Venerdì 27 Dicembre 2024
area riservata
ASAPS.it su

Rassegna stampa alcol e guida del 5 luglio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
stornara Il cadavere dell’immigrato trovato dieci giorni dopo incendio
Cerca lavoro, muore in discarica
Polacco forse ubriaco avvolto dalle fiamme provocate dalla sua sigaretta.

Stornara Era arrivato a Stornara, per cercare lavoro nei campi il 26 giugno. Nella piccola cittadina c’erano la moglie, da cui era separato, e suo figlio. Ma, forse già il giorno successivo, ha trovato la morte. E’ finita così l’illusione italiana di Slawomir Rokicinski, 44 anni, di nazionalità polacca. Dopo una chiamata al 112 i carabinieri di Stornarella lo hanno trovato semi carbonizzato in una discarica in località Lamenola, a circa un chilometro dal centro abitato e a qualche decina di metri dal casolare abbandonato che era il suo «hotel». Secondo quanto hanno dichiarato ai militari i famigliari, l’uomo si ubriacava molto spesso e peraltro aveva dei problemi cardiaci. Elementi che lascerebbero pensare ad una morte per cause naturali, con la sfortuna accessoria, che in casi del genere spesso si associa con incredibile crudeltà, di essere poi avvolto dalle fiamme. Probabilmente, è la ricostruzione dei carabinieri, l’uomo stava fumando una sigaretta in preda ai fumi dell’alcool quando si è diretto verso Stornara. Giunto all’altezza del cumulo di materiali di risulta, che ha dovuto scalare per andarvi oltre, deve aver avuto un malore. Ed il fuoco della sigaretta potrebbe aver provocato l’incendio della piccola discarica, per il cui spegnimento, a fine giugno, era stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco. Ma i pompieri, che avevano operato dal piano stradale, non si erano accorti che alla sommità del cumulo di rifiuti c’era il cadavere di un uomo, che era forse lì già da qualche giorno, senza che nessuno lo andasse a cercare. Una morte in solitudine, accidentale, da extracomunitario, ma con qualche piccola sfumatura di giallo, anche se ad un primo esame sul corpo del Rokicinscki non vi sarebbero segni di violenza. Ieri il magistrato titolare dell’inchiesta ha nominato i periti per lo svolgimento dell’esame autoptico, presso l’obitorio dell’ospedale «Tatarella» dove è stata trasferita la salma.
E forse nel gelo di una cella refrigerata, il polacco ha trovato la sua pace.

IL RESTO DEL CARLINO (Reggio Emilia)
L’accusa di Carla Portioli
Il Comune offende le vittime dell’alcol
L’amministrazione non cancella “birra” dal nome di una festa ma istituirà un punto informativo anti-sballo. “Il modo per mettersi a posto la coscienza”
CORREGGIO
Da una parte c’è chi vorrebbe cancellare i nomi di bevande alcoliche dalle denominazioni delle feste. Mentre l’amministrazione comunale correggese approva queste iniziative, come le feste della birra, “ma – ha sottolineato nei giorni scorsi l’assessore Emanuela Gobbi, associandovi un’azione di informazione sul “buon bere” e sulla lotta agli abusi dell’alcol, proprio nei luoghi dove i giovani si radunano più numerosi”.
Ragioni che però non convincono l’Associazione Europea familiari e vittime della strada, che ha già ottenuto l’eliminazione dei nomi di sostanze alcoliche da alcune feste, soprattutto nel mantovano. Ma non a Correggio, dove una festa della birra si prepara ad esordire, a fine mese. “Gentile assessore, con una iniziativa come la vostra – risponde ora la coordinatrice dell’associazione, la reggiana Carla Mariani Portioli – sarebbe come organizzare una grande festa del Viagra per poi piazzare un banchetto che invita alla… castità”. Il comune di Correggio si dichiara sensibile alle sofferenze legate al consumo dell’alcol? “Bene, allora la prima forma di prevenzione – aggiunge Carla Mariani Portioli – è quella di non sostenere delle feste che sono proposte in nome di bevande alcoliche. Altrimenti si commette un errore gravissimo, associando l’alcol alla feste e al divertimento. E questo è un messaggio che non deve passare, perché qui sta uno dei principali fondamenti culturali da cui nascono e proliferano i problemi correlati all’alcol. Temo che il punto informativo anti-alcol all’interno di una festa “della birra” sia utile soprattutto a chi lo gestisce: che sia utile per mettersi a posto la coscienza nella convinzione di avere fatto la prevenzione dei danni del bere.
E credo che il sostegno di un ente pubblico a tali iniziative offenda tutte le vittime dell’alcol e le loro famiglie. E fra queste, purtroppo, ci sono anche tanti genitori e parenti di giovani vittime dell’asfalto, morti in tragici incidenti stradali”.

IL GAZZETTINO (Treviso)
Fontaniva/Tombolo Doppia rissa…

Doppia rissa fra extracomunitari a Fontaniva e alla festa della birra a Onara di Tombolo, rispettivamente nelle nottate tra domani e lunedì e tra sabato e domenica. Quella con le più gravi conseguenze, due fratelli marocchini arrestati, è capitata in un condominio a Fontaniva.
