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Rassegna stampa alcol e guida del 25 maggio 2005

RASSEGNA STAMPA "ALCOL E GUIDA"

Note a cura di Alessandro Sbarbada
Servitore-insegnante in un Club degli Alcolisti in trattamento a Mantova.


IL GAZZETTINO (Padova)
MONTEGROTTO L’appuntamento sportivo di domenica "Un goccio e via" sta scatenando polemiche a non finire
«La marcia, un invito all’alcolismo»
Il medico Schiavon: «Bere vino a stomaco vuoto è pericoloso». L’organizzatore: «Una goliardata»

Rischia di partire con il piede sbagliato "Un goccio e via", la manifestazione sportiva non competitiva "ad alto contenuto etico ed etilico" sponsorizzata dal Comune di Montegrotto. L’iniziativa, nuova per le terme, si rifà alla gara che da sei anni si svolge a Palermo, allo stadio Delle Palme, nel mese di ottobre. Tre percorsi (rispettivamente di 4, 8 e 10 chilometri) durante i quali i partecipanti saranno obbligati a bere, a conclusione di ogni chilometro, un bicchiere di vino.
A nobilitare la manifestazione c’è la promessa di devolvere l’intero ricavato all’Admo (Associazione donatori midollo osseo). Una manifestazione goliardica, hanno spiegato gli organizzatori, ma che non ha tardato a registrare critiche e lamentele. Se per l’Acat (Associazione club alcolisti in trattamento) l’iniziativa è un insulto a tutte quelle famiglie che ogni giorno vivono i drammi dell’alcolismo, a mettere in guardia i partecipanti sono soprattutto i medici dello sport. «L’alcol a stomaco vuoto entra rapidamente in circolo - ha spiegato il dottor Maurizio Schiavon, dell’Unità operativa della Medicina dello Sport e delle attività motorie dell’Usl 16 - e si diffonde nel sangue ancora prima se si fa attività fisica. Tenendo conto dell’ottundimento dei riflessi e della perdita di lucidità che il vino provoca, praticare sport in queste condizioni potrebbe essere pericoloso. Sinceramente la trovo un’iniziativa poco educativa».
Per Roberto Russi, organizzatore e responsabile dell’agenzia di comunicazione Media Press, la manifestazione vuole essere un appuntamento goliardico: «Qualcuno ha frainteso lo spirito dell’iniziativa e così "un goccio e via" sembra essere diventato "un litro e via"».
Per l’organizzatore non si tratterebbe infatti di bere litri e litri di vino ma di mandar giù, a conclusione di ogni chilometro, poco più di due dita di vino. Un quantitativo dunque che, per l’organizzatore, non nuocerà minimamente ai partecipanti. Ad ogni tappa saranno inoltre offerti "spuncioni" e stuzzichini in grado di riempire un po’ lo stomaco degli "eno-atleti".
«A Palermo la manifestazione viene effettuata da sei anni - ha spiegato Russi - e ogni anno sono presenti anche le telecamere di Rai Due. (*) Sarebbe bello se potesse diventare anche a Montegrotto un appuntamento annuale». Ma se questi sono i prodromi di certo la manifestazione dovrà faticare non poco per affermarsi.
Riccardo Bastianello
 
(*) Nota: considerato l’impegno della Rai nella promozione del vino con trasmissioni spesso discutibili, la sua presenza non è certo una garanzia di serietà.
In questa gara “enopodistica”, gara quindi (anche) di bevute (in contrasto con l’articolo 690 del Codice Penale?), fanno bere fino a dieci bicchieri pieni di vino, in poco tempo e sotto sforzo fisico: nessun medico al mondo, per quanto bevitore o amico di produttori, si sognerebbe mai di suggerire un tale comportamento, certamente dannoso ed incosciente.
Per non parlare del messaggio culturale che filtra da un’iniziativa di questo genere, dove sport e divertimento vengono associati all’alcol.
Credo che chi è sensibile ai problemi alcolcorrelati faccia bene a denunciare pubblicamente adesso tutto il suo sdegno, attaccando questa manifestazione, proprio per evitare che diventi un appuntamento annuale, come vorrebbero gli organizzatori.
La sponsorizzazione da parte dei servizi sociali del comune si commenta da sola, e non si può non condividere quanto affermato nell’articolo successivo dall’ex sindaco del paese.
A mio parere anche i locali responsabili dell’ADMO dovrebbero riflettere se è dignitoso accettare soldi ricavati da manifestazioni di questo tipo.

IL GAZZETTINO (Padova)
MONTEGROTTO. L’EX SINDACO CHIEDE ANCHE LE DIMISSIONI DI TASINATO
Cognolato, «Una manifestazione diseducativa».
(ri.ba.) Come prevedibile buona parte della polemica che in questi giorni ruota attorno alla manifestazione eno-sportiva "Un goccio e via" si sono trasferite all’interno dei vari schieramenti politici. L’ex-sindaco Elvio Cognolato prendere le distanze da una manifestazione che lui stesso definisce diseducativa ed irrispettosa nei confronti di tutte quelle famiglie che ogni giorno vivono il dramma dell’alcolismo.
«Può essere un momento goliardico - ha spiegato - ma non si capisce allora perché sia stato organizzato dall’assessore ai Servizi sociali Omar Tasinato. Non gli è bastato disonorare la sua città facendosi ritirare la patente per guida in stato di ebbrezza?».
Un interevento che si conclude con la richiesta delle dimissioni di Tapinato.
«L’attacco di Cognolato - risponde il vicesindaco Massimo Bordin - non è un attacco politico ma personale. Questo fa comprendere la mancanza di contenuti di un’opposizione che è costretta a scendere sul privato per muovere qualche critica. Non solo, essendo Cognolato un medico mi sarei aspettato almeno un maggiore rispetto e una maggiore etica professionale nel trattare la questione».
