bottiglie e lattine, sparse lungo i marciapiedi del porto di Pantelleria a creare uno spettacolo davvero indecente. L’ordinanza vieta poi di vendere e somministrare bevande alcoliche ai minori di diciotto anni.
SUPEREVA NOTIZIE
SALUTE: LIGNANO, UN PREMIO A CHI VA IN DISCOTECA E NON BEVE.
Lignano - I giovani che il fine settimana andranno in discoteca a Lignano (Udine) e decideranno di non bere, riceveranno a fine serata un premio. Bob, che e’ il nome di fantasia del ragazzo del gruppo che decide di guidare e di non abusare di alcol, verrà dotato di un braccialetto colorato. Se all’uscita dal locale risulterà negativo all’alcol test, riceverà in omaggio dei biglietti per le discoteche oppure delle ricariche telefoniche. Se poi, durante il rientro a casa verrà controllato dalla polizia stradale e risulterà negativo, riceverà altri biglietti gratuiti dall’agente.
AFFARI ITALIANI ONLINE
Televisione/ Ucciso a Roma Paolo Seganti, attore di varie fiction.
Paolo Seganti, protagonista di diverse serie tv, come Ho sposato un calciatore e Le stagioni del cuore è stato ucciso a Roma. Sulla morte dell’attore è ancora giallo. E’ statao trovato col cranio fracassato in un parco di via Conca D’oro, completamente nudo e con gravi ferite alla testa. Gli investigatori ritengano che possa essere stato ucciso durante un litigio.
Del tutto insolite le modalità del delitto. Dalle prime indiscrezioni si sa che Paolo Seganti, 38 anni, era stato notato poco prima dell’omicidio da alcuni passanti, che abitualmente lo vedevano innaffiare e curare alcune piante in un angolo del parco. Piante che l’attore solitamente trapiantava dalla sua abitazione poco distante, nel grande giardino al di sotto di via Conca D’oro.
Agli investigatori la madre di Seganti, e poi alcuni testimoni, hanno raccontato che l’attore era uscito con la sua moto proprio per andare nel parco di via Conca D’oro. Era vestito con dei bermuda sotto al ginocchio e una canottiera. Probabilmente, però, e questo lo potrà accertare soltanto l’esame tossicologico disposto dalla Magistratura, Seganti aveva bevuto una discreta quantità di whisky. E lo dimostrerebbe il fatto che una bottiglia vuota della sostanza alcolica è stata ritrovata sotto al sellino della sua moto. Altre persone che si trovavano a quell’ora nel parco avrebbero poi visto Paolo Seganti in uno stato di ’’vistosa alterazione’’, che urlava frasi senza senso inveendo contro alcune persone.
Cosa sia successo subito dopo è ancora tutto da verificare. Ma gli investigatori della squadra Mobile di Roma, che conducono le indagini, ritengono che Seganti possa aver avuto una lite con qualche altro frequentatore del parco e che il litigio sia degenerato in omicidio.
Da un primo esame sul cadavere, è stato accertato che l’attore è stato ucciso a coltellate e bastonate. E un bastone non molto grande è stato ritrovato dagli uomini della Scientifica accanto al cadavere di Seganti, mentre un coltello con un’impugnatura in legno, sporco di sangue, è stato recuperato in un cassonetto non distante. Al momento si attendono i risultati dell’autopsia, per chiarire quali siano stati i colpi mortali e quali quelli inferti nel corso della lite.
Gli investigatori intanto continuano a fare accertamenti sia nella zona e sia nel mondo che Paolo Seganti frequentava. Le indagini proseguono a 360 gradi e non si esclude nemmeno che il delitto possa avere un’origine passionale e quindi possa essere legato alla vita privata della vittima.

IL GAZZETTINO (Padova)
Con la mente annebbiata forse dall’alcol ... .

