ANCI –ASSOCIAZIONE NAZIONALE COMUNI ITALIANI
Sicurezza stradale - Giustini (ISS): "Italia all'avanguardia nel combattere incidentistica, più attenzione al problema alcol"
BARI - “Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nella popolazione italiana al di sotto dei 40 anni. Nelle genesi di questi eventi il consumo di alcol e sostanze d’abuso riveste un ruolo determinante. Purtroppo le statistiche ufficiali, pur riportando un dato relativo agli incidenti provocati da ebbrezza alcolica, sottostimano pesantemente il fenomeno (2-3%), cosa che del resto accade in tutti i Paesi laddove si faccia riferimento alle casistiche ufficiali”. Lo ha sottolineato Marco Giustini, dirigente del dipartimento Ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Istituto superiore di Sanità, durante il convegno di Bari, dedicato alla sicurezza urbana.
“Studi epidemiologici – ha rimarcato Giustini – indicano che circa 1/3 degli incidenti gravi o mortali siano da attribuire al consumo eccessivo di bevande alcoliche. Molto più controverso è il ruolo delle sostanze d’abuso, non certo in relazione agli effetti, quanto alla dimensione e all’impatto degli stessi sulle performance di
guida”.
Giustini ha sottolineato come “l’Italia da un punto di vista normativo sia certamente all’avanguardia nel contrasto alla guida sotto l’effetto di alcol e sostanze in quanto dispone di norme adeguate e anche severe, in linea con la maggior parte dei Paesi dell’UE”. Ed inoltre – ha aggiunto il rappresentante dell’Iss “se si guarda anche all’introduzione di limiti differenziati per categorie “speciali” di utenti della strana (neopatentati e guidatori professionali) l’Italia ha una legislazione particolarmente severa. Rimane il fatto, però, che di per sé abbassare ex lege un limite consentito di alcolemia su strada non implica automaticamente la riduzione del carico degli incidenti”. Proprio su questo aspetto Giustini ha rimarcato come “a riprova di ciò basti citare il fatto che il Regno Unito, paese all’avanguardia nel contrasto all’incidentalità stradale e che presenta i tassi di mortalità fra i più contenuti dell’intera area della UE, adotta un limite di alcolemia di 0,8 g/l, mentre, al contrario, paesi come la Russia o la Repubblica Ceca, pur prevedendo per legge una vera e propria “tolleranza 0” in quanto il limite è posto proprio a 0 g./l, presentano fra i tassi di mortalità più elevati”. Di conseguenza per il dirigente dell’istituto superiore di sanità “la cosa importante non è tanto quella di abbassare o alzare un limite imposto per legge, ma quello di collocarlo all’interno di un apparato sociale virtuoso, con delle regole certe che vengono rispettate. E’ un problema più di natura sociale che di natura legale”.
Per Giustini inoltre “anche la stessa gestione dei controlli su strada, uno dei due pilastri sui quali, assieme all’educazione stradale, poggia la gestione della sicurezza stradale, viene declinata in maniera differente nei diversi Paesi”. “Noi tutti – ha detto – parliamo della Francia, spesso anche giustamente additandola a modello per come ha impostato la lotta agli incidenti stradali. E’ certamente un modello virtuoso con i suoi oltre 11 milioni di controlli effettuati all’anno contro 1,8 milioni di controlli effettuati dalle forze dell’ordine in Italia. Però, per contro il Regno Unito, che come abbiamo già detto, rappresenta l’eccellenza in questo settore, effettua poco più di 700mila controlli/anno, quindi assai meno di quelli che si effettuano in Italia, ma probabilmente assai più “mirati”, in quanto hanno un tasso di positività estremamente più elevato (12% vs. 2%). (*)
(am)
da anci.it