Ai carabinieri di Cittadella domenica notte è giunta una telefonata. Chiedeva l’intervento in un condominio di Fontaniva a causa di un’animata discussione fra condòmini. Sono così intervenute le pattuglie di Carmignano di Brenta e Cittadella.La discussione riguardava più condòmini, tra i quali due fratelli marocchini: Mustapha Lassal, 38 anni, e Samir Lassal, 24 anni, operai residenti a Fontaniva. I militari hanno cercato di sedare pacificamente la lite. Ma i due marocchini, in verosimile stato di ebbrezza alcolica, hanno opposto resistenza, pronunciando frasi minacciose contro i carabinieri e poi aggredendoli, avvalendosi di un taglierino. Dopo una breve colluttazione gli aggressori sono stati neutralizzati ed ammanettati. I carabinieri li hanno dichiarati in stato di arresto per violenza aggravata e resistenza a pubblico ufficiale. Alla festa della birra di Onara, invece, tre albanesi si sono presi a pugni tra i banchi dove la gente stava mangiano e bevendo in allegria. Ancora da accertare i motivi della rissa, che ha creato scompiglio e spavento fra le persone. Uno degli organizzatori ha chiamato i carabinieri di Cittadella. Prima del loro arrivo due albanesi se la sono data a gambe. Il terzo è rimasto sul posto, dolorante per i pugni e calci subiti. Ha subito ferite non gravi.
LA REPUBBLICA
E’ una specie di antifurto, che polizia e genitori apprensivi obbligano a montare sulle auto delle persone a rischio. Con risultati sorprendenti
Se sei ubriaco non parti. Così il "palloncino" blocca l’auto
Controlli di polizia per il tasso alcolemico
E’ una specie di antifurto, solo che non blocca l’avviamento dell’auto se qualcuno tenta di rubarla, ma se qualche ubriaco cerca di accenderla. Il congegno arriva (tanto per cambiare) dagli Usa e sta facendo la fortuna di un’azienda di Irving in Texas, la Smart Start.
E già perché questo congegno è in pratica la soluzione definitiva per i pericoli connessi agli automobilisti che si mettono al volante alticci. Il suo funzionamento è semplicissimo: dopo aver acceso il quadro d’accensione, il pilota deve soffiare in un tubicino collegato ad un congegno elettronico con relativo rilevatore di tasso alcolemico. E se si supera il limite di legge la macchina non parte.
Ovviamente ci sono i soliti furbi che potrebbero far accendere la macchina da un amico sobrio o da un parcheggiatore. Ma alla Smart Start hanno pensato anche a questo: la macchina, ogni tanto, e con un sistema random chiede a chi guida un test supplementare. E se a questo è punto il sistema scopre che chi guida ha fatto il furbo sono guai: una voce elettronica (la stessa usata dai navigatori satellitari) chiede al pilota di accostare.
E se il pilota si rifiuta di fermarsi, scatta l’antifurto, con tanto di sirena, lampeggiare di fari e indicatori di direzione. Una vera e propria autodenuncia che ovviamente non mancherà di attirare l’attenzione della polizia (provate a passare davanti a una pattuglia in queste condizioni e a non essere fermati...).
Ovviamente nessun alcolizzato sarebbe tanto folle (o saggio...) da montare il sistema della Smart Start sulla propria auto, ma l’azienda del Texas sta facendo lo stesso dollari a palate perché i principali clienti sono proprio i genitori che ai figli neopatentati regalano sì un’auto nuova di zecca, ma pretendono l’installazione di questo particolarissimo "antifurto". Un mercato enorme. Così come quello degli Enti Pubblici. E già perché lo Stato del New Mexico ha deciso la sua installazione obbligatoria per tutti gli automobilisti condannati, anche solo una volta, per guida in stato di ubriachezza.
Certo, si tratta di una bella noia dover accendere la macchina soffiando nel tubicino. Così l’obbligo di guidare macchine elaborate dalla Smart Star dura un solo anno. Ma per chi verrà "beccato" per più di quattro infrazioni, nel New Mexico non si fanno sconti: il meccanismo anti-alcool diventa obbligatorio per tutta la vita.
LA GAZZETTA DI MANTOVA
Tre giorni di musica “analcolica”
A San Nicolò dal 15 al 17 luglio la rassegna “Un Po sotto le stelle”
Una tre giorni di spettacoli per ricordare che l’abuso di alcol tra i giovani è un fenomeno serio. Dal 15 luglio tanti saranno gli eventi organizzati a San Nicolò Po nella manifestazione “Un Po sotto le stelle” che, grazie del gruppo “Alcol e Guida” dell’ASl, avrà finalità preventive nei confronti dell’alcolismo, che in Italia è un fenomeno drammaticamente in crescita. Saranno i brani classici dei maestri Riccardo Califfi e Dario Venghi (nell’oratorio Negrini, dalle 21,45) ad alzare il sipario sul cartellone degli spettacoli organizzati da Pro Loco e Comune, Provincia e Circolo Insieme.
