RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA" Note
a cura di Alessandro Sbarbada |
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GIORNALE
DI BRESCIA Rito abbreviato in ottobre per l’albanese che ammazzò a coltellate
la sua bimba di soli 5 mesi Uccise
la figlia: chiede lo scont Per gli psichiatri è seminfermo di mente Alberto
Pellegrini |
Gli
psichiatri sono tutti sostanzialmente d’accordo: quel papà che il
2 novembre 2004 uccise a coltellate la propria figlia di 5 mesi è
seminfermo di mente. Tutti gli esperti che hanno visitato Bashkim
Elezi si sono trovati d’accordo nell’affermare che il trentunenne
albanese è affetto da precisi disturbi psichiatrici, aggravati dallo
stile di vita e dagli abusi di alcol, che hanno fatto
scemare grandemente la sua capacità di volere. E allora lui, imputato
di un omicidio da ergastolo, perchè aggravato dai futili motivi e
dal rapporto di stretta parentela con la vittima, ha chiesto ieri
di essere processato con il rito abbreviato. I suoi difensori, gli
avvocati Giorgia Ianni e Sabrina Baglioni, hanno scelto questa strada
anche contando sulla concessione della seminfermità che è assai probabile
e da sola potrebbe evitare il carcere a vita a Bashkim Elezi. Il giudice
Lorenzo Banini ha così fissato per il prossimo 24 ottobre il processo
a Bashkim Elezi. Quel giorno verrà processato per favoreggiamento
anche Kujtim Toci, altro albanese vicino di casa di Elezi, che è accusato
di aver aiutato il connazionale a depistare le indagini e a nascondere
l’omicidio facendolo passare per un incidente. Anche il fratello di
Bashkim Elezi era finito nel registro degli indagati per favoreggiamento,
ma la sua posizione è stata archiviata. Bashkim Elezi uccise la figlia
Cristina, che aveva solo cinque mesi, il 2 novembre 2004 nella casa
al quarto piano di via del Carmine dove Bashkim viveva da qualche
mese con la sua compagna Janina Kostogryz, ucraina di 29 anni e la
figlioletta. La vita della coppia di immigrati non era mai stata tranquilla.
I vicini di casa, dopo il terribile delitto, raccontarono di frequenti
litigi, anche molto violenti. Ma quella sera di novembre accadde qualcosa
di inspiegabile, di folle, che trasformò in orrore un banale litigio.
Banalissimo il motivo del litigio: pare che Bashkim Elezi abbia perso
la testa solo perchè la cena non era pronta all’ora stabilita. Iniziò
così un alterco tra l’albanese e la sua compagna ucraina e ad un certo
punto l’uomo divenne sempre più aggressivo e iniziò a mostrare chiaramente
che intendeva sfogare non tanto sulla donna, ma sulla bambina, la
sua rabbia incontenibile. Il fratello di Bashkim, resosi conto della
situazione, intervenne e riuscì a prendere la piccola e a portarla
nel suo appartamento, proprio accanto al teatro del litigio. Ma il
padre ormai non ragionava più: inseguì il fratello impugnando un coltello
da cucina, sfondò la porta che era stata chiusa, si avventò sulla
bambina e la colpì con un solo terribile fendente al torace. Poi Bashkim
tentò di nascondere l’omicidio e si fece aiutare dal fratello, dalla
sua stessa compagna e madre della piccola vittima e pare anche da
un vicino di casa. Contemporaneamente chiamarono aiuto e la piccola
venne portata all’Ospedale civile con un’ambulanza dove però giunse
ormai morta. Il padre, i testimoni e in un primo momento anche la
madre della piccola raccontarono che Cristina era caduta dal tavolo
andando a battere il petto proprio su alcune bottiglie di birra vuote:
una di queste, rompendosi aveva trafitto il corpicino. Ma tutto sembrava
smentire questo racconto e infatti poco dopo la madre della piccola,
in lacrime, raccontò la verità sul terribile omicidio. |
CORRIERE
DELLA SERA L’AGGRESSIONE
A.R., albanese di 27 anni, ubriaco, si Ö L’AGGRESSIONE
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A.R.,
albanese di 27 anni, ubriaco,
si avvicina al gruppo di amici che parla sotto i portici. Mostra un
coltello. I ragazzi non reagiscono e cercano di calmarlo. L’albanese
estrae il coltello e si avventa contro il festeggiato. Ma colpisce Rosario.
