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Francia, via al Tutor transalpino: si chiama “radar tronçon” e vigilerà su strade nazionali e autostrade
Nessuna tolleranza per il calcolo dei limiti superati nella velocità media
Ogni violazione trattata in un Quartier Generale parigino, l’ANTAI

di Lorenzo Borselli

(ASAPS) BESANÇON (Francia) – Il countdown è terminato e anche in Francia, dopo Italia, Gran Bretagna, Germania, Belgio, Norvegia e Svizzera, è entrato in funzione un radar in grado di calcolare la velocità media dei veicoli. Così come negli altri paesi che li hanno preceduti, anche i cugini transalpini hanno iniziato dalla grande viabilità, azionando lo scorso 24 agosto il Radar Tronçon, letteralmente “Sezione Radar”, sulla RN57, nel dipartimento del Doubs, in Franche Comté, regione orientale che ha come capoluogo Besançon, al confine con la Svizzera.
Dunque, il taglio del nastro è su una strada nazionale.
Il via è stato deciso dopo anni di lavori e due mesi di sperimentazione e inizialmente sarà operativo solo nei tunnel che circondano la periferia di Besançon, nel comune di Beure, in uno dei tratti più pericolosi dell’arteria e dove vige una limitazione di 70 km/h.


Un secondo impianto è in fase di start nella Loira Atlantica, sul ponte di Saint Nazaire, mentre un terzo è in fase di allestimento sulla RN21 alle porte di Pujols (Lot-et-Garonne).
Il principio di questo radar è molto semplice: i veicoli transitano da un primo dispositivo, che legge targa e li identifica contrassegnandoli, e quando passano nel raggio d’azione del secondo occhio elettronico il riconoscimento da parte del cervellone avrà come conseguenza il calcolo della velocità media percorsa: spazio fratto tempo.
Dunque, l’idea italiana, nata ai tempi delle Alfetta della Stradale, funziona ancora: le pattuglie intercettavano i veicoli lanciati ad alta velocità, acquisivano il biglietto autostradale e lo vidimavano al primo casello utile, stabilendo così il superamento dei limiti. Ovviamente, non era possibile fare calcoli precisi, dato il tempo necessario a intimare l’alt, far arrestare la marcia al veicolo, farsi consegnare il titolo di viaggio e poi farlo convalidare al casellante, ma il principio resta lo stesso, seppur primitivo.

 

Nel caso in cui la velocità media venga superata, il computer collegato al radar risalirà autonomamente al proprietario del veicolo grazie al sistema SCALP ( Systeme de lecture automatique de plaque) e predisporrà un processo verbale di contravvenzione: come in Italia, non ci sarà alcun bisogno di “flashare” il veicolo e questo dovrebbe rendere più sicuro il passaggio dei veicoli in prossimità delle boe di rilevamento.
Anche in Francia, nelle immediate vicinanze dei radar tradizionali, dove si misura la velocità istantanea, i conducenti dei veicoli che sopraggiungono ad alta velocità e che si accorgono all’ultimo momento della presenza dei flash, frenano bruscamente per poi accelerare subito dopo, creando – secondo molti – più pericoli che vantaggi per la sicurezza.
Nel periodo di sperimentazione di tre giorni che ha preceduto l’omologazione, il sistema di Besançon ha rilevato 459 infrazioni, con una media di 153 “bersagli” nell’arco delle 24 ore: secondo un calcolo effettuato dal settimanale Le Point, se il sistema dovesse funzionare costantemente per tutto l’anno con questi ritmi e se il numero di violazioni si mantenesse su tali livelli, si arriverebbe a 55.845 multe all’anno, per un totale di 2,5 milioni di euro. La media francese di un radar istantaneo è di 16 accertamenti al giorno.
Entro la fine dell’anno, altri 40 radar tronçon entreranno in funzione in tutta la Francia, su strade nazionali e autostrade, inaugurando così una  nuova stagione.


La novità, rispetto alla normativa italiana, è che in Francia non sarà applicata alcuna tolleranza per il calcolo delle violazioni della velocità media e così, se un veicolo impiegherà 5 minuti e 45 secondi per percorrere 12,8 km in autostrada, la velocità media sarà 133,6 km/h e a casa del proprietario del veicolo sarà recapitata una multa.
In caso di radar fissi, resta invece in vigore la tolleranza di 5 km/h per violazioni sotto i 100 orari e del 5% in caso di superamento di tale tetto.
I primi esperimenti risalgono al 2003, quando due società concessionarie autostradali francesi, la Cofiroute e l’ASF, seguono l’esempio italiano ed effettuano due test sulla A10, nei pressi di Orleans, e sulla A7, a Montélimar: il sistema si rivelò subito un formidabile strumento di dissuasione anche senza l’elevazione di sanzioni. un tabellone pedagogico collegato al sistema di riconoscimento del veicolo, indicava la velocità media percorsa dal veicolo trasgressore e la sinistrosità iniziò subito a decrescere.
Tuttavia, mentre in Italia ASPI ottenne l’omologazione ministeriale del Tutor già nel 2004, per il sistema francese si è dovuto attendere il 24 agosto 2012 e forse, sulla decisione di dare il via definitivo al sistema, hanno influito le statistiche sulla mortalità, che in Francia non si sono dimostrate troppo incoraggianti. Luglio, ad esempio, ha fatto registrare un aumento delle vittime del 3,6% (367 contro le 354 di luglio 2011) e dei feriti gravi (+1,7%).
Oltralpe, nel 2011, si sono contate 3.963 vittime, 29 in meno rispetto al 2010 (-0,7%), quando le lenzuola bianche erano state 3.992.
In Italia, secondo la stima preliminare dell’Istat, si sono contati 3.800 vittime: per la prima volta negli ultimi 10 anni, escluso il quasi pareggio del 2009, l’Italia è stata più virtuosa (sempre che i dati siano confermati).
In un settore, però, i cugini sono senz’altro più bravi di noi: l’organizzazione.


Infatti, mentre gli uffici verbali della Polizia Stradale italiana scoppiano per il volume di verbali redatti (ma soprattutto per la trattazione successiva), nelle stanze dell’Osservatorio interministeriale della Sicurezza stradale di Parigi si sono accuratamente preparati a far fronte alla mole di lavoro, progettando e rendendo già operativo l’ANTAI, acronimo di Agence Nationale de Traitement Automatisé des Infractions: tutti i processi amministrativi connessi alle infrazioni saranno trattati in un punto solo, dal riconoscimento all’archiviazione. In Italia si parla da tempo di un ufficio analogo che dovrebbe aver sede a Settebagni (Roma), ma non si ha alcuna notizia ufficiale in merito.
In Francia, al momento, sono attivi 2.190 radar fissi, 1.209 radar “pedagogici”, 933 radar mobili, 659 sistemi di rilevazione delle infrazioni presso altrettanti semafori e 8 videocamere su passaggio a livello. (ASAPS)

 

 


 

Lunedì, 03 Settembre 2012
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