Ad inaugurare la manifestazione (a cui hanno collaborato anche il gruppo “Semparquei”, Comitato Sagra e Avis di San Nicolò Po e il Caoticgroup di San Biagio) non ci saranno solo i brani del concerto di musica classica per pianoforte e corno. Il professor Gianfranco Mortoni, infatti, sarà tra i protagonisti di questa prima serata, grazie alla sua Divina Commedia. Sì, proprio la Commedia del professor Mortoni, che da anni si sta dedicando alla traduzione in dialetto mantovano dell’opera di Dante Alighieri. Venerdì sera Mortoni proporrà al pubblico i versi più esilaranti, rielaborati appositamente in vernacolo mantovano: uno spettacolo affascinante tra letteratura e poesia. Dopo l’esordio del venerdì (nell’oratorio Beffa Negrini), gli appuntamenti del sabato si sposteranno nello spazio Learco Guerra in via Papa Giovanni XXIII, prima con l’apertura degli stand dedicati al ristoro, bevande e libri (ore 21), quindi con la musica live di due band molto conosciute e apprezzate sul territorio virgiliano: Officinalchemike, con il loro rock frizzante e abrasivo, ma dal sapore melodico tutto italiano e i Sine Frontiera con il loro trascinante combat folk. Anche la serata conclusiva non sarà da meno, in quanto a iniziative e spettacoli. Domenica, infatti, dopo la consueta apertura degli stand, in via Papa Giovanni e in via Mazzini (dalle 20), si alterneranno gli organizzatori dei “giochi dimenticati”, quelli di un tempo ora sostituiti dalla Play Station e da Internet e gli artisti di strada, come il mangiafuoco e mimo Federico Ferrari, la truccatrice e raccontastorie Elena Barbieri, Pietro il clown, Dorian il mago, e il gruppo musicale Bvb. Chiusa la prima parte della serata e dopo la risottata delle 21, sarà lo spettacolo “Forse per sempre… o forse no” ad intrattenere il pubblico (nello spazio Learco Guerra in via papa Giovanni). Il gruppo Salambò si cimenterà in canzoni, letture e immagini sul passato di un grande popolo. Una tre giorni ricca di spettacoli e iniziative ma, come si diceva, anche con finalità di prevenzione nei confronti di un problema sempre più grave, ovvero l’abuso di alcol, soprattutto tra i giovani. La manifestazione ha un unico slogan: “Cosa bere. Come bere. Quanto bere”, per non dimenticare che i danni provocati dall’alcol sono realmente seri e drammatici e ricordare a tutti che ci si può divertire e si possono superare le difficoltà senza ricorrere all’abuso di alcolici. Il prezzo da pagare sarebbe troppo alto e troppe le giovani vite spezzate.
IL SECOLO XIX
Sorpresi dall’ etilometro 
L’obbligo delle visite Asl dopo la patente ritirata Il medico: «Gente normale»
Sono circa 700 ogni anno i soggetti seguiti dalla speciale commissione medica dell’Asl dopo esser incappati nella sospensione della patente per guida in stato d’ebbrezza. «Le visite, nei tre presidi di Imperia, Sanremo e Ventimiglia, vengono effettuate ogni due martedì a scansioni di una quarantina di soggetti per giornata», conferma Giancarlo Ardissone, responsabile del Dipartimento provinciale dipendenze dell’Asl imperiese.
«Nove persone su dieci a cui è stata ritirata la patente per un tasso troppo elevato nel sangue - prosegue il dottor Ardissone - è gente come me e come lei, fermati magari di ritorno dal ristorante piuttosto che un pub o una festa d’addio al celibato. Gente che ha bevuto un pochino... bastano due bicchieri di vino o una birra media... e ha la fortuna-sfortuna di incappare in un controllo all’etilometro (*)».
Ma come avvengono i colloqui post-ritiro patente?
«Normalmente chi viene a fare il colloquio - precisa Ardissone - ha un atteggiamento molto responsabile, sa di aver fatto qualcosa che non è permesso, è cosciente e - nella maggior parte dei casi - non lo rivediamo più. Non ci permettiamo di fare reprimende».
La procedura tecnica che segue il ritiro della patente è abbastanza semplice. Quando si è fermati con un tasso alcolico superiore allo 0,5 per mille scatta la sospensione della patente. Il soggetto viene così inviato alla commissione speciale per le patenti. «A questo punto - racconta Ardissone - la commissione fa effettuare a queste persone una visita neurologica presso il Sert e, nel contempo, una serie di esami anatochimici sul soggetto (analisi del sangue)».
Ma chi sono gli "spatentati" che devono rivolgersi alla commissione per questa sorta di riabilitazione? «Non c’è un target ben preciso - risponde il dottor Ardissone - vediamo persone che hanno problemi di alcolismo, ma sono una netta minoranza (**). In caso di recidiva, e qualche volta capita, la patente viene ritirata e occorre quindi rifare l’esame di guida».