Il fendente lacera la parete del cuore e l’aorta. L’APPELLO La
moglie di Rosario, Stefania di 27 anni, lancia un appello al ministro
della Giustizia, Roberto Castelli. La donna chiede a Castelli di portare
avanti la riforma bloccata in Parlamento sull’abolizione del tribunale
dei Minori. Assieme alla famiglia di Rosario e agli amici, invoca maggiori
restrizioni nei confronti degli immigrati, soprattutto albanesi, e la
certezza che l’aggressore del marito riceva una condanna adeguata alla
gravità del reato commesso. |
CORRIERE
DELLA SERA "Basta
permessi agli extracomunitari violenti" Milano,
la moglie di un giovane accoltellato da un albanese si appella al governo:
mio marito sta morendo, vogliamo più sicurezza |
CORMANO
(Milano) - "Ministro Castelli, non so se lei abbia dei figli. Non lo
so. Ma lei adesso deve sensibilizzare tutti i politici. Voglio che vada
avanti con la sua battaglia per fermare l’immigrazione dei violenti.
Ogni essere umano ha il diritto di vivere. Nessuno ha il diritto, né
il potere di togliere la vita a un altro". Non c’è nessuna intenzione
di rinfocolare sentimenti di razzismo nelle parole di Stefania C., 27
anni. A casa dei genitori del marito, Rosario F., il giovane di 24 anni
accoltellato venerdì notte a Cormano da un albanese ubriaco, il razzismo
sanno bene cos’è. Famiglia calabrese emigrata in provincia di Milano
nel ’59, l’hanno provato sulla loro pelle. Ma era un razzismo di altro
stampo. "Lavoravo con bergamaschi e comaschi. Alla fine tutto si risolveva
in una battuta: te se un terun simpatico", ricorda il capofamiglia,
Luigi, 59 anni, una vita spesa a fare il fabbro. Mestiere poi trasmesso
a Rosario. Tempi difficili allora. C’era più rispetto, però. Rosario
non è un razzista. Nel quartiere di case popolari dove è nato e cresciuto,
lo conoscono tutti ed è amico di tutti. Anche di cingalesi e senegalesi.
Anche degli albanesi. Ma A.R., 27 anni, era ubriaco e arrabbiato. Ruggiero Corcella |
CORRIERE
DELLA SERA (Lombardia) Lite
tra immigrati per una sigaretta, muore marocchino |
MANTOVA
- Una lite per una sigaretta in un’ex fabbrica, dormitorio per immigrati,
è finita con la morte di un 45enne marocchino, Ahmed Bidah. Il cadavere
è stato trovato nella ex Comapre, azienda di prefabbricati chiusa da anni,
a Pozzolo di Marmirolo, fra le province di Mantova e Verona. Sul corpo
dell’uomo diverse ecchimosi e contusioni, che fanno pensare a una colluttazione.
L’autopsia ha stabilito che Bidah, che nella notte, ubriaco, aveva aggredito a bastonate
tre connazionali per farsi consegnare delle sigarette, è morto subito
dopo per un’edema polmonare acuto. Uno dei tre marocchini coinvolti nella
lite è stato rintracciato e interrogato dai carabinieri. Nella zona da
tempo ci sono polemiche per le condizioni in cui viene lasciata la fabbrica
dimessa.
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ASAPS.IT Viterbo,
ubriaco al volante investe 4 carabinieri che stavano effettuando un
altro etilometro |
(ASAPS)
VITERBO ñ Ubriaco, così tanto da non vedere una gazzella dei carabinieri,
appena fermatasi sul ciglio della strada per prestare rinforzo ad un’altra
pattuglie dell’arma, impegnata nel ritiro di una patente ad un automobilista
sorpreso a guidare in stato di ebbrezza. Sembra il festival delle coincidenze,
ma è tutto vero: è il copione della serata di Santa Marinella, nel viterbese,
lungo la via aurelia. Qui, nella notte tra domenica e lunedì, una pattuglia
aveva fermato un’auto che procedeva a zigzag. I militari hanno approntato
l’etilometro, che ha fatto segnare un valore più altro del consentito.