Per il vicesindaco sarebbero dunque del tutto immotivate le critiche e il falso perbenismo di chi si stupisce tanto per una manifestazione che in sostanza resta goliardica. «Il vino non è una droga - conclude Bordin - e noi tutti abitiamo in una zona collinare dove da sempre si produce e si consuma. Le polemiche di questi giorni sono sterili e inconcludenti».(*)
 
(*) Nota: il vino è composto per oltre il novantanove per cento da acqua e da alcol, e l’alcol è una droga, dagli effetti tossici e cancerogeni.
Una droga dal punto di vista neurobiologico tra le più pesanti, dal punto di vista sociale senza dubbio la droga che in Italia comporta più sofferenza (prima causa di morte per i giovani, causa la metà degli incidenti stradali, milioni di persone coinvolte nel dramma dell’alcolismo, eccetera).
Se il vice sindaco non lo sa, che si informi: queste sono cose che chi ha responsabilità amministrative è bene che conosca.
A proposito di “polemiche sterili”, il vino tra le altre cose diminuisce la potenza sessuale, e può causare sterilità.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Lecce)
Secondo un’indagine condotta dal Laboratorio permanente, un terzo degli studenti salentini ignora i rischi legati al consumo di bevande ad alto tasso etilico
Alcool, un feroce nemico dei giovani.
l 72,9 per cento degli intervistati si è avvicinato al bicchiere prima dei 16 anni
Un terzo dei giovani salentini ignora i rischi legati al consumo di alcolici. E’ quanto emerge dall’indagine sulla diffusione dell’alcool tra gli studenti della Provincia di Lecce, condotta dal sociologo Angelo Donno in collaborazione con la pedagogista Mimì Fersini. La ricerca è stata promossa dal Laboratorio permanente per i giovani, organismo interistituzionale di Palazzo dei Celestini. Alla presentazione della ricerca, svoltasi ieri pomeriggio nella sala consiliare della Provincia, sono intervenuti Salvatore Capone, assessore provinciale alle Politiche sociali, Serenella Molendini, direttrice scientifica del Laboratorio, Giovanni Invitto, docente universitario, Vincenzo Monittola del Centro di orientamento regionale e il dottor Donno. Otto gli istituti di istruzione superiore coinvolti, selezionati per collocazione territoriale e tipologia di studi: il liceo scientifico «De Giorgi» e il liceo artistico statale di Lecce, il liceo ginnasio «Capece» di Maglie, il liceo scientifico «Vanini» di Casarano, l’istituto tecnico commerciale e per geometri «Vanoni» di Nardò, l’istituto nautico «Vespucci» di Gallipoli, l’istituto professionale di Santa Cesarea Terme e l’istituto professionale per i servizi sociali di Galatina. Per ognuno degli istituti scolastici sono state scelte una prima, una terza ed una quinta classe, in maniera da coprire tutte le fasce d’età. I questionari somministrati sono stati 462, di cui 199 ai ragazzi pari al 43,1 per cento e 263 alle ragazze pari al 56,9. Le età degli studenti comprendono una fascia che va dai 14 ai 21 anni, con una media ponderata corrispondente ad anni 16,3. Dai dati si evince che il 53,6 per cento del campione dimostra di essere ben informato riguardo all’uso di alcool, affermando che esso è molto più diffuso rispetto al consumo di altre droghe. Il 35,6, invece, ignora l’ampiezza e la portata del fenomeno (l’8,8 non sa se è più diffuso l’alcool o le altre sostanze). Il consumo di bevande procura dipendenza nel 14,6 per cento dei casi, mentre l’80,9 per cento degli studenti dice che ciò avviene soltanto «se si esagera». Il fatto che una percentuale così alta ritenga che l’alcool procuri dipendenza solo «se si esagera», dimostra che tra gli adolescenti vi è una diffusa sottovalutazione delle insidie legate al consumo di bevande. C’è inoltre la difficoltà di riuscire a porre un giusto confine tra bere moderato e bere problematico, affidandosi spesso con troppa superficialità ad una capacità di autocontrollo e di discernimento che non è sempre presente in età adolescenziale ed in certi contesti, quali gruppi di amici, bar e discoteche. Una disinformazione maggiore emerge dalla domanda relativa agli organi che l’alcool danneggerebbe. Il fegato viene indicato dal 45,3 per cento, come l’apparato più interessato dagli effetti nocivi, mentre gli altri organi (reni, cuore e cervello) sono ritenuti, a torto, meno soggetti ai danni legati all’alcol. Analizzando le abitudini di consumo, si può notare come la bevanda più consumata in famiglia sia il vino (62,2), seguito dalla birra (19,7). Solo il 2,2 per cento dei ragazzi indica i superalcolici. Il 15,9 per cento, invece, non consuma bevande alcoliche. Fra i 14 e i 15 anni è il periodo di primo contatto con gli alcolici: il dato è segnalato da un terzo del campione. Considerando, però, solo quelli che hanno dichiarato di bere, il 72,9 per cento ha avuto il primo contatto in età inferiore ai 16 anni. Si conferma quindi la forbice 14-16 anni come il periodo più delicato per tale patologia che, peraltro, è l’età di primo contatto con le sostanze stupefacenti non legali. Il contesto familiare incide poco, mentre molto più elevato è il valore relativo al gruppo di amici. Una cosa da mettere in evidenza nella comparazione fra i sessi è che la totalità dell’1,3 per cento della voce «con il mio ragazzo/a» appartiene al campione femminile. Preoccupante è anche la percentuale del 4,6 per cento riferita alla voce «da solo» che, se da un punto di vista numerico ha un valore limitato a poche unità, assume tuttavia un significato decisamente forte. Alcuni comportamenti sono spesso legati al tipo di attività lavorativa che si svolge e alle persone con le quali si vive. Il 48,8 per cento trascorre il tempo libero in giro con gli amici, il 17,5 con la propria ragazza, il 15,9 in famiglia, il 6,9 