Giovani e giovanissimi. Negli ultimi giorni, un minorenne, alla guida in uno scooter, è stato pizzicato con un tasso superiore alla media. «Aveva 17 anni - conferma il dottor Ardissone - ma è una cosa abbastanza rara. Meno del 10 per cento (3-4 su 40) sono donne. Capita anche, ed è cronaca recente, che i genitori accompagnino i figli al colloquio, assistendovi anche ma senza intervenire direttamente nei dialoghi». Intanto, anche a Imperia, stanno crescendo le vendite on line di "Brillo", l’etilometro tascabile (65 euro) che calcola rapidamente il livello alcolico nel sangue analizzando l’alito. Funziona a pile e, dopo alcuni secondi, illustra il risultato.

LA SICILIA (Agrigento)
È caccia agli scalmanati

È ancora aperta la caccia agli scalmanati che nella notte tra sabato e domenica hanno scatenato il finimondo a Piazzale Aster. Botte da orbi tra una ventina, forse trenta, persone, per finire con l’aggressione ai poliziotti che erano giunti sul posto per mettere fine alla rissa da saloon. La Polizia ha intanto identificato e denunciato altri due soggetti, tutti e due agrigentini, che vanno ad aggiungersi al canicattinese fermato quella stessa notte. Qualche preoccupazione in più invece per uno dei poliziotti che è stato sottoposto ad una serie di analisi essendo stato ferito profondamente ad un avambraccio da un morso sferratogli da uno dei teppisti. San Leone, come tutte le località in cui c’è assembramento di gente, soprattutto giovani, è diventata anche un centro in cui trovare lo «sballo» è diventato facilissimo. Scorre l’alcool, ma soprattutto circolano gli stupefacenti. Probabilmente sarebbe utile tornare a sistemare proprio al piazzale Aster il posto di polizia mobile – esperimento che negli anni passati aveva avuto un buon successo – almeno durante i fine settimana ed in servizio fino all’una. La presenza dei poliziotti potrebbe essere un deterrente e soprattutto potrebbe fornire una maggiore sicurezza per a San Leone ci va per fare una passeggiata.
Sul ferimento dei poliziotti è intervenuto il sindaco Uilps: «La Polizia di Stato – ha detto il segretario Antonino Alletto – è stata gratuitamente assaltata da giovani scalmanati troppe volte in preda ai fumi dell’alcol che alcuni esercenti vendono a dismisura e oltre l’orario consentito. La Uilps ha già richiesto ed ottenuto dal questore di Agrigento Nicola Zito un potenziamento di uomini da destinare al servizio volante. Non possiamo che esprimere amarezza per i fatti accaduti e vicinanza nei confronti dei nostri colleghi che per fare il proprio dovere sono stati aggrediti e feriti da persone che possono essere paragonate a dei veri e propri criminali. In quest’ultimo episodio che ha visto il ferimento di nostri 5 colleghi delle volanti registriamo un dato inquietante, ovvero la complicità di taluni che incoraggiati dall’oscurità hanno contribuito all’aggressione dei nostri colleghi. Siamo convinti che occorre intensificare il controllo del territorio agrigentino ed in particolare quello della frazione di San Leone nel periodo estivo, certamente sarebbe di grande aiuto l’installazione di telecamere nei punti «caldi».
LA SICILIA (Trapani)
Appena uscito dal carcere semina panico al porto
Aggredisce alcune persone e poi anche poliziotti e carabinieri
Una furia scatenata. Probabilmente dovuta alla presenza di un eccessivo tasso di alcool nel sangue. Tanto che per ricondurre alla calma il protagonista di una notte piuttosto movimentata, ovvero il 32enne pregiudicato marsalese Guglielmo Barretta, è stata addirittura necessario iniettargli un potente sedativo. Un compito tutt’altro che semplice per medici e infermieri del Pronto soccorso del San Biagio, anche loro obiettivo della furia di Barretta, poi arrestato congiuntamente da polizia e carabinieri con le accuse di lesioni personali, resistenza continuata a pubblico ufficiale e minacce.
La ’’notte brava’’ del pregiudicato, che appena qualche ora prima, a seguito di un’ordinanza del giudice di sorveglianza, sabato scorso aveva lasciato il carcere palermitano di Pagliarelli per raggiungere la comunità di San Patrignano (*), era iniziata nella zona del porticciolo turistico, dove aveva iniziato a seminare il panico inveendo e minacciando, senza alcuna apparente ragione, il titolare di un furgone-paninoteca e i suoi clienti. Questi ultimi se la sono data subito a gambe. Poi qualcuno ha telefonato alle forze dell’ordine e sul posto sono arrivati polizia e carabinieri. E Barretta si è scagliato anche contro costoro sferrando calci e pugni. Un carabiniere e due poliziotti sono così finiti al Pronto soccorso, dove i medici hanno loro diagnosticato contusioni e ferite giudicate guaribili tra i 6 e i 10 giorni. Ieri mattina, poi, il giudice monocratico Renato Zichittella ha convalidato l’arresto, disponendo contestualmente la detenzione domiciliare presso la comunità di San Patrignano. Guglielmo Barretta, che ha precedenti penali per reati contro il patrimonio e la persona, nonché in materia di stupefacenti, nell’ ottobre del 2002, in esecuzione di un’ ordinanza della Procura della repubblica di Caltanissetta, era gia’ stato arrestato dai carabinieri di Marsala in quanto doveva scontare una condanna a 3 anni e 9 mesi di carcere subita per una serie di furti.