La denuncia è immediatamente scattata, ma alcuni problemi sorti sul posto
avevano indotto il 112 ad inviare sul posto una seconda autoradio. Proprio
subito dopo l’arrivo, il piccolo contingente di militari è stato centrato
in pieno da un’altra auto, che ha tamponato violentemente la Alfa di servizio,
che a loro volta hanno travolto i militari. Sono allora intervenuti i
colleghi della Polizia Stradale, che hanno effettuato i rilievi e che
hanno denunciato l’investitore, anch’esso ubriaco. I militari sono stati
ricoverati al San Paolo (ASAPS).
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ENOPRESS.IT QUANDO
BASTA UN GOCCIO PER ROMPERE IL GHIACCIO |
Una
campagna pubblicitaria nella quale è protagonista l’ormone: e quanto
accade nel filmato realizzato dall’agenzia Publicis, così come la racconta
un recente Hot Spot del CorrierEconomia a firma di Aldo Grasso,
per il rilancio del drink Artic, in onda in queste settimane
sulle principali reti televisive nazionali. Che
subito prende vita, si moltiplica continuamente e interagisce con le
persone e l’ambiente circostante degli avventori del locale. Sull’immagine
del ragazzo circondato da centinaia di blob rosa appare, come una sorta
di manifesto politico, la scritta in sovraimpressione: ’Siamo per l’ormone
libero’. Il filmato si chiude sul payoff storico: Artic rompe il
ghiaccio (*) (*)
Nota: in Italia non è consentito negli spot pubblicitari associare alcol
e successo sessuale. |
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LONDRA
- Una vita spericolata che non si smentisce nemmeno a sessant’anni.
Questa volta, però, l’accusa per George Best è grave: è stato arrestato
per molestie sessuali a una ragazzina di 13 anni. L’ultimo di una serie
di guai per un uomo sublime sul campo di calcio, ma che nella vita non
ha saputo cedere alle tentazioni della bottiglia. L’ex
stella del Manchester United degli anni ’60 è finito in cella giovedì
scorso nel Surrey, a sud-ovest di Londra, con l’accusa di atti di libidine
su una ragazzina sotto i 13 anni. Lo ha annunciato oggi la polizia britannica,
che lo ha rilasciato su cauzione. I
presunti abusi, ha dichiarato un agente, sarebbero stati commessi il
mese scorso nella casa della giovane vittima. "Best nega assolutamente
che ciò sia avvenuto - dice una fonte vicina all’ex-calciatore - L’accusa
di abusi su una bambina ha distrutto Gorgeî. Una
vita spericolata. "Almeno metà dei soldi che ho guadagnato in carriera
li ho spesi per alcool e donne: l’altra metà li ho sperperati", disse
una volta George Best. Una frase-simbolo di uno stile di vita senza
freni. Solo qualche giorno fa, l’ex-stella del Manchester era stato
denunciato per percosse da un’amica della sua ex-compagna. Lei non voleva
farlo entrare in casa e così, ubriaco, lui non ha esitato ad alzare
le mani. Arrestato e rilasciato, anche in quell’occasione Best ha negato
qualsiasi accusa. Il
quinto Beatle. Nato a Belfast (Irlanda del Nord) nel 1946, diviene ben
presto uno dei più grandi attaccanti di tutti i tempi. Un protagonista
non solo nel mondo calcistico. Una volta, all’aeroporto, al ritorno
da una partita, mette in testa un sombrero, e manda in visibilio le
fan. Da questo episodio nasce la fama di Best come "icona pop": presto
viene soprannominato il "quinto Beatle". Una carriera folgorante che
termina, però, con molto anticipo. Dopo aver segnato 136 gol con il
Manchester United e aver vinto il Pallone d’oro, comincia la parabola
discendente. Dopo il ritiro, il rapporto con la bottiglia diventa sempre
più problematico, tanto che nel 2002 gli viene trapiantato il fegato.