in gruppi organizzati, il 3,6 al bar o nella sala da gioco. La bassa percentuale del consumo di alcolici in famiglia passa al 27,6 per cento nei bar o nei pub, fino ad arrivare al 51,4 per cento in discoteca. Rimane molto elevata la percentuale di coloro che consumano birra (46,9). Anche durante le gite scolastiche, la birra è la bevanda più consumata (26,8), seguita dai superalcolici (15,5) e dal vino (6,1). Il 18,1 per cento di coloro che fanno uso di alcool ha vissuto situazioni di litigi occasionali o continui con il proprio partner e l’1,3 per cento attribuisce all’alcool la fine del rapporto. In questo caso non vi sono grandi differenze tra i sessi, è lievemente l’incidenza da parte dei maschi nel determinare la percentuale di coloro che lo ritengono causa della fine del rapporto. A parte gli effetti psicologici, l’abuso di bevande provoca nausea o dolori allo stomaco nel 37,3 per cento. Qualcuno ha anche avuto dei problemi nel parlare o nel camminare (40). Il 2,9 per cento dichiara di aver avuto un’esperienza di ricovero in ospedale. Dai dati si evince che nel nostro territorio siamo davvero lontani dall’ampiezza media del nucleo familiare delle famiglie su scala nazionale. A fronte dei risultati nazionali che indicano un’ampiezza media di 2,6 unità e quella relativa al sud Italia di 2,9 unità, il campione analizzato presenta una media di 4,3 unità (probabilmente dovuta a realtà familiari allargate con i nonni, considerati ancora parte integrante del nucleo familiare). Decisamente più vicini alle medie nazionali per quanto riguarda la percentuale dei divorzi e separazioni che ammontano al 5,2 per cento contro il locale 5,8 per cento. Dall’indagine emerge che l’infanzia è ricordata come un periodo «felice» della propria vita dal 77,2 per cento del campione. In questo dato i ragazzi incidono per l’80,4 per cento e le ragazze per il 74,3 per cento, le quali hanno invece un ricordo che si avvicina più al concetto di «accettabilità» (22,7), rispetto ai ragazzi (17,6). Da tenere in considerazione la percentuale, sia pur bassa, di coloro che definiscono «infelice» la loro infanzia (2,2 per cento, determinato all’80 per cento dalle femmine). Il valore più alto alla voce «infelice» viene proprio da coloro che hanno dichiarato di avere il padre analfabeta, perché la valutazione complessiva della propria infanzia non può essere disgiunta dal rapporto avuto con i genitori. Davide Stasi.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (Lecce)
Intervengono Capone, Molendini e Donno
«I nostri ragazzi sono vittime occorre maggiore tutela».
La dipendenza dall’alcool resta la più comune. «Nella tendenza al consumo di bevande tra i giovani vi sono, a volte, chiari legami fra l’abuso di alcool, tabacco e droghe illegali che mettono a serio repentaglio la salute e il benessere pubblico - dice Salvatore Capone, assessore alle Politiche sociali. In questo contesto, purtroppo non vi è ancora posto alcun freno che possa limitare l’abuso di tali sostanze». L’assenza di misure restrittive che possano regolare il fenomeno induce spesso molti giovani ad essere vittime di dipendenze patologiche, in cui gli adolescenti sembrano essere i più vulnerabili. «Le politiche di salute pubblica relative al rapporto tra ragazzi e bevande alcoliche - continua Capone - necessitano di azioni concrete ed essere formulate nell’interesse di una più efficace protezione a sostegno dei più colpiti. Lo sviluppo di queste auspicabili iniziative deve passare anche attraverso un’attività informativa, a cui possono adempiere anche le istituzioni locali. La Provincia di Lecce, attraverso il Laboratorio permanente per i giovani, consente alla nostra comunità di comprendere problemi ed effetti correlati che comporta l’abuso di alcool in ambienti quali gli istituti scolastici, i posti di lavoro, le organizzazioni giovanili e le comunità locali». «La salvaguardia della salute, specie tra la popolazione giovanile, - spiega Serenella Molendini, direttrice scientifica del Laboratorio - si realizza principalmente attraverso interventi di protezione che siano in grado di modificare comportamenti a rischio, di sradicare stereotipi e false rappresentazioni della realtà, di favorire la formazione di atteggiamenti e attitudini capaci di permettere agli adolescenti di affrontare con successo i principali compiti del loro sviluppo psico-sociale». Il comitato scientifico del Laboratorio ha affidato al dottor Angelo Donno la ricerca «Giovani e alcool» per offrire un ulteriore strumento di riflessione e conoscenza della realtà giovanile del nostro territorio alle famiglie, agli operatori educativi e sanitari ed ai politici, perché possano intervenire con appropriati strumenti operativi ed attivare strategie di prevenzione efficaci. «La dipendenza da alcool - conclude Molendini - resta la più comune delle dipendenze da sostanze e, nello stesso tempo, una delle più gravi in quanto accompagnata non solo da un danno alla persona, ma anche alle persone che sono vicine a chi fa abuso di bevande». «Bar, pub e discoteche - sottolinea Donno - sembrerebbero costituire i luoghi di aggregazione giovanile nei quali si trascorre la maggior parte del tempo libero e nei quali è più elevato l’uso di alcolici, anche in virtù della funzione fortemente socializzante che tali sostanze assumono. Si deduce che la funzione educativa della famiglia e della scuola deve essere coadiuvata anche da strutture esterne, perché è proprio fuori dalle realtà educative che i giovani sperimentano modalità di aggregazione con i pari ed intraprendono percorsi di crescita che richiederebbero la presenza di figure adulte capaci di aiutarli ad affrontare i principali compiti legati allo sviluppo della personalità». d.s.