Con la mente annebbiata forse dall’alcol è tornato a casa e ha malmenato la convivente, la cognata e pure un’amica. Una donna è stata addirittura presa a morsi. E il tutto è avvenuto nel giorno in cui l’uomo, E.C., quarantenne nigeriano, aveva battezzato il figlio di quattro mesi. Sul posto è dovuta intervenire la polizia mentre le donne dopo essere state portate in ospedale si sono affidate all’associazione Ciods Onlus che si occupa di immigrati in difficoltà. Il fatto è accaduto l’altra notte alle 2 all’interno di un appartamento di Camin. Una trentasettenne, la sorella e un’amica quarantenne erano in casa. Stavano chiacchierando dopo la giornata di festa quando l’uomo è rientrato. Completamente fuori di sè. Il nigeriano si è scagliato contro la compagna prendendola a calci e pugni e sbattendola con violenza addosso al muro. Quindi è intervenuta la sorella ma anche lei è stata aggredita: prima le ha rifilato uno schiaffone in faccia e poi l’ha presa per i capelli e le ha stretto le mani al collo. Poi l’ha buttata a terra continuando a prenderla a calci. Le altre due donne sono corse in strada e hanno chiesto aiuto ai passanti. Immediatamente è intervenuta una Volante. Gli agenti hanno riportato alla calma il nigeriano che poi è stato accompagnato in questura, identificato e denunciato a piede libero per lesioni. Le tre donne sono invece state trasportate in ambulanza all’ospedale. Una è stata pure morsa al braccio e al seno. Hanno riportato ferite giudicate guaribili in una decina di giorni.
IL MESSAGGERO (Viterbo)
Faleria. Con una roncola minaccia la moglie: arrestato.
I dissapori che c’erano già da tempo tra moglie e marito sono degenerati al punto che lui, in preda anche ai fumi dell’alcool, l’ha minacciata di morte con una roncola. Adesso Domenico Conti, 48 anni di Faleria, si trova recluso presso il carcere di Mammagialla per maltrattamenti in famiglia, porto ingiustificato d’arma da taglio, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.
A far scattare le manette ai polsi dell’uomo sono stati i carabinieri della stazione di Faleria e del Nucleo Radiomobile della compagnia di Civita Castellana il cui intervento era stato richiesto dalla moglie di Domenico Conti. Tra i coniugi non corre buon sangue da tempo tanto che, anche se non risultano separati legalmente, di fatto vivono ognuno per conto loro. Una decisione presa dalla consorte per il particolare comportamento del coniuge. L’ennesima lite c’è stata poco dopo la mezzanotte dell’altra sera; Domenico Conti, vibrando una roncola, avrebbe inseguito, minacciandola, la moglie che ha fatto però in tempo a raggiungere la sua abitazione e a barricarsi in casa. L’uomo non ha desistito continuando ad inveire dal pianerottolo contro la donna che, a sua volta, ha richiesto l’intervento dei carabinieri. I militari hanno dovuto faticare non poco prima di riuscire a bloccare il Conti che, alla loro vista, gli si è scagliato contro minacciandoli.
IL GAZZETTINO (Vicenza)
Voleva ancora da bere nonostante ....
Voleva ancora da bere nonostante fosse palesemente ubriaco. Così, al giusto rifiuto del barista, è andato in escandescenze e prima ha buttato a terra tutto quel che c’era sul bancone e poi ha aggredito l’esercente. Sul posto, per riportare la calma, è dovuta intervenire la polizia. V.G., trentenne padovano, è stato denunciato a piede libero per lesioni e danneggiamento. Il fatto è accaduto l’altro giorno alle 18.45 all’interno dello snack bar Bye Bye di piazzale Stazione. Il giovane si è presentato al bancone pretendendo di avere una bevanda alcolica. Il gestore, vedendo che il ragazzo era in stato di ebbrezza, si è rifiutato di servirlo. Il trentenne, allora, si è infuriato e con le braccia ha spazzato via tutto quello che si è trovato a portata di mano. Quindi ha pure messo le mani addosso al barista. Subito è stato chiamato il 113 e poco dopo è arrivata una Volante. Gli agenti hanno riportato alla calma il padovano e poi lo hanno accompagnato in ufficio per l’identificazione. Infine lo hanno rilasciato con in tasca, però, la denuncia.
IL GAZZETTINO (Venezia)
Si avventura in bici sulla Tangenziale.