LA PROVINCIA DI COMO
alzate brianza
Una campagna della polizia locale per evitare che i ragazzi più brilli si mettano al volante
All’uscita dal bar trovi l’etilometro dei vigili.
Una serie di controlli all’esterno dei locali: i giovani «intercettati» sembrano gradire l’iniziativa
ALZATE BRIANZA Negli ultimi giorni sono molti i ragazzi che dopo aver bevuto al bar con gli amici hanno avuto la sorpresa di trovare un vigile all’esterno che li aspettava con l’etilometro. Il comando dei vigili ha avviato un’originale campagna di sensibilizzazione sui gravi rischi per la sicurezza a cui ci si espone guidando in stato di ebbrezza. Gli agenti si presentano la sera tardi davanti agli esercizi pubblici in cui si consumano bevande alcoliche e propongono ai clienti che escono di eseguire l’esame alcolemico prima di mettersi al volante. Il test viene effettuato a bordo dell’”ufficio mobile” dei vigili, un furgone appositamente attrezzato con etilometro, e richiede soltanto pochi secondi di tempo. Se viene riscontrato un valore al di sopra della norma, i diretti interessati vengono invitati a non guidare per non mettere a repentaglio la propria incolumità e quella altrui. L’iniziativa, che è rivolta soprattutto ai giovani, è condotta in collaborazione con i titolari dei locali e sta ottenendo un successo superiore ad ogni aspettativa. «Temevamo che la proposta fosse accolta con diffidenza - spiega il comandante della polizia locale Renato Daffinoti – Invece i giovani hanno dimostrato di voler collaborare, vuoi per il desiderio di tutelare la propria sicurezza, vuoi per la curiosità di conoscere i limiti del proprio fisico nel reggere l’alcol. In molti, sia ragazzi che ragazze, si sono sottoposti volentieri al test che è molto semplice e veloce. Basta soffiare all’interno di un tubicino collegato all’etilometro che, nel giro di pochi secondi, stabilisce qual è la concentrazione di alcol nel sangue. Numerose le persone che, senza rendersene conto, avevano superato il limite massimo consentito di 0,5 milligrammi. La maggior parte di loro era sinceramente sorpresa del risultato. Questa è la miglior dimostrazione che la gente sottovaluta gli effetti che una birra o un cuba libre di troppo possono avere sulle proprie condizioni psico-fisiche. A tutti abbiamo dato degli opuscoli che spiegano come l’assunzione di bevande alcoliche pregiudichi la lucidità di chi guida, diminuendo la capacità di attenzione e allungando i tempi di reazione». A incontrare l’apprezzamento dei giovani è stato il taglio non repressivo dell’iniziativa che non è volta a multare i trasgressori ma a prevenire gli incidenti causati dalla guida in stato di ebbrezza: «Siamo convinti - dice il sindaco Paolo Frigerio – che il modo migliore per aumentare la sicurezza stradale sia quello di fare informazione, anziché reprimere soltanto. E’ ciò che stiamo facendo con i test all’uscita dei bar, un’idea che i giovani hanno dimostrato di capire. La campagna di sensibilizzazione sulla guida in stato di ebbrezza verrà presentata in apertura del concerto “Alzate il volume” che si terrà il 15 luglio alle 21 nel parco di Villa Baragiola».
IL GAZZETTINO (Pordenone)
VAJONT Conclusa in Tribunale una brutta vicenda legata anche all’abuso di alcol. In via Valdapont, dopo l’ennesima sfuriata, erano arrivati i carabinieri
Botte in famiglia, operaio patteggia un anno
 Un 55enne era accusato di aver maltrattato la compagna a più riprese, tra il 1998 e il 2003. La donna era finita all’ospedale
È finita con un patteggiamento in Tribunale a Pordenone, davanti al giudice monocratico Piera Binotto (il pm nell’occasione era Giorgio Ferracin), il procedimento giudiziario che coinvolgeva Gianni Pavani, 55 anni, operaio di Vajont, residente in via Valdapont 6.
L’uomo, assistito dall’avvocato Maurizio Mazzarella, doveva inizialmente rispondere dell’ipotesi d’accusa di maltrattamenti ripetuti alla moglie. Il capo d’imputazione, partendo da quanto disposto dall’articolo 572 del Codice penale, è stato poi via via "integrato" (e modificato) in corso d’opera, mentre venivano raccolte e acquisite nuove testimonianze sul caso. Alla fine Pavani ha deciso di patteggiare con la pubblica accusa 12 mesi di reclusione, con pena sospesa e trasformata in ammenda pecuniaria.
La parte lesa era naturalmente la moglie, oggi cinquantenne, dell’operaio di Vajont. Dalla lettura delle carte processuali sono emersi particolari decisamente pesanti, nei confronti dell’uomo, che per altro aveva sempre cercato di protestare la sua estraneità agli addebiti di fondo. «Quella donna - è stata invece la tesi sostenuta nell’arringa dell’accusa, prima di approdare al patteggiamento finale - è stata sottoposta a un regime di vita tormentoso, con ingiurie e botte ripetute. È stata picchiata più volte, spesso in seguito all’abuso di sostanze alcoliche da parte del marito (una costante in casi come questi, ndr), anche davanti ai figli».