BRESCIA OGGI
LODRINO. Tanti incidenti legati all’ubriachezza: serve più responsabilità
Abuso di alcool: una serata a tema.
Le statistiche sono assolutamente sconcertanti. I numeri relativi alle morti per incidenti stradali accertano che le morti per abuso di sostanze alcoliche sono di gran lunga maggiori di quelle dovute al consumo di sostanze stupefacenti. Ed ancora le notizie sui giornali parlano ogni fine settimana di morti e feriti in incidenti stradali spesso causati da un improprio utilizzo delle bevande alcoliche.
Una piaga da sconfiggere ad ogni costo. Per informare tutta la comunità riguardo al problema esistente, il consigliere delegato ai Servizi Sociali del Comune di Lodrino Iside Bettinsoli, in collaborazione con la Comunità Montana di Valle Trompia, organizza per lunedì 30 maggio alle ore 20 presso il cinema parrocchiale una serata dal tema «Uso e abuso di sostanze alcoliche».
L’incontro sarà introdotto dal dottor Ruggero Rizzini che ne illustrerà gli aspetti sanitari, a seguire le testimonianze dei membri dell’Associazione Alcolisti Anonimi, ed infine l’intervento del Parroco don Claudio Ballerini che ne evidenzierà gli aspetti spirituali.
L’invito alla serata è rivolto a tutti i cittadini ed ai giovani in modo particolare, che molto spesso sono le vittime degli incidenti stradali e coloro che, abbastanza frequentemente, abusano delle bevande alcoliche mettendo poi a repentaglio non solo la loro vita, ma anche quella degli altri. e.bert.
CORRIERE ADRIATICO
Abuso di alcol e droghe, per la prevenzione l’Asur si affida alla Pars
“Alza la testa e non il gomito” .
CIVITANOVA - “Alza la testa e... non il gomito”, è progetto il cui promotore è il Sert dell’Asur Zt8 che ha pensato a un intervento "ambizioso e urgente": un progetto di prevenzione che agisce direttamente sul territorio della riviera, rivolto al disagio e ai comportamenti a rischio dei giovani. Come esecutore è stata individuata la cooperativa sociale Pars Pio Carosi, la quale opera da anni nel campo della prevenzione e dell’educazione dei giovani.
Il progetto si rivolge a tutti gli adolescenti che frequentano spazi di aggregazione quali discoteche, pub, feste e lungomare della riviera per informare riguardo i vari rischi inerenti la salute di ognuno: uso di droghe, abuso di alcol, devianza, guida in stato d’ebbrezza e altro ancora. Per concretizzare tale progetto è stata costituita l’Unità mobile territoriale che da alcuni anni sta esercitando l’importante "missione" di entrare in contatto con i giovani. Formata da "operatori di strada" con varie competente professionali, disponibili al confronto coi giovani, l’Umt ha l’obiettivo di approfondire, elaborare e restituire, educando i fenomeni disfunzionali presenti nel territorio. La strategia degli operatori sarà quella di dare informazioni, invitare all’introspezione, prevenire comportamenti pericolosi. Lo stand dell’Umt sarà realizzato in convenzione con i proprietari delle discoteche, organizzatori di eventi ed enti territoriali sanitari. Si offre la possibilità di effettuare un test dell’etilometro e le risorse psicomotorie di chi deve guidare, dissuadendo la guida a chi non risponde positivamente ai test effettuati.

BASILICANET Minori:
preoccupazioni dei genitori, in cima c’e’ la scuola.

Quasi la metà dei genitori di figli minori di 14 anni (49%) ha in cima alle proprie preoccupazioni i risultati scolastici scarsi. Subito dopo vengono le molestie e le violenze (40), droga ed alcool (35), dipendenza da televisione e videogiochi (24), frequentazione da cattive compagnie (19). E’ quanto risulta da un sondaggio che Ispo ha realizzato lo scorso febbraio intervistando un campione rappresentativo di 101 famiglie.
LA PROVINCIA DI CREMONA
Festival canzone studentesca.
di Angelo Lorenzetti.
Tutto pronto per il via, in programma stasera alle 21 al PalaBertoni, alla terza edizione del festival della canzone studentesca. Si confronteranno ben ventidue gruppi in rappresentanza di tutte le scuole superiori di Crema e dell’Università: si esibiranno gruppi di danza moderna, grifferanno la kermesse in veste di ospiti i vincitori della passata edizione (i ’Fade’) ed il gruppo estemporaneo Miky and the Mouse, composto da Michela Grossi, voce; Maurizio Dell’Olio, basso; Sergio Dell’Olio, batteria e percussioni; Giancarlo Dossena, batteria; Davide Pariscenti, tastiere; Bruno Comanduli, chitarra; Carlo Dossena, saxofono. Le serate di oggi e domani saranno dedicate alle semifinali; sabato, sempre dalle 21, si suonerà e canterà per il podio. L’organizzazione è curata da OpenCoop e dall’Istituto Professionale ’Sraffa’ di Crema, che si avvalgono della collaborazione della Consulta Giovani ed Orientagiovani del Comune di Crema, oltre che dall’Asl. La manifestazione rientra nel progetto ’Altrove’. Nel contesto dell’iniziativa troveranno spazio anche momenti di sensibilizzazione sull’uso corretto e consapevole dell’alcol. Domani sera interverrà il servizio di alcologia di Rivolta d’Adda.
