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Soccorsi in tempo reale ecco la sfida dell'eCall

Si lavora sul principio secondo il quale per ridurre il numero delle vittime della strada e mitigare le lesioni nei casi di incidenti stradali, è necessario che i soccorsi arrivino nel tempo più breve possibile

A Strasburgo lo chiamano "golden hour principle", che tradotto suona più o meno come "principio dell'ora cruciale". Espressione che indica semplicemente il principio secondo il quale per ridurre il numero delle vittime della strada e mitigare le lesioni nei casi di incidenti stradali, è necessario che i soccorsi arrivino nel tempo più breve possibile. Per realizzarlo, il Parlamento europeo, adesso, punta tutto su eCall, strumento telematico che permette di chiamare automaticamente i soccorsi nel caso di gravi incidenti stradali. Il funzionamento è semplice: quando la vettura subisce un impatto, i sensori situati nell'airbag registrano lo choc e eCall chiama immediatamente il numero d'emergenza. Il sistema prevede anche l'avvio manuale con un apposito pulsante. Ma è chiaro che è nei casi in cui le vittime degli incidenti siano immobilizzate o non riescano a parlare che eCall diventa particolarmente utile. Il sistema, infatti, grazie a un meccanismo di rilevazione satellitare invia immediatamente ai centri di soccorso informazioni dettagliate sull'ora e il luogo dell'incidente, e sulla direzione di marcia e la tipologia del veicolo coinvolto. In ogni caso l'operatore può ascoltare quello che accade nel veicolo e, se possibile, parlare in viva voce con gli occupanti.

Proprio in queste ore gli eurodeputatati stanno lavorando all'approvazione di una risoluzione con cui chiedono alla Commissione di rendere obbligatoria l'installazione di eCall su tutti i veicoli venduti all'interno dell'Unione europea
entro il 2015. Il voto definitivo è previsto per il 3 luglio, con l'obiettivo dichiarato di salvare 2500 vite all'anno e di ridurre la gravità delle ferite da incidente stradale di almeno il 10-15%. Secondo le ultime, drammatiche stime, infatti, per ogni morto sulle strade d'Europa ci sono 4 invalidi permanenti, che registrano danni al cervello o al midollo spinale, 10 feriti gravi e 40 feriti lievi. Questa lenta, ma inesorabile carneficina ha un costo sociale che si aggira intorno ai 130 miliardi di euro all'anno. Si calcola che solo nel  2009 le persone morte sulle strade europee siano state più di 35.000. Un numero alto, ma diminuito di circa un terzo rispetto ai valori registrati nel 2001, anno in cui è stato avviato il programma europeo sulla sicurezza stradale, che i suoi buoni effetti li ha avuti, evidentemente.

"Molto è stato fatto, ma troppa gente ancora non realizza i rischi che si corrono sulla strada", ha spiegato Dieter-Lebrecht Koch, Ppe, relatore del testo che chiede l'introduzione di eCall, nel quale, tra l'altro, si sottolineano gli effetti positivi che se ne otterrebbero anche sui costi esterni: la riduzione dei tempi di pronto intervento, infatti, consentirebbe di liberare più rapidamente la scena dell'incidente, riducendo così la congestione del traffico e il rischio di scontri ulteriori. Critico sul punto, invece, il conservatore britannico Philip Bradbourn, che ha parlato di "uno scenario da Grande Fratello".

Di eCall, in Europa, si parla almeno dal 2002 e da allora sono state numerose le iniziative e le raccomandazioni della Commissione per incentivarne la diffusione. Un protocollo d'intesa firmato nel 2004 ha fissato una tabella di marcia per l'introduzione volontaria negli Stati membri di sistemi di chiamata d'emergenza opzionali. Da almeno 10 anni diverse case automobilistiche, tra cui Fiat, Volvo e Bmw, hanno iniziato a proporre ai loro clienti servizi di chiamate d'emergenza tramite call center privati, solitamente offerti in pacchetti che comprendono altri optional satellitari come la telefonia a bordo o la navigazione dinamica. Ma solo lo 0,7% di tutti i passeggeri europei ne usufruisce, attualmente. Per questo la relazione all'analisi del Parlamento chiede che il servizio di eCall sia reso obbligatorio "a prescindere dal fatto che l'acquirente opti per una soluzione privata". "I servizi privati di chiamata d'emergenza  -  infatti  -  non coprono tutti i paesi europei" e sono offerti soltanto "in automobili di qualità superiore e in paesi dove sussistono chiare opportunità di guadagno".

Gli interessi del settore privato in questo campo, d'altronde, giocano sempre un ruolo cruciale. I primi modelli di eCall, non a caso, sono stati realizzati sulla base di un accordo stipulato tra la Commissione Ue e i rappresentanti dell'industria automobilistica. è stato ai paesi membri che si è chiesto, con una raccomandazione dello scorso settembre, di intervenire per far sì che i centri d'emergenza siano in grado di ricevere le chiamate automatiche nel più breve tempo possibile, ma saranno gli operatori di telefonia mobile privati e i costruttori di automobili a dover realizzare eCall nel concreto. Non è un caso che gli eurodeputati chiedano alla Commissione che l'introduzione del sistema non si basi sul "sussistere di opportunità di guadagno" e avvenga invece "indipendentemente dalla marca dell'autovettura".

Ciononostante, è chiaro che l'installazione obbligatoria di eCall rappresenta una leva di lancio fondamentale per il decollo di tutta una serie di altri "sistemi di trasporto intelligente" che le istituzioni europee, con sempre maggiore insistenza, intendono imporre senza aspettare tempi troppo lontani. Allo studio ci sono: il controllo elettronico della stabilità, l'avviso di uscita di corsia, il frenaggio automatico di emergenza, i limitatori automatici di velocità in caso di superamento dei limiti, i sistemi di allarme anticollisione e i sensori di allerta che riconoscono i colpi di sonno. Il futuro, almeno per chi guida, è sempre più vicino. Questo anche lo chiede l'Europa.

 

di Giordano Locchi
da repubblica.it/motori

 

 


 

Mercoledì, 29 Agosto 2012
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