"Fossi stato meno bello, di Pelè non si sarebbe nemmeno parlato", disse
tempo fa con lucida auto-ironia. |
L’UNIONE
SARDA Gallura La
Maddalena. Una piccola partita non pagata dalla vittima La
droga all’origine del delitto |
Adriano
Morello è morto nel modo peggiore: massacrato con una spranga di ferro
davanti al cortile del liceo Garibaldi, in una fredda notte d’inverno.
Lui, che per anni aveva avuto come compagna l’eroina della quale era riuscito
a liberarsi con non poca fatica, era rientrato nell’isola dopo un periodo
trascorso in Germania a lavorare in una pizzeria. Come capitato ad altri
prima, anche Adriano era finito nello stesso giro dal quale era uscito.
Un classico. Dicevano, subito dopo che il suo corpo agonizzante era stato
portato al pronto soccorso, che all’origine del suo tragico epilogo, ci
fosse stata una discussione tra Adriano e il suo amico Mario Fresu. Entrambi,
poco prima della mezzanotte del 3 febbraio dello scorso anno, avevano
bevuto qualche birra insieme ad altri ragazzi maddalenini, altri border
line alle prese con le loro particolari esigenze quotidiane. Quindi, chiuso
il bar, tutti si erano incamminati verso il cortile della scuola, da sempre
ritrovo notturno dei tossici. Qui, stando alla ricostruzione dei carabinieri,
erano rimasti i soli Morello e Fresu. Qualcuno li aveva sentiti urlare,
lo aveva anche raccontato agli investigatori. I due amici discutevano
animatamente di soldi che il primo doveva all’altro per un po’ di droga.
Anche il resto della compagnia era tornato sui propri passi per cercare
di capire cosa stesse accadendo. Ma era troppo tardi. Adriano Morello
era a terra sotto un albero, con il volto sfigurato e completamente insanguinato.
Fresu aveva chiamato il 118 dal suo cellulare e aveva accompagnato l’amico
in ospedale dove i medici non hanno potuto far niente per salvarlo. (a.b.)
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CORRIERE
ADRIATICO ìL’atto vandalico non resti impunitoî I cittadini dopo il raid notturno: ìNon può
essere considerato una bravataî |
FOSSOMBRONE - Il raid notturno che tutto ha distrutto in corso Garibaldi non può essere considerato alla stessa maniera di una bravata. Né deve rimanere impunito. I commenti e le richieste precise della gente non lasciano spazio a dubbi di alcun genere. Primo punto: il Comune si deve premurare, se non lo ha già fatto, a tessere un rapporto stretto in termini di collaborazione con il comando locale dei carabinieri. I quali sono intervenuti con una pattuglia da Saltara perché chiamati da un cittadino. allarmato. Gli organi comunali preposti avranno già segnalato quanto è successo. Non si sa se abbiano provveduto anche a sporgere regolare denuncia contro ignoti. I quali, per essere espliciti, stando almeno ai "si dice" tali non potrebbero essere del tutto. C’è chi ha visto e ancor più perché potrebbe aver registrato alcune scene della distruzione la telecamera di un istituto di credito. Nessuno vuole che si attivi una spedizione punitiva - si commenta a vive voce - ma se si continua a far finta di nulla le cose andranno sempre peggio. La dimostrazione si è avuto a più riprese: le bottiglie di vetro lanciate nella piazza dell’ex mercato coperto, la prima mandata dei globi illuminanti infranti sotto il loggiato detto dei ricchi, l’attacco violentissimo esteso anche al loggiato detto dei poveri. Al punto che sono scomparsi tutti. Dopo decenni di onorato servizio. Per quanto vecchi svolgevano ancora la loro funzione in attesa di migliorie per ora non programmate. Quantomeno in tempi brevi. Un’altra considerazione importante: occorre fare molta attenzione perché il cancello d’ingresso al cimitero non resti aperto la notte. Forse la chiusura automatica non funziona sempre alla perfezione. Si osserverà che se fatti poco piacevoli accadono all’interno del luogo sacro le responsabilità non possono essere solo di un cancello che rimane aperto per un disguido tecnico. Bisogna
in tutti i modi evitare che si verifichino fatti che lasciano supporre
un calo di attenzione. Effetti deleteri dell’alcol: è quasi abitudine
trovare lungo corso Garibaldi o nei luoghi in cui avvengono certe bravate
numerose bottiglie di birra vuote. Se è vero che si tratta di protagonisti
giovanissimi, se non addirittura minorenni, in che modo entrano in possesso
di così massicce dosi di birra o di liquori?Tutto questo per dire -
sottolineano da più parti cittadini delle più diverse estrazioni sociali
- che nulla succede a caso e che non è buona cosa sottostare ad una
sorta di accettazione passiva di eventi sempre meno piacevoli. Ci sono
possibilità per imparare tutto. Fino a sapere i nomi di tutti i ragazzi
che non possono essere lasciati a se stessi. ROBERTO GIUNGI |
IL
GIORNALE DI VICENZA Una minorenne colta da malore è stata trasportata
con un’ambulanza al pronto soccorso Troppo alcol, ragazza all’ospedale Nei fine settimana molti giovani eccedono
con le bevande |
(m.
