Incidenti mortali: da Firenze denunciato lo Stato italiano
Lo Stato Italiano denunciato per violazione delle norme costituzionali in merito alla Sicurezza Stradale. Questo quello che è avvenuto per la prima volta in Italia, e precisamente a Firenze, per volontà di un pool di realtà associative tutte operanti nell’ambito della sicurezza stradale e capitanate dell’Associazione Gabriele Borgogni Onlus, istituzione attiva da anni nella diffusione della cultura informativa su strada. Depositato presso il Foro competente di Firenze per mezzo dell’Avvocato Annalisa Parenti, l’esposto mette in luce una fattispecie di reato riconducibile principalmente sia all’inefficacia di un apparato normativo completo, sia alla ingiustificabile inerzia dei giuristi di fronte alla gravità di tale fenomeno. E questo nonostante i numerosi segnali di allerta promossi dagli enti associativi in tutta la Nazione.
«La scarsità delle norme e, soprattutto, l’inadeguatezza delle misure necessarie ravvisate attraverso una stima delle morti registrate negli ultimi 5 anni, ci hanno obbligato a farci promotori di una doverosa azione legale nei confronti dello Stato stesso» - afferma Valentina Borgogni, Presidente dell’Associazione che porta il nome di suo fratello, quest’ultimo rimasto ucciso nel 2005 a causa di una infrazione commessa da parte di un soggetto alla guida in completo stato di ebbrezza.
L’atto si focalizza sul tentativo di indurre i giuristi ad attuare un regime normativo idoneo per combattere quella che è stata definita l’“emergenza sociale” dei morti su strada. L’obsolescenza della norma viene ravvisata anche nell’accertamento della fattispecie di illecito penale (omicidio e lesioni colpose), allo stato attuale ancorato ad una base psicologica meramente colposa. E soprattutto basato su di una scarsa, e comunqueinefficace azione preventiva.
In conclusione insufficienza ed inappropriatezza normativa, “insicurezza stradale”, inerzia dei giuristi sia a livello repressivo che preventivo, assenza di risposte. Queste le motivazioni riscontrabili nell’atto, attraverso cui viene richiamato lo Stato alle proprie responsabilità, e viene altresì riconosciuta dall’Ente una violazione delle leggi costituzionali. E' proprio la conseguenza di tale "inoperatività" che non è fine a se stessa, ma comporta violazioni del dettato costituzionale conferendo rilevanza penale alla questione.
E’ violato l’art. 2 l’inerzia dello Stato “non garantisce i diritti inviolabili dell’uomo”.
E’ violato l’art. 3 in che modo lo Stato “rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…” Una giovane vita, un padre, una madre falciati sulla strada, sono cittadini a cui lo Stato ha negato tale tutela…
E’ violato l’art. 32 comma I della Costituzione che recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
In primo luogo, il diritto alla salute è tutelato come diritto alla propria integrità psico-fisica, con ciò designandosi un autentico diritto soggettivo a che alcuno ponga in essere comportamenti idonei a ledere tale integrità. Come sostenuto dalla dottrina, e come peraltro ricavabile direttamente dalla norma, di tale diritto soggettivo è già titolare la persona, senza che vi sia necessità di un intervento ulteriore del legislatore.
da nove.firenze.it