IL MESSAGGERO (Marche)
Di moda l’etilometro in discoteca In un week-end fatti 120 test.
PORTO POTENZA - Lo scorso week end, i giovani aficionados del Babaloo hanno trovato all’ingresso del locale una presenza inconsueta. Uno stand con gente che li fermava per scambiare quattro chiacchiere e intanto dava loro informazioni sulle insidie palesi e nascoste del sabato sera. Quando poi stavano per rimettersi in auto, ecco che le stesse persone proponevano un test con l’etilometro e mettevano in guardia dai rischi di una guida ... "spiritosa". Ha esordito così "Alza la testa e non il gomito", il progetto di prevenzione che l’Asl 8 ha affidato alla cooperativa onlus Pars "Pio Carosi". Tutti i fine settimana, i cosiddetti "operatori di strada" si sistemeranno nei principali locali di ritrovo della costa maceratese, d’intesa con i proprietari di pub e discoteche, per abbassare la febbre del sabato sera. L’esordio al Babaloo ha riscosso molta curiosità: alla fine i test alcolici erano stati 120, diversi dei quali, manco a dirlo, positivi. I prossimi week end l’intervento si allargherà anche al Lola e poi al lungomare di Civitanova.
ASAPS
Fabro, pirata della strada investe una moto e scappa. Inseguito dai Carabinieri, si schianta contro un muro e finisce in ospedale. Era ubriaco.
ASAPS) FABRO – La scusa principale dei pirati della strada, quando vengono presi, è quella della paura: dicono di essere fuggiti, perché terrorizzati dalle conseguenze dei propri errori. Sarà anche vero, ma l’ultimo pirata della strada, quello acciuffato dai Carabinieri di Fabro, è scappato anche dopo, quando i militari lo hanno intercettato. Pochi minuti prima aveva falciato un motociclista, e poi era fuggito. All’alt degli uomini dell’Arma, ubriaco fradicio, è scappato ancora, e con la gazzella alle calcagna è finito contro un muro con la propria auto, fratturandosi il bacino.
Ora si trova agli arresti, piantonato dalla Polizia Penitenziaria in carcere. Si tratta di un cittadino rumeno di 31 anni, che alla guida di una Golf aveva puntato frontalmente un gruppo di motociclisti, centrando la moto di un 28enne toscano. Gli amici del centauro ferito hanno subito allertato i carabinieri, che dopo pochi secondi intercettavano il pirata della strada, catturandolo. Ironia della sorte, mentre il motociclista se la caverà con pochi giorni, il rumeno che lo ha investito è ferito gravemente, e dovrà essere sottoposto ad una serie di delicati interventi chirurgici al bacino, polverizzato nell’impatto. Dovrà rispondere di omissione di soccorso a seguito di incidente stradale, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza.
ORVIETO SI’
Questa la sentenza emessa ieri mattina dal giudice Gianluca Forlani al termine del processo per direttissima a carico di Bucur Toma Emilian, il cittadino rumeno di 31 anni, incensurato, arrestato domenica scorso per lesioni e omissioni di soccorso…
Fabro, pirata della strada condannato a 4 mesi.
FABRO – Quattro mesi con la sospensione condizionale della pena. Questa la sentenza emessa ieri mattina dal giudice Gianluca Forlani al termine del processo per direttissima a carico di Bucur Toma Emilian, il cittadino rumeno di 31 anni, incensurato, arrestato domenica scorso per lesioni e omissioni di soccorso. L’uomo, ubriaco, aveva investito un motociclista – che non aveva fortunatamente riportato gravi conseguenze - nei pressi del sottopasso ferroviario di Fabro scalo per darsi poi alla fuga. Inseguito dai carabinieri, era finito con la propria Golf contro un muro.
L’UNIONE SARDA
Ubriaco alla guida, denunciato.
Aveva bevuto più del dovuto e senza preoccuparsi si messo alla guida della sua Opel Astra. Ha scorrazzato per le vie della periferia cittadina, andando a sbattere da una parte all’altra. Sbandava e non rispettava né stop né semafori. E quando è passato in via Palmas è finito contro una macchina parcheggiata sul ciglio della strada. L’ha centrata in pieno e il proprietario è stato svegliato dal rumore. Si è messo subito al volante e ha inseguito l’auto pirata. Gli è rimasto dietro tra le vie del quartiere di Su Brugu e nel frattempo ha chiamato anche la polizia. Una pattuglia della Squadra volante della Questura di Oristano si è messa subito sulle tracce dell’auto impazzita. L’ha cercata per tutta la zona, ma nel frattempo il proprietario dell’auto danneggiata ha continuato a stargli alle calcagne. L’ubriaco però non ne voleva sentire di fermarsi, continuava a correre, a sbandare e a passare col rosso. Da qualche parte è salito sul marciapiede e altrove, a quanto pare, avrebbe urtato contro alcune auto in sosta. I clacson dell’automobilista che lo inseguiva e i lampeggianti della polizia comunque non lo hanno scoraggiato. Cotto dall’alcol ha proseguito il suo viaggio da brivido tra le strade della città addormentata. Alla fine la pattuglia della Volante è riuscita a rintracciarlo. Lo ha individuato in via Firenze e con l’aiuto dell’automobilista è riuscita a sbarrargli la strada. Gli agenti della Polizia stradale lo hanno sottoposto al test dell’etilometro: il quarantacinquenne aveva alzato il gomito più del dovuto. (*) Nei suoi confronti a quel punto è scattata una denuncia per guida in stato di ebbrezza e gli agenti gli hanno anche sequestrato la patente. Ora dovrà ripagare la carrozzeria della macchina che ha centrato in via Palmas e risarcire i danni che ha fatto durante la corsa folle nella zona di Su Brugu. (n .p.)