b.) Continuano gli episodi allarmanti legati al comportamento dei giovani
che, nel fine settimana, frequentano le birrerie del Rosatese. Nella notte
fra venerdì e sabato, si è registrata la violenza contro un giovane da
parte di altre persone, nella zona di via Garibaldi, dove si affacciano
due locali pubblici presi d’assalto nelle ore notturne. Una discussione,
nata per futili motivi, è diventata motivo di violenza. A farne le spese,
un giovane picchiato selvaggiamente con la cintura che gli era stata tolta
dai pantaloni. Sull’episodio stanno indagando gli uomini del commissariato.
Nella notte fra sabato e domenica, sempre nella stessa zona dove si affacciano due birrerie, gli abitanti del quartiere Cremona hanno dovuto far intervenire un’ambulanza dall’ospedale di Bassano. Una minorenne, residente a Galliera, dopo le numerose bevute, presentava gravi segni di malessere che hanno allarmato gli abitanti della zona. Presentava evidenti segni di ubriachezza. La gente del quartiere è stanca. I locali pubblici chiudono alle 3 ed giovani, in preda ai fumi dell’alcol, sostano in maniera rumorosa fino alle 4 del mattino. Nel frattempo continua l’azione di controllo da parte della polizia locale. In quartiere Cremona, sono state sottoposti a sequestro amministrativo due ciclomotori. I conducenti, minorenni, trasportavano una seconda persona sullo stesso mezzo. è stata sequestrata la carta di circolazione di un’auto per mancata revisione. |
LA
PROVINCIA DI LECCO Distrutti
nella notte tavoli, panche, cartelli e cestini: danni per un migliaio
di euro Vandali
scatenati nella riserva di Sartirana |
Atti
vandalici, ancora una volta, al lago di Sartirana. Ignoti, probabilmente
ragazzi, nella notte tra sabato e domenica hanno assaltato la zona utilizzata
dai gitanti per i pic-nic, sfogando la loro rabbia su panche, tavolini,
cartelli e cestini. Alla fine, dopo chissà quanti minuti folle devastazione,
i danni si contano in centinaia di euro, forse addirittura un migliaio.