 MESTRE - Ha imboccato la Tangenziale a Marghera e voleva scendere all’altezza della Miranese. Verso la Castellana, però, è stato lievemente urtato da un’auto e il traffico si è improvvisamente bloccato. Il fatto strano è che l’uomo, uno jesolano di 48 anni, si trovasse in un’arteria così trafficata in bicicletta, dove i velocipedi non sono ammessi. Portato all’ospedale è stato medicato, ma poi ha pensato bene di andarsene, tanto che la Polizia stradale se l’è dovuto andare a cercare fuori. E a questo punto è stato sottoposto all’etilometro, che non ha lasciato dubbi: nel sangue aveva una concentrazione di 2.56 grammi/litro, a fronte di un limite di 0.50. Durante il pomeriggio la Stradale ha ritirato ben 18 patenti, dopo un appostamento nella zona di Ca’ Noghera. Il primato spetta a una Mercedes condotta da un italiano che sfrecciava a 175 chilometri all’ora. A seguirla un Cayenne di nazionalità tedesca che si è limitato a 160 all’ora in un tratto in cui il limite è 50.
L GAZZETTINO Online
IN TRIBUNALE Ieri il processo con rito abbreviato per la quarantenne di Borca di Cadore che vibrò un colpo di coltello al petto del coniuge
Accoltellò il marito, condannata a 26 mesi
Non riconosciuta la seminfermità mentale. A provocare il raptus un cocktail di medicine e alcol.
Un momento di follia, provocato forse da un cocktail di medicinali e birra, sarebbe stato l’unico movente del colpo di coltello inferto al petto del marito la notte del 28 giugno 2003 nell’abitazione di via don Osvaldo Varetton a Borca di Cadore.
Con l’accusa di tentato omicidio, alla quale il difensore ha opposto la richiesta di derubricazione in lesioni gravi, è stata condannata ieri, con rito abbreviato, Lorella Andreotta, 41 anni. La pena inflitta è stata di 2 anni e 2 mesi contro i 14 di base previsti dalla norma. Il pubblico ministero, Gianni Griguolo, ne aveva chiesti 4, mentre la difesa (avv. Francesco Mazzoccoli) aveva avanzato istanza di contenere la pena entro i limiti della condizionale, ovvero due anni. Per un eventuale Appello si attendono le motivazioni.
Non è stata riconosciuta la seminfermità mentale invocata dalla difesa sulla base della perizia di parte che parlava di "disturbo della personalità causale all’evento" e come tale, richiamandosi ad una recente sentenza di Cassazione, emessa a sezioni riunite, da considerare stato di parziale incapacità di intendere e di volere. Opposto l’esito della perizia richiesta in sede di incidente probatorio che aveva ritenuto l’imputata pienamente capace.
Il fatto accadde nella notte tra il 27 e il 28 giugno 2003. Erano passate le due, quando Lorella, in preda ad un vero e proprio raptus, prese uno dei coltelli da cucina e lo vibrò contro il petto del marito Oscar De Luca. Poco dopo, ripreso il controllo di sè, fu la donna stessa a chiamare il 118 facendo trasferire d’urgenza il marito all’ospedale. La prognosi fu di soli 15 giorni. Il colpo di lama non aveva leso organi vitali. Lorella venne arrestata e messa in isolamento. Non oppose alcuna resistenza alle manette fatte scattare dai carabinieri. A Baldenich trascorse un mese, quindi il Tribunale della Libertà, su istanza della difesa, concesse gli arresti domiciliari. Ieri l’epilogo con rito abbreviato grazie al quale ha potuto ottenere uno sconto di pena. In caso di conferma della condanna di ieri, non ci sarà carcere per Lorella, ma probabilmente un affidamento.
IL MESSAGGERO (Civitavecchia)
IL PROCESSO IN CORTE D’ASSISE
Tentata strage di Aurelia, sfilano i testimoni
Sentiti due agenti e due abitanti della zona: una ha riferito di aver visto Piredda ubriaco.
Il processo a carico di Giuseppe Piredda, il 38enne sardo imputato di tentata strage per l’attentato alla villetta di via Brunati ad Aurelia (dove si riunivano gli aderenti ad una loggia massonica), è entrato nel vivo. Ieri, infatti, nella seconda udienza svoltasi alla Corte d’Assise di Roma è cominciata la sfilata dei testimoni dell’accusa. Ne sono stati ascoltati quattro: due dei poliziotti arrivati per primi sul posto; l’uomo che ha dato l’allarme; la vicina di casa.