 
(*) Nota: l’espressione “bere più del dovuto” rappresenta bene la contraddizione di una cultura che convince le persone che devono bere senza spiegar loro quando non devono bere.
IL GAZZETTINO (Venezia)
ESPOSTO AL SINDACO
Gli esercenti: «Troppa illegalità tra piazzale Roma e lista di Spagna».
Alcolisti russi e polacchi, bande di uomini molesti o violenti, finti raccoglitori di fondi solidaristici, commercianti abusivi. E poi accattoni, suonatori improbabili e gli immancabili scatolettisti. C’è di tutto e di più, tra piazzale Roma, ponte degli Scalzi e Lista di Spagna. Un’umanità varia e illegale, che mette a repentaglio l’attività di chi lavora in maniera regolare. A denunciarlo una settantina di esercenti della zona, che hanno inviato un esposto al sindaco, al prefetto e al questore e per conoscenza alle forze dell’ordine dell’ordine chiedendo di intervenire «per ristabilire uno stato di diritto anche per strada».
Nel documento gli operatori sottolineano di essere in seria difficoltà «a causa di numerose situazioni al limite della legalità che vengono esercitate nella zona», temendo rappresaglie. A spingerli a presentare l’esposto, spiegano, sono stati proprio agenti e funzionari di polizia, «per far sì che la zona in oggetto venga messa nei loro giri di servizio quotidiani».
L’elenco degli ospiti «indesiderati» è lungo, variegato e punteggiato da descrizioni meticolose, segno evidente di una consocenza approfondita, conseguente al rapporto quotidiano, con soggetti e rispettivi luoghi d’azione. La banda di alcolisti russi o polacchi, «che con la loro presenza intimoriscono gli avventori», si rintana ad esempio nella chiesa di San Simeon Piccolo, nella veranda dei gondolieri. I giardini di Papadopoli sono il regno di «bande di uomini violenti se sobri e molesti se ubriachi», che tolgono uno spazio gradevole a bambini e giovani. Quindi, in Fondamenta San Simeon Piccolo, ecco i «sedicenti venditori di cartoline per la raccolta di fondi in beneficenza», «bande di signori del Nord» che adescano ragazze e signore. Dal rio delle Brucelle a tutta la fondamenta di rio Novo risuonano le note stonate dei suonatori, «impresentabili e poco capaci, in duo come in trio, che suonando fanno anche accattonaggio» e spesso fanno il paio con «orde di accattoni», che invadono la zona con postazioni fisse e mobili «simulando infermità che non hanno». Quindi gli immancabili commercianti di borse africani e venditori di occhiali da sole ai piedi del ponte degli Scalzi, venditori abusivi di rose e fiori che spuntano dalla stazione, bande di scatolettisti costituite da cinque o sei finti giocatori che imbambolano i turisti sul ponte degli Scalzi.
«Consigliamo di affidare il controllo della zona a pattuglie di agenti - suggeriscono i firmatari -, che riescano a prevenire più che arginare i vari fenomeni: la presenza fisica e continua di un agente è un grande deterrente per l’azione criminosa».
IL GAZZETTINO (Padova)
Boscaro e gli altri esercenti sulle proibizioni del Comune. Martello: «Se si vuole rivitalizzare il centro serve più tolleranza, anche dei cittadini»
«Spritz: colpite i bar che sgarrano, non tutti».
Miotti: «Appena finiranno i lavori della piazza toglierò i tavoli dal portico». Penazzo: «Nell’incontro di oggi troveremo una soluzione»
Piove di Sacco
Niente musica che si senta all’esterno dei bar e spirito di collaborazione per risolvere il problema, dicono gli esercenti a Piove di Sacco.
Stasera si tiene l’incontro tra i baristi del centro storico, il sindaco Mario Crosta, gli assessori Alessandro Maritan e Marco Ranzato. Incontro organizzato dall’onorevole Filippo Ascierto per cercare di trovare un punto d’incontro circa la nuova disciplina con regole restrittive emanata dalla giunta sul problema degli spritz in piazza. Spritz fonti, secondo gli amministratori di palazzo Jappelli, di rumore e di disagio per i cittadini. Cosa si aspettano i baristi da questo incontro? Quali saranno le proposte che faranno per cercare di attenuare il clima di tensione che si è instaurato con l’amministrazione comunale?
«Dall’incontro di stasera – esordisce Alberto Miotti, del bar Agli Artisti, quello in sostanza di più sul mirino dell’amministrazione - mi aspetto un progetto di collaborazione e di trovare un punto di incontro. Ho fatto presente al sindaco che il problema del mio bar è costituito dai lavori sulla piazza davanti al municipio. Quando sarà agibile io tolgo subito i tavolini sotto il portico, così i miei clienti possono tranquillamente sostare sulla piazza e non ingombrare il passaggio della gente. Sono quello che può avere più plateatico rispetto alla superficie interna del mio locale, quindi potrò far sedere tutti i i miei clienti. Per quanto riguarda la musica esterna da tempo l’ho tolta o la tengo al minimo. Da parte mia quindi c’è tutta la collaborazione per risolvere il problema».
Anche Giuseppe Boscaro del Bar Pavoniè d’accordo che la musica può dare fastidio ai residenti in centro storico: «Se devo spegnerla alle 23,30 nemmeno la accendo - spiega Boscaro - Secondo me, comunque, si sta facendo di tutta l’erba un fascio. Se c’è qualcuno che sgarra si deve colpire quello, non accomunare tutti gli esercenti. Circa il controllo sulle bevande alcoliche che vendiamo, ricordo che basta una birra o un bicchiere di vino per risultare positivi all’etilometro, allora noi baristi come dobbiamo comportarci? (*) Sono convinto comunque che tutto questo si decanterà quando verrà istituita l’isola pedonale, per la quale mi sono già offerto di organizzare la serata di apertura con musica e dj. Basta che il comune si decida ad approvare il calendario. In commissione attività produttive, della quale faccio parte come consigliere comunale di minoranza, abbiamo già approvato sia il calendario che i confini dell’isola pedonale».