La notizia dell’ennesimo raid vandalico si è sparsa in città nella tarda
serata di ieri, anche se, secondo una ricostruzione plausibile, tutto
dovrebbe essere avvenuto nella notte tra sabato e domenica, oppure in
quella tra domenica e lunedì. Nei pressi della foce del lago sono infatti
stati ritrovati i resti di un piccolo banchetto: una decina di bottigliette
vuote di birra e cartoni di pizza. I vandali, dopo avere banchettato, devono
avere alzato un po’ troppo il gomito. è allora che, resi euforici della
birra, si devono essere sfogati, esprimendo la loro rabbia contro cartelli
e panchine. Un paio di cestini per l’immondizia, saldamente ancorati
a terra con paletti di ferro infissi in basamenti di cemento, sono stati
sollevati in aria e scaraventati in mezzo allo specchio d’acqua. Stessa
sorte anche per le panchine collocate a bordo del lago, nella zona tra
la foce e quella del Bagnolo. Le assi di legno sono state devastate e
strappate, rendendo le sedute inservibili. Distrutti anche alcuni cartelli
segnaletici, come quelli che si trovano all’entrata del lago. "è evidentemente
opera di qualche mentecatto - ha commentato con estrema durezza Roberto
Perego, presidente della riserva lago. - Ultimamente, fatti del genere
si stanno verificando fin troppo spesso. Serve maggiore vigilanza e controlli
più frequenti. Faremo in modo di organizzare retate notturne, così da
cogliere in flagranza di reato i colpevoli". Un’opinione condivisa da
tutti quelli che frequentano il lago e ne apprezzano le bellezze naturali
e l’atmosfera da perfetto relax. In settimana, nel frattempo, sono iniziati
i lavori di sistemazione della sponda del lago tra la zona della foce
e quella del Bagnolo. Lavori tanto più urgenti dopo che, in settimana
due portatori di handicap, in seguito alla frana di una parte del terreno,
sono finiti in acqua, facendo risuonare il campanello di allarme per la
sicurezza della zona. F.Alf.
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L’ARENA
di Verona Era partito dal centro sgommando ed era stato
fermato dai poliziotti Ubriaco guidava spavaldo Condannato in tribunale Il ventiseienne aveva un tasso alcolico al
limite del coma etilico |
Legnago.
Era stato fermato dalla Polizia nel pieno centro della città perché
era partito con l’automobile sgommando. Poi, una volta portato in
caserma perché appariva visibilmente alterato, si è scoperto che aveva
un tasso di alcool nel sangue così elevato che si trovava sulla soglia
del coma etilico. Per questo G.L., un 26enne residente in via Olimpia,
nel campo nomadi, è stato condannato in tribunale a Legnago per guida
in stato di ebbrezza a 9 giorni di arresto, 600 euro di multa ed alla
sospensione per un mese della patente. Una condanna decisa dal giudice
Rosa Liistro a fronte di una richiesta più severa venuta dal pubblico
ministero Giada Modena, che aveva proposto 20 giorni di arresto e
300 euro di multa, e dell’appello alla concessione delle attenuanti
generiche fatto dal difensore Nicodemo Apollinare. |
CORRIERE
ADRIATICO Al bar-alimentari della Coppetella. Denunciati
a piede libero Zingari rubano casse di birra e minacciano
un carabiniere |
JESI
- Due nomadi sui quarant’anni hanno bevuto alcolici, non hanno pagato
e hanno fatto anche scorte rubando due casse di birra senza che il barista
potesse opporsi, era solo. Non ha rischiato l’incolumità per due casse
di birra. I due ceffi hanno caricato sulla loro auto le casse e se ne
sono andati. Ma non era la loro serata fortunata quella dell’altro ieri,
anche se mancava poco più di un’ora alla mezzanotte. Una pattuglia dell’Arma,
infatti, pochi minuti dopo stava transitando proprio davanti al bar-alimentari
della Coppetella. Il barista era sull’arco della porta a smaltire paura
e rabbia. Perché non è la prima volta che nomadi prepotenti la fanno da
padroni nel suo esercizio, talvolta minacciando e picchiando anche gli
avventori. Ha raccontato ai militari il furto, ha descritto i due zingari
e l’auto con la quale si sono allontanati. I carabinieri hanno iniziato
le ricerche. Era la stessa pattuglia che nella mattinata di ieri aveva
cercato e fermato uno scippatore. Anche in questo caso la caccia è stata
proficua. I militari hanno visto l’auto descritta dal titolare del bar,
vicino a una roulotte alla Zipa, e i due uomini che stavano caricando
le casse di birra dall’auto alla roulotte. Sono Rom solitamente stanziati
in Sicilia. Portati in caserma hanno fatto i duri, uno ha anche minacciato
un carabiniere. Sono stati denunciati all’autorità giudiziaria e rilasciati.
Dopo un’ora l’accampamento di roulotte ha smobilitato verso altri lidi,
per loro più sicuri.