Secondo le carte processuali il punto di svolta è maturato soltanto quando la cinquantenne è stata medicata all’ospedale (10 giorni la prognosi emessa dai sanitari) per una frattura all’emitorace. A quel punto, per offrirle protezione, erano intervenuti i carabinieri. Il tutto dal 1998 al 2003: sei anni d’inferno. Tra denunce e controdenunce la vicenda è poi uscita dalle mura domestiche, per approdare in Tribunale. Adesso il patteggiamento l’ha chiusa, almeno dal punto di vista giudiziario.
IL GAZZETTINO (Pordenone)
Guida alcolica, un pericolo fatale
Otto i ritiri soltanto sabato. Tampona un’auto e fugge, preso. Ragazza in prognosi riservata
Ubriachi al volante: arriva l’estate e il fenomeno cresce in misura significativa. Gli esperti della Polizia stradale indicano in una percentuale che varia tra il 15 e il 40\%, a seconda delle zone d’Italia (a Nordest si supera il 25\%), la crescita della possibilità d’incrociare un automobilista alticcio.
I soli agenti della Polstrada di Spilimbergo, tanto per tener fede alle statistiche che nascono dalle segnalazioni, sabato notte hanno ritirato 7 patenti per il reato di guida in stato d’ebbrezza. I "rei" sono tutti maschi, di età compresa tra i 22 e i 48 anni. Due di loro risultano recidivi. I colleghi di Pordenone, sempre sabato, hanno provveduto invece a prelevare l’ottavo documento in seguito a un incidente lungo la statale 13, nel territorio comunale di Fontanafredda. Un nono caso è sub judice. Nel senso che è già stato ritirato per uno schianto colposo, ma l’esito dell’alcoltest non è ancora stato reso noto. Quasi sicuramente, il classico "bicchierino in più" si è rivelato determinante. Intanto una giovane donna originaria di Teor, 31 anni ancora da compiere, domiciliata a San Vito, è ricoverata nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale Santa Maria dei Battuti proprio per l’esito di quest’ultimo incidente.
Tutto è accaduto domenica notte, alle 23.15 lungo la statale 464 a San Vito al Tagliamento. La Renault Lagunastation wagon condotta dal portogruarese G.R., 56 anni, ha invaso la carreggiata opposta all’uscita da una semicurva e centrato frontalmente la Daewoo Matiz guidata invece dalla 31enne I.M., che procedeva in direzione opposta.
La donna, vittima di un politrauma, è stata subito intubata (per lei la prognosi resta riservata) e quindi trasportata dall’ambulanza del "118" al vicino ospedale. Per estrarla dall’abitacolo della Matiz sono dovuti intervenire i Vigili del fuoco, con l’ausilio delle pinze oleodinamiche. G.R., che guarirà in 30 giorni da una frattura, è stato sottoposto in loco all’esame dell’etilometro.
Singolare anche la vicenda che ha messo nei guai P.A., 44 anni, di Sacile. Nella notte tra venerdì e sabato, dopo le 23, il liventino (a bordo di una Volkswagen Golf) ha tamponato la Ford Focus del 21enne P.C., studente di Fontanafredda, rimasto leggermente ferito. Lo scontro è avvenuto lungo la statale pontebbana, all’altezza dell’uscita del ristorante pizzeria Al Parco. Dopo l’urto il conducente della Golf se n’è andato in tutta fretta. In base alla descrizione fornita dal 21enne, che ricordava bene il numero di targa, P.A. è stato velocemente rintracciato dalla Polizia stradale di Pordenone e sottoposto all’alcoltest. Per lui una doppia denuncia: guida in stato d’ebbrezza e fuga dopo lo schianto.
IL GAZZETTINO (Pordenone)
Tre vicende legate allo stesso reato sono finite in Tribunale nella stessa giornata.
Il peso delle recidive
Ebbri al volante, il giudice li condanna.
Tre casi quasi in fotocopia, singolarmente finiti davanti al giudice monocratico del Tribunale di Pordenone, Piera Binotto, nella stessa giornata. E tutte e tre le udienze si sono concluse in modo analogo, con una sola piccola differenza: chi ha patteggiato con il pm Giorgio Ferracin si è visto dimezzare di fatto la pena. In tutti e tre i casi c’era la recidività. Come dire: alzare troppo il gomito prima di mettersi al volante (o alla guida del ciclomotore) sta diventando una costante. L’unico a patteggiare è stato Giuseppe Siena, 42 anni, operaio, residente ad Azzano Decimo in via Ferraris. Per lui 12 giorni di arresto, convertiti in 24 di libertà controllata, più 200 euro di multa e la patente sospesa per un mese. Siena, assistito dall’avvocato Roberto Longo, era accusato di essersi messo in sella al suo ciclomotore (era il 2004) in stato d’ebbrezza, causando un incidente. Condanna a un mese e un giorno di reclusione (pena sospesa) per Giuseppe Cominotto, 48 anni, di San Giorgio della Richinvelda. L’avvocato in questo caso era Luigi Bonomo. Per il sangiorgino anche 600 euro di ammenda e lostopdi 2 mesi e 15 giorni alla patente. Cominotto era stato fermato al volante della sua Ford Escort a Porcia, il 6 gennaio del 2004. Infine, un mese e 400 euro (sospesa) per l’operaio canevese Antonio Rover, 32 anni, assistito dall’avvocato Martina Vignando. Addio patente per 75 giorni. Guidava una Panda a Sacile nell’agosto 2004 quando la Polizia lo ha fermato e sottoposto all’alcoltest.