«Ragionando tutti assieme - afferma laconicamente Diego Penazzo del Cafè Noir,di fronte al duomo - cercheremo di trovare una soluzione che tenga conto delle nostre esigenze e di quelle degli amministratori comunali».
Il problema della gente che sosta davanti al suo locale ce l’ha anche Alessandro Martello del Bar Italia: «È difficile impedire ai clienti di sostare sul marciapiede, anche in questa occasione ci vuole sempre la solita dose di buon senso da parte di tutti. Se si vuole rivitalizzare il centro, come spesso ci chiede il Comune, credo che tutti dobbiamo essere un po’ tolleranti, compresi i residenti».
 
(*) Nota: come dimostrano queste affermazioni per avere la licenza per gestire un bar non è richiesta nessuna competenza sugli effetti dell’alcol.
LA SICILIA
Ordinanza del sindaco per limitare l’uso dell’alcol durante la notte
«Niente birra dopo l’una e niente bottiglie di vetro.
Alla vigilia della stagione estiva si prendono i primi provvedimenti preventivi affinchè la stagione del divertimento non si trasformi in quella del dramma. Ogni estate, purtroppo, la cronaca fa registrare episodi di nera che nulla avrebbero a che spartire con la voglia di vivere. Spesso il peggio accade a causa dell’esagerazione nell’uso di alcolici. Così, anche quest’anno, in città è stato preso un provvedimento che mira a limitare l’uso, ed eliminare l’abuso, di alcol.
«Niente alcolici dopo l’una di notte, niente bevande in bottiglia, niente sostanze alcoliche ai minorenni».
Si inizia così la decisione del sindaco che ha emesso una ordinanza diretta agli esercizi pubblici di San Leone, per tutta la durata dell’estate.
«A parziale modifica dell’ordinanza n. 256 del 21 dicembre 1999 - prosegue l’ordinanza del sindaco - gli esercizi pubblici di somministrazione di bevande e alimenti, tipologia A e B, ricadenti nelle zone balneari del territorio comunale, per il periodo compreso dal primo giugno al 30 settembre 2005, potranno rimanere aperti fino alle ore 5 del giorno successivo all’apertura. Dovranno però osservare delle regole: è fatto divieto assoluto negli stessi esercizi di vendere bevande in bottiglie di vetro in qualsiasi natura, di somministrare alcolici e superalcolici dopo l’una di notte, e di somministrare alcolici e superalcolici ai minori di 18 anni».
Identica ordinanza era stata emessa anche negli anni passati, purtroppo però ai controlli cui sono demandati i gestori non corrisponde un controllo delle forze dell’ordine nelle ore notturne se è vero che ogni mattina il lungomare di San Leone si sveglia pieno a tappeto di vetri di bottiglie. Insomma, l’ordinanza ha un senso se poi la si fa rispettare. Servirebbe quindi un minuzioso controllo per l’intera durata dell’apertura dei locali, diversamente equivale a prendersi in giro se si spera che la semplice ordinanza possa sortire effetti.
«L’infrazione di tali disposizioni - conclude il documento firmato dal sindaco - saranno punite ai sensi di legge. Le forze dell’ordine vigileranno perché tali regole vengano rispettate attentamente».
Dunque, anche l’ordinanza prevede questi controlli che fin qui però o non ci sono stati o sono stati molto soft oppure, ancora, si sono svolti solamente nelle prime ore della sera, quando ancora i giovani sono sobri e non hanno molta voglia di esagerare. Dopo, quando una birra tira l’altra e l’alcol fa perdere il senso della ragione, ecco che le strade si rivelano incontrollate, abbandonate a se stesse e tutto quello che di violento accade è una logica conseguenza di tutto questo.
IL GAZZETTINO (Padova)
L’OPINIONE
ALCOL: L’INFORMAZIONE CREA CONSAPEVOLEZZA
di GIUSEPPE IORI.
Il Ministero della Salute qualche giorno fa ha presentato una campagna per la prevenzione dell’alcol. A tal proposito la scorsa settimana ha avuto luogo nella nostra città una tavola rotonda, organizzata dal Comune in collaborazione con altri Enti, sempre in tema di uso e abuso di alcol, in particolare a livello giovanile, in relazione agli stili di vita riguardanti anche il tempo libero. In particolare gli esperti hanno evidenziato la piena negatività di una politica basata soprattutto sul terrorismo psicologico di uno o più choc violenti, che non servono a niente se non sono l’inizio di una politica di seria prevenzione a medio e lungo termine, che si fondi sugli atteggiamenti e sulla riflessione di come impostare e condurre la propria vita, a cominciare soprattutto dagli adulti e non solo dai giovani. Mi sembra che finalmente sia nell’ambito nazionale che locale si stia affrontando il problema in modo corretto.
MARKETPRESS. INFO
SÌ ALL’AGGIUNTA DI VITAMINE, MA NON A FRUTTA E VERDURA .