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IL
MESSAGGERO (Rieti) L’appello ad Asl, Regione, Provincia e Comune
dell’associazione culturale d’ambiente Rieti-Cittaducale Alcool
fra i ragazzi, è allarme Rossano
Bustini: "Riuniamo subito i responsabili degli enti locali" |
L’ultimo
tappeto di bottiglie (birra, in questo caso, un intera cassetta) che abbelliva
il centro storico dopo l’ennesima sabato sera era stato îstesoî davanti
ai giardini del Vignola a fianco della Prefettura. Sembrava, a passare
di lì domenica mattina, una testimonianza di îraccolta differenziataî:
tante bottiglie da un lato del marcipiede e il cartone dall’altro.
Del resto a 11 anni ecco i primi bicchieri, vino e birra, di solito, poi, già entro i 14, i superalcolici che magari hanno sfruttato il grimaldello dei soft drink che mischiano frutta e, appunto, bevande ad alta gradazione. Spesso, a completare il quadro, arriva anche il rinforzo delle droghe leggere, chimiche o naturali che siano percé poi per la cocaina, ormai crollata in fatto di prezzo, c’è tempo. E’ un quadro devastante quello che emerge dalle ultime ricerche sugli adolescenti italiani. E Rieti non fa eccezione, come testimoniano le cronache del finesettimana, come dimostrano le infilate di atti vandalici, in centro storico come in periferia, commessi sulle ali dell’alcool sabato. Una situazione che preoccupa l’Associazione culturale territoriale d’ambiente Rieti-Cittaducale presieduta da Rossano Bustini. "Non è la prima volta che la nostra associazione affronta il problema dell’alcolismo - scrive il presidente - nella provincia di Rieti ma il fatto che ci giunga segnalazione da più parti e in modo specifico dal Sert che il problema si stia diffondendo a macchia d’olio fra i nostri giovani ci spinge a tornare sul tema per coinvolgere più forze possibili". Aveva fatto scalpore, nei mesi scorsi il drammatico resoconto, basato su una lettera portata alla luce dall’associazione Rieti-Cittaducale, delle vicende di un giovane alcolizzato sabino che faceva îdentro e fuoriî con le strutture di assistenza e di recupero. "Abbiamo tentato nei mesi tra febbraio e aprile continua Bustini di coinvolgere la vecchia amministrazione dell’Asl tramite l’allora assessore regionale Luigi Ciaramelletti, che ringraziamo per il supporto dato, ma purtroppo senza alcun risultato essendosi l’iniziativa fermata a livello del responsabile sanitario, la dottoressa Federica Giorgi, per la concomitanza del cambio politico alla Regione. Un colloquio avuto con il coordinatore del Sert, dottor AngeloGiuliani, ci ha fatto capire che quello che prima era solo un campanello di allarme ora è una realtà conclamata. L’alcool si sta sempre più diffondendo tra i nostri giovani innescando pesanti problematiche comportamentali. Si ritiene improrogabile un impegno di tutti gli enti a cominciare dalla Asl che, a nostro parere, dovrebbe potenziare, con l’aiuto degli altri enti locali, il servizio alcologico visto l’esiguo ed insufficiente numero degli addetti sia medici che paramedici. Provincia, Comune, Regione: non ci interessa il colore politico. Tutti, indistintamente, dovrebbero dare un contributo per affrontare un problema che si è issato allo stesso livello della piaga della droga". Ecco, infine, la proposta: "Invito i responsabili di questi enti a dare la propria disponibilita ad un incontro grazie al quale pianificare subito i primi interventi". R.R. |
IL
GAZZETTINO (Vicenza) Minacce
ai carabinieri Finiscono in carcere Cogollo
- (F. P.) Ubriachi minacciano
i carabinieri con il collo di bottiglie rotte. |
Arrestati
due marocchini. Abdellatif Saadoun, 35 anni, pluripregiudicato, e Adil
Mouncir, 37 anni, con regolare permesso di soggiorno, si sono resi protagonisti
di una serata brava. L’episodio è incominciato sabato sera nel bar-trattori
Mercoledì, 15 Giugno 2005
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