Un po’ tutti hanno ribadito quanto già emerso nei giorni successivi al fatto. Particolarmente interessante la deposizione della vicina, la quale ha ribadito di aver visto una seconda persona scavalcare il muretto di cinta della villetta e correre via. Inoltre la donna ha sostenuto che Piredda non si reggeva in piedi e che era verosimilmente ubriaco. L’uomo che ha dato l’allarme ha invece riferito di essersi svegliato a causa dei rumori sospetti e quindi di aver chiesto al fratello di chiamare il 113. I due agenti del Commissariato hanno invece detto di aver notato Piredda da una distanza di 7/8 metri attraverso la finestra che dà sul portico, subito dopo essere entrati nell’abitazione e aver avvertito un forte odore di gas proveniente dalle due bombole aperte. Uno degli agenti ha poi fatto il giro e preso il sardo che nel frattempo stava tentando di fuggire.
Il processo è stato aggiornato al 27 settembre, udienza nella quale si concluderà l’esame dei testimoni dell’accusa che sono ancora molti. A questo proposito il presidente ha invitato il pubblico ministero e i legali di Piredda, le avvocate Ivana Manna e Laura Russino, di vedersi per cercare di ridurre la lista delle persone da sentire. Dopo questo primo giro di interrogatori, il quadro della situazione sarà presumibilmente più chiaro e la difesa dell’imputato (che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti) avrà maggiori elementi per impostare la propria strategia.
KATAWEB NEWS
SASSARI: SALE SU TETTO DISCOTECA E CADE, NON E’ GRAVE.
Ubriaco ha deciso di fare l’equilibrista sul tetto della discoteca ma e’ caduto e si e’ schiantato al suolo dopo un volo di circa 4 metri. Protagonista della bravata, compiuta nella discoteca "Sottovento" di Porto Cervo un turista australiano di 33 anni la cui caduta e’ stata attutita da una struttura sottostante. L’uomo, che ha riportato qualche contusione e una ferita al braccio, e’ stato soccorso dai medici del 118 che lo hanno accompagnato all’ospedale di Olbia. Le sue condizioni non sono gravi.
LA SICILIA
Un bianco per sconfiggere la crisi
Il congresso dell’Assoenologi a Taormina
ha messo in evidenza i problemi che impediscono ai nostri prodotti di spiccare il volo.
Taormina. Una voce alta e chiara si è alzata dal centro della platea. Era in corso la penultima sezione delle relazioni al 60° Congresso dell’Assoenologi tenutosi a Taormina.
«Il mondo del vino è in crisi. Occorre rimboccarsi le maniche e prendere coscienza che i mercati mondiali si evolvono mutando la loro pelle». Questo è stato il grido vibrato nell’aria da un anonimo enologo. E in parte voleva esprimere dissenso. Verso le relazioni magnificanti svolte sino a quel momento sulle innovazioni tecnologiche, sulle scoperte scientifiche, sulle analisi di mercati e le evoluzioni in biochimica e nelle analisi sensoriali e nasi elettronici.
Eppure il tema del convegno suggerito dall’assessorato regionale all’Agricoltura e Foreste della regione Sicilia, recitava con tono rassicurante: «In Sicilia per progredire e vincere le sfide dei mercati».
La tesi vincente dell’assessorato
E Giuseppe Martelli, direttore dell’Assoenologi e presidente dell’Unione internazionale degli enologi, aveva sposato con entusiasmo questa tesi «proprio perché - affermava - è ancora sotto gli occhi di tutti quanto in questi anni la vitivinicoltura siciliana abbia fatto. E l’invito che voglio inoltrare è quello di percorrere la strada dell’unità perché è quella vincente».
L’Iwsr punta l’indice su Francia e Italia
D’altronde proprio di recente l’Iwsr (l’International Wines and Spirit Record) ha pubblicato un chiaro rapporto sulla «stato di congiuntura del settore del vino» sottolineando come Francia e Italia stiano soffrendo maggiormente, con aspetti diversi, questa congiuntura. Diciamo che la Francia, l’Italia e la Spagna rappresentano il 55% delle esportazioni mondiali di vino ma vivono situazioni contrastate. La Francia ha perduto nel 2003 quasi il 4% dei suoi volumi commercializzati all’estero mentre per l’Italia se si allarga la forchetta dal ’99 al 2003 vediamo che le perdita in volumi commercializzati all’estero registrano una perdita del 37,6%.