IL GAZZETTINO (Pordenone)
ASSOCIAZIONI
Acat, via al nuovo "Punto di ascolto”.
Nasce a Maniago il "Punto di ascolto" rivolto alle persone con problematiche alcool correlate. Gestito esclusivamente sulla base del volontariato, il servizio è promosso dall’Acat Maniaghese. Aperto tutti i giorni dal lunedì al venerdì, lo sportello ha sede in via Roma, nel centro storico della città delle coltellerie e si propone di diventare un punto di riferimento per lenire le sofferenze legate e causate dall’uso e abuso di sostanze alcoliche.
È partito ieri il nuovo servizio proposto dall’Acat Maniaghese, la meritoria associazione di volontariato presieduta da Olimpio Biasoni. Il punto di ascolto resterà aperto dal lunedì al venerdì dalle 18 alle 19, nella sede Acat di via Roma 11. Un servizio "sociale" in più rivolto a tutta la cittadinanza, a spiegarne gli obiettivi è lo stesso presidente Blasoni.
«Questa iniziativa è rivolta a tutte le persone che desiderano conoscere come essere aiutate ed a chi rivolgersi per i problemi alcool correlati e complessi - afferma Olimpio Biasoni, presidente dell’Acat Maniaghese -. Si tratta di un servizio gestito esclusivamente con le forze del volontariato, che si prefigge il solo intento di essere un punto di riferimento, oltre che di sostegno, per le persone con sofferenze dovute all’alcool, alle quali assicuriamo peraltro la massima riservatezza».
Un’iniziativa importante quella messa in campo dal nuovo direttivo dell’Acat Maniaghese, che si propone con rinnovato impegno il recupero ’sociale’ delle persone alcooldipendenti. Fondata nel 1983, l’Acat presieduta da Biasoni è un’associazione socioassistenziale che promuove altresì attività informative volte alla prevenzione delle problematiche alcool-correlate. Il sodalizio maniaghese prevede anche incontri settimanali di auto mutuo-aiuto nella sede di via Roma 11 a Maniago, volti al reinserimento delle persone all’interno della comunità. Info, telefono e fax 0427.733290 oppure 338.2405155.
CORRIERE ADRIATICO
“Sono stata violentata”: le perizie le danno torto.
URBINO - Non è stata stuprata, e nemmeno sottoposta ad altro tipo di violenze - anche se è difficile ipotizzare un rapporto sessuale consenziente da parte di una giovane in condizioni psicofisiche alterate da uso, anzi abuso, evidente di alcol - una studentessa universitaria residente in provincia di Cagliari, iscritta all’Università degli Studi di Urbino trovata seminuda e ubriaca nelle prime ore di venerdì in un vicolo della città ducale, e soccorsa dai sanitari del 118 dopo la telefonata di un abitante della zona che aveva sentito i suoi lamenti.
La giovane donna, della quale per evidenti ragioni omettiamo anche le iniziali, era senza pantaloni e slip. E avrebbe avuto un rapporto sessuale con un giovane.
Le perizie mediche cui la giovane, una ventisettenne, è stata sottoposta, e i primi accertamenti dei carabinieri, che indagano su delega della procura avrebbero confermato che non c’è stata violenza. Gli esami medici non hanno riscontrato le lesioni o comunque le abrasioni che accompagnano queste vicende. La ragazza tuttavia ha sporto querela, sostenendo che due italiani avrebbero abusato di lei, anche se non ricorda bene cosa le sia successo fra le 3:15 e le 3:40 circa di quel 1 luglio. Per ora le indagini hanno appurato che la studentessa aveva trascorso la serata in compagnia di amici, e poi si era allontanata insieme ad un ragazzo, italiano, già individuato dai carabinieri. Quel che è accaduto dopo non è chiaro, ma secondo le notizie trapelate la ventisettenne non avrebbe subito violenze fisiche, e, anche se era seminuda, non aveva i vestiti strappati. Singolare anche la sua reazione all’arrivo del 118: ha dato in escandescenze anche con l’infermiera che la soccorreva. La giovane è stata sedata.
LA PROVINCIA DI CREMONA
Ieri pomeriggio. Disabile su di giri in corso Campi
Guida ubriaco, poi si spoglia I vigili urbani risolvono tutto.