Il Parlamento è chiamato a pronunciarsi, in prima lettura della procedura di codecisione, in merito alla proposta di regolamento sull’aggiunta di vitamine e minerali e di talune altre sostanze agli alimenti che mira ad armonizzare le diverse norme esistenti negli Stati membri per permettere la libera circolazione delle derrate alimentari «fortificate». La proposta stila un elenco delle vitamine, dei minerali e di altre sostanze che sono approvati e l’etichetta indicherà ai consumatori quali nutrienti sono stati aggiunti agli alimenti. I loro tenori minimi e massimi saranno fissati sulla base di pareri scientifici. Adottando la relazione di Karin Scheele (Pse, At) la commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare approva la proposta dell’Esecutivo ma propone alla Plenaria 46 emendamenti volti principalmente a chiarirne le disposizioni. I deputati, infatti, non modificano nella sostanza l’allegato che elenca più di 100 vitamine e minerali che possono essere aggiunti agli elementi e lasciano integro il divieto di aggiunta di tale sostanze ai prodotti freschi non trattati come gli ortofrutticoli, le carni e i pesci, così come alle bevande contenenti un volume alcolico superiore all’1,2%. A quest’ultimo proposito, tuttavia, precisano che tale divieto si applica agli alimenti e non solo alle bevande. A giustificazione di tale proposta, i deputati forniscono l’esempio «insidioso» dell’aggiunta di alcol ai gelati, «che per di più sono venduti ai bambini». Altri divieti potranno essere introdotti, «nel caso sussista un rischio per la salute pubblica». Inoltre, introducono una deroga per i prodotti ai quali tradizionalmente si aggiungono tali sostanze, come il vino tonico britannico, a condizione che non siano fornite indicazioni nutrizionali o sulla salute e prevedendo dei limiti quantitativi. Analoga deroga è prevista per le sostanze utilizzate come marcatori chimici nelle bevande alcoliche al fine di poterne verificare l’autenticità. Contrariamente a quanto hanno fatto nel caso del regolamento sulle indicazioni nutrizionali, i deputati non hanno eliminato l’obbligo di etichettatura ma hanno introdotto talune precisazioni alla proposta della Commissione. Più in particolare, prevedono l’obbligo per il produttore di indicare la quantità da esso raccomandata per il consumo giornaliero e un’avvertenza a non superare tale dose. D’altra parte, alla Commissione è chiesto di fissare «rapidamente» le dosi giornaliere raccomandate per tutte le vitamine e i minerali considerati nell’allegato del regolamento. Background Vitamine e sostanze minerali possono essere aggiunte alle derrate alimentari per tre principali ragioni: per sostituire parte dei valori nutrizionali andati persi nel corso della fabbricazione o dello stoccaggio di un prodotto, come il ferro aggiunto alla farina; per somigliare maggiormente ai prodotti che i succedanei intendono sostituire, come le vitamine A e D aggiunte alle margarine per raggiungere tenori equivalenti a quelli del burro; per rafforzare o arricchire un alimento, come l’apporto di calcio supplementare in taluni succhi di frutta. Con il cambiamento delle abitudini alimentari non è raro il caso che queste aggiunte rappresentino una parte importante della dose giornaliera raccomandata per queste sostanze. Ad esempio, si stima che nei paesi in cui sono aggiunte le vitamine A e D nelle margarine, queste contribuiscono, rispettivamente, al 20% e al 30% delle dosi raccomandate. D’altra parte, se le vitamine e i minerali contribuiscono ad un’alimentazione sana, il loro consumo eccessivo può risultare nocivo. Troppa vitamina A, ad esempio, è sconsigliata alle donne incinte o alle persone che soffrono di una malattia del fegato.
LA SICILIA
Viticoltura un settore al collasso
Sta vivendo un momento molto critico il settore vitivinicola che per anni è stato uno dei pilastri dell’economia trapanese. .
«La vitivinicoltura della Sicilia occidentale è vicina al baratro - sottolinea l’avv. Giovanni Manzo, presidente dell’Unione provinciale di Trapani di Confcooperative e responsabile del comparto vitivinicolo - I trentamila soci delle cantine sociali della Sicilia occidentale, produttori di circa 7 milioni di quintali d’uva di vino, di fronte all’immobilismo delle istituzioni si pongono una serie di domande».
C’è la consapevolezza da parte delle Istituzioni della gravissima crisi che da tempo investe 35.000 aziende del settore? C’è la consapevolezza che sulla collettività della Sicilia occidentale avanza lo spettro della disoccupazione di non meno di 50.000 lavoratori? C’è la conoscenza che il vino corre su due binari? uno sul quale transita il 15 per cento dell’intera produzione regionale per il quale non esiste crisi ed è il vino imbottigliato e nella gran parte commercializzato dai non produttori; l’altro, sul quale transita la restante quantità dell’85 per cento che in gran parte è invenduta e costituisce, allo stato, il potenziale economico della numerosa schiera dei vitivinicoltori? I rappresentanti politici dubitano sempre che «i lamenti» dei vitivinicoltori sono frutto di «abitudini strumentali»? L’elenco delle domande continua. Sanno i rappresentanti politici che la vitivinicoltura della Sicilia occidentale è capace di produrre ricchezza per almeno trecento milioni di euro ed è il traino dell’intera economia del territorio?
Infine: Sanno i rappresentanti delle Istituzioni che se le cantine sociali non potranno avviare alla distillazione volontaria ed a quella probabile di crisi, così come per disposizione della Unione Europea non potranno affrontare l’imminente vendemmia 2005.
Queste sono le domande che si pongono oggi i 50.000 lavoratori vitivinicoli, i quali sulla scorta di quanto avviene nel resto del Paese, chiedono che le Istituzioni rimuovano immediatamente i facili ostacoli che oggi impediscono alle cantine sociali di avviare a distillazione quei quantitativi di vino che consentirebbero lo svuotamento dei vasi vinari per far posto al prodotto della imminente vendemmia 2005 - puntualizza l’avv. Manzo - Occorre che tutti che accorrano al capezzale del settore vitivinicolo, ognuno per la propria parte».
G. B.



Venerdì, 27 Maggio 2005
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