Un gigante dai piedi d’argilla
Tutto questo innalza il pericolo al valore di codice rosso se si considera che l’altro paese, cioè la Spagna abbia nel frattempo fatto aumentare le esportazioni del 40%. Ecco dunque che nella patria del «made in Italy» dove il piccolo è sempre stato bello, (e vincente) ora qualcosa non funziona più. Soprattutto nel vino. Perché l’enologia italiana è un gigante dai piedi d’argilla. E poco conforta se divide con la Francia gli stessi problemi. Che si individua in quel rapporto impresa-vigneto ancora vincolato ad un irrisorio 1,3 ettari per azienda. Cioè ogni azienda in media gestisce un così piccolo appezzamento. Ecco perché quell’anonimo enologo si è sentito di lanciare un mirato allarme dinanzi alla cecità di una razionale pianificazione degli investimenti.
Australia, Paese da prendere a esempio
«Il piccolo e bello» non funziona più. La storia affascina ma non vende, le bellezze di una terra non sempre richiamano l’immagine di un vino. «Oggi la cooperazione, dove ha funzionato, ha dato i suoi frutti». E l’esempio dell’Australia è ancora il più esaustivo e aiuta a capire lucidamente, con l’analisi di questi pochi numeri: le prime quattro aziende australiane, infatti, coprono il 90% della produzione nazionale (circa 13 milioni di ettolitri). In Italia, sommando le prime venti aziende, si raggiunge appena l’11% della produzione. Facile intuire di quante maggiori risorse dispongano gli australiani per la ricerca, per il marketing, la comunicazione, la meccanizzazione nei vigneti che riduce del 66% le ore di mano d’opera per ettaro rispetto ai sistemi tradizionali. Ecco perché il pericolo per il mercato non è certo la Cina, forse lo sono in misura minore l’Argentina e il Cile e anche la California.
Ma gli enologi italiani ormai da 60 anni consecutivi sono soliti ritrovarsi in un convegno e non certo per lagnarsi. Se a Taormina lo abbiano fatto, allora possiamo affermare che mai si era visto piangersi addosso con tanta allegria. Sin dai primi minuti quando ha esordito con la prima relazione Giorgio Calabrese. Che ha subito esaltato le virtù salutistiche dei polifenoli del vino rosso ma anche dei bianchi (a proposito, dei bianchi ne è aumentato e di molto il consumo). (*) E quando Calabrese cita un cibo, o una bevanda, l’acquolina in bocca si forma spontanea a chi ascolta. E infatti al coffee break qualcuno ha fatto colazione con broscia e Nerello mascalese.
E’ necessario ridurre tempi e costi
A seguire, Cesari Intieri ordinario di viticoltura all’Università i Bologna, ha anticipato quelle che dovranno esser le più razionali pratiche meccaniche in vigneto, quelle che riducono tempi e costi ai livelli delle pratiche australiane. Inoltre, Federico Castellucci, direttore generale dell’Oiv, ha auspicato la istanza a snellire tutte le pratiche burocratiche che pesano e rallentano i processi produttivi in enologia. E’ da rivedere con sollecito la legge 164.
Alle conquiste in vigna illustrate da Scienza e già anticipate da questo giornale nelle pagine di Agricoltura del 7 luglio, Danilo Lanati enologo che ha firmato tanti gioielli siciliani ha illustrato, poi, quali applicazioni troveranno in cantina gli studi e le ricerche anticipate da Attilio Scienza. Studi che rappresentano lo stadio finale della filiera a cui stanno offrendo un contributo non indifferente anche i laboratori di ricerca dell’assessorato dell’Agricoltura delle Regione Sicilia, e Dario Cartabellotta.
Alla scoperta di altri mercati
Ma a queste suggestioni si sono accavallate piacevolmente le analisi dei mercati che hanno stilato Ugo Calzoni, Giuseppe Manenti, catanese dell’Ici di Montreal, e Fabrizio Calastra, responsabile settore vini dell’Ice di Mosca. Tutti mercati ancora ricchi di potenzialità compreso quello russo là dove tutti sono vodka-dipendenti ma anche sensibili ai piaceri dei vini rossi.
Come cambia l’arte della degustazione
Brutte notizie infine per sommelier e assaggiatori. L’arte della degustazione cambierà forma, perderà poesia. Alle belle parole che ispirano i profumi, presto si sostituiranno formule chimiche. Ma il piacere di degustare rimarrà intatto.
LA STAMPA Nell’Alessandrino si torna a parlare di eno cardiologia Incidente e un tasso alcolico record  

Picchia la moglie: denunciato    
IL TIRRENO
centro storico assediato da spacciatori e ubriachi




Venerdì, 15 Luglio 2005
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