 

Ubriaco al volante, viene fermato mentre percorre la zona a traffico limitato, nel pressi di corso Campi, vicino alla Galleria XXV Aprile. E anziché placarsi, cercare di limitare i danni, perde del tutto la calma: sbraita, si siede sul cofano dell’auto, resta in mutande, costringe gli agenti a mobilitarsi per risolvere una situazione che a un tratto pare degenerare. E’ accaduto ieri, alle 16.30. Protagonista un disabile — regolarmente autorizzato a raggiungere in auto quel tratto del centro — con alle spalle non pochi problemi esistenziali. Gli agenti coordinati dall’ufficiale Giorgio Bodini, va detto, sono stati molto attenti: messa a fuoco la situazione e, soprattutto, il tipo di individuo col quale avevano a che fare, hanno trattato la vicenda con molta sensibilità e cautela. Ciò ha permesso che tutto rientrasse, che l’uomo non perdesse ulteriormente la testa. L’episodio — avvenuto sotto gli occhi di decine di passanti — ha avuto un epilogo quando l’uomo, condotto al comando, è stato sottoposto al test dell’etilometro: esito positivo. A quel punto, inevitabili, le sanzioni previste. Affinché fosse recuperata la vettura è stata avvertita la famiglia.

LA SICILIA (Catania)
Il medico: «La cannabis campanello d’allarme di un disagio»
 
«Che vuoi che sia, è solo uno spinello». Di solito si tende a minimizzare gli effetti prodotti dalla cannabis, ma anche il «fumo» nasconde un motivo di disagio. «E’ il campanello d’allarme - evidenzia il dott. Paolo Castorina, dirigente medico del Sert (Servizio tossicodipendenze) dell’Ausl 3 - di un problema che esiste. Nasce come forma di trasgressione ma può aprire strade molto più rischiose per la salute dell’individuo».
Quante persone che fanno abitualmente uso di marijuana si rivolgono al Sert per chiedere aiuto?
Pochissime. Meno del 5% rispetto al numero di persone (circa 600) che annualmente trattiamo. La cannabis, del resto, raramente può dare dipendenza nonostante i cannabinoidi siano sostanze che modificano le nostre capacità percettive e il nostro modo di reagire agli eventi. L’uso cronico, poi, dà origine alla cosiddetta sindrome motivazionale, che comporta la perdita di qualsiasi interesse alle cose della vita. Ma anche quando non c’è dipendenza il pericolo può sussistere soprattutto se la cannabis è associata all’alcol, un problema che si sta aggravando enormemente soprattutto tra la popolazione più giovane. In base alla legge è la Prefettura a segnalare al Sert i soggetti sorpresi in possesso di sostanze stupefacenti. Se parlando con il soggetto emergono situazioni di rischio facciamo un esame più accurato del caso.
In che cosa consiste questo approfondimento?
Innanzitutto cerchiamo di scoprire le ragioni che lo hanno spinto a fare uso di droghe. Nel caso della marijuana bisogna distinguere due piani differenti: c’è il caso del soggetto che fuma lo spinello come forma di automedicazione per sedare ansie o conflitti interiori e in questo ambito il fattore di rischio è importante. Se, invece, è un fatto goliardico, isolato, legato al contesto o al gruppo che si frequenta in quel periodo, evitiamo accuratamente di dare una connotazione che talvolta può diventare peggiore del problema in sé. Quindi, evitiamo di drammatizzare perché così facendo si evoca la curiosità e quindi si innesca automaticamente il gusto di riprovarci. Inutile dire che l’informazione in questo ambito assume un ruolo decisivo.
Quindi difficilmente questi consumatori, quasi sempre giovani o giovanissimi, si rivolgono a voi esperti.
Di solito i ragazzi dicono che non hanno bisogno di aiuto né di tipo psicologico ne, tantomeno, di tipo farmacologico. In questi casi noi «aggiriamo» il problema, cercando di fargli capire che, anche se loro sono convinti di non correre rischi, la situazione in sé comunque fa male ai loro genitori.
Per quanto riguarda l’assunzione delle altre droghe com’è la situazione attuale nella nostra città?
L’emergenza attuale è data dall’incremento della cocaina. Catania è «annegata» nella cocaina, una sostanza che produce effetti subdoli e quindi più devastanti. Fondamentalmente perché si crede di poterla gestire ma gli strumenti per trattarla efficacemente sono pochi, purtroppo. Anche nel caso della cocaina non sempre l’uso porta alla dipendenza (questo avviene solo nel 5% dei casi), ma se si allarga il substrato in cui la sostanza si diffonde il rischio in percentuale aumenta. In crescita sono anche gli psicostimolanti e le droghe da discoteca, ma anche queste rarissimamente possono dare problemi di dipendenza.
E l’eroina?
L’eroina porta dipendenza e diventa una vera e propria malattia. Purtroppo, dopo cinque anni di «assenza», sta ricominciando a circolare.
Ernesto Romano.

LA STAMPA Nell’Alessandrino si torna a parlare di eno cardiologia Incidente e un tasso alcolico record  

Picchia la moglie: denunciato    
IL TIRRENO
centro storico assediato da spacciatori e ubriachi




Mercoledì, 06 Luglio 2005
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK