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Notizie brevi 27/09/2012

Malati dopo l’uccisione del figlio
Genitori sporgono denuncia

I genitori e il fratello di Daniel travolto contromano sull’A27 contro l’investitore. «Da allora ansia e insonnia»
L'incidente in cui perse la vita Daniel D’Ambros De Francesco lo scorso 2 giugno

BELLUNO — Nuova denuncia per Florio Mazzucco, l’ex «re della notte» cittadina, storico gestore della discoteca «Dodo’s»: la famiglia D’Ambros De Francesco, a cui apparteneva il giovane Daniel, il giovane morto dopo uno schianto stradale col 58enne longaronese, lo accusa di lesioni personali colpose nei propri confronti. Si tratta di uno dei primi casi, in Italia, in cui i familiari di una vittima della strada denunciano il presunto responsabile dell’incidente per le conseguenze psico- fisiche del grave lutto subito. La mamma di Daniel, Rita De Lorenzo: «Vogliamo giustizia. Non viviamo più da quel giorno maledetto». La donna parla attraverso la «Giesse Gestione sinistri», la società che si occupa di risarcimento danni e tutela delle persone che hanno subito lesioni e di chi ha perso un congiunto. Tra le esperienze della «Giesse» anche il naufragio della nave «Costa Concordia» all’isola del Giglio.

Daniel D’Ambros De Francesco di Casamazzagno
(Comelico Superiore) morì a 27 anni dopo essere stato centrato in pieno in auto mentre transitava nella galleria sull’A27 nei pressi di Cadola a Ponte nelle Alpi lo scorso 2 giugno. Alla guida, contromano, di quel mezzo c’era Mazzucco. I genitori del giovane l’hanno denunciato lunedì scorso in Questura tramite la «Giesse» di Belluno. Mamma Rita, il fratello Stefano e papà Robertino accusano il 58enne longaronese di lesioni personali colpose nei propri confronti. È uno dei primi casi di formale denuncia penale per lesioni dovute al gravissimo lutto, subito dai familiari di una vittima della strada, mai presentata in Italia. Una scelta fortemente voluta dalla famiglia D’Ambros De Francesco, travolta dal giorno dell’incidente da un profondo stato di malessere che provoca continui stati di ansia e insonnia. I genitori e il fratello della vittima sono in cura da uno psicologo. Se la Procura di Belluno dovesse accogliere la richiesta, Mazzucco - già indagato per omicidio colposo - rischierebbe un’ulteriore pena che prevede fino a 5 anni di reclusione.

In attesa del processo i familiari (seguiti dal legale fiduciario di «Giesse», Antonio Prade, ex sindaco cittadino) continuano a invocare giustizia, circondati dalla forte e costante vicinanza di parenti e amici. «La nostra vita si è fermata a quel giorno maledetto, da allora ha avuto inizio un incubo da cui non sembra esserci più via d’uscita - spiega la madre Rita De Lorenzo - Non ci resta altro in cui sperare se non che la giustizia faccia il suo pieno corso: vorremmo che l’uomo che ci ha portato via per sempre Daniel paghi per tutto ciò che ha causato. Per averci tolto il figlio che tanto amavamo. Per aver distrutto, nella frazione di pochi secondi e con un’azione tanto scriteriata, non solo la giovinezza di un ragazzo meraviglioso, ma anche le vite delle tante persone che lo amavano e da lui venivano amate in maniera tanto profonda».

Era il pomeriggio del 2 giugno quando il 58enne
, arrivato nei pressi del casello di Cadola, inspiegabilmente girò la propria auto, imboccando contromano il tratto a due corsie di innesto all’autostrada. Solo poche centinaia di metri, poi sotto il tunnel «Paraschegge» centrò in pieno la vettura con a bordo Daniel D’Ambros, arredatore di Casamazzagno. Uno schianto tremendo, che non lasciò scampo al 27enne, diretto a un appuntamento con un amico a Vittorio Veneto. Mazzucco, elitrasportato all’ospedale di Belluno, invece fu ricoverato in Rianimazione. Gli esami tossicologici su di lui non trovarono tracce di alcool ma di cannabinoidi, in pratica marijuana.


da corriere.it

Giovedì, 27 Settembre 2012
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